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Messaggi - Jacopus

#2536
Breve inciso laterale: per Carlo pierini: le mutazioni genetiche casuali non sono una ipotesi ma sono state verificate sperimentalmente. Tanto per fare il primo esempio basti dire che gli spermatozoi sono singolarmente portatori di molte mutazioni "naturali" rispetto al dna che trasmettono.
#2537
L'obiezione di Carlo, ovvero genericamente dell'inserimento della "mente umana" fra i fattori eziologici del mondo, non è banale, per quanto non condivida le sue conclusioni junghiane. È il solito discorso: se tutto è deterministico ed è solo la nostra ignoranza a farci credere che vi sia una incidenza della causalità (mondo che esiste ma non ha un inizio in un evento) allora tutta la storia dell'uomo è giustificata moralmente, il che non è.
Se causalità e casualità continuano a convivere (mondo che esiste a partire di un evento casuale) l'agire umano continua a comunque ad essere un incidente privo di voce in capitolo, rientrando in una delle due categorie, privandolo comunque di capacità di azione per modificare il mondo, una capacità che l'uomo, negli ultimi secoli, ha dimostrato in tutta la sua potenza.
Seconda obiezione: perché un mondo esteso infinitamente nel passato e nel futuro non potrebbe essere anche casuale? Non sono gli assiomi a verificare come funziona il mondo ma le dimostrazioni sperimentali misurabili, altrimenti torniamo nel mondo della metafisica e abbandoniamo quello fisico.
#2538
@ Odradek. Perché ai giudici non dovrebbero interessare? Pensi ancora al giudice come "matematico esecutore di un diritto penale Algebrico"? Oppure?
#2539
Il mondo è pieno di bispensiero. L'importante è farlo notare. Rispetto a quello che dici di Poe è corretto.  Per semplificare siamo sempre un mix di fattori ambientali e fattori genetici, ma se diminuiamo il peso dei fattori ambientali ti sembra più giusto condannare a morte per una casuale combinazione genomica per la quale non abbiamo sicuramente alcuna responsabilità?
Io non sto dicendo che le persone non vadano punite (il rischio è sempre quello di estremizzare le posizioni: in questo caso forcaioli vs buonisti), ma la  violenza, ovvero quel fatti eclatanti che nel comune sentire ci indignano, è quasi sempre la conseguenza di un apprendimento della violenza o come martire o come carrnefice. Ed ovviamente sono presenti anche aspetti genetici, i quali non escludono la libera volontà ma che vanno considerati alla luce delle scoperte scientifiche.
Ad ogni modo, se vi capita, leggete il libro di Andreoli. Non vi farà cambiare idea ma vi darà almeno una nuova prospettiva per guardare il problema. È un libro economico e scritto in modo non specialistico.
#2540
Io davvero non so come fate ad avere queste certezze. Vi consiglio di leggere il lato oscuro di Vittorino Andreoli. Andreoli è stato il consultente tecnico d'Ufficio del processo a Donato Bilancia e Donato Bilancia si è fidato talmente tanto di lui da avergli dato la possibilità di raccontare la sua biografia che ci fa comprendere cosa talvolta muove l'azione delittuosa e di come sia complessa questa problematica, mentre la visione del colpevole che si da la pena da solo, somiglia alla storia semimitologica del "nodo di Gordio".
Ebbene Donato Bilancia rientrerebbe sicuramente, per i vostri canoni, nell'omicida che si deve uccidere da sè, tra l'altro facendo risparmiare un sacco di soldi allo stato (visione economicista da parte di coloro che, attraverso il bispensiero, proclamano una cosa e il suo contrario). Fatto sta che Donato Bilancia fu sottoposto ad una serie di traumi profondi nella sua infanzia. Figlio unico, i genitori lo umiliavano pubblicamente continuamente, fin dalla più tenera età. La madre aveva l'abitudine di stendere le sue lenzuola sporche di urine, per mostrare a tutto il vicinato che soffriva di enuresi notturna. Il padre lo spogliò di fronte alle cuginette e indicando il suo pene, lo derise dicendo che lo aveva piccolo. Questi due episodi che mi vengono in mente, ma ce ne sono altri. In queste condizioni un uomo non sarà mai sicuro di sè e si sentirà tradito se accadono altre cose nella sua vita che lo mettono sotto stress.
Infatti gli omicidi iniziarono quando si sentì tradito da due suoi amici che ascoltò di sottecchi, di come volevano truffarlo. Questa cosa lo fece agire come in corrispondenza ad un tradimento, che questa volta, a differenza di quello perpetrato dai genitori, non poteva perdonare.
A questo punto chi si dovrebbe autoirrogare la pena di morte? Donato Bilancia, i suoi genitori, i vicini che facevano finta di niente, i genitori delle cuginette che voltarono lo sguardo, la scuola che non si accorse di nulla? Lo stato italiano che non finanzia i servizi consultoriali come sarebbe necessario?
Tutto ciò ha provocato una decina di morti.
#2541
Come noto esistono nel cervello diversi tipi di memoria: dichiarativa, procedurale e operativa sono le principali.
L'ipotesi che vorrei discutere non è nuova, e risale alla teoria dei riflessi condizionati di Pavlov. Una teoria che è stata piuttosto denigrata in seguito, criticata di materialismo, di scarsa attenzione ad altri fattori comportamentali.
Facciamo un passo indietro (o avanti).
"Se il neurone A stimola ripetutamente il neurone B a rilasciare un potenziale d'azione - impulso elettrico - in entrambe le cellule si verificherà un cambiamento che verificherà un cambiamento nei due neuroni, rafforzando la connessione sinaptica."
Questo é il modo in cui funziona la memoria procedurale, quella che ci permette di camminare o parlare, poiché le connessioni sinaptiche sono state stimolate così tanto da aver raggiunto le parti più profonde del SNC. Per questo motivo le persone anziane affette di demenza conservano capacità come camminare, parlare, mangiare o svolgere semplici compiti motori.
Ma ipotizziamo che questo meccanismo funzioni anche per aspetti più complessi del comportamento umano e delle credenze umane.
Se un soggetto viene sottoposto fin dalla più tenera età a un "lavaggio del cervello" sulla bontà del sistema feudale o sulla moralità della pedofilia (Sto esagerando), i circuiti della memoria procedurale, strutturati così in profondità, potrebbero assorbire anche questi messaggi culturali e di conseguenza condizionare in modo rilevante il comportamento del soggetto così condizionato?
#2542
Socrate. Gli argomenta ad hominem sono solo irritanti. Odradek non faceva sofismo: ti ripagava con la tua stessa moneta.  Prova a rileggere gli interventi precedenti. Grazie.
#2543
La pena nei secoli ha avuto una evoluzione non indifferente. Davintro ha scelto una posizione virata fortemente verso la posizione "utilitaristica". La pena deve assolvere ad un compito economico, di restituzione e di gestione della società nel suo complesso. Va bene, per carità, ma è solo una forma un po' raffinata della lex talionis. Un'altra grande tradizione è quella "retributiva". Hai fatto del male, ti restituisco del male, possibilmente in un modo talmente geometrico da essere inattaccabile. Poi c'è la tradizione "social-preventiva": punisco il reo come esempio, per impaurire e controllare tutti i possibili rei. Accanto a queste tradizioni che accettano la pena, vi sono quelle critiche nei confronti della pena, a partire da quella marxista, per cui il diritto penale non è altro che il cane da guardia dei rapporti di classe. Per passare ad altre interpretazioni più sofisticate per le quali ad esempio la pena serve per distinguere "paranoicamente" i buoni dai cattivi.
Penso che non potremmo, sul breve-medio termine fare a meno del diritto penale, per motivi difficili da sintetizzare ma che chiamano in causa anche la trasmissione genetica, ma occorrerebbe sentirci, di fronte ad un reato sempre come co-responsabili, e in quanto tali promotori di un mondo meno violento e più giusto e questo mondo non si può cercare né voltandoci dall'altra parte, né condannando persone fragili ad un ruolo che finisce per diventare identità e perpetuare il male e i reati. Contemporaneamente dobbiamo interrogarci sui nostri comportamenti, spesso altrettanto illegali come quelli della delinquenza comune, ma coperti dalla patina della rispettabilità da "colletto bianco".
Nulla di nuovo in fondo. È già stato tutto detto da Gesù Cristo in termini magari più semplici ma che colpiscono il cuore della questione, con buona pace di tutti i cristiani-crociati.
#2544
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
05 Maggio 2019, 17:02:39 PM
Odradek. Il tuo modo di intervenire è spesso al limite delle buone maniere. È evidente che potresti contribuire molto e bene a questo forum, ma la prima regola è la cortesia e non far intendere che le idee altrui sono stupide. Inoltre qui siamo nella sezione spiritualità. Non dobbiamo dimostrare che le religioni sono tutte fandonie. Se ti va puoi aprire un argomento in merito e  spiegare le tue ragioni. Grazie.
#2545
Socrate. Parlare di casi eclatanti da "prima pagina" non serve. Tra l'altro è necessario distinguere. Il garantismo è una parola che racchiude tutte quelle norme che discendono dall'habeas corpus del diritto anglo-sassone. Ovvero la necessità che l'imputato giunga vivo davanti al giudice.  Angelo Izzo invece godeva di una misura alternativa al carcere, cosa molto diversa dal garantismo.
Il fatto è che il diritto penale assolve ad un compito importantissimo: ripristinare la giustizia laddove è stata spezzata dell'atto del criminale, che si pone così fuori dalla società.
Ma gli studi criminologici ormai ci hanno detto talmente tanto in merito e non voglio tediarti. Ti basti sapere che contro la pena di morte ci sono i seguenti argomenti:
1) possibilità di errore giudiziario;
2) i paesi che prevedono la pena di morte non sempre sono meno violenti. Anzi spesso è vero il contrario.
3) uno stato che prevede la pena di morte si pone allo stesso livello del criminale, poiché diventa padrone della vita, non più dei cittadini, ma dei sudditi.
4) Molti studi hanno ormai confermato che la legge non è uguale per tutti e pertanto a parità di condizioni, la probabilità di salire sul patibolo è maggiore per un povero, immigrato, senza cultura, emarginato, rispetto ad un ricco, autoctono, colto, integrato.
#2546
A parte il fatto che ci sono innumerevoli esempi contrari. Ma proprio l'esempio che fai è chiaro. Gesù non dice che sarà ucciso da Dio o dagli uomini ma che la pena divina sarà così terribile che sarebbe meglio che si eliminasse da solo.
In ogni caso non dobbiamo giustificare la pena di morte sulla base delle sacre scritture. Il mio era solo un tentativo per far scorgere le aporie del pensiero (bispensiero) di molti credenti.
Posso dimostrarti facilmente per altre vie la inopportunità della pena di morte, alcune delle quali sono già state mostrate da Eutidemo.
Posso solo aggiungere che gli stati che ammettono la pena di morte sono, e questo è facilmente dimostrabile, sono, o paesi arretrati o autoritari, con l'unica eccezione di alcuni stati federali degli Usa.
Io personalmente sono orgoglioso di essere italiano perché fu uno stato italiano che per primo, nel 1700, abolì la pena di morte, il Granducato di Toscana.
#2547
Per Socrate: quello che scrivi non ha nessuna corrispondenza con l'insegnamento di Cristo. Almeno che io sappia. Vorrei che fossero citati i passi del Vangelo che supportano la tua tesi. Altrimenti la tua interpretazione evangelica e nello stesso tempo mortifera, resta una tua interpretazione, priva di valore ad un livello del discorso un po' più ampio. Ad ogni modo, rallegrati, sei in buona compagnia. Va di moda essere katholikos senza conoscerne il significato. La cosa buffa è che spesso lo devono ricordare i non credenti a credenti.
#2548
È un discorso già affrontato altrove. Eutidemo ha fatto una sintesi sufficiente. Parlare in modo semplice o semplicistico di questo tema conduce a giustificare i peggiori istinti dell'essere umano.
La criminologia da Lombroso ad oggi spiega sotto molti aspetti le dinamiche comportamentali del criminale. Ciò che invece io non riesco davvero a spiegarmi è come una persona che si professa cattolica possa invocare la pena di morte, a meno che non rinneghi Cristo e si rifaccia al solo antico testamento. Solo in questo caso sarebbe coerente con sé stesso.
#2549
CitazioneL'idea che i pensieri e i loro contenuti occupino uno spazio nel cervello a me non sembra meno fantasiosa e audace dell'altra
In realtà più gli studi neuroscientifici procedono e meno questa ipotesi risulta fantasiosa. Sono stati individuati circuiti cerebrali dell'empatia, per non parlare di aree come quelle di wernike o di broca o dell'amigdala che regolano nostre specifiche capacità. E' perfino individuabile l'area critica che ci rende depressi o euforici o innamorati. Mi spiace dirlo ma si tratta sempre e solo di neurotrasmettitori che fanno comunicare aree del SNC a seguito della relazione con l'ambiente.
Ma il punto non sta in questo. L'uomo ha bisogno di sognare, di pensarsi al centro o anche lateralmente a misteri.
Quindi finché si viveva in epoche oscurantiste e che di quella oscurità alcuni si servivano, ben venga l'immortale motto di Kant, che spiega in una frase cos'è l'Illuminismo.
E questa frase resterà lungo tutta la mia vita, la mia bussola. Ma non può l'uomo conservarsi una parte sconosciuta e al di fuori del suo dominio? Qual'e' il costo di desacralizzare ogni cosa? In fondo Socrate non ha tutti i torti quando accosta questa desacralizzazione con l'oggettivazione di tutti noi, strumentalizzanti o strumentalizzabili. Possiamo conservare un dominio del sacro e nello stesso mantenere il principio moderno di ottenere la verità come sfida umana e laica?
Se è tutto così material/ razionale perché continuiamo a sognare, ad ascoltare musica, a fantasticare sopra libri d'avventura o fantascienza? Eppure, al solito ci si divide in due squadre: i razionalisti puri e gli spiritualisti puri, ma in questo mondo ciò che è puro ha di solito una faccia nascosta di violenza terribile. Lo sappiamo tutti ma ce ne dimentichiamo. Questo bisognerebbe anche indagare. La rimozione della constatazione che la purezza e' spesso  causa di violenza.
#2550
Pensiero del mattino, emerso spontaneamente e acerbo.
Condivido molti argomenti degli ultimi due interventi di Baylham e Ipazia. Esiste però una dimensione della vita che è necessariamente immateriale e che interroga i fondamenti della vita e del suo senso ed è a partire da qui che sono nate infatti le religioni: perché siamo nati? Perché dobbiamo morire? Cosa o chi ha creato l'universo? Nessuna visione materiale, neppure quella "corretta" di Ipazia, è in grado di rispondere.
Inoltre, se usata bene, ovvero senza diventare un patrimonio di parassiti ecclesiastici, un continente di immaterialita' è un prezioso contenitore di significati, paragonabile alla coesistenza fra conscio e inconscio.