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Messaggi - green demetr

#2491
Citazione di: Angelo Cannata il 23 Dicembre 2017, 00:18:50 AM
Io mi ritengo ateo, ma questo non mi fa in alcun modo sminuire l'enorme stima che ho per i testi della Bibbia, che si dimostrano tuttora capaci di mettere in profonda crisi molte nostre mentalità, tra cui le idee che solitamente si vedono circolare sul significato del peccato originale.

Ma certo Angelo, per quel che mi riguarda non dovevi nemmeno ricordarlo, si capisce benissimo.

Certamente il testo, anche quando è tradotto, merita tutta la considerazione, e così è per me.

Si tratta di distinguo, e di quale peso, ognuno sente di dare a questa o quella parola, e alle tradizioni a esse legate.


Buon Natale a Tutti!
#2492
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
24 Dicembre 2017, 01:05:29 AM
cit sari "cit masini "pensare il buddha" :"L'assenza del vuoto è l'assenza dell'assenza", disse Joshu.""

Lo sapevo! Ci doveva per forza essere!! Ora deve recuperare chi sia questo Joshu.

Passaggi selezionati con grande intelligenza Sari, mi sono piaciuti tantissimo.

E' come se facessero eco a quello che stiamo dicendo.

cit apeiron
"Nonostante ciò ti posso fare un esempio di un monaco buddhista che ha affermato di essere un Sotapanna* ("primo grado del risveglio") che ha affermato che termini come "non-nato" non sono referenziali, bensì significano "libertà dalla nascita" e così via. Ergo Nirvana=Non-Esistenza e non "il vuoto quantistico". E non è l'unico. Termini come "dhuva" vengono intesi come "irreversibile" e non "permanente". 

Ma il nirvana samsara non è il samsara tutto.

Mi sembra che stai facendo un errore banalissimo.

E' la modalità mediana ricordi????

E' ciò che viene prima dell'esistenza! quindi è esente dalla nascita, perchè la nascita è parte della vita come appunto "una parte del tutto".

In questo caso certo possiamo intendere anche che Nirvana è "non esistenza", ma nel senso di qualcosa che non è qualcosa, appunto un campo (non ho idea di cosa sia il vuoto quantistico, io nelle conferenze ho sempre sentito parlare di campo. Nell'eccezione generale della fisica).
Che appunto tu intenda quel campo o vuoto quantistico come qualcosa secondo me è un intuizione corretta. :D  (o almeno lo è se cerchiamo un modo di unire quello che scaturisce dalla meditazione, o dalla riflessione, tra i rapporti tra pensiero antico e moderno).

Sulla questione di dhuva devo riflettere. E sopratutto informarmi. ;)


ps.

Ma non volevo certo scagliarmi contro Platone in toto, volevo far un pò di polemica goffa, rispetto all'amico Kobayashi.
Volevo semplicemente far notare che manca il pensiero sulla contemporaneità.
Ecco.
Tranquillo non sono uno che grida di bruciare i libri! ;=)

Auguri di buon natale a tutti. :)
#2493
Non volevo riferirmi alle tematiche del lutto e del suicidio.

Io mi riferivo a chi rinuncia alla ricerca della felicità.

Inoltre per essere forse più chiaro, vedo che non avete idea di cosa comporti accettare la sofferenza, la povertà e altri mali della società: che si crea una sacca di violenza, che è prima interiore personale, prima che sociale, che ne è solo il sintomo.

Dice bene Angelo quindi, perchè la gente violenta pensa infatti di essere felice, e invece la violenza è proprio la lampadina intermittente che suggerisce situazioni di sofferenza, tutt'altro che felici.

E' un bene il vostro ottimismo (perchè così lo considero) cari Apeiron e Sgiombo.

Ma evidentemente non vivete in situazioni di disagio sociale.
#2494
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
22 Dicembre 2017, 23:33:03 PM
Citazione di: Apeiron il 20 Dicembre 2017, 09:58:44 AM
Grazie Sari  ;)

Certamente è un approccio molto pragmatico che ha moltissimi pregi. Mi era venuta questa perplessità considerando l'eventualità di un "inizio" del samsara però come ben dici tu farci una teoria sopra è "pura speculazione"  ;)

Direi invece di no.

Infatti a meno che non si intenda speculazione nel senso di un annoiato raccontarsi barzellette.

la speculazione sul vuoto, non può che portare a forme di avvicinamento al DIO.

poichè se il vuoto è ciò che a noi compare come DIO; allora vi è una strada speculare, il nobile silenzio, di attestazione di come noi siamo lo specchio, lo speculum, la speculazione di questo essere qualcosa che vuole tornare al niente, perchè sà di essere qualcosa.(sembra un paradosso, ma se uno ci medita o ci ragiona a fondo non lo è affatto, una volta vista l'orizzonte e la meta)

Vi è una immensa saggezza, che solo chi ha praticato meditazione come me, riesce a capire, abbastanza rapidamente. (gli altri si armino di pazienza).

Infatti cosa è la meditazione se non la riflessione sui metodi di de-sogettivazione, fino a raggiungere l'animus del MONDO, che si presenta come VUOTO.

Ho già spiegato che questa sensazione è terrificante. Perchè se lo fai con dedizione e ingenuità come ancora bambino feci, ti arrischi in territori pericolosi.

Per questo c'è bisogno del maestro, qualcuno che ti insegni a come prendersi cura di se stessi.

(è alle note della cronaca come alcuni santoni siano chiaramente invasati, e come altri invece abbiamo un carisma difficile da trovarsi in occidente.).

Certamente la via mediana, ossia mediata delle comunità buddiste, serve anche a quello.
Ma è come una via media ad una via media che però è in sè terribile.

Vi trovo molte assonanze con la mia esperienza induista. Grazie.


#2495
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
22 Dicembre 2017, 23:15:29 PM
Scusate ho perso un bel pò di testi.

Ho letto casualmente

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/buddhismo/180/?action=post;last_msg=17424#postmodify

in cui Apeiron chiede spigazioni ontologiche.

Il mio amato Zizek ne dà una sua, che a suo parere essendosi confrontato con colleghi fisici di tutto il mondo torna.

Ossia che TUTTO SIA MENO DI NIENTE, esattamente come la particella di DIO ha dimostrato.

Ossia la materia che possiamo intendere come l'oggetto ontologico di cui Apeiron da disperato bisogno, PROVIENE da stati di energia inferiori a quello minimo dell'oggetto che ne emerge.

E in effetti se considerato come l'ho intuito anch'io sono d'accordo col mio AMATO.

ossia che il buddismo l'aveva già detto.

ossia il vuoto è uguale alla negazione della negazione del tutto.   vuoto samsara= NON (NON U) dove U è il TUTTO, l'Universale.

semplice no?

andiamo a riprendere i punti descritti, mi sembra che tornino.

lo faccio in diretta per non perdere tempo.


Un bramano disse al Benedetto: "Allora, Maestro Gotama, tutto esiste? "
"'Tutto esiste' è la forma più alta della cosmologia, bramano."
"Allora, Maestro Gotama, niente esiste? "
"'Niente esiste' è la seconda forma della cosmologia, bramano."
"Allora tutto è Unicità? "
"'Tutto è Unicità' è la terza forma della cosmologia, bramano."
"Allora, tutto è Molteplice? "

"'Tutto è Molteplice' è la quarta forma della cosmologia, bramano. Evitando questi due estremi, il Tathagata insegna la via di mezzo del Dhamma"


Anzitutto ci dobbiamo chiedere se i 4 punti sono ordinati.

Sembrerebbe di sì, perchè chiama i mediani come la via buddhista.

Dunque vi è un tutto esiste, ossia vi è un oggetto Universale.

E vi è anche un molteplice. Ossia esistono infiniti oggetti dentro quell'universo.

Questa è la metafisica classica, che troviamo anche in platone (come principio di non contraddizione) e in aristotele come Categorie e relativi Sillogismi).

Dove appunto viene studiata al relazione del molteplice all'interno dell'universale.

Diversa è però la questione buddista, che è una filosofia negativa.

non si interroga sulle relazione tra universale e particolare (la gigantesca questione tra nominalismo e realismo medioevale, che in questo forum, non è mai saltata fuori  :-[ )

ma si interroga proprio sulla caratteristica esistenziale di come il parziale sia una emanazione, una parte del tutto.

ossia del processo stesso di individuazione, esattamente come la fisica contemporanea si è interrogata fino al riconoscimento dell'esistenza di questo salto energetico. Che è un campo.

Ossia un campo vuoto, è dal vuoto che nasce qualcosa, e non qualcosa esiste sempre come la vecchia tradizione diceva, o almeno alcuni suoi mentori.

il problema ora sarebbe unire quel vuoto con qualcosa. quindi vuol dire che ESISTE qualcosa PRIMA del NIENTE.

cioè QUALCOSA C'è PRIMA DEL NIENTE (ED è IL TUTTO, AUGURI AI FISICI PER QUESTO SUCCESSIVO PASSAGGIO DA DIMOSTRARE, ANCHE SE è OVVIO CHE è ENERGIA, ENERGHEIA COME DICEVANO ANCHE I GRECI).

dunque è come se i buddisti avessero riempito un gap, che la fisica solo oggi praticamente ha risolto.

Ed è quello che ho intuito con sicurezza pure io.

voglio dire se il nulla è tutto, allora il nulla è qualcosa, che noi possiamo però in quanto parte vedere solo come NULLA, non possiamo vedere il tutto, perchè sennò la parte che noi siamo sarebbe il tutto.

geniale!  è per questo che ritengo che debba esistere un testo esoterico che ne parli in questi termini filosofici.

eh sì. magari in  periodi anche successivi, infatti anche in INDIA la filosofia CLASSICA paragonabile a quella occidentale è esistita anche se secoli dopo in quello che viene chiamato il medioevo indiano,

uno su tutti ovviamente ...non ricordo il nome lol  ::)  :P  ;D


sempre che il buddismo non sia nato dopo  ;D  che ignorante che sono!

CHE NE DICI APEIRON????


ps scusate dimenticavo che per me UNICITA' è da tradurre come UGUAGLIANZA, come nella formula che ho proposto.
#2496
Citazione di: Domingo94 il 20 Dicembre 2017, 02:46:53 AM
Da sempre Israele è stata combattuta per la "terra" ma sicuramente il concetto di quest'ultima va oltre quello che noi possiamo immaginare
Il conflitto arabo - palestinese mi pare tutto fuochè una immaginazione.

Ma a parte questo, non ho capito proprio cosa intendi.

Ciao Angelo.

Non mi hai risposto alla questione se all'Inizio Dio sia poi veramente un padre.

Un padre accorre al proprio figlio, ma qui proprio se ne disinteressa.

Invece il Figlio automaticamente chiama a sè il padre, che è costretto a piegarsi su di lui e a sollevare, e cioè a salvare.

Nella vertenza tra Inverno e Angelo, io sono con Angelo.

Non capisco perchè Inverno continui a insistere su una versione storica del racconto biblico.

Una volta che avessimo anche giustificato la terra come questione originale delle civilità, e in particolare mesopotamica (ignoro totalmente la genelogia che arriverebbe ai popoli del medioriente che abitano il mediterraneo.) gli altri elementi come li connoti????

il serpente??? l'angelo con la spada di fuoco???

Ovviamente sono contrario anche perchè io per tendenza sono attratto dal senso metafisico, e sebbene non fatichi a trovarci nessi storici, sono del tutto irrilevanti rispetto alla questione sapienziale.

D'altronde spero non sia un mistero che la Cabala sia una esemplificazione di come quei testi non siano da intendere in senso letterario, a meno che di dare al senso letterario un carattere esegetico molteplice, come la teologica insegna.

E quindi di conseguenza in generale mi trovo costretto a non essere d'accordo anche con Angelo, che bisogna rimanere sul testo. (ok non ha detto bisogna, ma ci siamo capiti)

Anche perchè QUALE TESTO????? la Bibbia è una traduzione.

Già solo per quello sinceramente penso che siamo tagliati fuori dall'interpretazione corretta, a meno che siamo appassionati di lingue semitiche.

Non tiene.

Tiene la modalità scelta, per questo ho parlato di onestà.
Una volta che stiamo dicendo, di rimanere a quel testo (seppure tradotto), a quelle parole, possiamo poi lavorare a contatto con quelle parole.

Intanto ne avevo bisogno, e già ne ho parlato con amici, che però erano piuttosto scettici, e la discussione è presto scivolata sul vin brulè.

E anche questo è mondo.
#2497
Credo perchè così ci hanno insegnato.

Ovviamente uno specchio per le allodole (che noi siamo).

Certo che se la reazione a questo infimo stratagemma, è la convinzione che il dolore faccia maturare....allora non vivete certo nelle periferie milanesi.

Mi pare l'altra faccia dello stesso medaglione con cui ci abituano a pensare agli unicorni: quando invece la gente soffre in una maniera che faccio sempre più fatica ad accettare.

Quando vedi la vita spegnersi di fronte a te CHE FAI??? SOCRATE CHE FAI????
#2498
Stavo ascoltando una intervista fatta da Mentana nel 2014 a Grillo, dove si parlava del problema BIG DATA.

La tesi di Grillo (probabilmente Casaleggio) era che oggi non c'è più nemmeno bisogno di una strategia che riguardi il controllo, il governo sulle persone.
Oggi si tratterebbe per i  nostri eroi della guerra al possesso dei dati.

Il che è evidente, pensiamo solo alla terribile polvere di sospetti sollevata dai democratici al buon Trump.

L'ultima questione politica in ordine rigorosamente geopolitico (perchè c'è forse una politica che non sia anche geopolitica? Probabilmente la politica è oggi solo geopolitica).

La questione dicevamo è semplice, non si tratta nemmeno di interpretare, ma di applicare la legge sui numeri attuali, attualissimi, calcolati probabilmente su fascia oraria.

In base a come stanno i dati, è già pronta la controffensiva in termini gerarchici. Sembrerebbe questa la tesi (non detta da Grillo, sospinto da Mentana, a parlare d'altro, perchè è ovvio, di queste cose non se ne parla proprio, il buon Mentana ha liquidato dicendo che certo il Big Data è oggi un grande problema....e quindi????parliamo d'altro???? la strana logica alla sua base il quale il giornalismo nostrano campa, perchè appunto la gente non è interessata ai grandi problemi.)

Mi è venuto in mente quello che diceva Kobayashi qualche puntata fa.

Ossia di come oggi l'orizzontalità sia costituita proprio da questa infinità di dati a disposizione.

Il che contraddirebbe piuttosto il 3d che avevo iniziato, mi pare l'anno scorso, umilitato dalle note del saggio Phil).

Ossia che l'orizzontalità è la risposta unica alla verticalità.

Ma per orizzontalità io intendo proprio l'apertura comunitaria.

Ora il genio visionario di Casaleggio, non era forse questo?

Far coincidere l'orizzonte sociale con la questione dell'apertura della catena orizzontale dei risultati, dei dati stessi.

Questione che ha fatto gridare allo scandalo tutti gli intellettuali, ma proprio tutti.

Il che mi ha prodotto un senso di malessere forte. Perchè come al solito un conto è studiare ciò che è reale, ma in quanto studio, rimane virtuale, un conto è vederselo posto sotto il naso, in tutta la sua virulenza reazionaria, frutto di una ignoranza, di una incapacità assoluta di leggere le trasformazioni contemporanee,

Anzi guarda un pò., proprio come dei perfetti reazionari, come ha ampiamente spiegato in lungo e in largo il compianto immenso Carmelo Bene, nel suo monologo 4 discorsi sul niente.

Mi dà da pensare, la strada del pensare è aspra e lunga. (e virulento in me sta diventando la condizione di annichilimento sociale).

Non penso lucido in questo momento, pur non potendo auto-riconoscermi (e certo anche qui si apre il problema di quel "auto", della soggettività su cui tanto ci stiamo imegnando sul 3d di Nietzche) una lucidità maggiore rispetto alla norma dei discorsi pubblici quantomeno (ma chissà forse da qualche parte si praticano private virtù) forse data semplicemente dalla non necessità di stare dentro alla produzione culturale (che ad ogni anno che passa non posso far altro che continuare a criticare su milleversanti).


Fa impressione vedere il mondo intellettuale intellettuale totalmente ottenebrato dai suoi stessi discorsi.

Sul serio sembrano dimenticati!!!!!!!!

Certamente Kobayashi non voglio metterti nello stesso novero dei giovani universitari e dei loro (de) meriti professori.

https://www.youtube.com/watch?v=QhjZWbO3PX0

Che sono delle specie di rock star, questo ritorno all'antico mi pare totalmente fuori posto, totalmente altero.

Una storiella per giovani annoiati. (sono onesto questa è la mia sensazione più forte).


Ma che fine ha fatto la postmodernità rispetto a tali soggetti ?


https://www.youtube.com/watch?v=jZVDTqW1lmA


Non che gli allievi di Sini abbiano fatto meglio.

Ma come si fa a tagliare fuori tutta la questione del 1900 ??????

Questione politica ovvio. Le tristi vicende della statale di cui vi faccio la cronaca da un paio di anni, ne sono solo la conseguenza, ovvia, si sono solo dimenticate le premesse, le lotte, il sangue, il vero sangue di chi ci ha lasciato la vita.  (seppur ideologicamente, seppur ciecamente fors'anco).

Se non si impara dagli sbagli, se non si continua la riflessione, la teoretica. (In questo sono da anni in disaccordo con Maral e Garbino, e prima ancora, se vi sono ancora i vecchi lettori di filosofico.net e filosofia forum free, contro il tipo che aveva stirner come avatar e mareblu, e altri amici ora scomparsi.

Ovviamente scomparsi: quando ti muovi senza l'orizzonte, non sai a quali tempeste vai incontro.

La cartografia delle mappe topologiche (che essenzialmente sono psicologiche, al di là della difficoltà di conversione tra parola e fatto, figuriamoci dell'atto....) VA TENUNTA STRETTAMENTE CON SE'.

Vanno cioè (di nuovo studiate, e di nuovo, e di nuovo, come mastro Baffo ci ha insegnato).

Certamente questo è un forum che vorrebbe essere popolare, e quindi come da NUMERI, come da BIG DATA, è abitato da fanatici del nuovo DIO, la SCIENZA.

Non è nemmeno più questione di metafisica (MA COME! SONO OFFESO!  ;D  io che lavoro, oddio... che vorrei lavorare, su un progetto di rifondazione metafisica, di metafisica 2.0, di controllo grammaticale, analitico, degli errori della filosofia 1.0, ossia appunto quella greca ANZITUTTO).

Magari riprendendo come il giovane Nietzche scriveva GIOVANISSIMO dai PRE-SOCRATICI, quando la metafisica era ancora sapienziale, quando ancora la ragione era tutt'uno con la religione.

quando lo spazio abitato valeva orizzontalmente come verticalmente NELLE SFERE e nei CERCHI inversamente citando. (e io penso che Sloterdijk, Habermas e "anti-intellettuli company"@ copyright permetttendo, stia lavorando in quella direzione, forse errando certo , lo sa anche lui, ma la direzione è corretta, penso che chieda aiuto in questo)



Bene spero di essere stato sufficientemente oscuro e delirante. (come da richiesta  ;) )


Quello che voglio dire è che la felicità non è una questione numerica, quantitativa, è un orizzonte di senso.


Certamente il filosofo fa bene a nascondersi e a proteggersi, ma rinuncia in fin dei conti ad essere quello che DEVE essere. Ossia apertura al discorso. Non chiusura come volevano Aristotele e Platone.


Certo per loro chiusura riaprentesi, ma su quel -si, avrei molto obiezioni concrete da fare.


Nel senso che l'apertura ricade sugli altri PER ESEMPIO???? SUGLI SCHIAVI PER ESEMPIO??????


Sono sbigottito dal numero di citazioni che ricevono i 2 ..... Ma non è proprio dalla loro metafisica che CI DOBBIAMO anzitutto GUARDARE???? ma il baffo che è passato a fare????
#2499
Citazione di: davintro il 10 Dicembre 2017, 18:23:57 PM
considero la solitudine come condizione fondamentale di ogni filosofare, inteso come momento in cui l'Io, appurato come l'esperienza esteriore si riveli insufficiente a risolvere dei problemi teoretici fondamentali come l'individuazione dei princìpi fondamentali dell'essere, del mondo, delle condizioni necessarie, cioè trascendentali della conoscenza, operi una sorta di "conversione" sguardo dall'esterno all'interno, considerando l'interiorità, la coscienza come l'ambito dal quale partire per cogliere le verità fondamental....e. Solo nell'individuazione del compito della filosofia come scoperta razionale dei princìpi primi fondamentali del pensiero, della conoscenza, dell'essere si riapre l'interesse a porre l'interiorità (e la solitudine) come luogo decisivo e punto di partenza di un sapere rigoroso.


Questo modo di intendere la filosofia è completamente imbalsamato.
Quando parli con una persona, quando vieni aggredito, minacciato, hai bisogno di una individuazione teoretica dei principi di verità?????

Mi sembra invece che questo modo di procedere analitico, sebbene di matrice fenomelogica, abbia gli stessi difetti della terribile filosofia analitica americana: sono sintomi della morte della filosofia.
#2500
Grazie JsebastianB.

Non lo sospettavo. Mi ha sorpreso che sia così.

:o


Lo terrò a mente e ne farò tesoro, cosa ne pensi di Brown? ci ha fatto su un librone, che mi attira molto.
#2501
"Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita."

Grazie Angelo, gran lavoro!!!

Che dire, sono stordito dalla difficoltà ermeneutica! Però mi sembra che la proposta, che l'albero del bene e del male e l'albero della vita siano lo stessa cosa, tiene.

Questa ipotesi di ritorno io non l'avevo MAI sentita, eppure mi sembra uno dei momenti più incredibili e nodali.

Credo di capire molto meglio ora come concili il pensiero debole con la fede.

Un Dio in progress. Un Dio che diventa un padre migliore, gradino dopo gradino nella storia.

Devo dire che trovo la tua lettura molto originale, ed effettivamente tiene.

L'unico appunto è che anche la tua è una versione psicologista, e per questo non del tutto neutrale, anche se chiaramente onesta.

Io mi sento portato per una ermeneutica simbolica comunque.

Le mie prime impressioni....Terra - Mancanza d'Acqua - Cespuglio - Specchio - Soffio - Fuoco - Serpente - Eva - Cultura - Terrore

ADAMO il SOGGETTO, il SUB-EIECTUS, l'espulso dalla TERRA e dalla VITA.

il DIO ATTERRENTE- ANNICHILENTE.


Sono un pò stanco, ma non ricordo la parola peccato....in effetti si tratta della formazione di una relazione, e del suo ambiente.

Anche se quel CHE HAI FATTO?! mi è rimasto in testa, e ronza intorno.

Quando il bambino piange il padre fa di tutto per consolarlo...qui invece....non so se torna molto questo tentativo di parallelo.[/justify]
#2502
Citazione di: Kobayashi il 10 Dicembre 2017, 09:33:01 AM
A green demetr che scrive "bisogna ripartire da Cartesio" rispondo: cioè dovremmo tornare al razionalismo del Seicento e di nuovo a persuaderci che la nostra ragione, pura, limpida, se ben condotta da un metodo ci può portare alla costruzione di nuovi sistemi metafisici?
Ma se tutta la filosofia da Nietzsche in poi non è stata altro che lo smantellamento di queste convinzioni!
E poi se la questione è: di fronte alla crisi spirituale ed esistenziale dei nostri tempi, quale può essere il ruolo della filosofia? La risposta non può essere un ritorno a uno di quei fondamenti – un certo tipo di razionalità di cui Cartesio è fondatore e simbolo – ormai superati.
Mentre riproporre alcune tecniche della saggezza antica, per esempio, è altra cosa perché significa ritornare a un modo di vivere la filosofia prima che diventasse un sistema di conoscenza di verità ultime.

Ma il punto è che anche la condizione di chi resiste alla tentazione della metafisica, nelle sue diverse forme, non può essere sopportata a lungo... Siamo un po' tutti stanchi di sguazzare nelle fragili prospettive della post-modernità.
Il lavoro di Sloterdijk è il prodotto di questa situazione limite.
Ma non stiamo ricercando melanconicamente delle certezze. Questo aspetto, la presunta esigenza di un assoluto, di qualcosa di stabile, è, secondo me, profondamente sopravvalutato.
La crisi attuale non è il sintomo della perdita di Dio nelle sue diverse forme.
Gli europei non sono depressi perché non riescono a elaborare un lutto. Sono in realtà catatonici perché non possono convincersi che quella che stanno sperimentando sia vera vita, e così come gli insetti d'inverno, riducono il proprio metabolismo quasi allo zero...

Forse  quello che manca davvero all'europeo è la capacità di immaginare di poter uscire da questa immobilità e sperimentare qualche grande avventura (avventura nel senso indicato da Vittorio Mathieu di "cose che vengono a noi dal futuro, ma non senza che noi, di nostra iniziativa, ci muoviamo"; "l'incontro di eventi dipende da un nostro muoverci nello spazio"; "se noi non ci muovessimo non avremmo un futuro, fausto o infausto che sia, mentre il nostro spostarci ci fa incontrare le adventura").

Si grazie dell'input ci pensavo proprio oggi passeggiando.

Certamente per uscire dal nostro inverno spirituale, comunitario, o come vogliamo chiamarlo, serve il movimento.

Penso che sia una cosa umana, andare incontro agli altri.

Quello che mi blocca sempre di più, è che invece che trovare una situazione di conforto, e cioè di resistenza, un movimento che tende alla felicità,trovo invece sempre e puntualmente rabbia e livore.
Partigianeria in fin dei conti.

Di fronte a questa ondata di risentimento non mi rimane che chiudermi nelle mie stanze.

L'anomia della città è questa in fin dei conti.

Aprire le porte all'altro è sempre come aprire un ricettacolo di negatività e dolore.
Sempre.

Certamente le tecnica filosofica, aiutandoci a capire del perchè di questo processo, ci aiuta ad accettarlo.

Ma dall'accettazione al movimento successivo il compito si fa grave. Impervio.

Si dice che la storia sia finita con Hegel. Perchè ne descriveva il suo funzionamento con precisione crudele.

Al problema drammatico del cambiamento del soggetto, e cioè al suo mettersi in discussione, al mettersi in prima linea, la storia ha risposto con la distruzione di Nagasaki e Hiroshima.

Il problema si è spostasto ancora di più. Fino ai dibattiti sull'ecologismo contemporanei.

Ossia alla autodistruzione del pianeta.

Non credo in queste cose, non perchè fisicamente non siano possibili, ma perchè è sempre un problema di cosa ci si racconta. Di dove ci schieriamo politicamente.
E' sempre un problema di rabbia e livore. Un maledetto cerchio, un stato ipnotico che rinchiude tutti.

Ed è un sintomo caro amico.

Tu dici che il problema della morte di Dio sia sopravalutato.

Non credo, perchè la morte di Dio è innanzitutto la messa in discussione del soggetto.

Come ci ha insegnato Lacan il reale nell'uomo è il suo immaginario.

Ma cosa succede quando questo immaginario va in frantumi?

La letargia nostra è proprio questa incapacità di rinsaldare il soggetto.

Nel razionalismo modernista, il soggetto viene per la prima volta imposto, e sopravalutato, fino al delirio dell'uomo macchina.

Cartesio serve a farci capire come si costruisce un soggetto.

Il novecento ha passato tutto il suo tempo a decostruire quel soggetto e i suoi deliri.

Per ritrovarsi in un movimento di ritorno in cui il soggetto non solo è tornato, ma si è anche imbarbarito.

Per come la vedo, la società sta iniziando a divorarsi da sè.

Perchè un soggetto per relazionarsi ad un altro, o ha la capacità di ospitarlo, o lo comprende in un orizzonte che li contine entrambi, o lo elimina.

Credo che fondamentalmente la questione sia quella.

Trovare un modo di ospitare l'altro, senza la mediazione di orizzonti contenitore, che si sono rivelati solo uno specchio perchè l'eliminazione fosse perpetrata comunque.

Il punto è come ospitare, senza farsi divorare.

E' per questo che l'etica della distanza diventa un passo sine-qua non.

Ma da lì in poi,

Mancano tutte le descrizioni, i riferimenti e via dicendo.

Qualcosa lo troviamo solo nel mito, quindi fuori dalla filosofia.

Cioè le domande proibite: perchè uno deve ospitare, e perchè uno deve divorare???

E' per questo che l'etica della distanza diventa un passo sine-qua non.

A mio parere è la questione della trasformazione personale.

Fino ad oggi solo chiacchere come amaramente chiosa Inverno. (mai nickname fu pià profetico)
#2503
Se te lo chiedo...vuol dire che mi interessa!

Se vuoi ne parliamo nel tuo forum.  ;) 

Così magari mi obblighi anche a iniziare la lettura.  ;) 

mandami messaggio privato nel caso ciao!

Poi per carità, capisco che la cosa sarebbe impegnativa.
#2504
Citazione di: Dubbioso il 02 Dicembre 2017, 10:26:44 AM
Dio non poteva perdonare l'uomo e riammetterlo a vivere con Lui nel Paradiso terrestre? Insomma Dio ha dovuto sacrificare se stesso a se stesso per ottenere il perdono da se stesso.    

Dio e' onnipotente percio' poteva cancellare il peccato dell'uomo con uno schiocco di dita,  perché ha dovuto sacrificare se stesso.

Forse per dimostrare il suo amore per noi?  Ma che sacrificio e' ?  Dio/ Gesu' e' immortale dunque non e' un gran sacrificio, infatti  Gesu' sapeva che sarebbe risorto. ( Inoltre la morte,  il male e il dolore sono rimasti nel mondo,  anche dopo il sacrificio di Gesu' )

Mi sembra tutto cosi contorto Dio onnipotente e onnisciente poteva perdonarci e basta senza questo pseudo sacrificio.

Non credo si possa leggere così un testo sapienziale come la Bibbia.

Come una storiella, come una favola esopiana.

Che cosa è il paradiso terrestre?? Cosa intendono gli ebrei per paradiso terrestre???
Quale è il contesto? quale è lo scopo? quale è lo stile? quale è la narrativa?

Lunga è la strada alla saggezza cara Dubbioso.

Credo che invece la crocefissione sia uno dei simboli più ricchi, saturi della storia del pensiero.

Sono basito da come la si sia liquidata in questa sede.

jsebastianB, bentornato!  :D

Mi sembra di capire che tu il libro di Giona, lo critichi.

Eppure Joseph Roth, ci ha tratto uno dei romanzi più intensi e potenti che io abbia mai letto.

Non sarà che nel Giobbe si nasconda fra le pieghe il vero messaggio esoterico del mondo ebraico?

Io lo penso.

Anzi vi è tutta una tematica filosofica, perchè l'accettazione del mondo invece che la sua trasformazione, deve sempre essere in nome di Dio.
La nominazione, è dunque sempre la stessa, che sia il tempo bello o brutto, egli ne decide.

Anzi ne va della salvezza, come ne vale la salvezza nel libro, che ciò che è male si rivela essere come bene, solo quando si è accettato che il male è ciò che il bene (Dio) vuole.
Inutile dire che anche Nietzche questo lo intese molto bene (salvezza esclusa ovvio).

Ovviamente i cristiani non ci hanno capito niente. caro jsebach  ;)

Il punto è che ciò che sembra essere male. E' comunque bene.

Non credere che ciò che sia male sia bene, è esattamente il peccato originale.
Caro Dubbioso, forza che ce la fai!

#2505
L'albero della vita, diventa l'albero del bene e del male.

Angelo non capisco cosa ci sia di tendenzioso in questa lettura? 

Infatti la libertà nasce proprio dalla conoscenza di cosa fosse la vita, e si tratta di accettarla o di rifutarla.
(In questo mi sono molto trovato in quanto detto da Kobayashi, anche se la Bibbia devo ancora leggerla  :-[)

Negli antichi era così forte, che per i noti processi di proiezione, si trovavano costantemente in lotta fisica con i Demoni.

Ma non lo fu anche Gesù?

Mi lasci interdetto....quale sarebbe la giusta lettura? critica verso Dio????? In che senso???

Sono molto curioso.