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Messaggi - Jacopus

#2656
Lou: siamo certi che il concetto di felicità degli antichi sia lo stesso dei moderni e dei contemporanei?
#2657
Questa volta sono d'accordo con acquario. E' la compassione il motore dell'etica. L' empatia e' solo una precondizione.
A proposito della felicità invece direi che si tratta di un mito tipicamente moderno e asservito alle logiche del consumismo ora e del pensiero assolutista prima.
La felicità si può sfiorare in qualche occasione ed è per questo così appagante. Un essere umano sempre felice o indossa di proposito una maschera o è irrimediabilmente "semplice", di quella semplicità che tanto piace ai manipolatori religiosi.
Se dovessi pensare ad un agire che si avvicini alla felicità, l'unico modello accettabile è il Sisifo di Camus.
#2658
A mio parere intelligenza/empatia sono prive di nesso con felicità/infelicità. Inoltre si può essere empatici e stupidi e/o non empatici e intelligenti.
Piccola nota a margine: empatico non coincide con altruista/buono. Molti serial killers sono empatici perché devono mettersi nei panni delle vittime per ghermirle o nei panni della polizia per non farsi scoprire.
#2659
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
31 Dicembre 2018, 13:26:56 PM
Freedom: quello che dice Viator è descritto in modo magistrale da Umberto Eco ne "Il nome della rosa".
Sintetizzo: Jorge, il monaco cieco, ha intriso di un potente veleno l'unico frammento esistente dell'opera di Aristotele sulla comicità, poiché non è ammissibile che Aristotele parli di riso e comicità, visto che ciò contraddirebbe il modello scolastico speculare fra aristotelismo e cristianesimo.
Le religioni quasi sempre si prendono necessariamente molto sul serio e ridere non fa parte dei comportamenti accettati.
#2660
Fomentato da Freedom, esprimo il mio parere laico sull'argomento. La massima di Agostino, che in generale apprezzo, non mi è mai piaciuta. Probabilmente anche Hitler amava (il popolo tedesco...l'esercito tedesco, la superiorità ariana...) ed effettivamente finchè ha potuto ha fatto ciò che voleva.
A mio giudizio sarebbe più accettabile dire "Ama e fai ciò che il prossimo ti chiede di fare". Ma se il tuo prossimo è la Wehrmacht che ti chiede di invadere l'Unione Sovietica?
Allora correggiamo: "Ama senza mai usare la violenza". Ma la violenza è solo quella esercitata o anche quella passiva, di chi assiste alle tragedie altrui (Shadenfreude...direbbero i tedeschi, in questo molto meno ipocriti di noi latini)? La "zona grigia" di cui parla Primo Levi, era violenta? Non si opponeva al tiranno e non si opponeva alla ingiustizia del tiranno ma non si sporcava neppure le mani. Come tutti noi, del resto. Siamo una grande "zona grigia", che spera di lavarsi la coscienza con qualche riga scritta su internet.
Allora correggiamo ancora: "Ama e combatti affinchè tutti si amino". Ma allora la violenza è lecito usarla, al fine di instaurare l'amore? Come si combatte per amore, senza essere violenti? E chi decide come dobbiamo amarci? Basta scambiarsi il segno della pace in Chiesa, oppure è necessario essere volontari della Caritas, oppure donare i propri beni e diventare un monaco come San Francesco?
L'amore, dal mio punto di vista laicissimo, è compreso allora in un ambito etico, di ricerca di giustizia ed equità, l'amore come agapè, ovviamente, lasciando il philos e l'eros ad altre discussioni.
Ovviamente, sempre dal mio laicissimo punto di vista, l'amore per Dio non è altro che una forma molto insidiosa di alienazione e negazione dell'amore. Solo Cristo ha corretto, idealisticamente, quella alienazione, almeno in parte.
Sicuramente l'amore ha molto da dire, affinchè si possa vivere in armonia, ma bisogna farsi delle domande sopra di esso, senza lasciarsi vincolare da dogmi e rassicuranti consolazioni.
Credo che ciò sia necessario anche da una prospettiva spirituale, oltre che terrena (le due cose non sono neppure così diverse, se la spiritualità non viene monopolizzata da una casta che se ne serve per motivi di potere).
#2661
Phil. La relazione fra diritto naturale e diritto positivo non è così semplice. Accettare che venga da altri uomini è il primo passo, ma se gli altri uomini che possono fare le leggi, fanno leggi oppressive e disumane? Si può continuare ad applicarle? E se vengono disattese sulla base di quale principio possono essere disattese? Per questo motivo il diritto dovrà sempre fare i conti con una istanza esterna ad esso, diritto naturale o opinione pubblica o Grundnorm, o fondamenti costituzionali, o lineamenti filosofici o etico-religiosi o quant'altro. Per quanto questa relazione possa essere problematica e incerta, essa sola permette di non considerare il diritto positivo come sempre valido. Ovviamente senza fare l'errore contrario, e cioè credere in un diritto naturale, o meglio nella interpretazione di comodo del diritto naturale da parte di chi detiene il potere, come accaduto nel secolo scorso con i vari totalitarismi, che alternavano a proprio vantaggio, lo sviluppo del diritto positivo o del diritto naturale, variamente declinato come Volksrecht o diritto popolare.
#2662
Carlo: forse nella tua concezione di evoluzione, che non è quella corretta, l'evoluzione è un processo sintropico. Ad ogni buon conto di fronte ad insulti poco educati, la finisco qui, con questa discussione.
#2663
Varie / Re:Pranzo di Natale
21 Dicembre 2018, 10:08:51 AM
Quattro sono pochi. Dovrò escludere alcuni forumisti interessanti. Alla tavola vorrei Jean, una persona unica, limpida e buona. Mi ricorda il principe Miskin con un pizzico di Aldo Palazzeschi.
Ovviamente il posto d'onore sarebbe per Ipazia. È vero, è un po' supponente e snob, ma fra simili ci si intende. Viator è un altro degno invitato. Una mente libera, che sa ragionare o che almeno ci prova, senza pregiudizi e dogmatismi. Per la mia parte spirituale mi riservo Kobayashi.
Anche Sgiombo non mi sarebbe dispiaciuto. Sentirlo dire dal vivo "dissento fermamente da quanto hai detto" non ha prezzo. Però è già molto richiesto in altre tavolate.
Ospite d'onore, ça va sans dire, Sigmund Freud.
#2664
Carlo Pierini: le malattie genetiche a quale principio non casualistico rispondono? (Comunque la teoria evoluzionistica non è semplicemente casualistica, troppo comodo far passare le teorie per qualcosa che non sono, per poterle demolire).
#2665
Nel corso di un periodo di tempo estremamente breve, in termini evolutivi (poche decine d'anni) è stato provato che il seme del tarassaco in molte grandi città americane è cambiato. È diventato più pesante per poter cadere prima, ovvero nell'area vicino alla pianta madre, di solito posta in un piccolo parco circondato da cemento, dove ogni seme sarebbe inutile. Se una modifica del genere è avvenuta nel giro di poche generazioni di alberi, è ipotizzabile che nel giro di qualche milione di anni le orchidee possano essere dotate di gambe ed aver fondato una grande civiltà, se l'adattamento e le interazioni con le altre specie fossero idonee a  ciò.
Pensare ad un mirabile progetto preordinato da un Architetto non regge a meno che non si pensi a questo Architetto come colui che ha semplicemente ordinato alla vita di "essere" senza curarsi di come questa essenza si possa sviluppare. Si tratta però di un dilemma a cui il darwinismo, non sa e non vuole rispondere, trattandosi di problema teologico e non scientifico.
#2666
Ultimo libro letto / Re:Di nuovo soli - Zygmunt Bauman
19 Dicembre 2018, 22:18:56 PM
La produzione di Baumann è molto vasta. Vi sono libri molto belli da lui scritti che non hanno nulla a che fare con il filone un po' ripetitivo del liquido. Ne cito 3: modernità e olocausto, l'ambivalenza nella modernità e uno sull'illuminismo di cui non ricordo il titolo preciso. La serie sulla liquidità effettivamente sembra la riproposizione in chiave sociologica del cantante che azzecca una hit e la ripropone ogni estate successiva.
#2667
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
19 Dicembre 2018, 22:07:13 PM
La risposta è sì almeno da due diverse prospettive. Ci sono persone che si sono immolate per il bene altrui senza pensare a ricompense future magari spirituali. L'uomo è un animale cooperativo, quindi distinguere il suo bene/utilità da quella altrui è logicamente insensato. Ha invece senso constatare che in società molto complesse si può tranquillamente parassitarizzare le relazioni sociali, secondo la nota modalità del free rider.
Ripeto quello che ho già detto in altre discussioni. Pensare in un senso (Homo homini lupus) o nell'altro (Homo homini agnus) è riduttivo e altamente ideologico.
Viator@. Non capisco come si possa fare un quesito logico su una questione così strettamente etica. Tecnologizzare l'etica in questo modo mi sembra anche questo un percorso ideologico.
#2668
È una società del cafonal-show. Sì applaude anche agli atterraggi. Ultimamente accompagno mia madre a messa. Ho assistito a intermezzi  con applausi (ad esempio alla presentazione dei cresimandi).
L'applauso fuori dai luoghi dello spettacolo è il desiderio di spettacolizzare tutto, rendendo tutto spettacolarmente degno di applausi e quindi niente.
È lo stesso gioco della macchina del fango. Se si infanga tutto, niente resta pulito. Se si applaude tutto niente resta arte.
#2669
Sgiombo@. Credo che tu abbia frainteso il senso di quello che volevo dire. Proprio evitando ogni derivazione trascendentale possiamo ritenerci responsabili completamente del nostro dominio sulla natura. È solo superando la nostra animalita' che possiamo farlo. Lo sviluppo della civiltà ha reso il mondo umano di un livello di complessità che non può essere affrontato né con la religiosità, né con il mito del buon selvaggio, né tanto meno con il socialismo reale, che non ha certo brillato nella materia "ecologia".
Non penso neppure di voler riproporre il geist alla natur, almeno non nella sua versione ottocentesca. Sono un essere vivente appartenente alla classe, mammalia, ordine, primati, specie, homo sapiens.
Ma rivendicare un ruolo diverso dell'uomo nell'ordine della natura non vuole avere un senso di di dominio ma la constatazione che migliaia di anni di cultura hanno inevitabilmente modificato il nostro essere, anche come specie animale. La cultura è ovviamente uno sviluppo della natura ma a sua volta interagisce con essa, la modifica e modifica anche il nostro ruolo. Volevo sottolineare proprio la grande responsabilità dell'uomo contemporaneo privo di ogni paracadute religioso (compresa quella religione atipica chiamata marxismo), e che si trova in una sorta di limbo, non animale, non divinità, ma come Ulisse dotato di logos.
Appiattirci sulle nostre istanze biologiche è stato un salutare bagno di umiltà, dedicato a tutti coloro che si sentivano eletti. Ora dovremmo anche fare un passettino in avanti e considerare la trascendenza della condizione umana anche nella esistenza materiale e questo può avvenire proprio interrogandoci sulla differenza fra noi e il resto del creato, senza nessuna sicumera o ipocrisia (che vedo in ogni dove, anche prima di tutto nelle mie azioni).
#2670
Il dna spazzatura si chiama più correttamente "Genoma non codificante" e corrisponde al 98,5 Per cento del Genoma. Che la scienza se ne lava le mani è falso. Che non vi siano risposte univoche è vero ma questo è il bello della scienza. Non si fa scienza con la tradizione o con i miracoli ma con prove da dimostrare o da confutare.
Ad ogni modo il restante Genoma codificante spiega alla perfezione i meccanismi di replicazione cellulare in tutti gli organismi viventi, flora compresa. Direi un ottimo risultato.