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Messaggi - Eutidemo

#2506
Ciao Atomista. :)
L'esito del referendum e' scontato in quanto il territorio è occupato dalle forze militari russe; per cui il risultato non può che essere a favore dell'annessione alla Russia.
E' senz'altro possibile, come tu dici, che quelle popolazioni, nella loro maggioranza, potrebbero davvero desiderare di essere russe; ma, per poterlo accertare veramente, il territorio dovrebbe essere sgombrato dalle truppe russe ed ucraine ed occupato dai caschi blu dell'ONU.
E le operazioni di voto dovrebbero effettuarsi sotto il controllo dellOSCE e degli altri enti internazionali addetti all'uopo.
***
Un saluto! :)
***
#2507
Ciao (Anti)Hystoricum.
Tu neghi le realtà palesi delle STORIA che ti ostini ottusamente a non voler vedere; ti sembra invece di vedere degli immaginari retroscena nascosti della "pseudostoria".
I quali, invece, sono solo parto della tua fantasia ideologica.
.
Ed infatti:
.
1)
Costituisce un macroscopico errore storico, il voler  confondere l'"Impero Russo", che aveva assoggettato (e tutt'ora tiene sottomesse) numerose "popolazioni non russe", con la "Russia" propriamente detta; sarebbe come voler confondere l'"Impero Britannico" che aveva assoggettato numerose "popolazioni non inglesi", con la l'"Inghilterra" propriamente detta.
Basta guardare una cartina geografica geopolitica per rendersene conto; per cui non capisco perchè tu voglia insistere nel ribadire il tuo macroscopico errore.
.
2)
Costituisce altresì un macroscopico errore storico, parlare del "golpe antiG come di una FARSA preparata ad hoc per  svolazzare il corvo bianco"; oltrettutto "svolazzare" è un "verbo intransitivo", per cui la tua affermazione è anche sgrammaticata.
Ed infatti:
- non si trattò affatto di un "golpe" farsa sponsorizzato dal cosiddetto OCCIDENTE;
- bensì di un "golpe" militare in grande stile "contro" il cosiddetto OCCIDENTE, così  come proclamato dagli stessi golpisti veterocomunisti e antioccidentali che lo tentarono.
Ed infatti furono i politici conservatori, i vertici del KGB e i militari a dare  inizio alle manovre di un colpo di stato, che era stato progettato:
- per conservare la dittatura sovietica e contrastare la democrazia;
- per evitare che le popolazioni "non russe" sottomesse con la forza all'"Impero Sovietico", riuscissero finalmente ad ottenere la libertà e l'indipendenza (vedi Estonia, Lituania, Lettonia ecc.);
- per evitare che le nazioni satelliti dell'"Impero Sovietico" rivendicassero la loro autonomia (vedi Polonia, Cecolslovacchia ecc.).
I carri armati usati per cercare di occupare militarmente Mosca, però, vennero letteralmente fermati da migliaia di persone scese in strada per bloccarli (altro che CIA); ci furono manifestazioni anche in molte  altre grandi città russe, che i golpisti non furono in grado di reprimere.
Eltsin, il 19 agosto, si riunì con i suoi collaboratori, e scrisse una dichiarazione per condannare il colpo di stato "anticostituzionale e reazionario" in cui invitava l'esercito a disertare e i cittadini a organizzarsi in uno sciopero generale; e tutti gli vennero dietro, civili e militari!
Per cui io ribadisco solo ciò che è storicamente comprovato:
- il golpe antiGorbaciov fu un evento interno e basta, fomentato dai militari e dai burocrati reazionari che volevano conservare l'"Impero Sovietico" (non preservare la "Nazione Russa", che è una cosa diversa);
-  Eltsin fu un leader democratico (anche commise indubbiamente molti errori).
Negare questo, è negare la storia; per cui non posso che limitarmi a ripeterlo "tel quel"!
"Gutta cavat lapidem!"
.
3)
Sei poi contraddittorio quando sostieni: che
- non  esiste nessun impero russo che assoggetta questo e quello Stato (come, invece, è documentato su qualsiasi libro di storia);
però esiste uno strano e astuto Imperatore che vorrebbe assoggettare tutto e tutti, sistema solare compreso (Putin).
Ed infatti non esiste un Imperatore senza un Impero.
Peraltro, se consulti un qualsiasi libro di storia, constaterai quanto segue:
a)
L'"impero" è una entità statuale che racchiude in sè varie entità nazionali e/o etniche, così come lo fu:
- l'impero romano;
- l'impero turco;
- l'impero austroungarico;
ecc.ecc.
e come ancora è, sia pure un po' depauperato delle sue originarie province:
- l'impero russo (anche se, molto pudicamente, "autodenominatosi" "federazione").
b)
La "nazione", invece, è una entità statuale che racchiude in sè una sola entità nazionale; e, al massimo, qualche minoranza etnica.
Come:
- l'Italia (dopo aver perduto completamente il suo impero)
- la Germania;
- la Danimarca;
- l'Olanda;
ecc.ecc.
.
***
Ma perchè dobbiamo stare a perdere tempo per discutere di cose tanto ovvie? :'(
***
.
4)
Passando dal profilo "istituzionale" a quello meramente "geopolitico", senza stare a distinguere tra "nazioni", "imperi", "unioni", "federazioni" (vere o finte) ecc. ecc., dici il vero quando affermi che esistono principalmente quattro "superpotenze" ecomiche, politiche e militari, sia pure diversamente strutturate.
USA
RUSSIA
CINA
EUROPA
Ma le interazioni tra tali superpotenze sono molto più complesse di come, molto semplicisticamente (ma non del tutto erroneamente) le descrivi tu.
***
Un saluto :)
***
#2508
AVVERTENZA
Il tema del presente TOPIC consiste soltanto nella interpretazione del "significato" della dichiarazione di Dmitry Peskov, in relazione ed in conseguenza dell'"annessione al territorio russo delle regioni in cui si sta combattendo"; ogni altra considerazione verrà considerata OFF TOPIC
#2509
Ciao Hystoricum. :)
Insisto nel dire che tu continui a confondere l'"Impero Russo", che aveva assoggettato (e tutt'ora tiene assoggettate) numerose "popolazioni non russe", con la "Russia" propriamente detta; sarebbe come voler confondere l'"Impero Britannico" che aveva assoggettato numerose "popolazioni non inglesi", con la l'"Inghilterra" propriamente detta.
Basta guardare una cartina geografica geopolitica per rendersene conto; per cui non capisco perchè tu voglia insistere nel ribadire il tuo macroscopico errore. :)
***
Quanto al fallito "golpe" militare del 18 agosto del 1991 contro Michail Gorbaciov, anche in questo caso hai capito tutto al contrario.
Ed infatti:
- non si trattò affatto di un "golpe" militare sponsorizzato dal cosiddetto OCCIDENTE;
- si trattò, invece, di un "golpe" militare "contro" il cosiddetto OCCIDENTE, così  come proclamato dagli stessi golpisti veterocomunisti e antioccidentali.
Ed infatti furono i politici conservatori, i vertici del KGB e i militari a dare  inizio alle manovre di un colpo di stato, che era stato progettato:
- per conservare la dittatura sovietica e contrastare la democrazia;
- per evitare che le popolazioni "non russe" sottomesse con la forza all'"Impero Sovietico", riuscissero finalmente ad ottenere la libertà e l'indipendenza (vedi Estonia, Lituania, Lettonia ecc.);
- per evitare che le nazioni satelliti dell'"Impero Sovietico" rivendicassero la loro autonomia (vedi Polonia, Cecolslovacchia ecc.).
I carri armati usati per cercare di occupare militarmente Mosca, però, vennero letteralmente fermati da migliaia di persone scese in strada per bloccarli (altro che CIA); ci furono manifestazioni anche in molte  altre grandi città russe, che i golpisti non furono in grado di reprimere.
Eltsin, il 19 agosto, si riunì con i suoi collaboratori, e scrisse una dichiarazione per condannare il colpo di stato "anticostituzionale e reazionario" in cui invitava l'esercito a disertare e i cittadini a organizzarsi in uno sciopero generale; e tutti gli vennero dietro, civili e militari!
Per cui ti ribadisco solo ciò che è storicamente comprovato:
- il golpe antiGorbaciov fu un evento interno e basta, fomentato dai militari e dai burocrati reazionari che volevano conservare l'"Impero Sovietico" (non preservare la "Nazione Russa", che è una cosa diversa);
-  Eltsin fu un leader democratico (anche commise indubbiamente molti errori).
***
Se poi vogliamo fare un po' di storia, se l'Unione Sovietica, nel 1939, non si fosse alleata con Hitler per spartirsi la Polonia ed invadere i Paesi Baltici, molto probabilmente la seconda guerra mondiale non sarebbe mai scoppiata: ed infatti, Hitler stesso disse ai suoi collaboratori che, se l'Unione Sovietica si fosse schierata  con la Francia e l'Inghilterra, lui non avrebbe mai osato aggredire la Polonia, per non trovarsi accerchiato e chiuso in una morsa (come nella prima guerra mondiale).
Ed infatti Hitler aggredì la Russia solo dopo aver fatto fuori la Francia (ed essersi impossessato dei Balcani), quando gli USA non erano ancora in guerra; per cui i 15 milioni di sovietici morti durante la guerra mondiale, pesano non solo sulla coscienza di Hitler, ma anche e soprattutto su quella di Stalin.
Senza considerare che la Russia riuscì a resistere ad Hitler, anche grazie :
- ai rifornimenti di mezzi militari fornitigli dagli USA;
- allo sbarco in Normandia.
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Quanto alla rivolta ungherese fu senz'altro popolare, anche se la NATO mandò il suo personale ad accogliere i profughi al confine Austriaco (quasi il 10% della popolazione ungherese, per lo più ferita, fuggì dal suo Paese); a meno che tu non ti basi sulla documentazione fasulla, messa in giro abilmente dal KGB.
L'epopea dei "ragazzi di Buda" che per due settimane, tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre sfidarono il potere sovietico e il suo dominio sull'Ungheria è passata alla storia e tuttora è considerata una parte chiave della storia dell'Europa libera.
Ed infatti:
- gli Ungheresi erano diventati sostanzialmente una "colonia" russa;
- nonostante la formale alleanza con la Russia,  le pesanti "riparazioni di guerra" a alla Unione Sovietica, assorbivano circa un quinto del budget nazionale ungherese;
- inoltre l'Ungheria doveva mantenere a sue spese, sul suo territorio le forze dell'Armata Rossa.
Gli Ungheresi erano alla disperazione e alla fame, ed è per questo che si ribellarono.
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E non dimentichiamoci del "muro di Berlino", per impedire ai "prigionieri tedeschi" di Berlino EST, di fuggire dalla prigione sovietica.
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E non dimentichiamoci dei carri armati russi a Praga!
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Quanto alla NATO, quindi, per fortuna non è stata sciolta!
Altrimenti Putin, oltre all'Ucraina, avrebbe già aggredito anche altre "province ribelli" dell'ex impero sovietico (Estonia, Lituania, Lettonia ecc.), e, forse, anche qualche Paese dell'Europa orientale che un tempo era stato suo schiavo (Polonia, Cecoslovacchia ecc.).
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La NATO non ha mai proposto a nessuno di entrarne a far parte; invece, come è facile verificare storicamente, furono le ex province sovietiche e i suoi stati satelliti a pregare la Nato di ammetterli nello loro alleanza, per paura di essere invasi dal nuovo "Impero Putiniano".
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Come sta appunto accadendo all'Ucraina, la quale commise il fatale errore di credere alle promesse russe a Budapest nel 1994, e, quindi, non entrò mai nella NATO; e, per giunta, in tale occasione cedette il suo arsenale nucleare alla Russia, la quale, in cambio, promise di non rivendicare mai i suoi territori.
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Per concludere, quanto alla diseguaglianza che regna nel mondo tra ricchi e poveri, sono invece perfettamente d'accordo con te.
Però tieni presente che la Russia è uno dei Paesi in cui regna la maggiore diseguaglianza tra ricchi e poveri; senza considerare che ben  20 milioni di russi  vivono sotto la soglia della povertà.
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Un saluto! :)
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#2510
Ciao Hystoricum.
Tu confondi l'"Impero Russo", che aveva assoggettato (e tutt'ora tiene assoggettate) numerose "popolazioni non russe", con la "Russia" propriamente detta; sarebbe come voler confondere l'"Impero Britannico" che aveva assoggettato numerose "popolazioni non inglesi", con la l'"Inghilterra" propriamente detta.
Entrambi gli imperi, così come crollarono quello Austroungarico e quello Turco all'inizio del '900, si sfaldarono anche loro, almeno in parte, nel restante corso del secolo passato;  i primi a seguito di una guerra, i secondi per inadeguatezza propria!
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L'epoca degli "imperi" (almeno quelli di tipo classico) è finita; restano gli "imperialismi", che sono una cosa completamente diversa.
E' un grave errore confondere le due cose!
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L'"Impero Sovietico" (detto URSS), infatti, è crollato per la propria inadeguatezza economica, politica, burocratica e sociale, nonchè per la ribellione:
- di sue "province" interne (Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina ecc.)
- dei suoi asserviti "stati satelliti" (Germania EST, Polonia, Cecoslovacchia, Romania ecc.).
Se tu fossi stato in qualcuna di tali nazioni a suo tempo schiavizzate dall'"Impero Sovietico", e avessi parlato con i loro cittadini, capiresti come sia profondo l'odio che nutrono per Mosca; la quale, per tanti anni, li ha tenuti sotto il loro oppressivo giogo politico e militare.
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La NATO non c'entra una sega! 
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Se molte di tali "ex province" ed "ex satelliti" sono voluti entrare nella NATO (tutti di loro iniziativa e non certo in quanto sollecitati a farlo), l'hanno fatto per la paura che quello che restava del vecchio Impero Russo cercasse di "papparseli" di nuovo.
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E la storia ha dato loro ragione, perchè chi invece non l'ha fatto, come appunto l'Ucraina, è stata aggredita "di nuovo" dall'Impero Russo; che cerca di papparsela un'altra volta, in tutto o in parte.
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Solo un pazzo fuori di testa come Putin può sostenere che l'Occidente vuole distruggere la Russia così come ha DISTRUTTO L'URSS! :D
E' semplicemente ridicolo, se non fosse di una stupidità tragicomica!
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Purtroppo, dopo una breve pausa "quasi democratica" negli anni '90, la Russia è caduta di nuovo nelle mani di un sanguinario dittatore, ex agente del KGB con "licenza di uccidere"; il quale, come fece Giustinano nel 500 DC, sta cercando di rimettere insieme i pezzi del vecchio impero sovietico, aggredendo militarmente i suoi vicini (ormai resisi indipendenti).
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Quanto al tuo amletico dubbio sul perchè l'Occidente abbia voluto distruggere il comunismo russo e non quello cinese, la risposta è molto semplice: l'Occidente non ha distrutto un bel niente, in quanto non era in grado di farlo.
Hanno fatto tutto da sè!
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Ed infatti:
- il comunismo russo si era sclerotizzato in un apparato burocratico ed oppressivo di tipo bizantino, ed è quindi crollato per inerzia e per la ribellione delle popolazioni sottomesse con la forza e la violenza (io ho visto personalmente i carri armati russi a Praga);
- il comunismo cinese, invece, si era sclerotizzato molto meno, ed è quindi riuscito a trasformarsi in un apparato capitalistico molto efficiente, pur restando una feroce dittatura (sebbene etnicamente più omogenea di quella russa).
Ma sulla Cina bisognerebbe aprire un topic a parte.
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Tutto il resto solo solo chiacchiere di carattere ideologico, che lasciano il tempo che trovano!
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Un saluto! :)
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#2511
I referendum per l'annessione del Donbass alla Russia si terranno – secondo le agenzie russe – dal 23 al 27 settembre;  ed infatti è stato precisato che gli "pseudo-presidenti" delle due regioni orientali dell'Ucraina hanno già firmato il provvedimento per la convocazione del voto (il cui esito è ovviamente scontato).
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Peraltro, sembra che un referendum sull'annessione alla Russia si svolgerà anche nella regione di Cherson e di  Zaporizhzhia;  ad annunciarlo sono stati i rispettivi capi dell'amministrazione civile-militare delle regioni occupate dai russi.
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Tali dichiarazioni hanno fatto crollare gli indici della Borsa di Mosca; ed infatti tali annessioni potrebbero cambiare drammaticamente (e, forse, tragicamente) il volto della guerra.
Vediamo in che modo.
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Finora, la Russia stessa aveva riconosciuto formalmente che le sue truppe stavano combattendo "al di fuori dei propri confini nazionali"; però, una volta effettuati i "referendum" in questione, secondo Putin l'esercito russo si troverà a combattere (sia pure "fittiziamente") sul proprio stesso "territorio nazionale".
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Pertanto, poichè il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, qualche giorno fa, ha dichiarato che Mosca prevede l'uso di "armi nucleari tattiche" nello specifico caso di una aggressione che "metta a repentaglio  l'integrità territoriale dello Stato russo", una volta che il Donbass sarà fittiziamente diventato "parte integrante del territorio russo" a seguito dei "referendum" indetti dal 23 al 27 settembre, Putin potrebbe sentirsi legittimato ad usare armi atomiche.
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Anzi, l'annessione del Donbass potrebbe essere stata progettata proprio a tale scopo; e, cioè, per poter arrestare con armi nucleari tattiche la riconquista del "loro" territorio da parte degli Ucraini!
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Voi cosa ne pensate?
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                                            AVVERTENZA
Il tema del presente TOPIC consiste soltanto nella interpretazione del "significato" della dichiarazione di Dmitry Peskov, in relazione ed in conseguenza dell'"annessione al territorio russo delle regioni in cui si sta combattendo"; ogni altra considerazione verrà considerata OFF TOPIC
#2512
                          UNA ELEMENTARE DIFFERENZA
Per tornare al tema, dal quale abbiamo un po' deviato, volendo semplificare al massimo, una "democrazia liberale" si distingue da una "democrazia illiberale" per una "elementare differenza", che, di fatto, è difficilmente contestabile.
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a)
In una "democrazia liberale", i dissidenti rispetto al governo in carica, d'estate, se ne vanno tranquillamente a fare i "bagni di mare".
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b)
In una "democrazia illiberale", invece, i dissidenti rispetto al governo in carica, in qualsiasi stagione dell'anno, finiscono quasi sempre per soggiornare nei "bagni penali".
.
***
Per cui, almeno secondo me, basterebbe anche soltanto questa "piccola differenza" per preferire una "democrazia liberale" ad una "democrazia illiberale"; per quanti difetti e storture essa possa avere, e che nessuno mette in dubbio!
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#2513
Ciao Niko :)
E' vero che l'unica vera democrazia sarebbe il "socialismo"; e, secondo me l'"anarchia" lo sarebbe ancor più del "socialismo".
Il problema è che, concretamente, sono entrambi difficilmente realizzabili in un consorzio umano, in quanto:
- il primo tende (almeno storicamente) a diventare una "dittatura";
- la seconda, invece, considerata la natura umana, molto probabilmente genererebbe soltanto il "caos".
Il guaio è che è l'uomo ad essere gravemente "imperfetto"; per cui ogni soluzione politica da lui adottata, in maggiore o in minore misura, risulterà comunque "difettosa" (ivi compresa la democrazia, diretta o indiretta che essa sia).
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Un saluto :)
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#2514
Ciao Anthony. :)
La tua è una considerazione molto acuta ed interessante; su cui mi riservo di riflettere, perchè non mi sembra affatto del tutto priva di fondamento.
Storicamente, a dire il vero, si è anche verificato il caso in cui la dittatura si è affermata in paesi civilmente, culturalmente ed economicamente evoluti, e dotati di strutture educative adeguate; come, per esempio, la Germania degli anni '30.
Però, generalmente, quello che dici tu, mi sembra abbastanza vero.
Ci devo riflettere!
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Un saluto! :)
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#2515
Citazione di: anthonyi il 20 Settembre 2022, 16:00:29 PMPensare che le antiche città romane fossero tutte bianche é stato il più grande errore della storia dell'arte. Uno stile come il neoclassico si é fondato su questa falsa idea. Eppure in tanti hanno la sensazione che la capacità evocativa del colore bianco sia ineguagliabile. Il bianco rende la narrazione spirituale, lontana dalla caducità della carne che è sempre colorata.
Il bianco é il colore delle cose incorruttibili, immutabili, eterne.
E' vero!
E' questo che ha indotto Johann Winckelmann, in un (comprensibile) errore ;)
#2516
Come mai il "bianco" predomina nelle statue, nei vestiti nuziali, nelle spade e negli aerei?
Vediamo i veri motivi!
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STATUE
Il famoso archeologo Johann Winckelmann, nel '700,  sosteneva che tutte  le statue greche e romane erano bianche perché il bianco era il colore perfetto che comprendeva tutti gli altri colori; e, poichè quella greco-romana era un'"arte ideale", non poteva che concepire soltanto statue di colore bianco.
Ma si sbagliava di grosso, perchè tutte  le statue greche e romane erano colorate come i pupazzi dei santi nelle processioni religiose paesane; solo che, con il tempo, hanno perso il loro colore (che, sul marmo, attecchisce male)!
***
Ed infatti, Plinio il Vecchio, Teofrasto e Vitruvio (Libro VII) fornivano descrizioni dettagliate sulle materie prime da utilizzare per i colori delle statue; nonchè sui procedimenti per la preparazione dei colori stessi, ed persino sui loro prezzi.
***
Oggi, con l'uso dei raggi ultravioletti e ad infrarosso siamo riusciti a rivelare in modo inequivocabile la presenza di pigmenti colorati su pressochè tutte le statue antiche.
Ad esempio, recentemente, nel corso di un restauro della statua di Augusto ritrovata nella Villa di Livia a Prima Porta,  effettuato nel Laboratorio dei Musei Vaticani, la statua è stata fotografata a luce ultravioletta ed è stato possibile vedere presenze di colore, non visibili ad occhio nudo; il colore infatti ha frequenze luminose diverse sia dal marmo che dalle incrostazioni calcaree o dalle stuccature di gesso che risultano di colore blu acceso.
I colori sono stati rilevati sulle vesti, sui dettagli della corazza, sui capelli e sui dettagli degli occhi, ma non sulla pelle, né sul fondo della corazza che mantenevano il colore e la trasparenza del marmo di Paros; però gli studiosi ritengono che, in origine, anche quelli fossero colorati.
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NOZZE
Nell'antica Roma, sopra una "sottoveste bianca o gialla", le spose indossavano una "sopravveste di color zafferano" (palla), e "sandali rossi"; e così colorate apparivano ai convitati alle nozze.
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Nel Medioevo, invece, si usava abbellire la sposa con abiti preziosi e "coloratissimi", simbolo di ricchezza; la sposa, infatti, non rappresentava soltanto sé stessa, ma l'intera famiglia, e quindi doveva vestire nel modo più opulento possibile per far risaltare il suo "status" e la sua potenza.
***
La prima a sposarsi in bianco, fu la principessa Filippa di Lancaster, nel 1387, e, dopo di lei, soltanto la principessa Maria Stuart, nel 1558: la quale insistette ad indossare il bianco nonostante fosse tradizionalmente ritenuto il colore del lutto (come lo è ancora in Cina e altrove).
Ed infatti le portò decisamente sfortuna, in quanto:
- il marito le morì due anni dopo il matrimonio;
- lei finì prigioniera per molti anni nella Torre di Londra;
- alla fine venne decapitata.
***
Dopo di allora, sposarsi in bianco fu considerato di malaugurio, e nessuno, per circa tre secoli, seguì il suo esempio.
***
Fu soltanto nel 1840, con il matrimonio della regina Vittoria d'Inghilterra, che il bianco si impone come colore delle spose per eccellenza; come è rimasto fino ad oggi.
***
Perchè lo fece, rischiando la "jella"?
Ci sono due ipotesi:
a)
La regina, rompendo la tradizione "antibianco" dell'epoca, decise di indossare un abito molto semplice e decisamente meno pretenzioso rispetto agli altri abiti delle spose di famiglia nobile.
b)
Più probabilmente, invece, intendeva soltanto esaltare la bellezza del "pizzo", visto che i produttori inglesi di questo tessuto erano in crisi in quegli anni; per cui la regina volle semplicemente favorire lo sviluppo dell'industria tessile attraverso quella insolita scelta di stile nel suo matrimonio.
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Da quel momento si impose la moda del bianco e ancora ai giorni nostri resta senza alcun dubbio il colore delle spose.
.
ARMI
Il termine "armi bianche" trova origine in tempi remoti, quando si volle indicare il passaggio tecnologico dalle lame di bronzo e di ferro, che erano di colore scuro, a quelle molto più efficienti in "acciaio"; le quali in confronto apparivano, appunto, di colore bianco.
.
AEREI
Ci sono due motivi per cui gli aerei sono generalmente quasi tutti dipinti di bianco o di colori chiari.
a)
Il primo scopo è quello di riflettere la luce solare e ridurre al minimo sia il riscaldamento che qualsiasi potenziale danno derivante dalla radiazione solare.
b)
Inoltre la vernice bianca pesa molto meno della vernice scura perché contiene meno pigmento; per cui alleggerisce notevolmente il peso complessivo del velivolo, visto che sulla superficie di un aereo di grandi dimensioni, la differenza è significativa.
***
#2517
Cercare di deviare il discorso sul "sistema finanzcapitalistico", che, come una piovra, estende i suoi tentacoli allo stesso modo in tutto il mondo, indifferentemente dagli USA all'Europa, alla Russia e alla Cina (in quanto sono tutte "economie di carattere capitalistico"), significa andare completamente OFF TOPIC rispetto al tema delle differenze tra "democrazie liberali" e "democrazie illiberali".
Il quale costituisce un tema completamente diverso da quello di questo TOPIC!
***
A mio parere, infatti, costituisce una gravissima miopia ideologica il voler ridurre le differenze istituzionali  tra un un sistema politico ed  un altro soltanto all'economia, alla finanza ed ai "cordoni della Borsa"; i quali hanno la loro stessa identica importanza ovunque, dagli USA all'Europa, alla Russia e alla Cina, in quanto sono tutte "economie di carattere capitalistico" (Corea del Nord compresa).
***
In questo non c'è alcuna differenza al riguardo in nessuna parte del mondo.
***
Ma le "differenze politiche" tra un Paese e l'altro, consistono, invece, a prescindere dal "finanzcapitalistismo" imperante ovunque, come le emorroidi :
- nella divisione e nel bilanciamento dei poteri (vedi Montesquieu);
- nel rispetto delle minoranze di ogni genere e tipo;
- nel grado di libertà di espressione concesso ai cittadini, e della conseguente facoltà di darsi governi di diverso orientamento a seconda delle diverse tornate elettorali.
***
Per cui:
- qui in Italia e nelle altre "democrazie liberali" abbiamo avuto un costante ricambio di poter al vertice (DC a parte), e nessuno finisce in galera per le opinioni espresse;
- nelle "democrazie illiberali", invece (e ancor più nelle dittature) manca un costante ricambio di poter al vertice, che si cristallizza nelle mani di un singolo partito e/o di una singola persona,  e i dissidenti finiscono in galera per le opinioni espresse.
***
Almeno quest'ultima differenza la vogliamo vedere o no?

***
Questo è un dato di fatto incontrovertibile, che non ha niente a che vedere con Wall Street! e con il "finanzcapitalismo"!
Per favore, non facciamo di tutta l'erba un fascio!
***
#2518
@Ipazia
Se è vero, come tu scrivi, che esistono delle "pseudodemocrazie in cui i premier e le maggioranze di governo vengono decisi a Wall Street, infischiandosene allegramente di maggioranze e minoranze", vuol dire che a Wall Street devono avere le idee molto confuse.
Ed infatti, qui in Italia, negli ultimi cinque anni, ci avrebbero affibbiato, uno dopo l'altro:
- un governo "giallo-verde";
- un governo "giallo-rosso";
- un governo "arcobaleno".
E tutti e tre avevano la "maggioranza" parlamentare; in quanto non abbiamo mai avuto un governo di "minoranza".
***
Il che vuol dire che a Wall Street dovevano avere le idee molto confuse; oppure, come è più probabile, le idee molto confuse ce l'hai tu! ;)
***
#2519
Ciao Leibnicht1 :)
Io non penso che il consenso elettorale sia determinato "esclusivamente" dal potere mediatico; però penso che i "media" (di qualsiasi genere essi siano) hanno indubbiamente "influenza" sul voto.
Ne consegue che:
.
a)
In una "democrazia liberale", laddove esiste una pluralità di "media" di diverso orientamento, tale "influenza" sul voto è meno determinante; ed infatti le varie "voci mediatiche", in maggiore o minore misura, si "compensano" a vicenda.
Tanto è vero che, negli ultimi vent'anni, qui in Italia abbiamo avuto parlamenti e governi di ogni tipo e colore.
.
b)
In una "democrazia illiberale", invece, laddove non esiste una autentica pluralità di "media", tale "influenza" sul voto è molto più determinante; ed infatti, in tal caso, le "voci mediatiche" a favore del regime sono "univoche" o, quantomeno, "predominanti".
Tanto è vero che, negli ultimi vent'anni, laddove sussistevano delle "democrazie illiberali",  abbiamo avuto una persistente continuità al potere di un singolo partito o di una singola persona.
.
***
Il che, però, non vuol certo dire che tale "regola" non abbia sofferto di qualche eccezione.
Ed infatti:
- ci sono stati governi "abbastanza" stabili nel tempo anche in alcune "democrazie liberali";
- alcuni "regimi illiberali", invece, si sono dimostrati alquanto instabili (specie a seguito di "golpe", come in Sud America).
.
***
Ma, come è noto, sono le eccezioni a confermare la regola!
***
.
Ciò premesso, mi sembra evidente che i "rivolgimenti drastici nel consenso" elettorale italiano negli ultimi anni contraddicano, per ciò stesso, che esista un presunto "asservimento" del popolo italiano ad un qualsiasi potere mediatico "a senso unico": nè allo strapotere mediatico filoatlantico e filoeuropeo, nè allo strapotere mediatico filorusso e filocinese (che entrambi imperversano sui "media").
Ed infatti, se davvero ci fosse  stato un cosiddetto "mainstream" asservito allo strapotere mediatico filoatlantico e filoeuropeo, nelle ultime elezioni del 2018 il Movimento 5 STELLE non sarebbe mai riuscito ad ottenere, da solo, addirittura il 32,68% dei voti del popolo italiano; diventando, così, il partito "più potente" del nostro Parlamento.
E del Movimento 5 STELLE tutto si poteva dire, nel 2018, meno che fosse "asservito allo strapotere filoatlantico e filoeuropeo"!
.
***
Ora, invece, dopo "essere stato al potere" (sia pure condiviso) per quasi cinque anni, il Movimento 5 STELLE è crollato nei sondaggi; mentre è cresciuto a dismisura il partito FdI, che il potere non ce l'ha avuto mai!
.
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Il che, secondo me, significa che:
- in una "democrazia illiberale", il potere logora chi non ce l'ha;
- in una "democrazia liberale", invece, il potere logora chi ce l'ha.
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Ma, ovviamente, la mia è solo una discutibilissima opinione.
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Un saluto! :)
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#2520
In genere si parla di "democrazia" senza ulteriori aggettivi o predicati; il che, secondo me, costuituisce un "gravissimo" errore concettuale ed espressivo.
Vediamo perchè!
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A mio parere, non c'è alcuna differenza tra:
- un leone, "dittatore della giungla", che può divorare a piacimento, per colazione, la prima gazzella che gli capita di incontrare;
- una "democrazia della giungla", nella quale un parlamento di 50 leoni e 40 gazzelle decide, a maggioranza, quale debba essere la colazione dei leoni.
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A mio parere, la "democrazia" pura e semplice, allo stato "elementare", non è altro che una ferocissima tirannia mascherata!
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Ciò premesso, quindi, occorre distinguere nettamente tra due forme di democrazia:
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A) DEMOCRAZIA LIBERALE
In una "democrazia liberale" la "sovranità appartiene al popolo", ma la "maggioranza" non può in alcun modo comprimere i diritti e le libertà delle "minoranze"; ed infatti, in tal caso, la sovranità appartiene al "popolo nel suo complesso", non semplicemente alla "maggioranza del popolo" (che è una cosa assai diversa).
Vedi art.1 della nostra Costituzione!
Inoltre il potere del governo e del parlamento, è limitato; e può quindi essere contenuto e contrastato da altre numerose istituzioni, a cominciare dalla "magistratura" e dai "mass media".
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B) DEMOCRAZIA ILLIBERALE.
La "democrazia illiberale" è senz'altro anch'essa una forma di "democrazia"; anzi, in senso letterale è la "democrazia" più esasperatamente "democratica" di tutte (detta anche, impropriamente, "populismo")!
Ed infatti, in tal caso,  la "maggioranza" del popolo e/o dei suoi rappresentanti e governanti eletti:
- possono decidere quello che gli pare, senza particolari limitazioni o controlli;
- possono nominare un "premier" dotato di "pieni poteri".
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In concreto, così come ad esempio propugnata da Orban, la "democrazia illiberale" esalta il potere assoluto del popolo, che come tale non può subire intralci da minoranze, opposizioni di alcun genere, nè da poteri giudiziari o mediatici.
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Al riguardo, ricorderò soltanto qualcuno dei vari comportamenti "illiberali" della "democrazia illiberale" orbaniana per i quali l'Ungheria è stata sanzionata dall'Europa:
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1)
Numerose sono state le riforme di Orban volte a imbavagliare i media indipendenti in nome della "sicurezza nazionale".
E' recente, al riguardo, la vicenda di "Klubrádió", l'emittente radiofonica "dissidente", costretta dal governo Orbán a cessare le trasmissioni; il che, in aperta violazione della libertà di stampa riconosciuta nel resto d'Europa.
Il provvedimento è stato preso perché, secondo le "illiberali" autorità ungheresi, Klubrádió non aveva comunicato per tempo alle medesime quanta musica ungherese fosse stata inserita nelle sue trasmissioni; ed infatti il "nazionalismo" esasperato di Orban, predilige soprattutto la diffusione di musica "nazionale" (e "nazionalistica").
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2)
Da non dimenticare i ripetuti tentativi di porre anche la magistratura sotto il controllo dell'esecutivo, culminati, all'inizio del 2020, con l'istituzione di "tribunali speciali" (come c'erano in Italia ai tempi del Fascismo), controllati dal ministero della Giustizia, e, cioè, dal potere esecutivo; tali "tribunali speciali" sono chiamati ad esprimersi su varie questioni che potrebbero incidere sul potere di Orban, dal "diritto di assemblea" alla "libertà di stampa", dagli "appalti pubblici" alle "elezioni".
Con tanto di benservito al principio della divisione e della reciproca indipendenza dei poteri, sostenuto da Montesquieu; ed alla base di qualunque "democrazia liberale" (vedi: "L'Esprit des Lois").
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3)
Nel 2021 il parlamento di Budapest ha inoltre posto tutte le università e le istituzioni culturali sotto il controllo di fondazioni private istituite ad hoc e presiedute da sodali di Fidesz, il partito di Orban.
Nello stesso anno Orban ha chiuso la CEU (l'Università del Centro Europa), e, al suo posto il governo ungherese ha firmato un accordo miliardario per la costruzione di una succursale dell'Università cinese di Fudan.
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4)
Nel 2022 Orban ha varato una legge sulla cosiddetta "prevenzione della pedofilia"; riguardo alla quale non ci sarebbe niente da eccepire, se non fosse per il fatto che tale legge, sotto molti aspetti, accomuna la "pedofilia" alla semplice '"omosessualità".
E, per giunta,  vieta la propaganda di contenuti che diffondano un'idea diversa di famiglia rispetto a quella tradizionale.
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Per questi, e per altri numerosi motivi, è stato approvato a larga maggioranza  il rapporto del parlamento europeo che  condanna Budapest come una "democrazia illiberale", la quale costituisce una "minaccia sistemica" per i valori fondanti delle altre "democrazie liberali europee".
I rappresentanti europei di "Forza Italia", come pure i rappresentanti di tutti gli altri partiti italiani, hanno compattamente votato a favore di tale risoluzione di condanna; soltanto la  "Lega" e "Fratelli d'Italia", hanno votato contro, manifestando così, in modo esplicito e concreto, la loro piena condivisione del concetto di "democrazia illiberale" vigente in Ungheria.
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Intendiamoci, non c'è niente di male in tutto questo, perchè la "democrazia illiberale:
- è un regime diverso dal "nazifascismo", il quale respinge il concetto stesso di "democrazia";
- la "democrazia illiberale", invece, non lo respinge affatto, ma lo intende nel modo sopra descritto.
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                                    CONCLUSIONE
In base a tali premesse, almeno per come la vedo io, ritengo di poter concludere quanto segue:
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a)
Chi vota per la LEGA o FDI deve essere consapevole che non sta affatto votando per dei "partiti fascisti" o "pseudofascisti", bensì per dei partiti "democratici" e, anzi, addirittura "ultrademocratici"!
Ed infatti, sia la LEGA che FDI  mettono, al di sopra di tutto il resto, il volere assoluto espresso dalla "maggioranza del popolo"; che come tale non può subire intralci o impedimenti nè dalle "minoranze", nè da eventuali poteri giudiziari o mediatici.
I quali poteri, quindi, molto presumibilmente, se vinceranno le elezioni, saranno da loro limitati, in maggiore o minore misura; così come fa Orban in Ungheria, del quale sia Salvini che la Meloni si dichiarano espressamente "sostenitori", "fautori", "imitatori", e "proseliti".
E come hanno concretamente dimostrato di essere con il voto europeo a suo favore!
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b)
Chi vota per la LEGA o FDI, però, deve  essere anche consapevole che la "democrazia illiberale" di cui tali partiti sono apertamente sostenitori (votando pro Orban), a parte i suoi pregi e i suoi difetti, contiene in se stessa un pericolosissimo paradosso; che invece è assente nelle "democrazie liberali".
Ed infatti, è ovvio che se il partito al potere riesce a limitare, in maggiore o in minore misura, il potere mediatico avversario, imponendo in modo preminente  la sua propaganda, è inevitabile che lo stesso meccanismo elettorale ne risulterà progressivamente sempre più compromesso; come, appunto, è avvenuto in Ungheria, laddove i consensi di Orban sono aumentati in modo spropositato rispetto alle precedenti elezioni (anche grazie ad un meccansimo elettorale "truccato").
Nelle "democrazie liberali", invece, succede spesso il contrario, in quanto i partiti che "non" sono stati al governo, sono proprio quelli che poi hanno avuto maggiori "exploit" elettorali; come accadde al M5s nelle passate elezioni, e come molto probabilmente accadrà a FdI nelle prossime.
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Questa è la cartina di tornasole di un Paese in cui vige una "democrazia liberale"; nelle "democrazie illiberali", invece, il potere (grazie alla limitazione degli altri poteri, e, soprattutto, dei mass-media) tende a perpetuarsi, aumentando i propri ad ogni successiva elezione!
Fino a che, un bel giorno, diventa una vera e propria "dittatura"!
Come è già successo!
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