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Messaggi - green demetr

#2626
cit davintro

"Il materialismo può essere una posizione scientifica solo attribuendo alla scienza un metodo diverso da quello induttivo ed empirico, cioè identificando la scienza con un sapere trascendentale e metafisico come la filosofia, in quanto non è un dato empirico il fatto che non possa esistere nessun ente non materiale. Identificare la materia con la realtà intesa come totalità è una pretesa di verità che si pone come assoluta e onnicomprensiva, quindi impossibile da fondare su un'osservazione empirica, che si limiterebbe a darci una conoscenza del "qui e ora", di particolari enti materiali, ma non certo la materia intesa come totalità del reale. E proprio qui sta l'autocontraddizione e direi anche la disonestà intellettuale di ogni forma di materialismo presuma di essere scientifico, nel senso empirico e non metafisico del termine "scientifico" (perché in genere in base a tale prospettiva tutto ciò che a che fare con la metafisica dovrebbe essere rigettato come superstizione oscurantista e anticaglia spazzata via dalla modernità ecc.). Il materialismo è uno dei possibili modelli metafisici, che però nella gran parte dei casi ritiene erroneamente di essere figlio del metodo dell'osservazione empirica e dell'esperienza sensibile, quando invece nessuna verificazione sensibile potrà mai riconoscere l'impossibilità di una realtà irriducibile alla materia. Cioè il materialismo presume di fondarsi su basi epistemologicamente impedite a legittimare le sue conclusioni."



Ma il pragmatismo americano nasce proprio come filosofia che utilizza l'induzione.
Il materialismo cosa sarebbe d'altronde per la filosofia?


In generale non so se conosci le teorie della picture theory. Ossia quelle teorie analitiche che mischiano fenomenologia e dualismo.
Ossia la cartolina è il tutto, e i singoli oggetti sono il dato materiale.
Ma non è che l'osservatore è la cartolina. L'episteme cioè vale per il soggetto non certo per il Mondo.
(e tralasciando e facendo finta di niente che il soggetto è il problema a monte).

Mi pare che la fenomenologia abbia ceduto il passo da gran tempo. Forse è proprio per questa che la filosofia meretrice se ne occupa.

Insomma io farei le giuste distinzioni.

Il materialismo altro non è che la prassi storica in cui siamo calati. l'unica vera episteme siamo sempre noi, gli interpretanti.
Che decidiamo cosa fare sia delle teorie meccaniche, che di quelle quantistiche.
Entrambe esprimono un lavoro, umano e non divino. E' piuttosto il rimasuglio della vecchia filosofia quella di arrogarsi verità apriori. Ed usarle come dimostrazione, invece che lasciarle come ipotesi aporetiche.


++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++


Anche per quanto detto finora sono d'accordo con Angelo, il tertiur non datur, è la gravissima colpa che da Aristotele giunge alla politica contemporanea.
Esiste sempre un terzo, ed è esattamente chi si sottrae alle logiche del più forte (ciò che è bene) sul più debole (ciò che è male).
Purtroppo la rozzezza filosofica contemporanea continua imperterrita a ignorare queste aperture.

La vita scorre da tutt'altra parte rispetto all'apparato ideologico comunque sia.
#2627
Benvenuta, presto mi occuperò di miti greci.

ho sognato poseidone due anni fa.....c'è voluto tempo per elaborarlo.....aaaah ma che sono un automa???  ;D
#2628
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
26 Agosto 2017, 15:39:19 PM
Dammi tempo allora. Non hai risposto alla domanda che più mi preme però ;):



""Insomma a parte la donna, ma la parte prima, quella prima dello zoom, come la interpreti?"

ai prossimi giorni!
#2629
Ma dunque ti riferisci a riti già pre-esistenti?
#2630
Percorsi ed Esperienze / Re:Noia
26 Agosto 2017, 15:30:50 PM
"Ma in mezzo agli sciacalli, le pantere, le cagne, le scimmie, gli scorpioni, gli avvoltoi, i serpenti, fra i mostri che guaiscono, urlano, grugniscono entro il serraglio infame dei nostri vizi,

uno ve n'è, più laido, più cattivo, più immondo. Sebbene non faccia grandi gesti, né lanci acute strida, ridurrebbe volentieri la terra a una rovina e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo.

È la Noia! L'occhio gravato da una lagrima involontaria, sogna patiboli fumando la sua pipa.

"

non c'è mai stato bisogno d'altro.
#2631
Ciao sono appena rientrato dalle vacanze lunghe.

Non so per quale motivo, ossia lo, per il motivo solito paranoico, "io non posso farci niente".

Ma mi è rimasta in testa questa domanda, che negli anni passati, ponevo con forza, come se da essa traessi energie fondamentali per lo studio e l'approccio serio ai casi singolari.

Ora no, mi è rimasta come un ronzio in testa, fastidioso, da ubriaco.

Mi è rimasta come se all'improvviso mi sia reso conto di quanto sia Vecchia questa signora.

Per strade diverse (alchimia) in realtà addirittura mi è sembrata più che la madre che nutre l'uomo.

La meretrice che allatta i vecchioni.

Sempre per via diverse (alchimia) una riflessione sopratutto mi ha colto.

la divorazione del tempo.

la divorazione non esiste, esiste invece come un glaciazione degli attimi.

Certamente le riflessioni fatte sul "tempo" nello zaratustra lo scorso anno "accademico", mi hanno condotto ad una profondo riflessione, che però ha partorito un mostro.

all'improvviso ho sentito tutta la potenza della veggenza nicciana.

la volontà di potenza è poter scongelare quegli attimi.

ma poichè non è dato, come se il nulla divorasse tutto (chiara proiezione paranoica alla "storia infinita" di M.Ende)

allora non rimane che vivere insensatamente (mi verrebbe da pensare paranoicamente) qualsiasi attimo.

purchè non si pensi al suo passato. come a dire che l'attimo è sempre presente, e non è mai passato.


che fosse questo l'eterno ritorno che ha pensato nietzche? dopo anni di attesa, ho finalmente una vaga traccia.

Una traccia delirante all'apparenza. :( 

sullo sfondo di questo Grande Inverno (immancabile proiezione paranoica)  mi chiedo.

ma la filosofia, poraccia che può fare??????? (se non prostituirsi come analitica americana? è una metafora eh!)
#2632
Molto interessante il 3d.

Pongo la mia posizione, ancora diversa dagli altri.

Se per Phil la libertà si trova in mezzo all'evenienza, fisica o mentale che sia, del pensiero, e della volontà.

E perciò sarebbe di per se costretta a non esistere sullo stesso livello.

Così ci avviciniamo di più con l'ottimo Maral, per cui il soggetto in quanto tale, ossai definito, non può essere libero di ri-definirsi.

Dopo l'estate e dopo una profonda riflessione andrei però a questo punto più a fondo, prima di rispondere alla ipotesi di contenuto della psiche di Carlo.

Il punto è che vi sono tre termini, come giustamente ha fatto notare Phil.

libertà (di, da)
pensiero
volontà

Ognuno dei termini richiederebbe un analisi approfondita, e per oggi rimaniamo sulla superficie, o sulle cose già dette in passato.

A mio modo di pensare vi è una domanda dell'interpretante, che per lo meno dovrebbe intendere di cosa sta parlando.
Di certo il soggetto (ossia la costruzione storico-semantica del suo concetto) non è libero.
Se si domanda qualcosa, di certo di quel qualcosa da qualcuno lo deve aver appreso.

Forse allora si tratta del pensiero che deve essere libero.

Certo si tratterebbe di stabilire se il pensiero esiste, per oggi diciamo solo che esiste il Pensiero, con la maiuscola.
Ossia esiste uno sfondo da cui emerge tramite riflessione, un idea di qualcosa. (persino di soggetto!)

Ora il Pensiero è qualcosa che viene conosciuto tramite riflessione. Ossia dal generale al particolare.

Per questo è causale. Lo è sempre per inferenza.Ossia perchè noi conosciamo immediatamente tramite i sensi qualcosa che chiamiamo oggetto.Ossia dal particolare all'universale.
La conoscenza è dunque per inferenza causa del Pensiero, ma non esisterebbe senza che vi sia un Pensiero.
Una generalità, uno sfondo.( è diciamo la parte più interessante di Husserl quella che vi sto andando a dire da qualche riga a questa parte.),

Ora la libertà (da, di) è chiaramente un invenzione semiotica. Non ha nulla di reale, si applica ad una interpretazione di fatti o eventi.

Il Pensiero è invece strutturalmente qualcosa che dobbiamo amettere come prima.

Ha ragione Phil ad averlo notato (unico), ma ha torto nel dire che il pensiero non è libero.

semplicemente il Pensiero non ha attributi. Nel suo abissale studio, Heidegger cerca di far comprendere come la sua medietà, il Pensiero non esiste come semiosi, tanto meno come linguistica (e tanti saluti alla scuola austriaca e agli americani).

Esiste invece il suo inverarsi nel suo esserci. Il Pensiero è la medianità dell'Essere che si manifesta nell'essere.

E' dunque l'esserci e non il pensiero, che calandosi nel Mondo, che da sempre è dato, NON sarà mai libero.

E perciò sarà inguaribilmente malato, nostalgico delle sue origini.


Rimane il terzo elemento la volontà.

Direi che è il vero elemento di interesse che dovrebbe coinvolgere tutti.

Perchè noi vogliamo? "Noi vogliamo essere liberi"è : "io voglio essere potente."

Siamo di nuovo tanto per cambiare nella gerarchia.

E come disse Lacan, i tempi che verranno saranno l'analisi del campo di concentramento.

Dove appunto fuori in bella vista era scritto : " il LAVORO RENDE LIBERI"

Di certo la volontà di essere DIO, esula dalla mia idea di libertà (che per inciso è per me un "libero da", ossia pur sempre una resistenza).


Infine rispondo a Carlo, che grazie alla sua bulimia scrivana, quasi simile alla mia  ;D , sto imparando a conoscere.

Finora abbiamo parlato del soggetto.

Ma se il soggetto fosse invece l'esito della psiche? ipotesi che certamente scarto in sede filosofica.
Ma non priva di interesse.
Infatti la libertà in quel caso più che una scelta del soggetto non dovrebbe seguendo il tuo pensiero essere un attributo della Psiche stessa???
Una sorta di inversione Heideggeriana, dove l'esserci si apre sul mondo, invece di venirne inghiottito.
O sbaglio?
#2633
x angelo

ah ok.

certamente se spostiamo la questione sul piano simbolico, qui nell'accezione di segnico, siamo d'accordo.

sostanzialmente proporresti un fare insieme che si riconosca nei segni.

torneremmo così alla proposta "laica" che si basa sul gesù giovanneo, come la cena insieme etc...

ti pongo un problema filosofico però: nella società contemporanea bombardata dai segni, è possibile ancora trovare grandi possibilità come lo fu per la religione nei tempi andati? Quando cioè il tempo era lo stesso improntato da Dio ossia dalla Chiesa?

Penso che nonostante sono d'accordo sulla possibilità di pensare a forme segniche comuni, non so se siano potenti come immagino tu vorresti. (ma dovrei sbagliarmi, non sei un sostenitore del pensiero debole?)

visto la situazione  e se sposiamo le tesi del pensiero debole, allora dovremmo guardare con massimo sospetto a qualsiasi forma di simbolo, persino quello proposte da noi stessi.....anzi sopratutto dalle nostre.

saluti!
#2634
Questo sogno che hai fatto è magnifico. :o

Inutile dirti che ci sono somiglianze con il secondo sogno da me fatto. (per un totale di 4 in 7 anni....)
Ossia anch'io ho sognato una pietra grigia, rettangolare, con un bassorilievo sopra.

Anche nel mio caso abbiamo a che fare con un serpente. Nel mio caso si tratta di Pitone (ci sono voluti 5 anni per capirlo e il terzo e quarto sogno a farmelo capire).

Perchè hai interpretato questi 2 sogni come la ricerca di DIO, e ancor peggio, la ricerca fisica dell'esistenza di DIO?
mi rimane una spiacevolissima sensazione.

sei sicuro di essere uscito dalla posizione depressiva? sono un pò preoccupato.

Comunque ci rimane la scrittura. Ce la faremo bastare.  ;)

Ciao!! e grazie per gli innumerevoli spunti....per chi parte da zero come me. E' come se mi stai aiutando tantissimo. :)
#2635
Tematiche Spirituali / Re:Una visione ...zodiacale!
26 Agosto 2017, 13:38:48 PM
Ciao Carlo,

25 anni di studio...wow!

Anche per me è giunto il tempo di affrontare la questione alchemica. Sono all'anno zero di questa avventura.

Non credo sia raggi dell'intelletto divino, ma questa estate ho cominciato a distillare alcuni pensieri sparsi, che si sono cristallizzati in alcune prime decisive prese di coscienza.

Per me la coscienza è ciò che so, insieme a qualcosa che l'accompagna (l'anima).

Nella coscienza vi sono le intuizioni, qualcosa di simile a quello che Jung indica come simboli che tornano nei sogni, o che compaiono nei sogni.

La prima intuizione decisiva è che l'alchimia è l'ermetismo.

E' quindi qualcosa che che riguarda l'anima e non la fisica, e mi perdonerà l'ottimo Paul, ma siamo su barche diverse. ;)

E' bizzarro che nel mio anno zero, il tuo sogno ricordi il mio sogno (che tu chiameresti archetipico, ma io no).

Ossia anche per me vi era uno sfondo completamente nero, ed un messaggio terrificante dall'alto in basso.
(non dato di sapere)

All'interno di 3 cicloni verdi.

Il problema è che io non faccio MAI tale tipi di sogni....Forse per questo si è fissato nella memoria.

Non sono uno junghiano, sono un post-lacaniano, e quindi sto per freud (nei limiti possibili di poterlo fare per davvero).

Questa estate a tal proposito però mi è stata fatta una domanda cruciale.

"mostrami quello che dici!" ovvero è possibile mostrare qualcosa di ermetico?

La risposta che mi sono dato, dopo sofferenze varie, è stata no.

Noi non possiamo mostrare alcunchè di niente, se rimaniamo all'interno della semiosi.

Detto questo, non avendo letto i tuoi altri post, non posso pretendere di capire la tua semiosi.

Hai solo accennato al tuo progetto ventennale, dialettica come aporetica.

In realtà ho già provato a pensare in quei territori e ti devo dire che non mi piacciono molto.

Comunque vista lo strano parallelismo, potresti cominciare a dire qualcosa di più.

Perchè se è vero che non puoi mostrare, allora quell'universale, ha dato sicuramente vita ad una serie di pensieri vitali (sul fatto che saranno paranoici, ci lavoriamo insieme nel caso  ;) )

Insomma a parte la donna, ma la parte prima, quella prima dello zoom, come la interpreti????

urge ampliamento  :)

Per inciso Paul, attenzione all'erudizione sfrenata! Ma quante ne sai????
(approposito ben ritrovato  :) )

A proposito Paul questa estate ho ascoltato la spiegazione sugli elohim.

ovvero sui figli illegittimi e sulla guerra ai giganti....giganti?????? bizzarie!!!! Se non fosse che i giganti sono presenti anche nei miti greci.....interessante.

Preferisco comunque la mitologia greca a quella ebraica comunque, non fosse che della seconda sono veramente ai piedi di un montagna altissima....comincio a essere stufo delle vette  ;)
#2636
Ciao Angelo, ben rivisto.

Credo di capire cosa intendi per spiritualità laica. E credendolo quindi sbaglio sicuramente.... ;)



Tralasciando la questione simbolica, che non c'entra nel tuo discorso, mi piacerebbe approfondire la questione della ritualità come socialità.


Effettivamente la vedevo più come un affare solitario, dove il rito, è una specie di mettere dei paletti, un esercizio spirituale, volto a non perdere la concentrazione sul proprio agire e pensare spirituale.


Di fatto la socialità mi pare così sul momento, definirsi proprio dalla necessita di richiamare l'attenzione su qualcosa di importante.


Siccome richiama la ritualità del giudizio, ha a che fare, come al solito, con la questione gerarchica.
(laica o religiosa che sia)



Non mi pare che la cosa vada a braccetto rispetto alla strada che avevamo intrapreso prima dell'estate!(ma quando arriva un pò di fresco????  ;D )



Urge chiarimento.  :-\
#2637
La questione che apri (a proposito salve!) rimane sullo sfondo della vita.

Non credo che Scienza e Religione siano qualcosa con cui a che fare nella intellettualità di ogni giorno (l'unica che conti in fin dei conti).

Nel senso che porsele in termine generali, usando le maiuscole come incipit, fa già male all'anima.

Rimane il fatto che pur essendo uno sfondo, diventa doxa, qualcosa con cui a che fare perciò sempre.

Ma l'oggetto che dovrebbe balzare da quello sfondo generico, è come risucchiato invece in una sorte di palude spirituale, in cui l'uomo animico versa.

Ma appunto abbiamo con questo breve incipit, già messo molta carne al fuoco.

Ovviamete la carne è l'anima, e il fuoco è l'intelletto.

Comincerei dunque quel lavoro certosino, ma ormai necessario, anche solo per balbettare qualcosa che non sia già stato scritto e archiviato.

Si tratta di ripensare il tutto, ovvero qualsiasi cosa, si trartta di mettere a fuoco, di non distrarsi.

Direi che ho bisogno di ridire (mi scuseranno chi mi legge da tempo) cosa sia "soggetto" e cosa sia "anima" anzitutto.

Già perchè qualcuno sta parlando, e di certo non può essere l'anima di green demetr. (sopratutto in questo periodo di caos da maelstrom)

Dopo una profonda riflessione ho pensato che ha ragione chi pensa che il soggetto sia una invenzione del moderno, e che in fin dei conti non esiste soggetto.

Sarà pur vero che occuparsi ancora di risolvere il soggetto è la motivazione suprema per cui siamo ancora nel post-moderno. Essendo il post moderno quel vasto panorama che si dice filosofia (per me non lo è, sia chiaro), e che si occupa appunto di riprendere le domande inevase del moderno.
Appunto di evadere da Cartesio e da Kant.

Questione delle più complicate e che forse tratteremo nella sezione filosofia.

Era solo per dire che non si riesce certo a farsi capire facilmente, senza avere ben a fuoco in cosa consista il panorama contemporaneo del pensiero.

Per ora però dobbiamo per forza di cose tralasciare questo problema.

Torniamo a bomba.

E cioè torniamo a definire cosa sia dunque questo parlante che forse non è il soggetto, ma è che di certo è l'interpretante.

Ecco mi rifarei completamente alle categorie di Peirce. Questa estate ho letto l'agilissimo libretto "Rossella Fabbrichesi Leo - Introduzione a Peirce" per i tipi della Laterza.

In effetti anche per Peirce l'interpretante è già abitato nel suo farsi costititutivo, e cioè meramente linguistico, dallo Spirito.

Stessa cosa per me, al di là delle questione triadidiche del Nostro.

Questa unità linguistica, ossia questo interpretante, ossia questo parlante, è ciò che io chiamo soggetto.

Non è il soggetto moderno, quello cartesiano.

Sono cose da separare, altrimenti non ci può essere filosofia.

Rimane da definire l'anima.

L'anima non è nella semantica. E questo è importantissimo.

Come vediamo siamo lontanissimi dai deliri medievali (per quanto grandiosi).

Figuriamoci dai balbetii della filosofia moderna.

E' a questo punto che subentrano Hegel ed Heidegger.

A mio modo di vedere potrei con una forzatura dire che l'anima (non essendo dicibile) è l'uomo.

Ossia l'uomo storico, nel suo quotidiano, nella sua Doxa, ossia nel suo sentire, ossia nella suo sentimento.

L'anima è il sentimento è quella forza che rassembla a quella gravitazionale. Probabilmente questione alchemica per eccellenza. E forse ne parleremo nella sezione dedicata, inaugurandola per parte mia.


Dunque vi è un interpretante che sente (sta male per la precisione) nel suo quotidiano qualcosa di più grande (che chiamo Filosofia) o meglio qualcosa che assomiglia ad un pensiero.

Noi sentiamo i nostri pensieri, e se siamo bravi filosofi capiamo che essendo una questione all'interno della semantica è una questione del singolare e dell'universale. (e sì la vecchia questione medievale e moderna)

Dopo una profonda riflessione ho capito che però l'universale è solo un "fantasma" (termine psicanalitico per eccellenza)  per che possano girare nella semantica i particolari ossia i singolari.

E' in quel momento che i pensieri si riconoscono Pensiero, che nasce la Filosofia.

La filosofia è il Pensiero, ed è l'ultimo grande e inascoltato grido di disperazione Heideggeriano.

Su questo ci sto lavorando da parecchio, e non si tratta come vorrebbe la pubblicistica bislaccca di dover pensare Come Heidegger.

Allora abbiamo un interpretante che sente male di qualcosa di generale che impara a riconoscere come Pensiero.

E' solo allora che inizia l'intellettualità, e cioè all'interno della filosofia, che per inciso è un fantasma.

Non esiste più la filosofia come ben dice il prof. Sini.

Esiste l'intellettualità però! se eseguita all'interno della vecchia filosofia, ossia dei suoi problemi, ossia del suo canone occidentale. Allora potrà comunque chiamarsi filosofia.
E per me che ci tengo continuerò a farlo.

Ma qua non siamo in Filosofia, siamo in Religione.

Esiste anzitutto una intellettualità della religione? a mio modo di vedere, sì senza dubbio.

E' solo a questo punto che possiamo procedere nella risposta vera e propria alla questione.

Solo per accorgerci che però essendo 2 universali, che il canone occidentale ha deciso di separare e individuare: operazione grossolana per essere educati.

E' una lotta di fantasmi. E dunque è una lotta anzitutto psichica.

Ossia fra due discorsi paranoici. Ossia che non prendono  in considerazione l'uscita dai loro confini gerarchicamente delimitati.

E in fin dei conti il problema è sempre e solo quello.

Si tratta di infinite variazioni sulla corsa infinita in tondo.

A me interessa invece spezzare quel cerchio.

E' una questione del vivere contemporaneo. La religione mi serve nella vita, sì senza dubbio. La scienza mi serve nella vita, sì senza dubbio.

Si tratta di eliminare i confini, la vita pensata non ha confini : perchè dobbiamo ostinarci a metterli?

E' per questo che tirando le somme ritengo che questa questione rimanga generalissima e distante dalla vita.

E l'unica cosa condivisibile è che stiamo male, ossia l'anima di ciascuno sta male.

Attendo spunti ulteriori, altrimenti saluti,

Ciao!
#2638
Il musulmano vuole convertire, quanto lo vuole il cristiano.

Il motivo sta nel fatto che sia per il cristiano che per il musulmano la fede è una questione seria.

Ed è seria, perchè coincide con il loro stesso modo di vivere.

Nulla di strano, nulla di cui preoccuparsi. (qualcuno dovrebbe spiegare al signore che potere temporale e potere spirituale sono rigorosamente separati in italia, ma evidentemente a quelli della zanzara, programma idiota per eccellenza, interessa solo fare scalpore)

Quando si parla di paranoia non ci si dovrebbe riferire al musulmano in sè, ma ai discorsi che usano l'islamofobia come mezzo di propaganda.

altra cosa la deriva islamica, altra cosa il pericolo.

sono tutti fattori da scomporre e da analizzare.

se poi intendevi dire che con la storia dell'accoglienza (ad ogni costo) fa dimenticare che esistono temi come la deriva, e il pericolo.....questo hai ragione a scriverlo.

Rimangono tutti fenomeni da analizzare.

per sintetizzare la deriva esiste già (in arabia saudita).

il pericolo fuori dall'europa esiste già (nord siria)

il pericolo maggiore dell'europa odierno è che la propaganda si estenda anche da noi.

fare di un tema come questo un guazzabuglio unico, non mi pare cosa intellingente.

tra l'altro non so nemmeno cosa potremmo dire di intelligente noi non viviamo niente di quello che vivono loro.

il tutto sarà una mera considerazione di utili politici, e quindi economici.

il resto chiacchere e discorsi per sentito dire.
#2639
@jean

oddio jean non l'ho letta....te l'ho detto: sono in fase anti-narrativa!!!  scusaaaaa   :-[  dai dopo l'estate mi concentro anche sulle tue storie....in fin dei conti è un dono il tuo....ogni discorso deve avere il suo momento lirico, la sua oasi di pace discorsiva.....Non so che mi succede....sono sempre stato un patito della letteratura! ciao!  ;)

comunque non è che ce l'ho con gli europeisti  sono rilassato (tanto non mi aspetto che si esca dall'europa, anzi lo ritengo impossibile causa forza maggiore).

non penso anthony se la prenda, mi sembra che risponda sempre per le rime   :P
#2640
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Giugno 2017, 12:24:55 PM
Citazione di: green demetr il 08 Giugno 2017, 17:44:43 PM
un altra cosa da mettere nel paniere è la musica sacra.

la musica sacra richiama alla spiritualità.

oggi come oggi nella parrocchia si suona la chiatarra, per unire, certo, ma la musica era un altro strumento della spiritualità che è andato o sta andando perduto.

bisogna tenerlo a tutti i costi.....la mia è una intuizione radicale.
La musica, come in genere ogni forma d'arte, e non solo la musica sacra, è sorgente di esperienza spirituale, come ho spiegato nel post del mio blog 16 Il silenzio e le esperienze spirituali. Anche la musica della chitarra lo è: spesso si pensa alla chitarra come ad uno strumento da strimpellare, per musica chiassosa o leggera, ma da chitarrista posso assicurarti che tutto dipende da cosa si suona e come la si suona.

Naturalmente la coloritura della musica, foss'anco metal, colora il ricordo dello stare assieme e risveglia la spiritualità.

Ma il canto polifonico gregoriano e la musica d'organo barocca, sono altra cosa.

Creano spiritualità senza bisogno d'altro che non l'ascolto (raccolto, attento ovviamente).
Senza bisogno di comunità in fin dei conti.


cit Giona
"Il segno per scoprire  quanto siamo interessati alla vita spirituale o, se vuoi, che abbiamo sentito la chiamata è la nostra disponibilità a scoprire i nostri difetti e la disponibilità a cambiare mettendo in discussione noi stessi."


Non posso conoscere che tipo di disillusioni tu possa aver avuto.
Ma non credi che chi è più forte, debba aiutare chi è più debole?
E comunque sia la comunità porta conforto alle solitudini.
Forse non è la funzione principale della chiesa, ma essendo una conseguenza non la vedo così nera come la vedi tu Giona.

Certo, se la comunità comincia veramente a disinteressarsi dello spirituale cominciano i guai.

Certamente il signore chiama a sè i suoi.Eppure non dice agli apostoli andate e diffondete il verbo? (o è un falso ricordo della mia infanzia?)

Quindi ci vuole un pò di nerbo in più!