Citazione di: anthonyi il 03 Novembre 2021, 06:40:13 AM
Ciao niko, devi sapere che bolsonaro è messo sotto accusa per crimini umanitari nel suo paese, perché ha omesso di porre in essere qualsiasi tipo di restrizione cautelativa nei confronti della pandemia.
Quello che tu definisci 2G (ma poi non eravamo solo noi italiani ad aver fatto un uso dittatoriale del green pass?) in realtà non sarebbe altro che un tipo di restrizione cautelativa, il non vaccinato, infatti, anche se tamponato e negativo, comunque è un soggetto ad alto rischio di effetti gravi dalla malattia, ed essendo più facilmente infettabile, comunque incrementa il rischio che qualcuno sia contagiato.
All'inizio di questa pandemia, pensavo che il neoformato dovere (isterico e da socialismo cinese) alla salute, si sarebbe affiancato al più ragionevole e costituzionalmente esistente dal dopoguerra in poi diritto alla salute, e si sarebbe creato un inquietante parallelismo e convivenza. Per usare una metafora biomedica, pensavo che il dovere alla salute, rispetto al preesistente diritto alla salute su cui si era innestato, fosse un tumore.
Che tra i due modi di intendere la salute, come diritto e come dovere, si sarebbe instaurata una inquietante, ma possibile, convivenza.
Naturalmente ero troppo ottimista, perché con ogni comportamento imposto ai cittadini per diminuire la "probabilità" o la "gravità" del contagio, mascherine lockdown, 2g, obbligo vaccinale, finanche divieto di manifestare, di fatto va sempre in scena lo stesso processo/confessione farsa della Stato che prima sembra processare/confessare se stesso, essere in colpa da un punto di vista di quello che dovrebbe essere un assetto normale della vita sociale e un sincero interesse per il benessere dei cittadini per non avere abbastanza posti letto in ospedale o abbastanza medici di famiglia per malati leggeri in vista di avere e di dover fronteggiare un eventuale aumento dei contagi nella sua popolazione (tutto deve fermarsi perché in una logica economica e non propriamente sanitaria "mancano le risorse", gli ospedali si "intasano": per mea culpa grandissima, sembra cantare lo Stato in questa fase 1 della sceneggiata) e poi, fatto a se stesso il processo o la confessione apparentemente durissima e severissima, con colpo di scena finale si auto-assolve perché tanto, l'eventuale aumento dei contagi, seppure ci sarà (e quasi sempre c'è), sarà colpa dei cittadini che non avranno rispettato le misure imposte dallo Stato stesso (vivere in una gabbia di vetro per paura d una malattia), e quindi se si ammaleranno meriteranno, loro sì, di essere malcurati o lasciati a crepare.
Per loro culpa grandissima.
Capito cosa intendo? Se c'è una pandemia per cui si suppone non basteranno i medici di famiglia e i posti letto in ospedale, si aumentano i medici di famiglia e i posti letto in ospedale con ogni mezzo, reclutando professionisti e indennizzandoli per il lavoro che lasciano, costruendo ospedali con i prefabbricati, creando elenchi di personale sanitario "riservista" da reclutare all'ultimo momento al bisogno, proprio come in guerra. Tutto il personale che può servire per far funzionare un ospedale o un presidio sanitario con un addestramento necessario breve, quindi oss e burocrazia, si recluta tra i disoccupati e i giovani volontari, non c'è bisogno neanche di formarlo in tempi lunghi o di rilevarlo con indennizzo rispetto a dove lavorava in precedenza. Con ogni mezzo, perché la vita non deve "fermarsi", e gli ospedali non devono "intasarsi" nonostante una pandemia, e così si trasmetterebbe un messaggio di speranza e resistenza, e non di terrore e resilienza.
Non si instaura una dittatura con misure draconiane, securitarie, biotecnologiche e ingiuste per contenere la pandemia perché la volontà di aumentare fino al massimo possibile i luoghi di cura sul territorio delle singole metropoli non c'è. Se mancano i posti letto in ospedale, ebbene siano aumentati i posti letto in ospedale, non siano fatti esperimenti biologici e sociologici sulla popolazione, esperimenti da sinopticon, più che da panopticon, per riprendere un forum recente. L'atto del vedere e del guardare ridiventa fondamentale quando il descrittivo ridiventa prescrittivo, e tale atto deve essere condiviso da tutti gli internati, non basta più che lo faccia solo la guardia.
Il dovere alla salute, palesatosi in tutta la sua amortale e amorale forza in questi ultimi due anni di pandemia, si sta mangiando, pezzo per pezzo,
il pre-pandemico e postdopoguerra diritto alla salute.
Se il popolo si tiene in salute, lo Stato non spende per curarlo. Meglio ancora, lo Stato non affronta proprio in senso antropologico la questione della cura, della morte e dell'istinto di morte. Se c'è dovere alla salute, la malattia è colpa, nella sua gestione si torna verso un'epoca teocratica. Se c'è dovere alla salute, la malattia è residuo, si sogna di eliminarla del tutto e diventare automi amortali, o quantomeno che l'elite dei sani lo diventi. Il paradiso tecnologico in terra.
Il dovere nuovo, dovere alla salute, che si è installato sul diritto vecchio, diritto alla salute, è un cancro, e non è un tumore. Lo distrugge ogni secondo di più, e non è in condizione di essere distrutto dall'interno. Riflettiamo seriamente si ci sta bene o no una società in cui come cittadini dobbiamo dimostrare allo stato di essere sani per ottenere dei diritti o addirittura scampare da delle sanzioni. In cui dobbiamo dimostrare non solo di essere sani, ma di avere ancora buona probabilità di esserlo in futuro, rinunciando alla nostra stessa ragione che ci dice che il futuro è indeterminato, e non in un futuro di decenni, ma tipo nelle prossime ventiquattro o quarantotto ore, come è con il nesso diritti/tamponi, che ora viene considerato anche troppo poco sanitario/securitario e quindi da abolire.