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Messaggi - green demetr

#2596
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Settembre 2017, 14:01:35 PM
Una volta che quindi 1) il controllo è necessario, inevitabile, affinché si dia giudizio analitico apriori degno di questo nome, e 2) considerato che da tale controllo scaturisce inevitabilmente un giudizio sintetico a posteriori, ne consegue che non è possibile produrre giudizio analitico a priori che non comporti in se stesso un giudizio sintetico a posteriori. In altre parole, un  giudizio analitico a priori non può fare a meno di basarsi su un giudizio sintetito a posteriori, perché altrimenti manca il controllo.
Ma il giudizio sintetico a posteriori non garantisce certezza.
Ne segue che il giudizio analitico a priori non può fare a meno di basarsi su un giudizio che è incerto.

La certezza non risiede nel giudizio a posteriori, ma nella purezza del giudizio stesso.

Ossia formalmente (per questo ritengo Kant un formalista di base) e per induzione, La Ragione ammette a se stessa, che esistono delle forme tramite le quali noi acquisiamo i dati empirici di certezza.

Queste forme sono gli apriori, cioè qualità che vengono prima del soggetto razionale.

In questo senso hai ragione Angelo il soggetto è vittima del suo mondo fenomenico e non può uscirne. Ma neppure negare.

E' il problema fondamentale che con il mio amico kantiano abbiamo fissato, e cioè come queste forme apriori o meglio ancora come L'Oggetto (esterno alla percezione) possa essere correttamente dimostrato.

Infatti l'apriori non giustifica l'Oggetto (il das Ding).

La cosa che mi irrita di Kant, ma per cui inevitabilmente non lo si può non stimare, è che egli ha costruito un mondo fenomenico totalmente soggettivo, e perciò altamente problematico, sulle questioni più ardue, come quelle dell'estetica.


#2597
La frase "io amo la filosofia"

Come può essere verificata dal PDNC?

La terra è rotonda? A me non sembra.

E' vagamente rotonda.

Cosa vuol dire la parola "vagamente"?

Mi sembra che tu ponga troppa attenzione su una questione che in fin dei conti è centrale, o è stata centrale nella tua vita.

Ma la tua vita non è la vita degli altri, amico mio.
#2598
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
Scusate ragazzi. ieri su note a parte ho risposto a parecchie questioni, che suppongo siano rimaste in sospeso.
Ero arrivato alla risposta 21.
Domani leggo il resto. Risposte ad Angelo, Paul, Carlo, Paul e Philip.

Ciao Angelo 

Il problema temporale non vedo bene cosa c'entri con il nostro topic.  ;)
Comunque non è che Kant non abbia ragionato sul tempo e sullo spazio.
Vi sono diverse teorie, quello che ritengono che il tempo sia il risultato di una spazializzazione.
E quelli che ritengono che sia la spazio una temporalizzazione.

Mi fido del mio amico Kantista, e dico che per Kant il tempo è una intuizione e perciò un apriori, su cui si apre la dimensione spaziale delle conoscenze.

In generale non riesco a capire l'importanza di spiegare quello che conosciamo, da bravo Hegeliano per me i dati che abbiamo sono semplicemente sensori, tutto il resto è una invenzione linguistica sia il tempo, che lo spazio.
Non è che noi conosciamo cosa sia il tempo. ;D

Detto questo, il problema che affronti mi sembra quello che piace anche a Sgiombo, ossia l'argomento humiano, della non certezza delle rappresentazioni o sensazioni che si voglia.
A me paiono sciocchezze. Io so benissimo cosa percepisco (il vero problema è come relaziono quello che conosco). ;D

Per quanto riguarda il breve accenno ad Heidegger, l'uomo confonde il suo esistente temporale, con quello dell'essere assoluto.
Per Heidegger comunque vi è la certezza dell'esistenza dell'Essere, per via della domanda stessa su Dio. (a mio modo di vedere riprendendo l'argomento di Anselmo). La domanda per Heidegger comunque testimonia del Pensiero non di Dio.
E' la domanda sull'origine che invece apre la strada a Dio.

In questo senso l'aporia che i linguisti gli rimproverano, è la stessa che H. rimprovera ai linguisti, che non capiscono di essere dentro al pensiero, e non fuori, come l'ennesimo deus ex machina, ossia la fantasia di potere dell'uomo linguista in generale.



x Paul

cit "Non c'è nulla di più metafisico del concetto di moneta, di Stato.............eppure sono così concrete e reali da condizionare esistenze di miliardi di umani."

Ma proprio per questo R. fa notare che la mappa è del tutto irrelata con il territorio. (non conosco R. mi baso su quello che ne stiamo dicendo)


x Carlo

Certamente incorriamo in una contraddittorietà performativa, se fossimo realisti (persino monisti intendo).

Ma se fossimo nominalisti come sono quelli del PNL allora il contenuto della rappresentazione sarebbe esclusivamente mentale.

Dunque non esistono mappe che aderiscono al territorio, perchè il territorio è quello che viene deciso dalla mappa.

CIT
"E dove sta scritto che esiste una incommensurabilità fondamentale tra soggetto e oggetto del discorso? Se così fosse, tutto quello che hai scritto tu (e K) sarebbe a sua volta incommensurabile con la realtà epistemologica che tenti di descrivere. Se invece vuoi che qualcuno prenda in considerazione ciò che dici, devi pre-supporre la possibilità che il tuo linguaggio (soggettivo), la tua mappa, possa rispecchiare fedelmente l'oggetto."

Mi immischio nella discussione.

Sì se l'oggetto che rispecchia è frutto della nostra mappatura linguisitica.
D'altronde il successo del PNL, che a mio parere è solo agli inizi della sua presa di potere, è che effettivamente sfruttando quelli che in psicanalisi post-lacaniana si chiama fantasma, è in grado di trasformare radicalmente l'esperienza di una persona.
Dati di laboratorio alla mano è già così.

Non si intende con questo se Roma sia nel Lazio o al Polo Nord.
Ma piuttosto sul fatto che si lavoro per uno piuttosto che per l'altro. Che si ami uno piuttosto che un altro.
E' una questione politica, che forse non intendi nemmeno. :(

cit
"Non sarà proprio questo il senso dell'intuizione religiosa secondo cui "in principio era il Verbo, per mezzo del quale tutto è stato fatto"?."

Carlo la penso come te!  :D  Anche a mio parere Verbo, non si intende la "parola del signore", ma qualcosa di radicalmente più abissale, e che ritroviamo nelle forme dei canti rituali in ogni parte del mondo.
Qualcosa che emerge dall'abisso e che impatta con il Pensiero. (o l'"Anima" nel tuo caso)

L'isolazione della grammatica dalla sua semantica archetipica o come dico io originaria, fa tutti i danni di questo mondo, perchè in effetti anche io penso che il linguaggio, il simbolo, il suono sono precedenti a qualsiasi idea di soggetto. >:(

Sono altresì inorridito alle ricerche su un linguaggio formale originario intrapreso dalla scuola di Cacciari a Milano negli ultimi anni. 
Queste isolazioni dal Pensiero, sono l'effetto dell'oblio del Pensiero, ancor prima che dell'oblio dell'Essere. (Heidegger inutilmente ci avvisò, anche se ammetto che è un concetto di difficile lettura). :(

Per quanto riguarda Mircela Eliade non approvo che l'idealità sia effettivamente combaciante con l'originarietà, in quanto è per me una "semplice" ispirazione.
Le fissazioni psichiche della religione hanno sempre portato danni in forme ossessive e psicotiche, sarebbe ora di renderle più morbide.  ::)

Rimane il punto che rispetto al PNL siamo di fronte ad una relazione Orige-Lingua, piuttosto che Lingua-Oggetto.
Ossia il PNL fa parte del processo riduzionista del mondo scientifico.

x Phil e Paul

cit Paul

"L'appercezione kantiana del "io penso", non è superata concettualmente . Quello che a mio parere di K. bisogna tenere presente sono le interazioni fra i livelli di astrazione, fare attenzione al condizionamento culturale e delle proprie credenze su come sono state costruite"

cit Phil

"Concordo, anche secondo me è tutta una questione di livelli di astrazione:
-mondo fisico non-linguistico (prendiamolo per buono ;) )
-territorio (concetto che struttura cognitivamente l'astrazione del mondo fisico); si entra nel linguaggio ponendo l'identità astratta "territorio";
-mappa (oggetto, ma anche meta-concetto in quanto astrae alcune caratteristiche del concetto-territorio; ad esempio mappa politica, mappa delle strade, mappa dei musei...). Oggetto (la mappa) che "parla" di un'astrazione linguistica (il territorio);
- discorso sulla mappa (meta-discorso: discorso sulla precedente "comunicazione" dell'oggetto-mappa). Korzybski ci suggerisce di "tenere a mente" che anche la mappa-oggetto può essere a sua volta oggetto di un discorso;
- meta-discorso sulla mappa (discorso sul meta-discorso della mappa). Le nostre considerazioni su K. che parla della mappa, che parla del territorio, che parla del mondo che... per fortuna almeno lui sta zitto (e neanche  ;D )!"


Sono d'accordo con la tabella di Phil.

Epperò siamo così sicuri che l'interazione tra i diversi livelli sia così tranquilla?

Veramente ogni livello della tabella accetta tranquillamente quello precedente?

La tabella si legge dal basso vero l'alto o viceversa?

E sopratutto dove sta il soggetto? a quale livello? 

Se rileggete i miei pezzi indietro, capirete che per la problematica è vasta e seria.
#2599
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
04 Settembre 2017, 14:38:36 PM
Certo che è strano l'odio intellettuale di Evola e Guenon.

Evidentemente di persona lo Jung non era uno che si faceva amare.

Detto questo non possiamo pensare a Jung come se fosse uno scienziato "da laboratorio".

Egli praticava comunque un analisi. Ogni analisi è differente da soggetto a soggetto.

Questo non vuol dire che non esiste un analisi. Con i suoi modelli, con le sue aperture e considerazioni.

D'altronde lui rimase comunque alle dipendenze di  una struttura  psichiatrica, con tutte le sue regolamentazioni interne. (e da che mondo a che mondo la psichiatri è considerata scienza).

Mi sembra che gli attacchi che subisce siano più alla persona che alla sua intellettualità.

Bizzarro se penso che Evola e Guenon sono considerati Maestri delle Scienze dello Spirito.
#2600
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
04 Settembre 2017, 14:23:17 PM
Dico solo che ho perso 2 ore di lavoro sulla risposta..... >:(
per una volta che lavoravo on-line....grrrrrr

Provo a riscrivere ma le mie energie intellettuali sono al lumicino.
Spero di riassumere quanto andavo pensando.

1. le mie considerazioni personali.

per me la copula "è" ha un valore semplicemente insiemistico (e mi riferisco a Peirce che nella parola essere non ci vede il significato di esistenza).
Ma è una insiemistica del realismo perciò il co-dominio del soggetto sono sempre degi segni-oggetto  e non dei segni puri come nel nominalismo di R. presumo tanto che egli crede che mappa e territorio siano avulsi l'uno con l'altro.
Mi par di capire che per R. i segni del soggetto sia avulsi dal segno del territorio sempre praticamente.
Io credo invece che il soggetto sia formato da segni-oggetto.

2. le 3 questioni della domanda "siamo quello che siamo, siamo quello che crediamo di essere o siamo quello che crediamo di essere e non essere?"

Per me richiama allo scontro tra analitici e continentali.

Per i primi la res generica, diventa sempre res extensa, così anche il pensiero diventa res extensa riducendo tutto ad una forma unica di vivente. (monismo riduzionista) Quindi ogni pensiero diventa ontologico.

Per i secondi è quello che pensiamo che decide di ciò che facciamo. Ed è la tradizione fenomenologica continentale.

La terza è la posizione metafisica classica, dove le due res extensa e pensata vengono mediate da Dio (dualismo classico moderno).

3 le mie risposte ad inverno

cit Penso che in un momento storico dove il perno politico del mondo ha a che fare profondamente con l'identità, questo tipo di discussione sia quanto meno doveroso.

Assolutamente d'accordo. Per questo credo sia questione fra le più complicate da affrontare.


cit "Noi siamo occidentali o facciamo gli occidentali? Noi siamo materialisti o ci comportiamo da materialisti? Oppure dovremmo identificarci per negazione di ciò che non siamo? "

Mi è piaciuta tanto la domanda che solleva molte domande a cascata.

Noi siamo occidentali perchè pensiamo che esista qualcosa come la Occidentalità.
Noi siamo materialisti perchp pensiamo che esista qualcosa come la Materilità.


cit " nel caso del determinismo linguistico ad esempio dovremmo aspettarci che con un po di pratica nell'evitare l'utilizzo improprio di essere, la nostra prospettiva del mondo cambierebbe drasticamente, chissà come."

Il punto focale è proprio quello che il modello analitico ha vinto (egemonia culturale) e perciò la gente crede che Occidentalità e Materialità non siano semplicemente il frutto di un sistema linguistico-culturale.
Ma cose se esistessero veramente come enti (che è poi il frutto della ontologizzazione del pensiero).
Al di là se questo sia un bene o un male (ossia il fare a meno della medizione divina) rimane interessante proprio il lato politico.
Poichè dalla religione tradizionale il potere decisionale spetta al mondo scientifico.

Come diceva Heidegger, è il pensiero stesso a essere in pericolo di non venir più pensato.

(dai soli 20 minuti...ok!saluti!)

gli altri post li comment domani nel caso
#2601
Mi scuso Jacopus, non volevo sminuirti.

In realtà erano apprezzamenti i miei, al netto del discorso paranoico, che riguarda tutti, compreso me.

Il problema del tono, e in generale dell'utilità del dialogo, che io ritengo sacra, è tutto mio. Anche nella vita reale.

Si tratta probabilmente di voler alzare i toni, di modo da non dovermi confrontare per davvero.

D'altronde è difficile rimanere sulla soglia dei discorsi, comincio a credere che l'involuzione che riguarda appunto il comportamento generale della persona, sia relativo alla rabbia che ingenera (appunto il blocco discorsivo).

Parlo in generale, e d'ora in poi farò attenzione a non fare reductio ad hominem. Mi scuso ancora.
#2602
Tematiche Filosofiche / Re:La situazione della filosofia
02 Settembre 2017, 08:58:55 AM
Ma sarebbe interessante unire le ipotesi di lavoro Junghiane sull'inconscio, e il destino della filosofia.
Lui che si era sempre detto distante da Freud perchè si riteneva più filosofo che medico.

E' bizzarro che oggi come oggi, Freud venga considerato più filosofo che medico.

E Jung sia conosciuto solo per la teoria degli archetipi.

Il mysterium coninuctionis è lì ad attendermi, anche se mi ero fermato ad una 20 di pagine, sia perchè sono lento, sia perchè non mi interessa l'erudizione, ma capire al pari del mio vivere quotidiano, cosa significassero per davvero quei segni, che spesso sono di-segni.

La diacronia rispetto alla eternità (la dianoia), è solo tramite simbolo, dunque.

Solo l'attimo restituisce la realtà secondo Nietzche, e quindi solo il disegno, l'immagine.

Ho sempre avuto un problema con L'Arte, forse proprio per il suo carico immediato: ma ho bisogno di molto più tempo io.

Nell'adolescenza era più il romanzo la mia forma perfetta. Successivamente ho imparato ad apprezzare moltissimo la poesia. L'arte proprio mai.

Forse però quella alchemica sì. Anzi direi che finalmente dopo anni di attesa, qualcosa nell'inconscio si è smosso.

Spero a non fare danni.  ;)


Certamente per me Jung è un amico, non capisco se c'era dell'ironia in quel che scrivevi.
Lo apprezzo sinceramente.


Ma lui non è, e non sarà mai Nietzche.

Vedi la grandezza di Nietzche sta nell'aver capito prima di tutti, che noi siamo calati in un sistema segnico, di significati.
Che le nostre credenze sono frutto delle nostre stesse parole.

E per primo capì di essere malato, non sto parlando dei suoi guai fisici: sifilide o tumore benigno che fosse al cervello. Bensì della cattura strutturale a cui lui stesso si sentiva prigioniero.
Lo capì prima di subito della sua famiglia, lo capì subito delle istituzioni e infine cosa più difficile lo capì subito dei contenuti della sua disciplina, la linguistica.

Quello che emerge subito dopo, è qualcosa di disumano per potenza di pensiero.
Io stesso devo raccogliere i pezzetti di me stesso, quando torno alla lettura in presa diretta dei suoi scritti.
Egli esige la vita per poter vivere.

Jung era un sempliciotto in fin dei conti. Non aveva quel potere intellettuale.
Il suo tentativo di spiegare lo zarathustra secondo il simbolismo è qualcosa di veramente patetico per il filosofo che invece ne intende la portata Etica.

Non c'è nessuna cosmologia in Nietzche, mi sembrava strano (anche se lo ho sempre accettato prima di ieri) che ne avesse una per l'eterno ritorno, che mi sembrava un rompicapo.

Quello scritto sopra è una soluzione per pochi, perchè per arrivarci occorre un tale salto qualitativo filosoficamente parlando che non si spiega certo a parole.

Lo stesso Nietzche infatti non lo spiega, o ci arrivi o non ci arrivi.

Probabilmente solo riflettendo come ho fatto io a lungo sull'intero sistema che propone, che uno ci arriva.

Anche se aiutato da un simbolo.

L'eternità a cui si riferisce Jung, potrei con un sorriso accoglierla, certo suona bene, che l'inconscio abbia una dimensione temporale totalmente differente dalla nostra.
Ma perchè doversela immaginare??? L'inconscio si rivela a noi tramite il linguaggio e tramite i segni/simboli.
Non ho bisogno di immaginarmi un altro tempo. Io ho solo il mio tempo, ossia il tempo umano.
Forse per te che sei scienziato è interessante scoprire se esiste questo tempo alternativo, non per me.

Il tempo dell'eterno ritorno in Nietzche è un tempo umano.
Non è simbolico.

Sono 2 campi di indagine completamente differenti.
 
Grazie comunque per le citazioni. (Hai veramente fatto un lavorone su Jung! complimenti).

In attesa che apra il 3d alchemico, sulla scorta del libro Taschen sull'alchimia.

Spero sia quello giusto per iniziare, hai consigli da darmi a proposito? scrivimi pure nella casella di posta.
;)


A ME JUNG PIACE, mettititelo in testa!!! Criticarlo non significa non apprezzarlo!
#2603
Cit Paul

Perchè mai come oggi l'uomo "labor" produttivo è al centro del sistema e tutto il resto essendo improduttivo è ostacolo.
Un bambino lo percepisce, un anziano lo percepisce, di sentirsi "un problema".Noi sentiamo di "pelle" prima ancora dell'ascolto delle parole.

Non so se sarò capito, preferisco una gerarchia chiara e responsabile, piuttosto di una società liquida dove tutti fanno quello che pensano di volere, pensando di essere liberi e persino di rubare legalmente.


Nella cultura dei nativi americani il vecchio si ritirava a 60 anni negli eremi, dove continuava a ricevere visite, ma di fatto si toglieva dal vita di villaggio.

Cosa impensabile nella società contemporanea.

Come dire ogni cultura una sua usanza, con le sue pretese, e ipotesi.

Non ha senso chiedersi perchè di questa società, in quanto ci stiamo dentro.

Ritengo che fermarsi al conformismo buonista, è semplicemente un modo di mentire a se stessi.

Di non rispondere perchè una società abbia virato così tanto rispetto al modello auto-regolativo che si è autoimposta.

Io mi sono spiegato già da tanto tempo: la psichiatria ma anche la psicologia, in questo caso, mentono senza ritegno.

Questi valori gerarchici preconfenzionati evidentemente non erano così buoni e armonici come dicevano.

Io ringrazio il cielo di non avere un Padre-Padrone. Checchè ne dica un Recalcati.

#2604
Tematiche Filosofiche / Re:La situazione della filosofia
01 Settembre 2017, 10:32:37 AM
Ci SONOOOOOOOOOOO


Potere dell'alchimia!




Questa immagine mi ha sempre ossesionato, fin dall'infanzia, perchè era il logo della Loescher editore (che nel frattempo ha fatto di tutto per cambiarlo, siamo in tempi scientifici ormai! ora il logo è completamente nero!  ;D ).


Solo questa estate come dicevo ho pensato più a fondo, perchè mi ossessionasse.

E' come se avessi saputo da sempre che conteneva una saggezza popolare, ho visto sempre l'omino come un contadino.

Ma perchè mi chiedevo mangia una clessidra. Aveva a che fare con qualcosa che solo oggi so essere il perturbante freudiano (unheimlich ). Una paura!

Domanda che è rimasta sepolta nel passato, ma che un giorno d'estate è tornata con forza tale da dover essere risolta.

La divorazione del tempo, e la necessità della riattivazione della memoria come brillantemente suggerito da Maral, all'improvviso hanno avuto senso.

E pochi minuti fa, ho inteso anche quello che non tornava in quello che diceva Severino, e che cioè anche il passato può essere cambiato.
Ma non tornava perchè Nietzche parla di ripetizione dello stesso istante! Sia andando indietro che avanti!
Ma cosa c'entra il passato che pure è presente nelle pagine dello Zaratustra precedenti?


Poi è arrivato in aiuto Garbino  nel suo 3d sul futuro e nietzche, Il tempo è un istante.(volontà di potenza)

Poi ho letto le parole che accompagnano l'omino......E HO CAPITO COSA è l'ETERNO RITORNO.

Per quale motivo uno che mangia il tempo rivive ancora???

E' quello IL PUNTO!!!!!

Perchè l'attivazione della memoria è sempre relativa allo stesso identico istante!!!

Pocihè il tempo è divorato, non esiste più, dunque esiste sempre e solo lo stesso istante.

Ma perchè lo stesso istante non  sia sempre lo stesso istante, esse deve tornare!

E ritorna come Memoria.

Perciò la memoria, che poi è il Pensiero, in quanto non esiste Memoria.E' il pensiero della memoria cioè.

Esiste solo a condizione di tornare per sempre nello stesso istante.

Ossia il pensiero è la sua capacità creatrice, nell'istante!!!! Mi verrebbe da dire che il pensiero è l'istante.

Mi felicito con me stesso della sorprendente cattura. 8)
#2605
Tematiche Spirituali / Re:spiritualità e ascetismo
01 Settembre 2017, 09:55:25 AM
Tutti i post sono stati veramente ottimi, complimenti a tutti.

Certamente l'ascetismo non è affatto finito, in quanto è ancora ben presente fino alla sfida fisica, nella morale cattolica.

Il punto infatti non è tanto quello del supposto sincretismo tra spirito e corpo, ma in cosa consisterebbe la spiritualità in sè.

Cosa che rimane sempre non detta, a testimonianza del fatto che rimane solo una bella parola nella società dei consumi.
#2606
Tematiche Spirituali / Re:Riti della spiritualità umana
01 Settembre 2017, 09:39:25 AM
Inverno ovviamente (spero tu l'avrai capito) io comprendo e faccio mio quello che hai scritto cos' bene sul mistero.
Ci tenevo particolarmente a dirlo.


Il mio intervento è relativo alla questione sociologica, o meglio comunitaria (che sarebbero poi la situzione attuale e quella utopica).

In un tempo dove la Scienza ha preso il posto di Dio, è difficile trovare spazio per il Mistero.

Inoltre il Mistero ha sempre più i caratti di un settarismo, orgoglioso e risentito, penso sopratutto alla Wicca e simili religioni sincretiche.

Difficile trovare gente come te, Carlo che stanno sulla doppia soglia tra lo scientifico e il misterico.
#2607
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
01 Settembre 2017, 09:30:40 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Agosto 2017, 00:45:41 AM
Citazione di: green demetr il 30 Agosto 2017, 00:04:18 AM


Una cosa semplice semplice: Jung voleva salvare il Mondo o no??
No, era Cristo che voleva salvare il mondo, non Jung.

E per quale motivo Jung si interessa così tanto al Cristum Pesci, e in generale all'alchimia?

Non riesci a fare un salto qualitativo e renderti conto di quale fosse il problema Junghiano alla base?

PS Mi piacerbbe cosa ne pensi di questa ultima parte della conversazione Paul, nel caso la legga mai  ;)
#2608
Bentornati ad entrambi Maral (non l'avevo ancora fatto) e Garbino!

Mi ci voleva un ritorno a Severino finalmente leggendo un opera completa, vada per la filosofia futura.
Come vada (visto che era nel paniere) la lettura di Carrera.
Grazie ragazzi o uomini che sia! ;)

Inoltre si sposa bene cone alcune intuizioni (anche se raggelanti) avute nell'estate Aquilana.

Devo dire che il ritorno a Milano è stato ed è tutt'ora traumatico, ma che diavolo mi fanno respirare in stà città abbandonata da Dio???? vabbiè!

Il tema del tempo, mi sà che varrà più di un approfondimento quest'anno.

Intato visto che ho già iniziato con un proclama, ve lo dico subito, per la terza estate consecutiva il progetto di citazione sistematica di UTU è fallito. Troppa vita comunitaria montana hanno spazzato via qualsiasi presunzione di astrazione ponderante.
D'altronde la vita richiede leggerezza, regola che ho ormai ho imparato a memoria, e che detesto.

Vorrà dire che proverò a fare qualcosina, nei tempi di mezzo, al mia fuga nei mondi virtuali. (film, sport e altre sciocchezze mediatiche). Sì perchè per vivere da filosofi (ossia per conoscere "oltre") richiede un coraggio, che ancora una volta testo di non avere. (ahimè)

Ma torniamo alla nostra trilogia di autori nietzche heidegger e severino.

prima una rapida sintesi a gruppi delle basi poste da te garbino (grossomodo condivido)

1- il tempo è fuori dalla semantica (difficile dire dal linguaggio tout court, in quanto anche il tempo, in quanto parola è un segno)

2- il tempo è un fenomeno e come tale prodotto dal pensiero (assolutamente sì)

3- critica al recupero della memoria effettuato da carrera tramite l'esposizione della necessità dell'oblio per terminare le atrocità del (pensiero del) passato.   (qua mi manca la lettura del libro di Carrera, la ripresa storica è di tipo critico, acritico, e in cosa consiste di preciso?)

4- la filosofia deve superare la sua metafisica

5- il PNDC è un atto regolativo (sono d'accordo se lo intendiamo come proiezione del fantasma di controllo, e cioè se il PNDC risulti essere una fissazione identitaria, sono altresì dubbioso che Severino lo intenda realmente così, infatti negli anni scorsi ricordo benissimo che anche per lui l'identitarietà risulta essere un fantasma per un principio dialettico che richiamava la lettera B, non ricordo il termine da lui usato, chiedo aiuto Maral....sennò un pò di pazienza)


cit Garbino

"L' ultima critica la rivolgo al suo pensiero che la Filosofia senza l' essere e la Metafisica potrebbe essere affrontata anche da altri specialisti di settore che ritengo discutibile e per varie ragioni. Ma in ogni caso la Filosofia, sempre a mio avviso, ha il suo futuro proprio nel superamento della Metafisica, proprio perché ogni affermazione non può essere dimostrata, e come afferma giustamente Nietzsche si tratta sempre di un tener per vero."


E' comunque una illusione quella degli altri settori, infatti ragionano ancora come altrattante metafisiche.
Tra cui quella Tecnica è la più minacciosa. (o forse dovrei dire era, anche se non ho capito bene quale sia la prossima minaccia.di certo avrà a che fare con i fantasmi schizofrenici piuttosto che paranoici).


Cit Garbino

" Se il pensare è lo stesso che essere ( verissimo ) e se l' essere (identificazione dell' atto del pensare con la sua entificazione, a mio avviso errata) scompare all' orizzonte del pensiero etc.....
In altre parole si è pensando ma non è affatto detto che l' atto del pensare sia attribuibile ad una entificazione dell' essere."

Non mi è chiaro perchè ritieni che il pensiero dell'essere coincida con la sua entificazione.

Comunque sarei d'accordo se fosse così. Il pensiero non è un ente.

Ma se per questo nemmeno L'Essere è un ente! Quello che Heidegger tentava di far capire era che l'oblio del pensiero sull'essere, che
poi nel caso umano, coincide con la domanda del nostro essere uomini, portava irremediabilmente non solo alla scomparsa del pensiero sull'origine, ma proprio, e qui stava l'urgenza, al Pensiero in sè.

Infatti la Tecnica argomenta secondo il fatto che il pensiero è un entità (non ha importanza se di catattere scientifico o psichiatrico). Ossia passibile di una sua Indagine, ossia di una sua tortura.(secondo i canoni dell'occidente).

Facendo così oltre a vagheggiare di supposti attributi della stesso Pensiero (cibernetica) ottiene (la Tecnica) cosa ben più importante la dimenticanza del pensiero, ossia secondo Heidegger di cosa sia l'uomo.

Se l'uomo non si chiede più chi è, rischia di credere di essere qualcosa che non è.

Nei tempi di matura schizofrenia attuale, il monito di Heidegger è giunto a compimento.

Insomma la questione dell'entizzazione (collegata al PNDC) è il problema pià grave a livello contemporaneo.

ciao a presto!
#2609
La realtà assoluta caro Carlo e caro Phil e caro Davintro è quella dell'AB-Solvo. CHe arriva prima di subito nel pensiero ermetico, che sfocia per intenderci nella filosofia hegeliana e post-hegeliana.

Ossia è la dissoluzione l'unica vera Grande Verità. Ossia la Morte.

Poichè vi è il termine Grande, ossia con la maiuscola, noi non facciamo alcuna attenzione a come il Pensiero si formi.

Perchè il pensiero deve usare la Maiuscola? Perchè ha bisogno di scambiare la dissoluzione con il suo esatto opposto.

Questo non vuol dire Iano, dire parole a caso o non dirne alcuna (anche se è lecito nel discorso autistico).

Vuol dire creare un sistema segnico che nasconda il continuo morire degli anni, dei mesi, dei giorni, dei minuti.

In questo senso la mappa segnica, l'eterno cerchio dei significati, nasconde un territorio ben peggiore di quello che quella X lasci testimoniare.

Certamente nel nostro muoversi quotidiano noi intendiamo una certa X che si chiamo realtà, ma il suo senso, laddove interrogassimo il nostro soggetto S, sarà semrpe diverso.

E' necessario per una società che rifiuta l'Ombra (Jung) costruire una Solarità inesistente.

E' solo il principio gerarchico, quelle delle scuore royali (newton, leibniz fin su a Darwin) che decide cosa è bene (Scienza) e cosa è male (Fantascienza).

E' solo il movimento di soldi che sostiene il CERN (che portebbe sfamare l'intera AFRICA per dire), che ci fa capire come c'è un DIRITTO del più forte sul più debole.

Sono solo costruzioni mentali. Persino il Reale in fin dei conti non è "reale" (leggere Lacan).

La questione del relativismo invece non ha nulla a che vedere con l'assolutezza degli assunti (gerarchici).
E' un falso problema, che serve solo per nascondere il discorso paranoico che lo informa.

C'entra invece con nuove forme di approccio alla relazione, a quello che decidiamo di dirci, e a come usare gli oggetti che ci circondano.
Perchè tutto è sempre politica.

Esiste invece il relativismo assoluto, quello sì.

Il relativismo assoluto è quello di Nietzche, non esistono pensatori in grado di averlo anche solo pensato.

La dissoluzione non è solo degli oggetti (compreso il soggetto che pensa di stare morendo) ma è proprio del soggetto parlante. Ossia della sua semeiosi.
La dissoluzione di ogni semeiosi, in favore di infinite semiosi, è il grande progetto nietzchiano.
In questo senso non esiste alcuna maiuscola, perchè ogni semeiosi che è conscia di essere Maschera, sempre si confronta con la dissoluzione che la sottende.
Il punto è avere la forza di uscire dal gorgo delle forze mulinanti del gorgo dissolvente.

Come spesso ci avverte Nietzche il Pensiero facilmente si ferma  in luoghi ameni, al sicuro e preferisce addirittura angoli bui dove restare, piuttosto che sempre viaggiare. (come il marianio di Sariputra).
#2610
Se non sbaglio è un autore cattolico.
Non lo conosco, ma sono felice di parlarne in base a quello che ne scrivi.

Anzitutto mi pare particolare che parla di essenza per la formalità, e di materialità per quanto riguarda il pensiero.
Mi pare già da qui che si rifà alla tradizione nominalista medieoevale, sempre rifacendosi a quella tradizione, io comunque mi rifaccio invece alla tradizione realista (che sfocia in Peirce).

Anche secondo me Maritain è confuso: animale razionale è comunque un concetto (essenza) che si deve per forza di cose rifare ad una pluralità di significati. Non è detto che debba essere solo l'uomo, cosa che dovrebbe essere a mio parere nella testa del solo Maritain.

Per quanto riguarda l'ultima invece la cosa è piana, la filosofia rimanda ad una serie semantica virtualmente infinita.

A proposito Benvenuto!  ;)