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Messaggi - Phil

#256
Citazione di: Alberto Knox il 25 Gennaio 2024, 00:15:03 AMla necessità della contraddizione per poter conoscere la verità . Per cui un orologio non è solo un orologio e non un altra cosa ma è ad es. un Sector, le sue lancette, la sua cassa, i singoli ingranaggi che compongono il meccanismo, il cinturino di pelle , il vetro , la batteria , la precisione , la sua capacità di resistere alla pressione sott acqua. Tutte  queste propietà non sono l orologio , cioè la sua identità, ma essa è un identità propio in quanto è la successione particolare di queste parti o di queste propietà .
Non mi sembra si possa "evadere" così facilmente dal principio di identità: l'orologio (A) è l'orologio (A), proprio come la lancetta (B) è la lancetta (B). L'orologio (A) non è la lancetta (B) e la lancetta (B) non è l'orologio (A); lo stesso dicasi per l'attribuzione di identità-proprietà come «subacqueo», «Sector», etc.
Che poi la lancetta sia identificabile (B = B) come una parte dell'orologio, non toglie che la sua identità non sia quella dell'orologio, né logicamente né materialmente. Ogni identità può essere scomposta in sotto-identità, ma sempre di identità si parla; e per ciascuna identità, più o meno "parziale" (fino all'atomo ed oltre) "x = non-x" è falso (principio di non contraddizione).
#257
Citazione di: Alberto Knox il 24 Gennaio 2024, 12:50:43 PMNon appena si voglia determinare che cosa sia A io devo fare ricorso a qualche determinazione che sia diversa da A. Quindi anche  il principio di identità A=A che mi dice solo un lato della verità è criticato e viene messo in evidenza che se voglio conoscere pienamente A sono costretto  a porre questo principio di contraddizione. Cioè l'identità fra A e ciò che è diverso da A.
Non ho letto il testo che citi, ma mi sembra un ragionamento piuttosto insolito. Se per conoscere A realizzo di aver bisogno di "altro da A" (non-A), tale "altro" appunto non è A; dunque non c'è alcuna identità fra A (ciò che voglio conoscere) e non-A (ciò mi serve a determinare A, ma non è A).
Esemplificando: se voglio conoscere l'ora, mi serve l'orologio, ma l'orologio non è l'ora. Se l'ora è A, l'orologio è sicuramente non-A (pur servendomi a determinare A, quindi essendo in relazione con essa).
#258
Non siamo tutti uguali, né per biologia individuale, né per educazione ricevuta, né per esperienze vissute, etc. e credo questa non sia una mera opinione. Ne consegue che non abbiamo tutti la stessa "distanza" da percorrere per raggiungere la capacità di saper perdonare.
Per me non si tratta quindi di "giustificare" o meno chi non perdona, ma constatare che alcuni hanno più (o meno) tendenza a farlo per motivi (differenze elencate sopra) che non sono di loro scelta.
Il "valore" da dare a scelte che si basano su ciò che non si è scelto, meriterebbe un altro capitolo (che onestamente non trovo molto interessante, come tutti i giudizi di valore sull'operato altrui).
#259
Citazione di: ZenZero il 24 Gennaio 2024, 07:36:45 AMCosa è dal tuo punto di vista che impedisce la discesa, e soprattutto per chi decide di voler scendere dalla giostra a frenare, a ostacolare e in certi casi ad arrestare la scelta e di conseguenza la discesa ? E (giusto per rimanere nel topic), a rendere difficile alcune azioni/stati d'essere come il perdono ?
La giostra gira veloce, non dà tempo (ma lo prende), è piena di suoni e colori e, soprattutto, di gente... la scala con gli otto scalini può essere percorsa solo da una persona alla volta, ossia solo da soli, individualmente.
Nulla vieta, una volta scesi, di risalire sulla giostra, ma con la differente consapevolezza di cosa c'è "sotto".
La difficoltà del perdono, come accennavo, secondo me dipende molto da come siamo, per natura, educazione, esperienze, etc. per alcuni non è affatto difficile, per altri è quasi una violenza al loro modo di essere.
#260
Citazione di: ZenZero il 23 Gennaio 2024, 10:07:13 AMSecondo te c'è dentro l'essere umano quel "luogo" o stato di Coscienza, in cui i "valori" esterni dati da costumi, società, famiglia,  personalità, ego etc..., che determinano appunto il piano etico e sociale, possano essere trascesi ? Riuscendo a sperimentare un piano differente di Valori ?
Spero di non risultare troppo "invadente" sul piano personale, ma se hai scelto di presentarti come ZenZero, ho il sospetto che tu già sappia che non si tratta di "trascendere", ma piuttosto di scendere dalla giostra mondana dei valori e delle interpretazioni, scendere nella propria concentrazione (che non ha intrinsecamente bisogno di valori etici, prima di incontrare il "prossimo"). Per farlo qualcuno ha consigliato "otto scalini" e per chi è sulla giostra risultano in salita, quasi un'ascesa mistica; ma basta farne qualcuno per capire che in realtà sono in discesa: fuori verso la terra, dentro verso la nostra interiorità.
#261
La citazione del «double bind» mi ha fatto tornare in mente l'ermene(u)tica di Derrida e il suo parlare di "double bind" come aporia fra due elementi in tensione fra loro, in una dialettica centripeta in cui nessuno dei due può allontanarsi troppo dall'altro, pur essendo entrambi reciprocamente "respingenti"; una sorta di "alterità vincolata", come quella del "gioco del rocchetto" ("fort/da") di cui parla Freud (e che Derrida, puntualmente, riprende).
Non so quanto ciò rappresenti il rapporto fra capitalismo/natura, ma sono piuttosto sicuro che la chiave di volta della citazione severiniana sia la postilla: «considerato separatamente dalla innovazione tecnologica, esso [il capitalismo] è una forma di produzione destinata a distruggere la Terra». Quanto il capitalismo è davvero considerabile separatamente dalla innovazione tecnologica? Non è forse proprio l'innovazione tecnologica ad "alienare" il capitalismo dalla resa (in entrambi i sensi) della terra, facendolo verdeggiare anche nell'emergenza ecologica e producendo profitto e finanza, che arrivano fino alla virtualità delle criptovalute e degli NFT (Non Fungible Token)?
#262
Citazione di: ZenZero il 22 Gennaio 2024, 07:42:01 AMCredi dunque che ci sia un "punto" oggettivo, in cui l'interpretazione valoriale cessa di essere soggettiva, e quindi di fatti "un'interpretazione", diventando una percezione di ciò che c'è, realmente condivisibile ?
L'intepretazione valoriale, proprio in quanto «interpretazione» e in quanto «valoriale», per me non può mai cessare di essere soggettiva; anche quando diventa condivisa e sociale, rimane "soggettiva", non oggettiva (nel senso forte ed epistemologico del termine «oggettivo»). Affermare che qualcosa è «eticamente oggettivamente giusto», è un non senso, proprio perché la giustizia non ha a che fare con l'oggettività (quella che studia la scienza per intenderci), ma con l'assegnazione umana (arbitraria, prospettica) di valori. Assegnare ad un'etica l'"oggettività" è perlopiù un modo retorico (solitamente autoreferenziale) per esaltarne la valenza; magari in contrasto con altre etiche. Possiamo sostenere che qualcosa è «oggettivamente sbagliato» basandoci su un codice di leggi (votate e approvate), ma tale codice di leggi è oggettivo? No (salvo cadere nell'ossimoro di "oggettività convenzionale e deliberata"), dunque nemmeno ciò che è in base ad esso ritenuto "sbagliato" lo è. C'è necessità di un codice di leggi per vivere in società? Decisamente sì, ma ciò non comporta confondere la soggettività con l'oggettività.
Al riguardo faccio sempre l'esempio del linguaggio (e del solito oggetto): c'è un bisogno sociale di chiamare quella determinata cosa con un nome? Sì. Concordiamo che la nostra comunità la chiama «sedia»? Va bene. Quella cosa si chiama oggettivamente «sedia»? No, perché il dare nomi è arbitrio (e necessità) umana, "soggettiva"; quell'aggregato di atomi non ha oggettivamente un nome proprio (e già chiamarlo «aggregato di atomi» è un'interpretazione "antropocentrica"; parlare di oggettività nella scienza ha i suoi limiti, farlo in campo valoriale è secondo me nettamente "fuori tema").

Citazione di: ZenZero il 22 Gennaio 2024, 07:42:01 AMDal tuo punto di vista, come mai anche lì dove ci si accorge di star perseguendo una strada di auto-logoramento, ( che sia nel caso del perdono o di altro), si continua a perseguirla? Cosa o chi dentro di noi si oppone ad un cambio rotta ? Rendendo appunto difficile, tale processo ?
Qui credo sia difficile rispondere parlando in generale, perché dipende molto dalla psicologia dell'individuo coinvolto. Ci sono persone per loro natura più rancorose, altre più spensierate; altre che con il tempo si sono educate (o sono state educate) al conflitto, mentre altre più alla conciliazione, etc. La consapevolezza dell'autologoramento non sempre comporta di fatto un cambio di strada, come il fumatore che vorrebbe smettere, ma non ce la fa; o chi commette i soliti errori, si pente sinceramente, ma poi ci ricasca.
#263
Citazione di: ZenZero il 18 Gennaio 2024, 17:05:09 PMForse noi leghiamo all'idea di colpa, essere colpevoli, al peccato, un giudizio, un costrutto della mente, quale è la differenza tra l'essere responsabili o artefici di qualcosa e l'esserne colpevoli ?
Ciò che accade, dal punto di vista fisico, è una causazione (che già è una lettura categoriale di ciò che accade); la colpa, proprio come il merito, è solo un'interpretazione valoriale (meta-fisica) di tale causazione.
Se siamo in guerra e causo la morte di molte persone, alcuni mi daranno una medaglia al merito, altri mi arresteranno in quanto colpevole della morte dei loro compagni. Tutto dipende da quale "codice" si usa per interpretare la causazione in oggetto; fermo restando che ci sono molti codici: più o meno venerati, più o meno funzionali a determinati scopi, etc. e ognuno reputa migliore quello che si trova a (o ha scelto di) utilizzare per interpretare il mondo.
La difficoltà, secondo me, non è tanto nel perdonare, quanto nel farsi carico consapevolmente della fatica (auto)logorante che comporta il non-perdonare; qualora se ne fosse consapevoli, probabilmente si dedicherebbero le proprie energie e il proprio tempo "altrove" (in modo inversamente proporzionale al grado di "aggressività latente").
#264
Varie / Re: L'enigma del Sì o No
17 Gennaio 2024, 13:01:17 PM
Citazione di: bobmax il 17 Gennaio 2024, 09:56:37 AMMi aveva confuso la doppia domanda. Dove però la seconda, sull'essere umani, mi sembra inessenziale.
Sì, effettivamente la seconda domanda (sull'essere umani) è inutile, pensavo di usarla in qualche modo come "domanda di controllo", ma il ragionamento funziona anche senza e risulta inoltre più chiaro.

Mi piace la soluzione di daniele22, (che semplificherei in «Mettiti per favore sul sentiero che porta al villaggio; hai capito?») perchè è squisitamente "laterale": aggira il problema linguistico, risolve il dilemma principale e persino quello secondario, perché quando l'indigeno risponderà sapremo anche come si dice "sì" nella lingua delle tribù (se invece non si sposta perché non ha capito la richiesta, sapremo almeno come si dice "no"; se non dice nulla e non si muove, allora abbiamo un serio problema di comunicazione...).
#265
Varie / Re: L'enigma del Sì o No
16 Gennaio 2024, 21:06:48 PM
Proverei a fargli la domanda: «se chiedessi a un membro dell'altra tribù di dirmi "So" se è vero che le due frasi "la strada a sinistra porta al villaggio" e "tu sei umano" sono due frasi entrambe vere, altrimenti di dirmi «Ni»; egli cosa mi direbbe?».
Se non ho fatto confusione, se la risposta è «Ni» la strada giusta è quella sinistra, se la risposta è «So» allora è invece quella a destra.
#266
Varie / Re: L'enigma dei litri d'acqua
15 Gennaio 2024, 10:58:40 AM
Può riempire la tanica da 5 litri e versarne il contenuto in quella da 3; così che in quella da 5 restino 2 litri. Dopo aver visto a quale punto della tanica da 5 arrivano 2 litri, svuota la tanica da 3 e vi versa i 2 litri (contenuti in quella da 5). Riempie la tanica da 5 fino al livello di 2 litri e poi vi versa gli altri 2 litri accantonati prima in quella da 3.
#267
Tematiche Filosofiche / Re: Logica e Verità
13 Gennaio 2024, 12:37:30 PM
La logica si interessa della correttezza e della coerenza di un ragionamento in base alle conoscenze disponibili; con il cambiare delle conoscenze disponibili cambiano i ragionamenti logici che esse consentono.
Da non sottovalutare il fatto che la logica si occupi tanto della falsità che della verità, oltre che della probabilità e della necessità (logiche modali, etc.).
#268
Citazione di: ricercatore il 12 Gennaio 2024, 10:11:34 AMAllora, nel caso del bodhisattva, "chi è" che rinuncia al nirvana e continua a reincarnarsi per aiutare gli altri?
Nel buddismo, il concetto di «corpo» e quello di «identità» sono disseminati in una miriade di interpretazioni, "scuole", miti e allegorie. A farla breve: per molti il Bodhisattva non si reincarna in un corpo umano (corrotto da desiderio, attaccamento, etc.), perché non è più un essere mondano, pur essendo comunque manifesto e "sensibile" nel suo cercare di far "illuminare" gli altri. Un po' come quando Zeus prendeva sembianze umane per restando una divinità; con tutte le differenze del caso, ovviamente. Se vuoi addentrarti nel labirinto mitologico, puoi partire da parole come «Nirmāṇakāya», «dharmadhātujakāya» e «Bodhisattvabhūmi».
#269
Scienza e Tecnologia / Re: Chat GPT
11 Gennaio 2024, 17:34:40 PM
Osservazioni al volo:
- da tempo è dilagata la moda di etichettare come "AI" ciò che non lo è affatto; sicuramente da qualche parte c'è qualcuno che sta cercando di vendere un termostato degli anni novanta come "prodigio dell'AI", perché il mirabile dispositivo "capisce" quando fa freddo e "decide" di accendere i termosifoni...
- molti chatbot basati sull'AI (e non tutti lo sono, v. sopra) hanno la piacevole abitudine di citare in nota la fonte da cui prendono le notizie. Il peso delle interazioni con gli utenti è plausibilmente molto marginale (nel senso che non sarà facile convincere un'AI di qualcosa che fonti pubbliche autorevoli non confermano)
- quando viene associato al mio indirizzo IP o al mio profilo (ed entrambi possono essere usati anche da molte persone fisiche differenti) una "identità" che tende a fare domande sulla filosofia o sulla politica, andrebbe ricordato che anche in biblioteca mi schedano ed hanno lo storico di quali libri ho preso. Alla fine si tratta di un "baratto informato": si prendono i dati di navigazione della mia utenza (sanno da dove mi connetto, che cosa cerco e poco altro; non certo le mie generalità o altri dati sensibili, salvo sia io a darglieli) e in cambio mi offrono un servizio che, come è noto, ha costi a monte non indifferenti e può risultare molto utile
- probabilmente se fosse a pagamento (come in parte è, in qualche caso) ci lamenteremmo perché è discriminante, elitario e poco democratico; ci sarebbero rivoluzionari pronti a combattere per darlo al popolo... e ora che ce lo danno gratis e ci ammoniscono esplicitamente tanto sulla sua fallibilità quanto sulla raccolta dati, alcuni magari lo vedono come una minaccia, più che uno strumento da poter usare (facoltativamente; a differenza di altri)
- il modo più semplice per valutare qualcosa è, come sempre, provarlo. Tuttavia, purtroppo non tutti sono "adeguati" a farlo, e non lo dico in modo dispregiativo, è inevitabile sia così quando si dà a tutti qualcosa che non è per tutti. Di certo la narrativa hollywoodiana, da Terminator a Matrix, condita con l'immancabile "complottismo turbo-global-neuro-capitalista", non aiutano a capire la "banale utilità" dello strumento (sottolineo che mi riferisco ai chatbot basati sull'AI, non all'AI applicata in altri settori).
#270
Tematiche Filosofiche / Re: Autorità e Verità
09 Gennaio 2024, 17:43:33 PM
Citazione di: daniele22 il 09 Gennaio 2024, 17:18:28 PMCiao Phil, perdona la mia ignoranza. Cosa significa "si è trastullato a dimostrare l'esistenza di Dio" e "i logici hanno capito il trastullo?

Con il trastullo di Gödel a "dimostrare" (fra virgolette) l'esistenza di un dio (non di Dio), mi riferivo a questo: https://it.wikipedia.org/wiki/Prova_ontologica_di_G%C3%B6del. Con «i logici hanno capito il trastullo» mi riferivo al fatto che proprio considerando i teoremi di incompletezza di Gödel, tale dimostrazione si rivela non valida e, molto più "in basso", qui trovi quattro chiacchiere in merito: https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-prova-ontologica-dell'esistenza-di-(quale)-dio/