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Messaggi - InVerno

#2461
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 10:17:47 AM
Citazione di: anthonyi il 18 Maggio 2021, 10:59:25 AM
"Vettore di tendenza organizzativa antinomica all'ordine."
Inverno, ti rendi conto che questa definizione è un ossimoro.
L'anarchia è certamente antinomica all'ordine, ma che bisogno ha di organizzarsi, basta produrre il disordine, per il quale non è necessaria neanche una particolare dotazione intellettuale e culturale. Almeno il marxismo un tentativo di organizzazione concettuale è materiale lo ha fatto, entrambe falliti a parere di molti, ma comunque si sono sforzati, l'anarchia no, l'anarchia si crogiola nelle sue utopie, nei deliri onirici spesso alimentati da sostanze stupefacenti.
La mia definizione sarà pure fuffa grafomaniaca - o almeno così la tratti - ma perlomeno è sempre meglio che trattare l'anarchia come uno stato di fatto o addirittura un ente capace di predicato. Hai evitato meticolosamente di confrontarti riguardo alla tendenza anarchica di certe correnti di pensiero economico moderne, prima addirittura che mi capitasse di citare la demarchia di VonHayek (anche lui amante dei sorteggi) o altre forme di minarchia, ma ho paura che finchè  non ragionerai la questione in divenire difficilmente troveremo un piano di discussione. Non si è mai in democrazia così come non si è mai in anarchia, persino lo stato più sconquassato avrà un gruppo di balordi che tengono le fila, gli ideali non si raggiungono mai, ma si anelano continuamente in virtù dei loro principi, un anarchico è convinto della radicale bontà dell'antropologia spontanea umana, non vedrà mai un anarchia completa, ma è sul principio che egli difende che puoi, se hai coraggio, confrontarti.
#2462
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
18 Maggio 2021, 10:21:03 AM
Citazione di: anthonyi il 18 Maggio 2021, 06:06:48 AM
Ciao inverno, a me sembra che l'anarchia  di destra alla quale fai riferimento non sussista, almeno sotto questa specificazione.
La spinta antisistema a destra credo sia definibile come libertaria.
Nel liberismo c'è anarchia nella misura in cui lo stato è visto come "male necessario", ma bisogna vedere quanto sia forte quest'interpretazione nel pensiero generale.
Il covid, ad esempio, ci ha aiutato a rivalutare il ruolo dello stato, perché si impara a valorizzare le cose nel momento del bisogno. Qualcosa di simile è successo negli USA, dove la spinta libertaria trumpiana è arrivata a profanare il congresso americano, inducendo molti americani a riflettere sul valore dello stato. In quel caso, mi pare, il tentativo di forzare un risultato democratico elettorale veniva proprio da questa spinta libertaria.
In realtà anche nell'anarchismo classico, di sinistra, io non vedo tanti caratteri democratici, l'anarchico vorrebbe imporre alla generalità della popolazione un certo tipo di democrazia che la popolazione non vuole perché estremamente inefficiente. Mi ricordo la strategia che veniva utilizzata nelle occupazioni universitarie, quando la sinistra più radicale tirava a lungo le assemblee aspettando che i componenti più moderati andassero a dormire esausti, per poter votare a modo suo.
Nella pianta delle prime città(che già sperimentavano la democrazia ben prima del "brevetto" greco) esistono due fulcri urbanistici, il tempio e il mercato, che attorno a loro ospitano due diverse configurazioni urbanistiche, due modi di vita diversi. Il mercato è in questo senso il polo anarchico di una città, che ospita interessi privati che si spingono fino al furto, e non ambisce direttamente al potere ma a tenerlo in scacco e a operare da guastatore alla bisogna, lo rinnova, trama per distruggere e ricreare ciò che altrimenti sarebbe autoreferenzialmente immutabile: l'ordine del tempio. Attraverso un sistema di -come si dice oggi- "check and balances" questidue poli si compenetrano a vicenda e danno origine ad una zona temperata dove nè l'ordine nè il caos dominano incontrastati. Quale scoperta è stata fatta dagli americani, scoprendo che serve anche lo stato! Quasi parimenti importante di quella dell'acqua in fondo ai pozzi.. L'anarchismo non è perciò una filosofia politica definita, ma un vettore di tendenza organizzativa antinomica all'ordine, che può prendere diverse forme e diversi nomi. La democrazia può prendere diverse forme a sua volta ma non può prescindere nella fiducia verso il fatto che l'intelligenza è un fenomeno collettivo, non individuale. Come è stato decine di volte sperimentato, se io poggio sul tavolo un barattolo pieno di caramelle davanti a dieci persone, le ipotesi che queste persone faranno riguardo al numero di caramelle nel barattolo, non saranno mai accurate quanto la media ponderata dei loro tentativi di indovinare, lo sapevano gli antichi, lo sappiamo noi, ma conoscere quale è il gioco sociale giusto per valorizzarlo è tutto un altro paio di maniche, compreso quanto convinti siamo nel considerare il parlamentarismo il "miglior governo possibile" credenza che ha azzerato qualsiasi voglia di cercare di migliorare.
#2463
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
18 Maggio 2021, 02:34:04 AM
Citazione di: anthonyi il 17 Maggio 2021, 20:27:03 PM
In realtà, inverno, più che cavillare sulle definizioni (cosa comunque legittima), io cercavo di mettere in discussione un luogo comune che l'anticapitalismo imperante (nel mondo della cultura, si intende) ha costruito. L'idea cioe che le differenze sociali siano essenzialmente il frutto di un progetto istituzionale che entità superiori, umane o non umane, hanno imposto su tutti gli uomini.
Nell'idea degli anarchici l'eliminazione di questo progetto comporterebbe l'eliminazione di dette differenze.
Io non nego che in parte questo sia vero, ma non è la sola verità perché ci sono un mare di argomenti di funzionalità ed efficienza per i quali l'esistenza di differenze sociali può essere argomentata, non ultima la stessa volontà degli esseri umani che in vari contesti sentono il bisogno di avere qualcuno di fiducia che decida per loro.
E qui andiamo alla tua idea aristotelica di democrazia, che può anch'essa essere vista in termini democratici.
Facciamo un referendum di scelta tra la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta. Se la maggioranza non vuole la democrazia diretta, perché ha altro da fare che stare sempre a pensare a ogni singolo aspetto della politica, permetterai che in questo assetto democratico rappresentativo abbiamo più democrazia di quanta ce ne sia nella democrazia diretta checché ne dica l'oligarca culturale Aristotele.
L'anarchismo c'è al sapore di destra e al sapore di sinistra, quello che descrivi tu "anticlassista" è un tipo di anarchismo, ma il minimo comun denominatore tra questi tipi è la fiducia nella natura dell'uomo e la sfiducia allo stesso tempo nel potere esprimibile da singoli individui (in collegio o meno). Non solo la democrazia classicalmente intesa, ma anche il liberismo è di natura tendenzialmente anarchica, perchè da un lato pone massima fiducia nelle possibilità degli individui di autorealizzarsi armonicamente e vede lo stato come "male necessario" (con la speranza, anche semmai remota, che la necessità sia transitoria), e dall'altra vorrebbe che fosse il mercato, ovvero un fenomeno praticamente randomico per l'uomo comune e perciò inalterabile (come i sorteggi greci) a conferire potere "a turno". Anarchismo è anche quello della Svezia  che giudica i propri cittadini autosufficienti nel tutelarsi dal covid e impone restrizioni minimali, al contrario oligarchismo è quello tipico italiano dove una decina di benpensanti si siede  in un salotto televisivo per discutere pedagogicamente di come addomesticare gli asini loro connazionali, tra un sbuffo e l'altro, quasi spazientiti di dover sempre dire di non mettere le dita nella presa della corrente. In Italia è proprio uno sport  nazionale (praticato con la lingua) immaginare quale sia il metodo più effettivo per raddrizzare le curve, il peso delle sconfitte viene sempre addossato all'allenatore governativo (che cambia annualmente, nella schizofrenia più totale) e viene normata legalmente la distanza tra i cespugli, in modo tale che i tanto ritardati cittadini non vi inciampino per colpa della loro natura tragicomica di "idiot savant". Perciò parlare di "anarchia" partendo dai presupposti e la cultura nazionale, finisce sempre così: "vorrei proprio vederli questi asini senza un allenatore di asini", che è tragicomicamente anche lo stesso argomento che ha sempre giustificato le più becere dittature, e perciò rientra secondo me a pieno diritto nei titoli dei manifesti oligarchici.
#2464
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
17 Maggio 2021, 19:56:40 PM
Citazione di: baylham il 17 Maggio 2021, 19:22:01 PM
InVerno,

non sono affatto d'accordo che la democrazia ideale o realizzata sia una forma di anarchia:  la democrazia è un regime politico di uno stato, stato che l'anarchismo si prefigge di eliminare come obiettivo finale.
Come non sono d'accordo che le principali democrazie occidentali siano delle oligarchie: gli organi più importanti di uno stato democratico sono eletti a termine con votazioni aperte alla partecipazione di tutti i cittadini.
Che la democrazia sia rappresentativa e non diretta è una necessità basata su valide, positive ragioni economiche e tecniche.
Inoltre la democrazia spinta agli estremi dei suoi principi può diventare uno dei regimi più illiberali, opprimenti e folli.
Io non sono d'accordo che quando si "ridacchia" dell'improbabilità della tesi anarchica,"anarchia" viene inteso in senso strettamente etimologico, quando praticamente per ogni altra forma di governo si utilizzano le definizioni più disparate e lontane dall'etimologia, ma più vicine al campo della mera fantasia. Se chiedi a me, più le parole abbandonano l'etimo, più sarebbe auspicabile trovarne di nuove per evitare confusione, ma se vogliamo andare con quelle in auge durante il periodo ellenico, per gusto umanistico e rinascimentale, almeno usiamo il buonsenso di scegliere una chiave di lettura coerente. Se la chiave è quella etimologica, così come appare tanto  facile fare con "anarchia", allora vale la pena citare Aristotele riguardo a cosa è e cosa non è democrazia, e chiaramente è oligarchia qualsiasi forma di governo che non riconosca la fondativa eguaglianza tra i propri cittadini (e perciò li consideri interscambiali per sorteggio) tant'è vero che la parola indica che governa la moltitudine, il popolo ove gli individui sono indistinguibili, non individui organizzati tribalmente o in qualsiasi altro modo (pur sia "meritocratico"). E continuando Aristotele racconta esattamente di quanto la democrazia sia vicina in realtà all'anarchia dicendo che i democratici nutrono "il rifiuto di essere comandati, soprattutto di non essere soggetti a nessuno, o, in caso contrario, di esserlo a turno" che è la definizione più realistica (e meno etimologica) di un individuo anarchico.

#2465
Percorsi ed Esperienze / La Grotta
17 Maggio 2021, 18:43:17 PM
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/17/fare-piu-figli-aumenterebbe-inquinamento-e-poverta-le-popolazioni-non-possono-espandersi-allinfinito/6200082/

Oddio, un giornalista contro la corazzata Potemkin (la natalità), per lui lo stesso trattamento di chi già in passato affondò un altra corazzata
https://www.youtube.com/watch?v=xDr7fi1gFco
#2466
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
17 Maggio 2021, 18:29:38 PM
Citazione di: anthonyi il 15 Maggio 2021, 16:48:03 PM
Ciao viator, é singolare che tu concluda il tuo post sulla filosofia del l'anarchia domandando da chi è meglio essere governati, ma nell'anarchia mica ci sono i governi!
Avrei un'osservazione sull'idea che tu mi sembri premettere, cioè che l'anarchia implichi l'eguaglianza tra gli individui. Ora l'idea di eguaglianza si intende come eguaglianza giuridica, definita nei codici di legge. In una società anarchica come la definisci questa eguaglianza, visto che non hai leggi ne individui che abbiano il compito di applicarle?
Andiamo per l'etimo stretto riguardo alle definizioni e a trarre conseguenze? Andiamoci, allora cominciamo da tutti quegli stati che oggi si definiscono "democrazie", ma effettivamente sono oligarchie (compreso la nostra) perchè governano i pochi (eletti o meno, non cambia niente), mentre cerchiamo chi veramente può meritarsi la definizione di "democrazia" basandosi solamente su strumenti diretti (referendum) e elezioni per sorteggio (perchè tanto gli uomini sono tutti uguali). E scopriamo che non esiste una sola democrazia nel mondo, rispettando l'etimo e la defininizione aristotelica... allora forse visto che per democrazia teniamo una definizione "ampia", possiamo rischiare di fare lo stesso con anarchia e ragionare sul fatto che non si tratta solo ed esattamente di uno stato di fatto di un "non governo". Presumibilmente, anche la democrazia compiuta (cioè dove sono i cittadini stessi, non per rappresentazione, a prendere ogni decisione) è una forma di anarchia, perchè non esiste realmente un "governo" salvo il risultato della intelligenza collettiva di chi ha partecipato alla democrazia in questione, che però diventa un fenomeno, non un ente.. perciò la democrazia, con alcune aggiustatine lessicali, è una forma di anarchia, cosa che evidentemete ci sfugge se continuiamo a chiamare "democrazie" ciò che in realtà sono oligarchie, e lasciamo questo ultimo infausto termine a quelli che non ci piacciono.
#2467
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
17 Maggio 2021, 18:17:17 PM
Non conoscevo la tabella soprapostata, ma qualsiasi tentativo di aumentare la chiarezza terminologica è più che benvenuto in "certi topic". Tuttavia mi viene un pò da sorridere, perchè il punto interessante da penetrare sarebbe quello indicato da vettori grafici e che perciò rimane verbalmente incognito, la fenomenologia lessicale lo è molto di meno, compreso le definizioni generali stesse (che sarebbero "prime in ordine di importanza", vedo) ma che in realtà di generale hanno ben poco.

I vettori indicherebbero perciò due diverse spinte, verticali o orizzontali, in qualche modo organizzate e coerenti.Mi trovo in disaccordo su questo ultimo punto, perchè il cosidetto "post-modernismo" non può essere la negazione di sé stesso (cioè essere postmodernisti significherebbe aderire alla narrativa postmodernista), lo stesso problema dei nichilisti che crederebbero di non credere in niente. Non a caso quando poi si tirano le fila su queste definizioni paradossali, viene quasi da dire: meglio quest'altro, "se non altro, ha alla base l'etos" https://www.youtube.com/watch?v=Rt-YqNr95LE
#2468
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
15 Maggio 2021, 11:56:52 AM
Citazione di: paul11 il 14 Maggio 2021, 16:00:50 PM

Nei miei post ho argomentato sui sintomi sociali e umani della differenza fra religione e tecnoscienza. La religione insegna con la morale il limite di "rispetto" verso Dio e i propri simili, la tecnica per sua natura è illimitata e inarrestabile, perché dà potere militare, politico, economico, non ha una morale,  è l'uomo che decide come usarla, applicarla
Questo non significa, che l'uomo antico fosse migliore di quello moderno, perché si uccideva, rubava, si facevano guerre , ieri come oggi. Ma la morale fa capire chi sta facendo bene e chi compiva il male, il parametro è la giustizia che nessuna scienza può insegnare.
Può darla o una religione oppure una filosofia metafisica "forte".
Questa morale ,essendo inscritta nelle religioni, era socialemtne condivisa: questo è importante capire. Oggi una persona ha sempre meno  una morale condivisa comune, ognuno si fa una propria morale, in base alla propria indole, educazione, quindi la morale è "personale" sempre meno condivisa e sempre più individualistica, quell'individualismo tipico della modernità che esalta l'egocentrismo, a dimostrazione che la tecnoscienza non evolve , ma può e questo a mio parere è accaduto, involve l'uomo., lo fa decadere.
Quando rispondendo alla domanda dell'incipit della discussione ,di come religione e scienze interpetano il passato, presente e futuro , ho posto anche la "terza via" filosofica. Ho scelto due autori "anti-modernisti" che non seguono un pensiero religios e neppure tecnico, anzi ne fanno critiche. La mia tesi è che non è il super uomo o l'eterno ritono di Nietzsche ad indicarmi una via, non è l'orizzonte di senso heideggeraino a darmi senso sull'esistenza se non scioglie il nodo di cosa sia l'Essere, non basta cercare di definire l'esser-ci, ho bisogno di tracciare la linea di senso che  passi nell'oggi(il qui ed ora) ma che  necessariamente ha un'origine e dopo un fine, il prima e dopo l'esistenza .Vale dire l'esistenza di ogni umano, la vita, ha senso se il percorso ha un'origine e una fine, non è bastevole l'esistenza presa in se stessa.
Questo è a grandi lineee ,ciò che penso.
Ci siamo capiti?....spero.
Detto in amicizia, perchè non vorrei spazientirti, ma secondo me fai confusione tra fenomeni e cause. Da una parte c'è quello che potremmo chiamare "disincantamento" dall'altra quello che -purtroppo dovremo- chiamare "post-modernismo", i due sono sicuramente correlati, ma non è detto che vi sia un altro nesso. Ci sono parecchie nazioni che sono importanti culture tecnoscientifiche, in cui il fascino delle grandi narrative uniche non è mai passato di moda (Cina in primis, paesi arabi poi, etc) come concili l'ingombrante esistenza di queste realtà con la tua teoria? Un conto è sostenere che avendo l'uomo abbandonato le grandi religazioni annaspi nello cercare qualcos'altro che possa avere un valore oltre l'individuale e abbia momentaneamente trovato la scienza, un altro conto è sostenere che proprio perchè l'uomo ha trovato la scienza che ha abbandonato le tradizionali religioni. In ogni caso, la tecnica non porta necessariamente dove ha portato l'occidente, e la prova è il resto del mondo.
#2469
Percorsi ed Esperienze / Il silenzio
11 Maggio 2021, 08:52:19 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Maggio 2021, 23:05:09 PM
Agli amanti del silenzio non resta che trasferirsi in un ambiente extraurbano in una casa singola, lontana da strade trafficate, con un bel po' di terreno intorno. Roba da ricchi, appunto.
Mi era partito già l'embolo, poi ho visto la frase dopo  :D
Come dice Iano, silenzio è una parola grossa, quiete è forse più adatta. Effettivamente il lockdown potrebbe aver acceso delle lampadine. Sono stato a Venezia due settimane fa, e sono riuscito a godere del silenzio veneziano nelle ore diurne, nella strada che esce dal ponte di Rialto, roba da fantascienza, la città era molto più godibile. Anche "silenzio visivo", assenza di sovrastimolazioni, orizzonti immobili, solidi non dinamici. Ci sono persone che non apprezzano il silenzio, o non lo conoscono, o non lo vogliono? Ho visitato qualche giorno fa dei miei amici, con due bambini, televisione accesa, due computer accesi, bambini che urlano, genitori che si parlano e urlano ai bambini, musica, sono uscito con le orecchie che fischiavano neanche fossi uscito da una discoteca. La pedagoga dice che i bambini soffrono deficit dell'attenzione (e chissà perchè?). Diarrea verbale: quell'irrefrenabile desiderio di parlare, molto prima di aver collegato il cervello, verbalizzare qualsiasi cosa, non decantare i pensieri: aprire la bocca il più presto possibile, riempire l'aria della propria voce, sentirsi soli se non si sente la propria voce, sentirsi castrati se non si può parlare.
#2470
Tematiche Spirituali / Scienza e religione.
10 Maggio 2021, 20:23:41 PM
Considerate il duro lavoro che spetterà agli archeologi del futuro, presumibilmente atterrati da un altro pianeta a studiare cosa è accaduto su questo. Delle specie sul pianeta a rischio di estinzione in questo momento, solo del 10% abbiamo disponibili dei fossili, il restante 90% si estinguerà senza lasciare traccia, perchè fossilizzarsi non è un diritto animale (come entrare in coppia sull'arca) ma un occorrenza piuttosto rara, i fossili poi rischiano di andare persi\distrutti più passa il tempo. Immagino perciò che anche questi archeologi\genetisti venusiani, dovranno alle conferenze stampa fronteggiare i teorici dell'"anello mancante" venusiani, che immancabilmente e non diversamente di quelli terrestri, punteranno il dito contro la mancanza di fossili nella sequenza genetica, pensando di avere in mano chissà quale argomento infallibile, e offriranno come alternativa: il mito venusiano del Dio Zuturacchio che creò tutto roteando in senso orario il batacchio.
#2471
Ben sapendo che è assolutamente impossibile che il razzo sia fatto di plastica per ovvi motivi, i cinesi devono aver messo da parte la tradizione (per loro la plastica è come il Chianti per la Toscana) e aver usato il loro materiale segreto: il Chinasium (leggasi: ciainisium): una lega ferrosa che ha tutte le apparenze dell'acciaio sia come peso e apparenza, ma ha invece le proprietà della plastica salvo essere estremamente duttile anzichè rigido. Ho avuto diversi attrezzi di Chinasium, tra cui un ascia che si piegava al contatto con il legno, è un materiale estremamente curioso. Stando a questa mia ipotesi: uscite tranquilli, se vi cade in testa qualche rottame è probabile che si faccia male "lui".
#2472
Citazione di: Eutidemo il 07 Maggio 2021, 11:38:54 AM
Sulla necessità di varare una legge contro l'"omofobia" e la "fobodisabilità" sembra che ci sia accordo tra tutte le forze politiche, di sinistra, di destra e di centro; ed infatti, ultimamente, le aggressioni fisiche e verbali contro i diversi (sia perchè omosessuali sia perchè disabili) sono aumentate in modo davvero preoccupante.
Mi verrebbe in mente di chiederti la fonte di questo dato, ho visto che circolano percentuali strane senza contesto e senza analisi delle dinamiche. Se ci sono più persone omosessuali che "fanno outing" ci sarà anche un incremento fisiologico delle violenze verbali\fisiche ai suddetti, rispetto a quando gli omossessuali celavano il loro orientamento maggiormente e meno dovevano incontrare l'opinione degli altri. Peraltro le aggressioni tra tutte le tribù sono un pò aumentate dal tempo del lockdown, quanto l'omofobia si distacca dalla media, e cioè è causa non una correlazione? Quanto questo incremento è legato all'aumento delle denuncie? Sarà che vivo per gli affari miei e mi sento un pò in imbarazzo a fare commenti sulla "società" come se fossi in grado di tastarle il polso, ma non mi pare che gli ultimi anni si possano dire segnati da un "incremento dell'omofobia" o della "fobodisabilità".  Magari mi sbaglio, magari là fuori (fuori dalla mia bolla) vive un mondo assurdo che non conosco.
#2473
Citazione di: donquixote il 05 Maggio 2021, 01:13:15 AM
Non mi sembra di aver parlato di vantaggio della sofferenza, semmai di vantaggio della morte se da questa qualcuno trae beneficio. In ogni caso la sofferenza (fisica) è stata trattata nel tempo in modi diversi (un tempo si insegnava a sopportarla e imparare da essa, ora si cerca invece - a mio avviso stupidamente - di eliminarla) e se questa è progressivamente diminuita quella psichica è aumentata esponenzialmente; cosa molto diversa è però considerarla un "male", fornirle dignità filosofica, contrapporla al bene e assolutizzare questi concetti ponendoli in perenne lotta tra loro con la prospettiva che uno prevalga sull'altro. Non mi pare che Genesi parli di mondo imperfetto, dato che Dio l'ha creato in questo modo "e vide che era cosa buona", ma ovviamente questa perfezione deve necessariamente essere relativa poichè qualcosa che diviene costantemente non può per definizione essere "assolutamente" perfetto, che è un concetto che nega appunto il divenire.
Comunque non è poi così difficile rendersi conto che il "problema" del male è un problema umano e non certo del mondo, che è indifferente alle elucubrazioni filosofiche umane e prosegue per la sua strada. Se dunque questo è un problema umano è all'interno di se stesso che l'uomo deve risolverlo, e una volta risolto il rapporto con il mondo apparirà sotto altri auspici: non esisteranno più "bene" e "male" ma solo il "Regno di Dio". Siccome fino a prova contraria è l'uomo che dipende dal mondo e non viceversa tentare di intervenire aggredendo e distruggendo una "parte" di mondo per far prevalere quella che alcuni uomini giudicano il suo opposto mi pare un'operazione stupida e suicida. Sarebbe come voler eliminare le tenebre per far prevalere la luce: se dovesse mai accadere scomparirebbe anche la luce poichè non avrebbe più un termine di paragone per essere definita tale. Allo stesso modo se si eliminasse la morte scomparirebbe anche la vita.
Posso anche concordare con buona parte delle tue argomentazioni, sul piano filosofico perlomeno, sono meno convinto che possano considerarsi coerenti con il solco teologico tracciato dalle scritture. Genesi non ha problemi di coerenza logica con un mondo in divenire, il mondo prima della caduta non è in divenire, difficile anche solo immaginarlo concorderai, ma gli autori danno il massimo della loro fantasia per tentare di descriverlo, dicendo per esempio che tutti gli esseri che lo abitano si cibano di erba, cioè non partecipano alla sofferenza e alla morte di altri esseri coscienti, ciò accade solamente dopo la caduta, per gli uomini persino solo dopo il diluvio. Modernamente possiamo anche disquisire della relatività del male e del bene, ma il mondo assoluto dell'Eden è esattamente quel punto cardinale che volenti e nolenti traccia una netta distinzione, se gli autori avessero creduto alla "dignità filosofica della sofferenza" non si sarebbero certo spinti nel descrivere un paradiso dove essa è un non-fenomeno, lo fanno invece precipuamente perchè considerano come "male" la sofferenza, e presubilmente un male ancor più gratuito e ingiustificabile, la sofferenza che interviene necessariamente prima della morte per predazione. In generale il tuo argomento, che echeggia di "viviamo il miglior mondo possibile" è difficile da sostenere alla luce di testi che non solo si premurano di sostenere l'esistenza di un mondo perfetto antecedente, ma anche di uno eventuale che attende dopo la morte. Del mondo presente, pare lampante che il giudizio sia quanto di più lontano dall'idea che si tratti del migliore possibile, ma anzi vorrebbe spiegare come ci siamo finiti, e quando finalmente ce ne andremo.
#2474
Citazione di: donquixote il 04 Maggio 2021, 18:39:40 PM
E chi l'ha detto che il mondo non è perfetto? Il mondo è quello che è, quello che deve essere, e dato che il mondo non è stato creato dall'uomo quest'ultimo non può ovviamente sapere se questo sia perfetto o meno. Chi crede in Dio non dovrebbe porsi problemi di questo genere poichè per lui dovrebbe essere logico credere che il mondo e l'uomo sono perfetti così come sono, ma per gli altri (fra cui c'è ormai la quasi totalità dei cosiddetti "credenti") esiste il "male"; questo a causa della loro presunzione e della loro superbia che li induce a giudicare l'opera del Creatore e decidere ciò che è bene e ciò che è male solo dal loro esclusivo e limitatissimo punto di vista. Se l'uomo fosse un pesce giudicherebbe il mondo dal punto di vista di un pesce e deciderebbe ciò che è bene o male per un pesce, se fosse una pianta dal punto di vista di una pianta, e così via. Ma il mondo non può essere giudicato da un solo punto di vista dato che ciò che l'uomo ritiene "male" può essere "bene" per qualche altro pezzo di mondo e dunque ciò che l'uomo considera bene non può certamente esserlo per tutto il mondo.
Il bene e il male non sono riscontrabili oggettivamente, non sono uguali per chiunque (non solo non sono uguali per tutto il mondo ma nemmeno per tutti gli uomini), quindi il fatto di considerarli "oggettivi" e indipendenti dal giudizio umano è una allucinazione che non permette una visione chiara della questione. Di oggettivo esiste la sofferenza e la morte, ma questa è comune a tutti gli uomini, a tutti gli animali e probabilmente anche alle piante, ma questa non può essere giudicata "male" poichè ad esempio la sofferenza e la morte di un animale può essere cagione di vita (e quindi di "bene") per un altro animale (o per l'uomo) che grazie a tale sofferenza e a tale morte si può nutrire.
Mors tua vita mea, ma la sofferenza realmente non porta "vantaggio" per nessuno. Gli uomini si pongono determinate domande proprio perchè sono capaci di lenire la sofferenza, anche nel caso pensino che sia necessaria la morte (per esempio quando tentano di trovare i metodi più "efficaci" per somministrare una pena di morte) proprio perchè la ritengono gratuita, soprattutto se la morte deve sopravvenire poco dopo. Chi ha detto che questo mondo non è perfetto? Genesi, chiaramente, e tutto l'AT, praticamente ruotano intorno al problema del male e sono la storia di un popolo cocciuto che non vuol darsi per sconfitto nello spiegarlo, dal preferito dei credenti Giobbe, al meraviglioso eccesso di atarassia di Ecclesiaste, questo mondo non solo è imperfetto ma dannato, sostiene Daniele, posando le fondamenta per il messaggio Gesuano: questo mondo finirà. E ora tu vorresti darci a intendere, che questi sono patemi moderni, di gente che non sa leggere e capire... ma davvero?

#2475
Chi io preferisca non ha niente a che fare con la correttezza del tuo sillogismo, anzi, si potrebbe al contrario argomentare che una persona in difficoltà economiche è maggiormente disposta a compromessi morali\legali. Poi, "trasparenza". Questo non ha pubblicato le dichiarazioni dei redditi per anni, e tu gli dai del "trasparente" perchè secondo te non ha marmellato, altrimenti non sarebbe in rosso(?) Sono cinque anni che aspettavamo facessi un complimento a Trump, ci hai fatto aspettare fino ad oggi, ma potevi pensartelo un pò meglio  ;)