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Messaggi - Jacopus

#2596
Concordo Socrate. L'alcool è socialmente molto più oneroso della cannabis per gli effetti sul fisico dell'assuntore e per i correlati comportamentali. Su una scala di pericolosità sarei propenso a mettere l'alcool subito dopo eroina e cocaina. La nicotina invece non è allo stesso livello di pericolosità delle altre sostanze anche se questo non significa che sia innocua tutt'altro.
Sullo stato speculatore invece non sono affatto d'accordo. Una legalizzazione della cannabis credo che sia un notevole traguardo da molti diversi punti di vista: sottrazione di un introito alle mafie, possibilità di sapere esattamente cosa si assume, depenalizzazione e deflazione di carcerati o imputati per reati di spaccio e conseguente miglioramento di indagini su reati più gravi.
Se lo stato non controllasse e non guadagnasse su queste attività, queste attività vi sarebbero lo stesso, come dimostra la prostituzione. Le droghe ci saranno sempre finché vi sarà l'uomo. Non illudiamoci. Possiamo però vincolare gli introiti delle imposte ad attività di prevenzione e informazione e di sviluppo di centri per i giovani. Che la cannabis sia innocua o salutare è un altro falso mito. Anche perché il principio attivo cambia. Se passiamo da 2,5 a 6 di tetraidrocannabinolo (thc), gli effetti e i danni su un cervello in evoluzione di un adolescente sono proporzionali. Altro fattore da considerare è il valore che una certa società attribuisce ad una sostanza sfumando o accentuando l'etichettamento dei suoi assuntori, determinando così effetti a catena.
#2597
Percorsi ed Esperienze / Re:Osteria Abisso
14 Febbraio 2019, 04:38:26 AM
Stanotte si avverte un'atmosfera rilassante in Osteria. Come se ci si trovasse in un rifugio o in un porto dopo aver superato una terribile tempesta. Gli avventori, come marinai, si dedicano un momento di pace, prima di essere nuovamente gettati fra i flutti.
Conrad non parla volentieri ma sa ascoltare e mentre parli e lo guardi hai l'impressione che da quegli occhi azzurri possa prorompere la forza calma dell'oceano. Gli parlo di una città di Mondodifuori, di Genova. Non é la città della mia infanzia ma è la città della mia anima ormai. La prima volta che la vidi mi ricordò subito certe atmosfere  da città del Sud. Mi colpì il colore del cielo, così insolitamente azzurro per un figlio dell'Adriatico. A rammentarmi che eravamo in Liguria ci pensarono poi le interminabili stagioni delle pioggia che affrontai a bordo di una vespa, il natante più adatto per affrontare le rotte della città. Genova non è una città ma una città che racchiude una città che racchiude una città...un disegno tridimensionale di Escher. C'è la città medievale, quasi tutta pedonale, costellata di palazzi millenari, come quello del Signore dei Fieschi, famoso per aver tagliato tanti nasi a Gerusalemme ed averli inviati sotto sale all'imperatore. C'è la città ottocentesca, voluta dagli invisi Savoia, squadrata e dominata dalla piazza monumentale di fronte a Brignole. C'è la città dei porti, almeno quattro. Il porto antico, una specie di attrazione per turisti, il porto dei cantieri, il porto petroli e il VTE, per il commercio. C'è la città delle periferie dove si cuociono storie di crudeltà e bellezza. C'è la città delle ville e dei quartieri signorili, addensati in alto e a levante. Tutte queste città e altre devono fare i conti con lo spazio ristretto fra i monti e il mare e allora accade che la prostituta passeggi accanto al finanziere, il lupo di mare vicino alla madre Clarissa, l'extracomunitario deturpato vicino a un ex miss Italia. La conseguenza è una sorta di accettazione del diverso e di tolleranza mugugnona. Una seconda conseguenza è un senso dell'ironia e della comicità surreale, patrimonio di tutti. E capisci perché tanti comici sono nati da queste parti. Potrei ancora dire tante altre cose ma Conrad si è arreso. Non ascolta più. Mi guarda come se fossi l'albero di trinchetto o il motore a turbina del suo ultimo imbarco. Finisco l'ultima grappa e lo lascio al bancone.
#2598
Percorsi ed Esperienze / Re:Inferno e paradiso
13 Febbraio 2019, 21:33:10 PM
Accipicchia che esperienza. Però se permetti a tuo modo, ti sei già ribellato. Quante persone per i più svariati motivi avrebbero accelerato il passo o avrebbero finto di non vedere.
Il tuo senso della giustizia e della difesa di chi è in pericolo non sono fatti scontati.
#2599
Ciao Ox. Non a caso ho aperto questa discussione in filosofia e l'ho intitolato "neurofilosofia, mente, cervello". Heidegger è molto appropriato. Grazie per lo spunto. Approfondirò la tematica e proverò a rispondere.
Questo è il link per saperne di più sulla neurofilosofia:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Neurofilosofia

Si può ulteriormente suddividere la neurofilosofia in tre grandi campi di indagine: quella empirica, la prima a cui fa riferimento la Churchland, per la quale esiste solo il cervello (io come cervello), la neurofilosofia pratica, che è proprio quella che si occupa di questioni etiche o neuroetiche  e la neurofilosofia teoretica che tende a conciliare e integrare le scoperte neuroscientifiche con un discorso logico argomentativo tradizionalmente filosofico, che è la prospettiva che più mi attrae.
#2600
Ciao Ox. Ho precisato il mio significato di coscienza proprio per evitare fraintendimenti. É il significato accettato in campo neuroscientifico. Il tuo é collegato alla tradizione filosofica idealistica, quella che emerge anche nel linguaggio comune: "ma dai, abbi un po' di coscienza". Anche questa interpretazione del termine coscienza ha dei corrispettivi genetici e cerebrali (cosiddetto circuito dell'empatia,) ma a me interessava Una interpretazione più legata ai processi vitali e ai fondamenti dell'identità umana in quanto essere vivente consapevole di sé stesso. Una interpretazione che comunque si riverbera indirettamente anche nell'ambito del significato da te preferito di coscienza.
#2601
Scusami Ipazia ma la tua risposta non mi convince, anche se condivido in parte la tua tesi. Credo che anche molte specie di animali superiori siano dotate di coscienza, intendendo con essa la capacità di pensare sé stessi nel mondo. Ma nel caso specifico di homo sapiens sono intervenuti diversi fattori che hanno amplificato la coscienza di base che condividiamo con i primati, i cetacei e i mammiferi più evoluti.
Con coscienza intanto intendo l'attitudine dell'essere umano di essere sempre sé stesso, con il passare del tempo e di avere consapevolezza di questa sestessita'. Nessun collegamento all'etica. La coscienza è la non indifferente possibilità che Jacopus si riconosca nel soggetto Jacopus anche a fronte di innumerevoli cambiamenti interni/esterni. Fatto notevole che non può essere spiegato agevolmente dai flussi sinaptici e dalle mappe neuronali. Ed è anche il motivo per cui la coscienza non può essere ridotta a un programma di software applicato ad un hardware,  poiché il software non si domanda cos'è o se potrebbe essere diverso.
Detto questo è piuttosto verosimile pensare che la coscienza nell'uomo nel senso di presenza a sé stesso, sia estremamente potente. Ed è anche possibile che proprio questa potenza abbia permesso la creazione dei miti e delle religioni, insieme ad altri fattori più prosaici come l'invenzione del linguaggio prima  e della scrittura poi.
In sostanza la cultura, l'amore per il sapere, la curiosità tipica dei primati ha moltiplicato l'effetto coscienza che un cervello di 1400 grammi già può sviluppare per proprio conto. Sapere che siamo la specie che ha creato il Colosseo, la Recherche, la relatività e la Bibbia, non fa altro che scolpire con aumentata efficacia quei processi coscienziali che sono originati inizialmente dalla struttura neurobiologica del SNC.
#2602
Percorsi ed Esperienze / Re:Osteria Abisso
12 Febbraio 2019, 21:21:28 PM
Attorno all'ora di chiusura si presenta spesso Tisifone. Immancabilmente ordina un bicchiere di vino rosso che le servo personalmente. A quell'ora Conrad è già annegato sotto oceani di vodka a buon mercato, vodka polacca per la quale ha un debole. Il locale è quasi vuoto e mi siedo vicino a lei. Parliamo di giustizia, come sempre.
T."Mi raccontano che fui generata dal sangue di un dio ma in realtà, sono stati gli esseri umani a crearmi. Se si subisce una ingiustizia, una grande ingiustizia, chi non vuole assaporare il gusto della vendetta? E da quella vendetta trarre motivo per una nuova vendetta, fintanto che il male originario non sarà più visibile ed io vivrò per sempre."
J."Eppure ti hanno addomesticato, ti hanno chiamata benevola, e la giustizia è diventato un fatto che va oltre la vendetta".
T."Ascolta i discorsi della gente comune. Hanno dimenticato la ragione della vendetta? Non direi. La vendetta, das Rache, è viva e vegeta se può animare i colloqui, le conversazioni, le discussioni, i comizi di tanti uomini e donne. Ed è per questo che posso venire fin qui, nel tuo locale a sorseggiare vino."
J."Ma allora la tua parte conciliante, diciamo quella meno sanguigna, che ha provato ad estrarre da te la Pallade Atena?"
T."C'è anche quella, è indubbio. La sento quella parte ogni volta che esamino la vita di un essere malvagio e mi sforzo di capire la sua esistenza, i motivi della sua malvagità e scopro sempre qualche giustificazione, ma poi imperioso prende il sopravvento l'urlo della rabbia e la falce fende l'aria alla ricerca della sua vittima",
J."Ci sono soluzioni a questo dissidio?"
T."Molti rimedi sono stati provati. Spesso peggiori del male che si sarebbe dovuto curare. Prendiamo la legge applicata geometricamente, come desiderava Montesquieu, il giudice "bouche de loi", perchè la legge, la giustizia deve essere uguale per tutti. Altrimenti che legge è? Ma siamo noi esseri umani tutti uguali? Desidereremmo vivere in un mondo in cui fossimo tutti uguali, per poter ugualmente essere sottoposti alla stessa legge? La storia successiva la conosciamo. Quell'hybris egalitaria si trasformò velocemente in terrore e un secolo più tardi in Lavrentij Pavovlic Berija. Del resto già i romani avevano ben presente il problema: "summum ius, summa iniuria".
J."Ma una giustizia applicata per corporazioni e ceti, una giustizia "disuguale" non brillò certo per equità. Ricordo dai miei studi sull'ancien regime, registrazioni di sentenze aberranti, pene irrogate ad un nobile ma comminate ad un suo servo. Intrallazzi, certezza di impunità, quasi che la giustizia dovesse colpire solo la povera gente, quella stessa povera gente che viveva come una festa l'esecuzione di uno di loro, sul quale scaricavano tutto il loro malcontento".
T."La giustizia umana è un gran guazzabuglio. Come hai notato può essere usata per i più svariati motivi, ma di sicuro lascerà sempre un pò di amaro in bocca. Il boia, il giustiziere sono sempre troppo simili all'assassino e l'assassino all'agnello di Dio."
Il calice di vino è quasi finito. Tisifone si avvia verso la porta, adorna della sua tunica bianca. La guardo scivolare via, assieme alla grossa falce lucente, attaccata alla cintola.
#2603
Tematiche Filosofiche / Neurofilosofia, mente, cervello
11 Febbraio 2019, 22:46:51 PM
La discussione aperta da Viator, "la coscienza priva di sensi" mi spinge ad aprire una discussione simile ma sul terreno più neutro della filosofia.
La domanda classica che può aprire il dibattito è "come può essere definita la coscienza umana?" Ha qualche attinenza con l'anima, come vuole una lunga tradizione spirituale oppure è solo la conseguenza di reazioni elettriche all'interno del cervello come invece proclamano alcuni importanti neuroscienziati (Damasio e Churchland)? Oppure si può pensare a qualche strada mediana o rivoluzionaria? I più diligenti potranno leggere la discussione "La coscienza di sé da un punto di vista neurologico" nella sezione scienze, con link a lectio magistralis dello stesso Damasio e Searle.
#2604
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
11 Febbraio 2019, 17:06:58 PM
La vita eterna nella tradizione giudaico-cristiana è un premio. Un premio lo si dà ai meritevoli. Per i non meritevoli ci deve essere la punizione. Ed ecco arrivare i demoni. Una visione che ben si attaglia alla mente dell'uomo, che per migliaia di anni ha dovuto saper distinguere fra amici buoni (La propria tribù) e nemici cattivi (le altre tribù). Ritengo però questa discussione fuori posto in questa sezione, come ha già suggerito Freedom.
#2605
Percorsi ed Esperienze / Re:Osteria Abisso
10 Febbraio 2019, 20:54:00 PM
Una delle attrazioni dell'osteria è una porta che conduce all'Abisso. Subito dopo la porta, se avete la malaugurata idea di aprirla, un vortice vi risucchiera' verso l'Abisso. Nonostante vi sia posto un segnale di pericolo e l'ammonimento di non aprire, un non indifferente tasso di avventori precipita dentro l'abisso e non fa più ritorno. Suppongo che una parte di essi sia del tutto inconsapevole o ubriaca. Non escludo il semplice errore, essendo la porta di comune legno e priva di note strutturali che possano suscitare il senso di pericolo. Ma sono registrate, nell'apposito diario, anche cadute intenzionali di chi, troppo curioso, voleva "toccare con mano". E non sono neppure mancate le spedizioni scientifiche, di chi, dotato di imbracature alpine o da palombaro ha tentato di indagare l'abisso e poi farne ritorno. Nessuno però è tornato.
L'obiezione comune a questo punto è: "ma perché non chiudere a chiave quella porta?". Ci ho riflettuto a lungo ma a parte la circostanza di dover cambiare il nome dell'osteria in "osteria dell'abisso chiuso a chiave", non era semplicemente etico. Avrei chiuso a chiave non solo l'abisso ma anche la libertà di inabissarcisi dentro, "come un brigantino al centro di un gorgo", direbbe Conrad. L'abisso è là, è un problema ma anche una soluzione. È un vuoto ma è anche un pieno. È un orrore, un horror vacui, ma che non sia anche un cupio dissolvi?
#2606
Tematiche Filosofiche / Re:Teoria sull'immortalità
10 Febbraio 2019, 16:35:56 PM
Daniele perdona la franchezza. Il tuo teorema sull'immortalita' è privo di ogni fondamento. Diciamo che è un libero esercizio di creatività. Questo lo scrivo a tutela della serietà del Forum.
#2607
Sul delirio di Sgiombo non aggiungo niente. Si commenta da sé. Per Anthony. Non so come funzioni la votazione di Sanremo che non vedo a causa del mio status radical-chic che mi impedisce in modo stereotipato di assistere a manifestazioni nazional-popolari. Se il voto proviene dagli spettatori direi allora che può essere interpretato come voto di protesta. Se invece c'è una giuria allora tutte le ipotesi complottiste tornano in auge.
#2608
La vittoria di un italo-egiziano mi sembra un bel segnale di rottura a fronte di chi vuol farci credere che l'Italia è degli italiani, attuale trend della società.
#2609
Percorsi ed Esperienze / Re:Osteria Abisso
08 Febbraio 2019, 23:47:43 PM
Il signor K. frequenta saltuariamente l'osteria. Porta con sé un libro sempre diverso che legge attentamente, mentre sorseggia qualche bizzarro cocktail issato dalla cambusa di Conrad. Lo guardo mentre legge e mi chiedo cosa spinge gli esseri umani a leggere e a scrivere storie, e prima di oggi, ad ascoltarle e a raccontarle.
I motivi sono tanti ma uno mi sembra significativo, almeno stasera, all'ombra di un Martini fuori tempo. Una storia è una storia collettiva. Una volta stampata su un libro, diventa una rete che unisce tutti i lettori di quella storia. La relazionalita' è il succo delle storie, una relazione con gli altri esseri umani, che sconfigge la caducità delle generazioni, sconfigge i filtri sociali, sconfigge le distanze. Ma soprattutto, mettendo in relazione, prova a sfidare il grandioso folle atto del vivere.
#2610
Percorsi ed Esperienze / Re:Osteria Abisso
07 Febbraio 2019, 22:56:50 PM
Nuovi avventori e vecchi avventori stasera. Conrad smista boccali di birra come se fossero velieri che solcano il mogano lucido del bancone. Guardo gli individui, destinatari delle consegne portuali di Conrad. Ognuno di loro condannato a quella vita. Magari avrebbero voluto essere ballerini della Scala e invece sono camionisti, pensionati, vigili urbani, contadini. Qualcuno ha tirato la catena per qualche metro in più, ma il padrone è sempre pronto a riprendersi ciò che ha concesso. Eppure c'è anche chi brilla come una stella e spezza le catene del fato, di ciò che avrebbe dovuto essere. Individui romantici, che credono nella libertà e nella vita come lotta. Ma chi si eleva lo fa sempre schiacciando le vite di chi diventa il piedistallo delle poche statue equestri. Della gente comune. Gente comune e gente straordinaria...un bel pasticcio.