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Messaggi - green demetr

#2641
Citazione di: pepe98 il 09 Giugno 2017, 12:01:58 PM
@green demetr:
Certo che sei tormentato da questi dubbi: presupponi come concreto tutto un sistema fisico che è in realtà astratto!

ma sei tu che hai aperto il 3d parlando di esperimento.

se si tratta di esperire come se il tempo fluisse, ma poi l'assioma di partenza è che non fluisce, è una discussione bizzarra.

ovviamente rinnego ogni tuo assunto.

dire che tutto è uno, ma pare, appare come diverso....è quantomeno incompleto.


come può un "uno" apparire come "molti"? sarebbe la domanda, che non puoi assiomatizzare così a cuor leggero, ossia che non puoi prendere per buona alla leggera.



#2642
cit paul

"Eccome se hanno avuto ragione Marx ed Engels sulle analisi del primo capitalismo e su chi poteva costituire  la base operaia della lotta di classe.
nessun altro ha mai avuto questa lucidità.E te lo dice  un non marxista, che alcune teorie economiche e sociologiche ,sono ancora in auge.: la concentrazione delle ricchezze ( del plus valore), e lo schiacciamento durante le crisi economiche  delle classi sociali, il piccolo borghese verso il basso."


Il capitale è diviso in 2 parti.

La seconda è di economia politica e la prima è filosofia.
La prima è spesso accantonata, perchè ritenuta troppo difficile.

Lo avevo iniziato, e poi l'ho mollato, l'assunto era: l'uomo è feticista.
Non penso che l'uomo sia feticista, lo mollai per questo.
Ho lasciato passare un pò d'anni, ora credo di essere pronto a ricevere il suo messaggio.
Sono pronto alla rilettura.(l'uomo è feticista).

ma tu amico mio parti dalle analisi storiche, come al solito ben documentate. (ti ringrazio sempre per queste note che riempiono il mio paniere vuoto a livello storico).

E mi sembra che per te è una questione meramente di condizioni storiche.

E sono anche d'accordo. (e aggiungo però non bastano per un analisi)

ma io mi riferisco alle questioni private.

certamente sono 2 punti diversi di guardare alle cose.

a mio avviso ovviamente sbagli. (ci insisti troppo sulle questioni teorico-sociali)



La sovrastruttura incide sulla cretinaggine, ma non la giustifica.

E comunque io parlo del saggio, la sovrastruttura lo rende cretino. e' questo il guaio.

Perciò mi permetto di dire che l'analisi dell'uomo feticcio, non basta.

però qua mi fermo, mi manca l'analisi di marx. e non è che io qui nel forum l'abbia mai letta. nè altrove. si parla sempre delle conseguenze, degli attori, ma dell'analisi del feticcio proprio MAI. questo sì che è sospetto!


per quanto l'analisi privata, non devi concentrarti tanto sul metafisico non gerarchico.
intanto perchè l'ho già risolta. e secondo perchè il vero tema è quello dell'amicizia.

Se non vi è amicizia non vi è nemmeno comunità e se non c'è comunità, non esiste politica.

per questo mi sembra che qualcosa non torna in marx. ad oggi mi verrebbe da pensare che il marxista lavori solo con grandi categorie di pensiero, e del privato ne faccia a meno.
questo sarebbe grave, gravissimo, e spiega ampiamente perchè abbia fallito.

e i casi allora sono 2, o lui non ne parla, oppure i marxisti sono tanto idioti che non hanno capito che lui ne ha parlato.

mi sembra strano che non ne parli, perchè sennò cosa sarebbe l'uomo feticcio?

tu ne sai quacosa paul?
#2643
Ciao lorenzo.

La risposta che ho dato è una risposta per un pubblico alle prime armi.

Al maestro piace così. Piace stupire.

Ma andando al punto la legna e la cenere sono solo delle metafore.

Voglio dire possiamo dire veramente che il fenomeno (fuoco) sia l'ente?

O non è forse l'ente che si dà come fuoco all'ente uomo?

E l'ente uomo cosa sarebbe?

In realtà non è così semplice.

Tenendo conto che per Severino il tempo è un ente....la cosa si ingarbuglia ancora di più.

Bisognerebbe leggere il testo che Maral ci ha consigliato.

Essere allievi di Severino, non significa niente.

Bisogna andare alle fonti.
#2644
Ma la dimostrazione non è la vita.

Ossia io ho vissuto la caduta della mela.

Che poi mi inventi che vi sia una legge, induttivamente, quello è altro paio di maniche.

Ovviamente è indimostrabile, perchè basterebbe anche una sola volta che non cade.(la mela)

E nessuno può sapere se questo è già accaduto nel passato o nel futuro

Questo è Hume.

Ma infatti l'induttivo non è il deduttivo.

Il deduttivo è tutto ciò che possiamo dimostrare, come conseguenza logica rispetto alle premesse (assiomatiche).

A me la deduzione non è mai importata un gran che. A me interessano i fenomeni di induzione.

Il dato percettivo, ossia qualcosa che si dà ed è fenomeno, è il salto che nella tua visione non può essere dato.

Ed è il motivo per cui sei costretto a inventarti un dualismo monista: per pragmatismo dici spesso tu. (ossia contraddicendoti)

Ma perchè invece non mantenere l'assunto che è indimostrabile, sì, ma non indimostrabile il percetto in sè?

Negare che il percetto in sè è indimostrabile, non ha senso alcuno.

Non c'è bisogno di dimostrare ciò che percepiamo immediatamente.

Come lo spazio (e il tempo), al massimo posso seguire il fatto che vi sono percezioni primarie e secondarie alla Locke fino alle teorie percettive contemporanee.

Ma non posso ritenere che ciò che mi si dà, sia indimostrabile.

Se non c'è fondamento alla induzione....non esiste filosofia alcuna, concludo.
#2645
Ma la frase di controllo non istituisce la legge.

Infatti dice "quella frase non è gerarchica", è una mera dichiarativa.

Non  esistono altri linguaggi disponibili. E' il grande contributo di Godel - Tarski.

L'unica decidibilità perciò sta nel vero o falso che la frase madre acquista.

La frase madre non può dire io sono una frase antigerarchica, come già detto da Phil non avrebbe senso alcuno.

Ma la frase figlia sì. Il contributo di Godel è cioè che possono esservi frasi vere solo se non sono auto-referenti.

Io non credo che il controllo di verità sia gerarchico. E se lo è, poichè ogni linguaggio è metafisica, allora non esiste metafisica gerarchica.

Ma poichè noi siamo costretti a parlare via metafisica, e la metafisica è il gerarchico del linguaggio, allora sentivo la necessità di trovare un meccanismo di controllo formale delle enunciazioni, che non sono riferite al linguaggio, visto l'ultimo post di Maral.

Ma ripeto non è una legge. Questo 3d non è improntato alla legge.

La legge sono tutte l'insieme delle enunciazioni, e nel forum ve ne sono parecchie.
#2646
Citazione di: anthonyi il 17 Maggio 2017, 12:19:10 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 01:55:29 AM
Citazione di: anthonyi il 12 Maggio 2017, 17:55:22 PM
Con Keynesiano io intendo un'interpretazione che viene proprio dalla Teoria generale, al di là delle revisioni successive.
Comunque mi rendo conto che l'Europa in cui vivevamo prima dell'Euro era un paradiso privo di ogni forma di ingiustizia sociale, io immagino tu l'abbia conosciuta per parlarne con tanta foga.

c'erano comunque le ingiustizie sia chiaro, ma paragonate a quelle di oggi...è incredibile come tutto sia cambiato in peggio (e siamo solo all'inizio).

non intendo come tenore di vita, internet è stato un salto qualitativo che manco ci sognavamo.

intendo di protezione sociale.
oggi se dici protezione sociale ti saltano addosso parlando di carrozzoni statali, di dove prendiamo i soldi etc....

la gente era sicura di trovare lavoro (almeno a Milano).

oggi è un incubo dovrei accettare lavori da schiavo....

la cosa pià assurda è che parlando con amici ventenni, mi parlano che il problema siamo noi, che non scendiamo a patti con gli schiavisti, e che loro, per colpa nostra devono lavorare il doppio.....(ognuno per se fa i propri tornaconti) immaginate le tensioni nelle aziende!

è la guerra dei poveri...è sempre stata la guerra dei poveri.
c'est la vie!




Tra gli anni 70 e i tempi d'oggi c'è stata la Reaganomics, la Tatcher, gli accordi sul commercio mondiale del 1985. L'effetto è stato che circa 4 miliardi di individui sono entrati in un circuito di sviluppo economico, oggi in Cina, India, Pakistan, Bangladesh (So di un bengalese che dall'Italia se n'è ritornato al suo paese perché non gli conveniva più stare qui), Brasile, ... si sta molto meglio di allora.
Si tratta di un'evoluzione che l'Europa ha sostanzialmente subito e gli effetti sono stati una valorizzazione delle posizioni di rendita e una svalutazione del lavoro. Si tratta di un danno locale, oltretutto sanabile con efficaci politiche locali, ma che non è minimamente comparabile con i vantaggi cumulati a livello mondiale.

Non vedo proprio come fai a liquidare l'importanza del danno collaterale, rispetto al livello mondiale.

Tra l'altro il danno collaterale essendo di livello nazionale, se non addirittura multi-nazionale,come possa essere sanabile a livello locale.

Inoltre anche il livello globale è tutto da vedere.

Infatti l'intero medio-oriente è in situazioni barbare.

Per non parlare dell'Africa.

La tua è una visione miope, parziale, e sbagliata in tutti i sensi.
#2647
Certo Giona ma anche Gesù ha parlato agli altri!

E ha camminato con loro!

Nella fede, la frase, gesù è con te, gesù cammina con te....quante volte l'ho sentita.

Dunque bisogna capire non gli altri ma gesù negli altri.

Se io capisco gesù negli altri, allora non è satana che mi chiama, o comunque sia fuori di metafora (per chi non crede in entità esterne) la spiritualità è il messaggio di cristo.
ma è una spiritualità che vive in terra. destinata ai cieli certo. ma che vive in terra.

gesù come ogni induista dice gusta, ma fallo in nome di dio.

Esiste cioè un corrispettivo trascendente. Ovviamente se viene dimenticato.

Se non si fa attenzione alla dimensione del sociale, che il banchetto richiama. allora sarebbe un mero banchettare in testa agli altri. Che mi sa è anche un modo di dire.

la mia idea è che la comunità favorisca col banchetto la trascendenza.

quando facevamo banchetti per fini politici alla fine ci rimaneva una bella sensazione di unione tra le persone.
col passare del tempo, la politica svanisce. ma il senso di benessere che la comunità suscita no.

benessere e unità.

ed è proprio l'unità che suscita la trascendenza.

essendo stato uno yoghi junior, so benissimo come l'unità sia legato all'armonia.

un altra cosa da mettere nel paniere è la musica sacra.

la musica sacra richiama alla spiritualità.

oggi come oggi nella parrocchia si suona la chiatarra, per unire, certo, ma la musica era un altro strumento della spiritualità che è andato o sta andando perduto.

bisogna tenerlo a tutti i costi.....la mia è una intuizione radicale.
#2648
Ma gli assiomi ci sono effettivamente.

Andiamo a sterminarli.


Il primo  «tropo» concerne la discrepanza dei giudizi (diaphonia) rilevabile sia presso i filosofi, sia nella gente comune, a proposito di qualsiasi questione si prenda in esame.

ma per me la mela cade, come per chiunque.


Il secondo «tropo» rileva come, se si vuole risolvere una questione, occorra addurre una prova: ora, nessuna prova si rivela esaustiva: ogni prova ha bisogno di un'altra prova, e, questa, di una ulteriore prova, e così si cade in un processo all'infinito.

non ho bisogno di ulteriori prove che la mela cade, in quanto la mela è per me caduta.



Il terzo «tropo» chiama in causa la relatività, evidenziando come ogni oggetto appaia in un certo modo solo in relazione al soggetto che lo giudica.

appunto a me la mela è caduta


Il quarto «tropo» mostra come i filosofi dogmatici, per tentare di sfuggire al processo all'infinito, assumano i loro principi primi senza dimostrazione, pretendendo che essi siano immediatamente degni di fede.

non sapevo che la mela cadeva, ma è caduta.


Il quinto  «tropo» riguarda il «diallele», che si verifica quando, per voler dar ragione della cosa ricercata, la si presuppone dalla ragione stessa che si adduce per spiegarla, o, meglio ancora, quando la cosa che si assume per spiegazione e la cosadi cui si vole dare spiegazione hanno bisogno l'una dell'altra.

ma io non cercavo niente, la mela è caduta.

ossia il topic parla di deducibilità, e l'induzione essendo deducibilità, assume che se esiste almeno una induzione vera, allora la razionalità è vera.

Sul fatto poi che la razionalità non sia solo deducidibilità con me sfondi una porta aperta!!!

Ma il 3d è un 3d sulla deducibilità.
#2649
Non conosco Russel.

Però aspetta dammi ancora una mano.

 cit Phil
"che però non è riferito a nessun soggetto sintattico differente dalla frase medesima: la denotazione di "questa frase" va in cortocircuito poiché contiene se stessa (è una frase vanitosa che dice narcisisticamente "non sono gerarchica!" autodefinendosi, ma senza dire altro-da-sè, come fanno invece le frasi sensate...). "

Allora anzitutto vediamo di riscostruire il senso di questo 3d.
Ottenere un linguaggio di controllo.
Ossia il referente del linguaggio di controllo è la metafisica.(non è se stessa!)
Ossia essendo il referente della metafisica il soggetto "io" è un controllo su chi parla.

Dunque l'io non può dire questa frase è vera. Deve essere un soggetto esterno.
Ma siccome il soggetto esterno è gerarchico allora deve essere una frase.

La frase per quanto strano sia suona così  io dico la verità in quanto non sono gerarchico.

se la frase è vera bene, se no stai facendo metafisica cattiva.

 cit Phil
"qualcosa è gerarchico o meno, vero o meno, eppure nella frase che citi manca il referente del senso, perchè c'è solo auto-referenzialità (che gira a vuoto su se stessa come un ingranaggio che non sia connesso ad un altro). E' un po' come affermare "questa battuta non fa ridere", dove con "questa battuta" devo intendere un'altra affermazione, altrimenti il senso implode nell'autoreferenza (nè vera nè falsa) e non c'è in fondo nessuna battuta (e qui neanche Russell e la sua "teoria dei tipi" possono giungere in aiuto...)."

Nel caso analogo la frase questa battuta, non è la frase stessa, ma un altra battuta.

Se la battuta fa ridere allora la frase "questa battuta fa ridere" è falsa.

Si tratta di metacontrolli. O sbaglio?
#2650
x davintro


cit davintro
"Io direi che la filosofia, quando coltivata in modo serio e rigoroso, è una scienza, e una scienza che pensa, e lo fa in modo radicale. "Pensa" perché in grado di fare autocritica, mettere in discussione, stabilire i fondamenti, della conoscenza, della validità dei suoi metodi, dei limiti e possibilità di un certo metodo nell'elaborare una visione razionale della realtà."

Ne sto già parlando con Paul e Phil, e continuo a non capire cosa c'entri la gnoseologia con la filosofia critica.

cit davintro
""Pensa" nel senso che mira a individuare i fondamenti, le strutture apriori e necessarie della mente soggettiva della conoscenza, e ciò permette di  criticare e rendersi conto degli aspetti dei fenomeni del mondo oggettivo riferibili alla nostra particolarità soggettiva, quindi non razionalmente fondati."

Ma se è vera la prima parte, non capisco come possa essere falsa l'ultima.

Infatti per me la particolarità soggettiva è ampiamente razionalmente fondata.

E' sul fondamento (e dunque sull'originario dell'io) che infatti si basa tutto il mio modo di far filosofia.

cit davintro
"Tale consapevolezza presuppone un approccio riflessivo, nel quale il soggetto della conoscenza riflette su se stesso, distaccandosi dal flusso dell'esperienza esteriore, esperienza esteriore, che delimita invece l'ambito delle scienze empiriche (compresa la psicologia, quando non segue un approccio fenomenologico, ma mutua i modelli epistemici delle scienze fisicaliste) e che impedisce loro di prenderne le distanze e valutarne criticamente i presupposti, che quindi impedisce loro di godere della radicalità del pensare."

Sono d'accordo totalmente.

cit davintro
"La riflessione sulle scienze è sempre una riflessione filosofica. E una volta individuati i fondamenti dei vari modi di relazionarsi dell'uomo alla realtà credo che il piano epistemologico-teoretico e quello dell'azione performativa rivolta al sociale non  possano essere scissi, dato che l'azione è sempre determinata anche dal tipo di razionalità attraverso cui pensiamo di legittimare la nostra visione del mondo."

Non capisco, a me sembra una contraddizione lapalissiana. (ancor più poichè ritieni che la soggettività singola sia non razionalmente fondata, al contrario mio).

Se l'uomo trova l'unico modo di relazionarsi all'altro nella tecnica, come ci ha insegnato Heidegger.
Allora sarà un uomo che dimentica chi è. E che dunque si ridurrà al suo aspetto tecnicistico e quindi nichilistico. Dominazione della natura, e dei corpi.
(cosa sotto gli occhi di tutti, se fossero un minimo attenti).

Sono d'accordo che esiste un tipo di razionalità determinata, ed è quella del linguaggio.
Credo che il linguaggio non sia la tecnica. O meglio lo è, ma ha una possibilità di mutazione e di possibilità che la natura non ha. Probabilmente la tecnica umana è il linguaggio stesso.

Invece tu, Phil e Paul mi parlate di episteme. Come se esistesse un episteme.
Ma a mio parere ha ragione Severino. Io lo dico così: l'episteme è l'oggetto in sè kantiano, ossia è quella parte "dura" della natura che l'uomo non riesce ad annichilire MAI. La costruzione percettivo fenomenologica umana, è una riduzione ingenua. Non solo di chi siamo ma anche di che cosa ci circonda.
Ovviamente questo non toglie nulla alla tecnica vista come Gestellen, l'uomo si ambienta e crea mondi a lui sostenibili, o meno, visto le sue caratteristiche annichilenti.


cit davintro
"Non direi che una filosofia che voglia essere primariamente politica debba ripudiare il suo carattere teoretico e scientifico, "

Non ho mai detto che la filosofia debba essere necessariamente politica.
E' sul suo discostamento che invece conto, sulla sua capacità critica alla tecnica.
Una politica senza pensiero critico sulla scienza, diventa meramente scienza.
La volontà di potenza umana, che è la scienza, vuole abbattere ogni forma di contrasto a se stessa, la scienza sostanzialmente vuole distruggere la natura, dominandola.
Sia chiaro la scienza siamo noi, sono io.

Il discorso che si forma è così ad alto tasso schizofrenico.(non basta certo un forum per darne conto, non questa volta).

La domanda è una sola. Io mi guardo intorno e vedo 3 cose.
Microclima. Virus Aureo. TBC incurabile. Disoccupazione.
Non ho bisogno di altro. La scienza non pensa, e fa propaganda.
Dunque non mi rimane che essere contro la scienza.
Essere contro la scienza, è politica. In un tempo in cui la politica sociale è morta, rimane politica di resistenza.

Sto dicendo dunque che sono 2 cose separate. La filosofia e la resistenza.

Ora questo non c'entra niente con la filosofia in sè (come già detto)

l'atto della filosofia è solo teoretico, la sovrastruttura certo la informa e la politica che esce dalla filosofia (necessariamente, altrimenti siamo dei cinici imperiali) deve stare attenta.
la generalizzazione è ottusità, deve essere giudizio particolare sulla universalità come detto da Preve.
Mi basta vivere per sapere se la scienza mente o meno.

cit davintro
"ma porre tale carattere come guida dell'elaborazione di un dover essere" mirante al bene comune."

Non esiste alcuna filosofia che mi debba dire cosa DEVO essere. Grazie a DIO.
Io sono quello che divento.
In compenso la scienza decide cosa io non avrei mai voluto diventare...questo sì!

Non è il bene comune a cui deve mirare, ma a garantire la possibilità di socializzare.

Socializzare con consapevolezza, se dobbiamo mirare al bene comune verrà solo dopo.

E probabilmente avverrà senza bisogno di ideologie aberranti, perchè oggi come oggi nessuno vuole che il proprio bene sia comune.
E' psicologia. Siamo molto lontani dal "vero" amico Davintro.
Le ideologie sono morte da tempo in virtà della menzogna che si portavano addietro.

cit davintro
"Chiaramente, una volta che ci si rassegna all'impossibilità di un discorso razionale sulla metafisica (metafisica che secondo me coincide pienamente con la filosofia), rassegnandoci all'egemonia culturale degli orientamenti culturali improntati al nichilismo e allo scetticismo, la filosofia perde il suo tratto peculiare, e allora non ha più senso chiederle di intervenire nel sociale e nel politico."

Sulla parte "destruens" siamo d'accordo.

cit davintro
"La filosofia ha il diritto-dovere di entrarci, ma restando se stessa, con i suoi fini, la sua metodologia, non imitando altri saperi o altre formae-mentis."

si ma forse non ti rendi conto che hai deciso tu quali sono i fini (il bene comune?) e la metodologia (la gnoseologia?)

io attendo, frattanto paul fa finta di niente...attendo ora te davintro sul perchè dello gnoseologico...abbiamo tempo!

cit davintro
"Altrimenti è più sensato e coerente lasciar stare, ammettere la non costruttività della filosofia, lasciandola chiusa nella "torre d'avorio" e relegare la politica al pragmatismo che riduce tutto alla frenesia dell'azione, al "fare per il fare" precludendosi di godere di un'ispirazione teorica, che attribuisca al "fare" delle finalità ideali-regolativi e una razionale valutazione dei mezzi, non lasciandolo alla cecità, oppure al limitarsi a porre come obiettivi la spettacolarizzazione dell'azione e la conseguente acquisizione del consenso delle masse, sempre inevitabilmente effimera, cioè la demagogia."

E' uno strano aut-aut il tuo. come quello di maral, ed è dovuto ovviamente al sistema paranoico in cui siamo calati.

Comunque sia NO! ogni costruttivismo della filosofia è una cattiva metafisica, e ogni discorso sull'inutilità della azione è una cattiva metafisica.

Il costruttivismo perchè nelle sue stesse istanze, nel suo stesso volere, nel suo impianto politico, a cui vuol giungere, è la negazione del soggetto.
Il che è paradossale, e uno dei tanti ghirigori della filosofia analitica.

ciauzz
#2651
x maral

cit Maral
"Mi sento sempre a disagio a sentire Preve, soprattutto se intervistato da Fusaro, non capisco dove intenda andare a parare. Prima attacca Negri perché troppo globalista, poi Benoist per il motivo opposto"

Certo perchè in Benoist lo stato non è una costruzione dei processi di produzione come in marx o hegel, ma un soggetto giuridico.
Per la sinistra lo stato è il frutto di una evoluzione storica economica, per Benoist è il frutto di un contratto sociale.

Ma la protezione dello stato e del diritto alla contrattualità sociale, è ben più radicata in Benoist, che fa resistenza, rispetto al socialismo reale che demanda ad un futuro immaginario e utopico il ribaltamento del rapporto schiavo-padrone, di fatto PERMETTENDO al padrone di govenare liberamente.

In questo momento storico la destra (sebbene populista) è molto più consapevole a livello di contratto sociale, rispetto al lassismo di sinistra. (ampiamente bucata dalle istanze liberali del capitalismo).

cit Maral

"Questi post marxisti (pseudo sinistra della post sinistra) li trovo così insopportabili!"

Ah Ah non li sopporto nemmeno io!!! deve essere qualcosa legato al ricambio generazionale!!

Ma con uno sforzo si può cogliere qualcosa.



cit Maral
"Direi che l'individuo è il prodotto singolare di prassi collettive, una differenziazione minima, ma proprio per questo non può essere semplicemente riassorbito nelle prassi collettive, dunque le perturba con la sua minima presenza stabilita in rapporto a un altro che mi determina negandomi."

Certo

"E' da questo rapporto che sorge il problema morale che diventa etico nel momento in cui tra me e l'altro, compare un altro ancora, l'altro del mio altro che non sono io."

E qui iniziano i guai, perchè quel "altro" che non è il mio altro, è il "GRANDE ALTRO".
E per inciso NON esiste.

cit Maral
"Solo a questo punto il problema morale diventa etico, ossia sociale. Bisogna essere almeno in tre per entrare in società:"

Ti fermo, perchè è proprio questo l'errore metafisico!

Noi non abbiamo affatto bisogno dell'altro dell'altro, in quanto l'altro dell'altro DEVE essere necessariamente il cerchio.
Ossia ciò che mi permette di sussistere. Senza metafisiche aggiuntive.
IL GRANDE ALTRO è l'errore macroscopico da cui si dipana la genealogia dell'essere uomo: la metafisica dei discorsi.

Ma appunto DIO è morto....prendiamone atto una buona volta!

cit Maral
"Il problema che il filosofo a questo punto dovrebbe cominciare a porsi è in quale posizione viene a collocarsi con le sue pratiche (che ovviamente sono pratiche, ossia metodi, di pensiero ereditati da una tradizione immensa)."

Ma attenzione alla paranoia amico Maral! nessuno ci vieta di esimerci da quella tradizione.

Il giochino del pensiero unico (del da te odiato, e pure da me ,Fusaro) è proprio quello. Farci credere che non possiamo esimerci.

Ma ogni individuo filosofo o meno, fa politica. Compreso il suo tacere.

cit Maral

"La filosofia può ancora avere una funzione educativa verso la comunità, o serve solo a intrattenerci?"

E' uno stano aut-aut ovviamente paranoico.

Comunque sia la filosofia NON deve educare , nè intrattenere alcuno.

la filosofia è la capacita di giudizo, è al massimo qualcosa che ognuno può evocare.
E' un fantasma. (ok futuro 3d da aprire....)

cit Maral
"Con quali strumenti può risultare ancora credibile in un mondo dominato dal pensiero scientifico che ha ovviamente intenti ben diversi da quello filosofico? "

La scienza è quello a cui approda la filosofia, deve solo accorgersi di essere metafisica.

O meglio non se ne accorgerà MAI, perchè NON PENSA.

La scienza è un falso problema. (Ma è pur sempre un grave problema politico.)

cit Maral
"Certo, è accattivante l'idea del diritto della filosofia al giudizio qualitativo sul "generale discorsivo di una comunità", ma in che modo può rendere oggi credibile questo diritto agli occhi della comunità stessa, fuori dal suo ambito sempre più ristretto e in disfacimento, nonostante la grandezza seducente e mirabile del tramonto? "

Mi sembra che ne sto parlando, ho comunque iniziato a parlarne, ci sono anche le proposte di paul e davintro. ne cito 2 perchè mi interessano. ma ce ne sono altre sotto traccia.

Certo che se ci fissiamo sull'idea del tramonto...non andiamo da nessuna parte.
Ripeto è paranoia.

Ti ripeto non  esiste qualcosa come LA COMUNITA', il GRANDE ALTRO.

Esiste un insieme di individui che fa la comunità.

La comunità è una produzione, è un lavoro. Delle singolarità. Come avevi anche tu ammesso come inizio del discorso.

cit Maral
"O certi filosofi pensano di potersi prendere questo diritto punto e basta? "

Semplicemente i filosofi sono gli unici che possono fare comunità consapevolmente.

cit Maral
"Erano domande già problematiche ai tempi di Platone, il fondatore insuperato della filosofia politica (ammesso che la filosofia sia mai uscita dalla questione della polis, della comunità umana), figuriamoci oggi."

E oggi rimangono problematiche. E allora? A meno che tu paranoicamente rinunci all'analisi ancora prima di provarci....

cit Maral

"Perché a questo punto le prassi le sentiamo paranoiche?"

Amico mio spero di non scandalizzarti se ti dico che tu le senti paranoiche.

Le prassi in sè non sono paranoiche, in quanto sono mero lavoro.

La paranoia è il discorso sulle pratiche.

cit Maral
"Qual è la responsabilità proprio della filosofia in questo?"

La responsabilità è nel giudizio particolare sull'universale di queste pratiche.
(ossia sul suo discorso)

Ossia nella errata analisi di chi siamo.

cit Maral
"Della sua pretesa educatrice fallita fino a rendere "impossibile pensare"?"

Non so se il fallimento dell'educazione metafisica abbia portato la fine del pensiero.

Diciamo che l'educazione stessa è stata fino ad oggi parte di quel problema sulla menzogna, che monta da secoli a questa parte.

cit Maral
"Di sicuro il problema morale e soprattutto etico (quello del menage a troi) sta nel linguaggio"

questo sì amico mio. questo è un problema gigantesco.

perchè il linguaggio rientra di diritto ad essere il vero ALTRO, quello per cui non ci sarebbe modo di alcuna comunità, e aggiungo io, di alcun "io".

Il problema non è della comunità ma del linguaggio, anzitutto.

per questo ho aperto al metafisico (ogni linguaggio porta con sè il metafisico, perchè il linguaggio è un simbolo, è il legame stesso) come non gerarchico!

cit Maral
"Ci vorrebbe una filosofia che fosse ancora capace di farcela sentire questa verità che conferisce potere ai senza potere, di mostrarla, senza predicarla però. "

Certamente! se intendi il mostrare qualcosa di slegato a dire se è vero o meno, che sarebbe la pre-dicazione!

cit Maral

"Ci vorrebbe più che altro La capacità di un gesto filosofico, più che di una teoresi. "

Bisogna essere sinceri, il gesto della filosofia è la sua teoresi!  :-[

Su questo vorrei che ci confrontassimo dopo le vacanze.

cit Maral
" Chissà, forse una conquista del gesto potrebbe ancora riscattare la filosofia dal suo fallimento epocale, un gesto che sappia solo indicare la postura per la verità che può reggere una comunità di individui diversi nella loro uguaglianza; riuscire a convivere per vivere meglio, malgrado tutto quello che ci somministrano i nuovi verdurai, quelli che hanno potere."

Appunto mostrare senza decidere per essi. Ossia fare filosofia.

E' quello che da anni stai facendo anche tu...va tutto bene Maral!! ciauz!!
#2652
x paul

cit Paul
"Ciao Green,
Se mi è un poco chiaro ciò che interpreti della filosofia del passato non mi è chiaro come interpreteresti una filosofia attuale o del futuro:con quali chiavi di lettura?"

Ciao Paul

Si lo so non è di facile lettura (anche se a me pare chiarissimo ;) )

Torniamo alla dialettica del discorso. Torniamo a noi.

Allora innanzitutto si tratta di provare a mettere un tavolo di discussione.
Cioè di connotare il nostro linguaggio.

Ci riprovo anche se in passato questa cosa sembra non funzionare mai.

(in quel caso è un altro bel post a vuoto, a perdere, ma mi sta bene lo stesso :) )

Mi chiedi quale sia l'ermeneutica di lettura.
E' strano perchè ne parlo quasi ad ogni post. Si tratta del soggetto.  ;D
La chiave di lettura è di "cosa sia questo soggetto." Alias "chi parla? chi sta effettuando il discorso? chi ha la chiave di lettura??? l'attenzione prima ancora che essere sulla lettura o sul discorso è da chi parte l'azione."

cit Paul
"La politica in sè e per sè non è filosofia, così come la pratica non è la teoretica."

Infatti. Tu però mi facevi dire che la filosofia deve unirsi alla pratica.
Mentre per me la filosofia deve essere protetta dalla politica.

cit Paul

"Qualunque "grande pensiero" anche politico ha quanto meno un'analisi,Tutte le ideologie le hanno,giuste o sbagliate o che ciascuno ritenga.""

E tutte le analisi tentate finora sono state sbagliate. ;)
E' la qualità dell'analisi in discussione.

cit Paul

"Già allora avevano capito che nonostante l'operaio inglese(è un esempio) fosse nel capitalismo più avanzato e imperialistico di quel tempo, la sua cultura è tipicamente opportunistica e filo piccolo-borghese:non potevano essere rivoltosi e rivoluzionari."

E dunque perchè hanno continuato?   >:(

cit Paul

"La storia ha dato loro ragione."

Non mi sembra proprio.  :-[

cit Paul

"Se non c'è alle spalle una seria analisi sulle strutture sociali che la compongono e come le dinamiche agiscono sugli strati e formazioni delle classi sociali e sul gradi di coscienza di classe, se non c'è ripeto questa analisi è inutile fare pratiche inutili ."

Infatti l'analisi era sbagliata. Inutile andare avanti, cosa che invece non si è ancora capito.
Non esiste qualcosa come "classe sociale". Era l'idea stessa: errata di base.

cit Paul

"se gli indvidui non socializzano fra loro i problemi e identificano le loro individualità in classe sociale con necessità e bisogni. Mancano le condizioni e la coscienza sociale."

Infatti! è quello il punto Paul, "come mai la gente non socializza?"

cit Paul

"Ma questo è il politico che costruisce le sue basi culturali su fondamenti storici universali."

Come fanno ad essere universali se non esiste qualcosa di particolare come la gente che socializza in vista dei suoi beni essenziali? (insisto)

cit Paul

"Oggi non c'è più questo fare politica, oggi non c'è più quel fare filosofia. Perchè sono mutate le condizioni, le strutture e le sovrastrutture storiche delle prassi e i filosofi pragmatici guardano alla finestra a massimo scuotendo la testa"

Non è un mio problema se i pragmatisti diventino cinici.

Non c'è più la filosofia di sinistra perchè ha fallito.

Grazie a Dio ha fallito!

Ma la domanda che conta è quella che hai fatto prima.

E' più rilevante in chiave filosofica! piuttosto che imbarcarsi con un salto iperbolico sulla questione delle sovrastrutture. Non credi?

cit Paul

"I filosofi attuali ritengono obsoleta la metafisica tradizionale, come mi sembra anche tu."

Certo!

Sarebbe ridicolo non farlo.  ;D

Però per capirmi aggiungi queste 2 cose

1. siccome l'uomo passa per il linguaggio, l'uomo passa sempre dal metafisico. (se mi capisci su questo vai avanti se no attendi che apro un 3d adeguato).

2. l'uomo necessita di un nuovo metafisico, con controllo meta-linguistico antigerarchico.
(appena risolto)

Se non capisci nessuno dei due punti, fermati pure, torniamo alla mia domanda "come mai non socializzano?" e torniamo a discuterne in forme diverse dalla mia.

cit Paul

"va bene. Datemi l'alternativa che sappia dare una chiave di lettura universale, che sappia dare senso alle migrazioni, alle sovranità nazionali e monetarie, alle guerre in medio oriente, ai job act sul lavoro alle spiritualità individualistiche, alle frammentazioni sociali?"

E' il signoraggio. Paul, ancora non lo hai capito?

Ma la domanda filosofica susseguente (non ancora posta) sarebbe come mai c'è bisogno del denaro (circolazione del denaro) per far socializzare la gente???? (sono al lavoro con i lavori di luigi ferrari e andrea tagliapietra)

Questo ci fa tornare alla domanda di prima. Non si scappa. O meglio uno può anche scappare e ridursi in schisi, in stato paranoico.

cit Paul

"Il potere culturale  e delle pratiche oggi è in mano ai senza -dio, ai pragmatici, ai cinici, agli scettici."

Infatti l'ho già scritto sopra! Il potere è in mano ai cani dell'impero, ai cinici, che vuol dire proprio cane! Peccato che della cultura il signoraggio ci si pulisca il c***.

cit Paul

"Oggi il filosofo ha molto meno quello status culturale di autorevolezza di un tempo per consigliare le prassi."

Ma l'educazione è la peggiore delle metafisiche, firmato Nietzche, quindi è un giudizio DOC!

cit Paul

"Perchè la tecnica, il capitalismo ha ruolificato e dato stipendi e salari, "vendendo" come merce di scambio anche il pensiero."

Fatti loro.

cit Paul

"Il saggio consigliere del re oggi è il consulente del CEO della Goldamn Sachs che partecipa invitato al Bilderberg. Oggi tutto ha un prezzo."

Chiamasi economia, non ci vedo un gran problema. Non è l'unica economia.

Ma questo non c'entra niente con la domandina da cui eravamo partiti.
Non trovi?

Al massimo ne parliamo e ne stiamo parlando nel 3d economico.


ciao!!!
#2653
Sto ragionando che in effetti non si può dire la frase se i ragionamenti sono viziati in partenza.
Perchè è inconsistente come frase.

Dovremmo dire "tutti i ragionamenti sono viziati in partenza."

Ma allora se fossero viziati, sarebbe sempre vero che ogni deduzione è sbagliata.

Ma se troviamo anche un solo caso in cui la deduzione è corretta, allora la frase è falsa.

Allora io dico : Se lascio cadere una mela va per terra.

Nel caso esista anche un solo caso in cui la mela cade, allora la frase è falsa.

Dunque la mela cade, e dunque la frase è falsa.

Ma se è falsa per il principio del PNDC allora non può essere vero che la frase "i ragionamenti sono viziati in partenza".
#2654
Stavo ragionando sulla moto rotatorio di due universi come dimostrato da Godel.
(vecchie lezioni di odiffredi su godel in uninettuno)

Dunque non è una mera questione di secondi, se viaggio in particolari condizioni fisiche, come descritte da Godel, allora effettivamente io posso anticipare la caduta del fulmine prima che la caduta del fulmine avvenga sul serio. Addirittura posso tornare all'infinito in ogni singolo momento del caduta di quel fulmine.

Indi per cui o è vero che il tempo sia una curvatura spaziale, oppure bisogna aggiungere qualcosa d'altro per impedire il paradosso.
#2655
Stavo ragionando sul teorema di Incompletezza di Godel, ossia su quello di completezza di Carnap, come spiegato nelle vecchie lezioni uninettuno da Odiffredi.

Il liguaggio modale non può essere dimostrato, vedi Tarski.
 
MA dunque il discorso di verità non può essere all'interno di alcuno meta-modello linguistico.

Se la verità di ogni logica riguardo un altra logica, riguarda meramente il suo carattere di verità stessa allora sarà meramente una enunciazione.

Allora l'unico linguaggio di controllo possibile sul discorso gerarchico, è quello delle tavole della verità di Carnap.

Si tratta dunque di costruire meramente un discorso con una serie di enunciazioni standard di non gerarchia.

La cui unica frase in fin dei conti è "questa frase non deve essere gerarchica".

Credo che il problema sia risolto.    :) 

Ossia ogni discorso non deve essere gerarchico.

Nb

rileggendo il punto di Phil qualche post fa, dunque il problema non è tanto nella dicotomia, quanto nel mettere al suo interno un altra dicotomia che riguarda se quel vero o quel falso siano effettivamente vere se spostate nel linguaggio di controllo.