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Messaggi - bobmax

#2521
Tematiche Filosofiche / Re:Che cosa è il "dubbio"?
26 Ottobre 2019, 15:20:32 PM
Interessante esposizione. 
Che tuttavia a mio avviso non considera un aspetto a mio parere fondamentale riguardo al "dubbio".

Perché la distinzione tra noumenico e fenomenico può essere necessaria per una prima analisi, ma diventa fuorviante se intesa come un'effettiva differenza tra due modi distinti di dubitare.

Il dubbio, infatti, è uno solo.

È lo stesso pensiero che costantemente dubita, ed è proprio dubitando che riesce a procedere. 

Senza dubbio alcuno non vi sarebbe pensiero!

Il cosiddetto sapere altro non è che una continua vittoria contro il dubbio. In cui si vince sempre una battaglia, mai la guerra.

Il sapere non se ne sta scritto nella pietra della nostra mente, dove può essere recuperato al bisogno.
 Il sapere è ogni volta il risultato di un salto nel vuoto. E questo vuoto è il dubbio.

D'altronde il pensiero è essenzialmente un dialogo, che instauro con me stesso. Devo scindermi in due proponendo e dubitando.

Il dubbio e il sapere di per se stessi non permettono pensiero alcuno. Uno necessita dell'altro.

E poiché la lotta con il dubbio necessita di fede... sì può ben dire che:

" Chi ha fede pensa, mentre chi non ha fede non pensa!"
#2522
Tematiche Filosofiche / Re:Nietzsche
24 Ottobre 2019, 16:52:25 PM
@Donquixote
 
Grazie per il tuo intervento.
 
La fede nella Verità è la cifra di Nietzsche, senza la quale è impossibile avvicinarvisi.
 
Il suo pensiero assume infatti senso solo alla luce del suo grande amore per la Verità.
 
Mi viene in mente "Della visione e dell'enigma" in Così parlò Zarathustra.
Dove il giovane pastore morse infine la testa del serpente:
 
"Ma il pastore morse, come gli aveva consigliato il mio grido: egli morse per bene! Lontano da sè egli rigettò la testa del serpente: — e sorse in piedi.

Non più un pastore, non più un uomo — ma un rinnovato, un illuminato, che rideva!

Non mai ancora sulla terra uomo rise al pari di lui!

O miei fratelli, io udii un riso che non era umano, — ed ora una sete mi divora, un desiderio che non ha tregua.

Provo il desiderio di quel riso; e questo desiderio mi divora: oh, come posso sopportare ancora la vita? E come potrei ora acconciarmi a morire?"
#2523
Siamo alla ricerca di senso.

Abbiamo mollato gli ormeggi, lasciato il porto sicuro e stiamo ormai in mare aperto.

Il porto in realtà non è mai stato sicuro, ma volevamo crederlo.

Ogni punto di riferimento ne risente. Quindi anche la famiglia.

Finché ci coglierà la Compassione.
E allora il nostro essere viandanti avrà tutto un altro sapore...
#2524
Citazione di: green demetr il 22 Ottobre 2019, 18:12:11 PM
Non capisco proprio questo tuo continuo appellarsi al nulla.

Chi decide che il nulla sia "nulla"? come si fa a oltrepassare kant, se non si conosce Kant?

L'essere in quanto essere è veramente la più grande cantonata che la filosofia abbia avuto.
Era da un pò che non mi ci imbattevo.

Voglio dire, certo che l'essere è l'essere (ma allora a questo punto ha ragione Severino se c'è essere non ci può essere nulla. Il nulla esiste solo formalmente come descrizione del particolare, rispetto all'universale), ma l'essere è solo nel particolare, come dice Ipazia, nel "-ci" di Heideger.

Ma sopratutto come è conoscibile il nulla? E' chiaro che è un presupposto, che mina alla base la vera ontologia.

Poi da esistenzialista come giustifichi il nulla? come un aporia dell'esistenza?

Occorre distinguere tra il nulla nichilistico e il Nulla metafisico.

Il nulla nichilistico è il vuoto valoriale: nulla vale!
Questa constatazione è l'inevitabile conclusione a cui giunge il pensiero razionale che guarda lucidamene il mondo.
Il nichilismo è perciò connaturato nella stessa razionalità, ne è l'altra faccia della medaglia.
Grandi menti, come Leopardi o Nietzsche, ne hanno colto l'essenza. Ma non sono stati in grado di superare, tranne in alcuni momenti, questa che ai loro occhi era la "verità" inoppugnabile.

Il Nulla metafisico, viceversa, consiste nell'oltrepassamento del nichilismo attraverso la messa in crisi dei capisaldi razionali che fondano la nostra interpretazione del mondo, e quindi alimentano lo stesso nichilismo.
Avviene cioè un rovesciamento del paradigma:
L'Etica non è un eventuale attributo della nostra realtà, ma ne è invece il Fondamento!
L'oggettività in sé, il divenire, sono messi in discussione e relativizzati.

In nome del Bene!

E poiché senza queste "verità" è impossibile il pensiero determinato, ciò che troviamo è il Nulla.
Nulla che è poi il Bene, il Nulla fonte di infinite possibilità.

Seppur paradossalmente, più che per quello che ha detto, Kant è importante per quello che non ha detto...
Ha infatti mostrato il definitivo smacco in cui inevitabilmente cade il pensiero che onestamente cerca la Verità.
Sono infatti le tautologie, i circoli in cui necessariamente il suo pensiero si imbatte, a mostrare il limite. Dove il pensiero razionale non può che infrangersi.

E si infrange perché la Verità può venire solo da noi stessi!
Dalla nostra profondità.
Che, appunto, per il pensiero razionale non può essere che Nulla.

Il Nulla metafisico è poi lo stesso Essere, come è ben presente nel cuore di ogni filosofia o religione.
#2525
Citazione di: green demetr il 22 Ottobre 2019, 18:29:26 PM
Citazione di: bobmax il 22 Ottobre 2019, 06:31:58 AM
@Paul11

Questa di Nietzsche non è che una premessa necessaria per l'unica autentica metafisica.

Non è forse, nella sostanza, la medesima strada percorsa dalla mistica?

Basta infatti tenere fermo il nostro pensiero razionale per giungere inevitabilmente all'horror vacui.

Ma è proprio nel Nulla in cui occorre aver fede!
La metafisica è fede nel Nulla. Tutto il resto è superstizione.

Nietzsche oscilla tra la volontà di potenza e il suo annichilimento.
Ciò avviene a causa della sua onestà intellettuale: può la volontà annullare se stessa?

Sì, ma soltanto perché libera non è mai stata.

Scusami Bob max ma devo difendere il mio maestro.

Nietzche non oscilla per nulla, certamente indica il nichilismo (che è l'assurda favola che il nulla esista) ma solo per superarlo. E lo fa già nei primi lavori quando parla di dionisiaco. Punto e a capo.
Non è minimamente un nichilista!

Ma certo che questa grande anima non era nichilista!
Denunciava il nichilismo. Cercava di combatterlo.

E in questo suo slancio etico, di chi non vuole assolutamente ingannarsi, perché onesto intellettualmente (fede nella Verità), non poteva che... oscillare.

Tra lo slancio verso il Bene e l'inevitabile naufragio.

Inevitabile perché solo tu, in perfetta solitudine puoi affermare che il Bene è: Dio ha bisogno di te.

Un compito immane, a cui segue la caduta.

Lo slancio è Beatitudine, la caduta è Ateismo mistico.
Che niente ha a che fare con il comune ateismo.

#2526
@Franco

No, H. non è esistenzialista, ma si spaccia per "filosofo dell'esistenza".
Comunque basterebbe conoscere almeno un po' Jaspers, da cui ha copiato, malamente.

Se non lo si conosce per niente, di cosa stiamo qui a parlare?
#2527
Citazione di: Franco il 22 Ottobre 2019, 14:38:52 PM
È pensare che la posizione  problematica fondamentale di Heidegger è stata ed è proprio la ri - fondazione della questione dell'ontologia ( = genitivo soggettivo) al fine dinun rinnovato rimemoramento dell'essere. La distruzione della storia dell'ontologia prefigurata nelle prime pagine di Essere e tempo svolge proprio la funzione di riaprire la dimensione del superamento del nichilismo quale dimenticanza del senso dell'essere.

Infatti, proprio per questo è tanto detestabile.
Parla di "esistenza" ma il suo cuore è mero esserci.

Ma per provare ribrezzo occorre aver fede nella Verità, solo così si può avvertire il vuoto raziocinio, a cui contrapporre lo slancio esistenziale.

Un po' come la prova ontologica di Anselmo, tanto per dare un'idea.
Una dimostrazione incomprensibile, se non ci si muove alla ricerca del limite.
#2528
Citazione di: green demetr il 21 Ottobre 2019, 18:22:23 PM

"Io sono figlio di Dio".....esattamente come lo dimostri?? ma bastaaaaaa.

"Chi crede non è ancora figlio di Dio"

Figlio di Dio si può solo esserlo, non crederlo.

Essendolo, non vi è dimostrazione che tenga, in quanto il Figlio e Dio sono Uno, ossia il Nulla.
Che è lo stesso fondamento di ogni possibile dimostrazione.
#2529
Considero Karl Jaspers mio maestro. Da lui Heidegger trasse l'ispirazione, ma ho sempre percepito tra i due una differenza incolmabile.
 
Più volte ho cercato di leggere "Essere e Tempo", ma ogni volta dovevo smettere per il disgusto. Senza potermene dare una chiara ragione...
 
Finché su Micromega (n. 3/2006) è comparso un capitolo inedito dell'autobiografia di Jaspers, che trattava dei suoi rapporti con Heidegger (mai pubblicato con Jaspers in vita, immagino per ritrosia dell'autore: era un galantuomo).
Lì ho trovato espresso il medesimo senso di negatività che io stesso percepivo in Heidegger!
 
Può apparire che i due filosofi dicano sostanzialmente le stesse cose, ma non è così!
Le parole sono sovente le medesime, ma non il messaggio. In Jaspers pulsa l'amore per la Verità, mentre nell'altro non vi è amore, solo vuoto raziocinio.
 
Senz'anima, ecco come mi appare Heidegger.
 
Alle domande di Jaspers (quando ancora lo considerava amico) riguardo ad Essere e Tempo:
"Che cosa è accaduto in lei pensando a questo libro? Si tratta di una somma di conoscenze che riguardano stati di cose, oppure dell'espressione di un impulso dell'esistenza? Quale effetto nel lettore deve avere lo studio del libro?" H. non rispondeva.
 
Né avrebbe potuto rispondere, perché H. nonostante le tante parole pertinenti... non si era per nulla schiodato dall'esserci!
#2530
@Franco

Domandare implica il desiderio di conoscere.

Se così non è, allora non si tratta di un autentico domandare, ma di una forma particolare di dialettica.

Dove non vi è un reale confronto tra tesi contrapposte, ma solo un approccio strumentale al dialogo.
#2531
@Paul11

Questa di Nietzsche non è che una premessa necessaria per l'unica autentica metafisica.

Non è forse, nella sostanza, la medesima strada percorsa dalla mistica?

Basta infatti tenere fermo il nostro pensiero razionale per giungere inevitabilmente all'horror vacui.

Ma è proprio nel Nulla in cui occorre aver fede!
La metafisica è fede nel Nulla. Tutto il resto è superstizione.

Nietzsche oscilla tra la volontà di potenza e il suo annichilimento.
Ciò avviene a causa della sua onestà intellettuale: può la volontà annullare se stessa?

Sì, ma soltanto perché libera non è mai stata.
#2532
Non c'entra nulla il primo!
È l'essenza che viene stravolta.
Completamente!
Leggendo Essere e Tempo viene il voltastomaco.
E se non viene...
È il segno dei tempi.
#2533
Nietzsche è stato un grande filosofo. Anche e soprattutto per il suo essere sostanzialmente un mistico.
Ed è questa la ragione per cui, nonostante la sua bravura espositiva, resta ancora largamente incompreso.

Viceversa Heidegger è senz'altro il più grande bluff della storia della filosofia.

Scopiazzando malamente da Jaspers si è appropriato della sua Filosofia dell'esistenza senza nulla davvero comprenderne.

Con freddo raziocinio ha abusato dei temi e dei termini esistenziali. Senza avvertirne la profondità metafisica.

La sua fama, altrimenti ingiustificata, dimostra quanto vasta sia ormai la dimenticanza dell'Essere.
#2534
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
20 Ottobre 2019, 19:29:50 PM
Citazione di: Ipazia il 20 Ottobre 2019, 14:26:41 PM
Puó essere, ma un nulla miracoloso. Che col nichilismo c'entra nulla. Come insegnò il Maestro, nichilismo é inventarsi un mondo dietro il mondo.

No, quello è il rimedio.

Un rimedio che si rivela ogni volta inefficace.

Perché semplicemente sposta il problema in un altro mondo senza risolverlo.

La risposta al nichilismo non può essere altrove... ma solo in noi stessi.
#2535
Ciao Sariputra
 
Concordo con la tua analisi, che ho letto più volte perché profonda e chiarificatrice. Perciò un buon punto di partenza per iniziare a ruotare il timone della nostra nave.
 
Vorrei solo aggiungere queste osservazioni:
 
* Il nichilismo non è una peculiarità occidentale, perché è insito nello stesso pensiero razionale.
Il nichilismo nasce con la razionalità, ne è l'altra faccia della medaglia.
Laddove il mondo appare corrispondente in toto al modello razionale, là vi è pure il nichilismo.
Quindi i primi nichilisti, nel mito, sono proprio Adamo e Eva. I primi infatti a ritrovarsi fuori del paradiso terrestre a causa dell'avvento della razionalità.
L'occidente è stato più rapido ad affrancarsi da "credenze" irrazionali per occultavano la "verità" razionale.
E la "verità" razionale è il nichilismo.
L'oriente non può perciò che seguire la stessa strada occidentale.
 
* Il nichilismo è una sfida. Una sfida che a lungo abbiamo cercato di evitare, ma ormai non può più essere ancora ignorata.
Il nichilismo deve essere attraversato.
Ritengo che tutte le religioni abbiano nella loro essenza un germe che possa aiutare.
Quindi pure il cristianesimo, in particolare con la sua mistica.
E certamente la filosofia, l'autentica filosofia, che seppur in forme diverse sempre si trova ad affrontare il cuore della questione esistenziale: il nichilismo.
 
* E' importante considerare che nonostante l'orrore, il nichilismo ha i piedi di argilla.
Sta infatti in piedi su di una latente contraddizione, la medesima contraddizione che ci fa ritenere che la razionalità sia fonte di Verità.
Ma per mettere in luce questa contraddizione, e svelarne il bluff, occorre mettere in discussione i capisaldi dati per "certi" di cui si è appropriato il pensiero razionale.
Occorre cioè tornare al "sapere di non sapere", per davvero però!
E chiederci, con tutta la nostra possibile fede nella Verità: "Chi sono io?"