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Messaggi - sgiombo

#2626
Citazione di: green demetr il 03 Giugno 2017, 16:31:14 PM
cit sgiombo
"rifiuto di usare tutti i mezzi e forme di lotta che fossero necessari, nelle varie circostanze concrete, a sconfiggere un nemico che per parte sua non si fa scrupolo alcuno di ricorrere a qualsiasi espediente, anche i più abbietti e disumani: non si sconfiggono i cannoni del nemico mettendo nei propri dei fiori, come cantava uno scadente complesso musicale circa mezzo secolo fa."

Il problema della lotta di classe è che è vittima della propaganda, e quindi insiste su alcuni temi come quello della libera accoglienza, senza fare vera lotta contro i potenti.
E la lotta non viene fatta, perchè alla prima minaccia, la gente si spaventa.
Lo stato di terrore e di orrore a cui ci tengono legati a doppia-mandata con i mass media, crea individui spaventati.
E quindi le politiche guardinghe sono diventate pagliacciate.

Tenere una dimensione democratica, e intelligente sembra essere una ipotesi tramontata.

La dimensione sociale è ormai mera finzione. Come diceva Leopardi, una società fatta di individui infelici non può essere felice.
Bisogna tornare a interrogarsi sulla singolarità.

Anche se il potere medico sta tentando di togliere anche quella.

Mi chiedevo cosa ne pensi. (tranne l'ultimo punto che ovviamente rigetterai ;) )

La gente tornerò mai a rischiare qualcosa (proposta badiou)?
CitazioneSono sostanzialmente d' accordo.

Sul "potere medico penso" che sia ben scarso e comunque sostanzialmente subalterno a quello delle oligarchie finanziarie transnazionali (che comprendono anche "specialisti della medicina", ma non nei "posti di comando" dove si trovano soprattutto ideologi da quattro soldi tipo economisti "bocconiani" o della "London school of economy" e via sparando gran cazzate e non imbroccandone mai una che é una, nemmeno per isbaglio; mi scuso, non tanto con te quanto con i benpensanti, per questo lingiuaggio non ipocrita - politicamente corretto).
Comunque personalmente sono un medico anticonformista, del tutto "fuori da questo circuito" (non per niente non sono mai diventato primario e ho subito varie angherie ed ingiustizie, dovendo anche ricorrere alle vie legali, da qualche primario e leccaculo di primari; ora per fortuna sono in pensione).

Quanto alla lotta di classe, penso che inevitabilmente in qualche misura sia fatta anche di propaganda.

La "libera accoglienza" degli ideologi al servizio del potere (soprattutto di quelli sedicenti "di sinistra", come l' orrenda Boldrini; ma anche quella di Papa Francesco) é per me un' insopportabile professione di ipocrisia.

Certo, contro Salvini, la Meloni, la Le Pen e nazisti analoghi affermo il sacrosanto diritto di chi é immiserito e condannato alla morte per fame e/o quotidianamente sottoposto a disumane, terroristicissime violenze belliche da parte dell' imperialismo occidentale a cercare di sfuggire a questa sorte disumana emigrando da noi anche se così di fatto crea oggettivamente (ma per colpa non sua, bensì dell' imperialismo! E un po' anche "nostra", nella misura in cui non siamo in grado di impedire di perpetrare i loro crimini contro l' umanità ai nostri governanti) problemi non lievi per i non sfruttati dei nostri paesi.

Ma rifiuto le miserabili balle ideologiche su "scafisti", "trafficanti di esseri umani" (che non vengono affatto catturati con la forza alla maniera degli schiavi nei secoli scorsi ma sono invece costretti a rivolgersi a loro del tutto "liberamente" a causa dei trattati, come Shengen, che in occidente violano palesemente il diritto umano alla mobilità e alla emigrazione), ecc.: costoro sono semplici malavitosi paragonabili a contrabbandieri che prosperano ovviamente sul proibizionismo legale verso il diritto all' emigrazione: se non ci fossero leggi incivili e disumane approvate dai vostri parlamenti, "care" boldrine, i migranti africani e orientali viaggerebbero molto più economicamente e in sicurezza in terza classe come facevano (e di nuovo fanno, sempre più numerosi!) i nostri migranti italiani!

Inoltre mi fa schifo la pseudopietas per i migranti che rischiano la morte e molto spesso la trovano da parte di chi é connivente con il potere che li costringe a emigrare e non fa nulla per eliminare il dominio e la rapina imperialistica che é la causa della loro emigrazione (in queste condizioni di fatto sacrosanta, ci costi quel che ci costi!), e anzi fa di tutto per conservarne e rafforzarne le cause.
#2627
Citazione di: paul11 il 03 Giugno 2017, 16:38:57 PM
Sgiombo,
L'archè è il principio originario, non vedo di cosa bisogna temere da questa definizione.
Semmai sono le interpretazioni dell'archè che costruiscono pensieri filosofici o cosmologie fisico scientifiche o cosmogonie spirituali.
Io quì non ho detto come lo interpreto, ho semplicemente scritto che già in sè e per sè le manifestazioni naturali e fisiche del mondo, generalizzandolo a universo, ha delle sue regole e se ci sono regole che la nostra mente ha estrapolato in leggi fisiche significa che esiste un ordine  che tiene insieme tutte le regole causa-effetto, potenza-atto, ecc.

Ho scritto che in fondo nella nostra vita,nelle nostre relazioni, a volte siamo scettici, a volte ci fidiamo,irrazionalmente,a volte siamo molto pratici, a volte siamo molto astratti,Una certa dose di scetticismo "debole" penso faccia bene. il contrario è il credulone che non va bene.

La contraddizione vera è che non ci può essere un nulla originario che finisce in nulla  ma che  è capace di generare  un universo compreso noi.
Non ha senso, non ha senso nemmeno il non senso, non ha senso nemmeno lo scettico
Persino se noi fossimo con  un "cervello in una vasca, il nostro ragionare ,il nostro illudersi, avrebbe una dimensione di senso. Perchè ragionare? perchè costruiscono sensi i ragionamenti e soprattutto perchè il ragionamento umano?
Lasciare irrisolte domande fondamentali significa perdersi nelle reti delle cause-effetto avvitando i ragionamenti su se stessi,


Ma cosa vuol dire :DIMOSTRABILE.Avete seguito ad esempio una spiegazione di un teorema geometrico, matematico,? Eppure misuriamo, quantifichiamo tutto attraverso queste discipline.Fino ad un certo punto sono dimostrabili i teoremi di queste discipline, con righe e squadre come ci hanno insegnato a scuola disegnando in sequenza le figure geometriche.Ma quanto la geometria euclidea è diventata una fra le discipline insieme a quella cubica e iperbolica, quando l' assiomatizzazione dei postulati ed enunciati sono divnuti flessibili, anche grazie ai paradossi logici dello sistema logico stesso, tutto è divenuto più "aperto" teoricamente e questo ha mutato le stesse prassi.
Il grande salto fra Ottocento e Novecento con un enorme impulso della tecnica e ricadute pratiche tecnologiche è stata la messa in discussione de sisitemi stessi che venivano dai greci ,passati per Galileo e Newton.
Basta guardare come la cibernetica è nata, il costruttivismo quanto ha inciso.
Ho la sensazione che si voglia tenere nettamente separato il soggetto e l'oggetto. l'uomo come agente conoscitivo e l'oggetto come verità superiore all'uomo senza tener conto che le analisi dei sistemi, i teoremi, sono il sistema di relazione che sta fra me e il mondo.
I linguaggi, dalla poesia al Cobol, dai segni logici  a quelli crittografati e criptici, stanno nella nostra mente come chiave di lettura e questa è importante quanto il soggetto e l'oggetto da ispezionare ,osservare, dimostrare.

Capisco e comprendo che allontanarsi dalla realtà pratica con il pensiero tanto più ne è distante e tanto più risulta un pensiero costruito sullo stesso pensiero e non più sulla realtà.In altre parole allontanarsi dalla pragmatica, la teoria rischia di avvitarsi a sua volta su stessa .
Infatti sostengo che invece debba costruire concatenazioni logiche il pensiero con la realtà fisco/naturale, affinchè i due domini si "parlino" e aiutino l'uomo a vivere.
Ma attenzione e l'ho scritto qulche post fa.
Ad esempio quando Nietzsche, Heidegger, Severino stesso, adducono un parricidio a Platone, come costruttore del mondo delle dee e queste idee sono comunque coloro che hanno plasmato tutta la tradizione dell'Occidente, lo stanno esaltando.
Significa che il pensiero umano per quanto astratto, entra nelle pratiche perchè muta la visione di una cultura, delle pratiche.
Allora daccapo significa che l'uomo interpreta persino la quotidianità dei gesti, il linguaggio, le relazioni sociali e umane, in funzione del proprio pensiero ,per quanto astratto possa essere:e questo spiega non solo la potenza della filosofia, ma del pensiero psicologico e del pensiero spirituale, oltre che quello scientifico e addurrei anche quello artistico, oltre alle ricadute nelle scienze umane pratiche come la morale, la politica, l'economia.
Se sono stato davvero compreso, significa che l'uomo può rivoluzionare il mondo pratico mutando anche solo il suo pensiero.
per questo mi interesso di metafisica e filosofia, oltre che di politica economia ,ecc.
Stiamo oggi sottovalutando in potenza il pensiero umano di poter cambiare il corso della storia(sento una bacchettata da Severino.........forse.)


CitazioneVeramente non capisco dove avrei sostenuto che ci sia qualcosa da temere dall' arché.
Ho solo sostenuto che quello della ricerca di un principio originario della realtà è un problema mal posto.
Infatti ponendoselo:
o si cade inevitabilmente in un regresso all' infinito non potendo, per coerenza, evitare di porsi il problema del principio originario del principio originario della realtà e così via all' infinito;
oppure si cade in un circolo vizioso per il quale l' arché è il principio originario della realtà e a sua vota la realtà (o comunque qualcosa in essa) è il principio originario dell' arché;
oppure ancora si assume del tutto indimostratamente un principio originario a sua volta non necessitante di alcun (ulteriore principio originario); ma a questo punto tanto vale assumere che la realtà stessa può benissimo esistere senza necessitare di alcun ulteriore principio originario: se un principio originario della realtà può benissimo fare a meno di un suo proprio principio originario non si vede perché mai non potrebbe benissimo fare a meno di un (dunque ridondante, inutile spiegare alcuncé, gratuito) principio originario la realtà stessa.
 
 
Che la realtà materiale naturale divenga secondo regole universali e costanti (senza di che non potrebbe darsene conoscenza scientifica, né secondo me potrebbe sensatamente parlarsi di responsabilità morale di agenti coscienti) lo credo anch' io.
Ma ritengo (ovviamente del tutto arbitrariamente) della massima importanza filosofica la consapevolezza che questa credenza é indimostrabile, come ci ha insegnato David Hume.
 
 
Secondo me che al nulla possa seguire l' esistenza di qualcosa è pensabilissimo senza alcuna contraddizione, in maniera perfettamente coerente, logicamente corretta (= possibile); è proprio per questo che il divenire naturale ordinato secondo modalità o leggi universali e costanti non è dimostrabile (lo sarebbe se invece fosse contraddittorio pensare il contrario, pensare un divenire caotico, in cui qualcosa si potesse creare e/o annichilire e non trasformare in altro secondo proporzioni universali e costanti).
Ma in questo caso secondo logica non sarebbe possibile conoscenza scientifica di tale "qualcosa" (né a mio parere responsabilità morale).
 
 
Quanto al non-senso dello scetticismo, mi sembra evidente che, poiché un senso lo possono avere soltanto concetti, predicati, pensieri, la sospensione del giudizio, in quanto (non) accade, in quanto (non) evento ("evento negativo") non ha senso (non essendo giudizio, non accadendo in quanto predicazione).
Ma espressa (parlandosene) come affermazione dell' insuperabilità del dubbio circa qualsiasi giudizio ha senso (in quanto giudizio analitico a priori, corretto secondo le regole logiche, ma che nulla dice circa come è o meno la realtà, bensì dice qualcosa unicamente circa come correttamente si piò pensare, discorrere, ipotizzare, predicare, dubitare, auspicare, temere, ecc.).
 
 
Le domande "Perchè ragionare? perchè costruiscono sensi i ragionamenti e soprattutto perchè il ragionamento umano?" potrebbero avere un senso (e dunque ad esse si potrebbero dare risposte) unicamente alla condizione (tutta da dimostrare!) che gli uomini che pensano, costruiscono sensi, ragionano sono stati prodotti intenzionalmente da soggetti di pensiero e azione (magari dotati di libero arbitrio), dunque a soggetti che a loro volta pensassero, costruissero sensi, ragionassero; ma in questo modo il (lo pseudo-) problema non si risolve (ovviamente, essendo uno pseudoproblema senza senso), ma solo lo si disloca: come dire che la terra è sulle spalle di Atlante, il quale è in groppa all' elefante, il quale è sul guscio della tartaruga, la quale... ecc., ecc., ecc..
 
 
Le geometrie non euclidee, altrettanto dimostrabili di quella euclidea, a partire dai rispettivi postulati e assiomi, non dimostrano affatto l' indimostrabilità di quella euclidea (né tantomeno la loro).
E nemmeno lo dimostrano i paradossi logici e i teoremi di Goedel.
Sono insiemi di giudizi analitici a priori, e dunque dimostrabili e certi (che non dicono nulla circa ciò che è reale o meno, ma solo circa come si deve correttamente pensare: "pagano" con la sterilità cognitiva -circa la realtà- questa loro certezza).
Indimostrabile (Hume!) è la verità delle induzioni, che sono giudizi sintetici a posteriori (dicono qualcosa circa ciò che è reale o meno, ma inevitabilmente "pagano" con l' insuperabile incertezza questa loro "fecondità cognitiva" circa la realtà).
 
 
Lasciare irrisolte domande senza senso è inevitabile, se si ragiona correttamente.
 
 
Credo che soggetto e oggetti di sensazione e di conoscenza, quale che sia la loro relazione reale, vadano teoricamente distinti (nel pensiero) per poterne parlare sensatamente e poter cercare di conoscerli adeguatamente.
 
 
Noi uomini (di norma) pensiamo linguisticamente, certo!
 
 
Da scettico non conseguente o "moderato" concordo che, onde evitare di condannarsi all' inerzia pratica (o all' incoerenza fra il dire e il fare) si debbano costruire concatenazioni logiche fra il pensiero e la realtà fisco/naturale, affinchè i due domini si "parlino" e aiutino l'uomo a vivere; ma ciò non toglie che la certezza delle prime si paga con la loro sterilità conoscitiva e la fertilità conoscitiva della seconda (costituita da dati sensibili a posteriori) si paga con la sua insuperabile incertezza: ribadisco ancora una volta l' insuperabilità razionale dello scetticismo!
 
 
Concordo che l' uomo, con l' azione guidata dal pensiero, può (ma molto relativamente e limitatamente, e soltanto alla condizione di adeguarsi ai modi di divenire propri di essa per applicarli a fini coscienti, purché realistici) cambiare la realtà di cui fa parte.
Il pensiero umano e la sua capacità di modificare per suoi scopi la natura può essere sottovalutata, ma anche sopravvalutata.
E di fatto credo che oggi sia soprattutto pericolosissimamente sopravvalutata.
#2628
Citazione di: green demetr il 03 Giugno 2017, 14:56:08 PM
cit phil
"ma è la metafisica che dà senso alla domanda sull'archè, e indirettamente all'archè stesso, presupponendolo... non si esce dal cerchio (vizioso) logico "

Eh no! avresti ragione se stabiliamo a priori cosa è l'archè, ma noi lo possiamo solo presupporre, non ne avremo MAI la conoscenza.
CitazioneMi scuso, non essendo direttamente coinvolto, ma non riesco a trovare differenze fra "stabilire a priori" (che cosa é l' archè) e "presupporre" (sempre che cosa é l' arché).

Che se invece si intende che si presuppone l' arché, e inoltre che non si sa né MAI si potrà sapere che cosa sia l' arché stesso che si presuppone, allora evidentemente mi sembra che non si sa che cosa si stia dicendo, di cosa si stia parlando; oppure che non si dica in realtà nulla, un po' come proclamando che "c' é quel che c' é, qualsiasi cosa sia", o "accade quel che accade", o appunto che "cerchiamo l' arché, che é quel che é qualsiasi cosa sia", dal momento che non sappiamo né MAI sapremo che cosa sia, e dunque cerchiamo qualcosa ma non sappiamo né mai potremo sapere che cosa cerchiamo).

Scrivo querto per cercare di capire.
E con sincera simpatia per entrambi (che spero duri, da parte mia, anche se a tratti alcune perentorie affermazioni di GreenDemetr l' hanno fatta eclissare).
#2629
Citazione di: Angelo Cannata il 03 Giugno 2017, 10:59:59 AM
Citazione di: sgiombo il 03 Giugno 2017, 09:58:31 AMPurtroppo l' azione per cambiare lo stato di cose presente, per essere efficace, richiede una adeguata comprensione teorica
È per questo che avevo scritto che "Rimane il piccolo, il poco bene che è possibile organizzare in piccoli gruppi oppure individualmente". È la scelta di affrontare le situazioni in grande a causare l'impasse delle infinite discussioni sulle teorie. Nella parabola del buon samaritano non è possibile rispondere al malcapitato "Non ti posso aiutare subito, prima devo costruirmi un'adeguata comprensione teorica della tua situazione". La ragione di quest'impossibilità, e quindi della forza provocatoria di quella parabola, sta nella piccolezza della situazione: la piccolezza di una situazione è in grado di mettere in crisi e perfino in ridicolo le discussioni teoriche.

Di conseguenza, si potrebbe sospettare che la filosofia, piuttosto che dedicarsi ad elaborare grandi sistemi, grandi teorie per riuscire ad interpretare globalmente i giganteschi problemi mondiali, potrebbe riservare maggiori attenzioni alla riflessione riguardante le situazioni piccole, locali, interpersonali, di quartiere; significherebbe lavorare, piuttosto che su filosofie universali, su filosofie di quartiere.
CitazioneNelle situazioni particolari della vita credo che sia giusto comportarsi come il buon samaritano, e  personalmente cerco di farlo.

Ma (per parte mia) credo che per cambiare il mondo non basti certo una mera somma di singole "buone azioni da buon samaritano": secondo me ci vuole ben altro, compreso un difficile, faticoso studio del mondo stesso e delle sue dinamiche oggettive nel loro complesso e nelle loro articolazioni, nonché durissime lotte di massa, popolari.

Non esistono botti piene unitamente a mogli ubriache!

Non esistono soluzioni facili a problemi difficilissimi!

Non esistono cure omeopatiche o comunque indolori per tumori maligni: occorrono comunque dolorose e mutilanti operazioni chirurgiche e pesanti chemioterapie!
#2630
Citazione di: paul11 il 02 Giugno 2017, 23:23:53 PM
Sgiombo,
la storia, come divenire nell'esistenza confuta lo scettico perchè è indeciso; altri decidono anche per lui e muovo la storia,giusto o sbagliato che sia.
E' la pratica che confuta lo scettico.
il secondo aspetto è la conoscenza. Lo scettico conosce o non conosce come chi decide? Se conosce e non decide, ribadisco, è la pratica anche nell'errore che fa la storia. Se invece attende la verità assoluta per decidersi, si farà trasportare dagli eventi che non sa leggere.
Dal punto di vista puramente teorico, il fatto che sappia e non decidendo non sbaglia mai, non basta ad esentarlo dall'errore di non partecipare.
L'astenersi è comunque una  scelta implicita in quanto è dentro l'esistenza che implica a sua volta il decidere, che a sua volta implica la volontà,,,,,,,,,

Se si vedono i tre colori del semaforo, dobbiamo deciderci a prendere una decisione, se non vogliamo creare ingorghi o incidenti.

Penso che siamo un poco scettici, un poco pragmatici e un poco metafisici, durante  la mondanità dell'esistenza, dipende dagli eventi, dagli incontri, dalle proposte, ecc.
Accetto una gradualità di scetticismo, che può essere l perplessità ad esempio verso filosofi o filosofie, in fondo ciascuno ha delle proprie considerazioni favorevoli o meno ad accettare delle argomentazioni, dipende dalle nostre inclinazioni che abbiamo costruito in noi.
Ma sostengo l'apertura all'ascolto, sforzarsi di capire, il che non significa cambiare idea, ma confrontarsi.
Accetto quindi uno scetticismo "debole",
L'illusione è quando l'astrazione non si confronta con la pratica, a mio parere.

CitazioneMi sembra di poter condividere queste considerazioni.

Che però secondo me non superano lo scetticismo da un punto di vista teorico (come non lo supera la storia, né alcunché d' altro), ma solo come atteggiamenti pratici non razionalmente fondati, in linea teorica o di principio insuperabilmente esposti al dubbio, come a mio parere rileva giustamente lo scettico (che se é, come me, uno scettico "debole" o "moderato" o "non conseguente fino in fondo", non ne fa un dramma e vive la sua vita affidandosi a un minimo di credenze non razionalmente fondate, fideistiche, nella piena consapevolezza di questo loro essere non razionalmente fondate, fideistiche). 


Sulla tua posizione che hai argomentato altrove, rispondo semplicemente: attenzione a non confondere la bussola con il senso del cammino,con la rotta che intraprendiamo.La bussola mi indica i punti cardinali, mi orienta nella rotta, ma non è la rotta.
L'archè è la bussola, e l'esistenza,a mio modesto parere, è la rotta in funzione di riferimenti fermi e non opinabili.
Pur  sapendo che la bussola in fondo è una convenzione relativa al pianeta Terra...............eppure......
CitazioneMa se quello dell' arché é un falso problema mal posto, come io credo, allora usarlo come bussola può esporre a gravi errori, ed é meglio cercare altre bussole; a costo di accontentarsi di bussole irrazionali, dal momento che la ragione può aiutarci a capire come é il mondo, non come deve essere (e tantomeno perché é così com' é); per restare nella metafora: dov' é il polo Nord.

Sullo scienziato, hai scritto quello che avevo già scritto. Ma Hume compie una contraddizione nel circuito filosofia/scienza naturale.
Se fosse indimostrabile filosoficamente,non si capisce comunque perchè c'è un ordine: quindi è indimostrabile per Hume. E lo scienziato infatti pratica  a suo dire una scienza, senza chiedersi perchè c'è un ordine......
CitazioneChe c' é un ordine naturale é indimostrabile (Hume); il che non impedisce certo di credere (arbitrariamente) che c' é (o per lo meno di comportarsi come se lo si credesse): nemmeno é dimostrabile che non ci sia!

Dove starebbe mai la contraddizione ?

Daccapo Sgiombo, che si giudichi irrazionale o razionale la relatività e la quantistica, sta di fatto che spediamo sonde perfettamente calate su Marte utilizzandoli calcoli dentro queste razionalità/irrazionalità. O fingiamo che tutta l'astrofisica sia un'illusione o ce ne facciamo una ragione, compreso tute le particelle scoperte, compresa la curvatura dello spazio/tempo e compresa l'onda gravitazionale,ecc.

CitazioneParte (non tutta secondo me) dell' astrofisica corrente é vera alla condizione indimostrabile che la realtà naturale diviene ordinatamente (dunque che sia vera é indimostrabile).
Anche se si direbbe che funziona e perciò, da scettico non conseguente fino in fondo, ci credo (ma essendo ben consapevole con Hume -cosa per me della massima importanza filosofica- dell' indimostrabilità di questa mia credenza).

Ricambio la simpatia e la estendo a tutti (stavolta proprio tutti!) i frequentatori del forum.

#2631
Citazione di: Angelo Cannata il 02 Giugno 2017, 23:34:33 PM. A questo punto penso sia bene anche lasciare volutamente da parte ogni discussione sulla natura umana quanto a egoismo o altruismo: prendiamo soltanto atto che in concreto avviene che noi uomini facciamo sia del bene che del male. Si potrebbe anche sgomberare il campo da tutto ciò che riguarda la ricerca in grande delle cause e delle responsabilità umane, perché, come già è un po' emerso, ciò darebbe adito a disquisizioni teoriche infinite, che è proprio quello che credo si dovrebbe evitare in un filosofare per l'azione.


CitazioneDissento.

Purtroppo l' azione per cambiare lo stato di cose presente, per essere efficace, richiede una adeguata comprensione teorica dello stato di cose presenti stesse, della sua genesi, delle sue tendenze evolutive oggettive, delle forze in campo nella lotta di classe.
E questo non é facile e richiede profonde elaborazioni e disquisizioni teoriche, assolutamente necessarie per filosofare efficacemente per l' azione.
Anche se questo espone inevitabilmente al rischio di perdersi in diatribe defatiganti e fuorvianti; rischio da correre (e ovviamente cercare di evitare o superare).

Ma da vecchio terzinternazionalista e grande ammiratore di Stalin (ma anche, a mio parere, in sostanziale accordo con filosofia stoica ed epicurea!) dirò di più:
Secondo me l' azione per cambiare lo stato di cose presente, per essere efficace, richiede anche la (ovviamente non illimitata e acritica) disponibilità a "sporcarsi le mani", a correre il rischio di commettere errori e relative ingiustizie, affrontando grandi difficoltà, terribili sacrifici, asprezze, sconfitte; e in particolare evitando un moralistico (ma in realtà a mio avviso immorale) rifiuto di usare tutti i mezzi e forme di lotta che fossero necessari, nelle varie circostanze concrete, a sconfiggere un nemico che per parte sua non si fa scrupolo alcuno di ricorrere a qualsiasi espediente, anche i più abbietti e disumani: non si sconfiggono i cannoni del nemico mettendo nei propri dei fiori, come cantava uno scadente complesso musicale circa mezzo secolo fa.

Non esiste nessuna "soluzione facile" degli immani problemi che l' umanità ha di fronte (e chi vorrebbe suggerircelo, in buona o mala fede, comunque ci sta miseramente ingannando).
Se non si é disposti ad affrontare grandi sacrifici, difficoltà, pericoli, sofferenze, errori in qualche misura inevitabili é inutile lamentarsi per il miserabile e ingravescente stato di cose presenti, perché vuol dire che non si é disposti a battersi per superarlo:

Hic Rhodus, hic salta!".


Ciò verrebbe a significare che, per esempio, le risposte filosofiche da dare ai kamikaze, agli attentatori, ai poteri economici, alle banche, al malaffare presente in politica, dovrebbero essere non tanto riflessioni, libri, ma azioni dimostrative. Il linguaggio fatto di parole, piuttosto che rimandare a se stesso, dovrebbe rinviare alle azioni compiute; il filosofo quindi dovrebbe dire: "Ti spiego a parole le mie idee, ma io stesso non faccio molto affidamento a queste parole, non considerarle come punto di riferimento: il punto di riferimento sono soprattutto le azioni che mi vedi compiere". Un'affermazione del genere costringerebbe il filosofo per lo meno ad interrogarsi su cosa egli fa di materiale nella società. Significa che il filosofo di oggi non pùo limitarsi a pensare, riflettere o scrivere libri.
CitazioneSecondo me i Kamikaze islamici si configgono cominciando a smettere da parte dell' occidente capitalistico di condurre sui paesi dai quali inevitabilmente sono reclutati i "kamikaze" (o da cittadini dei quali discendono i reclutati stessi) guerre e aggressioni mostruosamente terroristiche, nel disprezzo delle più elementari convenzioni internazionali sulla conduzione delle guerre e la tutela delle popolazioni civili, allo scopo di imporre loro governi-fantoccio che consentano all' imperialismo occidentale stesso di depredarli vandalicamente e ridurli alla miseria più nera; aggressioni, violenze, disumano terrorismo che inevitabilmente suscitano reazioni le più adeguate possibili (in condizioni di inferiorità militare pazzesche!) da parte di chi ne é vittima.


Se -"dio" non voglia!- io, mia moglie o mio figlio cadessimo vittime di attentati dell' ISIS o affini rifiuterei con sdegno qualsiasi funerale di Stato o comunque pelosa commemorazione da parte di politici, giornalisti, opinionisti, ecc. al servizio del pensiero unico politicamente corretto, che considererei i veri colpevoli (gli autentici assassini) di me stesso o dei miei familiari (esattamente come considero il governo italiano di allora l' autentico, reale assassino di mio nonno, caduto nella prima guerra mondiale).


#2632
Citazione di: maral il 02 Giugno 2017, 22:25:08 PM
Il problema è che la filosofia non potrà mai essere una sorta di specialismo da aggiungersi ad altri specialismi, ciascuno isolato nella sua competenza sempre più stretta, senza che sia possibile alcuna comprensione e proprio per questo la filosofia non può più essere la storiografia di se stessa (anche se c'è modo e modo di intenderne e farne la storia). Il problema è che la conoscenza è diventata solo questione analitica (facendosi questione di sola potenza) e così facendo ha perso il suo senso complessivo, il tronco della conoscenza si è spezzato e restano solo rami e rametti, certamente interessanti, ma incapaci di produrre alcun nutrimento. Il problema è che si vede solo il pezzettino, la parte di competenza e di quella parte ogni specialista si occupa come fosse il tutto e ne va pure orgoglioso con tutta la stupidità che gliene deriva.
Se allora sporcarsi le mani di attualità significa aderire a questo specialismo tecnico in cui si è tramutata la scienza attuale, è bene che almeno la filosofia mantenga le mani pulite, se invece significa trovare il senso che ci unisce a partire dalle prassi umane, dai modi di fare concreti nel mondo ben venga.
Quello che può mirare a saper fare un filosofo è pensare (ed è un'arte assai difficile, di cui pochi - sedicenti filosofi compresi - sono capaci) ed è proprio questo che deve continuare a fare sapendolo fare e persino, se ne è capace, a insegnarlo a fare (che non significa portare a pensarla come lui), ma non può isolarsi nell'autoreferenzialità analitica del suo pensare, tutto qui.
Per il resto, alla domanda a che serve la filosofia, che oggi spesso si pone, a seguito dell'estremo sviluppo specialistico delle tecnoscienze, resta per me (che ho una formazione tecnico scientifica) sempre valida la risposta di Severino: "La filosofia non serve perché non è una serva" e ben venga chiunque non è servo e non si sente in dovere di servire, oggi ne abbiamo più bisogno che mai.
CitazioneCondivido pienamente, in particolare come obiezione a InVerno.

Al quale faccio notare che non é necessario essere iperspecialisti né di una qualche particolare scuola o tradizione di economia (anche perché esistono diverse teorie economiche, e quasi tutte scarsamente scientifiche e fortissimamente e scadentissimamente ideologiche) per criticarla intelligentemente, efficacemente e con competenza (e questo vale in generale, per lo meno in qualche misura, per qualsiasi materia di studio).
Se così non fosse ognuno dovrebbe pensare e agire autonomamente e con razionale senso critico unicamente nel suo campo professionale e la politica la deciderebbero (e governerebbero la società) a loro completa e insindacabile discrezione i "professionisti del governo", come nell' Ancien Régime (al quale peraltro ci stiamo obbrobriosamente riavvicinando dopo la caduta del muretto di Berlino).

In particolare Fusaro, lasciando per fortuna di tutti noi a InVerno stesso, che é sicuramente molto più atto all' uopo, la cura del suo pezzo di terra, critica molto intelligentemente e con competenza il pensiero unico politicamente corretto, anche circa la pretesa (in larga misura realizzata o in via di realizzazione; combattendo culturalmente per rovesciarla) di quest' ultimo di imporre il totale e assoluto dominio antidemocratico e umanamente disastroso dell' economia capitalistica su ogni aspetto della vita e della cultura umana.
#2633
Citazione di: anthonyi il 02 Giugno 2017, 11:51:43 AM


Il concetto di capitalismo nasce con Marx, poi nelle successive interpretazioni vetero-marxiste assume vari significati mai precisi. Io preferisco usare concetti più precisi come libero mercato, impresa, imprenditore. Sono tutte realtà che sono alla base dell'esplosione di benessere che ha avuto l'umanità negli ultimi due secoli (Perché è tutto cominciato due secoli fa in Germania e Inghilterra). Non lo so se l'umanità va verso l'estinzione, nucleare o per il surriscaldamento globale, quello che so è che fino al 1991 quando il blocco comunista crolla, quello stesso blocco che non riusciva a garantire benessere per i suoi cittadini, comunque riusciva a produrre bombe nucleari ed inquinamento come i paesi "capitalisti". Se l'umanità si estinguerà non sarà certo per il "capitalismo", il quale essendo per definizione egemone sull'umanità, non ha alcun interesse a distruggere il suo dominio.

CitazioneNon mi risulta proprio che i paesi socialisti non riuscissero a garantire il benessere (casomai il consumismo all' occidentale, che é altra cosa) ai loro cittadini.

Infatti prima del crollo del muro di Berlino fuggivano da noi "alla ricerca della libertà (di conseguire illimitati, iniqui privilegi sulla pelle dei loro concittadini, N. d. R)" professionisti quali medici, avvocati, ingegneri (che avevano conseguito i loro titoli di studio e le loro competenze a totale carico di spesa dei rispettivi stati: salvo che fossero nati privilegiati, nell' occidente capitalistico avrebbero avuto possibilità ben più scarse di riuscirvi e di fatto per lo meno molti di loro di fatto non ci sarebbero riusciti proprio), oppure sportivi di successo o artisti (spesso imbrattatele o scribacchini da quattro soldi che automaticamente diventavano "pittori e scrittori eccelsi"); che venivano accolti a braccia aperte e anzi sollecitati a venire da quelli che ora vorrebbero gettare a mare -e spesso ci riescono!- gli attuali migranti per guerre e miserie procurate loro dai "nostri governi occidentali").

Ora invece, con l' "esplosione di benessere portatavi dal capitalismo" emigrano da noi (accolti dall' ostilità selvaggia e spesso decisamente razzistica di quelli che prima si commuovevano per le "vittime del muriciattolo -rispetto ai tanti altri ben più grossi e micidiali muri costruiti ovunque dopo- di Berlino") tanti onesti lavoratori che adesso in patria non riescono a sbracare onestamente il lunario.

Anche perché (anche a considerare solo gli aspetti quantitativi della produzione materiale, prescindendo dai suoi aspetti qualitativi e dalla distribuzione del benessere materiale stesso) dopo il "meraviglioso trionfo del benessere capitalistico" c' é voluto in media un decennio e più perché il PIL di quei paesi, precipitato abissalmente dall' '89 - '90, ritornasse sui livelli di allora.

E senza contare ciò che la restaurazione capitalistica in Europa orientale ha comportato per i paesi extraeuropei ed "exranordamericani e affini" (Giappone, Canada, Australia), ove la miseria é generalmente proliferata, in qualche caso esponenzialmente (in modo non generalizzato; e fra quelli "in controtendenza" spicca -guarda caso- la R P Cinese) e inoltre il capitalismo imperialistico, non più contenuto dall' URSS  dagli altri paesi socialisti, vi ha  portato terrorismo (autentico), violazione totale dei più elementari diritti civili (autentica), miseria (autentica; con conseguente emigrazione di massa, che comporta oggettivi problemi anche per le masse popolari occidentali; oltre al fatto che queste, sempre in evidente conseguenza del crollo del muro di Berlino e "annessi e connessi", hanno perso quasi completamente le conquiste dello "stato sociale" ed hanno visto più in generale precipitare le loro condizioni di vita e di sia pur relativo, limitato benessere, verso condizioni per molti importanti aspetti "ottocentesche").

Il capitalismo ha interesse solo alla realizzazione del max profitto possibile a qualsiasi costo e a breve termine da parte di imprese private in reciproca concorrenza.
Per questo non può tener conto della limitatezza delle risorse naturali e tende inevitabilmente a segare (e segherà, se non verrà superato per tempo) il ramo stesso sul quale é esso stesso appollaiato.

Di capitalismo e necessità di trasformazioni socialiste palavano, prima di Marx. vari socialisti utopisti, anche se non in termini scientifici (scientifici qui é da intendersi nel senso delle "scienze umane").
#2634
Citazione di: anthonyi il 01 Giugno 2017, 10:53:39 AM
CitazioneInnanzitutto sulla questione in generale mi sembra che esistano filosofi che non se ne stanno rinchiusi nella loro torre d' avorio ma combattono nella cultura e anche nella politica (non necessariamente militando in un determinato partito); e che dalla loro cultura e preparazione filosofica traggono forza anche nelle loro prese di posizione politiche.

Uno molto intelligente e interessante, anche se dissento profondamente sia da qualche sua tesi filosofica che politica, mi pare Diego Fusaro (come già il suo compianto maestro Costanzo Preve).
Altri con i quali in politica concordo moto di più sono Domenico Losurdo, Stefano Azzarà e pure in qualche non effimera misura Luciano Canfora.
Un altro é stato il mio venerato maestro e amico Sebastiano Timpanaro.

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Citazione di: Angelo Cannata il 31 Maggio 2017, 16:54:19 PM
in particolare riguardo alle grandi potenze economiche, le banche, che oggi tengono tutti noi in pugno, il capitalismo, l'industria, l'uomo ridotto a massa di consumatori.,.

Proviamo allora a sporcarci le mani, quelle di cui parti sono interpretazioni ontologiche dell'attualità, l'idea dietrologica, della quale la cultura Occidentale è succube da Marx in poi  porta a ragionare spesso come se questo grande complotto, dei poteri finanziari, delle multinazionali, dei potenti del mercato, fosse una verità indubitabile.
Lo stesso Papa Francesco in un'enciclica dichiara: "Affamare i popoli per salvare la banche" non ponendosi il problema del se questa frase sia vera (mentre per me che me ne intendo è vero l'esatto contrario).  (Anthony)


CitazioneTe ne "intenderai" pure, ma gli orrori del capitalismo contemporaneo (compreso il fatto che sta pericolosissimamente portando all' estinzione "prematura e di sua propria mano" dell' umanità) non sono affatto ideologiche "interpretazioni ontologiche dell'attualità, o idee dietrologica", bensì dati di fatto reali sotto gli occhi di tutti coloro che non vogliano deliberatamente mettere delle spessissime (e rancide) fette di salame sugli occhi propri e (soprattutto) del popolo.
#2635
Citazione di: paul11 il 01 Giugno 2017, 13:12:45 PM

Per te la teoria cosmologica che è scienza in base alla quale insieme alla teoria standard dele lparticelle hanno trovato il bosone di Higgs, a tuo parere è scienza o metafisica? In base alle teorie anzidette loro sapevano che data una potenza al sincotrone del Cern, ma già nella fase di progettazione, avrebbero dovuto trovare il bosone di Higgs. Com'è che Einstein prima ha teorizzato e poi hanno scoperto fisicamente e  dimostrato matematicamente solo dopo che le teorie ristrette e generale della relatività erano vere?
Forse non abbiamo ancora capito che la stessa scienza non dimostra "fisicamente",sapevano dell'onda gravitazionale fossile, proprio grazie alla teoria cosmologica e l'hanno trovata e dimostrata.
L'assiomatizzazione degli enunciati, postulati, ha reso molto più mobile ,flessibile, aperta la teoria.
la relatività, la quantistica essendo fuori dalla portata della l"dimostrazione sperimentale che convalida la teoria" e a "misura dei sensi umani", quindi pratica, ha di fatto costruito forme epistemologiche ed ontologiche ormai prossime alle metafisica,o meglio è una para-metafisica, o qual dir si voglia.
CitazionePremesso che sono molto scettico (in senso lato) circa molto delle correnti teorie cosmologiche e delle correnti interpretazioni della meccanica quantistica, che ritengo essere (cattiva) filosofia (irrazionalistica) e non scienza, però mi sembra indubitabile (volendo irrazionalmente derogare da uno scetticismo comunque razionalmente insuperabile) che "la sostanza scientifica" della relatività e della meccanica quantistica abbiano (finora) superato ogni falsificazione empirica (pur dimostrando, almeno la seconda, vari limiti).



Un tempo mica poi tanto lontano si diceva che la scienza predice come predicevano gli oracoli antichi.
CitazioneCredo che di fatto molti scienziati tuttora facciano affermazioni (per lo più filosofiche) dalla fondatezza e attendibilità del tutto simili a qeulle degli oracoli antichi.

Ma penso anche che la scienza seria sia ben più saldamente fondata (malgrado molti scoenziati poco o punto seri; e sopattutto filosoficamente assi sprovveduti).




Hai mai letto la teoria cosmologica che è scienza?  Il tempo zero cosmologico è l'archè per lo scienziato: quando tutto era energia e non erano ancora comparse gravità, elettromagnetismo, la nucleare debole e forte che plasmeranno l'energia negli immediati passaggi temporali Tutto l'universo era compresso nello spazio simile ad una capocchia di fiammifero.
CitazioneInfatti personalmente credo si tratti, almeno in gran parte, di (pessima) filosofia (irrazionalistica).

Phil quando diciamo "progettiamoci" vuol dire ,per quanto poi è nelle singole possibilità e condizioni, intraprendere un cammino, costruirsi una propria dimensione di senso, dare un significato alla propria esistenza.
Io non ho via di mezzo: o siamo al mondo venuti dal nulla per mangiare e defecare e di nuovo sparire nel nulla (e allora avrebbe ragione Diogene) oppure tutti i particolari sono all'interno di un ordine che si manifesta e che ho difficoltà a descriverlo e definirlo, dove ragione, psiche, spirito, vi si muovono, sono coinvolti e allora tutto ha un senso.
Se così non fosse, cosa me ne faccio di morali ed etiche, di giustizia, di fratellanza. Quali valori sociali e individuali avrebbero un percorso  se non dentro quell'alchemica armonia che l'universo stesso induce.
CitazioneCome che stiano le cose, morali ed etiche, giustizia, fratellanza, valori sociali e individuali li sento prepotentemente dentro di me (e la teoria scientifica della selezione naturale -correttamente intesa e non deformata ideologicamente come spesso accade- me ne dà non certo una dimostrazione, ma comunque un' ottima, molto soddisfacente  spiegazione: non sono "cose" vere o universali "in linea di diritto", ma lo sono comunque "di fatto" e "pour cause").
Con simpatia ;)
CitazioneAnche convintamente da parte mia verso entrambi e pure gli altri del forum (diciamo: quasi tutti gli altri...).
#2636
Citazione di: paul11 il 31 Maggio 2017, 18:53:05 PMcome fa oscienziato a costruire una teoria cone dlle formule? Se ogni giorno il mondo si presentasse in sostanza e forma diversa la nostra intelleggibilità analogica con il mondo linguisticamente durerebbe 24 ore com i lgiorno.

Citazione"O scienziato" (che ne sia consapevole o meno) parte dal presupposto (indimostrabile: Hume!) che la realtà naturale materiale diviene ordinatamente e non caoticamente, in una concatenazione causale regolata secondo modalità universali e costanti.
Dunque che ogni giorno il mondo non si presenta in sostanza e forma diversa da quelle di qualsiasi altro giorno precedente o successivo.

#2637
Citazione di: green demetr il 31 Maggio 2017, 14:51:30 PM
Vedo proprio che ogni tanto, ritornano gli scettici su questo forum.

Evidentemente gli piace farsi del male.

Negare i sentimenti è sciocco, lo scettico è sciocco dunque.

CitazioneVedo proprio che ai pretesi negatori dello scetticismo (e sbeffeggiatori degli scettici in quanto "sciocchi") piace farsi del male (per lo meno ancor più che agli scettici).

Infatti gli scettici non negano (nemmeno) i sentimenti, bensì (anche) circa di essi dubitano, sospendono il giudizio).


La filosofia non è filosofia che si inventa le cose, non è una mera opinione,
La filosofia metafisica, è fondazione, fondazione su ciò che è vero.
L'ente è tale solo se è un ente e non un altro.

CitazioneTautologia.


Il genio maligno di Cartesio è stupido se applicato alla ragione, in quanto un ente non sarà mai il suo opposto, bianco non sarà mai nero.

CitazioneCartesio non ha mai preteso che il suo ipotetico genio maligno sostenesse o suggerisse (alla ragione) contraddizioni; bensì che potrebbe farci credere reali esperienze che invece siano meramente apparenti (oniriche o allucinatorie).

E' anzi proprio attraverso la logica (analiticamente a priori, mediante la cosiddetta "prova ontologica dell' esistenza di Dio") che Cartesio pretenderebbe (a mio modesto parere erroneamente) di superare le insidie dell' eventuale "genio maligno".
Per Cartesio la logica (in generale; e in particolare il pr, di non contraddizione) é ben più forte del genio maligno e lo sconfigge irrimediabilmente e non viceversa: il genio maiigno non può nulla contro la ragione, e anzi la ragione, applicata al genio maligno, lo sbaraglia su tutta la linea.


Bene fa lo scettico a dubitare, ma non a impiantarsi su questa posizione, che di fatto è un blocco alla prassi.
CitazioneQui credo di concordare (ohibò!), sono infatti uno "scettico moderato o humeiano" (non conseguente).


E anzi se andiamo a vedere è esattamente quello che vuole, bloccare delle prassi, che lui, scettico, ritiene nel suo delirio, essere pratiche a lui avverse.

CitazioneFrancamente qui mi sembra che si stia delirando circa presunti deliri dello scettico (sia pur conseguente).


La stupidità dello scettico, va ben oltre alle solite cose che si dicono riguardo gli scettici.
C'è della malvagità calcolata in questi individui.
CitazioneSempre in tutta franchezza e senza intenzioni offensive (da parte mia verso i pretesi confutatori dello scetticismo; e anche se non metterei la mano sul fuoco circa il reciproco) questi mi sembrano ulteriori deliri.


#2638
Citazione di: paul11 il 31 Maggio 2017, 00:39:41 AM

Ritornando allo scettico, è la storia che dice che è fallace la sua propensione dubbiosa. Non sarebbe possibile nessuna analisi, sintesi enumerazione di domini e costruzioni culturali che funzionano e reggono nelle pratiche. Lo scettico vede sempre il semaforo arancione, non vede nè il verde e nemmeno il rosso. Il decidere  presuppone una volizione,nonostante si sappia che si può incorrere nell'errore:,ma si va avanti.

CitazioneNon sono d' accordo.

Secondo me la storia non confuta (non dimostra essere fallace) lo scettico (la sospensione del giudizio per definizione non può essere confutata, né dimostrata, contrariamente al giudizio).
Il fatto che le pratiche, che a quanto pare "funzionano" sufficientemente bene implicano giudizi, credenze per lo meno sottintese (se non anche esplicitamente proclamate) non basta a mio parere a superare lo scetticismo, il quale non nega nemmeno queste tesi, limitandosi ad affermarne l' indimostrabilità o dubitabilità insuperabile razionalmente, come di qualsiasi altra tesi (compresa quella circa la -preferibilità della- sospensione del giudizio in generale e in qualsiasi caso particolare).

Per restare nella metafora, lo scettico (per lo meno lo scettico moderato" a là Hume o forse anche a là Montaigne) non é che veda sempre arancione, ma invece vede proprio se il semaforo é verde o rosso o anche arancione, solo che si rende ben conto (contrariamente al dogmatico, il quale in proposito cade in una pia illusione) che potrebbe sbagliarsi nell' identificare il colore; ma non per questo evita di correre il rischio dell' errore condannandosi all' inerzia pratica.




il paradosso, se così si può dire, che possiamo pensare e condurre una vita "pensata male" pensando che sia corretta, semplicemente perchè è possible praticarla; ma nello stesso tempo la cultura, la tecnè può condizionare la pratica.

A mio parere questo è il vero paradosso umano,non tanto quello dello scettico, vivere sapendo che c'è qualcosa oltre noi che ordina e regola la fisicità naturale,se così non fosse noi non potremmo nemmeno porci le domande dello scettico, noi cogliamo frammenti veritativi, e cerchiamo analogicamente a quell'ordine fisico/naturale di costruire un pensiero che sappia coglierlo interamente.Senza la metafisica non è possibile cogliere l'archè.

Perchè si cerca allora la metafisica, per dare un senso all'esistenza. perchè se esiste un ordine che è quello del mondo come si manifesta, potrebbero esserci altri infiniti ordini e modalità di manifestarsi. perchè questo e non un altro? Coglier la'archè è la domanda di senso che chiede l'uomo sulla propria esistenza. Se così non fosse avrebbe ragione Diogene a vivere come un animale.Ma daccapo, ma perchè allora abbiamo la proprietà del pensiero che altri animali non hanno?
CitazioneCirca la questione del "senso della realtà", del "perché esiste questo e non altro, copio - incollo quanto da me sostenuto recentemente (nella risposta #314 nell' argomento "
Perché c'è qualcosa anziché il nulla?" (mi scuso: é certamente antipatico ma molto più comodo):


Secondo me la domanda "perchè esiste qualcosa anziché il nulla (ovvero: anziché darsi il non esistere di alcunché)?" è mal posta per un altro motivo.

Cioè per il fatto che soltanto di ciò che é intenzionalmente realizzato (di fatto unicamente da parte dell' uomo e in qualche misura di altri animali) può chiedersi sensatamente il "perché?" (lo scopo, il senso), mentre del resto della realtà (compresa l' esistenza dell' uomo ed eventuali altri agenti intenzionali), che non è realizzazione intenzionale finalizzata da parte di un agente cosciente (e magari dotato di libero arbitrio) una simile domanda non ha invece alcun senso (ha senso casomai chiedersi il "come" essa è, cioè quali cause efficienti e non quali scopi ne determinano i vari enti ed eventi).

E comunque se anche (ammesso e non concesso) fosse sensato il chiedersi "il perché?" o "il senso" di ciò che nella realtà non é realizzazione intenzionale di agenti coscienti che si pongano degli scopi, allora in qualsiasi modo si pretendesse di rispondere a queste domande resterebbe comunque irrisolta in quanto a sua volta mal posta la domanda "perché?" o la ricerca  del "senso" circa l' esistenza delle pretese risposte o soluzioni di tale preteso problema, in un regresso all' infinito; e dunque si tratterebbe comunque di uno "spostamento" o "rinvio" e non di una autentica soluzione del problema (essendo impossibile risolvere un problema mal posto, ovvero "senza senso").

Il fatto è che per definizione ("analiticamente a priori") ciò che é/accade realmente (qualsiasi cosa sia/accada realmente) non può non essere/non accadere realmente, ovvero necessariamente è/accade realmente: la possibilità (il fatto che potrebbe darsi oppure non darsi) é invece una caratteristica solo e unicamente di ciò che si pensa, dei concetti, dei "contenuti del pensiero"; e dunque ha senso chiedersi "perché si pensa qualcosa piuttosto che qualcos' altro?", potendo benissimo darsi -sensatamente ipotizzarsi- che si pensi, potendo benissimo in linea teorica o di principio pensarsi sensatamente, "in reale alternativa (teorica: sic!*)" qualsiasi altra "cosa" (purché caratterizzata da coerenza o correttezza logica: non contraddizioni!); ma invece non ha alcun senso chiedersi "perché é/accade realmente qualcosa di diverso da ciò che effettivamente é/accade realmente?", non potendo affatto darsi che sia/accada realmente alcunché d' altro (ma solamente che lo si pensi accadere) e dunque non ponendosi il problema di una spiegazione o ragione della (infatti inesistente, non realmente accadente) realizzazione di un' alternativa (reale) fra altre (altrettanto) realmente possibili (ma casomai solo altrettanto realmente pensabili, eventualmente di fatto pensate).
________

* Contraddizione soltanto apparente: ciò che é reale non può non essere reale (compreso l' essere pensato di ciò che realmente é pensato); mentre sia ciò che é reale, sia ciò che é pensato essere reale può (anche) non essere pensato essere reale o essere pensato non essere reale (infatti questi sono pensieri, ipotesi: é necessariamente reale il loro proprio accadere realmente dal momento che realmente accadono, ma non sono necessariamente reali i loro "contenuti", ciò di cui trattano teoricamente, ciò cui "alludono"; una loro denotazione reale non esiste/accade necessariamente: che esista/accada realmente può darsi oppure no).
Se il pensiero é reale (e questa é un' ipotesi, un pensiero), allora in quanto fatto reale non può non essere reale; ma ciò che é (realmente) pensato essere reale può anche realmente essere pensato non essere reale e viceversa (e anche questa é un' ipotesi, un pensiero).
#2639
Citazione di: quasar97 il 29 Maggio 2017, 22:18:59 PM
Citazione da: quasar97 - Oggi alle 22:18:59
CitazioneRinunciare a ogni pretesa di certezza epistemica è una certezza epistemica  
Ripeto, a mio parere non è il principio di non contraddizione che può fermarci

CitazioneSecondo me il pr. di non contraddizione non può fermare lo scetticismo proprio perché lo scetticismo é dubbio, sospensione del giudizio isnuperata (e non: certezza epistemica di alcunché, nemmeno del dubbio e della sospensione del giudizio): se non si dice, allora (fra l' altro) non (ci) si contraddice.
#2640
CitazioneSecondo me a voler essere razionalisti conseguenti, fino in fondo necessariamente si abbraccia lo scetticismo, il dubbio circa la verità o meno di qualsiasi giudizio, che conseguentemente non viene predicato ma rimane sospeso (e in questo, modo uno scettico "non assume nulla come 'incontestabile', in quanto, appunto, si auto-contraddirebbe". Ma dunque, secondo me, non ci troviamo "in un sistema logico paraconsistente", bensì nel rifiuto di ogni logica, cioé di ogni predicazione o giudizio).

Concordo con quasar97 che lo scetticismo (dubbio) è razionalmente insuperabile.
Dissento da Paul11 (e Severino) sulla tesi che "Qualunque posizione di partenza, anche dello scettico, è ontologia, anche chi non crede alla metafisica, anche per Diogene": per me sospendere il giudizio in generale è in particolare sospendere il giudizio anche circa l' ontologia (la realtà considerata nelle sua caratteristiche più generali e astratte, più "fondamentali").

Ma con Phil non riesco ad accettare "la sospensione del giudizio, l'epochè, l'atarassia, l'afasia, l'aponia, etc." (non riesco ad essere razionalista conseguente, ergo: scettico; come forse vorrei) dal momento che "questi sono tutti approcci molto bilanciati e statici, ma la vita è invece dinamica ed esige di sbilanciarsi... e sbilanciarsi nella prassi quotidiana"; detto con parole mie: il razionalismo conseguente (ergo: lo scetticismo) mi condannerebbe a un' impotenza pratica che non riesco ad accettare.

Ritengo perciò personalmente di optare per una "limitata ragionevolezza" non conseguente fino in fondo, limitando il più possibile le credenze indimostrabili, sulle quali costruire (la credenza in) una conoscenza filosofica e scientifica insicura, sempre degna di dubbio, di cui non riesco comunque a disfarmi, nella piena consapevolezza, per dirlo sempre con Phil, "dell'imperfezione, dell'arbitrarietà, della "relatività", proprie dell'impostazione che adopero".
D' altra parte essere consapevoli dei limiti, della relatività, dell' imperfezione del proprio razionalismo significa comunque essere pur sempre (relativamente!) più razionalisti che ignorarli.