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Messaggi - Jacopus

#2521
Nell'ultimo numero di "Le Scienze" si da spazio ad una nuova affascinante teoria sull'evoluzione umana. In sostanza la teoria tradizionale dice che H.S. si sia affermato 200.000 anni fa in Africa centro-orientale e che sia uscito dall'Africa circa 50.000 anni fa, annientando progressivamente le altre specie ominidi viventi (denisoviani e neanderthaliani). E' una visione piuttosto lineare ed etnocentrica. Homo Sapiens, grazie al suo diverso apparato biologico e cerebrale ebbe facilmente la meglio sui concorrenti primati.
Una recente scoperta in Marocco ha antedatato l'arrivo di Homo Sapiens di 100.000 anni. I resti fossili ci dicono anche che questo H.S., pur essendo geneticamente simile all'Homo Sapiens contemporaneo aveva però delle differenze morfologiche, non tali però da renderlo una specie diversa.
Questa scoperta ci pone di fronte ad uno scenario diverso da quello tradizionale e in due direzioni. Da un lato ci offre la dimostrazione di un passaggio graduale, anche nella specie H.S. Vi sarebbero degli H.S. ancestrali differenti dall'H.S. odierno. L'evoluzione si sviluppa così non solo per salti, ma anche per piccoli cambiamenti (ovviamente in termini di paleogenetica).
La seconda osservazione da farsi è che se questo modello fosse vero, non vi fu un traumatico sterminio di denisoviani e neanderthaliani nel giro di poche migliaia di anni, ma una coesistenza fra diversi tipi di soggetti altamente evoluti e possessori di diversi tipi di tecnologie, durata centinaia di migliaia di anni e confermata dalla presenza di una piccola parte del genoma neanderthaliano anche in H.S.
E' come immaginare un mondo alla Star Wars, dove razze diverse sono comunque dotate di un intelletto superiore e che per molti anni hanno convissuto, scambiandosi anche materiale genetico, oltre che frecce e pietre.
Ora entra in campo la parte etica. Non si può certo incolpare H.S. di 50.000 anni fa, dell'aver sterminato gli ominidi concorrenti di allora. Ma se si prende come buona questa ipotesi, ovvero che solo per caso e per la nostra forza siamo gli unici a poter dominare il mondo degli esseri viventi, come giustifichiamo, oggi, il massacro che compiamo ogni giorno, nei confronti di altri esseri viventi? E' vero che si tratta di differenze fra specie molto diverse, e molte specie, affini alla nostra, sono maggiormente tutelate (cani , delfini, gatti), ma di fronte alla consapevolezza che evoluzionismo e genetica ci stanno offrendo, di essere tutti imparentati nello stesso progetto vitale, come possiamo continuare ad usare alcune specie semplicemente come oggetti e compiere la loro uccisione di massa?
Mi spiego con altre parole, perchè questa idea non è del tutto chiara neppure a me. Se esiste un collegamento fra tutti gli esseri viventi, eppure noi H.S. ci arroghiamo il diritto di vita e di morte di fronte alle altre specie, pur non avendo sempre un bisogno essenziale di cibo rispetto ad esse (il nostro intestino è stato adattato a vivere di verdure e ortaggi, non è molto adatto per la carne), perchè questo diritto non può essere esteso anche ad altre popolazioni umane, che magari possono essere considerate diverse, inferiori, animalesche, come nella storia talvolta è accaduto.
In altri termini, l'attenzione verso le specie animali, corroborata dalla parentela genetica, non potrebbe essere l'allargamento di una maggiore attenzione anche verso gli stranieri, i diversi, gli ebrei, i negri, i gialli, gli aborigeni, gli italiani e tutte le altre varie minoranze, che di volta in volta sono colpite dal fumus persecutionis?
#2522
Citazionefino a quel vero e proprio "capolavoro di iniquità" che é l' "incapacità di intendere e di volere da appena prima ad appena dopo il delitto"; che così non rischiano nemmeno il ritiro della patente

Prima di trarre conclusioni bisognerebbe conoscere come funziona il diritto. Da dove trai questa conclusione? La incapacità di intendere e di volere può essere stabilita dal giudice o sulla base di una perizia fatta da uno psichiatra o su un fatto oggettivo, ovvero avere una età al di sotto dei 14 anni. Vi sono inoltre altre ipotesi meno frequenti che rendono necessaria l'adozione di questa formula, come nel caso accademico del soggetto che si è ubriacato senza averne la volontà, intossicato da fumi di alcol fuoriusciti da una distilleria, oppure il soggetto obbligato a commettere un reato da una minaccia altrui. In questo caso è ovvio che l'incapacità deve essere limitata al momento dell'ubriachezza o della minaccia.
Se invece ti riferisci ai casi di "incapacità di intendere e di volere" per motivi psichiatrici, non sono al corrente di sentenze che chiudano tutta la vicenda con un puff. Nel 99 per cento dei casi viene applicata una misura di sicurezza, la cui durata è procrastinabile all'infinito (teoricamente), poichè vi è una rivalutazione della pericolosità sociale ogni anno, o ogni due. Nel frattempo il pericoloso socialmente può essere destinato a vari tipi di provvedimenti che vanno dagli obblighi sul territorio (compreso quello di non poter conseguire la licenza di guida) alla REMS.
Si tratta di un ordinamento pensato all'epoca del fascismo, quindi sufficientemente restrittivo. La grande differenza da allora è stata la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Una sanità efficiente e dotata di strumenti e di professionalità elevate è comunque in grado di affrontare queste misure, anche grazie ai miglioramenti della farmacoterapia rivolta ai soggetti psichiatrici che di solito commettono delitti gravi (schizofrenici).
#2523
Tematiche Spirituali / Re:Religione e ragione
19 Maggio 2019, 17:22:04 PM
CitazioneLascio Sisifo ai piedi della montagna! Si ritrova sempre il proprio fardello. Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore che nega gli dèi e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.

A. Camus
Questa è la mia visione della speranza. Non necessariamente chi è a-teo non nutre speranze e non necessariamente chi è credente è irrazionale. Se davvero così fosse tutti gli atei si suiciderebbero e le società religiose del passato non sarebbero state il precedente storico e culturale di quelle attuali.
Io penso che credere in Dio sia un fatto consolatorio estremamente potente, perché permette di vedere un senso e di concepire un riequilibrio di tutto ciò che viviamo di ingiusto, dalla morte dei nostri cari fino al mozzicone buttato a terra.
Le religioni inoltre hanno educato per millenni gli uomini che venivano da una preistoria estremamente violenta e priva di ogni sofisticato meccanismo regolatore, così come noi li conosciamo.
Inoltre di fronte a certe involuzioni anche attuali, il pensiero religioso mi è molto più affine di altri modelli contemporanei.
Se ti dicessi che credo nei Vangeli epurati da Dio cosa mi risponderesti ( oltre a denunciarmi come eretico  :) )?
#2524
Tematiche Filosofiche / Re:L'immagine della realta'
19 Maggio 2019, 15:22:21 PM
CitazioneI viaggi nel tempo sono possibili: sei tornato all'epoca di Protagora e di Gorgia! Ma ti lascio volentieri a discutere con loro. Io resto qui nel 2019.
Per Carlo: e meno male. La trasmissione simbolica del sapere e quindi del nostro benessere dipende proprio da questo possibile viaggio nel tempo virtuale. Tra l'altro anche i tuoi autori preferiti, per coltivarli li devi scovare nel loro tempo. Magari il tuo viaggio è più corto ma sempre di viaggio temporale si tratta.
Punto 2, e questo te lo dico da moderatore, evita questo tono irrisorio nei confronti di altri iscritti al forum. Grazie.
#2525
Tutto vero. La differenza sta nel fatto che io, con i miei limiti, sono consapevole dell'importanza di Jung nella storia del pensiero psicoanalitico ed umano in genere e non mi sognerei mai di dire che Jung era un ciarlatano o altro. Commenti che invece non mancano nella prosa di Carlo, quando scrive di Kant, Freud o qualche altro studioso a lui non gradito. Il confronto avviene se un interlocutore accetta il fatto che anche le idee del suo antagonista hanno un loro valore. Altrimenti è una specie di Santa messa laica. Tutto qui.
#2526
Scusami Carlo ma che senso hanno questi tuoi interventi? Non mi sembra che tu abbia alcuna voglia di confrontarti. Scrivi i tuoi post, che sono considerati più evangelici dello stesso Vangelo. Cosa pretendi da noi comuni mortali? Che accogliamo la buona novella junghiana? Oppure attraverso i conflitti virtuali che scateni metti temporaneamente a tacere dei conflitti che evidentemente sono ancora irrisolti?
#2527
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La volgarità
17 Maggio 2019, 15:02:33 PM
La geenna, citata nei vangeli come sinonimo di Inferno, non era altro che il sistema fognario di Gerusalemme. Se non ricordo male. Quindi confermo e vado avanti. 8)
#2528
Tematiche Filosofiche / Re:L'immagine della realta'
16 Maggio 2019, 04:55:00 AM
Molti neuroscienziati, credo la maggioranza anche se non ho mai fatto il conteggio, non ha mai scritto, da nessuna parte che coscienza e cervello siano identiche. Hanno solo trovato, in modo scientifico, ovvero con le tecniche di imaging che esistono nel cervello dei circuiti complessi che vengono attivati a seconda della risposta-azione che il binomio soggetto-ambiente determina.
Per fare un esempio del livello di complessità del nostro organismo e di come questa complessità sia in qualche modo associata alla coscienza, basti pensare che l'osteocina, un ormone prodotto dalle ossa influenza la solidità delle funzioni cerebrali della memoria (sinapsi). Quindi se si hanno ossa sane si ricorda meglio.
I neuroscienziati, ad ogni modo, a differenza dei sognatori, fanno prove di laboratorio per cercare di verificare quello che dicono, il che mi sembra encomiabile in questo mondo di venditori di fuffa.
#2529
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La volgarità
15 Maggio 2019, 13:56:14 PM
Per comprendere pienamente la volgarità dei ns tempi, basta vedersi un dibattito politico degli anni '70, dove tra l'altro si fronteggiavano teorie politiche realmente alternative. Ascoltate la grazia di Almirante e le risposte chiare e comunque complesse di Moro o di Berlinguer. I politici di oggi fanno la figura di galline starnazzanti.
La volgarità è la conseguenza di un appiattimento culturale: "siamo tutti uguali e tutti ugualmente volgari". Le classi dominanti, in passato, giustificavano il loro dominio anche sulla base dell'autocontrollo degli impulsi, su una società "alta" che doveva dimostrare di non essere come gli altri, come la società volgare. Se questo poteva essere un segno di vetusta aristocrazia, dall'altro poteva essere uno sprone. E' tutto ben descritto in Metello di Pratolini.
In questo modo, impegnandosi, si poteva essere cooptati nella élite, pur appartenendo alle classi volgari.
Oggi la élite, essendosi sempre più cristallizzata e attraversata da un feroce nepotismo, non deve più aspirare al meglio o cooptare i migliori, provenienti dal basso. Può gestire meglio il potere camuffandosi da massa neotruzza-borgatara, feroce, selvaggia, così da non stimolare l'opposizione noi-loro e il risentimento di chi truzzo-borgataro lo é fino in fondo. Inoltre l'opposizione noi-loro può essere molto meglio rispondente ai desiderata del grande capitale attraverso l'opposizione nativi/immigrati.
È una dinamica comunque ben presente nella società italiana, dalla controriforma in poi e che nel marchese del Grillo ha la sua più emblematica figura.
#2530
Tematiche Filosofiche / Re:L'immagine della realta'
14 Maggio 2019, 21:53:12 PM
L'unico criterio che più si avvicina alla verità è la misurabilita'. Il criterio scientifico per eccellenza. Quello che ci permette di scrivere su uno smartphone dopo innumerevoli passaggi precedenti. Se vogliamo restare in ambito sociale l'intersoggettivita' è un criterio parzialmente accettabile, considerato che sono esistite società totalmente e intersoggettivamente negative. Inoltre in ambito sociale esistono dinamiche assenti nel mondo fisico: una roccia di quarzo non vorrà mai convincere le rocce di calcare a proposito dell'inferiorita' del marmo a scopo di dominio.
#2531
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La volgarità
14 Maggio 2019, 18:15:31 PM
Nei vostri discorsi non mi riconosco. Sono d'accordo solo su una osservazione di Inverno: si è davvero amici solo con quelli con cui si può essere amichevolmente volgari.
Ma qui, nel forum, non siamo amici. In tv, i tronisti o i giornalisti che si danno del tu o usano le parolacce alla Sgarbi non sono amici.
Sicuramente vi sono state epoche più volgari e il political correct ha i suoi ipocriti bachi, ma l'esercizio nella gentilezza e nelle buone maniere è una disciplina che forma le nostre stesse menti. Sta a noi poi usare questa disciplina non come manierismo forzato e falso ma come modo di interagire che permette di sviluppare il rispetto per gli altri.
Non a caso la volgarità è un tratto tipico che si associa all'esaltazione della forza, della prepotenza, del cameratismo militare.
#2532
Tematiche Filosofiche / Re:L'immagine della realta'
13 Maggio 2019, 23:19:50 PM
Che la realtà vera ed assoluta sia difficile da trovare e spesso foriera di guai è condivisibile. Ma anche dire che ogni verità è solo una convinzione causa una montagna di "m....". Infatti, ogni società deve in modo convenzionale accettare dei valori-credenze che in qualche modo ritiene più validi e accettabili di altri, o che per convenienza rispetta. Quelle verità sociali devono essere quelle che fondano il vivere collettivo: ad esempio che la pedofilia è male e Il sesso fra coetanei è bene. Se ognuno rincorre le proprie convinzioni apriamo la porta al massimo alla libertà ma la chiudiamo al senso del vivere sociale. Potrebbe essere la descrizione del mondo odierno se a ciò aggiungi il bisogno della omnispettacolarizzazione.

Un secondo aspetto riguarda il livello di convinzione di ognuno di noi rispetto alle sue verità. La convinzione può funzionare come sistema on/off nelle menti semplici dove è più facile imbattersi in criteri digitali aperto/chiuso ma se vogliamo apprendere il mondo nella sua complessità, la convinzione della propria verità non può fare a meno di confrontarsi con la verità dell'altro e da questo confronto, se fatto con onestà, discende un livello di convinzione meno granitico, che lascia spazio ad un pensiero scettico e creativo, piuttosto che a un pensiero rigido, dove alle mie convinzioni si contrappongono quelle degli altri.

Non tutte le convinzioni, infine, a mio giudizio, hanno la stessa dignità: anche essere fascisti potrebbe essere una convinzione ma ciò non toglie che chi è fascista va combattuto, prima democraticamente ed eventualmente anche con la forza.
In campo sociale parlare di verità e/o convinzioni non può essere mai discostato da ciò che si sente come giusto. La verità sociale di fondo è solo la giustizia.
#2533
La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico, concepito una prima volta da Freud, con buona pace di Jung. Inoltre non capisco cosa centri la proiezione come meccanismo di difesa e la proiezione così come concepita dal tuo primo post, dove in sostanza si proietta su falsi idoli quella venerazione che si deve a Dio. Posso sbagliarmi ma con proiezione si intende evacuare parti negative del sè, attribuendole ad un altro, che appunto, come fai notare, diventa capro espiatorio. Ci si sente puliti sporcando gli altri. Nel caso della relazione feticci/Dio, i feticci su cui si proietta non sono visti in modo negativo dai "proiettatori" (scusa la parola) ma anzi sono idolatratati. Direi che in questo caso il meccanismo di difesa più adatto potrebbe essere l'idealizzazione, cioè l'attribuzione di qualità superiori a soggetti che ritieniamo capaci di proteggerci, di guidarci e di amarci in modo perfetto. Ma la stessa idealizzazione viene assegnata, dal mio punto di vista, a Dio. Dio e divi sono elementi di una stessa funzione, che, per vie diverse, ci rendono incapaci di assumerci le nostre responsabilità di fronte agli altri e al mondo.
#2534
In sostanza stai dicendo che per non essere abbagliati da feticci succedanei è meglio essere abbagliati dal feticcio archetipico. Penso che sia la stessa storia ontologica di ognuno di noi a fondare la speranza di poter trovare in qualcuno, o in qualcosa, una guida, un amorevole e autorevole sostegno. Dio, all'inizio, non è  altro che la trasposizione in chiave culturale dei nostri genitori,  prima della disillusione adolescenziale.
Detto questo ci si dovrebbe ormai esercitare ad essere adulti, definitivamente, senza per questo dimenticare i grandi insegnamenti che le religioni ci hanno tramandato. E magari anche accettando, che di tanto in tanto, qualche mito/feticcio si insinui nella nostra mente e la faccia ritenere meno pura di quanto potrebbe credersi.
#2535
Tematiche Filosofiche / Re:L'immagine della realta'
11 Maggio 2019, 18:55:33 PM
Le persone che dubitano sono quelle che non considerano "sempre" vero o reale ciò in cui credono. Le persone che considerano la possibile coesistenza di verità diverse, che sono poi le persone che hanno potuto confrontare e paragonare verità e realtà diverse. Questo su un piano sociale, per cui non posso considerare più vera e reale la mia società occidentale rispetto a quella apache.
Su un piano di osservazione e spiegazione della realtà fisica, ciò che si approssima di più alla realtà/verità risale a circa 400 anni e si chiama scienza moderna.