Nell'elogiare la completezza e dettagliatezza dei tuoi post, vorrei anche suggerirti di tenere a mente che rispondere a post come questo potrebbe rivelarsi estremamente ostico per l'ampiezza degli argomenti trattati, io mi soffermerò sul fare alcune considerazioni riguardo a Trump, probabile che più in là riuscirò anche a intervenire sul tema social networks..
- E' vero che il free speech non tutela l'incitamento di atti illegali, la questione esiste sin dal caso Bradbury (1969) dove la corta suprema elaborò un astruso "test" per valutare quando un incitamento fosse da ritenere illecito o lecito, e il test sarebbe dovuto servire a valutare quanto l'incitamento rappresentasse una "minaccia imminente" o meno. Nel caso stesso Bradbury, un membro del KKK che arringava i suo compagni con ciò che ci si può aspettare da un leader del KKK, oltre che minaccie al governo federale, e invocare "marcie" sul governo centrale... La corte suprema (unanimamente) dichiarò Bradbury innocente, perchè le sue minaccie per quanto dirette e per niente velate, non rappresentavano un "imminente pericolo". Va tenuto a mente perciò che la tutela del "Free Speech" americana si estende anche alle marcie del KuKluxKlan e alla retorica della peggio feccia razzista del pianeta.
-Trump è già stato denunciato per incitamento alla violenza nel 2016 durante uno dei suoi "rally" dove chiese al pubblico di espellere alcuni dimostranti, i protestanti presero una discreta dose di percosse e denunciarono Trump, per aver implicitamente incitato alla violenza nonostante lo stesso avesse aggiunto "but don't hurt them" asserendo che consigliando il contrario, voleva in realtà suggerire la possibilità di ferirli. La corte dichiarò Trump innocente, perchè l'incitamento deve essere esplicito ed inequivocabile, non metaforico o allusorio.
-In generale, con questi due casi, voglio semplicemente dire che per essere sanzionabile l'incitamento alla violenza deve essere talmente inequivocabile e talmente diretto ed esplicito, che praticamente solo un pollo come Trump potrebbe cascarci (per questo non lo escludo categoricamente), perchè la bilancia della giustizia in questo caso parte con quintali di peso sul piatto del freespeech, e per farla pendere dall'altro lato serve veramente impegnarsi a fondo. Scommetto, pur non essendo un giurista, che la minaccia verrà considerata non sufficientemente esplicita, per il semplice fatto che nessuno degli atti criminosi svolti è stato direttamente e inequivocabilmente incitato. Mi fa sorridere che tu sottolinei il fatto che Trump abbia chiesto di "marciare", ma in inglese chiedere di marciare sulla capitale non rimanda alla marcia su Roma, è un atto lecito tutelato, e intende "manifestare".
-E questo lo si vede bene anche dal fatto che si è subito corsi all'impeachment, che è una soluzione politica che non ha realmente necessità di un crimine legalmente riconosciuto per essere portata avanti, sapendo che per via giuridica non succederà niente.
*Piccola postilla riguardo ai paragoni covid transnazionali, l'america è troppo diversa nei fondamentali per essere comparabile con qualsiasi altro stato, a partire dal fatto di non avere un SSN fino alla percentuale di diabetici, non è come comparare la Norvegia alla Svezia.
- E' vero che il free speech non tutela l'incitamento di atti illegali, la questione esiste sin dal caso Bradbury (1969) dove la corta suprema elaborò un astruso "test" per valutare quando un incitamento fosse da ritenere illecito o lecito, e il test sarebbe dovuto servire a valutare quanto l'incitamento rappresentasse una "minaccia imminente" o meno. Nel caso stesso Bradbury, un membro del KKK che arringava i suo compagni con ciò che ci si può aspettare da un leader del KKK, oltre che minaccie al governo federale, e invocare "marcie" sul governo centrale... La corte suprema (unanimamente) dichiarò Bradbury innocente, perchè le sue minaccie per quanto dirette e per niente velate, non rappresentavano un "imminente pericolo". Va tenuto a mente perciò che la tutela del "Free Speech" americana si estende anche alle marcie del KuKluxKlan e alla retorica della peggio feccia razzista del pianeta.
-Trump è già stato denunciato per incitamento alla violenza nel 2016 durante uno dei suoi "rally" dove chiese al pubblico di espellere alcuni dimostranti, i protestanti presero una discreta dose di percosse e denunciarono Trump, per aver implicitamente incitato alla violenza nonostante lo stesso avesse aggiunto "but don't hurt them" asserendo che consigliando il contrario, voleva in realtà suggerire la possibilità di ferirli. La corte dichiarò Trump innocente, perchè l'incitamento deve essere esplicito ed inequivocabile, non metaforico o allusorio.
-In generale, con questi due casi, voglio semplicemente dire che per essere sanzionabile l'incitamento alla violenza deve essere talmente inequivocabile e talmente diretto ed esplicito, che praticamente solo un pollo come Trump potrebbe cascarci (per questo non lo escludo categoricamente), perchè la bilancia della giustizia in questo caso parte con quintali di peso sul piatto del freespeech, e per farla pendere dall'altro lato serve veramente impegnarsi a fondo. Scommetto, pur non essendo un giurista, che la minaccia verrà considerata non sufficientemente esplicita, per il semplice fatto che nessuno degli atti criminosi svolti è stato direttamente e inequivocabilmente incitato. Mi fa sorridere che tu sottolinei il fatto che Trump abbia chiesto di "marciare", ma in inglese chiedere di marciare sulla capitale non rimanda alla marcia su Roma, è un atto lecito tutelato, e intende "manifestare".
-E questo lo si vede bene anche dal fatto che si è subito corsi all'impeachment, che è una soluzione politica che non ha realmente necessità di un crimine legalmente riconosciuto per essere portata avanti, sapendo che per via giuridica non succederà niente.
*Piccola postilla riguardo ai paragoni covid transnazionali, l'america è troppo diversa nei fondamentali per essere comparabile con qualsiasi altro stato, a partire dal fatto di non avere un SSN fino alla percentuale di diabetici, non è come comparare la Norvegia alla Svezia.

) del musicista.