Pure io mi chiedevo il significato, o il senso di "volontà di potenza" o "potenza di volontà ". Capirei al più "potenza di pensiero" che può anche innescare una volontà di imposizione del proprio pensiero appunto. Ma a questo punto ci si ritrova all'interno dell'imperativo categorico kantiano che già criticai come portatore di pensiero tirannico. Pur tuttavia abbraccio l'idea del superuomo, a modo mio ovviamente. Detto questo e tanto per dare informazione della mia esperienza, la conoscenza inaudita di cui parlavo nel post precedente, come ogni conoscenza (giusta o sbagliata che sia) si è concretata in un attimo, che nel caso in questione è immortalato nello stralcio di dialogo che segue in fondo nel quale cerco di convincere il mio interlocutore. C'era comunque in me già un pregresso di conoscenza più o meno inaudita (giusta o sbagliata che sia) circa la stretta connessione tra cura del fuoco e formazione del linguaggio umano, ma non era sufficiente per rispondere alla mia domanda perché ricascavo sempre nella logica del buono e cattivo che era per me inaccettabile. Rimarco inoltre, come già detto, che noi confondiamo la realtà "là fuori" con quella che sta dentro nella nostra testa. Nel senso che sempre, ma la rilevanza di questo fatto sta in certi argomenti che sollecitano la nostra sfera emotiva, sempre appunto parliamo con quello che sta nella nostra testa pensando di parlare di quello che sta fuori. Tanto che anche in casi banali di accordi che si siano presi càpiti a volte che uno possa lamentare all'altro come abbia potuto intendere male le indicazioni precedentemente accordate. Nello stralcio che segue ero giunto quindi al punto topico del mio dilemma. Voglio dire che quando iniziai a scrivere "Sì. Il senso primevo.....etc" non lo sapevo mica che sarei giunto a scrivere la sorprendente affermazione finale. E fu per me, nonostante il mio muro, sorprendente lieta sorpresa conoscitiva; conoscenza, tra l'altro, che può essere ragionevolmente verbalmente trasmessa. Naturalmente non vi scorsi un nesso col fantomatico superuomo, ma ricordo benissimo che dissi tra me e me, e molto soddisfatto ... Finalmente ho tutte le carte in regola per dissestare il sistema (produzione di una tesi che può essere scientifica), e solo io posso perdermi ... Pensavo fosse facile, ma mi sbagliavo; incredibilmente ho sopravvalutato l'essere umano. Incredibilmente, dato che nelle prime battute del dialogo (che qui non ci sono) dicevo proprio che l'essere umano si sopravvaluta. E di fatto sono ancora qui, e dal mondo "là fuori" non giungono buone nuove. Insomma, il comprensibile, fino a un certo punto, muro contro muro non viene minimamente scalfito.
Segue la parte del testo:
- Ma non può essere! ... Potresti forse sostenere che il senso di quell'oggetto era la mia ignoranza?
- Sì. Il senso primevo della sua esistenza apparterrebbe a quel serbatoio della tua ignoranza che tu sai che c'è ... e, fondamentale, dal quale vorresti estrarlo. Si tratterebbe della già citata categoria che si afferma all'esistenza per il suo non essere qualcosa. In realtà però non è vero che tu non sapevi proprio cosa fosse. Era evidente che quella cosa era fatta di legno, ovvero una spoglia mentale inferiore in cui poteva trovare già la sua collocazione. E allora? ... cos'è che non sapevi? Non si trattava già di un pezzo di legno? Non t'abbastava? No, tu sapevi che c'era dell'altro, ma perché lo sapevi? Lo sapevi perché vivi nel nostro mondo ... nel mondo delle novità, delle aspettative, nel mondo dell'abitudine all'esistenza delle cose, dove sapere delle cose può rivelarsi a volte determinante. Pertanto, quando parliamo delle cose si sappia che si parla in realtà del significato delle cose, giacché sono i tempi, le azioni ciò che la mente realizza in prima battuta, e non le immagini. Il significato delle cose dunque rappresenterebbe il muro dove si riflette l'eco della tua imperscrutabile domanda. Ma quel muro, maledettamente simile a quello degli altri umani, eppur separato a volte da incolmabili abissi, sta ancora dentro la tua testa!!! La realtà è sinonimo perfetto di conoscenza e di consapevolezza, e non sta lì fuori, dove la scienza e noi pure (parlandone) pensiamo che si trovi. Questo è l'inganno! .....

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