*Appendice*Contrabbandare Dio.
E' una tattica retorica molto fastidiosa, e di cui Dostoevskij è chiaramente maestro (non saprei se pioniere o perfezionatore) che prevede un inizio del ragionamento molto razionale e condivisibile, che anche un materialista riuscirebbe a condividere, che evolve cercando di distogliere la tua attenzione, o meglio di raccimolare il tuo consenso attraverso affermazioni sempre perfettamente razionali, sperando che all'ultimo momento, quando il tuo livello di attenzione si è abbassato sufficienza perchè sembri concordare su ogni punto, arrivi finalmente il momento di "contrabbandare Dio".
Lo faceva, e lo fa ancora il mio miglior amico, persona molto devota. Ogni volta che gli raccontavo un mio problema personale, egli cominciava a rispondermi con analisi molto condivisibili, riguardo alla mia persona, le mie abitudini, le mie tendenze, sempre tenendo lontano qualsiasi inflessione trascendentale, incassava le mie conferme una dopo l'altra, e poi dopo una decina di colpi andati a segno, provava a contrabbandare Dio, sperando che siccome avevo già annuito dieci volte, l'avrei fatto anche l'undicesima; mentre la mia guardia si era abbassata perchè sentivo di parlare con una persona che mi comprendeva e di cui potevo fidarmi, usciva fuori un argomento completamente avulso. Lo trovo onestamente un giochetto basso, e anche un certo tradimento intellettuale, che una volta smascherato rende chiaro che le intenzioni originarie del contrabbandatore, non erano tanto quelle di aiutarti o di offrirti qualcosa, ma una subdola tecnica di manipolazione finita smascherata. Così nella lettura di Dostoevskij capita, di immedesimarsi, di sentirsi parte della narrazione, dei drammi, e delle angherie, e di essere d'accordo con il punto di vista dell'autore, seppur spesso trasparente, con i suoi aggettivi, con le sua angolazioni.. tutto fa pensare ad una comunione di intenti.. quando ad un certo punto arriva il Gesù di contrabbando.
Curiosamente, ho trovato che Nabokov scrisse pressochè la stessa cosa, citando "Non mi piace questo trucco che i suoi personaggi hanno di 'peccare per trovare la via verso Gesù' o, come ha detto più chiaramente l'autore russo Ivan Bunin, 'il suo infilare Gesù dappertutto'". Esattamente, i personaggi di Dostoevskij peccano non per rispettare sé stessi, ma precisamente per preparare il momento dove l'autore potrà contrabbandare Gesù al meglio. E' una brutta sensazione, per questo ho detto "annamo proprio bbene" se questo libro è il libro del senza Dio tutto è permesso. Con veramente poco orgoglio e anzi un pò di imbarazzo perciò concludo: i contrabbandieri Karamazov, sono stati bloccati alla dogana per controlli: dentro la valigia, bibbie, rosari e incensi vari.. Arrestati.
E' una tattica retorica molto fastidiosa, e di cui Dostoevskij è chiaramente maestro (non saprei se pioniere o perfezionatore) che prevede un inizio del ragionamento molto razionale e condivisibile, che anche un materialista riuscirebbe a condividere, che evolve cercando di distogliere la tua attenzione, o meglio di raccimolare il tuo consenso attraverso affermazioni sempre perfettamente razionali, sperando che all'ultimo momento, quando il tuo livello di attenzione si è abbassato sufficienza perchè sembri concordare su ogni punto, arrivi finalmente il momento di "contrabbandare Dio".
Lo faceva, e lo fa ancora il mio miglior amico, persona molto devota. Ogni volta che gli raccontavo un mio problema personale, egli cominciava a rispondermi con analisi molto condivisibili, riguardo alla mia persona, le mie abitudini, le mie tendenze, sempre tenendo lontano qualsiasi inflessione trascendentale, incassava le mie conferme una dopo l'altra, e poi dopo una decina di colpi andati a segno, provava a contrabbandare Dio, sperando che siccome avevo già annuito dieci volte, l'avrei fatto anche l'undicesima; mentre la mia guardia si era abbassata perchè sentivo di parlare con una persona che mi comprendeva e di cui potevo fidarmi, usciva fuori un argomento completamente avulso. Lo trovo onestamente un giochetto basso, e anche un certo tradimento intellettuale, che una volta smascherato rende chiaro che le intenzioni originarie del contrabbandatore, non erano tanto quelle di aiutarti o di offrirti qualcosa, ma una subdola tecnica di manipolazione finita smascherata. Così nella lettura di Dostoevskij capita, di immedesimarsi, di sentirsi parte della narrazione, dei drammi, e delle angherie, e di essere d'accordo con il punto di vista dell'autore, seppur spesso trasparente, con i suoi aggettivi, con le sua angolazioni.. tutto fa pensare ad una comunione di intenti.. quando ad un certo punto arriva il Gesù di contrabbando.
Curiosamente, ho trovato che Nabokov scrisse pressochè la stessa cosa, citando "Non mi piace questo trucco che i suoi personaggi hanno di 'peccare per trovare la via verso Gesù' o, come ha detto più chiaramente l'autore russo Ivan Bunin, 'il suo infilare Gesù dappertutto'". Esattamente, i personaggi di Dostoevskij peccano non per rispettare sé stessi, ma precisamente per preparare il momento dove l'autore potrà contrabbandare Gesù al meglio. E' una brutta sensazione, per questo ho detto "annamo proprio bbene" se questo libro è il libro del senza Dio tutto è permesso. Con veramente poco orgoglio e anzi un pò di imbarazzo perciò concludo: i contrabbandieri Karamazov, sono stati bloccati alla dogana per controlli: dentro la valigia, bibbie, rosari e incensi vari.. Arrestati.
