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Messaggi - Jacopus

#256
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
30 Ottobre 2024, 13:45:25 PM
CitazioneDisastrosa nel forum invece la identificazione della psichiatria con la scienza al posto del riconoscimento che esiste anche la psicologia scientifica.
Sul merito di questa dichiarazione (tralasciando di redarguire il solito tono giudicante veramente improprio fra tutto noi dilettanti della psiche), mi limito a dire che psichiatria e psicologia sono soft sciences, e per questo possono e devono orientare la loro conoscenza in modo più flessibile e umanistico, altrimenti, ad esempio, si incorre in quegli esperimenti di "psicologia scientifica" che affermano come  il cervello decida autonomamente rispetto alla consapevolezza (cfr Libet, Soon). La psiche umana però non è rinchiusa o rinchiudibile in una stanza sperimentale. Se al posto del movimento del dito (esperimento di Libet) si chiede al volontario di scegliere fra una azione egoistica ed una altruistica, o di fare una dichiarazione etica o un'altra, i sistemi automatici di risposta del cervello, che sembrano provare l'assenza di libertà, non funzionano più e la risposta coincide con il tempo in cui il decisore l'ha decisa, rimettendo in campo una capacità "agenziale" non più esclusivamente deterministica. Se si proclama una visione solo scientifica delle scienze psicologiche la prima conseguenza coerente è quella di accettare il fatto di essere predeterminati e mai capaci di esprimerci liberamente.
Per converso, dichiararsi antiscientifici comporta altri problemi, ovvero la spiritualizzazione di una disciplina (il famoso "santone") che invece interagisce e deve interagire in modo fruttuoso con il metodo scientifico, pur concependolo come un metodo che deve essere connesso ad altri metodi e ad altre discipline. La psichiatria, ancor più della psicologia, è materia interdisciplinare.
#257
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
29 Ottobre 2024, 21:29:33 PM
Tocchi un nervo scoperto. Non esistono esami strumentali per diagnosticare la malattia mentale ma esiste la malattia mentale. I sintomi della schizofrenia di tipo paranoico sono sempre gli stessi, da quando sono descritti. Così come i sintomi della depressione o del disturbo ossessivo/compulsivo. Quindi il modo per diagnosticare una malattia mentale è la visita specialistica che si fonda su un colloquio o più colloqui con il paziente e i suoi familiari. Quei colloqui finiranno in un fascicolo che si arricchirà con l'anamnesi del caso nel corso degli anni. Affinché la malattia mentale sia verificata occorre che i sintomi siano presenti per un congruo periodo di tempo.
Altra circostanza da evidenziare è il proliferare di malattie mentali, prima misconosciute, ma alcune davvero importanti. Ad esempio oggi è riconosciuta la sindrome da stress posttraumatico (PTSD), che si soffre a seguito dell'impatto da eventi violenti, gravi o ripetuti nel tempo o entrambi. Si tratta di malattie che, a differenza dell'ulcera, puntano il dito contro la stessa struttura sociale e che sono profondamente condizionati dalla struttura sociale. Basti pensare che negli anni '60, un libro didattico per studenti universitari molto diffuso negli USA (posso risalire anche al titolo se interessa), dichiarava che l'incesto familiare era un "fattore protettivo" rispetto alla malattia mentale e rispetto alla vita in genere, perché forniva una sorta di apprendistato in famiglia di come sia duro il mondo. Detto e scritto da un eminente psichiatra di allora, di appena 60 anni fa. Oggi si dice esattamente il contrario, perché sono cambiati i rapporti di potere e la società patriarcale si è profondamente indebolita.
Il collegamento psichiatria-società è dato anche dalla presenza di discipline come l'Etnopsichiatria che studia la psichiatria collegata alle varie culture, ognuna con le sue regole sociali.
Quindi la psichiatria non potrà mai essere guidata dallo stesso paradigma delle altre discipline sanitarie, perché la "mente" che è il suo oggetto, non sta solo dentro il corpo del paziente (come l'elicobacter pylori, responsabile dell'ulcera), ma è il collegamento fra il cervello del singolo e tutti gli altri cervelli. In questo senso la malattia mentale è una condizione universale o se preferiamo un continuum, che impercettibilmente passa da una supposta normalità ad una supposta anormalità. La vera anormalità però consiste nella incapacità di funzionare, di alzarsi al mattino, di lavorare, di essere in grado di vivere senza essere d'impaccio e senza essere un pericolo per sè o per gli altri. Se lo psichiatra attraverso un intervento multidisciplinare riesce a far rientrare lo "squilibrato" in questo range, allora ha fatto il suo lavoro, anche se il paziente, di tanto in tanto può sospettare che dentro l'armadio viva un licantropo invisibile o che la radio ogni tanto gli manda dei messaggi in codice.
In sintesi, abbiamo riscontri descrittivi per i quali è evidente che esistono malattie mentali che creano dolore o disagio, malattie che si distinguono in maggiori o minori a seconda se vi sia o meno perdita del senso di realtà (deliri, allucinazioni) oppure no (manie, ansie, paure fisse, tristezza immotivata). Per queste malattie non esistono ancora strumenti diagnostici fondati sulla misurazione e probabilmente non esisteranno mai, perché l'oggetto di studio dello psichiatra non è il cervello ma la connessione mente/cervello/corpo. Con mente si intende la connessione sociale fra il cervello del paziente e la cultura nel suo percorso storico. Quindi il cervello come organo fisiologico non può essere trascurato ma la psichiatria non può fermarsi al cervello come organo (al cervello come organo fisiologico e basta ci pensa già la neurologia).
#258
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
29 Ottobre 2024, 14:05:29 PM
Citazioneho usato il termine "santone" perchè me lo aveva ricordato leggendo la descrizione che ne faceva Jacopus piu indietro
Anche questa affermazione merita un approfondimento. In effetti gli psicoterapeuti e tutti gli operatori sociali sono dei "santoni". Chi è il santone? È colui che fa miracoli,chi è carismatico, colui che agisce secondo modalità non "tecnicistiche" ma "spirituali", chi "ama", e l'amore difficilmente è un tecnicismo. Jung ha scritto molto su questo tema, ad esempio.

Personalmente ammiro molto Freud, perché ha sempre orientato la sua ricerca secondo modalità "scientifiche" pur rendendosi conto che la ripetibilità sperimentale del metodo scientifico non è raggiungibile quando si parla di "mente umana". Lui stesso, in una sua massima famosa ha scritto che ci sono tre attività impossibili: curare, educare e governare. Nonostante ciò ha curato e scritto per tutta la vita, anche quando un doloroso tumore alla mascella lo aveva debilitato. La mente umana non può essere curata come un altro organo qualunque, perché non è un organo qualunque. La sua stessa complessità ha come ricaduta la frequenza della malattia mentale. Difficile pensare ad una formica malata di crisi paranoiche, e soggiogata dal pensiero che la formica operaia al suo fianco voglia ucciderla.
I problemi iniziano con la immissione degli stati emotivi sulle specie più complesse, come uccelli e mammiferi. Rabbia, sofferenza per la solitudine, paura, ricerca di un compagno/a sono stati emotivi che migliorano la capacità di sopravvivenza della specie ( uno è indispensabile), ma non sempre vengono soddisfatti e ciò può creare la malattia mentale. Se ad esempio un soggetto viene sottoposto ad eventi paurosi ripetutamente, risponderà prevalentemente con il sistema limbico ad ogni minaccia, fino al punto che crederà minaccia mortale anche una semplice parolaccia o un gestaccio. Una persona "impulsiva", che oltre un certo livello, diventa una persona con un disturbo mentale che va curato.
Per curare l'impulsività ci sono farmaci che favoriscono la produzione di recettori antagonisti all'impulso (come la serotonina) e inibiscono la produzione di recettori agonisti della rabbia e dell'impulsività (come l'andrenalina). Questi farmaci rispondono a tutti i requisiti "tecnici" della medicina moderna e gli psichiatri li sanno maneggiare. In ciò non mi sentirei di definirli santoni. È comunque inevitabile fare degli aggiustamenti, come del resto per tutti i tipi di malattie. Si può passare da un ipotiroidismo lieve ad uno serio, con relativo cambio di farmaco. Ciò che serve in più ad uno psichiatra e ancor più ad uno psicoterapeuta è proprio quel carisma che in modo banale può essere designato come "santone", e che Freud ha descritto come fenomeno di transfert/controtransfert oppure con una immagine molto forte come "Nebenmensch". Ironizzando, la psicoterapia è una forma di fratellanza a pagamento, ma funziona spesso, altrimenti si sarebbe già estinta dopo 125 anni di onorata carriera, con tanto di cattedre universitarie in tutto il mondo ( o anche qui c'è un complotto dei poteri forti?).
Penso che queste discipline si portino addosso proprio il marchio di voler agire secondo modalità soggetto/oggetto, quando invece dovrebbero agire secondo modalità soggetto/soggetto. Molto esplicativo è il film "qualcuno volò sul nido del cuculo". È già spiegato tutto lì se non volete leggere Basaglia. Altrimenti, per chi ha più tempo e voglia, si può partire da "storia della follia nell'età classica", (Foucault)  che è un saggio paragonabile, mutatis mutandis, ad un classico immortale della letteratura come i fratelli Karamazov.
Sicuro di non aver risposto correttamente a nessuno, vi saluto.
#259
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
29 Ottobre 2024, 13:27:47 PM
CitazioneAnche lo psicoterapeuta è ammalato e sarebbe per questo che se fossi un paziente cercherei di metterlo in crisi ... ma forse questa idea non sarebbe percorribile per uno che pensa di essere disagiato


Molta carne al fuoco. Inizio da Daniele perché questa affermazione mi ha colpito, nel senso che il paziente che vuole mettere in crisi il terapeuta esiste ed è anche quello che guarisce meglio e che può raggiungere un livello di completezza nella propria vita superiore a chi si pone con il terapeuta in una modalità "sottomissione". In medio stat virtus. Troppa acquiescenza NO, troppa critica NO. Opporsi al terapeuta, in sostanza, significa opporsi all'autoritá, e solo attraverso la discussione verso l'autorità si cresce, si diventa autonomi e si interiorizza quell'autorità, rendendoci più liberi. Un bravo terapeuta quindi accetterà le provocazioni, le discussioni, le urla e i litigi. Il confine che non dovrà superare è quello della minaccia e della violenza, poiché a quel punto non c'è più terapia ma diritto penale. Accettare la messa in crisi è infatti un indizio della storia del paziente che ci dirà molte cose di sè attraverso quella rabbia indirizzata verso l'Autoritá.
#260
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
27 Ottobre 2024, 21:47:00 PM
Non hai tutti i torti sugli psichiatri ;). Molti di loro ce la mettono tutta per rendersi antipatici, ma resta il fatto che la malattia mentale va affrontata. A mio parere però va affrontata con un metodo diverso da quello della medicina tradizionale fondata su malattia/terapia/cura. La diversità si trova sul nesso fra malattia mentale e società, ovvero la malattia mentale, molto più di ogni altra malattia, è una patologia sociale. In linea di massima essa trae origine dal trauma, ovvero da condizioni avverse nella vita. Se, ad esempio, le condizioni sono davvero molto avverse, per sopravvivere occorre estraniarsi dalla realtà, ci si può dissociare temporaneamente (nevrosi) oppure in modo permanente (psicosi). Quindi per tenere sotto controllo la malattia mentale occorrerebbe agire in modo preventivo sul trauma, che, se avviene in infanzia, è molto impattante. Si può giungere alla malattia mentale anche attraverso le sostanze psicoattive, compresa quella che viene quasi idolatrata come la cannabis. Ma non di meno è l'alcol, capace di creare le precondizioni per malattie mentali di mezza età. Accanto a ciò vi è anche una predisposizione genetica, ma sempre su base ambientale. Infatti i nostri geni possono esprimere o non esprimere un certo tipo di carattere (ad esempio l'ansia). Ma se i nostri genitori e i nostri nonni sono stati esposti all'ansia, le possibilità che noi sviluppiamo un carattere ansioso è molto alto, anche se serve comunque un innesco ambientale. L'epigenetica è la dimostrazione di come siamo un intreccio inestricabile di corpo e ambiente. Alcuni "psichiatri" chiamano questo intreccio Mente-Cervello, che opera con continui e reciproci feed-back ( il che è anche molto coerente con la teoria evoluzionistica).
Se assumiamo che questa sia la descrizione sintetica della genesi della malattia mentale, dobbiamo domandarci cosa deve fare lo psichiatra e come lo deve fare. Qui entrano in gioco tanti discorsi possibili. Uno che mi ha sempre incuriosito è quello del superamento della differenza soggetto/oggetto, che ancora una volta chiama in causa la struttura sociale. Infatti lo psichiatra per essere tale dovrebbe dismettere i suoi panni di soggetto-terapeuta che tratta l'oggetto-paziente, cercando di ottenere al suo posto un rapporto terapeutico in condizioni di reciprocità. Si tratta però di una visione rischiosa perché mette in discussione le stesse basi sociali della società di classe, nella quale c'è un soggetto-padrone che tratta con un oggetto-servo. Non a caso Basaglia chiamava in causa Hegel per giustificare il superamento del manicomio. Se vogliamo restare ad un livello funzionale, invece, comunque lo psichiatra è inevitabile per la sua formazione, per il suo occhio clinico, per la sua conoscenza dei farmaci e dei suoi effetti, in un ottica olistica. Infatti, prima di prescrivere una terapia è importante stabilire un check-up generale sulle condizioni di salute del paziente. In una concezione pragmatica sarebbe anche auspicabile un modello che unisca aspetti di cura funzionali (farmaci, psicoterapia, attività socio-educative, formative) e la tensione verso un modello di cura che superi il contrasto soggetto/oggetto.
#261
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
27 Ottobre 2024, 00:30:50 AM
CitazionePoi è possibile che non esistano farmaci di livello superiore a quelli generici o peggio non ci fossero riscontri diagnostici di livello superiore. Ma a quel punto lo psichiatra non avrebbe una cura farmacologia a disposizione e di seguito non potrebbe fare una diagnosi...
Non so se ho capito bene, ma ci sono farmaci molto efficaci ma che hanno molte controindicazioni. "Pharmakon" non a caso significa in greco antico, rimedio e veleno, contemporaneamente. Nei casi gravi come le schizofrenie, che fanno perdere il contatto con la realtà, possono essere usati neurolettici anti psicotici come il risperidone o l'olanzapina. Esiste anche la possibilità di iniezioni a rilascio prolungato, che contrastano la scarsa adesione di questi pazienti a seguire la terapia. Sono anche considerati farmaci salvavita e sono a carico completo della ASL. A differenza delle comuni benzodiazepine, che servono nelle situazioni meno gravi (en, xanax).
Per quanto riguarda la diagnosi. Ovvio che la fa il medico curante e nel caso di disturbi mentali non di natura neurologica, la diagnosi la fa lo psichiatra, dopo avere, appunto, escluso problemi neurologici o di altra natura. Solo se il malato mentale commette un reato, sarà nominato un perito dal Tribunale, che è  comunque sempre uno psichiatra, con un curriculum esteso ( solitamente sono professori universitari).
Inoltre sul concetto di diagnosi in psichiatria si potrebbe scrivere un libro. In breve diagnosticare una malattia mentale è difficile perché è una attività condizionata dalla società. Freud si è fatto largo grazie al disturbo denominato "isteria", che oggi è residuale. All'epoca di Freud invece furoreggiava a causa della struttura repressiva e sessuofobica della Vienna all'inizio del XX secolo. Per questo la malattia mentale è una malattia politica ed è per questo che viene vista con sospetto o con sufficienza. A meno che non movimenti denaro. In USA gli istituti di psichiatria, fino a 70 anni fa, erano relegati nei seminterrati e scarsamente finanziati. Quando sono giunti sul mercato i primi farmaci efficaci, che hanno sostituito le precedenti pratiche contenitive o l'elettroshock (o l'ipnosi), la psichiatria ha perso velocemente il suo ruolo di Cenerentola della medicina.
#262
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
26 Ottobre 2024, 16:56:26 PM
Citazione di: InVerno il 26 Ottobre 2024, 10:22:49 AME che cosa si è scoperto da questi studi, per esempio, riguardo la categoria di farmaci più usata in assoluto, gli antidepressivi?
Che certi principi attivi, presenti in questi farmaci, agiscono sul flusso di neurotrasmettitori che funzionano male nella persona depressa, riequilibrandoli, in primo luogo serotonina e dopamina. Il problema è che agiscono sul sintomo, mettendo sotto controllo la persona (ed è già un risultato), ma non agiscono sulla causa profonda della depressione, che è spesso una causa dovuta ad esperienze ambientali avverse. Per sconfiggere la depressione o più realisticamente per ridurla, occorrerebbe agire sulla società. I disturbi mentali sono disturbi sociali, anche se tendono, nel dopo-Basaglia, a farci credere che non sia così.
#263
Caro Anthony, sei in grado di rapportarti con gli altri senza offendere? Se io ho dei piccoli schemi mentali i tuoi sono microscopici. Non perderò più tempo con te.  Cerca di rispettare questo mi desiderio. Grazie.
#264
Capisco che il razzismo non si sconfigge tanto facilmente. Ma ci provo lo stesso. Lo sai come chiamano gli statunitensi l'insieme delle popolazioni nere, italiane, messicane e sudamericane: "greaseballs", palle di grasso. Tu sei per gli americani una inutile palla di grasso, probabilmente un po' mafioso, con grossi baffi neri e amante della pasta e che gesticola quando parla come un mulino a vento. Ti riconosci in questa descrizione? Ebbene i tuoi discorsi sono gli stessi solo applicati agli stranieri che vengono qui. Ti potrei raccontare tante di quelle storie da intasare il forum visto che con i minori stranieri ci lavoro. Ma lasciamo perdere, credo che sia fiato sprecato. Un ultimo dato, poi me ne torno nella sezione filosofia. Quasi il 10 per cento del Pil italiano è prodotto da immigrati. Sapessimo usarli e rispettare meglio l'Italia non sarebbe quel paese semi-mussulmano che in realtà è.
#265
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2024, 20:21:04 PMSecondo me mischi problemi differenti.
Secondo me, no. Ovvio che chi viene con i barconi non sa fare l'infermiere, ma una politica di integrazione significa favorire la possibilità che entro una generazione o al massimo due, la famiglia di quell'Enea pakistano, possa diventare un infermiere. Un esempio personale, di come l'integrazione possa anche avvenire spontaneamente. La badante di mio padre è arrivata dal Perù e sapeva fare le pulizie, poi ha imparato da sola a fare l'assistente domiciliare e infine ha preso il diploma da OSS ed ora lavora in una residenza protetta. Ha fatto venire in Italia i suoi due figli, uno dei quali fa il cameriere e l'altro il poltrone. Lasciando perdere il poltrone, mi sembra un processo di integrazione spontaneo che ha funzionato, ma se invece di lasciarlo alla buona volontà delle persone, vi fosse un pensiero politico che pensasse in termini di decenni o ventenni (non quello fascista), le cose funzionerebbero molto meglio. Un pò come quando vi è stata la speculazione edilizia, che ha pensato al presente, senza considerare i danni a lungo termine di quella speculazione, di cui soffriamo ancora oggi. Immagina Roma, ad esempio, con una cultura del traffico pubblico, con una metro degna di questo nome, tram, filobus, un sistema ferroviario integrato. Ma una cultura del traffico pubblico, così come una politica migratoria, non avviene e non può avvenire dall'oggi al domani. Non è un miracolo. Ma è proprio grazie alla programmazione che i paesi prosperano e nutrono una speranza maggiore di giustizia. Da noi invece vige il tiriamo a campare nel migliore dei casi, altrimenti il mettere povero contro povero, che è davvero un capolavoro di una classe dirigente costituita però da "poveri dentro".
#266
La politica per regolare i flussi migratori è in Italia ma anche in altri paesi europei la prova che viviamo in sistemi sociali schizofrenici. Da un lato li vorremmo escludere, deportare, far tornare ai loro paeselli. Il giorno dopo ci accorgiamo che ci mancano medici, infermieri, saldatori, informatici, persino insegnanti. Ovvero tutte quelle professioni per le quali servono numeri ingenti ma possono essere svolte dopo una formazione scolastica lunga e che quindi presuppongono una integrazione nel territorio di appartenenza. Le nostre politiche sono invece al contrario per la non integrazione e per la creazione di ghetti culturali. Non è neppure responsabilità dei politici di turno. L'italiano medio è geneticamente un razzista alla buona, senza i lirismi e il radicalismo di certe ideologie nordiche, ma che comunque non aiuta a creare una nazione cosmopolita come antidoto alla violenza prossima ventura ma anche come antidoto alla carenza di professionisti essenziali alla vita di uno stato moderno. Ed infatti la distanza con il resto dell'Europa si amplia così come la distanza fra il nord e il sud dell'Italia.
#267
In realtà di giusnaturalista nell'ideologia comunista c'è tanto, a partire da quella convinzione dell'inevitabilità del passaggio da società più barbare fino a quella massima e splendente, generata dal comunismo. L'inevitabilità è data anche dal nesso fortissimo fra ideologie socialiste/comuniste/marxiste e determinismo. Non potrebbe essere altrimenti d'altronde in chi crede in un futuro messianicamente felice. Peccato (fortunatamente) che l'uomo, nella sua complessità, non potrà mai essere ridotto a meccanismo di un mondo fra eguali, proprio perchè un tale mondo sarebbe esattamente la fine dell'uomo come specie. La giustizia sociale, a mio parere, va trovata per altre vie, vie da posapiano ovviamente. Ma i posaforte al momento lo sono solo a parole. I posaforte saranno davvero tali quando imbracceranno le armi. Fino a quel momento sono rivoluzionari da salotto.
#268
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2024, 09:42:15 AMPer verificare la tua posizione, in quel caso, basta andare a chiedere al bottegaio del quale sei cliente. Oltretutto quel poliziotto per chiederti i documenti dovrebbe essere motivato da oggettivi elementi circostanziali, altrimenti é abuso di potere.
Ad esempio se il luogo dove ti ferma é nei pressi di una spiaggia nella quale la guardia costiera ha avuto modo di supporre la presenza di sbarchi clandestini gli elementi circostanziali ci sono.
Anthony. Sei arrivato in ritardo di un paio di mesi. Fra i vari danni che questo governo sta causando a questo paese c'è anche questo:

https://it.wikipedia.org/wiki/Abuso_d'ufficio
#269

Citazione di: sapa il 23 Ottobre 2024, 10:10:21 AMCiao Jacopus, mi scuso per la mia risposta un po' troppo "animosa", ma il fatto di quella mail non può essere derubricato al livello di battuta infelice. Il messaggio che passa è minaccioso ed è quello che il politico governante, specie se si tratta di parte avversa, invece di fare il suo lavoro, cioè governare secondo la propria visione per la quale ha avuto mandato elettorale, è meglio piuttosto che faccia il suo interesse personale. In questo modo rimane sotto schiaffo del magistrato e, prima o poi, cade. Ora, se a dire una cosa del genere è un fregnone qualsiasi su un social, ok, ma se a pronunciare una enormità del genere è un giudice e, quindi, un attore istituzionale, la cosa assume contorni preoccupanti. E, francamente, mi preoccupa ancora di più che il direttore de Il Tempo, che ha pubblicato la mail in questione, sia stato denunciato dalla senatrice Cucchi per aver diffuso quella mail, quando ha fatto in pieno il suo mestiere. Questo non è tentare di mettere il bavaglio alla stampa? Mala tempora.......
ciao Sapa. Ho trovato un aggiornamento rispetto alla mail di Paternello. Nella mail integrale pubblicata dal Corriere della Sera, leggiamo chiaramente che la frase "dobbiamo porre rimedio" è riferita all'isolamento della magistratura nella società e non ha nulla a che fare con il desiderio di "rovesciare" la Meloni. La mail si conclude così: "non dobbiamo fare opposizione politica, ma difendere il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente".

A questo punto vedi tu chi manipola.
#270
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 22:58:33 PM
Caro Dubbio. Tu mi rendi felice e in questo modo aumenti il flusso di dopamina prodotta dal mio secondo organo preferito. Mi rendi felice (vabbè sto esagerando) perchè mi piace parlare di questi argomenti anche se sono un autodidatta (laureato in giurisprudenza, puoi immaginare che c'azzecca).
Neurologo e Psichiatra stanno allo stesso livello, sono entrambi laureati in medicina e quindi sono medici a tutti gli effetti. Lo psicologo invece è laureato in psicologia e non è medico. Spesso gli psicoterapeuti sono laureati sia in medicina che in psicologia, oppure, dopo la laurea in medicina/psicologia hanno fatto dei corsi specifici per diventare psicoterapeuti di una certa scuola. Rispetto alle competenze, se si sente un fischio vicino all'orecchio, oppure si soffre di emicrania, oppure perdiamo sangue dal naso (e non è una banale epistassi), oppure non ci vediamo più, questi sono disturbi di competenza del neurologo. Se invece pensiamo di essere in contatto con il papa, crediamo che alla radio stanno parlando di un complotto contro di noi, dobbiamo controllare dieci volte se abbiamo chiuso la porta di casa, sentiamo un angoscia inspiegabile al mattino, non riusciamo a dimenticare la nostra fidanzata che ci ha lasciato, non riusciamo a dormire perchè abbiamo visto morire il nostro più caro amico, allora, in questi casi, può intervenire lo psichiatra. I farmaci invece sono sperimentati direttamente dalle ditte farmaceutiche, attraverso la somministrazione di placebo e principio attivo a dei volontari. Lo psichiatra e il neurologo sono a conoscenza dei risultati e scelgono, secondo la loro competenza e maestria, il farmaco più adatto. La differenza, lo ripeto, è che al paziente neurologico è sufficiente, nella maggior parte dei casi, un trattamento medico tradizionale, farmaco-chirurgico, mentre per il paziente psichiatrico il trattamento è più complesso, poichè la malattia mentale affonda le sue radici nella mente del paziente, che è sia nel cervello, sia nell'ambiente che il paziente vive-ha vissuto-vivrà.