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Messaggi - bobmax

#2551
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
10 Ottobre 2019, 16:28:07 PM
Mi sa proprio che non sia io a sbagliarmi, Eutidemo.
"Sintesi" ha un sacco di significati diversi, oltre ai due da te descritti. Ma il suo significato di base è proprio la sua contrapposizione all'analisi: dalle parti giungere all'unità.
Basta consultare un dizionario...
Comunque ci siamo intesi, l'etimologia alla fin fine diventa un intralcio.
 
Non mi considero Buddista, perché anche in esso vi sono troppe "verità" da accettare.
 
Tu ritieni di propendere per il non-dualismo. Ma nei tuoi discorsi predomina la distinzione. Il tuo perciò è un approccio analitico. Che molto apprezzo, tra l'altro, per la tua attenta lucidità.
 
L'analisi è stata tra le mie attività professionali la preferita, e molte soddisfazioni mi ha dato. Tuttavia l'analisi è solo la fase necessaria e preparatoria che porta alla sintesi. La quale, se l'analisi è stata fatta bene, è quasi automatica.
 
Quasi, però, perché nella sintesi deve necessariamente intervenire quel "quid" in più.
E' come un salto, che prende la sua spinta da ciò che si è conosciuto nell'analisi, ma poi ci si muove soli, senza rete...
 
***

Lo so che ti faccio soffrire, dicendoti che il tuo sapere ti è d'intralcio, ma ne sono convinto.
E te lo dico perché ho colto in te tante volte la compassione e l'insoddisfazione per come va il mondo. Questa tua compassione non ha nulla a che fare con la tua erudizione. E' anch'essa un salto, nel vuoto.
 
****
 
Non vi può essere nessuna autentica dottrina sulla non dualità. Perché indottrinare qualcuno riguardo al non duale sarebbe un'assurdità. Non vi è infatti nessuno. E' solo una voce che grida nel deserto.
Ed è lo stesso deserto a gridare, non vi è nessun'altro.
 
Ricordi il discorso sul soffrire e sul ridere, senza che vi sia nessuno che soffra o che rida?
 
Tu pretendevi vi fosse il soggetto! Che ride o che soffre.
Se no, che senso ha?
Infatti, allo stadio dell'analisi non ha senso.
 
E invece... vi è solo il ridere e il soffrire...
E a questo si giunge con la sintesi.
Perché la sintesi, nel suo salto nel vuoto, scarta ciò che dell'analisi è ormai inutile. Per cogliere l'essenza!
 
***
 
Riguardo al mio esserci pur in assenza di un io, qui mi trovo in maggior difficoltà per via del linguaggio.
 
Il linguaggio infatti deriva dalla stessa oggettività in sé. Quindi è frutto della "distinzione". D'altronde non potrebbe essere altrimenti...
 
Perché "ci sono" dà per sottinteso che "io" ci sono.
 
E' per questo motivo che ho cercato tempo fa di fare una distinzione tra "esserci" e "esistenza", seguendo l'impostazione di Jaspers.
 
Intendendo con "esserci" questo nostro mondo immanente dove domina l'oggettività in sé, composta da enti distinti, molteplice.
 
Mentre con "esistenza" intendere invece l'autentica realtà che prescinde dall'oggettività in sé, ossia mettere in secondo piano gli enti, per concentrarsi su cosa "davvero" esiste.
E ciò che esiste è la comunicazione. Comunicazione pura, che prescinde dagli attori della comunicazione stessa!
Perché di questo, e solo di questo, abbiamo contezza che esista davvero.
Anche se questa visione risulta davvero assurda dal punto di vista dell'esserci, dove cioè sono gli enti a dare significato al mondo.
 
Di modo che, "ci sono" in quanto esserci, ma "non esisto" in quanto esistenza. Perché l'esistenza, ossia la comunicazione, prescinde da me, da me che ci sono.
 
Non so se sono riuscito a rendere l'idea. Sono due stati, due interpretazioni della nostra realtà.
 
Il primo, l'esserci, è quello usuale, ma errato.
 
Il secondo, l'esistenza, si "avvicina" alla Verità.
 
(Si avvicina, perché toglie via inutili orpelli, che poi ci si avvicini davvero è un atto di fede...)
#2552
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 22:59:49 PM
@Ipazia

Eh, sì, sento dolore, perché è il mio dito che brucia...
Ma la non esistenza dell'io non implica il mio non esserci.
Perché ci sono! E vivo e soffro tutto quello che avviene sulla mia pelle.
Non è questo ad essere messo in discussione.

È infatti il significato di questo stesso esserci, di questa stessa vita, a cambiare radicalmente prospettiva!

Perché mi ritrovo ad essere spettatore. Che è immerso totalmente nella storia che sta vivendo, godendone i piaceri e soffrendone i dispiaceri. Ma solo in quanto spettatore!
Che assiste ad una commedia divina.

Così come alla visione di un film mi emoziono e patisco le disavventure dei protagonisti, allo stesso modo, vivendo in questo caso la storia in prima persona e con maggior vividezza, assisto allo svolgersi di questa mia vita.

Una vita che si svolge davanti a me, senza che io possa influire minimamente in ciò che vi viene rappresentato.
Perché pure il "mio" volere è iscritto anch'esso nel copione che deve essere recitato.

E allora, una volta afferrato questo, godiamoci lo spettacolo!

(Anche questa presa di coscienza non dipende da me, fa anch'essa parte della storia)
#2553
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 15:19:10 PM
No, Eutidemo, senza andare a scomodare tesi, antitesi e compagnia bella, il significato di "sintesi" è molto semplice.
La sintesi è il movimento opposto all'analisi. Prende le parti scaturite dall'analisi per giungere ad una conclusione unitaria.

Quindi la sintesi tende all'Uno tanto per essere chiari.
 
Altro che riassunto... Ma appunto, il riassunto è lo fa chi considera essenziale la distinzione.
 
Riguardo al razionale, riporto la tua frase:

[chiedersi se l'Universo sia "razionale" ovvero "irrazionale" (di per sè ed a livello fenomenico), per me equivale a chiedersi  se l'Universo sia "diarroico" ovvero "stitico".   "It does not make sense!]
 
dove l'inconciliabilità mi sembra ben affermata...
 
Vorrei pure notare come il Nulla non sia una certezza, ma la necessaria conclusione (sintesi) a cui il pensiero logico/razionale perviene analizzando il mondo.
Le certezze sono altre, e consistono sempre nel dare per scontate "verità" che Verità non sono.
 
Noto una qual crescente irritazione.
Il che è naturale, perché l'illusione dell'io fa di tutto pur di non svanire.
 
Ma intanto forse un lieve sospetto si è insinuato...
 
Insistere sarebbe però solo controproducente.
Mi fermo qui.
#2554
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 15:14:08 PM
@Sariputra
 
Condivido molte delle valutazioni che fai nei tuoi interventi.
Vi avverto lo slancio etico.
 
Vi è molto che "non va per il giusto verso" nel mondo.
E' quindi importante denunciare il male che è diffuso un po' dovunque.
 
Tuttavia, a mio avviso, dovremmo sempre tenere viva, nel profondo del nostro cuore, la fede nella Verità.

Che è fede nel Bene assoluto.
Fede assurda, nel nostro mondo, ma indispensabile.
#2555
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 14:56:25 PM
Citazione di: Ipazia il 09 Ottobre 2019, 09:12:19 AM
Citazione di: bobmax il 09 Ottobre 2019, 08:54:32 AM
L'irrazionalità non sta nel processo ma nelle premesse. Perché la logica non ammette deroghe.
Quale logica ?  Quali premesse la garantiscono esatta ?
Citazione
Ed è irrazionale credere nell'esistenza dell'io.
Prova a cercarlo questo benedetto 'io', non lo troverai mai!
Io lo trovo tutte le mattine al risveglio e in forma più confusa pure di notte quando sogno; ma per quanto confuso, un io-narrante funziona anche nei sogni e ancor più negli incubi. Tant'è che mi risveglio e la logica mi dice tutto il contrario di:
CitazioneE se tieni ferma la tua logica potrai ben vedere come l'io sia logicamente impossibile!

Grazie Ipazia per questo tuo pungolo, che mi spinge a scavare più in profondità.
 
La logica è lo stesso principio di non contraddizione.
 
Sono irrazionale quando accetto per "vero" ciò che non rispetta questo principio. O pretende di potervi prescindere.
 
Il principio di non contraddizione si fonda su sé medesimo. O se vogliamo sul principio d'identità, che non è altro che una sua forma concisa.
Quindi è l'identità, l'oggettività in sé, la premessa e la conclusione della logica.
 
Di modo che possiamo ben dire che non esistano premesse che garantiscano l'esattezza della logica, se non la logica stessa.
 
La logica "tiene insieme" tutto il nostro universo, ma non vi è nulla che la fondi a sua volta!
 
Nella ricerca della Verità, per avanzare dobbiamo necessariamente prendere per buone alcune premesse, quelle che al momento appaiono le più affidabili.
E così andiamo avanti, tenendo però sempre presente nel nostro cuore che tali premesse potranno un domani rivelarsi fallaci! Così da costringerci a rimettere tutto in discussione per poter riprendere il cammino.
 
Il concetto dell'io non è originario, non fa parte del nostro esserci originario. Ma deriva dalla nostra interpretazione dell'esserci.
 
Ciò che è originario è l'altro.
L'altro appare, c'è, ed essendoci fa in modo che io ci sia.
Se l'altro non ci fosse, io non ci sarei.
 
L'io compare quindi come un riflesso di ciò che c'è
 
Perché c'è soltanto l'altro! Non solo fisicamente (pure il mio corpo è altro) ma anche i pensieri, i sentimenti, anche gli incubi...
Sempre e solo altro.
 
Poiché nel gioco della vita l'altro diviene, magari seguendo pure quella che appare essere la nostra volontà, ci convinciamo di essere un "io" capace di influire sull'altro.
Nel senso di poter determinare, seppur con delle limitazioni, il divenire dell'altro.
 
Alzo una mano, e sono convinto che avrei potuto non alzarla. Perché seppure l'altro diviene principalmente per i fatti suoi, un certo potere comunque ce l'ho, il potere dell'io!
 
Così l'io, che era solo un concetto derivato dall'esserci, diventa invece la "premessa" della nostra interpretazione della realtà!
L'io è così non solo oggettivo, ma pure incausato, senza nulla che lo fondi. In una parola... assoluto!
Mentre è solo un riflesso...
 
Un riflesso di cui la logica, nella sua analisi del mondo, può fare tranquillamente a meno...
#2556
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
09 Ottobre 2019, 08:54:32 AM
Ciao Eutidemo,
continui a distinguere.
Il che è senz'altro utile, ma solo per l'analisi. Perché poi deve necessariamente seguire la sintesi.
Dove le distinzioni devono trovare il loro accordo.

Se questo non avviene ti ritrovi davanti il deserto.
È il deserto dell'oggettività in sé, dove la lacerazione è creduta "verità" assoluta.

Per esempio, distinguere tra la nostra razionalità e il mondo, considerandoli inconciliabili, rende impossibile qualsiasi ricerca.

Le tue certezze sono la tua prigione.
E ti impediscono di vedere l'assurdità di ciò che le regge.

L'irrazionalità non sta nel processo ma nelle premesse. Perché la logica non ammette deroghe.

Ed è irrazionale credere nell'esistenza dell'io.
Prova a cercarlo questo benedetto 'io', non lo troverai mai!
E se tieni ferma la tua logica potrai ben vedere come l'io sia logicamente impossibile!

Ma ciò causa orrore... e allora si rimane nella tranquillità dell'ovvio, del conosciuto, del certo.
Senza accorgersi di scegliere in questo modo di rimanere all'inferno!

Come ho provato a dire in più occasioni, occorre rispettare la logica, sempre. Questo rispetto non è però fine a se stesso. Ma importante solo per cercare di giungere al limite.
Questo limite non è mai una "verità" scontata. 
Anzi, consiste proprio nello svuotamento di ogni certezza.
E allora, e solo allora, ci è richiesto di andare oltre a questo limite.

La logica si estingue, è servita allo scopo. Così come la libertà che è solo un mezzo, mai un fine.

Ebbene sì, queste righe le sta scrivendo il Nulla!

È Beatitudine...
#2557
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
08 Ottobre 2019, 22:44:36 PM
Ciao Eutidemo,
non riesco a spiegarmi.
 
Con "razionale" non intendo che tutto risulti a noi razionale. Vi sono un sacco di avvenimenti che per noi non lo sono affatto! Il mondo sembra infatti per molti versi intriso di irrazionalità.

Ma anche ciò che appare irrazionale, ha senz'altro dietro una motivazione razionale che però non conosciamo.
Se vi fossero eventi davvero irrazionali, per loro essenza, perciò senza alcuna possibile motivazione razionale, il Nulla sarebbe assoluto!
E' per questa ragione che tutto deve essere razionale: è un necessario atto di fede.
 
Se viceversa vogliamo credere che davvero esista l'irrazionale, allora traiamone le inevitabili conseguenze: domina il Caos! Ed è il "razionale" ad essere un'illusione. Perché razionale e irrazionale non possono convivere.
 
Diverso è invece il deciderci e muoverci verso i limiti del razionale, ma questa è tutta un'altra storia che nulla ha a che vedere con l'irrazionalità.

***

Non sto dicendo che il suicidio non liberi, sto dicendo che non vi è nulla da liberare!
Perché non vi è proprio nessuno.

Intendi l'assenza del libero arbitrio come un vincolo, una limitazione, che impedirebbe addirittura il suicidio...
Ma non c'entra nulla!

Non vi è nessun vincolo, nessuna limitazione. Continuiamo a volere e decidere allo stesso modo, con gli stessi esiti, con suicidi e tutto il resto.
L'assenza del libero arbitrio implica solo una cosa: l'io non esiste.

Ma per afferrare ciò dovresti prima fare tabula rasa delle tue certezze...
#2558
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
08 Ottobre 2019, 09:22:13 AM
Ciao Eutidemo,
certamente il suicidio è un atto razionale! 
Per la semplice ragione che tutto è razionale.
Ma non per questo noi possiamo allora prendere di comprenderlo. Tanto profondo è il Logos...

Questo tuo distinguere tra "fenomenico" e "noumenico" sa molto di un voler riporre la speranza in un aldilà...
Mentre la speranza è solo qua che può essere posta.

Ma a condizione di non ingannarci da soli, inventadoci delle scappatoie.
Come la possibilità, ad esempio il suicidio, che ci liberi da una schiavitù altrimenti assoluta.

Non siamo macchine, per la semplice ragione che proprio non siamo!

Occorre tener fermo il nostro pensiero logico fino alle sue estreme conseguenze ( cosa che Dawkins non riesce a fare).
Invece salviamo sempre qualcosa, l'io, cadendo in contraddizione...

PS
La razionalità è il filo di Arianna che conduce fuori del labirinto dell'esserci. Che tutto sia razionale è perciò un atto di fede.
#2559
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
08 Ottobre 2019, 02:59:11 AM
Potremo allora forse cogliere come l'amato non solo non ci sia più, ma... non ci sia neppure mai stato!

Chi, cosa ho amato? Se l'oggetto d'amore non c'è, non esiste... non è mai esistito!

Se così è, chi sono allora io?
#2560
Citazione di: Jean il 07 Ottobre 2019, 22:56:47 PM
Il flusso nella mente "scelto" da Bobmax ha prodotto la valutazione che ha postato.

Solo ad una condizione, che Bobmax esista davvero di per sé.

Non essendoci però niente di per sé, non esistendo alcun "io" reale, la "scelta" fa solo parte della commedia divina.
#2561
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
07 Ottobre 2019, 20:15:30 PM
Di fronte alla morte dell'altro, le parole hanno sempre un che di stonato. Rispecchiano pensieri che si affannano a razionalizzare ciò che sta oltre qualsiasi ragionamento possibile.
Vi è qualcosa di incomprensibile nella morte...

Se poi si tratta di suicidio, è necessario fare un passo indietro.
Qualsiasi motivazione razionale non può che essere in sostanza falsa. Occorre silenzio.

La morte dell'altro ci interroga: "E adesso?"
Ricacciandoci a noi stessi.

L'amore può allora costringerci a guardare l'abisso in cui siamo.
Per scrutare l'amato.
#2562
Citazione di: Jean il 04 Ottobre 2019, 22:02:07 PM
C'è chi si aggrappa al presente e chi spera nel futuro.

Ma tutti viviamo nel passato, perché è quello che siamo, ricordi condensati nella struttura della nostra personalità.

Siamo una macchina del tempo che percorre  sentieri della memoria e sentieri dell'immaginazione, il tutto reso possibile dalla piccola scintilla creativa avuta in dono.

Questa (forse) è la nostra unica libertà, scegliere e seguire un flusso nella mente.

Cordialement
Jean

Forse neppure quella.

D'altronde la libertà non è mai un fine in sé, ma solo un mezzo.

Raggiunto il fine, il mezzo non è più di alcuna utilità.

Lo si può abbandonare quando non se ha più bisogno.
#2563
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
05 Ottobre 2019, 14:19:28 PM
Citazione di: Ipazia il 04 Ottobre 2019, 23:39:33 PM
Non dò per scontata l'esistenza dell'io, ma di individui autocoscienti. Nei quali la centrale operativa può essere chiamata io.

Cioè, non dai per scontata l'esistenza dell'io, però la dai per scontata...
 
Citazione
Non basta dirlo, bisogna anche dimostrare che la definizione giuridica "capace di intendere e volere" é farlocca.

Se l'io non esiste, è farlocca anche la formula "incapace di intendere e volere"
Infatti, sia il capace che l'incapace non hanno più senso.
Perché l'incapacità non c'entra nulla con la non esistenza dell'io.
 
Citazione
Considerava invece che una volta avvenuto la scottatura per errore, il ritenere di aver avuto la possibilità di non scottarsi, stando più attento, era sbagliato. Perché questa possibilità di non scottarsi non vi era mai stata.
Citazione
Si dice "errare é umano perseverare é diabolico". Tra le facoltà dell'io autocosciente c'è anche imparare a non scottarsi.

Anche questo non c'entra nulla.

Se quando provo dolore per la scottatura, penso che avrei potuto evitarla, attraverso un mio diverso comportamento, cioè tramite la mia volontà, sto pensando una cosa impossibile.
Perché dovessi ritornare nel momento dove sbagliai scottandomi, nella medesima identica situazione di allora, non potrei che scottarmi di nuovo! La componente "io" infatti è ininfluente.
 
Vedo che te ne stai sul bordo del deserto, ma non ti decidi a inoltrarvici.
La sfida della possibile morte dell'io, in quanto non realmente esistente, richiede di mantenere una logica ferrea, anche a costo di affrontare l'orrore.
In caso contrario, pur di non guardare si cade inevitabilmente in contraddizione.
 
Il che di per sé è senz'altro umano.
Ma così facendo, per una mente che pur vede lucidamente tante storture del mondo, non resta che il cinismo.
#2564
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
04 Ottobre 2019, 23:31:02 PM
Eutidemo, il terzo volume di Filosofia è Metafisica.
Tra i tanti doni che ho ricevuto nella vita, vi è una pessima memoria.
Una carenza che ha tanti pregi, perché costringe a muoversi con pochi traballanti appigli, ma è pure fastidiosa...  >:(
#2565
Tematiche Filosofiche / Re:Del suicidio
04 Ottobre 2019, 23:02:38 PM
Ipazia, tutte le tue considerazioni derivano da una "verità' che dai per scontata: l'esistenza dell'io.
Mentre è proprio questa esistenza a dover essere messa in discussione!

Se provi a metterla in dubbio, sembra di cadere nell'assurdo, ma se tieni i nervi saldi potrai constatare che in effetti non vi è alcun bisogno dell'io per spiegare la realtà.

È il corpo che vuole, ma questa volontà non è dissimile dalla volontà della Luna che "vuole" girare attorno alla Terra.
O dalla volontà della pianta che "vuole" dirigersi verso la luce.
Dal cuore che "vuole" battere.
Dal cervello che "vuole" pensare...

Sono tutte volontà fittizie.
Tutto ciò che diviene, non ha dietro nessuno a farlo divenire in un modo piuttosto che un altro.
Non vi è nessun io dietro a ogni qualsiasi volontà.

Per inciso, l'esempio del dito sulla fiamma non consisteva nel volere mettere il dito, che è un assurdo.
Considerava invece che una volta avvenuto la scottatura per errore, il ritenere di aver avuto la possibilità di non scottarsi, stando più attento, era sbagliato. Perché questa possibilità di non scottarsi non vi era mai stata.