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Messaggi - bobmax

#2491
Secondo me, il diffuso rifiuto dell'intellettualismo ha diverse motivazioni.
La necessaria astrazione richiesta dal pensiero intellettuale è solo una di queste e forse non la principale.

Indubbiamente stiamo assistendo ad una accelerazione del nostro vivere quotidiano. Ci stiamo concentrando sempre più sul presente.

Questo fenomeno ritengo non sia un male in sé. 
Un male è invece l'incremento dell'angoscia esistenziale che tale accelerazione può comportare nei nostri cuori.
Perché che si vada più veloci, può pure permettere di comprendere più in fretta i problemi da affrontare e come eventualmente risolverli.

A fronte di questa maggior velocità ci ritroviamo però con una generale minor profondità di pensiero.

In particolare presso quelli che dovrebbero essere gli "intellettuali".
Che non vengono sovente rifiutati tanto per la loro "astrazione", quanto per la loro verbosità inconcludente.
Una verbosità che non nasconde, alla gente comune che stupida non è, il loro sostanziale vuoto di pensiero.

Occorrerebbero autentici intellettuali, con profondità di pensiero e capaci di esprimersi con la sintesi che è ormai indispensabile.

Purtroppo ci ritroviamo, a causa di una selezione che premia la fedeltà a scapito del merito, con una "élite" intellettuale per lo più mediocre. Incapace di contrastare persino i più beceri e ottusi demagoghi.
#2492
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
11 Novembre 2019, 08:54:25 AM
È proprio perché tu credi, Ipazia, nell'autentica metafisica, che ho scritto:

"Non sembrano tutti questi sforzi il tentativo di creare un'altra metafisica? Magari materialista, ma comunque sempre una metafisica che vuole stabilire cosa sia la Verità.
Ed è proprio ciò che detesti..."

Perché la ricerca si fonda sulla rinuncia alla Verità, in nome... della Verità!

Ma quando tiri fuori il trascendentale, che si è introdotto da solo... stai rinnegando te stessa!

Accetta la tua fede nella Verità, che è fede nel Nulla. Solo a questo puoi attenerti.

Perché solo questa è autentica metafisica.
#2493
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
10 Novembre 2019, 15:22:43 PM
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2019, 12:21:38 PM
Perché si è introdotto da solo nell'evoluzione della materia senziente nel suo processo di emancipazione dal DNA e dal suo determinismo.

Vedi quante complicazioni, Ipazia?

Processo senziente, emancipazione dal DNA,  determinismo...

E... sì è introdotto da solo!

Non sembrano tutti questi sforzi il tentativo di creare un'altra metafisica? Magari materialista, ma comunque sempre una metafisica che vuole stabilire cosa sia la Verità.
Ed è proprio ciò che detesti...

Non sarebbe più semplice e corretto accettare la sfida nichilista, per la quale niente ha valore, incominciando a vedere che l'origine di tutte le cose è il Nulla?

Sì, questa è la suprema bestemmia per il pensiero razionale.
Ma viceversa è manifestazione dell'autentica fede.
#2494
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
10 Novembre 2019, 10:01:54 AM
Citazione di: Ipazia il 10 Novembre 2019, 07:56:57 AM
Citazione di: bobmax il 10 Novembre 2019, 05:18:00 AM
Partire cioè laddove Spinoza ormai tentennava. Con quelle sue idee inadeguate. Per scoprire infine che non esistono.

Oppure partire da lí per adeguare quelle idee scoprendo alfine che gli Enti Supremi non esistono.

Esiste invece una natura che dell'etica non sa nulla e una natura umana che se la deve edificare "a posteriori", senza l'ausilio di uno straccio di nomos "a priori" alcuno.

Ma Dio non è un "ente superiore", neppure per Spinoza.

Per Spinoza Dio è causa sui.

Non ha niente a che vedere con un ente. Non importa se superiore o meno.

La cosiddetta "edificazione" umana dell'etica ha solo due possibilità per sussistere:

O si fa riferimento ad un trascendentale, per sfuggire al vuoto meccanismo del mondo immanente.

Oppure l'Etica deriva dal "Conosci te stesso"

Ma perché complicare le cose introducendo un trascendentale?



#2495
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
10 Novembre 2019, 05:18:00 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Novembre 2019, 21:57:15 PM
L'Etica di Spinoza é un sublime esercizio di logica applicata al trascendente che postula un Ente Supremo dotato di tutti gli attributi umani estesi all'infinito e via via enti di magnitudo inferiore tra cui noi in posizione privilegiata. Ottimo esempio di speculazione teologica. Peccato che quell'Ente Supremo rimanga solo un postulato teorico.

Sì, Spinoza postula Dio e ne trae le logiche conseguenze.

È un approccio improponibile oggi, dove Dio è morto.

Tuttavia, è per noi possibile percorrere la medesima strada, ma al contrario.
Ossia partire da quello che c'è, senza volerci in alcun modo illudere, mettendo tutto in discussione animati dalla sola nostra fede nella Verità.

Una possibilità, tra le tante, è iniziare dalla messa in discussione del libero arbitrio.
E attraversare il deserto, con la speranza di giungere a  Dio.

Partire cioè laddove Spinoza ormai tentennava. Con quelle sue idee inadeguate. Per scoprire infine che non esistono.
#2496
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
09 Novembre 2019, 16:39:12 PM
Eppure è proprio la morte a donare significato alla vita.
 
Senza la morte saremmo perduti: il vuoto esistenziale sarebbe assoluto.
 
Invece la morte, ossia vivere consapevoli in ogni istante della morte, ci costringe a colmare questo vuoto.
 
Non è tanto che dopo non c'è nulla... è proprio ora che non c'è nulla!
 
Ed è meravigliso come questo nulla sia vita...
#2497
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
09 Novembre 2019, 16:01:32 PM
Ciao Paul11, mi è davvero difficile seguirti.
Come ad esempio in questi tuoi passaggi:
 
Citazione di: paul11
Il giudizio è interno alla morale e in quanto tale non è soggetta al divenire, in quanto, se lo fosse l'etica dei comportamenti è completamente contraddittoria all'origine morale che è essa stessa originaria nell'Essere.
...
Quindi, l'etica intesa come comportamento mondano quotidiano è relazionata ad un principio morale che necessariamente è "ferma" e non opinabile dai tempi storici e mode culturali.

Probabilmente la difficoltà è dovuta anche alla mia non comprensione del significato che dai ai termini che utilizzi.

Ho tuttavia l'impressione che nel tuo discorso l'Essere sia considerato comunque come un "qualcosa". Certamente lo consideri eterno, incontrovertibile e "fermo", ma pur sempre un qualcosa.
 
Ecco, vorrei segnalare che questo tuo "essere" non risolve per niente la questione Etica.
E con Etica intendo la stessa Etica di Spinoza, tanto per essere chiari.
 
L'Essere, nel nostro esserci mondano, equivale al Nulla. E perciò non ha alcun senso caratterizzarlo da alcunché. Né di eternità, né di incontrovertibilità, né di non divenire.
 
Ed è proprio questo essere Nulla, l'unica possibile risposta all'angoscia esistenziale nichilista.
Perché niente ha valore, sino a quando noi, in perfetta solitudine e senza alcun appiglio a cui aggrapparci, affermiamo: "Il Bene è!"
 
E questa è l'Etica.
#2498
Citazione di: Sariputra il 09 Novembre 2019, 10:28:10 AM
Dio, per il Cristianesimo, ma direi anche per le altre teologie monoteistiche, è immanente e trascendente. In quanto è immanente, vive e opera nelle profondità metafisiche di tutto ciò che esiste: è "dappertutto". In quanto è trascendente, sta tanto al di sopra di ogni essere creato che nessun concetto umano, e perciò limitato, può contenere ed esaurire il suo Essere, né significarlo se non per analogia. E' tanto al di sopra di ogni essere creato che  quando si dice che Egli "è", non lo si dice nello stesso senso in cui si dice che "è" un essere creato. Paragonato a Dio, l'essere creato "non è"; paragonato con gli esseri creati, Dio "non è". Egli, infatti, sta totalmente al di sopra della sua creazione, che il concetto di essere, riferito a Lui, non si riferisce 'univocamente' a Dio e a qualsiasi altro ente. In questo senso Dio "non è in alcun luogo".
Si dice, nel Cristianesimo, che l'anima trova Dio non con la speculazione ma quando essa viene ad essere unita a Lui da un vincolo forte e profondo come quello con la persona amata. Un vincolo che è unione di spiriti, nella fede. E, per 'fede', in questo caso, s'intende anche fedeltà, dono di sé e abbandono in una perfetta fiducia di un Dio nascosto...Una accettazione amorosa di una 'guida' imperscrutabile, che opera nel più profondo segreto del cuore.
Questa fede chiede la rinuncia alla prudenza e alla nostra sapienza, ma soprattutto al nostro "io", per poter vivere nel suo spirito, e per mezzo di esso. "Chi è unito al Signore - dice Paolo - è un solo spirito con Lui"...
Essere uno con colui che nessuno può vedere significa 'esser nascosti', non essere in alcun luogo, essere sconosciuti, perduti al mondo come Dio stesso è perduto al mondo, che pure esiste in Lui...
Nello stesso tempo , vivere in Lui, è vivere nella sua vita infinita, essere dovunque, operare nella sua potenza e attraverso di essa. Significa quindi essere 'strumenti' segreti della sua azione, messaggeri del suo amore...

Sì, è proprio così.
Grazie.

Ciò che intendiamo solitamente con "essere" in realtà è "esserci".

Non sappiamo nulla riguardo all'Essere.
Che è infatti indistinguibile dal Nulla. È Nulla.

Eppure è!
Attraverso la nostra fede.
#2499
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia politica
09 Novembre 2019, 06:03:31 AM
Ogni volta che dobbiamo decidere cosa è giusto, siamo chiamati ad una scelta radicale: essere Dio oppure no.

Nella situazione data, con le conoscenze che ora abbiamo, cosa deciderebbe Dio se fosse al nostro posto?

Questo aut-aut radicale è sempre implicito, anche se spesso se ne è inconsapevoli.

Quando facciamo la volontà di Dio, eterniamo.
Siamo Dio.
#2500
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
08 Novembre 2019, 23:04:48 PM
Citazione di: paul11 il 08 Novembre 2019, 01:08:23 AM
La nostra vita quindi si correla su due parametri: il divenire spazio temporale che ci sostenta come corpo fisico naturale e la conoscenza che da una parte legge il fenomeno in sé e per sé, e dall'altra potendo estranearsi lo concettualizza nelle forme.
La scelta fra asservire i fenomeni in divenire e ritenere verità ciò che ai sensi dichiara il mondo, oppure interpretarlo nelle forme ,essenze e pensare nella verità come incontrovertibile, in quanto eterna e non contraddittoria: poiché ciò che è non può sembrare.
La scelta metafisica è necessaria culturalmente poiché è l'unica che può dare una morale, è l'unica che può correlare tutti i domini rispettandoli, limitandosi.

La scelta metafisica non riguarda l'essere o il divenire. Perché essere e divenire sono solo funzionali alla rappresentazione che viviamo.
Dove non esiste essere che non divenga, come non può esservi divenire senza essere.

L'essere e il divenire donano senso uno all'altro in un gioco senza fine, ma di per sé stessi non esistono.

E neppure l'incontrovertibilità è tema di scelta, perché anche la contraddizione fa parte della rappresentazione.

L'unica scelta metafisica riguarda l'Etica e prescinde da qualunque altra considerazione.

È infatti l'Etica il Fondamento.

E la scelta riguarda il Bene.

#2501
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
08 Novembre 2019, 05:21:31 AM
Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2019, 17:27:39 PM
Il mio io continua a trovarla niente male la realtà.

Certamente, infatti ti culli nelle illusioni, come le invenzioni trascendentali.

Quanti sforzi, pur di non vedere...

Ma intanto il cinismo cresce e traspare in ogni tua parola.
Fino a quando le illusioni cadranno e dovrai affrontare lo sguardo della Medusa.
#2502
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
07 Novembre 2019, 12:33:14 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2019, 09:44:48 AM
Non è colpa mia se Kant ha aperto una strada a-teistica alla specificità antropologica. Che tale rimane anche aggiornando il concetto kantiano alle figure più attuali delle psicologie, delle scienze dell'anima  ;D Nulla e Dio non li conosco. Presentameli  ;)

È sufficiente che guardi la realtà per quello che è, e non per quello che vorresti...

Kant ha inventato il trascendentale perché la realtà gli appariva troppo brutta, per essere vera.

Ma non è brutta, è orrenda.

Fino a quando c'è un io...
:D
#2503
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
07 Novembre 2019, 07:51:06 AM
E dai con 'sto trascendentale...

Un tempo vi era l'anima a distinguerci da tutto il resto e adesso, che l'anima non è più di moda, ci si inventa il trascendentale!

Cosa ci si inventa pur di non guardare la realtà...

Dove tutto, ma proprio tutto sfuma nel nulla.
E questo Nulla è Dio.

Esiste solo Dio cara Ipazia.
#2504
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
06 Novembre 2019, 16:08:20 PM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2019, 14:35:05 PM
Citazione di: bobmax il 04 Novembre 2019, 23:41:04 PMNon vi è perciò alcuna differenza ontologica tra l'azione dell'uomo e quella dell'animale (d'altronde su cosa mai si fonderebbe questa differenza?)
Rispondendo infine a bobmax: il sapere collettivo, trasmissibile lungo un medium indipendente da DNA e "trasmissione orale" del branco, questa è la grande specificità ontologica che ci differenzia dagli altri animali inclusi i più evoluti, versatili e "tecnologici" del pianeta. La scrittura e un linguaggio altamente specializzati, che includono anche i contenuti logico-matematici.

Il "medium indipendente" esiste anche per gli animali. Che lasciano segni, che permangono per comunicare l'un l'altro.
E' sufficiente osservare un cane durante la sua passeggiata.

Occorre a mio avviso non confondere la differente "quantità" dalla differente "qualità", intesa quest'ultima come differenza ontologica.

Esiste soltanto una differenza quantitativa, mai qualitativa.

Quest'ultima differenza è soltanto un'idea senza fondamento. Che deriva dal credere vera l'oggettività in sé. Con l'aggravante di un antropocentrismo ormai davvero poco digeribile.

Sono convincimenti che hanno fatto il loro tempo, è ora di renderci conto che si tratta di pura illusione.
#2505
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
05 Novembre 2019, 23:18:35 PM
Citazione di: donquixote il 05 Novembre 2019, 21:28:47 PM
Citazione di: bobmax il 04 Novembre 2019, 23:41:04 PMNon vi è perciò alcuna differenza ontologica tra l'azione dell'uomo e quella dell'animale (d'altronde su cosa mai si fonderebbe questa differenza?)

La differenza si fonda sul cambio dei presupposti. In ogni animale (come nell'uomo antico) gli strumenti sono una estensione del proprio "saper fare", che non dipende dall'utilizzo di tali strumenti ma ne aumenta l'efficienza. Nell'era moderna invece è lo strumento che guida, e l'uomo diventa una sua estensione se non semplicemente una sua ancella, facendosi in qualche modo schiavo del medesimo. Facciamo il caso della filosofia e della scienza come strumenti umani per pervenire alla comprensione della verità (senza perdersi qui nella sua definizione): la filosofia è uno strumento che l'uomo può utilizzare per ripensare ex novo il mondo, mettendo in dubbio tutto ciò che si è pensato fino a quel momento (come facevano i filosofi antichi e come tentò di fare ad esempio Cartesio) e giungere ad un "risultato" che, soddisfacente o meno, ha una sua conclusione. La scienza invece non permette di essere pensata daccapo mettendo in dubbio tutto ciò che ha espresso nel corso del tempo per eventualmente rivederlo, ma è necessario che il suo "sapere" sia dato per scontato per poter "fare progressi" nella conoscenza. Se ogni filosofo potrà essere origine e conclusione di un pensiero che possa descrivere (più o meno bene) il mondo e se ogni uomo può, se ha il talento necessario, padroneggiare per intero lo strumento "filosofia",  lo scienziato sarà solo un ingranaggio dello strumento "scienza" molto più grande di lui che lo sovrasta e lo asservisce a sé, poichè non può esistere un uomo che sappia padroneggiare in toto lo strumento "scienza". Lo stesso ragionamento è valido, mutatis mutandis, per strumenti più limitati che non sono il mezzo per esprimere il sapere di un uomo ma il risultato di una "sapienza collettiva" di cui l'uomo è solo un frammento più o meno significativo ma in sè non certo decisivo. Il telefonino, per fare un esempio, è una evoluzione del telegrafo e poi di quello senza fili e poi della radio eccetera, e non potrebbe esistere se non fossero esistiti tutti gli altri "strumenti".

Tuttavia i "presupposti" sono probabilmente errati sia in un caso che nell'altro.

Difatti, laddove lo strumento è inteso come estensione, l'uomo è al centro; mentre quando è l'uomo ad essere estensione, diventa centrale lo strumento.

Senza però considerare che una centralità, sia in un caso che nell'altro, non ha alcuna ragion d'essere.

Perché non esiste mai nessun autentico "centro".

Ciò che avviene, in ogni istante, è una danza dove tutti partecipano, e nessuno suona la musica.

Può sembrare che la Luna giri attorno alla Terra. Ma in effetti girano assieme.

E anche se può sembrare paradossale, non vi è mai un completo controllo di una parte su un'altra.

Neppure tra me e la zappa con la quale dissodo il terreno.

Questa stessa frase rispecchia l'idea della centralità: "io" dissodo.
Ma è un'idea errata: avviene il dissodare. Un evento dove anche la zappa ci mette la sua parte...