La questione è che i materialisti pensano che la materia sia causa dello spirito.
Gli spiritualisti che lo spirito sia causa della materia.
Queste due categorie di persone rimarranno in disaccordo per sempre?
Esiste una terza, via, o un terzo modo di porre la questione, o addirittura un modo per metterle d'accordo?
Dalla dicotomia/dilemma, se ne esce solo pensando il rapporto tra spirito e materia come un rapporto non-causale e
non-formale, insomma come qualcosa di radicalmente diverso da un rapporto di causazione (rapporto tra causa ed effetto, alla metodo scientifico moderno) o di formazione (rapporto forma e sfondo/materia, alla Aristotele).
Quindi si tratta di vedere quali rapporti disponibili al tentativo di pensare il nesso tra spirito e materia rimangono, una volta esclusi quelli tipicamente causali, e quelli tipicamente formanti/formali, e vedere se per caso qualcuna di queste "rimanenze" concettuali è illuminante, o sembra andare bene alla risoluzione , o quantomeno al progresso, della nostra questione.
Una delle rimanenze più importanti nella storia del pensiero è stata quella olografica e consustanziale alla maniera di Spinoza, ovvero spirito e materia sono due attributi della stessa sostanza, sembra una pippa mentale incredibile ma invece è relativamente semplice, immaginate un gatto che corre, una telecamera che lo riprede da un punto, ad esempio da destra, e una che lo riprende da un altro punto non perfettamente simmetrico ma comunque spazialmente e temporalmente compatibile, quindi diciamo non da sinistra, ma per esempio, da dietro.
Sviluppiamo i due filmati, e abbiamo il filmato A e il filmato B.
Ora, secondo voi, sarebbe anche solo vagamente sensato affermare che il filmato A è la causa, o la forma, o tanto meno il fine pratico o etico, del filmato B ?
Spero abbiate tutti risposto di no, Il gatto è la causa dei filmati A e B, i quali, considerati solo nel loro rapporto biunivoco che intrattengono tra di loro, quindi considerati prescindendo dal gatto, sono chiaramente connessi, ma altrettanto chiaramente connessi non causalmente.
Non sono lo stesso filmato, e non sono due filmati completamente separati e con niente a che spartire tra di loro, il nesso è evidente, ma l'affermazione che l'uno è causa dell'altro si "annullerebbe" nella contraddittoria possibile che l'altro è causa dell'uno, e sostanzialmente il vero nesso è un elemento terzo che li produce entrambi, quindi A e B sono delle "parti", ma a ben vedere non sono nemmeno parti di un tutto, sono parti di un non-tutto, parti di una mera maggiore parte, finché non si riconosce l'elemento terzo: C= la corsa reale del gatto, che è stata filmata.
La contraddizione di ogni possibile nesso causale tra spirito e materia è ancora più profondamente radicata nel fatto che una causazione nel senso stesso del termine richiederebbe una diacronia, la causa prima dell'effetto, quindi la consustanzialità/olografia che qui vorrei proporre è una contemplazione simultanea e istantanea di spirito e materia che deduce la natura non causale del loro nesso dalla sincronia: niente viene prima e niente viene dopo, ad esempio, tra la decisione di alzare un braccio e alzare un braccio, (esempio celebre, questo del braccio, che servirà poi a Schopenhauer per contemplare la volontà come qualcosa di dato al di fuori delle categorie kantiane, ad esempio, in questo caso, della categoria di tempo).
Ora, tornando però a Spinoza, possiamo ricondurre il filmato A, al corpo, e il filmato B allo spirito, e avere idea di questo nesso non causale, consustanziale.
Questo significa che la serie degli spiriti e degli eventi presso lo spirito, la serie dei ragionamenti e dei pensieri è auto-causata, la serie dei B, mostra di avere tutte cause, e tutti effetti, nel senso stretto del termine, implicante, come abbiamo visto, precedenza e successione, ricadenti in B, cosa non particolarmente nuova o originale nella filosofia occidentale, spesso arrovellatasi in una mistica della ragione o in una metafisica della ricerca della cause del fisico presso l'intelligibile, ma comporta anche che tuta la serie dei corpi, e dei movimenti, e delle aggregazioni, e delle disgregazioni, di tali corpi, è
auto-causata, corpi viventi assolutamente compresi e attività di tali corpi viventi assolutamente compresa; tutti gli A, hanno causa nel senso stretto del termine, implicante precedenza e successione, ricadente in A.
Quindi, tornando alla domanda che avevo fatto anche nel post precedente, che cosa può un corpo?
Un corpo può tutto quello che può secondo ragione e secondo esperienza comune anche senza spirito e questa è la vera originalità, il filmato A, il gatto ripreso nel prato da destra, che abbiamo metaforicamente accostato al corpo, in linea ipotetica e virtuale chiaramente non può esistere senza gatto ed azione reale del gatto (C), ma ben può e potrebbe esistere senza filmato B, metaforicamente lo spirito, quello che era il gatto ripreso nel prato da dietro.
Questo apre la porta agli sviluppi successivi di una filosofia centrata sugli istinti e sulle autonomie e i processi spontanei dei corpi, quindi direi irrazionalismo di Nietzsche e Schopenhauer, materialismo dialettico di Marx, finanche la stessa psicoanalisi; insomma la sincronizzazione della materia con lo spirito non è il rifiuto o l'odio cinico dello spirito, è un trovare nuovo senso e nuovi percorsi alla spirito, orfano della sua pretesa di causare o formare in qualche modo la materia.
B, rispetto ad A, per quanto questo vi abbia fatto ridere perché evidentemente prima non mi ero spiegato bene, è sia sovrabbondanza, che legame necessario.
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@iano, non ti rispondo specificamente, perché il fatto che la vita emerga dalla complessità, sebbene io lo abbia scritto, non era la cosa principale che volevo dire e non c'entra molto in questa discussione.
Gli spiritualisti che lo spirito sia causa della materia.
Queste due categorie di persone rimarranno in disaccordo per sempre?
Esiste una terza, via, o un terzo modo di porre la questione, o addirittura un modo per metterle d'accordo?
Dalla dicotomia/dilemma, se ne esce solo pensando il rapporto tra spirito e materia come un rapporto non-causale e
non-formale, insomma come qualcosa di radicalmente diverso da un rapporto di causazione (rapporto tra causa ed effetto, alla metodo scientifico moderno) o di formazione (rapporto forma e sfondo/materia, alla Aristotele).
Quindi si tratta di vedere quali rapporti disponibili al tentativo di pensare il nesso tra spirito e materia rimangono, una volta esclusi quelli tipicamente causali, e quelli tipicamente formanti/formali, e vedere se per caso qualcuna di queste "rimanenze" concettuali è illuminante, o sembra andare bene alla risoluzione , o quantomeno al progresso, della nostra questione.
Una delle rimanenze più importanti nella storia del pensiero è stata quella olografica e consustanziale alla maniera di Spinoza, ovvero spirito e materia sono due attributi della stessa sostanza, sembra una pippa mentale incredibile ma invece è relativamente semplice, immaginate un gatto che corre, una telecamera che lo riprede da un punto, ad esempio da destra, e una che lo riprende da un altro punto non perfettamente simmetrico ma comunque spazialmente e temporalmente compatibile, quindi diciamo non da sinistra, ma per esempio, da dietro.
Sviluppiamo i due filmati, e abbiamo il filmato A e il filmato B.
Ora, secondo voi, sarebbe anche solo vagamente sensato affermare che il filmato A è la causa, o la forma, o tanto meno il fine pratico o etico, del filmato B ?
Spero abbiate tutti risposto di no, Il gatto è la causa dei filmati A e B, i quali, considerati solo nel loro rapporto biunivoco che intrattengono tra di loro, quindi considerati prescindendo dal gatto, sono chiaramente connessi, ma altrettanto chiaramente connessi non causalmente.
Non sono lo stesso filmato, e non sono due filmati completamente separati e con niente a che spartire tra di loro, il nesso è evidente, ma l'affermazione che l'uno è causa dell'altro si "annullerebbe" nella contraddittoria possibile che l'altro è causa dell'uno, e sostanzialmente il vero nesso è un elemento terzo che li produce entrambi, quindi A e B sono delle "parti", ma a ben vedere non sono nemmeno parti di un tutto, sono parti di un non-tutto, parti di una mera maggiore parte, finché non si riconosce l'elemento terzo: C= la corsa reale del gatto, che è stata filmata.
La contraddizione di ogni possibile nesso causale tra spirito e materia è ancora più profondamente radicata nel fatto che una causazione nel senso stesso del termine richiederebbe una diacronia, la causa prima dell'effetto, quindi la consustanzialità/olografia che qui vorrei proporre è una contemplazione simultanea e istantanea di spirito e materia che deduce la natura non causale del loro nesso dalla sincronia: niente viene prima e niente viene dopo, ad esempio, tra la decisione di alzare un braccio e alzare un braccio, (esempio celebre, questo del braccio, che servirà poi a Schopenhauer per contemplare la volontà come qualcosa di dato al di fuori delle categorie kantiane, ad esempio, in questo caso, della categoria di tempo).
Ora, tornando però a Spinoza, possiamo ricondurre il filmato A, al corpo, e il filmato B allo spirito, e avere idea di questo nesso non causale, consustanziale.
Questo significa che la serie degli spiriti e degli eventi presso lo spirito, la serie dei ragionamenti e dei pensieri è auto-causata, la serie dei B, mostra di avere tutte cause, e tutti effetti, nel senso stretto del termine, implicante, come abbiamo visto, precedenza e successione, ricadenti in B, cosa non particolarmente nuova o originale nella filosofia occidentale, spesso arrovellatasi in una mistica della ragione o in una metafisica della ricerca della cause del fisico presso l'intelligibile, ma comporta anche che tuta la serie dei corpi, e dei movimenti, e delle aggregazioni, e delle disgregazioni, di tali corpi, è
auto-causata, corpi viventi assolutamente compresi e attività di tali corpi viventi assolutamente compresa; tutti gli A, hanno causa nel senso stretto del termine, implicante precedenza e successione, ricadente in A.
Quindi, tornando alla domanda che avevo fatto anche nel post precedente, che cosa può un corpo?
Un corpo può tutto quello che può secondo ragione e secondo esperienza comune anche senza spirito e questa è la vera originalità, il filmato A, il gatto ripreso nel prato da destra, che abbiamo metaforicamente accostato al corpo, in linea ipotetica e virtuale chiaramente non può esistere senza gatto ed azione reale del gatto (C), ma ben può e potrebbe esistere senza filmato B, metaforicamente lo spirito, quello che era il gatto ripreso nel prato da dietro.
Questo apre la porta agli sviluppi successivi di una filosofia centrata sugli istinti e sulle autonomie e i processi spontanei dei corpi, quindi direi irrazionalismo di Nietzsche e Schopenhauer, materialismo dialettico di Marx, finanche la stessa psicoanalisi; insomma la sincronizzazione della materia con lo spirito non è il rifiuto o l'odio cinico dello spirito, è un trovare nuovo senso e nuovi percorsi alla spirito, orfano della sua pretesa di causare o formare in qualche modo la materia.
B, rispetto ad A, per quanto questo vi abbia fatto ridere perché evidentemente prima non mi ero spiegato bene, è sia sovrabbondanza, che legame necessario.
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@iano, non ti rispondo specificamente, perché il fatto che la vita emerga dalla complessità, sebbene io lo abbia scritto, non era la cosa principale che volevo dire e non c'entra molto in questa discussione.



, sbagli di grosso, a credere che Dio non si diminuisca e non si renda imperfetto creando l'uomo: il mistero è proprio che Dio nel nulla è (o meglio, era) perfetto, mentre Dio e l'uomo (il risultato della nullificazione del nulla in una creazione) sono, come coppia, due imperfetti, un demiurgo e un peccatore, quindi che si riconcilino nell'amore non è un'opzione, è una necessità, affinché entrambi non soffrano.