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Messaggi - Jacopus

#2626
Per Ox. A me non sembra di aver detto qualcosa a proposito di "naturali impulsi all'empatia", anzi proprio a proposito di empatia ho sottolineato altrove che certi psicopatici serial killer ne devono essere forniti.
Stavo solo mettendo a conoscenza dei dati quantitativi, poiché è un metodo che apprezzo e che permette di avere uno sguardo più realistico su dati eventi.
La metafisica non è proprio contemplabile. Gli argomenti devono essere fondati su basi e te ne ho offerte un paio. Che poi condivida molte posizioni marxista, pur da una base social-democratica, non mi scandalizza. È proprio aver abbandonato alcuni insegnamenti marxisti che ha reso spesso le sinistre europee scheletri vuoti. Ma questo è davvero un altro discorso.
#2627
C'è un sito interessante: necrometrics.com. dove M. Withe fa la classifica degli eventi più sanguinosi della storia dell'uomo, perpetrati dall'uomo contro l'uomo. Proporzionando il numero stimato delle morti con il numero dei viventi in quel dato momento storico, l'evento più sanguinoso fu la rivolta di An Lushan nel VII Secolo. Al secondo posto le conquiste mongole del XIII secolo e al terzo la tratta degli schiavi XVIII e XIX Secolo.
La II guerra mondiale, comprensiva di Shoah è al IX posto, la I guerra mondiale al XVI.
Gli studi di Eisner, come "Modernization, self-control and lethal violence", attraverso una metacomparazione, indicano come anche la semplice violenza di strada, nel mondo compreso fra Giappone e, grosso modo, Polonia, ovvero quel mondo che più è stato al centro del processo di modernizzazione, sia diminuita in modo sbalorditivo. In Europa nel 1200 il tasso di omicidi annuo era di circa 80 ogni 100.000 abitanti. Ciò significa che una città come Torino dovrebbe soffrire ogni anno 700 omicidi, 2 al giorno. In realtà oggi, a Torino, ne avvengono circa una dozzina all'anno. Una diminuzione del 90 per cento ad essere prudenti.
Questa precisazione non è indipendente dal tema della discussione come cercherò di dimostrare in un prossimo intervento.
#2628
Per Ox: su quale base ritieni che il 900 sia stato il secolo più sanguinario della storia? Mi potresti citare le fonti?
#2629
Sgiombo, se ritieni che la scienza sia la momentanea "verità" su un argomento, non puoi pensare che esistano le razze umane. Ti posto un articolo di uno dei maggiori genetisti recentemente scomparso:

https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2018-09-01/perche-teoria-razze-e-insostenibile-162001.shtml?uuid=AEbwUOiF&refresh_ce=1
#2630
Citazione di: Socrate78 il 26 Gennaio 2019, 14:21:52 PM
La frase di Jacques Lacan "Se Dio esiste allora più niente è permesso...." significa sostanzialmente che se non viene postulato un fondamento assoluto (Dio) per distinguere ciò che è bene da ciò che è male, allora in teoria anche l'azione apparentemente più innocente potrebbe essere o rivelarsi anche un male ( non subito, ma a lungo termine), quindi a rigore nulla dovrebbe essere veramente permesso! La frase di Dostojeski è quindi capovolta da Lucan con un'altra frase speculare, ma che evidenzia lo stesso problema di fondo: l'inesistenza di Dio rende impotente la ragione nello stabilire in maniera certa e chiara che cosa permettere e che cosa invece vietare.

La frase corretta è "Se Dio non esiste allora niente è permesso". Secondo: non è così difficile scrivere bene i nomi, anche quelli difficili, oppure fate come Ipazia che mette solo le iniziali: leggere Dostojeski mi ha fatto bruciare gli occhi. Terzo: la tua interpretazione di Lacan è piuttosto strana. Non sono un lacaniano e se ce ne sono vorrei che dicessero la loro. Da quel poco che ho trovato in rete, Lacan intendeva capovolgere il significato della massima di Fedor Michajlovic Dostoevskij, nel senso che Dio, assorbito nell'inconscio, per dimenticare il nostro averlo assassinato, ora ci impone un continuo godimento, al quale siamo incatenati esattamente come il Dio di Dostoevskij incatenava alla sofferenza e all'astinenza. Il niente è permesso, significa che non dobbiamo più chiedere permesso per alcuna nostra azione, perchè siamo obbligati al godimento irriflessivo, che è divenuta una seconda e ancora più temibile gabbia rispetto a quella della frugalità e della sofferenza. la specularità lacaniana, se ho capito bene, sta in questo.
#2631
Se avessimo la possibilità di isolare un campione della razza umana su un'isola deserta e non farlo mai accoppiate con membri esterni. Se quest'isola, come tutte le isole, avesse delle peculiarità ambientali, nel giro di qualche migliaio di anni si creerebbero delle caratteristiche specifiche in quel campione: maggior resistenza al freddo o al clima umido o al morso dei serpenti. Nell'arco di di centinaia di migliaia di anni potrebbe generare una specie divisa che non potrebbe più accoppiarsi con homo sapiens.
Vi sono poi casi intermedi come homo sapiens e homo di neanderthal, specie diverse che potevano accoppiarsi.
Il mio Dna è come quello di Sgiombo tranne per un misero 0,1 per cento. Lo scimpanzé si differenzia per circa 1,8 per cento. La pianta del banano si differenzia per il 40 per cento.
Questo è il mondo fisico.
Ma è il mondo culturale a fare la grossa differenza etnica, no di certo quel miserrimo 0,1 Per cento che contiene tutte le differenze morfologiche fra gli esseri umani.
L'apprendimento di una lingua o di una ideologia nei primi anni di vita si innesta in profondità nel soggetto e modifica sia la sua visione del mondo sia la sua valutazione degli altri, compresa la convinzione che il razzismo esista, che vi siano razze superiori o inferiori e altre amenità del genere che la scienza ha relegato da qualche decennio nel regno delle fandonie. Ma ovviamente il razzismo, meglio se ammantato di giustificazioni religiose, mediche, sociali è una efficacia fonte di dominio dell'uomo sull'uomo, dell'uomo sulla donna, del cristiano sul buddista e così via.
#2632
Non so se è già stato scritto ma vorrei sottolineare che gli stratagemmi architettati dalla politica per contenere le crisi sono destinati a sommarsi alle continue crisi di questo turbocapitalismo. Perché la sua anima è dentro il denaro come unico Dio da venerare, l'unica Supercosa rispetto alla quale tutto è servitù e tutto è oggetto. Un totalitarismo pervasivo e dolce.
Di fronte all'esclusione sempre più estesa di popolazione dalla promessa della ricchezza, questa stessa popolazione reagisce in un modo umano: non posso entrare al vostro desco? Bene ecco che invito al desco un convitato rude e privo delle Vs raffinatezze, e fuori dalla porta scalciano altri convitati ancora più barbarici. Questo è il populismo: sostituzione del potere economico cristallizzato con potere politico che rimovimenta la speranza in un mondo diverso. Ovviamente ciò non significa che davvero il populismo sia un avversario del Dio denaro.
#2633
Pag. 313. Einaudi tascabile.
Parla Ivan ad Alesa: "vedi, cuor mio, c'è stato un vecchio peccatore del XVIII secolo, il quale sentenzio' che se Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo...ed effettivamente l'uomo ha inventato Dio. E lo strano, lo stupefacente non sarebbe tanto che Dio realmente esistesse: lo stupefacente è che un pensiero simile sia potuto germogliare nella testa di un selvaggio perfido animale come l'uomo...Per quanto mi riguarda è un pezzo che ormai ho stabilito di non pensare affatto alla questione se l'uomo abbia creato Iddio o Iddio l'uomo".

Ivan è colui che dice la famosa frase "senza Dio tutto è permesso".
Intanto bisogna precisare che ciò che dice Ivan non è ciò che pensa F.D. (vezzo ipaziano). Chi ha letto F.D. sa bene come i personaggi per quanto siano un suo riflesso, vivano di vita propria.
Ma come leggere quella frase in modo non ingenuo? Bisogna proseguire nella lettura e giungere ad una delle vette più alte di ogni letteratura, al poema del Grande Inquisitore.
È in questo poema che ancora una volta Ivan racconta a Alesa che c'è la chiave della morale divina, quel "tutto è permesso in mancanza di Dio."
La storia è nota: nelle strade di Siviglia, all'indomani di un autodafe, il grande inquisitore vede Gesù che compie miracoli e lo fa imprigionare. Al chiuso della cella il Grande Inquisitore accusa Gesù, che con la sua religione ha fatto credere agli uomini di essere liberi, ed a causa di questa libertà gli uomini si sono trucidati, hanno creato il caos e il disordine. Ecco allora la benefica azione della gerarchia ecclesiastica che ha preso la spada, rifiutata da Gesù durante le tentazioni del deserto. E quella spada, infusa di religiosità, permette ora di sottomettere gli uomini, grati per aver ceduto la loro libertà in cambio della sicurezza. Agli uomini di chiesa resta la sofferenza perché sanno di mentire, ma lo fanno a fin di bene, per rendere gli uomini dei pasciuti bambini privi di domande ma anche privi di violenza, poiché la forza è stata tutta affidata all'inquisizione, che vigila sulle coscienze di ognuno.
L'affermazione di Ivan che da il titolo al topic è quindi molto più complessa, Ox. Non è certo di moralismo + divinità che F.D. parla.
Il Dio di Ivan è il Dio del totalitarismo. Un totalitarismo benevolo, che ci rende sudditi ma lo fa per il nostro bene e in questo modo disinnesca il potenziale realmente rivoluzionario di Gesù. Quello stesso Gesù a cui viene intimato alla fine del poema di "andarsene e di non farsi mai più vedere".
In sostanza lo dici anche tu stesso, Ox, alla fine del tuo intervento. Il tuo Dio non è altro che un simulacro della morale: una stampella che si regge sul nulla.
Quello che F.D. Invece sottolinea è la necessità di andare oltre quel simulacro e di smascherare chi, come il Grande Inquisitore vi ha anteposto una maschera che domina i cuori dei servi e degli schiavi.
Infine e mi fermo, F.D. Non ha in mente solo gli schiavi irretiti dalle gerarchie ecclesiastiche. Il Grande Inquisitore
possiede maschere multiformi, non ultima quella del progresso e della tecnica, in grado di nascondere un nuovo e più potente e apparentemente benevolo Grande Inquisitore.
Ciò che F.D. in sostanza vuole dirci è esattamente il contrario di quanto fa dire a Ivan: ovvero che l'uomo è il responsabile del proprio agire e che nella libertà di quella azione può solo avere come ispirazione l'opera di Gesù, con la consapevolezza che nessun destino è scritto e l'uomo cammina sul confine invisibile che separa il bene dal male.
#2634
Per Ox. Ripeto non sono un economista Ma non credo che tutti gli economisti siano incantati da una visione matematico-geometrica dell'economia politica. Per quanto non credo nell'applicazione pratica nel marxismo proprio a causa della sua visione assolutistica, questa teoria ha sottolineato l'importanza della storia e quindi della geopolitica, nel forgiare le dinamiche e le relazioni economiche e questa lezione non la dimenticherei.
#2635
Citazione"Annoto" che le politiche perseguite allora, secondo i parametri attuali, avrebbero dovuto condurre al disastro...
Non sono un economista. E' un ramo dello scibile umano che mi manca, ma credo che i parametri di allora non siano sovrapponibili ai parametri di oggi e l'economia non essendo una scienza esatta, ovviamente ne deve tener conto. Le politiche economiche di allora erano motivate da una situazione geopolitica molto diversa, sia all'interno delle cosiddette socialdemocrazie che all'esterno. Con questo ovviamente non voglio essere frainteso. Oggi la situazione è peggiore da molti punti di vista. Le diseguaglianze sono aumentate in modo geometrico e il futuro non è assolutamente roseo, ma non vedo molte alternative: o il modello capitalistico trova gli strumenti per modificarsi ancora una volta, come ha sempre fatto per affrontare le difficoltà, oppure non ci aspettano anni sereni, almeno per chi non abita nelle uptowns. E francamente non è attraverso questi modelli populistici che il modello socialdemocratico può essere ricostruito. L'alternativa è l'incremento di violenza, che non si è ancora verificata, secondo me, per l'attuale curva demografica: le rivoluzioni o le più modeste rivolte, sono state sempre fatte in nazioni con alti tassi di popolazione in età giovanile.
#2636
Se il politicamente corretto sfocia ai livelli del video, allora si sviluppa una evidente connessione con il populismo. Se tutti i valori hanno pari dignità, e tutti possono rivendicare il loro sistema di riferimento per quanto idiota possa essere, l'unico metodo per gestire un tale tipo di società è l'autoritarismo, non più fondato sul tiranno, o sul re assoluto, che dall'alto della sua posizione poteva permettersi di far fiorire l'arte e la cultura. E neppure fondato sul culto della personalità, almeno non solo. Questo autoritarismo è fatto di indifferenza rispetto ai valori e alle argomentazioni, di apparente omologazione del potere con l'uomo della strada, di cialtroneria che rifiuta ogni sguardo competente sulla base del criterio che siamo tutti uguali, tutti medici, ingegneri, professori, politici, generali. Una democratizzazione delle competenze, senza competenze. In una situazione del genere è inevitabile che si tenda a riscoprire come modello regolatore la semplice forza: das Macht, come dicono i tedeschi, che la contrappongono al Gewalt.
#2637
Socrate said:
CitazioneFacciamo un esempio lampante per capire quella che è la drammaticità della morale (perché in fondo di drammaticità si tratta....): un uomo sta annegando e mi implora aiuto, cerco di salvarlo ma ci rimetto la vita e l'uomo muore comunque, ho agito bene o male? Avrei agito bene solo verso l'altro (che nemmeno si è salvato....), ma verso di me ho agito male perché ho causato la mia morte, il massimo male quindi!
Inizialmente considerai questo pensiero come manipolatorio. Dimostrare che il bene è preservazione della propria individualità mi è apparso gretto e mostruoso come le parole che fuoriescono da alcuni politici contemporanei, da entrambe le rive dell'Atlantico.
In opposizione formulo la seguente equazione: "il bene avviene quando ci annulliamo per il mondo, il male avviene quando annulliamo il mondo per noi. Di norma sacrifichiamo un po' di noi stessi per il mondo e sacrifichiamo un po' di mondo per noi stessi. Le differenti proporzioni di questi sacrifici ci pongono come esseri benevoli o malevoli".
Ebbene, un tempo, quando l'umanità non deteneva questo incommensurabile potere sul pianeta terra, questa equazione aveva una certa validità ma ora che gli uomini sono miliardi e distruggono il loro stesso habitat è più buono chi salva un leone, una foca o un abete, chi usa la bici o chi salva un essere umano? In questo senso la citazione di Socrate riacquista un suo senso, terribile ma che ci induce a chiederci che mondo vogliamo. Solo redistribuendo la ricchezza potremo salvare il nostro mondo ed avendo un approccio diverso con lo sfruttamento umano e materiale. A me ora questo appare così inverosimile da gettarmi in una sfera di pessimismo tale da comprendere anche il pensiero di Socrate.
#2638
Non credo che alla base del populismo vi sia solo la solita lotta di classe. I meccanismi sono più complessi e coinvolgono anche la cosiddetta sovrastruttura, fino a ridurre in poltiglia le stesse basi della conoscenza. E' come se ai piani alti si fosse deposto ogni sogno pedagogico, che per quanto paternalista poteva avere anche un anelito di miglioramento del mondo e ai piani bassi si stia rispondendo rivendicando spazi di libertà sempre maggiori anche nel mondo simbolico della cultura, come compensazione del disinteresse e della disparità. Ovviamente c'è chi fiuta l'affare politico e lo traduce in posti parlamentari.
E' tutto spiegato molto bene qui:
https://www.youtube.com/watch?v=Zh3Yz3PiXZw&feature=youtu.be&fbclid=IwAR07ovvdSdhSrcG9quXyvTWp_j5EksUzcGT4xZ-be0THtAAFrmdj9wJsiZo
#2639
Dopo una certa età, direi attorno ai 50, ogni vita e a maggior ragione la propria, inizia ad essere un dipinto ben riconoscibile. Nel corso della infanzia e della gioventù si danno le prime pennellate. E' possibile talvolta cancellare un tratto o un colore non proprio assonante. Con il trascorrere della maturità il quadro diventa sempre più definitivo e sempre più ci si domanda: "e se avessi fatto un diverso scorcio? E se avessi usato la tonalità del blu, invece che il giallo? E se invece di quella stamberga avessi dipinto una bella villa nobiliare?"
Io spesso ho rimpianto di non aver fatto lo stesso mestiere di mio padre. Lo avrei fatto con passione e probabilmente bene. Ma la presunzione della gioventù, quando si pensa di poter ottenere qualsiasi cosa, me lo impedì. Ma aver intrapreso una strada diversa mi ha aperto altre opportunità, una vita diversa che ora è la mia vita. In fondo così come possiamo paragonare il nostro presente ad un altro possibile presente, migliore se solo avessimo fatto certe scelte, allo stesso modo possiamo fare anche il percorso contrario e paragonare il nostro presente ad un altro possibile presente, peggiore se solo avessimo fatto proprio quelle stesse scelte che crediamo ci avrebbero dato più gioia e felicità.
E allora non resta altro che goderci lo spettacolo del fringuello e di tutte le creature, di tutte le piante e di tutte le strutture geologiche di questo nostro universo.
#2640
Tematiche Filosofiche / Re:Elogio dell'individualismo
20 Gennaio 2019, 11:43:25 AM
Che il nostro cervello abbia doti plastiche dipende dalla sua conformazione organica essendo dotato di 90 miliardi di neuroni, collegabili  fra di loro da innumerevoli sinapsi. E' un discorso generale facilmente verificabile attraverso lo studio delle diverse organizzazioni sociali.