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Messaggi - viator

#2506
Salve Mariano. Beh, dal fondo della mia ignoranza un poema è un componimento di un certo respiro (storico, mitico, sentimentale) espresso in linguaggio poetico, cioè in un linguaggio che abbia una propria cadenza, struttura, armonia a sfondo musicale.
#2507
Attualità / Re:Salvini, che Dio lo benedica
28 Agosto 2019, 22:02:14 PM
Salve leibnicht1 - io su questa prospettiva mi sono in passato già espresso con accenti diversi ma di significato perfettamente coincidente. Saluti e reciproci auguri.
#2508
Tempo fa venni fermato da una coppia di Testimoni di Geova. Conoscevo già il modo educato e discreto con cui costoro cercano di procurarsi nuovi adepti o comunque di diffondere il proprio Credo per le strade.

Mi chiesero se conoscevo la Bibbia e cosa ne pensassi eventualmente.

Risposi di conoscere l'esistenza della Bibbia ma di non averla mai aperta.

Garbatamente mi fu chiesto se non avessi la curiosità di conoscere la parola di Dio così come ci è stata tramandata e se la mia vita non avrebbe potuto trarne vantaggio.

Sorrisi, facendo con la mano un debole cenno quasi a voler allontanare da me un simile argomento.

"Signori, io la volontà di Dio – anche se forse non stiamo parlando dello stesso personaggio – la cerco nella Natura, non nei testi scritti dai miei simili!", replicai.

Mi venne fatto osservare che la Bibbia era stata certamente scritta su ispirazione divina.

Ribattei che nessuno aveva certo udito Dio testimoniarlo.

Infine mi venne detto che la Natura era comunque creazione divina.

Le mie ultime parole furono "Certo, infatti le sue intenzioni stanno proprio scritte lì entro, visto anche che egli tace o parla con voce talmente flebile da venir sovrastata dal frastuono delle voci dei suoi troppo numerosi interpreti......................."

Ora io vi chiedo : per raggiungere saldezza e certezza nella fede, ..........secondo voi il credente od il dubitante-agnostico fanno meglio a meditare e contemplare in solitudine o a leggere od ascoltare quanto altri scrivono o dicono ?. Saluti.
#2509
Salve Eutidemo. Molto bene sia nella forma che nella sostanza. Sei praticamente l'unico che non si fa scrupoli (o riesce ?) ad esprimere ogni tanto della sana ironia. Saluti.
#2510
Salve Mariano. Io devo proprio essere un essere (ripetizione voluta) infernale se mi infilo a dissacrare anche un argomento dato per poetico.
 Mi (ci) parli di poesia, di poema..............e poi sottoponi un garbato testo altrui (per carità, non conosco e non giudico l'autore) perfettamente in prosa.

Vabbè che abbiamo conosciuto tempi in cui l'arte veniva pure inscatolata in forma organica, ma spacciar per poesia la lamentazione esistenziale di un letterato di evidente cattivo umore....... !

Ma c'è qualcuno che sappia spiegarmi come si distingue la poesia dalla prosa ??.

Ora perdona il mio sfogo, caro Mariano. In realtà oggi sono di cattivo umore. Saluti.
#2511
Salve. A fronte delle colossali tematiche sollevate dalla evoluzione socio-cultural-demografica del genere umano, riflettendo sulle loro conseguenze biologiche e psichiche a livello invece individuale, mi son trovato a concludere che l'intera umanità è tutto sommato stratificabile (ovviamente in termini generalissimi ed approssimativi) all'interno di tre classi o categorie esistenziali le quali corrispondono (anzi, sono addirittura generate da-) a delle analoghe classi storico-sociali ben note.

Le tre categorie esistenziali corrisponderebbero alle diverse e progressive condizioni di "soddisfazione" (intesa soprattutto come avvenuta realizzazione di certi requisiti) che circondano gli appartenenti a tali "classi".

Abbiamo così la classe-categoria di coloro che hanno vissuto o vivono dovendo affrontare quotidianamente i problemi relativi alla pura SOPRAVVIVENZA.
La condizione della sopravvivenza indica lo stato al cui interno si deve deve essere pronti anche ad affrontare sofferenza fisica e fatica estreme per evitare la morte.
Sociologicamente e storicamente costoro sono i "PRIMITIVI" (coloro che vivono fuori di ogni società od ai gradini più bassi delle società tradizionali).

Le moderne società capitalistiche hanno introdotto una qualche mitigazione di tale condizione estrema ed animalesca, sostituendo la sopravvivenza con il concetto economico-mercatistico di SUSSISTENZA, al quale corrisponde l'attuale condizione esistenziale e classe sociale detta "PROLETARIATO".


La seconda classe-categoria sarebbe quella includente coloro che hanno superato la condizione di bieca necessità di sopravvivenza o sussistenza (cioè che possono assolvere "automaticamente", facilmente, sicuramente, i bisogni fisiologici, le occasioni di eccessive fatiche e pericoli, le necessità connesse al mantenimento della loro condizione sociale).
Cioè quella di chi vive in condizione di BENESSERE (ricordarsi che stiamo parlando di condizioni sociomateriali, anche se esse avranno sempre influenza psichica sul soggetto coinvolto).
Il concetto di benessere si realizza quindi all'interno di un soddisfacente equilibrio che ci pone al di sopra ed al di fuori dei bisogni e necessità, permettendo non solo il loro sicuro e costante adempimento, ma anche il godimento della consapevolezza di poterli adempiere, sotto forma di sicurezza psicosociale la quale ultima, quando si estende ad una frangia sufficientemente estesa di popolazione, genererà la classe-categoria sociale nota come "BORGHESIA".

Infine, spostandoci a livelli socioesistenziali ai quali sia i bisogni che le necessità che il benessere risultano "superati" perchè adempiuti o acquisiti, avremo la classe-categoria di chi può dedicarsi ampiamente se non principalmente a ciò che è oltre di essi, quindi alle FACOLTA'. Le facoltà, notoriamente, sono l'infinito insieme di tutto ciò che qualcuno può fare avendone l'intenzione ed i mezzi, e che comunque egli può anche astenersi dal fare senza subirne alcuna penalizzazione.
Ora, quale classe-categoria sociale sarebbe quella costituita da coloro che possono dedicarsi soprattutto alle facoltà (che in termini correnti possono anche venir chiamate piaceri, vizi, hobbies, interessi intellettuali od artistici etc. etc.) ?.
Semplicemente dovremmo chiamarla classe della LICENZA e chi la compone "i LIBERI", dal momento che ciò che li accomuna è soltanto la mancanza di costrizioni nel loro fare. La categoria quindi potrà includere ricchi redditieri, parassiti, capitalisti di successo, artisti, intellettuali e numerose altre sottocategorie).

A questo punto direte : Vabbè, ci hai descritto in modo abbastanza contorto e cerebrale la composizione delle società umane, aspetto per nulla originale ed arcinoto. A questo punto cosa dovremmo imparare ?.

Sapete, quanto sopra l'ho scritto per poter far risaltare una certa analogia.

A me è sembrato di notare che la natura abbia generato l'uomo e poi le sue strutture psicologiche e quindi sociali (che l'uomo pensa di aver evoluto da sè (bum!)) nello stesso identico modo in cui essa ha prodotto i meccanismi della......riproduzione.
Attraverso la sequenza bisogni-necessità-facoltà.

La riproduzione individuale rappresenta un bisogno della vita nel suo insieme.
La sopravvivenza individuale rappresenta un bisogno della società nel suo insieme.
A natura e società non interessa che il singolo individuo si riproduca o sopravviva.
Quindi si tratta di bisogno da assolvere collettivamente, non importa a cura di chi.


La riproduzione, per svolgersi, richiede il benessere (la salute) degli organismi che devono riprodursi.
Il benessere (socioeconomico) dei suoi membri rappresenta lo scopo dell'esistenza di qualsiasi società.
Sia natura che società abbisognano del benessere (anche se diversamente inteso) dei loro membri per raggiungere i propri scopi, perciò il benessere rappresenta la necessità.


Infine, trasferendoci a livello completamente umano, la riproduzione (divenuta nel frattempo sesso augurabilmente consapevole) diventa una facoltà RIGOROSAMENTE INDIVIDUALE, per cui per il singolo non fa più parte delle costrizioni.
Quindi avremo che la riproduzione:


  • è un bisogno a livello biologico, collettivo umano (sociale) e che come tale viene affrontato e adempiuto soprattutto ai livelli sociali più bassi;
  • è sia un bisogno che una facoltà (oppure nessuna delle due) (quindi, complessivamente, la chiameremo una necessità) a livello individuale umano in quanto l'adempierla o meno viene lasciata alla discrezione del singolo. Socialmente infatti saranno le classi intermedie quelle che maggiormente speculano sulla convenienza o meno di maggiori o minori dimensioni di una famiglia "progettuale".

È una facoltà "completa" solo per coloro che possono tutto sommato trascurare le conseguenze pratiche della fertilità o accantonarne in partenza gli effetti, comportamenti questi maggiormente diffusi presso le classi "evolute" od abbienti.


La vita è la società necessitano dei bisogni per esistere. Essi sono che esista la riproduzione (per la vita) e che esista la molteplicità (dei suoi membri, per la società).


La vita e la società abbisognano delle necessità per esistere producendo i loro scopi. Esse sono il fatto che qualcuno si riproduca (per la vita) e che il benessere regni per quanti più possibile (per la società).


La vita e la società abbisognano delle necessità per esistere producendo i loro scopi i quali sono la diffusione universale e sempre VARIEGATA della vita e la diffusione universale ma sempre VARIEGATA (mai egualitaria) del benessere.


Si rifletta un poco sul fatto che l'uomo abbia o meno la possibilità di crearsi un mondo diverso, nei suoi indirizzi essenziali, da quelli che hanno fatto l'uomo e le sue costruzioni sociali. Saluti.
#2512
Salve Bailham. Sono sicuro che se tu ci avessi riflettuto un poco ci saresti arrivato da solo.
Il GODIMENTO del diritto di voto.......secondo te è materiale ??.
Il GODIMENTO della persona gretta ed invidiosa nel sapere delle sfortune capitate ad altri......è materiale ??.
L'argomento della distinzione tra GODIMENTO e PIACERE sarebbe stuzzicante. Chissà.....................! Saluti.
#2513
Salve Baylham. Dal momento che stiamo parlando di godimento-piacere materiale. mi sembra ovvio che la ricerca, coltivazione, dedizione ad esso richieda di trascurare almeno in parte i bisogni degli altri (questa sarebbe la discriminazione) e che possa anche consistere nella concorrenza con essi per impadronirsi delle fonti di godimento-piacere disponibili. Saluti.
#2514
Salve Baylham. Appunto. E la ricerca del godimento-piacere è comportamento assai concorrenziale e discriminatorio, ma dobbiamo prendere atto che moltissimi lo apprezzano. Occorrerebbe instaurare un regime antidemocratico che impedisca a tale maggioranza di comportarsi in questo modo. Saluti.
#2515
Salve Ipazia. Quando io porto esempi, faccio ipotesi, cito slogan non da me creati o magari anche ne creo di miei, non significa certo che io mi identifichi con- o condivida ciò che porto. Ciò accade invece per molti altri che risultano incapaci di astrarre dalle proprie convinzioni.
A me non interessa mostrarle (le mie convinzioni - magari sono talmente confuso da non averne !) o dimostrare che esse sono più fondate, migliori, positive od umane di quelle altrui.
A me piace sottoporre motivi di riflessione.

Circa poi l'inciso : "ai fattori produci - sostanza dell'accumulazione - e consuma - veicolo che la fa circolare permettendo il rinnovarsi del ciclo di accumulazione", esso rappresenta solamente una delle interpretazioni del ciclo produci-consuma, quella più estremistica anche se - nei fatti - aderente all'attuale comportamento umano.

Infatti io stesso ho - nell'esordire in questa tematica - previsto sue interpretazioni assai più innocue, minimali, efficienti.
Ad esempio, "PRODUCI SOLO CIO' CHE NATURA POTRA' RIGENERARE E CONSUMA SOLO CIO' CHE A TE POTRA' BASTARE". Saluti.
#2516
Salve Ipazia. Sì, va bene, hai ragione.................... colposamente (o forse addirittura dolosamente) mi sono limitato a citare i cardini dell'attuale meccanismo globalizzatorio a base liberistic-capital-atlantistic-imperialistica, trascurando di trattare di ciò che a te sta a cuore, cioè i suoi disastrosi, nefasti, iniqui, disumani, catastrofici ed immorali effetti. Perdonami. Cordialmente.
#2517
Salve Kobayashi. A proposito di "Il sistema non rimane in piedi perché siamo costretti a riconoscere che è in grado di soddisfare i nostri bisogni e che quindi non è poi così male."..........

........... io ho semplicemente affermato che il sistema citato secondo mè è (pur nella sua disastrosa prospettiva) migliore di altri che l'hanno preceduto e che ho succintamente elencato. Che poi i nostri "bisogni" risultino distorti da altri o da noi stessi.....questo è affare diverso.

Il sistema rimane in piedi in nome del principio "chi si ferma è perduto" il quale era pricipio debole finchè agiva su scala locale, al cui interno si potevano incontrare punti e situazioni di equilibrio. (i clienti del sistema non avevano - ad esempio - interesse a veder sparire la bottega di paese o l'industria di circondario, dal momento che sarebbero rimasti senza approvvigionamenti facilmente raggiungibili).

La globalizzazione, dilatando e facilitando enormemente gli spostamenti e la comunicazione informativa-promozionale, ha generato il cosiddetto "mercato globale" in cui sono le dimensioni aziendali a fare premio sul resto.

Perciò le dimensioni e la dinamicità aziendale diventano le quasi uniche armi che permettono la sopravvivenza e l'espansione. Saluti.
#2518
Salve. Tempo fa ebbi modo di commentare ad Ipazia il noto "manifesto" del consumismo consistente nello slogan postsessantottesco "NASCI, PRODUCI, CONSUMA, CREPA".
Riflettevo quindi : ma un simile proclama rappresenta una censura per gli attuali trionfi liberistico-capitalistici oppure una celebrazione dell'avvenuta liberazione dell'umanità dalla schiavitù del bisogno ?


Eh, sì, miei cari, perchè la chiave di lettura di un simile slogan è certamente (almeno) doppia.


Pensate se ad un nostro "simile" di cinquantamila anni fa fosse stato detto di pazientare poichè un giorno – invece di vivere pericolosamente alla giornata – avrebbe potuto produrre e poi godere (in parte), senza fatiche sfibranti e con rischio moderato, tutto quello che un normale proletario oggi produce.


Prima di giudicare nel modo da me qui sopra illustrato, facciamo un rapido viaggio tra gli "slogan" che descrivevano in passato le diverse ed appunto trascorse condizioni e percorsi esistenziali:

Si comincia dalla condizione animale e protoumana :
"NASCI, SOPRAVVIVI, RIPRODUCITI E CREPA".
Si passa poi alla prima socialità :
"NASCI, ORGANIZZATI, RIPRODUCITI E CREPA".
Arrivando poi allo stadio della prima organizzazione produttiva :
NASCI, ORGANIZZATI, PRODUCI E CONSUMA SOLO CIO' CHE TI SERVE, RIPRODUCITI E CREPA".
Si prosegue con l'apparizione del Potere strutturato :
"NASCI, RISPETTA L'AUTORITA', PRODUCI MOLTO, CONSUMA IL MINIMO, RIPRODUCITI, CREPA".
Collateralmente, con la stratificazione delle classi sociali, venne creato uno slogan specifico per i credenti (i quali sono sempre stati dei privilegiati):
"NASCI, CREDI, PREGA, OBBEDISCI, PENTITI, GODITI LA VITA ETERNA".
Siamo più o meno all'attualità con il noto (ripeto integrando) :
"NASCI, PRODUCI, CONSUMA, FAI SESSO CON IL CONDOM. CREPA".


Quest'ultimo ed attuale slogan cosa rappresenta allora per Voi ? Un perfezionamento dei precedenti ? Una utopia finalmente concretizzatasi ? Il trionfo del materialismo ? Una premonizione circa il prossimo crollo dei veri valori ? L'annuncio di un futuro semplicemente formichesco ?


A quale diverso slogan voi augurereste successo ? Saluti.
#2519
Salve Paul11. Perchè, scusa ? Prima di Cristo nessuno riusciva a sviluppare concetti ed ipotesi circa il divino ?
#2520
Tematiche Filosofiche / Re:Immortalità
22 Agosto 2019, 21:52:34 PM
Salve bobmax. CitandoMI : "Che ne è dell'informazione notificante che alcuni in quel luogo cacciassero un tempo dei bisonti ? Se fu vero, resta vero. Se fu falso, resta falso."


Ehm....avresti ragione se il vero od il falso riguardassero l'informazione.

Io intendevo VERO o FALSO il fatto, l'evento, la circostanza della caccia, non l'informazione in sè intesa come NOTIFICA (cioè conferma di una notizia) di quanto era accaduto in quel tal posto (la caccia).

E' stata comunque in parte anche colpa mia poichè sono spesso troppo "stringato". Saluti.