Il più famoso e misterioso "delitto della camera chiusa" mai avvenuto in Italia, è quello di Mara Calisti, verificatosi nel 1993; il quale, fino ad oggi, non ha ancora trovato una spiegazione inequivocabile.
Nè pretendo certo di averla trovata io!
Però, usando il cosiddetto "metodo di analisi delle ipotesi confliggenti", di cui ho già trattato in un apposito post (*vedi nota), ritengo di poter prospettare, al riguardo, l'ipotesi più plausibile; almeno in base ai dati che sono riuscito ad acquisire, e sperando che siano tutti più o meno attendibili.
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BLU NOTTE
Nella trasmissione BLU NOTTE, intitolata "MARA, IL DELITTO DELLA CAMERA CHIUSA", il noto giallista Lucarelli, lo definisce "un mistero impenetrabile, un delitto assurdo, senza spiegazioni".
Dopodichè espone in dettaglio quanto è accaduto; mentre io, al contrario, cercherò di sintetizzare al massimo la vicenda, limitandomi all'essenziale.
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CHI ERA LA VITTIMA
Mara Calisti era una ragazza di 36 anni molto atletica, che aveva svariati interessi, ed anche alcune "frequentazioni intime" ma nulla di particolarmente rilevante; tutte quante tali "frequentazioni" , comunque, per l'ora della sua morte, avevano un alibi a prova di bomba.
Maggiori dettagli, potete trovarli sul libro scritto dalla sorella, che io ho appena letto, scaricandolo dal seguente sito per cinque euro.
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STATO DEI LUOGHI
Fino a qualche tempo prima l'appartamento in cui viveva Mara era abitato anche da alcuni suoi familiari, i quali, però, avevano da poco traslocato altrove.
La notte della sua morte, però, Mara aveva ospitato a cena e a dormire suo padre; perciò, nell'appartamento, erano in due (il che, quindi, esula dal tipico caso del "giallo della camera chiusa").
Quella sera, di una afosissima estate, dopo cena, ricevono un'ospite (una vicina); poi il padre esce per andare a visitare la cognata, e ritorna verso mezzanotte; dopodichè vanno a entrambi a dormire ciascuno nella sua stanza.
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SEQUENZA TEMPORALE
Almeno secondo le "testimonianze" rese agli organi inquirenti, in sintesi, la sequenza temporale di quella notte fu la seguente:
1,30 circa
Il padre si alza per andare a bere in cucina, e, passando per l'ingresso vede la porta di Mara chiusa e non sente rumori provenire dal suo interno.
2,30 circa
Un inquilino rientra nello stabile, e non nota nessun particolare anomalo.
3,00 circa
L'inquilino che dorme al piano di sotto, nella stanza sottostante la camera da letto del padre, si sveglia e resta sveglio per il caldo eccessivo, ma non sente rumori di sorta.
3,40
Un ragazzo che abita nel palazzo di fronte, soffrendo d'insonnia, scende in strada con il suo cane a fumare una sigaretta; non nota nulla di particolare e non vede entrare o uscire nessuno dal portone principale del palazzo di Mara (il quale, però, sul retro ha una porticina secondaria sempre aperta).
3,45
L'inquilino del piano di sotto, che era sveglio già da 45 minuti, avverte un rumore sul suo soffitto, che descrive testualmente come "un tonfo"; poi sente il padre di Mara gridare e chiedere ripetutamente aiuto, e allora si alza dal letto e corre da lui (come fanno anche altri inquilini).
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Almeno stando a quanto poi racconta il padre, è proprio a quell'ora che aveva sentito aprire la porta della sua camera e visto la figlia entrare ed accasciarsi sanguinante sul pavimento mormorando: "Babbo, guarda cosa mi hanno fatto!".
Prima di accasciarsi, però, stando al racconto del padre, la ragazza avrebbe acceso la luce; ed infatti l'interruttore risulta imbrattato di sangue (ma senza alcuna impronta digitale).
Mara indossava solo mutandine e reggiseno e, stranamente, anche una grossa collana di corallo; il padre all'inizio pensa addirittura che Mara avesse un "pipistrello" attaccato sul petto e nel primo istante cerca di tranquillizzarla.
Pochi minuti dopo arriva l'ambulanza (chiamata dal ragazzo con il cane), ma i soccorsi sono vani; ed infatti Mara muore durante il trasporto in ospedale.
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ELEMENTI INDIZIARI
Sono principalmente i seguenti:
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1)
Mara presentava un'unica ferita all'emitorace destro, al livello della quarta costola, provocata da un oggetto appuntito a sezione circolare; dovuta, per esempio, a un punteruolo, o, più probabilmente, ad un cacciavite.
Tale oggetto non è mai stato ritrovato dalla polizia!
La traiettoria di penetrazione aveva una inclinazione:
- dal basso verso l'alto;
- verso il lato sinistro del torace.
Per cui il presunto cacciavite era stato impugnato come nella seguente immagine, e, quindi, in modo molto inusuale per una "pugnalata" (salvo che nei "duelli alla rusticana").
La ferita aveva una profondità di 8 centimetri ed aveva lesionato l'aorta in due punti; il che aveva permesso alla vittima di rimanere cosciente per circa 30-50 secondi.
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2)
La finestra della camera di Mara, che si trovava al quarto piano, era chiusa con la serranda abbassata.
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3)
Nella stanza non era stato asportato nulla, né la borsetta e nemmeno i gioielli, ben visibili.
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4)
Nell'ingresso era presente il suo mazzo di chiavi sulla sedia nello stesso punto di dove l'aveva poggiato quando era entrata.
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5)
Sul pavimento, c'erano tracce di sangue che andavano dalla camera da letto di Mara a quella del Padre.
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6)
6)
Tracce del sangue di Mara, peraltro, sono state rinvenute anche nella cassetta di attrezzi del padre della vittima; in cui c'erano cacciaviti di vario tipo mescolati alla rinfusa, per cui è risultato impossibile verificare se uno di essi fosse stato asportato per colpire Mara.
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7)
7)
Tracce del sangue di Mara, peraltro, sono state rinvenute anche nel cassetto della cucina in cui venivano conservati vari sacchetti, sia di carta che di plastica e cellophane; uno dei quali si presume sia stato prelevato per metterci dentro la presunta "arma del delitto".
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