Secondo me, il diffuso rifiuto dell'intellettualismo ha diverse motivazioni.
La necessaria astrazione richiesta dal pensiero intellettuale è solo una di queste e forse non la principale.
Indubbiamente stiamo assistendo ad una accelerazione del nostro vivere quotidiano. Ci stiamo concentrando sempre più sul presente.
Questo fenomeno ritengo non sia un male in sé.
Un male è invece l'incremento dell'angoscia esistenziale che tale accelerazione può comportare nei nostri cuori.
Perché che si vada più veloci, può pure permettere di comprendere più in fretta i problemi da affrontare e come eventualmente risolverli.
A fronte di questa maggior velocità ci ritroviamo però con una generale minor profondità di pensiero.
In particolare presso quelli che dovrebbero essere gli "intellettuali".
Che non vengono sovente rifiutati tanto per la loro "astrazione", quanto per la loro verbosità inconcludente.
Una verbosità che non nasconde, alla gente comune che stupida non è, il loro sostanziale vuoto di pensiero.
Occorrerebbero autentici intellettuali, con profondità di pensiero e capaci di esprimersi con la sintesi che è ormai indispensabile.
Purtroppo ci ritroviamo, a causa di una selezione che premia la fedeltà a scapito del merito, con una "élite" intellettuale per lo più mediocre. Incapace di contrastare persino i più beceri e ottusi demagoghi.
La necessaria astrazione richiesta dal pensiero intellettuale è solo una di queste e forse non la principale.
Indubbiamente stiamo assistendo ad una accelerazione del nostro vivere quotidiano. Ci stiamo concentrando sempre più sul presente.
Questo fenomeno ritengo non sia un male in sé.
Un male è invece l'incremento dell'angoscia esistenziale che tale accelerazione può comportare nei nostri cuori.
Perché che si vada più veloci, può pure permettere di comprendere più in fretta i problemi da affrontare e come eventualmente risolverli.
A fronte di questa maggior velocità ci ritroviamo però con una generale minor profondità di pensiero.
In particolare presso quelli che dovrebbero essere gli "intellettuali".
Che non vengono sovente rifiutati tanto per la loro "astrazione", quanto per la loro verbosità inconcludente.
Una verbosità che non nasconde, alla gente comune che stupida non è, il loro sostanziale vuoto di pensiero.
Occorrerebbero autentici intellettuali, con profondità di pensiero e capaci di esprimersi con la sintesi che è ormai indispensabile.
Purtroppo ci ritroviamo, a causa di una selezione che premia la fedeltà a scapito del merito, con una "élite" intellettuale per lo più mediocre. Incapace di contrastare persino i più beceri e ottusi demagoghi.