Citazione di: Socrate78 il 28 Ottobre 2017, 13:59:08 PM
Vi sono persone che, come da titolo, affermano di non sopportare la solitudine e di avere un bisogno costante di stare con gli altri, anche magari litigando con loro o non stando comunque bene, ma per loro niente è peggiore della solitudine. Ora mi chiedo: la solitudine in realtà esiste? Io dico di no, poiché nel momento in cui si è soli si è in realtà in COMPAGNIA di se stessi, quindi ciò che non si sopporta è proprio la compagnia del nostro Io. Quindi chi non sopporta la solitudine è perché ha un disagio con se stesso, che verrebbe solo mitigato dall'altro, ma nel momento in cui deve fare i conti con se stesso esso si ripresenta. La spiritualità soprattutto di origine orientale insegna appunto a concentrarsi su noi stessi per raggiungere una condizione di pace, di appagamento interiore. Che cosa ne pensate?
Hai perfettamente ragione.
Il problema però è che il nostro io, va costruito.
In una società corrotta e abominevole come la nostra non esiste amore, esiste solo l'interesse.
E allora uno non trova le risorse psicologiche necessarie per investire in se stesso.
Ecco che allora inizia la grande corsa al consenso (dell'altro, della famiglia, della società).
Il che ovviamente è l'esatto contrario del costruire se stessi.
Quindi si sta male con se stessi, perchè il nostro "essere noi stessi" è stato preso in consegna dalla società di massa. E ce lo ha restituito chiaramente impoverito, e con la povertà nessuno sta bene.

), Husserl non l'ha precisato perché probabilmente era ovvio; eppure secondo me, è un'ovvietà piuttosto problematica (o almeno "antropocentrica"
), se si ambisce a parlare in termini assoluti e meta-umani...
Sì lo so. Lo hai anche scritto diverse volte....