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Messaggi - viator

#2611
Salve Jacopus. Circa il "Scusami Viator ma in che cosa consisterebbe l'io indipendente dal corpo? A cosa o a quale teoria ti riferisci?" non mi riferisco ad alcuna teoria.

Scusami Jacopus, ma se io perdo tutti i capelli sono convinto di continuare ad esistere individualmente. Tolti i capelli, l'io resta. Lo stesso accade se mi faccio amputare braccia e gambe, togliere un rene ed un polmone, etc.etc. (scusa la crudezza).
Quindi l'io non consiste in nessuna delle parti del mio corpo.

Ho già affermato che la definizione "ciò che resta di me dopo che mi sia separato  da tutto ciò che è separabile da me" dovrebbe soddisfare anche gli spiritualisti. In tal caso avremmo semplicemente la coincidenza tra il concetto di IO e quello di ANIMA, entrambi potenzialmente indipendenti da qualsiasi corredo corporeo.

Al di là di tale punto di vista spiritualistico (che non condivido) c'è il fatto che esistono nel nostro corpo gli organi vitali, dei quali l'IO non può fare a meno a pena di soccombere. Questa almeno è la situazione attuale.
In realtà possiamo benissimo ipotizzare che un domani abbastanza prossimo per TUTTI gli organi vitali si rendano disponibili adeguate protesi o rimpiazzi (fino ai trapianti di cervello !), aspetto che permetterebbe quindi all'IO di sopravvivere persino all'interno di un corpo i cui organi vengano periodicamente sostituiti (ma già è così perche quasi tutto del corpo si rinnova fisiologicamente attraverso le età).
Tutto ciò quindi confermerebbe la relativa estraneità tra l'IO ed il corpo (mentre invece confermerebbe la mia definizione di ME (IO+il corpo) anche come radice dell'aggettivo possessivo MIO (corpo)).
Il fatto quindi che rende l'IO un concetto immateriale indipendente da ogni fisicità (ripeto : anche al di fuori di ogni metafisica spiritualistica) consiste nell'interpretare il "ciò che resta di me dopo che mi sia separato........" come "la forma di me indipendente dalla mia sostanza".

Introdurre il concetto (immateriale) di FORMA per l'IO permette di slegarlo quantitativamente appunto da qualsiasi materialità e di giustificare la sterminata varietà delle individualità con la sterminata varietà di forme che ad  una stessa quantità di materia (corporale) può venir attribuita.

Quindi se l'IO è la FORMA senza relazione specifica con la sostanza corporale, consisterà nella particolare disposizione strutturale e spazio-temporale dei componenti neurologici che permettono lo svolgersi delle funzioni psichiche e mentali.
Ciò secondo me renderebbe ragione anche del fatto che, dopo un eventuale trapianto di cervello, cambierebbero sia l'individualità che la personalità del soggetto che "possedeva" il corpo che ha subito il trapianto. Saluti.
#2612
Salve Jacopus. Ma certo. Infatti - a proposito dell'innamoramento (e NON dell'amore nel suo insieme) - io non ho sezionato affatto egoismo ed altruismo. Ho affermato che esso ha radice e genesi unicamente e totalmente egoistica. Saluti.
#2613
Salve Marco.L - In realtà non volevo affermare che il concetto di IO, comunque lo si intenda, debba venir evitato dalla trattazione filosofica.
Intendevo evidenziare che una analisi circa memoria e coscienza - all'interno appunto dell'argomento da me proposto - dovrebbe basarsi sul concetto di ME (IO+il mio corpo) invece che su quello identitario (l'IO indipendente dal corpo). Saluti.
#2614
Salve Marco L., e benvenuto. Apprezzo l'autoironia espressa dal tuo "se lo rileggessi probabilmente non mi capirei da solo".
 Queste cose capitano quando si scrive troppo "di getto". Al termine dello scritto si constata la mancanza di una struttura logica del discorso.
E' anche per quello che io inserisco spesso delle definizioni dei termini che sto per usare, in modo tale da potermi esprimere sulla base di significati precisi (preciso non vuol dire giusto o condivisibile) e dal poter mettermi nella condizione di venir richiamato dai lettori alla inesattezza o confutabilità di ciò che affermo. (Cosa che però non accade mai non perchè io sia un oracolo, ma solo perchè la gente odia la sintesi delle definizioni ed ama le interminabili analisi).
Comunque, perchè un discorso abbia una sua certa fluidità, occorre sempre farlo partire da idee chiare (ripeto : chiaro non significa giusto o condivisibile) esprimibili sotto forma di definizioni al cui significato attenersi strada facendo. Saluti.
#2615
Salve Paul11. I neonati sono privi o quasi di memoria consapevole, tranne forse qualche contenuto propriopercettivo tratto dalla vita intrauterina.
In essi però è ben presente e formata la memoria inconsapevole di base genetica, collocata nella loro psiche, cioè l'istinto di sopravvivenza. Questa è la radice neonatale della coscienza.

Circa poi l'analogia informatica, sulla quale io sono completamente d'accordo (gli elaboratori costituiscono il rozzo tentativo umano di usare il proprio cervello per CREARNE un'estensione esterna, ovvio quindi che logiche, strutture e linguaggi informatici rispecchino necessariamente l'analoga componentistica umana), se ne ricava assai semplicemente che l'istinto di sopravvivenza rappresenta il SISTEMA OPERATIVO del nostro cervello. Naturalmente potrà sembrare strano che un singolo – apparentemente "elementare" – contenuto genetico possa originare la gestione di tutta una vita – NON CERTO SOLO BIOLOGICA – ma ciò è dovuto al fatto che la natura è vertiginosamente più brava e sintetica di qualsiasi programmatore umano. Le esperienze che facciamo poi via via lungo la vita non sono poi altro che I SUOI AGGIORNAMENTI.

La credibilità delle mie affermazioni (anzi, ipotesi) risulterà piuttosto bassa, ma è fatale sia così.
Una simile "reductio ad fisicitas" è del tutto disorientante e disperante per moltissimi.

Pensa se cinquecento anni fa qualcuno si fosse messo a predire che nel 2000 avremmo vissuto circondati da una forza silenziosa, invisibile, inodore, avvicinandosi troppo alla quale si sarebbe potuti morire istantaneamente, mentre restando a rispettosa distanza e modulandola avremmo potuto fare della notte il giorno, muovere masse immense, comunicare con altri continenti........per costui ci sarebbero stati solo ridicolo e persecuzione.

La differenza tra te e me. Caro Paul11, è che tu non conosci certe cose e le ritieni impossibili. Mentre io, che sono ignorante quanto te, le trovo possibili. Saluti.
#2616
Salve Paul11. Grazie della tua risposta. Prendo atto delle tue valutazioni circa l'incompletezza delle mie  considerazioni.
Infatti io non sono interessato a dar conto dell'intera fenomenologia identitaria e personalistica. Ci mancherebbe altro !!.

Ma solamente ad affermare quali sono, secondo me, le basi dei concetti di IO e di ME e di COSCIENZA.

Circa la "tabula rasa", si tratterebbe sempre comunque di "azzerare" la memoria la quale, finchè resterà vuota, impedirà qualsiasi effetto coscenziale. Nuove successive esperienze e memorizzazioni la rigenereranno ("ogni giorno saremmo diversi da ieri") ma resta il fatto che NO MEMORIA = NO COSCIENZA. Saluti.
#2617
Salve. Stiamo parlando di innamoramento, cioè di un fenomero che coinvolge il lato soggettivo ed egoistico dell'amore.
Perciò lasciamo stare il lato altruistico (che rappresenta una EVENTUALE conseguenza ed evoluzione dell'innamoramento) ed anche il lato spiritualistico dell'amore sia universale che umano.

Esiste (parliamo solo degli umani) una pulsione genetica che porta ad innamorarsi. Si tratta de risvolto interpersonale dell'istinto riproduttivo. Ma lasciamo stare pure questo.

L'innamoramento non è altro che il riconoscimento (od il credere di star riconoscendo), da parte di chi si innamora, di ciò che ci serve e che crediamo incarnato dall'amata/amato.

Non ha la minima importanza ciò che l'amata/amato è in realtà (lo scopriremo, magari a nostre spese, magari a nostro vantaggio, più avanti), ma unicamente ciò che noi gli attribuiamo e che sarebbe proprio ciò di cui noi abbiamo (o crediamo di avere) bisogno.

Per questa ragione l'innamoramento nasce sempre e solo come egoistica ricerca di ciò che ci soddisfi, ci completi, ci capisca, riempia la nostra solitudine, ci renda eterni attraverso la riproduzione e magari riesca infine pure a sollazzarci.

L'amore vero, quello altruistico, seguirà eventualmente come forma di ringraziamento e come richiesta di conferma della presenza accanto a noi dell'amata/amato una volta che la pulsione originaria dell'innamoramento sia stata soddisfacentemente svolta attraverso il tempo dai due coinvolti. (Ma perchè prorprio due ? Forse che non ci si può innamorare contemporaneamente di più persone ? Che ne dite voi ?). Saluti.
#2618
Salve. Un altro dei miei argomenti che avrà scarso successo. Troppo distaccato dalle immediatezze che ci circondano e dalle montagne di argomentazioni analitiche che hanno sinora coinvolto i singoli termini di cui voglio parlare a modo mio.

Cos'è l'IO ? (sento già qualcuno sbuffare !).
Mi è già capitato di affermare che l'IO consiste solamente in "ciò che resta di me dopo che mi sia separato da tutto ciò che è separabile da me".
Affermazione apparentemente criptica, abbastanza provocatoria ma – soprattutto – (apparentemente) tautologica.

Eh già. I concetti e la realtà di IO e di ME in cosa mai differirebbero ?

Semplicemente nel fatto che l'IO è entità psichicamente collocata di natura immateriale (infatti nulla di materiale resterà dopo essersi separati da ciascuna delle parti del nostro corpo). Mentre il ME risulta da "l'insieme dell'io e di ciò che lo ospita (cioè – appunto – il corpo, e più specificamente l'encefalo).

Ecco allora che un simile definizione di IO dovrebbe trovar soddisfatti gli spiritualisti, per i quali "Io sono un'anima separabile dal (mio) corpo".

Troverei corretto affermare che l'IO – in soldoni – rappresenta la mia INDIVIDUALITA' mentre il ME rappresenta la mia PERSONALITA'.

Perciò secondo me ogni trattazione scientifico-filosofica dovrebbe tralasciare l'IO e occuparsi solamente del ME. Cosa che quasi mai avviene ed è fonte di inenarrabili confusioni dottrinarie.

Vediamo ora di indagare un poco il ME.
A quali condizioni noi possiamo considerarci dotati di un ME e di una PERSONALITA' ?

Secondo me lo siamo solo quando ed in quanto esercitiamo le funzioni coscienziali.

Prendiamo il sonno ed il coma. Durante questi stati manchiamo di coscienza e di vigilanza. Ci troviamo in condizioni di passività, non possiamo prendere decisioni, non esercitiamo facoltà etiche, siamo preda di una stato appunto extracoscenziale in cui regnano i puri contenuti mnemonici inconsci (cioè onirici) e le attività biologiche istintive, automatiche e psichiche (cioè appunto inconscie).
Dovremmo dire allora che durante sonno e coma l'IO risulta disgiunto dal corpo (vedere la mia definizione data all'inizio) e, come tale, non può manifestare i contenuti personalistici (attività) che sono propri del ME.

Quindi l'IO potrà manifestarsi come ME solamente in condizioni di veglia vigile e consapevole (interessante a tal punto pensare all'effetto di molte droghe, il quale consiste appunto nell'introdurre una separazione non fisiologica tra l'IO ed il ME, il quale ultimo viene "disattivato" dalla parziale o completa perdita di coscienza, di responsabilità, di raziocinio, lasciando spazio agli effetti onirico-allucinatori, mentre l'IO del drogato resta individuabile).

La condizione vigile e consapevole è quella in cui fungono sia la memoria che la coscienza che la mente.
Gli smemorati completi non possiedono quindi una memoria attiva, infatti in tale stato essi sono privi di personalità (il ME) ma non di individualità (l'IO).

D'altra parte essi continuano a possedere sia una coscienza che una mente. Questo ci porta a supporre che ciò che genera il ME e la personalità sia appunto la memoria.

Ecco allora che la sintetizzazione del concetto di ME si trasforma facendosi più particolare e diventando non più "IO+il mio corpo = ME", bensì "IO+la mia memoria = ME".

Conoscete l'espressione "non ero in me !" ("non era in sè") usata frequentemente per giustificare scelte ed atti inconsulti, vero ?

Bene, essa si presta benissimo nel qualificare gli stati in cui la nostra responsabilità viene attutita o cancellata, quelli in cui rinunciamo o siamo costretti a trascurare buonsenso, esperienza, etica, morale.

Ovvio. Il "ME", la mia COSCIENZA, la mia RESPONSABILITA', la mia ETICA, le mie FACOLTA' MENTALI non possono esistere se mancano i dati mnemonici sul quali basarsi per effettuare SCELTE non puramente istintive.

IO forse avrò torto, ma date retta a ME : mancando la memoria manca sia la coscienza che la responsabilità. Non parliamo poi delle restanti FACOLTA'.

Naturalmente alcuni non crederanno che la memoria sia una funzione neurologica basata su di una struttura anatomica di origine biologica. Saluti.
#2619
Salve Ox. Citandoti : "Ma, per così dire, sempre si è fatto un
passo avanti per poi farne due indietro, visto che l'emergere dell'individuo sembra, come tendenza,
essere costante.".


E per fortuna, dico io. Purtroppo tutte le ideologie collettivistiche sembrano ignorare o schernire un certo dato di fatto di natura statistica : L'affermarsi di principi demo-anarco-ugualitari-collettivistici favorisce ovviamente i soggetti meno dotati (i meno intelligenti, meno intrapredendenti, i comunque svantaggiati). Ciò in nome  di un principio di fraternità ed eguaglianza veramente lodevole ed entusiasmante il quale però, dal punto di vista naturale è solo una pia velleità).

Viene trascurato il fatto che il favorire gli svantaggiati comporti inesorabilmente il comprimere le eccellenze umane.
Cioè chi potrebbe eccellere (individualmente quindi egoisticamente) deve limitarsi o verrà limiitato dalla società.
E tutto ciò che le eccellenze vorrebbero o potrebbero fare al di sopra del livello medio stabilito dall'ugualitarsmo, non verrà fatto da nessuno.

Ecco la bieca ragione del primato dell'utilitarismo individuale capitalistico che tanto fa piangere comunisti, anarchici, pauperisti, cattointegralisti etc. etc. etc.............Saluti.
#2620
Attualità / Re:I minibot
21 Giugno 2019, 19:50:23 PM
Salve Ipazia. Ma perchè torturi in modo così raffinato i profani finanziari come me ? Sai che ci ho messo più di un minuro e mezzo ad INTUIRE che CDP sta per Cassa Depositi e Prestiti ? Ora però non dirmi che non ci ho preso, altrimenti mi resterebbe solo il suicidio. Saluti.
#2621
Attualità / Re:I minibot
21 Giugno 2019, 12:39:30 PM
Salve Anthonyi. Sacrosanto. Impossibile impedire che un qualsiasi tema venga rispettato coerentemente, e chi apre l'argomento, se non si tratta di un novizio, la sa benissimo. Ovvio che ciascuno, consapevolmente ma pure in parte inconsapevolmente, cerchi o trovi appigli per orientare l'argomento verso la propria visione del mondo (non capisco chi usa il termine "weltanschaung" complicando le cose alle anime semplici come me).
Occorre pazienza (quante discussioni ho aperto per poi non più intervenire poichè prendevano strade "impertinenti" !), e per fortuna i moderatori vigilano. Saluti.
#2622
Attualità / Re:I minibot
20 Giugno 2019, 22:02:19 PM
Salve Ipazia. Sono d'accordo con te. Ma allora, per caso, non ti sfiora il dubbio (che per me è certezza) che la problematica non sia ideologica bensì antropologica e - in via particolare - etnologica ? Che l'Italia sia pervicacemente negata alla efficienza ed all'onestà.......o almeno che queste due caratteristiche - pur presenti - vemgano continuamente mortificate dal prevalere di atavici costumi in un Paese che è non è Nazione, che non riesce ad esprimere un condiviso senso dello Stato, che ha sempre vissuto alla giornata, in cui la politica è sempre stata pesantemente condizionata dalla religione, che ha conquistato l'unità formale territoriale (non certo sostanziale) grazie alle mene di un periferico Regno d'oltralpe (voglioso di allargare i gomiti) che inclusero il ricorso ad un mercenario-avventuriero siglato G.G.......................................................................................??. Saluti.
#2623
Salve Jacopus. Le mie sono sempre solo ipotesi o constatazioni soggettive. La mia eventuale condivisione è fuori causa poichè facente parte delle mie personali propensioni che tendo a non manifestare poichè io non faccio propaganda a ciò in cui credo, ma al massimo lo propongo alla riflessione critica di chi vuole leggerlo.

Per quanto riguarda i modi per realizzare la soddisfazione, è vero che ce ne sono altri, ma il guaio è che questi altri appartengono tutti all'interiorità e all'evoluzione mental-intellettuale (particolarmente alta) di chi li pratica.

La maggioranza preferisce modi assai più concreti, visibili, "palpabili" i quali forniscono la ulteriore soddisfazione della visibilità del proprio "valore" personale convenzionale.

Vale la massima per la quale chi E' (interiormente) non sente il bisogno di apparire, mentre chi non E' compiutamente sarà costretto a cercar di SEMBRARE.

Infatti, estendo ai massimi termini tale concetto, l'egualitarismo sarebbe la condizione al cui interno l'unica soddisfazione sociale consisterebbe nell'ESSERE (......consapevoli della propria utilità sociale), mentre il capitalismo più o meno selvaggio si basa sulla soddisfazione del SEMBRARE DI ESSERE (autoaffermazione individualistica) attraverso l' AVERE. Saluti.
#2624
Sembrerebbe alla maggioranza che il porsi sia individualmente che collettivamente un fine rappresenti motivazione altamente etica. Al punto che, come da titolo della presente discussione, sembra ci si lamenti del fatto che la latitanza di un qualsiasi fine costituisca una ipotesi desolante.

E perchè mai ? Esistono - e a quanto sembra sono persino troppo diffusi - i fini assolutamente disetici, della cui assenza dovremmo invece rallegrarci.

I fini più diffusi infatto sono quelli di genere edonistico, altro che storie !

Vero che qui dovremmo parlare dei fine CULTURALI, ma in effetti a me in verità sembra che sia proprio la cultura quella tal manifestazione che - in nome della neutralità e della ricerca di sempre nuovi orizzonti - dai FINI (il raggiungimento dei quali ne sarebbe la tomba) dovrebbe star ben lontana.

Il fine-mezzo del capitalismo è comunque anch'esso solo la edonistica tendenza a realizzare - attraverso il denaro - il conseguimento di quantità sempre crescenti di soddisfazione sotto forma di potere e piacere, dei quali conta la quantità e non certo la specificità finalistica. Saluti.
#2625
Salve InVerno. Tutte questioni di lana caprina alimentate solo dal business sportivo. Basterebbe "accontentare" le paladine della parità di genere e istituire gare rigorosamente miste, rispettose e disinteressate dell'argomento - quanto mai intimo e personale - delle caratteristiche, condizioni e personali convinzioni sessuali di chi vi partecipa.

D'altra parte etiche ed ideali sportivi ed olimpici non predicano forse che l'importante è il partecipare, non le classifiche ??

Ma in Italia, Paese dei furbi ai quali nessun diritto deve essere negato, io farei ancora di più : istituirei le "quote rosa" sportive obbligatorie. A partire da pugilato e sollevamento pesi.
Ma guarda tu di quali ridicole ed ipocrite idiozie dovremmo preoccuparci ! Saluti.