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Messaggi - Jacopus

#2611
Percorsi ed Esperienze / Re:Osteria Abisso
06 Febbraio 2019, 17:56:32 PM
Stasera alla solita ora entra Hamid. La faccia come cuoio stagionato e due baffi grigiastri. Una faccia da topo saggio. Conrad gli lancia la solita occhiata truce e gli offre un caffè. L'ho istruito su Hamid. Un caffè non si nega a nessuno. Hamid ringrazia con un cenno e scappa come un fantasma.
Sulla carità ho avuto idee contrastanti. Dopo l'infanzia, per molti lunghi anni l'ho pensata come un alibi, un modo per pulirsi la coscienza e per pensare a servizi pubblici caritatevoli piuttosto che di diritto.
Oggi la penso al contrario, che reclamare diritti al posto della carità è un alibi per non farla, la carità.
#2612
Percorsi ed Esperienze / Osteria Abisso
05 Febbraio 2019, 21:03:17 PM
Sulle orme di altri esimi forumisti, inauguro il mio spazio, dove ovviamente tutti sono benvenuti. E' un'osteria economica, dove stazionano sempre quattro pensionati mezzo avvelenati, sono al tavolino più in fondo. Bevono il vino buono. Lo tengo per loro e qualche volta glielo offro. Poichè non posso essere sempre presente ho assunto un oste, un certo Conrad. Un tipo straordinario. Ha navigato per una vita ed ora è stanco. Avrebbe voluto scrivere, ispirato dalle tante avventure trascorse ma poi si è detto che forse era meglio soprassedere ed ora preferisce spillare birra e preparare grogs. Oltre alla birra e al vino si può ordinare anche del buon cibo. Niente di raffinato, menù alla buona, di quelli da osteria. E tra un boccale e un boccone, si parla, si parla, si parla. Inoltre c'è un asso nella manica. Già. Si può fumare! Gli avventori qui sono piuttosto fatalisti ed anche leggermente esteti. Un'atmosfera fumosa è quanto di meglio si possa desiderare per sentirsi a proprio agio. Accanto all'osteria, ovviamente c'è il famoso Hotel. Lì gli ospiti fanno un gran baccano, si sbracciano, si dicono continuamente "che divertimento, che divertimento". In realtà sono una brigata di uomini e donne sudaticce. Il maitre è un tipo ancora più strano del mio oste, lo chiamano Gyorkj e borbotta di continuo che vorrebbe che quell'albergo crollasse.
Per il momento non aggiungo altro. Anzi no. Aggiungo una ricetta semplice semplice. Il pesto, che non può mancare nell'osteria Abisso. Prendete i pinoli e sbriciolateli nel pesto di marmo. Se non avete il pesto di marmo usate un mixer. Aggiungete il formaggio, pecorino e parmigiano, rigorosamente a metà. Riprendete a sbriciolare, aggiungendo un poco alla volta, olio evo. Uno spicco d'aglio, al quale avrete tolto l'anima è il prossimo passo. Avrete ottenuto un impasto semigranulare. Ora aggiungete abbondante basilico. Il migliore è quello di Pra. Alla fine avrete una sostanza fangosa di colore verde. Assaggiate. Non deve prevalere il sapore del basilico. In questo caso aggiungete soprattutto pinoli che hanno un sapore neutro e fanno da collante fra tutti i sapori. Nel caso non siate dei puristi aggiungete anche qualche noce. Per la pasta, si usano trenette o trofie che assorbono meglio il sugo. Importante: aggiungete un paio di cucchiai di acqua di cottura al pesto. Ora sedetevi pure in quel tavolo libero, vicino al pianoforte, sto impiattando.
#2613
Ho avuto una collega che ha seguito lo stesso destino. La conoscevo di vista. Anche lei, rigidamente non credente ha anteposto il parto di una bambina ora diciottenne, alla sua vita, terminata pochi mesi dopo il parto. Credo che nelle donne vi sia un potentissimo istinto per dare la vita e non può essere diversamente. È la domanda del post che dovrebbe farci riflettere. Perché siamo giunti a pensare che la vita del nascituro sia meno importante di quella della gestante (Non è proprio così ma è anche un po' così).
#2614
Tematiche Filosofiche / Re:Il fine giustifica i mezzi?
03 Febbraio 2019, 21:56:57 PM
Gli argomenti sono quelli di Georg Northoff, professore all'università di Ottawa, che unisce una  profonda cultura filosofica ad una base neuroscientifica. Quello che sto leggendo è un testo molto denso. Un piccolo accenno: attraverso la FMRI (risonanza magnetica) si è "oggettivamente" visto che le parti mediane del cervello sono quelle che si attivano di più quando siamo stimolati rispetto alle Self-related-experiences, che sono il corrispettivo neuronale del Sé, in quanto collegato ai ricordi della nostra vita e su come in questo modo ci differenziano. Ebbene questa stessa parte mediana è strettamente interessata anche nei processi sociali, empatici, di condivisione e di ricerca del prossimo. In questo senso si può parlare di struttura neuro-sociale del nostro cervello. Questa è la teoria di Northoff, che riecheggia, "sorprendentemente" e sulla base di ricerche scientifiche quello che gli aborigeni provavano a spiegare ad un estasiato Bruce Chatwin.
#2615
Per Viator. Se anziché alla doxa popolare, quando parli di interpretazioni delle argomentazioni logiche, fai riferimento alla necessità di condivisioni collettive di credenze fra gli esperti, allora questa dinamica esiste già, poiché ogni disciplina ha una propria comunità di "esperti" che condivide un sapere e le tendenze che quel sapere sviluppa a proposito di quella disciplina. Poi all'interno di ogni disciplina vi saranno più o meno "scuole" che avranno una loro tesi e una loro metodologia. Tutto ciò è chiarito molto bene da Kuhn, nel libro sulla "struttura delle rivoluzioni scientifiche".
In realtà, la mia personalissima opinione indica come impossibile una verità oggettiva. Siamo sempre di fronte ad approssimazioni più o meno precise, più o meno soddisfacenti.
#2616
La filosofia comprende molte sotto-filosofie. Quella che cerca la verità oggettiva e quella che cerca la verità pratica. Mi sembra Viator, che stai praticando questa seconda specie di filosofia, quella che potrebbe essere definita semplicemente "doxa" contrapposta ad "episteme". Tocchi comunque un punto importante. La filosofia applicata alle società e alla polis non è la stessa di quella applicata al fondamento del concetto di verità, poiché divergono i concetti di giusto e sbagliato per ogni cultura e, entro certi limiti, per ognuno di noi.
Ma credo che sia comunque riduttivo ritenere che la verità, anche dentro questi confini, sia da considerare in termini collettivi. Se il tuo ragionamento fosse giusto certi esperimenti politici del passato dovrebbero essere considerati come portatori di verità, il che non è. È evidente che nella tua mente si agita un inconsapevole Hegel.
#2617
Tematiche Filosofiche / Re:Il fine giustifica i mezzi?
03 Febbraio 2019, 15:33:50 PM
Citazionecitazione da Socrate:
La percezione della distinzione dagli altri però deriva proprio dallo sviluppo mentale che produce autocoscienza del proprio Sé: quindi il "diavolo" sarebbe di conseguenza proprio la nostra autocoscienza derivante dall'evoluzione mentale? Io non credo che sia così, infatti ritengo che l'Io individuale sia davvero qualcosa di unico e di distinto rispetto a quello degli altri, pur essendo fatto di un'unica sostanza di fondo.

"Quindi noi esistiamo solo in quanto siamo percepiti?" "Esatto" (Bruce Chatwin: Le vie dei canti).
Bruce Chatwin, alla scoperta della cultura aborigena australiana, parla con un esperto di quella cultura, che gli risponde così: "noi esistiamo solo se siamo percepiti. Solo se esistiamo nella mente degli altri". Sorprendentemente alcuni filoni delle neuroscienze stanno giungendo alla stessa conclusione. La nostra stessa coscienza, ben lungi dall'appartenerci, come se fosse una proprietà, non è altro che il rispecchiamento della nostra soggettività nella soggettività degli altri. Ma come dice Acquario, bisognerebbe aprire una nuova discussione.
#2618
Ha ragione Acquario. Salvini e Trump sono il precipitato chimico di un percorso socio-politico precedente, che ha basi in tutto l'occidente ma che è particolarmente virulento on quei paesi dove l'ideologia individualistica predomina. Dare dell'ignoranza o della stupidità fa parte dello stesso progetto del Grande Inquisitore, che ringrazia. Non è stata soddisfatta la promessa del benessere "facile" da parte del precedente establishment, che disponeva di carte migliori e che puntava (con una zavorra consistente di demagogia) ancora sulla difesa dei valori scaturiti dell'illuminismo (peccato che si erano dimenticati di quello più importante: l'universalismo). Ora si procede spediti verso un nuovo modello che crede di raggiungere il benessere "facile" riproponendo giochi a somma zero + autoritarismo.
Gli esclusi prima o poi si organizzeranno e potremmo scivolare così verso uno stato di Polizia simile a quello descritto in Brazil da Ian Gilliam.
#2619
Presentazione nuovi iscritti / Re:Eccomi qui
31 Gennaio 2019, 00:04:17 AM
Ben arrivato Doc. Non ti fare tanti complessi. Qui la metà finge di essere colta e l'altra metà ha la testa talmente piena di libri che per fare una passeggiata chiede di essere accompagnata da Thomas Mann. In più sembri discreto e molto educato, qualità molto più importanti della cultura.
#2620
Ipazia; Con i sensi di colpa non si va da nessuna parte. Sarebbe meglio aprire gli occhi e considerare la realtà ed anche un pò la giustizia. Quello che mi rattrista è ascoltare queste parole e questi ragionamenti da persone che comunque, pur non conoscendole direttamente, stimo. Ho apprezzato molte volte quello che hai scritto tu, così come quello che ha scritto Freedom. Insomma non siete la casalinga di Voghera o altri frequentatori del passato, che non stimavo affatto. Quindi effettivamente mi domando se non ci sia qualcosa di sbagliato nel mio difendere i migranti. Sarà che ne ho visti tanti, come volontario (e preciso che non ho mai preso neanche un centesimo). Ragazzi comuni, per i quali la massima ambizione era quella di diventare cuoco o operaio e poi diventare invisibili. Ragazzi, uomini che ne avevano viste di tutti i colori. Al loro confronto, tanti italiani pieni di spocchia e "iperviziati" dovrebbero togliersi il cappello. E invece poi sento tanti discorsi assurdi, come se fossero tutti delinquenti, le ONG, organizzazioni criminali e così via. Se foste di una certa parte politica, allora me ne farei una ragione. Ma invece è come se vi fosse una dissonanza cognitiva. Come se si dicesse ai tossicodipendenti: guarda ci sono queste organizzazioni criminali che speculano su di voi: prima dobbiamo metterli tutti in condizione di non nuocere e poi ci occuperemo di voi. Estremizzando si potrebbe dire la stessa cosa anche per i semplici malati nel meridione, visto che la maggioranza delle ASL è infiltrata dalla malavita organizzata: "tutti a casa, cari malati...prima sconfiggiamo la camorra e poi tornate a farvi curare".
Lo so che non avete detto questo e avete detto anche altre cose. Lo so che tante persone di altre culture possono essere un problema. Esattamente come è accaduto in altre parti del mondo. Ma basta davvero così poco e vedere dopo qualche anno quelle stesse persone che orgogliosamente indossano una maglia della nazionale italiana e si sentono anche loro un pò italiani è davvero molto bello.
#2621
Non posso che condividere, parola per parola, il pensiero di Sgiombo, al punto di pensare di essere più marxista di quello che penso. Il fatto è che, presa questa china di ipersfruttamento, che causa anche il fenomeno migratorio, il libero mercato a cui assegno, teoricamente, il posto di miglior assetto per la libertà umana, sta ripetendo la stessa trama del socialismo reale ed è destinato a schiantarsi, se non saprà autoregolarsi e autolimitarsi.
Tornando alle nostre responsabilità, credo davvero che bisogna essere ciechi per non capire che siamo tutti direttamente responsabili del fenomeno migrazioni, a meno che non mi dimostrate di vivere su un appezzamento di terreno che vi offre da vivere. Usate un cellulare? Il coltan viene estratto in Africa da schiavi bambini che da adulti possono ben dirsi: piuttosto che continuare cosí meglio provare e rischiare. Il prezzo dei cellulari è basso anche per questo motivo. Condividete l'ideologia liberale? Ma non è l'ideologia liberale a predicare che ognuno nel suo piccolo deve cercare di migliorare la sua posizione secondo i dettami dello one-self-man? E allora questa regola vale solo per noi eletti o per tutti? Il liberalismo auspica la libera circolazione delle merci ma quando si parla di uomini si inizia a storcere il naso. Quindi è molto più importante un container di televisori che la vita di uno sporco negro? Cosa cambia rispetto a quanto diceva Marx, sull'oggettivazione del proletariato e degli operai? Usate l'auto...bene...lo sapete che spesso le multinazionali, compreso l'Eni, se trovano un giacimento non fanno tanti complimenti ed espellono i nativi e le loro società tradizionali? Il bello è che anche attraverso la cultura diffondiamo il messaggio: "guarda che bello vivere qui" (soap opera, films, turismo di massa) poi però diciamo anche. Si è bello, abbiamo il riscaldamento, acqua corrente, non rischiamo di essere uccisi dalla polizia o da un delinquente ma tu no, continua a vivere sparando spilli avvelenati alle lucertole e curando i malati con canti sciamanici. Poi se arriva un latifondista per sfruttare quel terreno per soddisfare il nostro appetito di ananas, non fare storie: la polizia locale ti accompagnerà in una tipica favelas, dove potrai morire drogandoti o in altri modi fantasiosi. Uno spettacolo grottesco, ma in realtà è tragico.
#2622
Il mondo si sta velocemente disumanizzando. Vuoi sapere chi è responsabile? Siamo noi responsabili. Io e te che usufruiamo di tecnologia e benessere sulla pelle degli ultimi della terra e non vogliamo neanche vederceli intorno a mendicare. È uno spettacolo mostruoso quello a cui assistiamo. Un autoassolvimento, un rovesciamento di colpa verso le vittime. Non ti faccio più i tanti esempi possibili per spiegare le migrazioni. Chi non vuole vedere non vede e questo forse vale anche per me.
#2623
Luciano Gallino nel suo ultimo libro citava una cifra che faceva rabbrividire: il 44 per cento della ricchezza mondiale è nelle mani dello 0,7 per cento della popolazione.
Che la gente sia arcistufa dell'immigrazione è il classico obiettivo sbagliato. Con una ricchezza equamente distribuita si potrebbero accogliere tutti i migranti e ancor di più si potrebbero fare politiche di sviluppo in Africa, che resterà in questo secolo l'unico grande serbatoio di migranti.
Invece la nostra puzza al naso, questa sì, equamente distribuita, ci fa invocare frontiere chiuse e Ong criminali anche da parte di chi, o per scelta religiosa o per scelta politica dovrebbe difendere gli ultimi e i sottoproletari.
Ho già scritto queste stesse identiche cose decine di volte. Sarò duro di comprendonio, sarò ingenuo, ma di fronte alle tante morti che ingrassano i pesci, cosa mi importa delle Ong criminali. La creazione di una massa apolide di schiavi si concretizza quando non si pensa che bisogna unirsi ai migranti in una nuova "marcia del sale" , perché noi siamo il loro stesso sangue e il mondo continuerà a cambiare in peggio se non consideriamo questa opzione. Ma sono certo che questo non avverrà. Sento già gli strali di chi alzerà la voce a difesa dell'integrità culturale, dei confini nazionali, sacri e dentro i quali poter continuare a fare le stesse pratiche criminali imputate  (falsamente) alle ong. Ma sono crimini etnicamente puri.
Tutto ciò mentre ci avviamo tristemente ad essere una società di anziani, laddove i giovani sono proprio i migranti. È solo una questione di cultura in fondo. La Svezia ha un tasso di migranti circa dieci volte superiore al nostro, una economia che gira meglio e un parco-politici che non ti fa vergognare di essere svedese (e già sento la vocina che dice: "e allora perché non vai in Svezia?).
Ed infine, qual'e' la nostra posizione etica di fronte agli occhi di una bambina nigeriana che muore affogando lentamente in mare, accanto al cadavere di sua madre? Pensate che a quel corpo, in preda all'ipossia e al freddo del mare, importi di autorizzazioni a procedere, di ong, di capitalismo selvaggio? Eppure é questo quello che accade il più delle volte, perché raramente viene raccontata la storia di chi muore in mare.
#2624
Devo dire che sono un po' dispiaciuto del fatto che la discussione abbia abbandonato F.D. per prendere la forma della rissa pro-contro. Come qualcuno ha capito (Sariputra, Paul e forse anche altri), la posizione di F.D. non è così netta. I suoi personaggi sono cosí reali perché combattuti fra diverse aspirazioni in conflitto fra di loro. Ridurre tutto ciò nel dire che solo dove c'è il sacro c'è legittimità mi sembra poco onorevole per F.D.
Sul sacro bisognerebbe aprire un topic a parte (forse già c'è). Sicuramente andrebbe trattato con più rispetto dai laici, poiché è una esigenza universale dell'umanità, almeno finora e che paradossalmente si riversa anche in altre ideologie come quella marxista o quella nazifascista, concepite e descritte con molti elementi di sacralità e di millenarismo religioso, comprensivi di sacra inquisizione, roghi e riti collettivi nella speranza di una vita migliore.
D. però non fa parte di questa squadra. Piuttosto l'accomuno a Leopardi o a Camus, o allo scrivano Bartleby di Melville o a De Andrè. Persone che si oppongono al pensiero unico, sia che provenga dal Dio degli eletti, sia che provenga dal Nomos della Terra, dal Volkgeist o dalla Mano Invisibile.
#2625
Ox said:

CitazioneCiao Jacopus
A me sembra che nella "Leggenda del Grande Inquisitore" Dostoevskij formuli "subliminalmente" una accusa allo
stesso Cristo...
L'accusa è di essere troppo "difficile"; di essere per le "elites"; non certo per un popolo che ha bisogno
di sicurezze e di miracoli, non di libertà (un Dostoevskij populista, potremmo dire...).
Dunque Cristo come Alexeij Karamazov, o anche come Sonija, la fidanzata di Ralskol'nikov. Degli "idioti"
(proprio nel senso del principe Myskin); dei "puri" che poco sanno della tremenda complessità dell'animo
umano (ben conosciuta invece dall'Inquisitore, come da Ivan o da Raskol'nikov).
Non sono quindi per nulla d'accordo sulla tua affermazione che riporto in citazione. L'Inquisitore dimostra,
anzi, di conoscere meglio di Cristo l'uomo, e forse di essere persino più benevolo verso di lui...
Non vedo piuttosto correlazioni di questo capitolo con l'affermazione che si diceva. Sia che Dio sia quello
dell'Inquisitore sia che sia quello di Cristo è infatti necessario che esista nella sua assolutezza (pena,
appunto, l'essere tutto lecito).
a pag. 350 della mia copia dei fratelli Karamazov termina il racconto del grande inquisitore, con il bacio che Gesù gli dà e con il successivo ordine che il G.I. rivolge a Gesù di andarsene e scomparire. Nel colloquio successivo Alesa paragona Ivan proprio al grande Inquisitore, irritato da quel bacio, forse anche stravolto, poichè Gesù non solo non ha usato la forza delle schiere celesti ma lo ha baciato, dimostrando nuovamente il suo amore illimitato. Ivan stesso appare turbato, provato dal racconto, incapace in fondo di decidere da che parte stare.
Quello che qui interessa è l'obiezione che Alesa rivolge a Ivan "come farai a vivere con questo inferno nel petto?", e Ivan risponde "con la forza della bassezza karamazoviana" ovvero, e qui è Alesa che parla, "nel senso che tutto è permesso?", di quel tutto è permesso che Ivan aveva tirato in ballo qualche giorno prima nella discussione con Miusov.
Questo per dire che la leggenda del Grande Inquisitore è intimamente connessa con la frase incriminata, già esaminando il testo scritto da Dostoevskij.

Prendiamo una diversa prospettiva:  Il Grande Inquisitore e Gesù sono entrambi interessati alla salvezza dell'uomo, qui sulla terra ma solo Gesù mantiene viva la speranza. Alla speranza però serve la libertà e Gesù deve concederla, e la concede proprio sacrificandosi, pur sapendo che tale libertà condurrà o potrebbe condurre all'iniquità, come secoli di storia ci hanno raccontato. Il sacrificio di Cristo ha un immenso valore in questo senso, valido sia se si crede che sia realmente avvenuto, sia se lo si tratta come un grande racconto della cultura umana.
Il Grande Inquisitore risolve tutto, sottomettendo l'umanità, nel nome di Dio e di un Cristo strumentalizzato. Il popolo belante è quindi esentato dal pensare, dal decidere. Il male è asportato, asportando anche la libertà. E' l'identico processo che avviene quando Ivan dice "Se Dio non esiste, allora tutto è permesso". Delegare a Dio, ad una entità esterna, i fondamenti del bene e dell'armonia, significa smettere di pensare, chinare il capo ed acclamare il Grande Inquisitore.
Questo discorso è connesso con quello intervenuto nelle ultime pagine di questa discussione, perchè pensare ad un uomo che moralmente è sempre lo stesso e non può cambiare, nè in peggio, nè in meglio, ipostatizza una situazione per la quale sarà sempre necessaria una divinità o qualsivoglia stampella esterna per governare gli esseri umani. Prendendo in prestito Freud, si potrebbe dire che una tale concezione ritiene gli esseri umani dotati di un super-Io piuttosto rachitico e irretiti dall'eterno incantesimo plautiano.

Dostoevskij invece, inevitabilmente è dalla parte di Cristo, dalla parte della libertà per quanto quella libertà possa essere usata male ma che potrà sempre essere ricondotta nel mondo dell'umano, come dimostra il bacio finale di Cristo al Grande Inquisitore. Questo non significa però che D. amasse il progresso: tutt'altro. In altri luoghi ha definito il progresso il palazzo di cristallo, equiparandolo ad una gabbia dove vige la violenza eretta a legge. Ma D. non è mai lineare e quindi non gli resta che sperare in un diverso "progresso", quello delle coscienze, quello dell'umanità riconosciuta e solidale, ancora più umana e solidale perchè attraversata comunque dall'egoismo e dall'odio. Del resto, ritornando a Freud, meglio un egoismo e un odio riconosciuto piuttosto che un odio nascosto nell'inconscio e pronto ad agire in modo ben più sanguinario.