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Messaggi - paul11

#256
Attualità / Re:Il valore della libertà
20 Ottobre 2020, 00:21:58 AM
 La tesi  complottiste ci sono da "sempre". Non  ci sono super regie.
Semmai ci sono potenze, che sanno assecondare  i venti del cambiamento e hanno capito che la pandemia può accelerare la costruzione di certe scelte che in tempi normali sarebbero state  ostacolate.


Il cosiddetto valore della libertà andrebbe indagato in campo filosofico ,prima che politico partitico.
Come premessa non sono certo per questo "sistema"  economico-politico-economico di cui diffido , per una serie di motivi.


La pandemia sta mettendo a nudo  i sistemi sanitari, epidemiologi diventati opinionisti, gli Stati.
La popolazione ,per quanto anch'io non ne abbia un' alta considerazione, non è così ignorante da non capirne le contraddizioni.
Ma è proprio questo mostrare evidenze contraddizioni fra ricerca e scienza, opinionismo, politica ed economia, nel tentativo di trovare "una quadra " di compromesso fra le numerose istanze che denota che non c'è complottismo, bensì vengono a nudo le contraddizioni interne del sistema.


I mass media italiani sono paurosamente allineati ad editori e linee politiche e si sono viste nelle diverse fasi pandemiche.. Ora, che ci sono 204 miliardi di euro da spartire, i cosiddetti partiti all'opposizione chiedono di essere ricevuti dal Governo per dare "suggerimenti": sono "collaborativi". Questo è per il sistema politico il vero problema dove verrà accelerata una "ristrutturazione e riconversione" dello Stato , in nome della digitalizzazione e la sostenibilità ambientale, In realtà vi saranno ancora tentativi di mutare la Costituzione italiana.


Perchè dicevo prima che la libertà dovrebbe essere discussa prima di tutto filosoficamente?
Perchè un grande oppositore alla continua decretazione del Governo, che ha bypassato continuamente il Parlamento ( e  una possible riforma costituzionale futura ne dovrà prendere atto che il ruolo  potere esecutivo, il Governo,  con il referendum che diminuirà corposamente deputati e sanatori , di fatto ha limitato il potere legislativo del parlamento ) è uno dei migliori filosofi viventi, l'italiano Giorgio Agamben. E' famoso perché una sua analisi storico giuridica applicata alla filosofia e ad analisi nel Novecento di altri famosi filosofi, come Foucoult, indicavano già che lo Stato monopolizzava il "bios" del cittadino( il termine biopolitica).
Detto in altri termini la vita è suddivisa in aspetto fisico medico sanitario e quello del valore etico/morale individuale. Lo Stato italiano ha letteralmente sbilanciato la "vita" umana del cittadino, monopolizzando quella biologica a discapito di quella sul valore etico/morale che è nei primi articoli costituzionali .
Infatti sono apparsi parecchi articoli, interventi di giuristi, costituzionalisti che si sono schierati , oppure hanno posto il problema, ma non certo la soluzione.


Quando un corpo"fisico biologico" viene confiscato legalmente  dal sistema sanitario  e "sparisce" dalla vista e contatti di parenti per ripresentarsi , come è avvenuto, come cenere in vasetto .........che ne è della dignità, libertà, e dei valori etico/morali?
La "salute pubblica",  è molto ambigua come termine ,sia teorico e soprattutto pratico.. Quando il diritto alla salute diventa un obbligo, cambiano i termini giuridici e anche filosofici. L' obbligo chiama in causa la  sanzionabilità in sede civile e/o penale.
Ma lo è, e questo è un mio parere, altrettanto ambiguo il termine libertà (di cui ne rifletto la problematica filosofica  da un paio d'anni)
Già Platone in Repubblica indicava che il decadimento delle democrazie aveva una sua causa nell'abuso della libertà con conseguenti populismi(adescatori delle folle) che portavano alla tirannia. Detto in termini pratici la "movida" fa il gioco del lockdown, l'eccesso di libertà individuale chiama in gioco l'opposto della chiusura della salute pubblica.
#257
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
16 Ottobre 2020, 14:10:03 PM
 Al di là    di Fernando Pessoa


Al di là del porto
c'è solo l'ampio mare...
Mare eterno assorto
nel suo mormorare...
Come è amaro stare
qui, amore mio...
Guardo il mare ondeggiare
e un leggero timore
prende in me il colore
di voler avere
una cosa migliore
di quanto sia vivere...



Socrate
"Infatti, cittadini, aver paura della morte non è nient'altro che sembrare sapiente senza esserlo, cioè credere di sapere quello che non si sa. Perché nessuno sa se per l'uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?"
#258
 ...come a dire che i metafisici greci, non mangiavano e guardavano il cielo senza calpestare la terra?
C'è parecchia ignoranza sulla filosofia metafisica, grazie al pregiudizio del mainstream culturale attuale.


La metafisica nacque proprio sull'indagine della natura. Non esiste nessuna filosofia che postula aprioristicamente e pregiudizialmente un assoluto: arrivarci  per deduzione del pensiero è ben altra cosa. Parmenide scrisse il suo famoso poema "Sulla natura" per dedurre  l'Essere.
Platone scrive moltissimo sulle organizzazioni umane, come in "Repubblica" come in "Leggi".
Discussero più sulla natura e sull'uomo di quanto oggi facciano gli scientisti contemporanei.


Il problema quindi non è il postulato sull'assoluto che più propriamente significa che vi è un qualcosa , un qualcuno che ha generato, creato l'universo ,la natura, l'uomo, bensì che la natura veniva già allora indagata dalla scienza, come il medico indagava sulle malattie, e l'agronomo sulle coltivazioni; più propriamente il filosofo si pose delle domande e spesso fu comune il concetto che il dominio del sensibile era apparente, sfuggevole e mutevole, per cui di queste apparenze si poteva fare opinione, non verità. Cercavano la verità i metafisici .
In Platone è illustrato chiaramente, soprattutto nel Timeo, che il divenire delle apparenze, poteva sussistere, grazie ai contrari, alle differenze. L'acqua scorre se c'è un dislivello, l'atomo oggi sappiamo che funziona per cariche opposte e quindi le diverse polarità elettromagnetiche. Il voltaggio viene definito differenza di potenziale. Insomma il mondo in cui vivano, si movimenta grazie alle differenze e questo lo capirono benissimo già quei metafisici, e non solo, greci.


Una postulazione dell'assoluto, con relative argomentazioni , si trova semmai nella teologia.
Perchè vi è una sacra scrittura con una rivelazione: è diverso dalla filosofia, anche se ne applica i metodi.
Ad esempio per quanto il demiurgo in Platone sia presente, è il Bene il concetto a fondamento nella sua metafisica. E' il bene, perché universo e natura sono bene : più naturalista di così?Come dire che cio chè è bene, perché imprescindibile, perché natura e universo sono così nonostante i nostri pensieri con i relativi criteri di giudizio.


Nietzsche, che scrive fesserie antimetafisiche è cosciente della forza del pensiero metafisico, quando nella prima parte di "Umano troppo Umano" in "Delle prime e ultime cose" scrive:
<l'intelletto umano ha fatto apparire le apparenze e le sue errate concezioni fondamentali ha trasportato nelle cose.>
Al di là del criterio se siano errate o giuste, e filosoficamente Nietzsche mostra i suoi limiti, ha ragione comunque che la metafisica comporta un'interpretazione a "ridiscendere", vale a dire che determina come viene interpretata la vita, la società,  la natura e le cose in generale.
Ecco in questo si dovrebbe trovare le relazioni fra metafisica e natura fisica, fra pensiero e parassi , per capire i limiti filosofici del pensiero metafisico e della filosofia attuale. Ma senza contrapposizioni sterili che non portano  a nulla. Per far questo bisogna essere prima di tutto autocritici.
Il pensiero attuale "è debole" e sorretto ancora dalle mimesi del pensiero metafisico .
Un esempio è un testo di Walter Benjamin " Il capitalismo come religione", di come il capitalismo si è appropriato di termini religiosi tanto da porsi come un fenomeno "trascendentale", come culto.
Un esempio: " ....rimetti a noi  inostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori...",
il concetto di promessa, di fiducia, di patto, sono termini potenti che l'economia ha saputo autogiustificarsi nelle prassi mediandole dai termini religiosi . E questo dovrebbe far capire che il materialismo è un pensiero debole contro un trascendente capitalismo inafferrabile da presunte analisi sul solo scambio economico.


La scienza, e da sempre l'uomo, se vuole inventare e scoprire e non rimanere al tempo del pietrone, deve sempre andare al di là delle proprie assiomatizzazioni, postulazioni, enunciati.
Un Einstein fa "metafisica" prima che vengano dimostrati i suoi capisaldi.
Il bosone di Higgs, e lo dico per l'ennesima volta, doveva solo essere scoperto perchè il pensiero teorizzante sapeva già che nel modello atomico avrebbe dovuto esserci , oppure saltava l'intera teoria atomica. La cosmologia è fantascienza? I sincrotroni che costano una paccata di denaro , sono sempre più potenti per avvicinarsi sempre più al fatidico punto "zero", in cui ci fu il big bang ed è in quello del Cern di Ginevra che è stato scoperto il bosone di Higgs.
L'onda gravitazionale fossile era solo da scoprire ,perchè era già teorizzata.
Il pensiero precede la scoperta e l'invenzione, basterebbe guardare schizzi e scritti di  L.Da Vinci.
Il pensiero è più forte dei sensi ,se così non fosse saremmo animali stantii, il luogo inerte in cui ci avrebbe collocato la tassonomia naturale.
#259
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Papillon
12 Ottobre 2020, 13:54:51 PM
Citazione di: Jacopus il 12 Ottobre 2020, 00:00:21 AM
Pensando alla vicenda di Papillon, l'orso selvatico imprigionato in Alto Adige, perché troppo aggressivo, mi è spuntata in testa, spontaneamente, la parola "colonizzazione".
Una colonizzazione alla rovescia, che odora di denaro e Walt Disney.
Le cose stanno in questi termini. Si fa un programma di ripopolamento degli orsi sulle Alpi, che ha come scopo principale quello di vedersi affibbiare qualche diploma di "protettori ambientali". Un ottimo slogan da convertire in flussi turistici, oltre che assecondare un certo elettorato green. Poi, quando l'orso fa l'orso, diventa incompatibile con quei flussi e viene prontamente rinchiuso o ucciso. Forse la logica del denaro e della Confturismo avrebbe preferito Yoghi e Bubu, invece si è dovuta accontentare di orsi in carne e ossa, pronti a ribellarsi al Truman Show, progettato per loro.
In tutto ciò vedo una colonizzazione. Una colonizzazione, nel senso di una appropriazione di significato talmente pervasiva da voler creare una immagine idilliaca della natura, che però, quando fuoriesce dal suo idillio, viene richiamata all'ordine dal Dio Denaro, in una sorta di altalena, in cui però il denaro è sempre l'ultima istanza, il deus ex machina.
Una dinamica da doppio binario che si ripete in molti altri settori, gli interventi di emergenza, il calcio, l'arte, l'informazione, fino a campi che fino a poco tempo fa erano lasciati fuori da queste attenzioni ipocrite e idolatre, come  ad esempio, la sanità. Del resto la colonizzazione, se ha successo, tende sempre ad espandersi progressivamente.
In tutto ciò  però l"orso Papillon diventa un simbolo potente di questo conflitto  fra libero mercato capitalistico e natura. Un conflitto che sta però mutando aspetto, poiché è lo stesso libero mercato ad essersi reso conto che, scaricare l'ultima fattura (quella più onerosa) sulla natura, si tramuta in costi sempre più alti.
Bisogna solo capire a chi verrà addebitata quella fattura, se Natura Inc. inizierà a non liquidare i creditori in tuba e cilindro.


ciao Jacopus
  Abbiamo un piede nella natura e l'altro nella cultura e questo ci rende ambigui.
La cultura si appropria della natura per poterla dominare, o almeno controllare ciò che dispensa vita , ma anche morte. Ma rimane quel piede nella natura che ha necessità di sostentarsi da essa.
Che cosa è la nostra tecnica se non la manipolazione per nostri fini dell'energia e materia naturale.


Gli animali e vegetali ci fanno meno paura da quando li abbiamo dominati, fino a domarli e allevarli.
La natura che spaventa l'occidentale attuale non viene tanto dagli animali come gli orsi, ma da virus e batteri che sono invisibili all'occhio, ma sopratutto dai cataclismi naturali, incendi, alluvioni, eruzioni vulcaniche, terremoti , ciò che non è (ancora) domabile e sotto il controllo della tecnica.


A mio parere invece il mercato ha capito perché figlio di una cultura, di un modo di relazionarsi con la natura. Va incontro all'ambientalismo, al green, perché utenti, consumatori, da qualche decennio vi sono orientati: dalle diete, al bisogno di evadere fuori dalle città inquinate, alle oasi ai parchi nazionali. Perchè quel piede nella natura ci ricorda quel "selvaggio" che è in noi .
I numerosi parchi che ricreano ambientazioni naturali, persino musei interattivi, le diverse tipologie di prodotti, persino cosmetici, green, le diete vegetariane, negli scalfali dei supermercati, vanno incontro alle nuove esigenze di un consumatore post moderno , più evoluto culturalmente e sazio di inquinanti. Persino le città tendono a dotarsi di più verde.
Lo ritengo una evoluzione del mercato occidentale, perché creerà fortissimi capitali di investimento .
L'orso Papillon è solo la punta di un iceberg, giustamente è fumettistico e disneyano .
Ben altro è lo scontro/incontro naturale: quando il cittadino che non è più il selvaggio naturale si trova davanti l'orso...e non sa cosa fare; perché è inconsapevole del linguaggio naturale, non lo conosce più, seppure lo richiama essendone con quel piede dentro.
#260
 Non mi pare che storicamente i filosofi cosiddetti metafisici fossero contro la fisica e la scienza in generale, basta studiarsi Platone (i testi originali e non le chiaccihere da bar da parte di disseminati e dissennati blog filosofici). E' invece accaduto l'opposto nella modernità con una crociata anti-cristiana e anti-metafisica ovviamente.


I filosofi ,almeno decenti, sanno benissimo che senza filosofia non sarebbero mai arrivati nemmeno allo sperimentalismo Galileo e poi Newton, ecc.


Semplicemente perché per entrare nella scuola di Platone, l'Accademia , bisognava saper di geometria.
Significa che gli assiomi euclidei e i teoremi pitagorici erano risaputi dai filosofi , la logica predicativa aristotelica e la primordiale logica proposizionale degli stoici, le categorie aristoteliche...ecc. Senza questi nessuna scienza  avrebbe avuto propulsione in Occidente.
In Cina infatti, benchè come inventiva non fossero secondi a nessuno, non avevano la "strutturazione" del pensiero , ovvero quegli strumenti (logica, matematica, geometria...) senza le quali è impossibile strutturare la conoscenza, categorizzare ,creare tassonomie. A loro è mancato un Galileo, ma proprio perché Galileo aveva il retroterra della strutturazione del pensiero .
Si trattava di osservare i fenomeni e ordinarli, classificarli, renderli logici in segni matematici e geometrici.
Gli "strumenti", logica, matematica, ecc. stanno fra la teoretica e la pratica, per questo sono potenti .
Costruiscono razionalmente il pensiero , costruiscono teoremi, costruiscono teorie e allo stesso tempo sanno interpretare i fenomeni fisici e naturali dentro il "segno" geometrico, matematico, logico .
Questo lo fecero i metafisici, piaccia o no. Ma i metafisici non sono quegli astratti umani che veleggiavano nelle nuvole, la filosofia greca nasce dall'osservazione della natura, da Talete fino alle cosmologie di Anassagora e del Timeo di Platone.
Furono le domande che nascevano dalle osservazioni a chiedersi il rapporto fra universo, natura e umanità e quale fosse la "struttura originaria".


E fin qui, ribadisco qualunque decente filosofo postmoderno non può che accettare.


Dove nasce la separazione fra metafisica e fisica moderna? Nel "focus" del significativo.
Per i metafisici è più importante capire  l'origine del "tutto", dell'universo.
Poiché da esso dipende la natura e l'uomo.
Adatto che ciò è possibile solo per via del pensiero razionale e non dei sensi corporei, allora la metafisica a discendere razionalmente, cercò di capire ad es. in Platone cosa fosse il Bene e la Giustizia, in rapporto alla creazione del Demiurgo.
La modernità sconfessò la metafisica, focalizzandosi sui fenomeni naturali e sull'uomo, quindi esalta il cosiddetto "sensibile" . Ma qui nasce la contraddizione moderna. Perché  per ogni umano, che si ritenga metafisico  o fisico, il giudizio è posto dal pensiero. Non è il fenomeno che parla all'uomo, è l'uomo che ancora interpreta il fenomeno nel segno matematico attraverso le leggi fisiche.


Il pensiero rimane il discriminante come accertatovi, non un "demiurgo" e neppure i fenomeni fisici.
Il passo successivo è lo studio dell'agente conoscitivo, l'uomo, con tutti i suoi limiti naturali fisici.


Ma ritornando al problema originario, ha mai saputo dare risposte la filosofia o le scienze attuali sulle domande fondamentali? Da dove veniamo? Dove andiamo? A cosa serve vivere, quale è il suo significato La risposta è no: la filosofia moderna  ha addirittura inabissato queste domande ,le ha
affondate con una supponente ignoranza : "E 'inutile porsi queste domande".
Qui falliscono tutte le filosofie moderne dal noumeno kantiano allo psicologismo fenomenico husserliano, alle fantomatiche analitiche anglosassoni, al panteismo spinoziano, all'aletheia heideggeriano, alla logica dialettica severiniana autogiustificativa.
Nessuna di queste filosofie ha più il coraggio di porsi "cosa viviamo a fare"?
Perché se il giudizio moderno filosofico è che i metafisici sono ingenui e illusi, c'è da chiedere ai filosofi del "niente" da dove vengono ,che ci stanno a fare al mondo e dove andranno a finire.
Se la filosofia perde le domande fondamentali : è morta. Piaccia o non piaccia.
La filosofia moderna non ha affatto superato la metafisica, lo ha "dimenticata volutamente", perché ha pensato e voluto che la filosofia abbracciasse le scienze,divenendo naturali e fisiche, esaltando quindi l'evoluzionismo darwiniano, il materialismo . Forte delle scoperte scientifiche, di un enorme progresso tecnico e tecnologico, ha sposato le prassi, senza avere più una "testa", quella stessa "testa" che consentì alle scienze di volteggiare potenti.
Oggi siamo prassi, siamo uomini che camminano....ma non chiedete a quest'uomo quale è il senso del cammino ,se sarà concime per le piante.......E' un uomo che va senza una meta, senza testa.
Felice come un beota nel luna park dei ricchi premi e cotillon...........


E quì manca del tutto la filosofia, che sia metafisica o postmoderna
#261
 Ipazia e Jacopus


L'esistenzialismo, come tutte le correnti di pensiero moderne e contemporanee salvo rarità, sono soggettiviste ed esperienziali , quindi ritengono che l'esistenza (soprattutto la propria esistenza) possa raccogliere significazioni, senso ed essenza nel proprio sistema autoreferenziale, i quanto  l'esistenza è fine a se stessa, in-sè.


E' ovvio quindi che sia auto contemplativo, che qualunque declinazione culturale ne maturi internamente sia rispondente all' uso e consumo umano. Il soggetto conoscitivo diventa dirimente su qualunque altro aspetto, per cui la natura e l'universo diventano luogo sì di conoscenza, ma autoreferenziale, funzionale al soggetto umano, alla sua potenza.


In un ottica così ristretta, la responsabilità è un moto , un impulso passionale individuale e del tutto soggettivo, come la "presa di coscienza". E' ovvio l'individualismo come derivazione del soggettivismo, ma questo significa anche che gli impulsi non certo positivi e benevoli sono di identico livello in un sistema autoreferenziale. Perchè i principi, non hanno fondamenta se non per esigenza di tenere unita una comunità.Così diventa importante la legislazione, in quanto limita l'azione e sanziona. Ma cosa costruisce la legislazione?  La storia, il punto di vista sulla natura umana, dal buon selvaggio all'uomo lupo. Tanto che dal giusnaturalismo al positivismo giuridico, diventano derivazioni della filosofia generale moderna. I principi sono fondati sulle relazioni umane e nulla altro.
E' inutile trovare una morale che fonda i principi dei valori come la giustizia. L'idea di giustizia è  potere dei vincitori sui vinti, potere di determinare le legislazioni, gli scambi economici, le relazioni formali, informali e reali umane.


L'esistenzialismo di Sartre è una delle tante correnti culturali, non è una vera e propria filosofia per quanto ne abusi i termini. Sartre fa  soprattutto estetica, come tutto l'esistenzialismo compreso Heidegger, (anche se quest'ultimo è di ben altro spessore filosoficamente parlando e meriterebbe una discussione a sè) Ma è normale che filosoficamente una tale banale struttura  cancelli la morale in quanto inconsistente in un tale  sistema .l'etica diventa spontaneismo e legge e primeggi l'estetica.
L'esistenzialismo francese è musica, cinema, narrativa, poesia, insomma arte, appunto estetica. E' un atteggiamento per quanto possa essere simpatico, ma velleitario filosoficamente .
#262
 La visione per cui l'esistenza in-sé, precede l'essenza è una "nientità". Semplicemente perché è l'universo , è la natura che progettano l'esistenza, poi in secondo luogo, l'individuo umano intelligente ( ma lo è in quanto essenza della determinazione universale e naturale che dettano le condizioni di un'esistenza) a sua volta può progettare il suo orizzonte nell'esistenza, che è significazione, in quanto soggetta all' intelligenza universale.
Quindi correggerei dicendo che il significato esistenziale è un pro-gettarsi dopo essere stato gettato nel mondo .
I significati esistenziali, in questo quadro corretto, sono a loro volta la ricerca dell'essenza della vita, la sua significazione interpretativa in quanto libera, progettar-si. Ma le essenze esistenziali eventualmente cercate e trovate, non possono che a loro volta essere quelle universali= l'essere= la verità; ma proprio perché coerenti con l' universo e natura, ciò che determina l'esistenza sia fisica che meta-fisica.
L'esistenza  se interpretata come "nientità", in quanto solo dopo si definisce come essenza,
quindi la precede il "niente" e finisce nel "niente", diventa narrazione ego-centrica, antropocentrica, come se prima fosse nato l'uomo e la sua interpretazione domina  e precede  sia la natura che l'universo, invertendo il segno significativo dell'essenza . La vita diventa negazione come segno dialettico.


L'aspetto sartriano è ego-centrico, narcisista, ma non in termini denigratori, necessariamente e logicamente così si finalizza, si avvita su se stessa. Perchè tutte le manifestazioni sono riflessive, prendono senso nel pensiero individuale senza un confronto, sono prive di ontologia. Significa che la libertà ,sempre sartrariamente, può caricarsi di responsabilità, ma diventa un atto e una scelta individuale e individualistica: una aleatorietà, in quanto la morale è priva di fondamento (per quale motivo un uomo dovrebbe essere responsabile? )


Mi trovo d'accordo con Davintro.
#263
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
24 Settembre 2020, 00:32:20 AM
 Caro Jean,
casualmente studiando in questo periodo la "seconda inattuale" di Nietzsche "Sull'utilità e il danno della storia per la vita" e visto che siamo nel forum filosofico, vi trovo delle correlazioni.


Nietzsche pone una differenza fra il pregresso temporale che è storia per l'umanità ed esperienza per la singola persona. Ma vi inserisce il principio astorico, il non-storico come contrapposto.
L'astorico è la discontinuità della storia ed è tipicamente "rivoluzionario" ,in quanto non previsto dall'esperienza, imprevisto dalla storia progressiva.
L'invenzione e la scoperta, come i fatti storici imprevisti, sono discontinuità che aprono a una nuova storia e fanno reinterpretare il pregresso.
Non era prevista la perestrojka, non era previsto l'11 settembre delle torri gemelle, non è stata prevista la pandemia attuale. Molte scoperte astrofisiche, fisiche, biologiche, sono casuali, si stava studiando altro, si osservava altro.


Sono quindi d'accordo con te, la scoperta non è misurabile, non era calcolabile è un "fuori misura".


Arrivo a dire che la memoria, l'esperienza può essere un peso, un masso, che costruisce pregiudizi, quindi orienta la misura e il calcolo in una data maniera.
Metaforicamente un vecchio si comporta in maniera diverso da un giovanetto, ha esperienza nella memoria piena, ma ciò condiziona il pensiero; il giovane ha poca esperienza e poca memoria quindi, può essere ingenuo, può essere illuso, ma non ha la disillusione di chi ha perso ormai l'"innocenza", questo lo pone in orizzonte diverso. Ovviamente sia il giovane che il vecchio metaforicamente, hanno entrambi pregi e limiti.


Arrivo a dire che la felicità, è una sospensione temporale, non ha condizioni storiche che pesano, non pensa alla fine di quel tempo sospeso, non ha passato e neppure futuro, è uno stato dell'anima dove si sta benissimo e se pensa al tempo, quella felicità svanisce, perché l'uomo come si temporalizza dentro l'ieri, l'oggi, il futuro, diventa problematico e i problemi l'oscurano, preoccupano, creano ansia, perché non possiamo avere il controllo.
La felicità è una scoperta immemore. I bambini ci arrivano meglio......
Ma l'uomo, per essere uomo, deve avere una intelligenza e una memoria.
Gli animali forse non hanno questo peso, pensano all'attimo, o comunque non hanno sicuramente lo stesso peso umano.
A volte penso che l'intelligenza sia una sofferenza....

#264
Citazione di: viator il 20 Settembre 2020, 11:47:59 AM
Salve Paul11 : Citandoti : "Il capitalismo è ciò che è più lontano dai principi cristiani , e non solo cristiani".
Verissimo. Avvicinando un filo la lente d'ingrandimento dovremmo dire che i principi del capitalismo sono ciò che è più opposto ai principi del cristianesimo, mentre la pratica del cristianesimo è anch'essa la più lontana che si possa immaginare dai principi del cristianesimo. Saluti.


...c'è qualcosa di vero anche in ciò che hai scritto e che ho evidenziato. Saluti[size=78%]
Citazione di: anthonyi il 20 Settembre 2020, 15:40:52 PM[/size]
Citazione di: viator il 20 Settembre 2020, 11:47:59 AM
Salve Paul11 : Citandoti : "Il capitalismo è ciò che è più lontano dai principi cristiani , e non solo cristiani".
Verissimo. Avvicinando un filo la lente d'ingrandimento dovremmo dire che i principi del capitalismo sono ciò che è più opposto ai principi del cristianesimo, mentre la pratica del cristianesimo è anch'essa la più lontana che si possa immaginare dai principi del cristianesimo. Saluti.

Però c'è sempre la parabola dei talenti, che termina più o meno così: "A chi ha sarà dato, e ne avrà in abbondanza, a chi non ha sarà tolto anche quel poco che crede di avere !"


Atti 4,32-35
32 La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. 33 Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. 34 Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.
#265
Citazione di: anthonyi il 19 Settembre 2020, 16:29:25 PM
Citazione di: paul11 il 19 Settembre 2020, 15:12:36 PM
Ipazia




Anthoniy
Non hai capito o non vuoi capire.
Quando oggi, o almeno nell'ultimo secolo, ci si  vedi sopraffatti da estranei nei tuoi territori, la difesa delle comunità islamiche fu stringersi sotto la bandiera della mezza luna. E'stato un effetto alle colonizzazioni di vario tipo e da parte di tutti i paesi occidentali. 
Il mio parere, perché questo è un mio parere, è che se ci fosse stato un dialogo cooperativo , il laicismo avrebbe aperto gli occhi alla povertà del popolo rispetto alla strafottenza e ostentata ricchezza dei vari sceicchi. Avrebbe fatto vedere la contraddizione al loro interno promuovendo movimenti laici e relativi partiti.Invece no.Vogliamo persino imporgli le nostre democrazie, che senza passare per l'idea laica dello stato ,non può avverarsi.
La famosa e ormai lontana "primavera araba" avrebbe dovuto promuovere il processo di laicismo.
Ma noi occidentali abbiamo asini al potere da quasi sempre, alla faccia della meritocrazia democratica e degli "eletti", asini politici, ma asserviti al potere economico fin dalla nascita del canale di Suez, ma prima ancora, da Lawrence d' Arabia. Se guardi le cartine politiche vedrai linee nette nei confini degli Stati Arabi. Le tracciarono sulle cartine gli inglesi.
Ma perché mai gli sceicchi portano il loro denaro a Londra , sostenendo da almeno un secolo la sterlina? E chi finanzia i movimenti fanatici, chi gli dà le armi? Se non abbiamo ancora capito come l'interesse economico sia la vera causa di carneficine e che ha alimentato il fanatismo islamico...non so cosa dire?


E' normale che un popolo si stringa sotto ciò che ha di più identificativo, per i nostri avi era la croce, per loro è la mezzaluna. Ma una volta fatto questo organizza il mondo secondo la sua visione del mondo, quegli sceicchi pieni di soldi, che portano il denaro a Londra, vivono nel consenso dei popoli assoggettati, altrimenti non sarebbe così facile cumulare tutto quel denaro.
Poi ci sono altri territori, più poveri, che producono fanatici e assassini, con una sinergia tra guerre e povertà, dove è difficile capire quale delle due sia causa dell'altra.
L'interesse economico maggiore è quello per la pace, perché solo con la pace si accumula ricchezza. Prima che iniziassero le guerre fratricide, il Libano era definito la Svizzera del Medioriente, non esiste nessun razionale interesse economico che avrebbe potuto alimentare la distruzione che si è creata dopo.


Il capitalismo vive sugli squilibri. i capitali speculano sulla sfortuna degli altri ,è il sistema più parassitario che l'uomo potesse mai partorire, è l'iniquità fatto sistema.Se una nazione ha problemi, gli crolla tutto addosso, la sua moneta crolla, non trova linee di credito, non lo aiutano se non a patto di concessioni a lei sfavorevoli.Poi, dopo i parassiti, arrivano  i necrofili, il sistema finanziario che si mangia tutto ciò che è sano in quella nazione: aziende, strutture e infrastrutture oppure aziende estere interverranno con lauti guadagni  e spesso le farà corrompendo i potenti del luogo. la storia di Allende in Cile con le multinazionali degli americanos è un simbolo storico ormai.
Il capitalismo è ciò che è più lontano dai principi cristiani , e non solo cristiani.
Non c'è nessuna giustificazione nel sottomettere propri simili, secondo il principio della fratellanza e della giustizia. Ognuno fa un suo compito nell'organizzazione sociale, ma tutti sono degni nel compierlo, il subordinato o il potente; il primo con il proprio lavoro, il secondo nella capacità del governo, ma secondo principi di virtù, armonizzando i bisogni con le ricchezze, senza sfruttamento.
Se  si inizia  a giustificare gli assoggettamenti ,le divisomi sociali, i metodi di corruzione, di plagio delle ignoranze altrui, allora non vi sarà mai una crescita, una emancipazione sociale dove tutti devono essere e sentirsi protagonisti: semplicemente perché ogni vita ha la sua dignità dalla sua esistenza.
E se una religione accetta allora entra nel relativismo, perchè accetta paradigmi di un sistema che per principi invece doveva essere contraria, anzi doveva denunciarla al popolo.


Lo sceicco porta le sue ricchezze nelle banche londinesi o investe i petrodollari e così da una parte sorregge coloro che lo mantengono potenti, i potenti occidentali, e tutti insieme assoggettano popoli, finanziando fanatismi creati con l'ignoranza e la malvagità così da giustificare interventismi occidentali che intanto vendono armi agli stessi fanatici dall'altra parte della barricata.
Questo falso ed eterno gioco globale lo pagano i deboli, gli inermi per primi.


La religione deve denunciare il fatto secondo i principi di giustizia inscritti nelle sacre scritture.
Il cristianesimo vero e originario per primo , perché va contro la fratellanza che non ha colore e bandiere, ma vite umane da sostenere e tutte sono degne di essere vissute, ognuna nel proprio cammino.
#266
 Ipazia


L'uomo almeno nei tremila ultimi anni passati non ha mutato natura, ha fortemente mutato  lo scenario tecnico quasi soprattutto in occidente.


Anthoniy
Non hai capito o non vuoi capire.
Quando oggi, o almeno nell'ultimo secolo, ci si  vedi sopraffatti da estranei nei tuoi territori, la difesa delle comunità islamiche fu stringersi sotto la bandiera della mezza luna. E'stato un effetto alle colonizzazioni di vario tipo e da parte di tutti i paesi occidentali. 
Il mio parere, perché questo è un mio parere, è che se ci fosse stato un dialogo cooperativo , il laicismo avrebbe aperto gli occhi alla povertà del popolo rispetto alla strafottenza e ostentata ricchezza dei vari sceicchi. Avrebbe fatto vedere la contraddizione al loro interno promuovendo movimenti laici e relativi partiti.Invece no.Vogliamo persino imporgli le nostre democrazie, che senza passare per l'idea laica dello stato ,non può avverarsi.
La famosa e ormai lontana "primavera araba" avrebbe dovuto promuovere il processo di laicismo.
Ma noi occidentali abbiamo asini al potere da quasi sempre, alla faccia della meritocrazia democratica e degli "eletti", asini politici, ma asserviti al potere economico fin dalla nascita del canale di Suez, ma prima ancora, da Lawrence d' Arabia. Se guardi le cartine politiche vedrai linee nette nei confini degli Stati Arabi. Le tracciarono sulle cartine gli inglesi.
Ma perché mai gli sceicchi portano il loro denaro a Londra , sostenendo da almeno un secolo la sterlina? E chi finanzia i movimenti fanatici, chi gli dà le armi? Se non abbiamo ancora capito come l'interesse economico sia la vera causa di carneficine e che ha alimentato il fanatismo islamico...non so cosa dire?


Personalmente sono credente, ma credo nello Stato laico e non li ritengo affatto incompatibili.


Phil


Noi occidentali abbiamo avuto una rivoluzione tecnica tecnologica formidabile, inaudita.
La sua culla è stata l cultura greca, specialmente filosofica.  Io rimango  relazionato più sulla posizione greca, come Nietzsche a suo modo. Senza la categorie e classificazioni, persino senza la dialettica e le argomentazioni meta-fisiche non avremmo potuto costruire nessun salto scientifico.
Nel tempo greco Platone/Socrate amano le scienze e si dice che per entrare nell"Accademia" di Platone ci fosse un' iscrizione " non si entra senza essere geometri".
Personalmente non contrapporrei filosofia e scienza, in tenimi apologetici da una o dall'altra parte: possono benissimo convivere su piani diversi. Semmai mi ha dato fastidio l'uso e abuso scientista del maistreamm culturale che vuol sotterrare la filosofia, che continuo a sostenere, non può assolutamente abbandonare la meta-fisca. I filosofi dalla modernità all'attuale post modernità si sono prostrati  alla scienza, accettandone metodi e giustificazioni, dimostrazioni.
Al potere del mainstream c'è la cultura anglosassone, e la storia della filosofia e non solo dice che razza di pensatori fossero e siano. Con tutti i nostri difetti, la cultura latina romana, ha insegnato ai barbari a costruirsi a loro volta una civiltà , la cultura anglosassone impone cultura ed economia  in cambio di denaro e sottomissione. La pseudo cultura del piacere a suon di cioccolato e sigarette quando conquistavano l'Italia nell'ultima guerra, ha surrogato le virtù giuridiche del diritto romano che insegnava a come costruire le costituzioni . La fine dell'età classica greco-romana ha coinciso con la fine di un certo modo di pensare e di fare, con ribadisco, tutti i limiti a loro interne.
Noi postuliamo ed enunciamo grazie a quelle matematiche e geometrie greche, noi facciamo logica moderna iniziando dalla meta-fisica di Aristotele quella predicativa, e della Stoà degli stoici, quella proposizionale.


E' ovvio che il piacere possa vincere sulle virtù, sono connaturati in due culture diverse.
Il piacere è assecondare gli istinti, mentre la virtù deve essere educata. Ed educare ed essere educati....è fatica. Ma gli antichi, e Socrate( e poi Platone) in particolare, questo lo sapeva e lo espresso più volte. La nostra cultura liquida ,di plastica, straborda di piaceri nei "luna park" sociali,, eccede sempre e volutamente
Le crisi economiche e metaforicamente anche esistenziali umane, nascono sempre per aver superato limiti che il piacere illimitato non vuole, se poi al piacere aggiungiamo la strafottenza di potenza, di "noi siamo i migliori e più fori, più astuti e più bravi".......mentre Socrate insegnava la temperanza, mai superare i limiti.
Sono anch'io convinto che l'ateismo si allargherà e in modo molto veloce in Occidente.
Non so fino a che punto la globalizzazione "normalizzerà" le religione le tradizioni.
Di sicuro esploderanno le contraddizioni e il come l'occidente sta trattando la pandemia attuale è già contraddittoria. Persino Kissinger consigliava a Trump, che è impossibile governarla ognuno per i fatti propri : ma è questo che ha insegnato il soggettivismo filosofico, il liberismo anglosassone, il colonialismo, il capitalismo.
Non sono per la beatificazione della meta-fisica , o delle religioni, hanno limiti ,problemi e contraddizioni anche loro. E il laicismo , la scienza, la tecnica. ha portato comunque benessere materiale agli antichi "schiavi", plebei, servi della gleba, proletari...anche se ha spostato il problema nel terzo, quarto, quinto.......mondo. Penso di aver capito almeno i punti salienti dei pregi e difetti di culture diverse. 
Ma io vivo questo tempo e mi par di saper leggere come funziona questo tempo contraddittorio..........in attesa, in sospensione temporale......di non  so cosa.
#267
Citazione di: Phil il 19 Settembre 2020, 11:13:42 AM
Citazione di: paul11 il 19 Settembre 2020, 00:33:02 AM
crescono  i fedeli delle tre religioni, nonostante le istituzioni "ecclesiastiche" dei monoteismi "facciano acqua".
Se prendiamo per buoni i dati di wikipedia, negli ultimi 5 anni la percentuale dei religiosi nel mondo presenta qualche religione in aumento e qualcuna in calo (l'ateismo globale è sceso dal 15,3% al 14,1%):
- il cristianesimo è passato dal 31,5% (della popolazione globale) al 29%
- il giudaismo dallo 0,20 allo 0,18%
- l'islam dal 22,3% al 24%
- l'induismo dal 13,9% al 15,4%
- la «religione tradizionale cinese»(sic) dal 5,5% al 5%
- il buddismo da 5,25% al 6%
I dati sono tratti da qui e qui.


In Europa, il mutamento di scenario è stato invece questo (ancora da Wikipedia, cliccare per ingrandire):



Focus sull'Italia (wikipedia, cliccare per ingrandire):


Ovvero (wikipedia, cliccare per ingrandire):





la guerra dei numeri? :)


https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/01/08/oggi-tre-abitanti-della-terra-su-10-sono-cristiani-nel-2050-la-geografia-religiosa-sara-diversa/?refresh_ce=1


Le proiezioni del quotidiano di confindustria, mostrano che su una popolazione globale di 7,7 miliardi di persone dal 2015 al 2020 le proiezioni di coloro che hanno un fede rispetto agli atei crescerà di più.


Gli atei sono annidati nel mainstream culturale occidentale. Perchè se inseriamo il quarto mondo tribale di animisti, panteisti e quant'altro, non c'è storia.
Il problema è come nella divisione globale della ricchezza. Pochi hanno molto e appartengono agli occidentali  dove si annida il capitalismo e il potere mondiale.
E' a questo che volevo arrivare.
I figli della cultura di almeno di tre secoli di relativismo , hanno prodotto il capitalismo sdoganandola sotto l'insegna della libertà.
Le ricadute di questa cultura che vuole sottomettere la globalità ci sta portando al disastro ingestibile.
Sono oggi le religioni che resistono, con tutte le contraddizioni interne che ho scritto.
#268
 Rovescerei le deduzioni di Phil, perché spiegherebbero il motivo per cui crescono  i fedeli delle tre religioni, nonostante le istituzioni "ecclesiastiche" dei monoteismi "facciano acqua".


L'Islam cresce perché ha un nemico comune: il capitalismo occidentale. E solo la deficienza dei potenti occidentali ,non ha permesso la laicizzazione del medioriente.


L'ebraismo ha tirato le file fra le comunità sparse nel mondo, nel momento in cui il razzismo anti-sionista ha addirittura sterminato ;  ciò  ha prodotto la nascita di uno stato ebraico nella modernità


Il cristianesimo ancora sussiste nonostante l'anticlericalismo e l'anti meta-fisica da almeno tre secoli a questa parte, proprio perché il relativismo del mainstream culturale moderno  ha consegnata la meta-fisica alla quasi sola teologia.


La meta-fisica dell'essere nella filosofia moderna è diventata "assenza" perché collocata SOLO nell'esistenza terrena, nel divenire delle diversità delle apparenze.


Sono proprio le avversità che mantengono in vita le arabe fenici religiose.
Perché sono ancora uniche nel "grande mistero" del senso della vita a dargli un senso.
Non c'è scienza naturale che dimostra come un "santommaso" solo vedendo, solo udendo, solo toccando. Non può "vedere" una coscienza, una mente, un'anima, uno spirito se risolve il tutto nel sensibile. Così veniamo dal nulla e andiamo nel nulla nella cultura del mainstream....senza senso perché senza fondamento. Come un medico che dice "Non c'è più nulla da fare...."
E le domande ultime(o prime ontologiche) rimangono.
Il credente non guarda le risposte dai sacerdoti ecclesiastici, questi dovrebbero solo indicare le vie temporali, ma sottomessa al tempo della parusia e dell'escatologia.
Il credente che conosce i testi sacri, sa che la Chiesa sarà corrotta dal "demone" interno, continuerà a relativizzarsi, ma non c'è Papa superiore alla Rivelazione e alle Scritture Sacre. Perchè gli Iman e i Papi ,vanno e vengono...... e  scrivono encicliche e quant'altro.
Possono relativizzarsi quanto vogliono, persino perdersi nel relativismo.
Ma sono quei testi che ancora danno la Rivelazione. E studiano il Corano , e  studiano la Torah, e studiano i Vangeli...........


Le avversità e le contraddizioni culturali ed economiche occidentali del mainstream  ha addirittura rafforzato la necessità di un contro-altare religioso , perché è ancora oggi, nonostante tutto, a credere nelle virtù, a credere nella morale che può solo essere fondata da una meta-fisica che può a sua volta essere forza di una teologia. La loro forza sta nel fatto che si perde è martirio e se si vince è volontà divina
Nemmeno bombe e sterminio possono vincere idee-forti....perchè si tramandano di generazione in generazione e non c'è Hawkings e vari scientisti (quando scienziati vogliono fare filosofia) con una pseudo filosofia da disneyland.


Quindi il relativismo delle religioni e persino perdersi nell'agone della politica per lotte di potere, non supera l'idea forte originaria. Oggi forse l'unica a sostenere una identità di comunità anche contro l'economia e la politica stessa. E' questo "stringersi" nell'identità originaria che ricompatta periodicamente e ...risorge. E questa esigenza nasce anche dalle avversità, perché il credente conosce ancora il sacrificio .
#269
 ... come se una cultura, essere nati in Italia sia una scelta del nascituro sulla Costituzione italiana.
Nei reparti neonatali c'è il primo giuramento sul testo costituzionale ?


E' ovvio che nascere in una comunità, in una società, in uno Stato, significa essere educati dalla tenera età alle regole di quel luogo geografico compreso la sua altrettanto ovvia tradizione.


Una religione è prima di tutto una RIVELAZIONE  sancita da SACRE SCRITTURE
e per questo "non dovrebbe" essere relativizzata. Il relativismo nasce con l'istituzione sacerdotale, persone umane prima di tutto, che secolarizzano con una dottrina sociale. Quasi tutte le dottrine religiose diventano dottrine politiche, perché hanno a che fare con persone umane appunto e da sempre la casta sacerdotale è in relazione con il re. Il potere religioso con il potere politico si pone dialetticamente. Insomma la secolarizzazione fa perdere le ontologie fondanti di una parusia, di una escatologia.
#270
 Il testo è  "Platone tutti gli scritti"  a cura di Giovanni Reale ed. Bompiani del 2000.

Dal Timeo.
Preludio metafisico del grande discorso cosmologico di Timeo.
Che cos'è ciò che è sempre e non ha generazione? E che cos'è ciò che si genera perennemente e non è mai essere? Il primo è ciò che è concepibile con l'intelligenza mediante il ragionamento.perchè e sempre nelle medesime condizioni. Il secondo, al contrario, è ciò che è opinabile mediante la percezione sensoriale, irrazionale, perché si genera e perisce e non è mai pienamente essere. Inoltre, ogni cosa che si genera, di necessità viene generata da qualche causa.
Infatti è impossibile che ogni cosa abbia generazione,senza avere una causa....
Ora, per quanto concerne tutto il cielo e il mondo,bisogna considerare ciò che fin da principio si deve esaminare riguardo ad ogni cosa, ossia se fu sempre, non avendo mai alcun principio di generazione,oppure se fu generato, incominciando da un qualche principio. Esso fu generato.
Infatti è visibile e tangibile ed ha un corpo; ma tutte le cose di questo tipo sono sensibili, e le cose sensibili si apprendono con l'opinione mediante la sensazione, ed è risultato che sono generate e in divenire. E ciò che è generato  abbiamo detto che è necessario che sia generato da una causa.


........e così via......


Senza questo ragionamento iniziale, che non è da prendere per oro colato, discutere di assoluto o quant'altro è impossibile. L'assoluto, l'Artefice, il Demiurgo, nel Timeo si evince da un ragionamento sul principio primo. Poi ovviamente nel Timeo, nella metafisica di Aristotele e in tutta la storia della filosofia, ognuno prende una posizione critica.
Ma un vero filosofo non può eludere le domande prime e i ragionamenti attinenti.
Timeo evince che l'Artefice non può essere generato , in quanto è il principio primo, la prima causa.
Tutti i corpi fisici hanno una causa, l'Artefice no. Tutto ciò che rientra nella causazione è in divenire, per cui perisce e tutto ciò è in divenire. L'Artefice invece è eterno, privo di causazione non essendo a sua volta stato generato.


Quindi l'assoluto è necessario e ineludibile, qualunque appellattivo, nome, attributo lo si voglia connotare e predicare. Che sia Artefice o Demiurgo, che sia Dio, che sia l'archè, che sia la causa prima, da qualcosa, da qualcuno tutto ha un inizio e se ha un inizio ha uno scopo.




Il secondo aspetto è la divulgazione della filosofia. Problema che ricorre periodicamente nel forum.


Oggi tutti possono parlare,ragionare di tutto. Vi sono miriadi di divulgatori, è persino una professione molto mediatica e per alcuni parecchio remunerativa.
Io diffido.
Ho imparato in 45 anni da autodidatta, che si fa parecchio più fatica studiare i testi originali, mentre i divulgatori spessissimo non danno mai la vera verità di un astronomo, astrofisico, quantistica, fisico, filosofo, sociologo, politico. Un conto è leggere i giornali di politica ad esempio e un conto è studiare storia del pensiero politico,  delle dottrine politiche, gli autori di filosofia politica e scienze politiche.


In filosofia addirittura filosofi contemporanei, non semplici divulgatori, non leggono nemmeno  i testi originali, e scrivono imprecisioni madornali .