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Messaggi - Jacopus

#2491
Storia / Re:E se Churchill avesse avuto ragione?
31 Maggio 2019, 13:24:37 PM
Per socrate. Assolutamente sì. Questa è la motivazione determinante. In ciò ha avuto buon gioco la divisione del potere concordato fra Usa e Urss, al quale un po' velleitariamente si era opposto Churchill.
#2492
Storia / Re:E se Churchill avesse avuto ragione?
30 Maggio 2019, 08:09:24 AM
Anthony. Sicuramente le ragioni politiche furono prevalenti, ma non sottovaluterei neppure quelle strategiche. Immagina l'enorme quantità di materiali necessari venir trasportato lungo il territorio balcanico, accidentato e privo di linee di comunicazione. Immagina solo la necessità di trasportare i feriti in centri attrezzati. Subito dietro la Normandia c'era Londra. Dietro i Balcani non c'era un livello analogo di strutture di cura e riabilitazione.
Ripeto che, strategicamente, il motivo più valido per un'offensiva sui Balcani era l'occupazione dei pozzi di petrolio di Ploiesti, che erano la fonte energetica principale del Reich.
#2493
Storia / Re:E se Churchill avesse avuto ragione?
29 Maggio 2019, 19:27:12 PM
Ma oggi volete farmi felice. :)  Io dico che sarebbe stato un fronte secondario che avrebbe allungato la guerra e dissanguato ulteriormente Germania e Urss. Infatti la morfologia dei Balcani è piuttosto tormentata e i tedeschi avrebbero potuto difenderla meglio, come stava accadendo in Italia. Inoltre in Francia la logistica era migliore. Le basi in Inghilterra erano vicine e anche gli Usa, vero magazzino degli alleati. L'italia era più lontana e meno attrezzata logisticamente. Inoltre le strade e ferrovie francesi avrebbero aiutato l'avanzata. Compiere sbarchi in Italia non era così indolore come sperimentarono gli alleati a Salerno e ad Anzio. A Salerno furono ad un passo dal doversi reimbarcare.
Una volta fatto lo sbarco sui Balcani, inoltre le unità in Francia, molto potenti, potevano essere redislocate, poiché era impensabile progettare un secondo sbarco. Vi erano, insomma, buone possibilità di una seconda Gallipoli. A favore di questa ipotesi in realtà vi era solo la possibilità di raggiungere i pozzi di petrolio rumeni e bloccare così la wehrmacht. Ma qui entravano in gioco altre questioni politiche. I Balcani erano considerati una sfera d'influenza russa e se fosse stata liberata dagli alleati la questione si complicava. Stalin era sanguinario ma non era scemo.
#2494
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
29 Maggio 2019, 19:07:22 PM
Non seguo la psicologia junghiana tranne per la lettura di alcuni scrittori junghiani come Zoja e Galimberti e quindi su di essa non so dire ma la psicoanalisi da tempo si confronta con la neurobiologia e le neuroscienze, fedele all'insegnamento di Freud secondo il quale le sue intuizioni dovevano sempre essere vagliate e verificate in futuro da qualsivoglia strumento di misurazione scientifico.
#2495
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
29 Maggio 2019, 15:19:39 PM
Il principio di non contraddizione non tiene conto di sfere della conoscenza dove non entra in gioco la giustizia dei comportamenti umani, che é quella parte della filosofia che più mi interessa e che ha diritto di residenza in questo post che hai intitolato tu stesso etica e neuroscienze, a meno che tu non voglia dichiarare che l'etica è una forma di verità.
#2496
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
29 Maggio 2019, 14:49:40 PM
La tua obiezione è un po' come quella degli "intolleranti" che protestano contro coloro che li attaccano per la loro intolleranza: " ma allora non siete tolleranti".
Quindi sì è la mia visione del mondo e della relazione fra me e il mondo. Sulla discutibilita' invece sono aperto alle visioni altrui. Io dico la mia e voi dite la vostra. Non esiste indiscutibilita' in un mondo dove le verità sono declinate al plurale, compresa la discutibilita' delle verità declinate al plurale.
#2497
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
29 Maggio 2019, 14:34:55 PM
Se la verità la intendi come unica e indiscutibile, un po' come Dio, allora è così come dici tu. Io penso invece che anche le discipline modificano i loro paradigmi in relazione alle società e alla storia, che é anche storia delle discipline, così come insegna Kuhn. Non c'è nulla di indiscutibilmente fisso neppure la verità è neppure la filosofia, che in realtà etimologicamente non ha a che fare con la verità. Inoltre vi sono settori della filosofia, come l'etica, che non possono essere ricondotti alla verità, pena lo scadere in sistemi assolutistici, dove la giustizia è esercitata tirannicamente.
#2498
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
29 Maggio 2019, 13:59:30 PM
Per Carlo. In una accezione etimologica certo. In una accezione leonardesca anche. Ma lo sviluppo della conoscenza e della complessità della conoscenza di fatto ha reso vetusto il modello del trivium e del quadrivium. Ed ecco che la filosofia ha iniziato a cercarsi una nuova identità, più astratta, o comunque diversa dal dire che è sinonimo di conoscenza, altrimenti anche il meccanico, dotato di una sua conoscenza specialistica, fa filosofia (Il che potrebbe anche essere vero ma per ragioni diverse dalla sua capacità tecnica, la quale è anch'essa conoscenza).
#2499
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
29 Maggio 2019, 13:31:21 PM
Per Inverno. Il Tiger era un tank. Fidati. C'era anche la versione cacciacarri con scafo abbassato e cannone potenziato, chiamato jagdtiger. Fu costruito in pochi esemplari rispetto al Tiger che entrò in servizio alla fine del '42 all'epoca della controffensiva tedesca dopo Stalingrado.
Sullo stuka è vero solo in parte. In seguito furono costruiti cacciabombardieri più robusti da parte degli alleati che svolgevano la stessa funzione, ma i tedeschi non potevano permettersi miglioramenti in ogni settore e privilegiarono i caccia ai bombardieri con il micidiale Fw-190, che nel 41 ridiede ai tedeschi per breve tempo la supremazia.
Sull'embargo attraverso gli u-boot invece concordo. Churchill scrisse che la più grande minaccia tedesca all'autonomia inglese fu quella. Se i tedeschi avessero investito di più in quell'area, chissà.
D'accordo anche sullo spreco di risorse "fallocrattiche" ed inutili. Al di là del cannone Gustav, basti pensare allo spreco di risorse per perseguitare gli ebrei.
Sull'invasione russa alla Polonia sono del parere che non aveva senso per i russi per diversi motivi, il primo dei quali il patto molotov-ribbentropp, secondo il quali tedeschi e sovietici si sarebbero spartiti la Polonia, cosa che effettivamente accadde. Il patto era precedente allo scoppio della guerra e comportò la crisi di coscienza di molti comunisti europei.
#2500
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
29 Maggio 2019, 09:30:20 AM
Ciao Socrate. Ritorno sul punto. Era possibilissimo per le armate tedesche distruggere e fare migliaia di prigionieri a Dunkerque. È ormai provato che Hitler si oppose, limitando l'attacco a Dunkerque a solo un atto di facciata. Ma questo non avrebbe cambiato l'esito della guerra, a meno che Hitler non avesse offerto molto alla Gran Bretagna, compresi i prigionieri di Dunkerque, che potevano quindi incrementare la qualità dell'offerta tedesca per la pace. Ma di certo a Churchill non sarebbe bastata la restituzione dei prigionieri, e come detto, l'invasione della Gran Bretagna fu anch'essa un'operazione di facciata, senza alcuna possibilità di essere messa in atto, a causa delle difficoltà logistiche ( sbarco) e della mancanza del dominio sul cielo e sul mare.
#2501
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
29 Maggio 2019, 08:47:09 AM
Per Davintro. Non concordo. La filosofia a mio parere non é un campo separato dalla scienza, neppure di quella empirica. La filosofia, se non vuole essere metafisica, deve/può occuparsi di qualsiasi oggetto e a maggior ragione della scienza empirica, un sapere che ha modificato più di ogni altro sapere, la posizione dell'uomo nel mondo. La filosofia anzi è fondamentale perché potrebbe essere definita come la <riflessivita'> di ogni sapere, che altrimenti potrebbe in modo autoreferenziale, pensare di poter modellare il mondo nell'unico modo possibile. Insomma la filosofia come funzione critica, onde evitare che la ricerca del bene non sia il perseguimento del male. Solo in questo modo si tengono insieme teoria e prassi ed in questo, lo ammetto, sono profondamente debitore di Karl Marx.
#2502
Storia / Re:Poteva il III reich vincere la guerra?
29 Maggio 2019, 07:53:03 AM
Grazie Inverno per il sostegno alle mie passioni infantili ( non sai quante scatole di soldatini....).
Partiamo dalla fine. Se l'Urss avesse attaccato la Polonia, la storia sarebbe stata davvero diversa. Si può immaginare la coesistenza di una Germania molto vasta ad est e della intatta Francia prebellica. L'attacco alla Francia infatti era una necessità tattica per avere le spalle al sicuro, mentre tutta la progettualita' militare tedesca era tesa a conquistare il famoso lebensraum ad est, dove erano gli untermensch ( i francesi nella fantasiosa ideologia nazista non erano untermensch).
Le possibilità di questo scenario sono però minime, come quella da me prospettata di un Hitler che, dopo aver conquistato Parigi, si ritira.
Stalin era un "paranoico prudente" e paradossalmente credeva di essere più in sintonia con il dittatore che lo attaccò piuttosto che con i governi democratici. Inoltre, a differenza della Germania, Stalin doveva gestire un paese che aveva mutato radicalmente il suo assetto sociale. In quegli stessi anni venivano celebrati i più famosi processi delle purghe dello stalinismo. Al contrario, Hitler poteva rivolgere all'esterno le sue forze, poiché all'interno godeva di un consenso eccezionale.
Sull'altro punto che poni, sintetizzabile in qualità VS quantità, anche qui hai le tue buone ragioni, al punto che l'industria militate tedesca ne fece la sua filosofia, specialmente quando ci si accorse che alla Blitzkrieg si era sovrapposta una guerra lunga e incerta. L'esempio più citato in proposito é il carro Tiger, il più avanzato carro della II guerra mondiale, dotato anche di visori notturni per poter combattere anche in assenza di luce. Famoso il caso di un carrista che in Normandia distrusse con il Tiger un'intera colonna di carri alleati. Era in grado di penetrare la corazza di uno sherman a quasi due km di distanza.
Un altra arma sofisticatissima era il caccia Me 262, primo aereo jet. Se fosse entrato in produzione nel 1940 invece che nel 1944 la storia bellica sarebbe stata molto diversa.
La Germania inoltre, accanto a questi sistemi sofisticati, produsse fin dall'inizio del conflitto armi non molto costose ma efficacissima, come il cannone antiaereo Flak-88. Rommell (sempre lui) ebbe un'intuizione vincente: "perché invece che contro gli aerei non lo dotiamo di ruote e lo usiamo contro i carri nemici?. Il flak-88 per potenza e cadenza di tiro era micidiale. L'unico difetto era la sua vulnerabilità.
Già da questo dati possiamo capire la forza della Germania: capacità tecniche d'avanguardia, capacità produttiva su ampia scala, gestione creativa ed innovativa delle risorse.
Lo stuka invece non era un grande aereo. Molto fragile, poteva avere un suo ruolo solo in caso di dominio aereo, come accadde fino alla campagna francese e nel primo anno in Russia. I caccia, anche i biplani, potevano abbatterlo facilmente.
L'ideale sarebbe stato la produzione più alta possibile di queste armi di qualità, senza dimenticare che la guerra moderna è una guerra combinata. Avere un carro forte ma senza copertura aerea e di fanteria ne riduce notevolmente la capacità offensiva.
Inoltre con il passare degli anni la capacità produttiva tedesca si è progressivamente deteriorata a causa dei bombardamenti, che invece non raggiunsero mai, non solo gli Usa, ma anche il nord della Gran Bretagna, dove furono trasferite le industrie belliche.
Hitler, molto più dei suoi generali, era consapevole degli aspetti industriali della guerra ma la sua strategia filo-inglese fu una delle cause (non l'unica) che decise la guerra.
#2503
Dissento anch'io. In fondo siamo pochi utenti attivi. Ponendo anche questo limite esiste il rischio concreto di altre defezioni.
#2504
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
28 Maggio 2019, 00:45:25 AM
Davintro. Intanto mi complimento anch'io per il tuo modo di esporre le tue idee. Preciso, corretto, mai polemico. Rispetto al tuo post ti lancio solo una suggestione sulla quale ti chiedo di soffermarti. La distinzione che fai fra scienza pregalileiana e postgalileiana è interessante e ad essa può essere facilmente sovrapposta la distinzione fra otium e negotium. Non a caso la scienza galileiana era fortemente connessa con lo sviluppo della società borghese, intimamente connessa con il fare, con la tecnica. Chi meglio di Leonardo rappresenta questo spirito? La scienza prometeica dell'homo faber, contrapposta alla scienza inerte dell'homo contemplans.
A proposito della domanda se la scienza sia sovrapponibile alla razionalità, invece condivido i tuoi dubbi, ma come ben facilmente puoi intuire, non per mettere la scienza sotto la tutela provvidenziale della metafisica, ma sotto quella più terrena dell'etica intersoggettiva. Gli scopi della scienza non dovrebbero "razionalmente" essere sviluppati contro l'umanità, come invece accade di norma. Il controllo dovrebbe avvenire in questi termini. Non che sia facile, ma neppure la metafisica, a giudicare dalla storia, ha ottenuto migliori risultati in termini di "reificazione"  e di dominio dell'uomo sull'uomo.
#2505
Tematiche Filosofiche / Re:Etica e neuroscienze.
27 Maggio 2019, 23:41:47 PM
Citazioneal contrario delle scienze sperimentali, per le quali la corrispondenza delle percezioni sensibili soggettive con la realtà oggettiva non può che essere data per scontata, pena l'invalidazione del metodo sperimentale, e resta così un pregiudizio fideistico, che la concordanza intersoggettiva delle percezioni può al massimo confermare, ma non legittimare razionalmente
<percepisco soggettivamente che il sole al  mattino è a est e alla sera è a ovest. La percezione è condivisa fra tutti gli appartenenti al mio gruppo. Scientificamente confermo che il sole gira intorno alla terra? Se si dovesse dare corso alla tua affermazione, questa sarebbe la conclusione."
Dove sta scritto che la percezione sensibile soggettiva equivale a scienza, pena l'invalidazione del metodo sperimentale?
Einstein ha "inventato" la sua teoria, che guarda caso è stata verificata solo parecchi anni dopo. La scienza è spesso un arte, nasce da intuizioni, collegamenti e non necessariamente da una immediata verifica empirica, che tra l'altro, come nell'esempio del sole, non necessariamente comporta la scoperta della verità. Inoltre questa continua accusa nei confronti della scienza come fideistica è davvero stancante. La scienza non è una fede perchè se fatta onestamente è in grado di ricusare i suoi stessi principi, se ne trova di più  validi. Citatemi una fede che è pronta a tradire sè stessa perchè ha trovato una fede migliore. Di solito costoro sono chiamati come minimo rinnegati, mentre uno scienziato è premiato con il nobel.