Ispirato da Phil, apriamo un nuovo topic. L'oggetto é la scrittura. Che ha a che fare con un tipo di comunicazione del tutto diverso, non solo dai metodi comunicativi del mondo animale ma anche del semplice linguaggio orale.
Immaginate il salto di complessità. Chi leggeva doveva interpretare, per la prima volta, il simbolo del segno per ricondurlo dal significante al significato. Stessa cosa, potreste obiettare, accade per l'orina lasciata dal gatto (significante) per comunicare "state alla larga" (significato).
Ma vi sono due differenze essenziali: l'espansione dei significati e dei significanti, per cui si possono immaginare infinite varianti di "state alla larga". E, seconda differenza, la creazione di uno spazio comune di una condivisione del significato fra tutti i fruitori che deriva da una "tecnica" storicamente individuabile, che fonda la storia stessa, facendoci lasciare l'età del mito che ripete circolarmente sé stesso.
La scrittura, archivio dell'uomo, riproduce da 6000 anni il meccanismo evocato da Bertrando da Chartres quando parlava di "nani sulle spalle di giganti". Finché esisterà la trasmissione culturale potremo, pur essendo nani, appoggiarci sulle immense spalle delle biblioteche di ogni tempo.
La scrittura non è altro che la technè più potente: la forbice che separa il tempo dell'uomo e ci rende qualcosa di definitivamente diverso dal resto della natura, pur continuando a farne parte: centauri, in parte cavalli ed in parte uomini.
Immaginate il salto di complessità. Chi leggeva doveva interpretare, per la prima volta, il simbolo del segno per ricondurlo dal significante al significato. Stessa cosa, potreste obiettare, accade per l'orina lasciata dal gatto (significante) per comunicare "state alla larga" (significato).
Ma vi sono due differenze essenziali: l'espansione dei significati e dei significanti, per cui si possono immaginare infinite varianti di "state alla larga". E, seconda differenza, la creazione di uno spazio comune di una condivisione del significato fra tutti i fruitori che deriva da una "tecnica" storicamente individuabile, che fonda la storia stessa, facendoci lasciare l'età del mito che ripete circolarmente sé stesso.
La scrittura, archivio dell'uomo, riproduce da 6000 anni il meccanismo evocato da Bertrando da Chartres quando parlava di "nani sulle spalle di giganti". Finché esisterà la trasmissione culturale potremo, pur essendo nani, appoggiarci sulle immense spalle delle biblioteche di ogni tempo.
La scrittura non è altro che la technè più potente: la forbice che separa il tempo dell'uomo e ci rende qualcosa di definitivamente diverso dal resto della natura, pur continuando a farne parte: centauri, in parte cavalli ed in parte uomini.
