ciclo di risposte a mio modo di vedere connesse
x Carlo e Per Paul
cit Carlo
"Resta da capire se il "Padre-super-io" sia il padre carnale idealizzato, oppure l'immagine interiore del Padre archetipico, la cui autorità naturale viene proiettata sul padre carnale. In tal caso, il padre reale sarebbe "solo" il simbolo del Padre archetipico, la sua "incarnazione" terrena; e ciò spiegherebbe lo spontaneo atteggiamento di ammirazione-sottomissione che il bambino ha nei confronti del padre naturale (lo stesso discorso vale, ovviamente anche per la madre/Madre)."
Non credo esista il padre archetipico, informami se sbagli comunque.
Rimane da correggere il punto che il bambino non è naturalmente portato ad ammirare il padre.
Come non lo è della madre.
Anche nel bambino il fenomendo di adattamento e di fissazione delle emozioni è dovuto al grado relazionale che padre o madre riescono a mettere con lui.
E con relazionale intendo anche l'allattamento etc...
Non è dunque questione naturale, ma strutturale. (dibattiti a ferro e fuoco, sono già avvenuti e avverrano sempre più per quanto riguarda un'altra delle grandi aberrazionin del mondo di Oggi, ossia l'Educazione. Quale scienza?)
Non esiste idealizzazione, ma solo ricatto nella famiglia attuale cristiana. Come d'altronde l'intera immondizia cristiana sta ad indicare con le sue estorsioni tramite tortura delle confessioni agostiniane. Ossia con la costrizione all'autocommiseramento.
Nietzche mi sembra qualcosina ci ha scritto.
cit Paul
"Il mio modesto parere è che è vitale l'ambiente famigliare del ragazzo/a che si forma e il risultato della relazionalità nel sociale ne è l'effetto. Se socialmente i comportamenti sono disarmonici è grazie alla disgregazione famigliare."
Io sono anche più radicale, sono per la disgregazione familiare, poichè tanto è già in atto.
(ma io tengo moltissimo alla mia famiglia, sia chiaro).
Infatti Paul non ha senso parlare di relazionalità all'interno del mondo contemporaneo, che a mio parere per restare ai tempi delle invenzioni teconologiche ed economiche, è costretto non ad affrontare il problema del cristianesimo di petto (ossia magari facendolo conoscere per i suoi valori reali e non per le sue molte bugie, richiederebbe una merce rara per la gente: l'intelligenza) ma bensì a sciogliere l'individuo don abbondiesco agostiniano, a favore dell'idivido di massa, ossia alla liquidazione dell'individuo.
Mi sembra quasi che questi terribili tempi buj siano un tentativo di trovare risposta all'enorme gap creato dal cristianesimo in questi secoli.
La società liquida, è in attesa di trovare nuove formule di convivenza.
La famiglia in tutto questo dovrà trovare risorse nuove e uscire dal suo stato obnubilato in cui vive da secoli.
Beh è una presunzione, ma val bene una utopia.
Temo proprio che non vedrò quei tempi, la liquidazione è in fase da almeno 20 anni e sembra convivere bene, anzi molto bene, delle bugie della politica e della morale al lei connessa (per inciso sempre la stessa, la cara vecchia religione cattolica).
cit paul
"La morale è una sovrastrutturazione della psiche dove è già in essere un giudizio di valori che può essere disarmonico con quello convenzionale sociale, vale a dire la morale individuale può non corrispondere a quella convenzionale..Penso che da un punto di vista psichico vi sia un percorso formativo costruito sul piano emotivo-affettivo che comporta piacere o dolore.La morale è una sovrastrutturazione del piano affettivo/emotivo, dove un dolore al posto di un piacere o viceversa come risultante di un sistema relazionale psichicamente formato in maniera errata può comportare una "diversa " strutturazione morale.Per esempio , fare del male ,comportarsi in maniera prevaricatrice, far coincidere il possesso con il piano affettivo, può sviluppare quella "diversa" morale. Ritengo semmai naturale, come eco profondo, come intimo malessere ad un comportamento che emotivamente non produce quel giusto piacere affettivo il sistema relazionale, perchè è naturale che le relazioni debbano produrre quello scambio emotivo che ci soddisfa sul piano emotivo."
L'intervento è complesso, e la mia risposta rischia di esserlo ancora di più. Ma è necessario.
A mio modo di vedere non è la psiche che descrivi, ma è la psicologia del soggetto quella che vai descrivendo.
In realtà potremmo complicare ancora di più la questione con la Psiche o Inconscio che sia.(ma devo lavorarci ancora)
Il modo relazionale non si basa tanto sulla questione dell'economia dei sentimenti, quanto sulla capacità di renderlo comprensibile a sè e agli altri.
Galimberti spiega molto bene che il ragazzo di oggi ha perso completamente la mappa emotiva, ossia egli non sa descrivere le proprie emozioni, non vi è più una letteratura articolata che lo aiuti, il mondo dei social è fatto di frasi spezzate che non possono dirne niente.
E' un'epoca di emozioni tristi per eccellenza, emozioni che sono prigioniere della psiche, e dell'apparato psichico, ossia psicologico questa volta.
Ossia vi è un doppio binario da smontare e rimontare, quello delle proprie pulsioni (Freud, Jung) e quello delle proprie manifestazioni linguistiche, ossia relazionali, ossia semiotiche.(Lacan, Peirce, Sini etc..).
Il tutto all'interno di un mondo già dato di costruzioni relazionali, semiotiche etc....(Nietzche, Sini).
Oggi come oggi la scuola non è più formativa ma performativa, vedi l'istituzione dei crediti. (Fusaro).
Oggi a scuola non si va ad imparare ma ad essere i futuri squali della società delle scommesse.
E' proprio l'humus sociale quello che è cambiato, perchè sono cambiati i tempi.
Metre gli scienziati della sociologia si dilettano nella ingegneria sociale (quasi fossimo pezzi di ricambio), l'individuo è completamente lasciato a se stesso.
Che non sarebbe poi così male (visto che è un male anche essere arroganti scolaretti), il problema è quello del soggetto.
Ossia della propria individuazione come unico. Il soggetto di questi tempi è in grave difficoltà. Il discorso si sta spostando dai problemi di tipo paranoico a quelli di tipo schizoide.
Oggi è tranquillo e domani ti spacca tutto (descrizione generica dei nuovi adolescenti). La Bulimia e l'anoressia dilagano (io stesso quest'anno dovrò fare uno sforzo su me stesso per quanto riguarda la bulimia, fantasma che avevo sempre sotto controllo e che sta cominciando a essere scorbutico con me.
Solo per dire di quanto tutto questo ci riguardi, di certo riguarda me.
Insomma la cosa anche se impostata da me in maniera apprezzabile, rischia di scontare un pò di "naif".
Le cose vanno ponderate ancora meglio. Difficile mentre il Mondo ci passa accanto alla velocità della luce.
cit Carlo
"E' proprio questo "sopra" (inteso come inculcamento dall'esterno fondato sulle minacce) ciò che contesto. Io ricordo ancora che già all'età di 6-7 anni ero ben consapevole dell'ingiustizia di certe norme che mi venivano imposte da mio padre e, in generale, dall'educazione, sebbene ciò mi creasse dei conflitti interiori e delle crisi di identità: "...sono io il bambino sbagliato, oppure è il mondo ad essere sbagliato?". Ma una domanda come questa è talmente grande per un bambino di 6 anni, che alla fine tenderà a colpevolizzare sé stesso e ad abbandonare i propri sentimenti etici, i propri criteri di giudizio, sostituendoli con le norme che gli vengono propinate dall'esterno. Ed è da questo rinnegamento di sé, da questo sradicamento, che nascono quella dolorosa insicurezza e quella carenza di identità che poi avranno bisogno di una ribellione distruttiva per essere compensate e in qualche modo anestetizzate."
Sono d'accordo! A testimoniare però che l'ingiustizia del mondo è proprio dovuta al suo colassamento morale cristiano, che predica il bene, e fa sistematicamente il male, ossia prevarica sempre l'opinione diversa. Imponendo il silenzio.
Cit Paul
"Diversamente tutte le figure legislative,fondate su quell'etica condivisa, non avrebbero forza sulla persuasione, ma dovrebbero imporsi con la sanzione, con l'arroganza di chi gestisce il potere."
Che è però quello che avviene DI FATTO, perchè i simboli che tengono una società sono frutto delle ideologie, e quelle sono frutto delle tendenza repressive gerarchiche nate dall'infanzia, fatte passare dalle corti di giustizia di tutti i paesi come bene.
Ossia il simbolo a cui ti richiami è una introiezione super-egotica (del super-io).
Ossia sarebbe la seconda topica Freudiana: Non introiettiamo ciò che ci aggrada ed è bene, ma ciò che ci reprime e ci rende malvagi.
Bisognerebbe rileggere Nietzche centinaia di volte. (l'Anticristo)
x Carlo e Per Paul
cit Carlo
"Resta da capire se il "Padre-super-io" sia il padre carnale idealizzato, oppure l'immagine interiore del Padre archetipico, la cui autorità naturale viene proiettata sul padre carnale. In tal caso, il padre reale sarebbe "solo" il simbolo del Padre archetipico, la sua "incarnazione" terrena; e ciò spiegherebbe lo spontaneo atteggiamento di ammirazione-sottomissione che il bambino ha nei confronti del padre naturale (lo stesso discorso vale, ovviamente anche per la madre/Madre)."
Non credo esista il padre archetipico, informami se sbagli comunque.
Rimane da correggere il punto che il bambino non è naturalmente portato ad ammirare il padre.
Come non lo è della madre.
Anche nel bambino il fenomendo di adattamento e di fissazione delle emozioni è dovuto al grado relazionale che padre o madre riescono a mettere con lui.
E con relazionale intendo anche l'allattamento etc...
Non è dunque questione naturale, ma strutturale. (dibattiti a ferro e fuoco, sono già avvenuti e avverrano sempre più per quanto riguarda un'altra delle grandi aberrazionin del mondo di Oggi, ossia l'Educazione. Quale scienza?)
Non esiste idealizzazione, ma solo ricatto nella famiglia attuale cristiana. Come d'altronde l'intera immondizia cristiana sta ad indicare con le sue estorsioni tramite tortura delle confessioni agostiniane. Ossia con la costrizione all'autocommiseramento.
Nietzche mi sembra qualcosina ci ha scritto.
cit Paul
"Il mio modesto parere è che è vitale l'ambiente famigliare del ragazzo/a che si forma e il risultato della relazionalità nel sociale ne è l'effetto. Se socialmente i comportamenti sono disarmonici è grazie alla disgregazione famigliare."
Io sono anche più radicale, sono per la disgregazione familiare, poichè tanto è già in atto.
(ma io tengo moltissimo alla mia famiglia, sia chiaro).
Infatti Paul non ha senso parlare di relazionalità all'interno del mondo contemporaneo, che a mio parere per restare ai tempi delle invenzioni teconologiche ed economiche, è costretto non ad affrontare il problema del cristianesimo di petto (ossia magari facendolo conoscere per i suoi valori reali e non per le sue molte bugie, richiederebbe una merce rara per la gente: l'intelligenza) ma bensì a sciogliere l'individuo don abbondiesco agostiniano, a favore dell'idivido di massa, ossia alla liquidazione dell'individuo.
Mi sembra quasi che questi terribili tempi buj siano un tentativo di trovare risposta all'enorme gap creato dal cristianesimo in questi secoli.
La società liquida, è in attesa di trovare nuove formule di convivenza.
La famiglia in tutto questo dovrà trovare risorse nuove e uscire dal suo stato obnubilato in cui vive da secoli.
Beh è una presunzione, ma val bene una utopia.
Temo proprio che non vedrò quei tempi, la liquidazione è in fase da almeno 20 anni e sembra convivere bene, anzi molto bene, delle bugie della politica e della morale al lei connessa (per inciso sempre la stessa, la cara vecchia religione cattolica).
cit paul
"La morale è una sovrastrutturazione della psiche dove è già in essere un giudizio di valori che può essere disarmonico con quello convenzionale sociale, vale a dire la morale individuale può non corrispondere a quella convenzionale..Penso che da un punto di vista psichico vi sia un percorso formativo costruito sul piano emotivo-affettivo che comporta piacere o dolore.La morale è una sovrastrutturazione del piano affettivo/emotivo, dove un dolore al posto di un piacere o viceversa come risultante di un sistema relazionale psichicamente formato in maniera errata può comportare una "diversa " strutturazione morale.Per esempio , fare del male ,comportarsi in maniera prevaricatrice, far coincidere il possesso con il piano affettivo, può sviluppare quella "diversa" morale. Ritengo semmai naturale, come eco profondo, come intimo malessere ad un comportamento che emotivamente non produce quel giusto piacere affettivo il sistema relazionale, perchè è naturale che le relazioni debbano produrre quello scambio emotivo che ci soddisfa sul piano emotivo."
L'intervento è complesso, e la mia risposta rischia di esserlo ancora di più. Ma è necessario.
A mio modo di vedere non è la psiche che descrivi, ma è la psicologia del soggetto quella che vai descrivendo.
In realtà potremmo complicare ancora di più la questione con la Psiche o Inconscio che sia.(ma devo lavorarci ancora)
Il modo relazionale non si basa tanto sulla questione dell'economia dei sentimenti, quanto sulla capacità di renderlo comprensibile a sè e agli altri.
Galimberti spiega molto bene che il ragazzo di oggi ha perso completamente la mappa emotiva, ossia egli non sa descrivere le proprie emozioni, non vi è più una letteratura articolata che lo aiuti, il mondo dei social è fatto di frasi spezzate che non possono dirne niente.
E' un'epoca di emozioni tristi per eccellenza, emozioni che sono prigioniere della psiche, e dell'apparato psichico, ossia psicologico questa volta.
Ossia vi è un doppio binario da smontare e rimontare, quello delle proprie pulsioni (Freud, Jung) e quello delle proprie manifestazioni linguistiche, ossia relazionali, ossia semiotiche.(Lacan, Peirce, Sini etc..).
Il tutto all'interno di un mondo già dato di costruzioni relazionali, semiotiche etc....(Nietzche, Sini).
Oggi come oggi la scuola non è più formativa ma performativa, vedi l'istituzione dei crediti. (Fusaro).
Oggi a scuola non si va ad imparare ma ad essere i futuri squali della società delle scommesse.
E' proprio l'humus sociale quello che è cambiato, perchè sono cambiati i tempi.
Metre gli scienziati della sociologia si dilettano nella ingegneria sociale (quasi fossimo pezzi di ricambio), l'individuo è completamente lasciato a se stesso.
Che non sarebbe poi così male (visto che è un male anche essere arroganti scolaretti), il problema è quello del soggetto.
Ossia della propria individuazione come unico. Il soggetto di questi tempi è in grave difficoltà. Il discorso si sta spostando dai problemi di tipo paranoico a quelli di tipo schizoide.
Oggi è tranquillo e domani ti spacca tutto (descrizione generica dei nuovi adolescenti). La Bulimia e l'anoressia dilagano (io stesso quest'anno dovrò fare uno sforzo su me stesso per quanto riguarda la bulimia, fantasma che avevo sempre sotto controllo e che sta cominciando a essere scorbutico con me.
Solo per dire di quanto tutto questo ci riguardi, di certo riguarda me.
Insomma la cosa anche se impostata da me in maniera apprezzabile, rischia di scontare un pò di "naif".
Le cose vanno ponderate ancora meglio. Difficile mentre il Mondo ci passa accanto alla velocità della luce.
cit Carlo
"E' proprio questo "sopra" (inteso come inculcamento dall'esterno fondato sulle minacce) ciò che contesto. Io ricordo ancora che già all'età di 6-7 anni ero ben consapevole dell'ingiustizia di certe norme che mi venivano imposte da mio padre e, in generale, dall'educazione, sebbene ciò mi creasse dei conflitti interiori e delle crisi di identità: "...sono io il bambino sbagliato, oppure è il mondo ad essere sbagliato?". Ma una domanda come questa è talmente grande per un bambino di 6 anni, che alla fine tenderà a colpevolizzare sé stesso e ad abbandonare i propri sentimenti etici, i propri criteri di giudizio, sostituendoli con le norme che gli vengono propinate dall'esterno. Ed è da questo rinnegamento di sé, da questo sradicamento, che nascono quella dolorosa insicurezza e quella carenza di identità che poi avranno bisogno di una ribellione distruttiva per essere compensate e in qualche modo anestetizzate."
Sono d'accordo! A testimoniare però che l'ingiustizia del mondo è proprio dovuta al suo colassamento morale cristiano, che predica il bene, e fa sistematicamente il male, ossia prevarica sempre l'opinione diversa. Imponendo il silenzio.
Cit Paul
"Diversamente tutte le figure legislative,fondate su quell'etica condivisa, non avrebbero forza sulla persuasione, ma dovrebbero imporsi con la sanzione, con l'arroganza di chi gestisce il potere."
Che è però quello che avviene DI FATTO, perchè i simboli che tengono una società sono frutto delle ideologie, e quelle sono frutto delle tendenza repressive gerarchiche nate dall'infanzia, fatte passare dalle corti di giustizia di tutti i paesi come bene.
Ossia il simbolo a cui ti richiami è una introiezione super-egotica (del super-io).
Ossia sarebbe la seconda topica Freudiana: Non introiettiamo ciò che ci aggrada ed è bene, ma ciò che ci reprime e ci rende malvagi.
Bisognerebbe rileggere Nietzche centinaia di volte. (l'Anticristo)