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Messaggi - Kobayashi

#256
Ma che oggi non ci sia alcuna utopia c'erano forse dei dubbi?
Una prassi politica-economica-tecnica che va avanti per progetti, senza l'ardire di un'offerta di liberazione dell'uomo.
Certo, è così, chiaramente è così, e nel video Cacciari ne ricostruisce bene la storia, fino all'attuale decadenza.
Ma il punto è questo: qual'è il costo che il singolo si trova a dover pagare per riuscire a sopportare questo andare avanti, questo procedere senza un perché? Quali gli assestamenti, le fughe, le operazioni di retroguardia, necessari alla resistenza?
Voglio dire che il punto di partenza anche quando si procede cercando strade inattuali come la riattivazione dello spirito religioso è sempre quello di uno stato di alienazione inevitabile. Per cui si sceglie tra alienazioni diverse, alienazioni più o meno distruttive. Si cercano le forme meno soffocanti per il proprio Io, quelle che consentono ancora di gioire, si costruiscono minuscole strategie con il solo fine di mantenere in se' più umanità possibile anche quando la forma di queste strategie è pretenziosa fino all'assurdo come il recupero di grandi progetti filosofici da alchimia o teosofia...

Si tratta però di capire se l'uomo sia fatto per questo tipo di minimalismo filosofico o se al contrario sia, per sua natura, costretto a spingersi sempre verso visioni utopiche nonostante il tempo presente.
#257

Se rileggi bene il post iniziale scritto da te stesso (!) ti renderai conto che il tema è quello dell'egualitarismo in relazione alla vita eterna.
Per cui mi sembra difficile rispondere senza far riferimento alla salvezza.
Chi stabilisce il peccato? Beh, stiamo parlando di cristianesimo o no? E allora si prenderà la tradizione cristiana.
Infine, non ho detto che i poveri di spirito non possono essere atei (ovviamente), ma che tra i devoti, quelli più semplici sono meno soggetti a farsi persuadere dalle critiche dell'illuminismo.
#258
Tematiche Filosofiche / Cristianesimo ed egualitarismo
24 Febbraio 2021, 10:02:50 AM
Entrambi vi sbagliavate perché non ha senso parlare della salvezza riducendola al solo "premio" della vita eterna.
La salvezza riguarda innanzitutto questa vita terrena e si cerca di realizzare attraverso un certo tipo di esistenza che esclude ovviamente il perseguimento del peccato fino agli istanti che precedono la morte in modo da pentirsi in extremis e guadagnarsi il lasciapassare per il paradiso...
La salvezza in questa vita è proprio l'opera di liberazione dal peccato che il singolo cerca di realizzare affidandosi a Dio, e quindi cercando Dio, la Sua presenza nella propria vita, affidandosi a tradizioni religiose-spirituali un po' giudaiche, un po' greche.

Detto questo, c'è qualcuno avvantaggiato? Sì, i disperati e i poveri di spirito.
I primi, disperati per motivi materiali o spirituali, sono quelli che più hanno bisogno di Dio e quindi sono quelli che, per sopravvivere, sono maggiormente spinti a cercarlo, e tutta la loro vita è una lunga conversione.
I secondi, i poveri di spirito, i semplici, hanno il vantaggio di non dover fare troppo i conti con l'ateismo; a loro viene risparmiato il lungo percorso di distruzione della propria fede, disperazione, ricostruzione su altre basi...

E non c'è meritocrazia, nel senso che il merito non è sufficiente a strappare a Dio la vita eterna. Le opere buone sono in fondo realizzate dall'uomo toccato dalla grazia, quindi alla fin fine da Dio stesso.
Ma del resto bisogna però essere nelle condizioni di sentire questo tocco. Essere già in ascolto di Dio, il che presuppone la presenza di quella condizione, sopra descritta, di ricerca e abbandono fiducioso.
#259
Tematiche Filosofiche / La centralità della coscienza.
21 Febbraio 2021, 08:12:01 AM

La coscienza come centro dell'individuo, come ciò capace di garantire la continuità del soggetto, è qualcosa che si sperimenta istintivamente ma che poi, problematizzato filosoficamente, resta indimostrabile.
La Cristianità si era affidata all'idea dell'anima individuale eterna. Il contadino analfabeta del medioevo che partecipava, per esempio, ad un piccolo pellegrinaggio, lo faceva con l'idea di guadagnarsi la ricompensa eterna. Dunque che la sua esistenza fosse considerata sacrificabile è una questione che riguarda esclusivamente la divisione di casta del potere aristocratico che accompagna da sempre la nostra civiltà, non certo l'effetto di una mancanza di consapevolezza del contadino stesso (la cui interiorità certo sarà stata un po' rudimentale ma comunque viva come dimostra la paura della dannazione eterna).
La Modernità, nel suo ripensamento laico dei fondamenti della civiltà, ha cercato di sostituire l'idea di anima immortale con il concetto di io individuale.
La problematicità di questa figura è tale che alla fine di un paio di secoli di elaborazioni teoriche si sono potute sviluppare filosofie (a partire da quella di Schopenhauer) che sostengono che l'io individuale, l'identità personale, è solo un'illusione, per cui la verità del soggetto va ricercata altrove, con tutto ciò che ne consegue però a livello politico dove, questa volta sì, l'individuo diventa sacrificabile essendo ora il proprio centro lo Stato, la Razza, il Partito, etc.
#260

Per quanto sia difficile ricostruire la vera figura di Socrate, non credo ci siano dubbi sul fatto che sia l'originale inventore di un "filosofare" basato su un certo tipo di dialogo in cui le posizioni inizialmente accettate vengono via via analizzate e confutate; filosofare che presuppone però anche un forte elemento di esortazione morale a prendersi cura innanzitutto dell'anima, prima dei beni esteriori (come opportunamente indicato da Jacopus).
Altra cosa che non può essere messa in discussione è l'importanza dell'impatto della sua personalità sulla parte intellettuale di Atene, con lo sviluppo, dopo la sua morte, di importanti scuole filosofiche (per cui dimentichiamoci delle scenette di un Socrate un po' giullare che va a dare fastidio ai suoi cittadini mentre sono affaccendati: sappiamo in realtà che il suo luogo prediletto per il dialogo era la palestra, dove nel corso delle pause degli esercizi ginnici gli ateniesi potevano liberamente discutere).
[@ Phil] Quindi mi sembra impossibile che il nostro Socrate redivivo si possa mettere a scrivere su un blog: a lui infatti non interessa comunicare (non avendo una dottrina, un sistema da esporre), ma dialogare. Tanto meno me lo immagino a perdere tempo nel cazzeggio da bar...
[@ Antonhi] Così come la sua predilezione per la cura dell'interiorità non significa eleggere a valore la povertà, ma solo stabilire una chiara gerarchia tra ciò che conta veramente e ciò che è soltanto accessorio (cosa che dovrebbe essere comune a tutti i filosofi; questo fa di loro una categoria di sfigati? Allora noi che partecipiamo ad un forum su questi sfigati che cosa siamo? Ultrasfigati? Supermentecatti?).

No, io me lo immagino ancora capace di entusiasmare e sconvolgere, alla testa di quel movimento spirituale (non religioso) di cui tanti, atei e teisti, sentono l'approssimarsi.
#261
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
15 Febbraio 2021, 09:32:46 AM

Curioso ma sintomatico della tristezza del nostro tempo che per convincere di un argomento ovvio fin dalle prime civiltà superiori, ovvero che senza armonia con la natura non ci può essere per gli uomini alcuna vera felicità, si debba ricorrere all'argomento dell'egoismo e dell'utilitarismo...
Anche qualche bagliore di intelligenza, per essere credibile, deve essere ridimensionato all'uso strumentale del bene "natura" per gli effetti positivi del proprio benessere, perché appunto non c'è nient'altro, solo la ricerca del proprio confort (almeno tra le masse, tutta un'altra storia per i pensatori, loro sì nobilissimi e spiritualissimi, che delle masse hanno questa visione...).
#262
Tematiche Filosofiche / Sofisti e società attuale
09 Febbraio 2021, 14:52:05 PM
I Sofisti sono un fenomeno complesso e vario.
Principio unificatore è probabilmente la centralità dell'interesse per l'insegnamento della virtù politica.
I contenuti variavano molto: si andava dall'enciclopedismo di un Ippia di Elide alle tecniche di pura retorica di Gorgia, passando per l'umanismo di Protagora.

I sofisti si rivolgevano esclusivamente all'elite.
Per questo non ha senso vederli proiettati nei politici attuali.
I sofisti erano uomini di cultura, non utilizzavano strumentalmente la propria cultura per avere maggior potere (ma solo per vivere, con i compensi che ricevevano), non erano demagoghi, non cercavano di soggiogare il popolo.

Di loro scrive Jaeger in "Paideia": "Tutto ciò fa pensare ai letterati del Rinascimento, [...] l'indipendenza, il cosmopolitismo e la libertà di mosse che porta i Sofisti per il mondo. Ippia d'Elide, esperto in tutti i campi dello scibile e che ha appreso tutte le arti manuali, che non porta indosso un indumento ne un ornamento che non abbia fabbricato di sua mano, è il perfetto uomo universale".

Venendo al nostro tempo, ritenendo che il problema della formazione della classe dirigente sia ormai da considerarsi una partita persa, vedo il neo-sofista questa volta al servizio di singoli cittadini che decidono di investire un po' dei propri soldi in una cultura superiore fuori dai canali istituzionali, fuori dall'alienazione e dalla logica dell'intrattenimento delle scuole
#263
Tematiche Filosofiche / Sulla comunità
06 Febbraio 2021, 07:25:35 AM
Anch'io non ho capito molto del post di Ultima. Sembra che voglia suggerire, per comprendere le dinamiche reali delle comunità, di indagare alcune esperienze apparentemente distruttive quali l'inganno, la cospirazione, il complottismo, che invece potrebbero fornire il collante di micro-gruppi.

Non sono esperto di studi sulla comunità, ma a me sembra che l'errore principale di tutto il ragionamento sta nel ritenere che sia l'identità a costituire il baricentro, così da dover impedire ad ogni costo la nascita di opinioni diverse rispetto alla cultura di gruppo.
Ma al centro non dovrebbe esserci invece la cura di un bene comune? Che sia un'attività da cui i membri traggono sostentamento o un progetto culturale, non importa. Così il "dogma" sarebbe il progetto, mentre tutto il resto, le idee, le identità, le culture, dei singoli membri, non rischierebbero di diventare principi di dissoluzione, ma anzi elementi che favorirebbero il lavoro interno.
#264
Attualità / Wallstreet bets e la rivolta di reddit
03 Febbraio 2021, 08:13:26 AM

Hedge fund  e fondi speculativi, che operano sui mercati anche con posizioni ribassiste e con la leva (cioè assumono posizioni ampie mettendo come garanzia solo una parte dell'importo necessario all'apertura delle stesse), non utilizzano le risorse dei piccoli investitori (c'è di solito un limite minimo di ingresso: una singola quota di questi fondi può essere di qualche milione di euro).
Certo, gli investitori istituzionali come i fondi pensioni, all'interno della loro strategia di diversificazione, possono anche decidere di acquisire alcune quote di un hedge fund, ma è ovvio che tali fondi sono società finanziarie che hanno come obiettivo la gestione della ricchezza privata, non del risparmio dei piccoli investitori.

Dunque il fallimento di un hedge fund non deve in alcun modo preoccupare chi non fa parte dell'elite economica.

Piuttosto è interessante il fatto che uno dei più importanti broker online a livello mondiale ha inviato ai suoi clienti italiani un'email scusandosi per alcuni disservizi avvenuti nei giorni precedenti dichiarando: "Ci troviamo nel bel mezzo di una situazione in continua evoluzione nei mercati globali, che sta attirando un numero significativo di nuovi trader sulle piattaforme di trading per acquistare determinate azioni in modo coordinato".

Facendo un semplice calcolo immaginiamo 10mila piccoli traders con un conto da 5mila euro che utilizzando una leva 10 possono muovere ciascuno un volume da 50mila euro. Se coordinati possono quindi spostare complessivamente 500milioni di euro sullo stesso strumento finanziario. Facile capire l'effetto che possono produrre su azioni minori...

Forse è veramente nato un nuovo modo di rapportarsi alla finanza utilizzando i social e che presuppone l'alleanza delle forze per avere impatti significativi sui prezzi.
#265
Tematiche Spirituali / Peccato e peccatori
30 Gennaio 2021, 16:16:19 PM

Da tempo ci siamo svincolati dalla Legge. Così la nostra esperienza del peccato non si compie sul piano della trasgressione, ma su quello del desiderio.
Si commette un peccato quando si sbaglia nell'interpretare il proprio desiderio e si finisce fuori strada. Per questo, dal punto di vista spirituale, il tema centrale è quello del discernimento: la capacità di vagliare, setacciare, distinguere i moti del cuore, e intuire se portano vita e abbondanza o morte ("se vengono da Dio o dall'Avversario" dicevano un tempo i monaci).
Questo discorso presuppone l'idea che l'uomo sia eccentrico (sempre sbilanciato dal proprio desiderio) ma anche, positivamente, che ci sia, al di là dei continui sbilanciamenti superficiali del proprio cuore, un desiderio più profondo, in cui riposare. Ritrovare finalmente la propria casa, insomma.
#266
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
29 Gennaio 2021, 17:09:42 PM

Interessante quello che scrive Emile Benveniste nel suo "Vocabolario delle istituzioni indoeuropee" sulla nozione di libertà: il significato originario non è "essere libero da" ma è costruito positivamente sul concetto di appartenenza ad una comunità o una cerchia ristretta di persone che si considerano amici.
L'uomo libero si distingue dallo schiavo e dallo straniero proprio perché viene da una stirpe, da una comunità.
Se fosse libero solo perché non soggetto al potere di altri potrebbe far valere il proprio privilegio nei confronti dello schiavo, ma non dello straniero.
#267
Attualità / Wallstreet bets e la rivolta di reddit
29 Gennaio 2021, 09:03:36 AM

Molto interessante ma credo che agendo in questo modo quella comunità di piccoli traders finisce per incorrere nel reato di manipolazione del mercato (e questo legittima l'intervento delle Autorità di controllo della Borsa).
Se però diventasse una comunità segreta capace di coordinarsi con l'obiettivo di prendere di mira titoli a piccola capitalizzazione su cui si sa che sono in corso operazioni di grandi fondi speculativi, beh, pur commettendo ancora un reato, potrebbero effettivamente ottenere ciò che sembra impossibile ovvero un reale trasferimento di ricchezza da quei fondi ai conti di outsider della finanza...
#268
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
28 Gennaio 2021, 08:53:31 AM
Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2021, 21:09:36 PM
Il testamento di FN è che la libertà - prima di ogni incrostazione ideologica - consiste nel seguire la strada che l'evoluzione naturale ci ha concesso. Volare se abbiamo le ali, nuotare se abbiamo branchie e pinne, ecc. Goderci la vita, per quello che ci può dare, se siamo creature animate. L'assenza di libertà è l'incrostazione ideologica (religiosa, metafisica, politica, feticistica,...) che impedisce il pieno dispiegarsi di "essere quello che si è", negando e demonizzando (vedi: l'ideale ascetico) tutto ciò che è fonte di piacere e libera affermazione vitale nella condizione umana. Ovvero negazione di tutto ciò che l'evoluzione ha deciso per noi nel lungo cammino del suo agire.

Sicuramente la libertà, nella concretezza della vita, è soprattutto "non essere soggetti a ...", essere svincolati da forme di assoggettamento esteriori e interiori, per cui la sua analisi non può non rivolgersi anche al potere.
Però qui inizia il problema. Se per N. liberazione significa soprattutto emancipazione da morali e religioni, per noi significa piuttosto opposizione rispetto ad un potere che cancella ogni alleanza per relegare il singolo ad un destino di consumo.
L'edonismo è funzionale a questo capitalismo. Non si tratta più per il potere di disciplinare il lavoratore perché il lavoratore non c'è più, al suo posto c'è l'imprenditore di se stesso (per usare un'espressione in voga all'inizio del neoliberismo), colui che deve continuamente massimizzare i profitti anche se questi non sono al momento reali ma solo nella forma delle informazioni private che rilascia sui social o dei continui aggiornamenti professionali nella speranza di poter essere sempre considerato una risorsa utilizzabile.

Per cui inevitabilmente essere liberi oggi significa tutt'altro. E forse la direzione è quella opposta dell'astinenza, della disciplina, dell'ascetismo, del diventare un problema per il capitalismo, dello sforzo per riannodare alleanze con altri "ribelli" etc.
Ma è un percorso tutto da studiare.
#269
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
26 Gennaio 2021, 18:02:18 PM

Cit. paul11: "Io non so perché le api costruiscono le celle degli alveari in forma esagonale (chi glielo ha insegnato?), altrettanto non so perché i minerali "crescono" seguendo precisi schemi geometrici , probabilmente sono frutto di quell'efficienza ed efficacia "misteriosa" che è della natura, della fisica. Questa è già meta-fisica, interpretare oltre la fisica e la natura ciò che però in natura ontologicamente "è" cioè sussiste indipendentemente dal mio essere: è così ed è evidente. Il "come" io interpreto può aprire ad un pensiero scientifico, metafisico, estetico artistico, etico morale, ecc."

E infatti l'osservazione fatta da me e, credo, anche da Green sta proprio nel fatto che appena quel qualcosa che c'è smette di essere qualcosa di duro e informe entra a far parte di una specifica concezione filosofica la quale, del resto, ha potuto inglobarlo e quindi conoscerlo solo perché già disponeva di una categoria adeguata. Solo perché si dispone di una cultura ci si può rapportare all'oggetto.

Ricordiamoci però che le osservazioni di Green erano rivolte nello specifico alla tendenza, riscontrata anche in altre discussioni (quella sull'origine della crudeltà, per esempio), di voler comprendere fenomeni del mondo umano attraverso osservazioni e conoscenze sul mondo della natura (ingenuamente considerate oggettive, neutrali).

Dovrebbe essere quindi chiaro che non mettevo in discussione, ovviamente, che esiste l'ambito della natura, la nostra appartenenza al biologico. Così come, non essendo un malato di mente, non intendevo sostenere che il mondo viene costruito dal semplice arbitrio dell'uomo.

Esempio: pensiamo alla concezione di natura umana di un paio di secoli fa e all'idea presente in essa di una certa concezione della sessualità "normale" da cui segue una legislazione per controllare espressioni considerate aberranti...
Un esercizio di biopolitica che naturalmente noi ora disapproviamo, dall'alto delle nostre verità scientifiche sulla natura umana ... che però forse contengono, ed è questo il punto, qualcosa attinente i valori, la concezione filosofica di essere umano, ma che, esattamente come due secoli fa, rimane nascosto sotto l'apparente neutralità della nostra concezione dominante.
#270
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
26 Gennaio 2021, 11:49:06 AM

Che esistano tre domini (natura, socialità, individualità) lo dice la tua metafisica; certo, lo so anch'io che c'è qualcosa di biologico, che siamo un corpo, ma già nel momento in cui passo a osservarlo, descriverlo, utilizzo categorie, concetti filosofici, che sono espressione della metafisica a cui il mio pensiero appartiene. Dunque le conseguenze del tuo ragionamento sono già presenti nell'ontologia implicita delle tue premesse.
In questo senso Green Demetr può dire che non esiste la natura: si tratta sempre delle interpretazioni che l'essere umano da a ciò che c'è là fuori. Interpretazioni che ovviamente non sono mai totalmente soggettive, ma il prodotto di una cultura in continuo mutamento.


Volendo poi stare al tuo ragionamento e quindi facendo finta di aderire alle tue categorie: nella natura non ci sarebbe libertà ma solo istinto? Ecco, già questa asserzione mi sembra arbitraria e semplicistica. La natura che io finora ho avuto modo di osservare è tutt'altro che necessità. Cani e gatti hanno certamente una vita interiore complessa. Sognano. Hanno dunque un inconscio? È plateale che facciano delle scelte. Della necessità a cui sarebbero condotti nell'azione si può dire lo stesso dell'essere umano.
Dunque non credo si possa asserire con certezza che la libertà appartiene al solo ambito umano, per cui la tua argomentazione smette a questo punto di funzionare...


Del resto non è che si tratta di smontare le argomentazioni degli altri, o di sognarne la distruzione filosofica, si tratta di cercare di comprendere la complessità (spesso implicita) delle visioni che vengono proposte nel dialogo. Per questo motivo sarebbe buona cosa non dare per scontato che l'altro sia un sempliciotto, che dietro alle sue visioni ci sia solo superficialità o puro desiderio di parlare.