Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - green demetr

#2641
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
07 Settembre 2017, 10:43:16 AM
cit Paul

Altro aspetto ancora è la relazione fra domini.
Quando Carlo, dici che "il principio di complementarietà" ancora ti sfugge nella fisica, è perchè cerchi di  dimostrare che questo principio è "universale". Un "assoluto" è un principio universale che relaziona forma e sostanza ,ma ancora relaziona i domini diversi ,Il linguaggio non è il mattone, ma il cemento la malta che tiene insieme i mattoni.


Ciao Paul, scusa se mi intrometto, ma questo periodo non l'ho capito io  :P

Premesso che devo leggere ancora il topic di Carlo sulla complementarità fisica.
Premesso che anch'io sono d'accordo che L'Archetipo ha funzione dall'alto verso il basso.
E che il basso è il lavoro che ritorna all'alto, che ri-funziona verso il basso etc..
E infine premesso che a mio parere è questione psichica extra-soggettiva, e non fisica.
Ma accettando che esista questa unione fisico-spirituale.

ORa La domanda (che rispetto alle premesse forse è un pò secca, ma testimonia solo che per il resto ti ho seguito, e concordo in linea generale).  ;)

La assolutezza è dunque un principio: ma NON ho capito se è un principio FISICO o come presumo visto lo svolgimento è un principio LINGUISTICO?
#2642
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
07 Settembre 2017, 10:17:41 AM
Citazione di: Phil il 06 Settembre 2017, 17:25:36 PM
@green demetr
Abbozzo risposte sintetiche, ma su ognuna si potrebbe fare una tesi di laurea  ;D

Citazione di: green demetr il 06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
Epperò siamo così sicuri che l'interazione tra i diversi livelli sia così tranquilla?
Veramente ogni livello della tabella accetta tranquillamente quello precedente?
Nessuna tranquillità: ogni livello aggiunge complessità, possibili errori (logici o contenutistici) e deve rendere conto sempre di più fattori sottostanti... il livello sottostante sollecità il sovrastante, ponendo questioni che il sovrastante deve tentare di risolvere senza schiacciare il sottostante e senza sostituirsi ad esso... se l'architettura teoretica non è solida, si può arrivare al punto in cui tutto va distrutto e si deve ricominciare dal piano terra (ma possono anche essere calamità esterne a far crollare il palazzo  ;) ).
Chiaramente, il punto critico (in tutti i sensi) è proprio il passaggio da un livello all'altro.

Citazione di: green demetr il 06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
La tabella si legge dal basso vero l'alto o viceversa?
Dal basso "testuale" (meta-discorso) verso l'alto della prima riga ("mondo fisico") per controllare la fondatezza e la coerenza dell'ingegneria metodologica; dall'alto verso il basso, per controllare la comunicazione fra i piani e la completezza. Per verificarla nel suo complesso, invece... bisogna fare su e giù con l'ascensore! ;D

Citazione di: green demetr il 06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
E sopratutto dove sta il soggetto? a quale livello?
Il soggetto è trasversale, o meglio, è la colonna portante che attraversa e raccorda tutti i livelli: dal mondo fisico (da non sottovalutare, come ci spiega la linguistica cognitiva) a quello più meta-concettuale interpretativo.


Concordo assolutamente con la prospettiva che hai indicato.
Anzi mi complimento per la succinta ma intensa descrizione che ne hai fatto.


Anche nella mia prospettiva il meta-discorso sta all'inizio della tabella.
Rimane aperto il mio Topic sulla necessità di una non gerarchia, in effetti la soluzione che ne davo, e cioè che bastava rispettarne l'assunto, non torna a livello logico, per via di un paradosso che non conoscevo, che spezza anche la logica dei Vero - Falso.
A questo punto direi proprio che la logica salta.

Rimane dunque sempre e solo il soggetto che si fa carico di tutti i piani della tabella.
Forse hai esagerato, perché sennò salta la distinzione mappa-territorio.

In effetti è un cruccio dei nostri tempi la questione gnoseologica e la questione percettiva.

Da bravo Hegeliano mi sembra una gran perdita di tempo comunque. Percepisco dunque conosco, per dirla in breve.

Mi sembra che il soggetto non possa fare altro, anche volendo non può sostituirsi al territorio (fisica quantistica etc.).

Diversa cosa per le mappe, là veramente è in atto una guerra, che coinvolge il potere invisibile come dice Sini, ossia le tendenze storiche.
Ossia la mappa della Doxa sostituisce le mappe singole, in una inversione della questione antica della Verità.
La verità non soggiace alla onticità della cosa, ma al suo uso (e consumo).

Questo proprio perchè la Doxa è il meta-discorso, che indirizza e segnala l'intera tabella, sociale.

E' solo a questo punto che si apre il discorso ideologico o utopico.
Quello ideologico completamente schiavo della Doxa e quello utopico sovrastato dal fantasma di controllo mimetico della stessa ideologia.
Perciò ha ragione Fusaro a parlare di pensiero unico.

Dove a questo punto risiede la libertà di essere o non essere?
Anzitutto andrebbe rifondata la parola libertà sulla scorta del meta-discorso.
La libertà non è la naturalità della scelta fra bene e male come insegna Nietzche.
E' invece un discorso che si impegna nella costruzione di un soggetto che tende a esplorare la potenza del Pensiero.
Uno sperimentare le possibilità relazionali, al netto del peso della Storia (e del suo DIO).
Possibilità relazionali, culturali, scientifiche, in realtà c'è molto di più.
La liberazione è quindi e concordo con te, nel fare attenzione a rispettare la mappature e ancor di più le mappature altrui.

Cosa difficile, per chi come me sente al collo lo spirito ansante della scienza, l'ultimo genita del mostro cristiano. (colpa-espiazione-salvezza).
Sopratutto perchè l'espiazione è l'estinzione del Pensiero.

Giusto per aggiungere qualcosa alla famosa tesi di laurea  ;)
#2643
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
07 Settembre 2017, 09:45:33 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 06 Settembre 2017, 13:00:02 PM
Citazione di: green demetr il 06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
Dunque non esistono mappe che aderiscono al territorio, perchè il territorio è quello che viene deciso dalla mappa.

Ogni affermazione sulla realtà è una mappa. E questa tua affermazione-mappa: <<non esistono mappe che aderiscono al territorio>>) aderisce al territorio? Oppure hai arbitrariamente deciso tu qual è il territorio?
Tutte le mappe sono arbitrarie, tranne la tua?
Non sono domande retoriche; gradirei una risposta logica.

;D  Guarda che quella è la posizione del PNL non la mia! per me esistono mappe ed esiste il territorio, ci mancherebbe!  ;)
#2644
Citazione di: Angelo Cannata il 05 Settembre 2017, 14:01:35 PM
Una volta che quindi 1) il controllo è necessario, inevitabile, affinché si dia giudizio analitico apriori degno di questo nome, e 2) considerato che da tale controllo scaturisce inevitabilmente un giudizio sintetico a posteriori, ne consegue che non è possibile produrre giudizio analitico a priori che non comporti in se stesso un giudizio sintetico a posteriori. In altre parole, un  giudizio analitico a priori non può fare a meno di basarsi su un giudizio sintetito a posteriori, perché altrimenti manca il controllo.
Ma il giudizio sintetico a posteriori non garantisce certezza.
Ne segue che il giudizio analitico a priori non può fare a meno di basarsi su un giudizio che è incerto.

La certezza non risiede nel giudizio a posteriori, ma nella purezza del giudizio stesso.

Ossia formalmente (per questo ritengo Kant un formalista di base) e per induzione, La Ragione ammette a se stessa, che esistono delle forme tramite le quali noi acquisiamo i dati empirici di certezza.

Queste forme sono gli apriori, cioè qualità che vengono prima del soggetto razionale.

In questo senso hai ragione Angelo il soggetto è vittima del suo mondo fenomenico e non può uscirne. Ma neppure negare.

E' il problema fondamentale che con il mio amico kantiano abbiamo fissato, e cioè come queste forme apriori o meglio ancora come L'Oggetto (esterno alla percezione) possa essere correttamente dimostrato.

Infatti l'apriori non giustifica l'Oggetto (il das Ding).

La cosa che mi irrita di Kant, ma per cui inevitabilmente non lo si può non stimare, è che egli ha costruito un mondo fenomenico totalmente soggettivo, e perciò altamente problematico, sulle questioni più ardue, come quelle dell'estetica.


#2645
La frase "io amo la filosofia"

Come può essere verificata dal PDNC?

La terra è rotonda? A me non sembra.

E' vagamente rotonda.

Cosa vuol dire la parola "vagamente"?

Mi sembra che tu ponga troppa attenzione su una questione che in fin dei conti è centrale, o è stata centrale nella tua vita.

Ma la tua vita non è la vita degli altri, amico mio.
#2646
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
06 Settembre 2017, 11:27:18 AM
Scusate ragazzi. ieri su note a parte ho risposto a parecchie questioni, che suppongo siano rimaste in sospeso.
Ero arrivato alla risposta 21.
Domani leggo il resto. Risposte ad Angelo, Paul, Carlo, Paul e Philip.

Ciao Angelo 

Il problema temporale non vedo bene cosa c'entri con il nostro topic.  ;)
Comunque non è che Kant non abbia ragionato sul tempo e sullo spazio.
Vi sono diverse teorie, quello che ritengono che il tempo sia il risultato di una spazializzazione.
E quelli che ritengono che sia la spazio una temporalizzazione.

Mi fido del mio amico Kantista, e dico che per Kant il tempo è una intuizione e perciò un apriori, su cui si apre la dimensione spaziale delle conoscenze.

In generale non riesco a capire l'importanza di spiegare quello che conosciamo, da bravo Hegeliano per me i dati che abbiamo sono semplicemente sensori, tutto il resto è una invenzione linguistica sia il tempo, che lo spazio.
Non è che noi conosciamo cosa sia il tempo. ;D

Detto questo, il problema che affronti mi sembra quello che piace anche a Sgiombo, ossia l'argomento humiano, della non certezza delle rappresentazioni o sensazioni che si voglia.
A me paiono sciocchezze. Io so benissimo cosa percepisco (il vero problema è come relaziono quello che conosco). ;D

Per quanto riguarda il breve accenno ad Heidegger, l'uomo confonde il suo esistente temporale, con quello dell'essere assoluto.
Per Heidegger comunque vi è la certezza dell'esistenza dell'Essere, per via della domanda stessa su Dio. (a mio modo di vedere riprendendo l'argomento di Anselmo). La domanda per Heidegger comunque testimonia del Pensiero non di Dio.
E' la domanda sull'origine che invece apre la strada a Dio.

In questo senso l'aporia che i linguisti gli rimproverano, è la stessa che H. rimprovera ai linguisti, che non capiscono di essere dentro al pensiero, e non fuori, come l'ennesimo deus ex machina, ossia la fantasia di potere dell'uomo linguista in generale.



x Paul

cit "Non c'è nulla di più metafisico del concetto di moneta, di Stato.............eppure sono così concrete e reali da condizionare esistenze di miliardi di umani."

Ma proprio per questo R. fa notare che la mappa è del tutto irrelata con il territorio. (non conosco R. mi baso su quello che ne stiamo dicendo)


x Carlo

Certamente incorriamo in una contraddittorietà performativa, se fossimo realisti (persino monisti intendo).

Ma se fossimo nominalisti come sono quelli del PNL allora il contenuto della rappresentazione sarebbe esclusivamente mentale.

Dunque non esistono mappe che aderiscono al territorio, perchè il territorio è quello che viene deciso dalla mappa.

CIT
"E dove sta scritto che esiste una incommensurabilità fondamentale tra soggetto e oggetto del discorso? Se così fosse, tutto quello che hai scritto tu (e K) sarebbe a sua volta incommensurabile con la realtà epistemologica che tenti di descrivere. Se invece vuoi che qualcuno prenda in considerazione ciò che dici, devi pre-supporre la possibilità che il tuo linguaggio (soggettivo), la tua mappa, possa rispecchiare fedelmente l'oggetto."

Mi immischio nella discussione.

Sì se l'oggetto che rispecchia è frutto della nostra mappatura linguisitica.
D'altronde il successo del PNL, che a mio parere è solo agli inizi della sua presa di potere, è che effettivamente sfruttando quelli che in psicanalisi post-lacaniana si chiama fantasma, è in grado di trasformare radicalmente l'esperienza di una persona.
Dati di laboratorio alla mano è già così.

Non si intende con questo se Roma sia nel Lazio o al Polo Nord.
Ma piuttosto sul fatto che si lavoro per uno piuttosto che per l'altro. Che si ami uno piuttosto che un altro.
E' una questione politica, che forse non intendi nemmeno. :(

cit
"Non sarà proprio questo il senso dell'intuizione religiosa secondo cui "in principio era il Verbo, per mezzo del quale tutto è stato fatto"?."

Carlo la penso come te!  :D  Anche a mio parere Verbo, non si intende la "parola del signore", ma qualcosa di radicalmente più abissale, e che ritroviamo nelle forme dei canti rituali in ogni parte del mondo.
Qualcosa che emerge dall'abisso e che impatta con il Pensiero. (o l'"Anima" nel tuo caso)

L'isolazione della grammatica dalla sua semantica archetipica o come dico io originaria, fa tutti i danni di questo mondo, perchè in effetti anche io penso che il linguaggio, il simbolo, il suono sono precedenti a qualsiasi idea di soggetto. >:(

Sono altresì inorridito alle ricerche su un linguaggio formale originario intrapreso dalla scuola di Cacciari a Milano negli ultimi anni. 
Queste isolazioni dal Pensiero, sono l'effetto dell'oblio del Pensiero, ancor prima che dell'oblio dell'Essere. (Heidegger inutilmente ci avvisò, anche se ammetto che è un concetto di difficile lettura). :(

Per quanto riguarda Mircela Eliade non approvo che l'idealità sia effettivamente combaciante con l'originarietà, in quanto è per me una "semplice" ispirazione.
Le fissazioni psichiche della religione hanno sempre portato danni in forme ossessive e psicotiche, sarebbe ora di renderle più morbide.  ::)

Rimane il punto che rispetto al PNL siamo di fronte ad una relazione Orige-Lingua, piuttosto che Lingua-Oggetto.
Ossia il PNL fa parte del processo riduzionista del mondo scientifico.

x Phil e Paul

cit Paul

"L'appercezione kantiana del "io penso", non è superata concettualmente . Quello che a mio parere di K. bisogna tenere presente sono le interazioni fra i livelli di astrazione, fare attenzione al condizionamento culturale e delle proprie credenze su come sono state costruite"

cit Phil

"Concordo, anche secondo me è tutta una questione di livelli di astrazione:
-mondo fisico non-linguistico (prendiamolo per buono ;) )
-territorio (concetto che struttura cognitivamente l'astrazione del mondo fisico); si entra nel linguaggio ponendo l'identità astratta "territorio";
-mappa (oggetto, ma anche meta-concetto in quanto astrae alcune caratteristiche del concetto-territorio; ad esempio mappa politica, mappa delle strade, mappa dei musei...). Oggetto (la mappa) che "parla" di un'astrazione linguistica (il territorio);
- discorso sulla mappa (meta-discorso: discorso sulla precedente "comunicazione" dell'oggetto-mappa). Korzybski ci suggerisce di "tenere a mente" che anche la mappa-oggetto può essere a sua volta oggetto di un discorso;
- meta-discorso sulla mappa (discorso sul meta-discorso della mappa). Le nostre considerazioni su K. che parla della mappa, che parla del territorio, che parla del mondo che... per fortuna almeno lui sta zitto (e neanche  ;D )!"


Sono d'accordo con la tabella di Phil.

Epperò siamo così sicuri che l'interazione tra i diversi livelli sia così tranquilla?

Veramente ogni livello della tabella accetta tranquillamente quello precedente?

La tabella si legge dal basso vero l'alto o viceversa?

E sopratutto dove sta il soggetto? a quale livello? 

Se rileggete i miei pezzi indietro, capirete che per la problematica è vasta e seria.
#2647
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
04 Settembre 2017, 14:38:36 PM
Certo che è strano l'odio intellettuale di Evola e Guenon.

Evidentemente di persona lo Jung non era uno che si faceva amare.

Detto questo non possiamo pensare a Jung come se fosse uno scienziato "da laboratorio".

Egli praticava comunque un analisi. Ogni analisi è differente da soggetto a soggetto.

Questo non vuol dire che non esiste un analisi. Con i suoi modelli, con le sue aperture e considerazioni.

D'altronde lui rimase comunque alle dipendenze di  una struttura  psichiatrica, con tutte le sue regolamentazioni interne. (e da che mondo a che mondo la psichiatri è considerata scienza).

Mi sembra che gli attacchi che subisce siano più alla persona che alla sua intellettualità.

Bizzarro se penso che Evola e Guenon sono considerati Maestri delle Scienze dello Spirito.
#2648
Tematiche Filosofiche / Re:Essere o non essere
04 Settembre 2017, 14:23:17 PM
Dico solo che ho perso 2 ore di lavoro sulla risposta..... >:(
per una volta che lavoravo on-line....grrrrrr

Provo a riscrivere ma le mie energie intellettuali sono al lumicino.
Spero di riassumere quanto andavo pensando.

1. le mie considerazioni personali.

per me la copula "è" ha un valore semplicemente insiemistico (e mi riferisco a Peirce che nella parola essere non ci vede il significato di esistenza).
Ma è una insiemistica del realismo perciò il co-dominio del soggetto sono sempre degi segni-oggetto  e non dei segni puri come nel nominalismo di R. presumo tanto che egli crede che mappa e territorio siano avulsi l'uno con l'altro.
Mi par di capire che per R. i segni del soggetto sia avulsi dal segno del territorio sempre praticamente.
Io credo invece che il soggetto sia formato da segni-oggetto.

2. le 3 questioni della domanda "siamo quello che siamo, siamo quello che crediamo di essere o siamo quello che crediamo di essere e non essere?"

Per me richiama allo scontro tra analitici e continentali.

Per i primi la res generica, diventa sempre res extensa, così anche il pensiero diventa res extensa riducendo tutto ad una forma unica di vivente. (monismo riduzionista) Quindi ogni pensiero diventa ontologico.

Per i secondi è quello che pensiamo che decide di ciò che facciamo. Ed è la tradizione fenomenologica continentale.

La terza è la posizione metafisica classica, dove le due res extensa e pensata vengono mediate da Dio (dualismo classico moderno).

3 le mie risposte ad inverno

cit Penso che in un momento storico dove il perno politico del mondo ha a che fare profondamente con l'identità, questo tipo di discussione sia quanto meno doveroso.

Assolutamente d'accordo. Per questo credo sia questione fra le più complicate da affrontare.


cit "Noi siamo occidentali o facciamo gli occidentali? Noi siamo materialisti o ci comportiamo da materialisti? Oppure dovremmo identificarci per negazione di ciò che non siamo? "

Mi è piaciuta tanto la domanda che solleva molte domande a cascata.

Noi siamo occidentali perchè pensiamo che esista qualcosa come la Occidentalità.
Noi siamo materialisti perchp pensiamo che esista qualcosa come la Materilità.


cit " nel caso del determinismo linguistico ad esempio dovremmo aspettarci che con un po di pratica nell'evitare l'utilizzo improprio di essere, la nostra prospettiva del mondo cambierebbe drasticamente, chissà come."

Il punto focale è proprio quello che il modello analitico ha vinto (egemonia culturale) e perciò la gente crede che Occidentalità e Materialità non siano semplicemente il frutto di un sistema linguistico-culturale.
Ma cose se esistessero veramente come enti (che è poi il frutto della ontologizzazione del pensiero).
Al di là se questo sia un bene o un male (ossia il fare a meno della medizione divina) rimane interessante proprio il lato politico.
Poichè dalla religione tradizionale il potere decisionale spetta al mondo scientifico.

Come diceva Heidegger, è il pensiero stesso a essere in pericolo di non venir più pensato.

(dai soli 20 minuti...ok!saluti!)

gli altri post li comment domani nel caso
#2649
Mi scuso Jacopus, non volevo sminuirti.

In realtà erano apprezzamenti i miei, al netto del discorso paranoico, che riguarda tutti, compreso me.

Il problema del tono, e in generale dell'utilità del dialogo, che io ritengo sacra, è tutto mio. Anche nella vita reale.

Si tratta probabilmente di voler alzare i toni, di modo da non dovermi confrontare per davvero.

D'altronde è difficile rimanere sulla soglia dei discorsi, comincio a credere che l'involuzione che riguarda appunto il comportamento generale della persona, sia relativo alla rabbia che ingenera (appunto il blocco discorsivo).

Parlo in generale, e d'ora in poi farò attenzione a non fare reductio ad hominem. Mi scuso ancora.
#2650
Tematiche Filosofiche / Re:La situazione della filosofia
02 Settembre 2017, 08:58:55 AM
Ma sarebbe interessante unire le ipotesi di lavoro Junghiane sull'inconscio, e il destino della filosofia.
Lui che si era sempre detto distante da Freud perchè si riteneva più filosofo che medico.

E' bizzarro che oggi come oggi, Freud venga considerato più filosofo che medico.

E Jung sia conosciuto solo per la teoria degli archetipi.

Il mysterium coninuctionis è lì ad attendermi, anche se mi ero fermato ad una 20 di pagine, sia perchè sono lento, sia perchè non mi interessa l'erudizione, ma capire al pari del mio vivere quotidiano, cosa significassero per davvero quei segni, che spesso sono di-segni.

La diacronia rispetto alla eternità (la dianoia), è solo tramite simbolo, dunque.

Solo l'attimo restituisce la realtà secondo Nietzche, e quindi solo il disegno, l'immagine.

Ho sempre avuto un problema con L'Arte, forse proprio per il suo carico immediato: ma ho bisogno di molto più tempo io.

Nell'adolescenza era più il romanzo la mia forma perfetta. Successivamente ho imparato ad apprezzare moltissimo la poesia. L'arte proprio mai.

Forse però quella alchemica sì. Anzi direi che finalmente dopo anni di attesa, qualcosa nell'inconscio si è smosso.

Spero a non fare danni.  ;)


Certamente per me Jung è un amico, non capisco se c'era dell'ironia in quel che scrivevi.
Lo apprezzo sinceramente.


Ma lui non è, e non sarà mai Nietzche.

Vedi la grandezza di Nietzche sta nell'aver capito prima di tutti, che noi siamo calati in un sistema segnico, di significati.
Che le nostre credenze sono frutto delle nostre stesse parole.

E per primo capì di essere malato, non sto parlando dei suoi guai fisici: sifilide o tumore benigno che fosse al cervello. Bensì della cattura strutturale a cui lui stesso si sentiva prigioniero.
Lo capì prima di subito della sua famiglia, lo capì subito delle istituzioni e infine cosa più difficile lo capì subito dei contenuti della sua disciplina, la linguistica.

Quello che emerge subito dopo, è qualcosa di disumano per potenza di pensiero.
Io stesso devo raccogliere i pezzetti di me stesso, quando torno alla lettura in presa diretta dei suoi scritti.
Egli esige la vita per poter vivere.

Jung era un sempliciotto in fin dei conti. Non aveva quel potere intellettuale.
Il suo tentativo di spiegare lo zarathustra secondo il simbolismo è qualcosa di veramente patetico per il filosofo che invece ne intende la portata Etica.

Non c'è nessuna cosmologia in Nietzche, mi sembrava strano (anche se lo ho sempre accettato prima di ieri) che ne avesse una per l'eterno ritorno, che mi sembrava un rompicapo.

Quello scritto sopra è una soluzione per pochi, perchè per arrivarci occorre un tale salto qualitativo filosoficamente parlando che non si spiega certo a parole.

Lo stesso Nietzche infatti non lo spiega, o ci arrivi o non ci arrivi.

Probabilmente solo riflettendo come ho fatto io a lungo sull'intero sistema che propone, che uno ci arriva.

Anche se aiutato da un simbolo.

L'eternità a cui si riferisce Jung, potrei con un sorriso accoglierla, certo suona bene, che l'inconscio abbia una dimensione temporale totalmente differente dalla nostra.
Ma perchè doversela immaginare??? L'inconscio si rivela a noi tramite il linguaggio e tramite i segni/simboli.
Non ho bisogno di immaginarmi un altro tempo. Io ho solo il mio tempo, ossia il tempo umano.
Forse per te che sei scienziato è interessante scoprire se esiste questo tempo alternativo, non per me.

Il tempo dell'eterno ritorno in Nietzche è un tempo umano.
Non è simbolico.

Sono 2 campi di indagine completamente differenti.
 
Grazie comunque per le citazioni. (Hai veramente fatto un lavorone su Jung! complimenti).

In attesa che apra il 3d alchemico, sulla scorta del libro Taschen sull'alchimia.

Spero sia quello giusto per iniziare, hai consigli da darmi a proposito? scrivimi pure nella casella di posta.
;)


A ME JUNG PIACE, mettititelo in testa!!! Criticarlo non significa non apprezzarlo!
#2651
Cit Paul

Perchè mai come oggi l'uomo "labor" produttivo è al centro del sistema e tutto il resto essendo improduttivo è ostacolo.
Un bambino lo percepisce, un anziano lo percepisce, di sentirsi "un problema".Noi sentiamo di "pelle" prima ancora dell'ascolto delle parole.

Non so se sarò capito, preferisco una gerarchia chiara e responsabile, piuttosto di una società liquida dove tutti fanno quello che pensano di volere, pensando di essere liberi e persino di rubare legalmente.


Nella cultura dei nativi americani il vecchio si ritirava a 60 anni negli eremi, dove continuava a ricevere visite, ma di fatto si toglieva dal vita di villaggio.

Cosa impensabile nella società contemporanea.

Come dire ogni cultura una sua usanza, con le sue pretese, e ipotesi.

Non ha senso chiedersi perchè di questa società, in quanto ci stiamo dentro.

Ritengo che fermarsi al conformismo buonista, è semplicemente un modo di mentire a se stessi.

Di non rispondere perchè una società abbia virato così tanto rispetto al modello auto-regolativo che si è autoimposta.

Io mi sono spiegato già da tanto tempo: la psichiatria ma anche la psicologia, in questo caso, mentono senza ritegno.

Questi valori gerarchici preconfenzionati evidentemente non erano così buoni e armonici come dicevano.

Io ringrazio il cielo di non avere un Padre-Padrone. Checchè ne dica un Recalcati.

#2652
Tematiche Filosofiche / Re:La situazione della filosofia
01 Settembre 2017, 10:32:37 AM
Ci SONOOOOOOOOOOO


Potere dell'alchimia!




Questa immagine mi ha sempre ossesionato, fin dall'infanzia, perchè era il logo della Loescher editore (che nel frattempo ha fatto di tutto per cambiarlo, siamo in tempi scientifici ormai! ora il logo è completamente nero!  ;D ).


Solo questa estate come dicevo ho pensato più a fondo, perchè mi ossessionasse.

E' come se avessi saputo da sempre che conteneva una saggezza popolare, ho visto sempre l'omino come un contadino.

Ma perchè mi chiedevo mangia una clessidra. Aveva a che fare con qualcosa che solo oggi so essere il perturbante freudiano (unheimlich ). Una paura!

Domanda che è rimasta sepolta nel passato, ma che un giorno d'estate è tornata con forza tale da dover essere risolta.

La divorazione del tempo, e la necessità della riattivazione della memoria come brillantemente suggerito da Maral, all'improvviso hanno avuto senso.

E pochi minuti fa, ho inteso anche quello che non tornava in quello che diceva Severino, e che cioè anche il passato può essere cambiato.
Ma non tornava perchè Nietzche parla di ripetizione dello stesso istante! Sia andando indietro che avanti!
Ma cosa c'entra il passato che pure è presente nelle pagine dello Zaratustra precedenti?


Poi è arrivato in aiuto Garbino  nel suo 3d sul futuro e nietzche, Il tempo è un istante.(volontà di potenza)

Poi ho letto le parole che accompagnano l'omino......E HO CAPITO COSA è l'ETERNO RITORNO.

Per quale motivo uno che mangia il tempo rivive ancora???

E' quello IL PUNTO!!!!!

Perchè l'attivazione della memoria è sempre relativa allo stesso identico istante!!!

Pocihè il tempo è divorato, non esiste più, dunque esiste sempre e solo lo stesso istante.

Ma perchè lo stesso istante non  sia sempre lo stesso istante, esse deve tornare!

E ritorna come Memoria.

Perciò la memoria, che poi è il Pensiero, in quanto non esiste Memoria.E' il pensiero della memoria cioè.

Esiste solo a condizione di tornare per sempre nello stesso istante.

Ossia il pensiero è la sua capacità creatrice, nell'istante!!!! Mi verrebbe da dire che il pensiero è l'istante.

Mi felicito con me stesso della sorprendente cattura. 8)
#2653
Tematiche Spirituali / Re:spiritualità e ascetismo
01 Settembre 2017, 09:55:25 AM
Tutti i post sono stati veramente ottimi, complimenti a tutti.

Certamente l'ascetismo non è affatto finito, in quanto è ancora ben presente fino alla sfida fisica, nella morale cattolica.

Il punto infatti non è tanto quello del supposto sincretismo tra spirito e corpo, ma in cosa consisterebbe la spiritualità in sè.

Cosa che rimane sempre non detta, a testimonianza del fatto che rimane solo una bella parola nella società dei consumi.
#2654
Tematiche Spirituali / Re:Riti della spiritualità umana
01 Settembre 2017, 09:39:25 AM
Inverno ovviamente (spero tu l'avrai capito) io comprendo e faccio mio quello che hai scritto cos' bene sul mistero.
Ci tenevo particolarmente a dirlo.


Il mio intervento è relativo alla questione sociologica, o meglio comunitaria (che sarebbero poi la situzione attuale e quella utopica).

In un tempo dove la Scienza ha preso il posto di Dio, è difficile trovare spazio per il Mistero.

Inoltre il Mistero ha sempre più i caratti di un settarismo, orgoglioso e risentito, penso sopratutto alla Wicca e simili religioni sincretiche.

Difficile trovare gente come te, Carlo che stanno sulla doppia soglia tra lo scientifico e il misterico.
#2655
Tematiche Spirituali / Re:Confronto Evola contro Jung
01 Settembre 2017, 09:30:40 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 30 Agosto 2017, 00:45:41 AM
Citazione di: green demetr il 30 Agosto 2017, 00:04:18 AM


Una cosa semplice semplice: Jung voleva salvare il Mondo o no??
No, era Cristo che voleva salvare il mondo, non Jung.

E per quale motivo Jung si interessa così tanto al Cristum Pesci, e in generale all'alchimia?

Non riesci a fare un salto qualitativo e renderti conto di quale fosse il problema Junghiano alla base?

PS Mi piacerbbe cosa ne pensi di questa ultima parte della conversazione Paul, nel caso la legga mai  ;)