Secondo me può essere anche interessante (e, spero, non off topic) coniugare l'inciso di Freedom (la libertà d'espressione come "cavallo di battaglia del web") con quanto osservato da davintro sull'impedire di parlare come "passare dalla parte del torto": la comunicazione di massa e la propaganda, quanto richiedono ancora la parola viva, nelle piazze e nelle strade (magari "sotto sorveglianza")?
Impedire l'espressione "live", nell'epoca dei social e dei media tenuti in tasca, non è un gesto ormai anacronistico di opposizione non-violenta, e di limitata efficacia?
Sebbene nei forum viga la figura di controllo del "moderatore" (massimo rispetto!), nel web in genere la libertà d'espressione regna tendenzialmente sovrana (tranne, se non erro, quando sconfina nell'illegalità, ma in tal caso credo non si tratti più esclusivamente di opinione espressa): tale "facilità d'opinione" (in tutti i sensi) è da intendere come successo per lo spirito democratico, al punto da rendere desueto l'auspicio di fondo della citazione di E.B. Hall, oppure ne è principalmente un effetto collaterale degenerativo (che produce perlopiù ridondanza semantica e vanitoso babelico chiacchiericcio)? O, per dirla in modo politicamente corretto, entrambi?
La libertà d'opinione mediatica, che ha portato al pullulare smodato di opinionisti, non sempre improvvisati o banali (che "pubblicano", "condividono",etc.) quanto è socialmente proficua e quanto è ronzio comunicativo che aliena l'homo comunicans?
Si risolve tutto nella paziente selettività di ciascun "navigatore"?
P.s. Lo so, c'è della sottile (auto)ironia nel porre queste domande in un forum...
Impedire l'espressione "live", nell'epoca dei social e dei media tenuti in tasca, non è un gesto ormai anacronistico di opposizione non-violenta, e di limitata efficacia?
Sebbene nei forum viga la figura di controllo del "moderatore" (massimo rispetto!), nel web in genere la libertà d'espressione regna tendenzialmente sovrana (tranne, se non erro, quando sconfina nell'illegalità, ma in tal caso credo non si tratti più esclusivamente di opinione espressa): tale "facilità d'opinione" (in tutti i sensi) è da intendere come successo per lo spirito democratico, al punto da rendere desueto l'auspicio di fondo della citazione di E.B. Hall, oppure ne è principalmente un effetto collaterale degenerativo (che produce perlopiù ridondanza semantica e vanitoso babelico chiacchiericcio)? O, per dirla in modo politicamente corretto, entrambi?
La libertà d'opinione mediatica, che ha portato al pullulare smodato di opinionisti, non sempre improvvisati o banali (che "pubblicano", "condividono",etc.) quanto è socialmente proficua e quanto è ronzio comunicativo che aliena l'homo comunicans?
Si risolve tutto nella paziente selettività di ciascun "navigatore"?
P.s. Lo so, c'è della sottile (auto)ironia nel porre queste domande in un forum...

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