Secondo me, nelle intenzioni dell'autore, c'era la volontà di elevare il personaggio di Zosima ben oltre a queste dispute, che nel romanzo vengono esemplificate chiaramente: da una parte i laici che accusano i monaci di non fare niente e "non pagare l'imu" e i religiosi che si appigliano a incredibili sciocchezze come decidere o meno la santità attendendo se il cadavere dell'anacoreta puzza o non puzza. Zosima e le sue parole godono di una luce che intende trascendere tutto questo "pour parler", e se anche sono ancorate ad un certo contesto, ambiscono ad una universalità sensuale e palpabile, come si confà ad un mistico. Il tema secondo me, più che il peccato originale, è quello dell'uomo che si chiude in sé stesso e che smette di sentirsi responsabile dell'umanità, tema che a volte iconograficamente a volte viene dato con l'immagine dell'uovo entro il quale l'uomo si può chiudere dentro, o anche "l'orticello" per dirla all'italiana a cui il proprio sguardo autolimitare, e la conseguente soluzione proposta è cattolica, non nel senso di fazione di testoni religiosi, ma nel senso vero della parola.
