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Messaggi - viator

#2551
Salve. Perdonatemi, ma io credo proprio di essere quello delle domande stupide. Che si vuole......pure io avrò il diritto di stare a questo mondo, no ?.

L'argomento inoltre interesserà quasi nessuno. Troppo astratto.

Conservatorismo e progressismo sono termini dei quali non ho mai letto al di fuori di cronache ed analisi politico-ideologiche.

Volendo trasferire il loro significato al di fuori delle umane diatribe storico-culturali, conservazione e conservatorismo potrebbero mantenerlo, mentre il concetto di progresso (avanzamento verso una meta avente un senso esclusivamente umano) andrebbe sostituito da quello di cambiamento od innovazione.

Ma poichè tutto quanto riguarda la sfera umana proviene da- e regna - non importa in quali altre forme - anche in natura........ tali due "propensioni" in che modi si manifestano all'interno dei meccanismi naturali ?.

Cioè secondo voi la natura, il mondo fisico, risultano orientati maggiormente alla conservazione dell'esistente oppure alla sua innovazione ?. Intanto vi saluto.
#2552
Salve Inquieto68. Sintonia a parte (che comunque apprezzo) tu hai capito una banalità che nessuno mai considera nel trattare questo argomento.

Il fatto che l'innamoramento la maggior parte delle volte (la simultaneità di esso è una bella ma rara coincidenza) nasca all'interno di qualcuno senza il coinvolgimento, la condivisione da parte del'altro.

Gli amori solitari, quelli impossibili, quelli disperati rappresentano invece - per la mentalità convenzionale - una casistica quasi solo letteraria, astratta.

Per la gente la parola amore ha solo a che fare con i Baci Perugina, gli sceneggiati televisivi ed il sesso.

Ovvio poi che mi venga imputata una visione "strana" di un fenomeno così ovvio.

Io sono talmente "fuori" da concepire la possibilità che ci sia chi si innamora ed ama in base a pulsioni esclusivamente proprie (vorrei per me quella persona che soddisfi i miei desideri, il mio bisogno di completezza etc. etc. etc...........) IN ASSENZA DI CONDIVISIONE E TAVOLTA PER SINO DI CONSAPEVOLEZZA DA PARTE DELL'ALTRO.

Più precisamente ed a proposito dell'"egoismo"(naturalissimo) che genera l'amore in qualsiasi sua veste (guarda caso, sembra che l'amore contenga al suo interno il desiderio), SE L'AMORE NON AVESSE RADICE SOLO EGOISTICA, ALLORA DOVREBBE CAPITARE ANCHE DI INNAMORARCI PER PURO ALTRUISMO, CIOE' MAGARI DI CHI CI AMA MA CHE A NOI NON INTERESSA AFFATTO.

Che strano mondo, quello dell'altruismo da rotocalco !

Lo sai, caro Inquieto68, qual'è l'unione perfetta tra due persone ? Quella formata da due egoismi che riescano a soddisfarsi a vicenda !
Due egoisti che riescano a darsi  l'un l'altro ciò di cui ciascuno ha EGOISTICAMENTE bisogno e piacere.......in modo spontaneo e senza sentirsene privati.

Questo - secondo il mio stranissimo pensiero - è il vero significato dell'amore al di fuori di ogni manierismo, ipocrisia sociale, favola culturale ! Salutoni.
#2553
Salve Eutidemo. Tempo ed energie, le tue, degne di miglior causa !.

D'accordo che tu scrivi - e noi ti leggiamo - in modi perfettamente liberi e facoltativi (tra l'altro anche perchè abbiamo tutti la pancia piena diversamente dagli amici africani) ma la trattazione di un simile problema più che una ipotesi di lavoro (non avertene !) mi sembra una ipotesi di svago.

Tu stai ipotizzando e utopizzando soluzioni basate sulla equità, sulla buona volontà, sulla serietà disinteressata e soprattutto sulla sincronia di azioni ed intenti, messi simultaneamente in atto dall'intero mondo capitalistico.

In pratica si dovrebbe :

  • aiutare i paesi sottosviluppati a casa loro;
  • evitare di sfruttarli, disinteressandosi delle loro risorse che essi stessi dovrebbero astenersi dallo sfruttare per evitare la rovina del pianeta;

  • permettere - ai loro abitanti che lo desiderino - di trovar miglior fortuna presso di noi.

Naturalmente stando ben attenti a non attenderci nulla in cambio, altrimenti verremmo additati come razzisti. Saluti.
#2554
Attualità / Re:L'arte della "sola"
02 Agosto 2019, 12:53:31 PM
Salve Anthony. La globalizzazione consiste nella progressiva apertura e comunicazione tra i mercati ma anche tra le culture e modelli sociali mondiali.
Al suo interno agiscono ovviamente meccanismi concorrenziali per i quali le economie più efficienti e solide si avvantaggiano su quelle meno efficienti.
Più efficienti significa che sanno produrre di più, e/o a costi inferiori, e/o producono ciò che altri non hanno, e/o sanno innovare e/o hanno società più flessibili e/o governi più stabili.
L'italia, Paese che tirava avanti finchè ne stava chiusa nel guscio delle proprie tante ma fragili specificità, con l'inclusione in Eropa prima e la globalizzazione poi avrebbe potuto reggere solo cambiando i propri modi di vita e di lavoro.
Ciò non accade quindi non possiamo che risultarne svantaggiati.
I Paesi avvantaggiati sono quelli più intraprendenti o più indipendenti di noi.

L'immigrazione incontrollata viene da noi subita in modo particolarissimo anzitutto per ragioni geografiche, poi per la fiacchezza di una classe politica abituata a gestire solamente problematiche interne in chiave demagogica.
La stessa classe politica che per le medesime ragioni di consenso demagogico non oserà mai inimicarsi l'elettorato innamorato di preti, Papi e Vaticano. Saluti.
#2555
Attualità / Re:L'arte della "sola"
01 Agosto 2019, 16:21:05 PM
Salve Elia. Tu hai PROFONDAMENTE ragione.

Vedi, tu affermi che gli "italiani" sono un popolo meraviglioso. Beh, questo dipende dai gusti, dall'ottica, dalla distanza che separa ciascuno dagli "italiani".

Per un estroverso l'allegria e la comunicatività "italiana" sono bellissimi.
Un introverso potrebbe trovare che noi siamo chiassosi, mammoni ma poco seri.

Per un polacco noi saremmo dei privilegiati che vivono immersi nella storia, nell'arte, nella cucina, nel clima e nel paesaggio migliori d'Europa e non solo.
Per un'americano siamo una pittoresca banda di mafiosucci ex-sciuscià che parla tanto ma vive immersa nel "casino" e nella "dolce vita".

E sai perchè sto parlando degli "italiani" tra virgolette ? Perchè l'Italia è TUTTORA una semplice espressione geografica e gli ITALIANI non esistono.

Esistono solamente le diverse regioni storiche della penisola, ciascuna con la propria mentalità che "tira" verso culture e modelli veteropeninsulari quando non addirittura extrapeninsulari (il resto del mondo latino, quello mitteleuropeo, quello slavo, quello mediterraneo.

Questo perchè tanto l'Italia "fisica" è caratteristica e facilmente individuabile dal punto di vista geografico-geologico, tanto l'Italia socioculturalpoliticamente unita rappresenta tuttora una utopia poichè la sua "unità" non è consistita in altro che nel forzoso disegno espansivo di una dinastia straniera (i Savoia) che decise di cercare nuovi sbocchi territoriali nell'unica direzione consentita in quella certa epoca in cui agì.

Perciò l'Italia nei migliore dei casi è appunto un Paese (e non una Nazione) che il potere centrale deve gestire in mancanza di ideali e modi di sentire condivisi e comuni, quindi ovviamente facendolo in modo strumentale all'ottenimento e mantenimento di un consenso che sarà sempre trasversale e mai maggioritario.

Di qui il potere esercitato "alla giornata", gli spazi immensi riservati alla semplice demagogia, il frazionamento dello stesso potere in modi tali che ne garantiscano la distribuzione verso molti ma soprattutto esentino chiunque dalle relative responsabilità.

Eutidemo calca la mano solo un versante del nostro scenario politico. In questo modo soddisfa forse i propri umori e quelli di chi la pensa come lui.
Ma anche se accogliesse il tuo invito a dedicarsi ad una più serena e complessiva ricerca di una via di uscita da uno dei nostri diversi problemi......... credo proprio che egli o chiunque altro consumerebbero tempo ed energie senza poter dare soddisfazione proprio a nessuno !.

Vedi, Elia.........fino a una ventina di anni fa l'Italia soffriva - a parte tutto il resto - del dover trascinarsi dietro due grosse palle al piede : La questione meridionale e la questione vaticana.

Poi recentemente abbiamo visto aggiungersi una terza palla. Quella dell'immigrazione incontrollata (che altro non è che una conseguenza della globalizzazione).
Secondo te quale futuro dobbiamo attenderci ? Saluti ed auguri.
#2556
Salve Eutidemo. Complimenti per l'estensione di dati ed informazioni che corredano i tuoi interventi.

Ovunque nel mondo gli accademici e coloro che aspirano a diventare tali devono anzitutto giustificare le loro retribuzioni e possibilmente suscitare interesse ed apprezzamento per il loro operato, il quale richiede notoriamente la disponibilità di fondi.

E' successo anche a York dove finalmente si è aperto uno spiraglio sul misterioso e del tutto imprevedibile mondo dell'autosuggestione.
Infatti si è accertato che costituisce novità assoluta il fatto che le nostre interpretazioni ed attese circa fatti che stanno per accadere o stanno accadendo risentano un pochetto della nostra visione del mondo (anche il calcio fa parte del mondo) ed in particolare di ciò che del mondo ci piace o pensiamo ci possa servire.

E' chiaro che un gol in fuori gioco appaghi il tifoso della squadra che lo segna, mentre un conseguente intervento arbitrale venga trovato come minimo altamente disturbante.

Ovvio che se – all'interno del nostro cranio – esiste già una qualche costruzione psicomentale che favorisce e supporta delle ipotesi e dei desideri a noi giovevoli, una volta che stia per realizzarsi un evento di nostro interesse noi non chiederemo di meglio che il poterlo interpretare ANZITUTTO in conformità alle nostre speranze e desideri.
Se poi l'interpretazione è appena appena logicamente discutibile........figuriamoci......diventeremo accaniti combattenti in favore del NOSTRO punto di vista e della NOSTRA sensibilità.
Tanto per confermare che esiste un solo modello di verità esistenziale, costituito solo da ciò in cui crediamo.

Per quanto riguarda poi l'accenno all'argomento inizio-fine............immagino cosa abbia potuto saltar fuori.

"Inizio" e "fine", se slegati da un qualsiasi evento concreto (e quindi relativo) risultano concetti filosoficamente sinonimi poichè identicamente definibili : per entrambi vale "il momento in cui qualcosa cessa di essere per diventare qualcos'altro".
Ciò in omaggio ad un certo Lavoisier il quale con il suo "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" enunciò il primo dei dettati universali (perchè perfettamente valido sia per la filosofia che per la scienza) – (il secondo è "tutto è relativo tranne l'insieme di tutti relativi, il quale è l'assoluto").

Legare l'inizio e la fine ad un a evento oppure ad un ente significa appunto renderli (l'inizio e la fine) relativi.

Se qualcuno – come provo ad indovinare – avrà sostenuto che può essere esistito o potrà esistere un inizio intrinsecamente interminabile.......credo proprio si inganni.
L'inizio di un evento od un ente – ripeto – è relativo in quanto consiste nello specificarsi di qualcosa che precedentemente non era tale.

Se tale inizio non fosse seguito da una fine si violerebbe il ".........tutto si trasforma".

Naturalmente si potrebbe obiettare che tutto ciò varrebbe a livello fisico-materiale, restando salva l'ipotesi di una spiritualità indenne da ogni trasformazione.

Solamente – a questo proposito – il problema non sarebbe più quello dell'inizio-fine. Bensì quello ben più totalizzante dell'essere o non essere (credere o non credere nella metafisica). Saluti.
#2557
Salve Anthonyi. Non hai meditato a sufficienza la mia definizione di costrizione assoluta, che qui ripeto : "ciò che - se non adempiuto o subìto - provoca la morte del costretto".

Il carcere è una condizone di costrizione fisica RELATIVA (infatti da esso qualcuno può evadere mentre altri possono evitarlo grazie al lavoro degli avvocati). Non è che se il reo non va in carcere morirà. Anzi!. Esso è solamente la CONSEGUENZA LEGALE dell'infrazione di un DIVIETO.

Perciò le costrizioni ASSOLUTE - il cui mancato assolvimente provoca la morte - sono unicamente i BISOGNI FISIOLOGICI (mangiare, bene, deiettare, respirare.............).

Infatti l'uomo non può fare NULL'ALTRO (dedicarsi ai doveri, alle facoltà,ai sogni, all'espiazione delle pene etc. etc. etc.) se trascura di adempiere ai propri BISOGNI (naturali, biologici, assoluti). Quindi essi rappresentato la COSTRIZIONE (naturale, biologica, assoluta).

La costrizione assoluta viene considerata da ciascuno di noi un male, ed il potervi sfuggire nell'unico modo possibile - cioè adempiendola - rappresenta appunto un bene. Per questa ragione proviamo soddisfazione assolvendo una qualsiasi urgenza fisiologica, no ?.

Quindi noi possiamo vivere - godendo eventualmente del bene e del piacere - solo se affrontiamo e risolviamo il male sotto forma di costrizione-bisogno-necessità biologica. Saluti.
#2558
Salve Anthony. Le SCELTE relative al bene-male sono sempre e solo RIGOROSAMENTE INTIME ED INDIVIDUALI (naturalmente potranno venir influenzate dall'esterno, ma la loro responsabilità resterà a chi le compia).

Le CONSEGUENZE delle nostre scelte in merito avranno poi eventualmente (in realtà assai spesso) degli EFFETTI che coinvolgeranno altri o magari il mondo intero.

Infatti nell'espressione : "se io impongo di non uccidere questa è una costrizione per chi vuole uccidere, ma comporta la libertà di vivere per chi altrimenti sarebbe ucciso." l'imposizione di non uccidere non rappresenta affatto una COSTRIZIONE (le costrizioni hanno sempre base fisica o biologica) ma l'espressione di un DIVIETO, di una INTIMAZIONE, di una DIFFIDA contenuti in una Legge od in una Sentenza le quali, come ognun sa, non hanno mai impedito a certuni di maturare e portare a compimento la propria individuale volontà di uccidere le loro vittime. Saluti.
#2559
Tematiche Filosofiche / Re:Natura, uomo e Dio.
30 Luglio 2019, 21:32:25 PM
Salve  Anthony. In che misura l'uomo è incluso (preferisco ad "appartiene") nella natura dipende anzitutto dalla definizione che vogliamo dare di natura e di uomo. C'è chi afferma che l'uomo - creatura di Dio possedente una essenziale e discriminate essenza spirituale - è estraneo e superiore alla natura, la quale è stata creata per fare da cornice, comodità ed utilità agli scopi umani.

Altri dicono invece che l'uomo è una presenza pseudocasuale conseguenza della progressiva diversificazione del mondo fisico e poi di quello biologico...........................e vai con tutte le altre interpretazioni intermedie !.

Quindi il quanto ed il come e sin dove l'uomo sia in relazione con la natura dovrà stabilirlo ciascuno di noi secondo la propria visione del mondo.

Ugualmente, per quanto riguarda il libero arbitrio......se esso esiste significa che l'uomo è Dio o è alla pari con Dio (ed eventualmente con Satana) (il possesso umano del libero arbitrio priverebbe Dio e Satana dell'assolutezza, completezza del LORO loro arbitrio rendendoli quanto meno "concorrenti" dell'uomo nella gestione del mondo).

Se invece all'uomo è lasciata solo l'ILLUSIONE di possedere un libero arbitrio (tesi della completa determinabilità di tutte le cause ed effetti che hanno agito ed agiscono nel mondo), potrà esistere solo un EVENTUALE arbitrio divino (dato Dio come realtà suprema in cui credere).

Tale arbitrio divino, risultando quindi unico, totalizzante e quindi assoluto, non sarebbe  però in alcun modo raziocinabile o razionalizzabile (termini questi di significato umano e quindi inferiore e relativo) e ricadrebbe - come in effetti accade nella realtà fideistica - negli argomenti di cieca e più o meno fiduciosa credenza del fedele. Saluti.
#2560
Attualità / Re:L'arte del ricatto
30 Luglio 2019, 21:02:16 PM
Salve Ipazia. Ottima guerriera delle tue tesi (che su questo argomento condivido). Da una parte stanno citazioni ed interpretazioni di documenti, accordi, dichiarazioni, intenzioni. Dall'altra ci sei tu ed il diritto naturale delle genti. Saluti.
#2561
Salve Baylham. Citandoti : "Infine contesto ovviamente qualunque teoria che attribuisca l'origine del bene e del male alla responsabilità dell'uomo e che ponga l'obiettivo dell'eliminazione del male.".
Scusa, ma "bene" e "male" mi sembrano essere concetti. Ovvio che il concepire (generare dei concetti) non possa generare "responsabilità" etiche, civili, penali di alcuno, ma esiste anche la "responsabilità" consistente nell' "essere causa di" (per i creazionisti, Dio è responsabile dell'esistenza del mondo).
Quindi l'uomo è certamente responsabile non del male o del bene, ma dell'aver concepito i relativi concetti.
Circa poi l'eliminazione del "male", sono d'accordo con te. Saluti.
#2562
Tematiche Filosofiche / Re:Natura, uomo e Dio.
30 Luglio 2019, 17:12:26 PM
Salve Baylham. Ma io non chiedevo se secondo i lettori il mondo-Creato sia stato o fosse attualmente "governato" dalla supremazia di N, U, o D.

Chiedevo da quale dei tre "fattori" il lettore avrebbe "idealmente" preferito che fosse o diventasse governabile. Saluti.
#2563
Salve Jacopus. Bravo anche da me. Argomento tutt'altro che nuovo ma certi fondamenti, se trattati in modo appropriato, possono anche perdere il loro odore di stantio.

Cominciamo con il chiarire che bene e male sono concetti relativi (per cui, a certe condizioni, persino intercambiabili !) ed esclusivamente umani.

Al di fuori di soggettività e di relatività umane tali concetti mostrano la loro intrinseca assurdità.
A livello divino la loro esistenza è vietata per la semplice ragione che essi risulterebbero come inclusi ed indistinguibili all'interno dell'assolutezza che filosoficamente (ma anche dottrinalmente) è necessario attribuire al concetto di Dio perchè esso riveli un senso.

A livello fisico-naturalistico regna invece esclusivamente il concetto di necessità deterministica e quindi perfettamente neutra.

Restando quindi giustamente in un ambito che Ipazia individua nella biologia, Ipazia stessa ha ritenuto di individuare l'origine dell'etica (perchè bene e male non sono altro che i poli opposti del pianeta etico !) in ciò che racchiude la specificità della biologia, cioè mortalità e vitalità.

Secondo me Ipazia, così facendo, ci ha quasi preso.
E affermo "quasi" perchè la sfera biologica contiene quella umana ma – nella sua interezza – risulta sì riguardata dalla morte e dalla vita ma non è completamente coinvolta dalla problematica etica, la quale a mio parere riguarda solamente gli individui dotati funzione coscenziale, quindi la specie umana (resta a latere l'approfondimento circa la coscienza e la sua diffusione biologica !).

In effetti, all'interno della specie umana, io mi sentirei di affermare che il problema etico male/bene deve venir riferito ad una polarità che sia sempre espressione del'inesorabile destino biologico, ma che deve venir portata ad un livello psichicamente e mentalmente superiore, quindi appunto specificatamente umano.

Tale polarità, che ora intendo più precisamente porre alla base delle scelte etiche umane, a mio parere consiste nella contrapposizione tra la COSTRIZIONE da una parte ed il PIACERE dall'altra.

Psichicamente e mentalmente la costrizione-male è ciò da cui vorremmo fuggire ed il piacere-bene ciò cui tendiamo attraverso l'opposto della costrizione, cioè l'utilizzo delle facoltà-libertà. (Il masochismo e l'abnegazione sono eccezioni che confermano la regola o – se si preferisce – perversioni dell'impulso al piacere).

In pratica il male per noi è tutto ciò che il mondo a noi esterno ci impone senza che si possa sceglierlo, mentre il bene consiste in tutto ciò che possiamo liberamente scegliere di fare. (naturalmente in entrambe le circostanze resta salva l'eventualità di dover ribaltare a posteriori il nostro giudizio !).

Ovviamente quindi vale anche quanto affermato da Ipazia, con la morte che rappresenta il male (costrizione che dovremo subire) e la vita (sempre da noi immaginata al suo meglio) il bene che stiamo cercando di realizzare.

Ma la cosa non è semplice. La più onnipresente forma di costrizione per noi è costituita dai BISOGNI. Quelli fisiologici.
Si tratta delle funzioni che, se da noi non assolte, ci porterebbero alla morte.

Qualcuno sa spiegarmi per quale ragione quando assolviamo un bisogno, cioè una costrizione, cioè ciò che avversiamo trovandolo non piacevole.............proviamo invece una sensazione di piacere ? Saluti.
#2564
Attualità / Re:L'arte del ricatto
29 Luglio 2019, 22:13:49 PM
Salve Eutidemo. Naturalmente io non parlavo di quanti irregolari ci sono ORA in Italia od altrove.

Saprai benissimo che, a cominciare dalla nave Vlora, IN ITALIA SONO ENTRATI ALMENO 4 o 5 MILIONI di extracomunitari SENZA ANNUNCIARSI, SENZA CHIEDERE PERMESSO DAVANTI ALLE NOSTRE PORTE, SENZA PORTARCI NULLA, SENZA IMPEGNARSI IN NULLA.
Non ce ne frega nulla se la stragrande maggioranza è stata da noi regolarizzata oppure se se ne è andata oltre ed altrove.

Negli altri Paesi Europei (ed includiamo pure gli USA della prima metà del secolo scorso) sono entrati QUANTI ESSI PAESI HANNO DECISO OD ACCETTATO PREVENTIVAMENTE (con le eccezioni applicabili per i Paesi ex coloniali etc. etc.) SULLA BASE DI UNA MINIMA (spesso, MASSIMA) PIANIFICAZIONE SOCIAL-EDIL-LAVORATIVA. Saluti.
#2565
Tematiche Filosofiche / Natura, uomo e Dio.
29 Luglio 2019, 21:52:56 PM
Salve. Altro quesito dei miei così "strani". Mi piacerebbe conoscere a chi od a cosa ciascuno dei lettori attribuirebbe il primato all'interno di un mondo contenente sia la natura che l'uomo (come ovvio) ma anche eventualmente (per chi vi crede) un Dio.

Mi spiego : secondo voi il migliore o comunque il più ragionevole dei mondi possibili sarebbe quello il cui funzionamento è regolato esclusivamente o principalmente da :


  • (Mondo N) : dalla natura e dalle leggi fisiche così come ora a noi note;
  • (Mondo U) : dalla volontà e dalle capacità umane così come espresse liberamente da un nostro libero arbitrio;
  • (Mondo D) : dalla scutabile o imperscrutabile volontà di un Dio così come concepito dalle grandi religioni monoteiste (quindi un Dio del quale noi si sia dei "figli" "prediletti").

Chissà se ne nascerà un discussione interessante. Saluti a tutti.