Citazione di: Jacopus il 10 Aprile 2022, 16:09:38 PMCitazioneSe l' evoluzione dell universo è un normale processo fisico regolato dalle leggi natarali perchè la vita non dovrebbe essere il risultato di processi fisici altrettanto normali e naturali senza metterci quel qualcosa in più ?Alberto. Intanto ti ringrazio per la tua spiegazione dei processi di riproduzione cellulare nel topic "codice genetico e codice cosmico". Sei stato molto più chiaro, nei tuoi primi due interventi, di molti "libroni" sull'argomento.
Qui però sono d'accordo con Ipazia e prima di lei, con Newton. Si possono fare tante congetture, ma sia nel mondo fisico che in quello biologico, dobbiamo necessariamente accreditare come "relativamente" vere, solo ciò di cui abbiamo le prove. Quindi se il big-bang è stato sufficientemente provato (https://it.wikipedia.org/wiki/Radiazione_cosmica_di_fondo), e se la teoria evoluzionistica è stata ampiamente provata, da ultimo proprio dalla genetica, cosa è accaduto prima e perchè non lo sappiamo ancora. Se vi sono dei big-bang ripetuti nel tempo, se ogni buco nero racchiude un universo infinito, se siamo il frutto della teoria inflazionistica, sono tutte ipotesi, su cui bisogna lavorare, ma sono ipotesi. Allo stesso modo credo che siano ipotesi quelle che fanno risalire la vita ad un processo di autorganizzazione che procede dall'inorganico all'organico. Anche se sono ipotesi molto interessanti, hanno ancora il rango di ipotesi. A partire da questa premessa, ben venga ogni ragionamento in proposito.
In realtà, non mi stancherò mai di ripetere, che mentre il big bang come se lo immaginano i più, cioè come un
oggetto puntiforme e come un inizio del tempo è qualcosa di illogico, ovvero che va contro il logos (niente è puntiforme, e niente è davvero inizio del tempo) la nascita "casuale" della vita (cioè la vita come risultato di un movimento di auto-organizzazione dall'inorganico all'organico, dunque l'abiogenesi), non ha niente di illogico.
L'abiogenesi è solo un'ipotesi che se la gioca alla pari con il progetto intelligente, della vita da parte di un qualche architetto o Dio, se non un'ipotesi migliore.
Io tra le due ipotesi quindi, ci vedo una bella differenza.
Certo il big bang è uno stato caldo e denso dell'universo, ma presentato così non interesserebbe i filosofi, che sono sempre alla ricerca di una causa prima. Voglio dire che è il big bang come causa prima dell'universo, ad essere qui sotto accusa presso il tribunale del logos, non il big bang come stato caldo e denso iniziale, che ha appunto, esso sì per davvero, ricevuto numerose conferme scientifiche.
L'improbabilità stessa della vita testimonia la probabile presenza di universi multipli, o quantomeno di un universo esistente molto più grande di quello effettivamente osservabile e osservato, perché il tempo di vita dell'universo osservabile non è sufficiente, per quello che ne sappiamo finora, a generare casualmente la vita a partire dalle interazioni, appunto casuali, tra i suoi componenti.
Comunque la vita è una struttura dissipativa, cioè è un qualcosa che, anche complessivamente, e non solo singolarmente, intercetta l'ordine generando fuori da essa disordine; quindi, se proprio non vogliamo, come io qui suggerisco, vedere la vita come un qualcosa che nasce per caso da un sorteggio avvenuto in una molteplicità di universi diversi e non in un universo solo, o in un universo grandissimo e non solo nell'esigua "pallina" dell'universo osservabile, dovremo vederla quantomeno come un'aggregazione, in astratto, di tutte le probabilità della sua nascita singolarmente inferiori a una probabilità ragionevole, ad opera molto probabilmente di una selezione darwiniana operante sui suoi stessi componenti pre-biotici.
Insomma la selezione può operare su ogni oggetto anche molto raramente e fortunosamente autoreplicante meno complesso di un vivente, favorendone l'essenza autoreplicante in sintonia con i mutamenti dell'ambiente o a pari condizioni ad ambiente immutato. E come ci possono essere pre-viventi selezionati da un'evoluzione darwiniana, ci possono essere pre-ecosistemi che vengono ad instaurarsi tra questi pre-viventi, cioè la condizione di auto-replicabilità può derivare da una sovrapposizione, o contenimento, tra oggetti. E comunque, data l'impossibilità di una cellula di colonizzare la terra, con ogni probabilità la vita deve nascere già moltitudinaria, già in forma di moltitudine di viventi, quindi non come un qualcosa da pensarsi come proprietà straordinarie di un singolo oggetto, ma come serie di proprietà diffuse in più oggetti, che evolvono insieme e mostrano la confluenza in un destino comune prima ancora di essere propriamente viventi.