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Messaggi - niko

#2671




Mi riferisco al fatto che Israele ha il sessantacinque per cento di popolazione vaccinata, con picchi del novanta per cento negli over sessanta, eppure le sue massime autorità parlano di rischio concreto di lockdown.


Quindi, se un paese col novanta per cento degli over sessanta vaccinati torna in lockdown, questo è un fallimento totale del vaccino e una dimostrazione della sua inutilità, vaccino che vorrebbero farci inoculare per forza e con il ricatto.


E' più che ovvio che una copertura vaccinale di durata ridicola, tipo tre o quattro mesi, e poi crollo dell'effetto, non è un piccolo problema risolvibile con i richiami (come vorrebbero farci credere), ma un problema grosso come una casa tale da inficiare completamente il vaccino così com'è come possibile soluzione alla "pandemia", perché, in tempi troppo stretti di durata della copertura, come si stanno rivelando essere quelli reali, è fisicamente e logisticamente impossibile ri-somministrare continuamente il vaccino (già somministrato...) in continuazione a tutti o a grandi masse della popolazione: quando "proteggi", tra mille virgolette, quelli con cui hai finito, sono già "in emergenza", tra mille virgolette, quelli con cui hai iniziato con la campagna vaccinale stessa in un circolo vizioso senza fine, quindi, o la copertura dura almeno un anno, o il vaccino alimenta l'emergenza, e soprattutto la percezione dell'emergenza, invece di risolverla.


Senza parlare del fatto che un rischio di effetti collaterali e indesiderati giudicato dai presunti esperti "accettabile" per il numero di due, comunque invasive e che danno spesso febbre e dolore, punture, potrebbe non esserlo per quattro o cinque, o sei, per uno stesso soggetto fragile o tendente a reazioni avverse, e neanche su questo il popolo gregge-schiavo è in grado di scegliere, perché fatto il primo vaccino, sei a rischio di esclusione sociale e lavorativa se non fai i numericamente indefiniti altri.


E non è una giustificazione che potevano non saperlo, appunto i virus mutano, quindi devi produrre un vaccino con una durata temporale accettabile, sennò è acqua sporca, e quando si rivela essere acqua sporca, è inutile mettere la testa sotto il tappeto e continuare a sostenere che sia una soluzione di tale importanza da meritare un obbligo di assunzione, per giunta ottenuto col ricatto.

#2672




Israele ha il novanta per cento degli ultrasessantenni vaccinati, e pure sia il premier che il ministro della difesa di Israele, parlano di ritorno al lockdown totale a settembre, quindi a brevissimo, nel loro paese, dandolo come una misura allo studio "possibile" (il premier) e addirittura "inevitabile (il ministro della difesa).


Hanno quattromila casi al giorno, con una popolazione un sesto dell'Italia, che con una popolazione di sei volte di più, ne ha settemila, di casi al giorno.


Ora, mi chiedo, neanche quando un paese con il novanta per cento degli ultrasessantenni vaccinati (che quindi dovrebbero essere "al sicuro" secondo la retorica vaccinista) annuncia come molto probabile il lockdown a settembre, si può cominciare a sospettare dell'efficacia miracolosa dei vaccini?


I casi sono due, o quel novanta per cento di protezione del vaccino dall'infezione risultante della statistica italiana è tarocco, o è teoricamente "vero" ma solo a brevissima scadenza, in pochi mesi la protezione ripiomba giù al quaranta per cento, come già risulta essere in Israele, che ha iniziato le vaccinazioni prima, e quindi adesso ha una protezione relativamente "tardiva" rispetto agli altri paesi del mondo.

#2673
Citazione di: Kobayashi il 07 Agosto 2021, 11:54:59 AM

Breve intermezzo.

Sul tema covid sono stati scritti, nei vari topic dedicati ad esso, più di 500 post.
Domanda: veramente sentite ancora l'urgenza di parlarne? Avete ancora qualcosa da dire? Qualcosa da confutare, puntualizzare, qualcosa su cui polemizzare?
Veramente non sentite il bisogno di concentrarvi su altro?
Lo sapete, vero, che il pensiero ossessivo e monomaniacale non porta da nessuna parte?

Bene. Riprendete pure.
Fine dell'intermezzo.




Sai, se stanno distruggendo il nostro futuro, la nostra economia e la nostra civiltà con l'istituzione di una dittatura mondiale giustificata da un'influenza sopravvaluta è difficile parlare d'altro...


Ad esempio, come spiegano i vaccinisti i dati RECENTISSIMI di USA e ISRAELE?


Se il vaccino riduce l'evento infezione del novanta per cento, come da statistiche uscite in Italia, come mai Israele e Usa che hanno una popolazione ampiamente vaccinata dichiarano di essere nella merda, e che da quanto risulta a loro dai dati più recenti, l'evento infezione in sè, a prescindere dalla gravità della "malattia", è scongiurato dal vaccino di circa del quaranta, e non del novanta (come risulta in Italia), percento?


Vi rendete conto vero, che se una soglia anche ottimistica di immunità di gregge è sessanta per cento, e l'efficacia di un vaccino (tarocco) si attesta sul quaranta, non si risolve una beata fava neanche vaccinando il cento per cento, di una popolazione?


Quindi io dovrei (obbligatoriamente perché sennò i dittatori non mi fanno lavorare, studiare e avere una vita sociale) assumere un intruglio che a livello di circolazione generale del virus nella popolazione totale non risolve nulla, solo perché l'intruglio mi protegge specificamente e selettivamente dai cosiddetti "casi gravi" di una "malattia" che, se io non sono anziano e debilitato, comunque anche di suo e senza l'evento vaccino non manifesterebbe mai "casi gravi" in una fascia di popolazione giovane e sana, perché è solo un'influenza un po' più aggressiva?


Insomma ci stanno dicendo che il vaccino non risolve un cazzo come possibilità di reinstaurare una forma di vita civile e normale e un percorso di normalità imprenditoriale e lavorativa che non conduca alla rovina economica della classi medie dei paesi occidentali, ma un quattordicenne deve obbligatoriamente siringarsi il vaccino (magari pena l'esclusione dalla sua scuola, la fustigazione pubblica e chissà che altro) per evitare, quantomeno su se stesso, i "casi gravi", di una malattia che comunque a livello epidemico nella popolazione non si risolverà!


Ma quante probabilità ha un quattordicenne robusto e in buona salute di sviluppare un "caso grave" di una sindrome simil-influenzale? E quante di essere colpito da un fulmine?

Non sarà per caso che il vaccino, obbligatorio e catalizzatore di un'attenzione mediatica infinitamente superiore alla sua reale efficacia, è l'ennesimo episodio di presa per il culo di una presa per il culo generale che va avanti da due lunghi anni, e che finirà solo come e quando finiscono comunemente le dittature, con la guerra o con la rivolta violenta della popolazione affamata e sfinita?

E quindi che se lo siringassero loro l'intruglio! Noi cittadini italiani non abbiamo diritto neanche ad aspettare di vedere come vanno a finire le cose in Israele, (esempio di paese dove una protezione a brevissimo termine dopo tre o quattro mesi finisce e si ritorna al punto di partenza, cioè di paese che proprio per il suo essere stato "in anticipo" sui tempi delle vaccinazioni, fa vedere e dimostra cosa succederà a tutti gli altri passati i tre mesi di data di scadenza del vaccino tarocco), prima di essere esclusi dai bar e dai treni come appestati perché non ci iniettiamo un farmaco sperimentale?

Io non mi inietto il farmaco sperimentale perché sono sano e robusto e su di me personalmente non tempo "casi gravi" di una malattia in tutto e per tutto paragonabile all'influenza, quindi o mi dimostrano dati alla mano un effetto reale e realmente positivo che vada al di là della protezione dai "casi gravi", o se lo siringano loro! Un vaccino contro i singoli "casi gravi" di una malattia tendenzialmente blanda e quasi sempre non grave, è secondo scienza e ragione  adatto al limite per fare una vaccinazione selettiva (dei soggetti fragili), non una di massa (di tutti indiscriminatamente, che semina promesse che non può mantenere, perché non previene il contagio, quindi non rompe il sistema di paranoia ormai instaurato e consolidato per cui la mera sopravvivenza fisica è considerata eticamente di valore superiore al valore infinito della libertà, non funzione come vaccino per la vera malattia mentale che da due anni ci affligge, sottesa a quella, falsa, fisica)!


Tra poco supereremo, con questa "crisi" (che è crisi di civiltà, e non sanitaria), i due anni di durata che furono propri dell'influenza spagnola del primo dopoguerra: ora, mi chiedo io, gli espertoni che parlano in tv ci verranno a raccontare che questa qui, di adesso, è peggio, della spagnola, per continuare a tenerci ancora segregati e senza diritti? Con ex-diritti umani e civili fondamentali (riunione, associazione, circolazione, lavoro, studio, impresa) che sono diventati privilegi feudali accordati ad arbitrio dai governi a chi si siringa (o ingoia, o inala o quello che si inventeranno) farmaci di dubbia composizione ed efficacia? Poi a cadenza circa semestrale scade il privilegio e nuova inoculazione?

Deve durare otto-nove anni, come la prima ondata della peste del trecento in Europa, sta storia?

Quando è che ci svegliamo e li mandiamo a quel paese, e di brutto?


#2674
Citazione di: anthonyi il 27 Luglio 2021, 19:28:45 PM
Citazione di: niko il 27 Luglio 2021, 15:38:10 PM
Citazione di: anthonyi il 25 Luglio 2021, 10:38:49 AM
Un interessante articolo su HP sottolinea la particolare posizione di quelli che ieri hanno manifestato contro l'applicazione del green pass.
Oggi per effetto dell'indebolimento dell'infezione, merito del fatto che oltre 30 milioni di cittadini si sono vaccinati, e possibile rendere accessibili determinate attività sociali.
Coloro però che per loro ragioni non hanno contribuito a questo risultato, di fronte alla prospettiva di non avere accessibilità alle stesse attività sociali, protestano, ritenendo di avere un diritto a priori a partecipare a qualcosa che non hanno collaborato a produrre, sono cioè scrocconi di libertà.




C'è qualcuno che si sia preso la responsabilità di annunciare che i vaccini garantiscono una copertura per un periodo di tempo ragionevole, quindi non periodi di tempo ridicoli e palesemente non in grado di
risolvere, e nemmeno arginare il problema, come sei o nove mesi?


No, anzi il relativo pass dura nove mesi, roba che con questi ritmi, quando hai finito di vaccinare gli ultimi, i primi ridiventano potenzialmente scoperti per creare un bel sistema di richiami e vaccinazioni infinite...

C'è qualcuno che si sia preso la responsabilità di annunciare che i vaccini non hanno effetti dannosi a lungo termine?


No, anzi si firma una liberatoria in cui è scritto chiaramente che non si conoscono gli effetti a lungo termine.


Ma allora, direte voi, ci sarà sicuramente qualcuno che si sia preso la responsabilità di annunciare che i diritti sociali, civili, di studio, di lavoro e di circolazione di chi si vaccina saranno tutelati, preferibilmente in assoluto, in quanto diritti individuali del cittadino vaccinato, o almeno una volta raggiunta una certa soglia minima di popolazione vaccinata, in quanto diritti collettivi del popolo bue vaccinato?


No, anzi non è prevista una soglia minima di popolazione vaccinata che determinerà la fine definitiva di tutte le (inumane, impoverenti e anticostituzionali) restrizioni, o diritti umani basilari (circolazione, riunione , studio, lavoro) realmente inviolabili garantiti specificamente a chi si vaccina; viceversa i governi di tutta Europa si riservano ancora la possibilità di imporre a pioggia restrizioni "indiscriminate" che colpiranno tutti, "qualora" le restrizioni che attualmente colpiscono "solo" i non vaccinati si rivelassero insufficienti... e con i ritmi attuali di crescita attuali del contagio, facendo un minimo di proiezioni, si ha la certezza matematica che nuove restrizioni indiscriminate colpiranno ancora, in autunno e in inverno, tutti, intendo tutto il popolo bue, vaccinati e non.

A queste condizioni io non mi vaccino, continuo a sostenere che l'emergenza democratica e di carcerizzazione sociale che stiamo subendo per una malattia sopravvalutata sia l'unica vera emergenza.

Quindi, senza farne una questione di principio, mi vaccinerei (e di corsa...) se fosse già da ora sancito per legge che dopo qualcuno garantirà i miei diritti civili, sociali e politici quantomeno di vaccinato, visto che gli stessi diritti nella loro forma naturale, in quanto diritti di essere umano è già chiaro che per un bel po' questi dittatori non me li garantiranno; ma dato che qui  le discriminazioni contro i non vaccinati si aggiungono temporaneamente a, e non sostituiscono, le discriminazioni contro tutti (hanno già il sistema di colori per richiudere in casa tutti, e parametri per raggiungerlo che non indicano un rischio, ma una certezza), a queste condizioni di "patto" sociale e terapeutico, che patto non è, perché noi cavie dobbiamo assumerci oneri senza che diritti di alcun tipo ci siano offerti per controvalore da chi ci utilizza come cavie, il tema non è: "vaccinati e sarai libero", ma: "vaccinati e forse, se a noi potenti ci gira bene, per un po' sarai libero", che se lo facessero loro l'intruglio: l'emergenza è emergenza sociale e democratica, e con questo clima di odio e di paura non ci sono i presupposti perché il vaccino-placebo immunizzi i vaccinati-esorcizzati dalla vera malattia, cioè dagli abusi del governo e dall'impoverimento catastrofico del paese che hanno subito fino a d'ora, e che continueranno a subire...

stanno facendo gli esperimenti e noi siamo le cavie, esperimenti sociali e biologici.

Il vaccino contro l'ipocondria di chi accetta di perdere la libertà in cambio di una prospettiva di pura sopravvivenza, ancora non l'hanno inventato.
No niko, nessuno si prende la responsabilità di fare annunci che non possono essere fatti, però draghi una cosa l'ha detta, il non vaccinarsi e una scelta di morte perché la somma di tutte le scelte no vax permetterà all'epidemia di fare tanti morti in più, gran parte dei quali saranno tra i no vax, ma alcuni saranno anche tra i vaccinati. Ora tu che parli tanto di diritti di libertà negati, e che magari sei andato a manifestare con quelli di forza nuova, sui tuoi doveri nei confronti del diritto alla salute di tutti gli italiani con i quali sarai in contatto in futuro hai riflettuto?


I no vax sono contro i vaccini per principio, io mi sono solo e semplicemente chiesto quali sono i diritti civili e politici garantiti ai vaccinati: al momento sono il diritto di fare una scappata al cinema o al ristorante questo fine luglio e agosto facendo le pernacchie ai pericolosi sovversivi non vaccinati mentre guardano il film o masticano la bistecca; dopo mangiato fare il ruttino, che poi a settembre richiudono tutti in casa.


A queste condizioni io non mi vaccino. Vaccinarsi nella certezza del diritto, con un vaccino che funzioni e sia considerato durevolmente efficace quantomeno secondo la coerenza sottesa alle scelte di governo, sarebbe sì, una scelta di vita. Che al momento non ci è dato fare.


Mi vaccinerò quando gli espertoni che parlano in tv o meglio ancora i politici che in teoria dovrebbero rappresentarmi, mi diranno a quale quota di vaccinati sulla popolazione totale smetteranno di sospendere arbitrariamente e a cazzo la mia libertà di riunione, circolazione, studio e lavoro.


Mi vaccinerò quando mi diranno la protezione quanto dura e se è previsto un ciclo di vaccinazioni infinite o a numero indefinito, come sembra essere sottointeso dalla breve durata del pass, ma non esplicitamente detto.


Sono quindi vax o no vax? No vax se devo avere tutti doveri, compreso il dovere di fare da cavia, e niente diritti. Quindi no vax alle attuali condizioni.



#2675
Citazione di: anthonyi il 25 Luglio 2021, 10:38:49 AM
Un interessante articolo su HP sottolinea la particolare posizione di quelli che ieri hanno manifestato contro l'applicazione del green pass.
Oggi per effetto dell'indebolimento dell'infezione, merito del fatto che oltre 30 milioni di cittadini si sono vaccinati, e possibile rendere accessibili determinate attività sociali.
Coloro però che per loro ragioni non hanno contribuito a questo risultato, di fronte alla prospettiva di non avere accessibilità alle stesse attività sociali, protestano, ritenendo di avere un diritto a priori a partecipare a qualcosa che non hanno collaborato a produrre, sono cioè scrocconi di libertà.




C'è qualcuno che si sia preso la responsabilità di annunciare che i vaccini garantiscono una copertura per un periodo di tempo ragionevole, quindi non periodi di tempo ridicoli e palesemente non in grado di
risolvere, e nemmeno arginare il problema, come sei o nove mesi?


No, anzi il relativo pass dura nove mesi, roba che con questi ritmi, quando hai finito di vaccinare gli ultimi, i primi ridiventano potenzialmente scoperti per creare un bel sistema di richiami e vaccinazioni infinite...

C'è qualcuno che si sia preso la responsabilità di annunciare che i vaccini non hanno effetti dannosi a lungo termine?


No, anzi si firma una liberatoria in cui è scritto chiaramente che non si conoscono gli effetti a lungo termine.


Ma allora, direte voi, ci sarà sicuramente qualcuno che si sia preso la responsabilità di annunciare che i diritti sociali, civili, di studio, di lavoro e di circolazione di chi si vaccina saranno tutelati, preferibilmente in assoluto, in quanto diritti individuali del cittadino vaccinato, o almeno una volta raggiunta una certa soglia minima di popolazione vaccinata, in quanto diritti collettivi del popolo bue vaccinato?


No, anzi non è prevista una soglia minima di popolazione vaccinata che determinerà la fine definitiva di tutte le (inumane, impoverenti e anticostituzionali) restrizioni, o diritti umani basilari (circolazione, riunione , studio, lavoro) realmente inviolabili garantiti specificamente a chi si vaccina; viceversa i governi di tutta Europa si riservano ancora la possibilità di imporre a pioggia restrizioni "indiscriminate" che colpiranno tutti, "qualora" le restrizioni che attualmente colpiscono "solo" i non vaccinati si rivelassero insufficienti... e con i ritmi attuali di crescita attuali del contagio, facendo un minimo di proiezioni, si ha la certezza matematica che nuove restrizioni indiscriminate colpiranno ancora, in autunno e in inverno, tutti, intendo tutto il popolo bue, vaccinati e non.

A queste condizioni io non mi vaccino, continuo a sostenere che l'emergenza democratica e di carcerizzazione sociale che stiamo subendo per una malattia sopravvalutata sia l'unica vera emergenza.

Quindi, senza farne una questione di principio, mi vaccinerei (e di corsa...) se fosse già da ora sancito per legge che dopo qualcuno garantirà i miei diritti civili, sociali e politici quantomeno di vaccinato, visto che gli stessi diritti nella loro forma naturale, in quanto diritti di essere umano è già chiaro che per un bel po' questi dittatori non me li garantiranno; ma dato che qui  le discriminazioni contro i non vaccinati si aggiungono temporaneamente a, e non sostituiscono, le discriminazioni contro tutti (hanno già il sistema di colori per richiudere in casa tutti, e parametri per raggiungerlo che non indicano un rischio, ma una certezza), a queste condizioni di "patto" sociale e terapeutico, che patto non è, perché noi cavie dobbiamo assumerci oneri senza che diritti di alcun tipo ci siano offerti per controvalore da chi ci utilizza come cavie, il tema non è: "vaccinati e sarai libero", ma: "vaccinati e forse, se a noi potenti ci gira bene, per un po' sarai libero", che se lo facessero loro l'intruglio: l'emergenza è emergenza sociale e democratica, e con questo clima di odio e di paura non ci sono i presupposti perché il vaccino-placebo immunizzi i vaccinati-esorcizzati dalla vera malattia, cioè dagli abusi del governo e dall'impoverimento catastrofico del paese che hanno subito fino a d'ora, e che continueranno a subire...

stanno facendo gli esperimenti e noi siamo le cavie, esperimenti sociali e biologici.

Il vaccino contro l'ipocondria di chi accetta di perdere la libertà in cambio di una prospettiva di pura sopravvivenza, ancora non l'hanno inventato.
#2676
vergogna, governati bastardi, io su queste cose sono troppo arrabbiato per scrivere senza incazzarmi, voglio dire solo una cosa: se quello che vogliono farci iniettare fosse un vero VACCINO e non SPAZZATURA SPERIMENTALE, perché il pass per chi se lo fa ha scadenza di solo di NOVE MESI?


E' accettabile tutto questo casino per presumibilmente solo nove mesi di protezione?


Gli espertoni non ce la spiegano questa piccola incoerenza, a livello di propaganda dicono: fatti il vaccino, riparte tutto, il paese si salva eccetera, poi vai a ben guardare la durata che il decreto del GOVERNO ha stimato per la presunta affidabilità del vaccino degli ESPERTONI, e ooops, solo nove mesi, tipo parto...


avessero le palle di dire in mondovisione e in modo chiaro quello che succede quando il pass scade, altroché vaccinati e salva l'Italia...


O sanno già che dopo pochi mesi ci vuole un altro richiamo, e poi un altro e poi un altro ancora, e quindi quello che spacciano come un -singolo- vaccino è in realtà una catena di vaccini -a vita-, e il rischio di "effetti collaterali" che in teoria secondo la versione ufficiale fino ad adesso si corre una o due volte e poi si è a posto, in realtà si deve correre indefinite volte, proprio lo stesso sporco trucco di chi spaccia eroina, creando dipendenti?


Ci dicono: "dopo il vaccino al massimo si ha un po' di febbre e un dolorino al braccio", ma la capisce l'italiano medio la differenza tra avere un po' di febbre e un dolorino al braccio una volta nella vita e poi stare a posto per sempre, e averla una volta ogni anno, o ogni nove mesi? Che prima o poi statisticamente si schiatta di quello, e non di virus...


Poi il vaccino funziona talmente bene che sono state previste lo stesso zone gialle, arancioni e rosse, mica lo hanno detto e garantito che le zone sono solo temporanee per gestire questo periodo in cui dal cinquanta percento di vaccinati, che già siamo, passiamo al settanta, o al limite all'ottantacinque come Israele, e poi stiamo tutti bene, no, secondo loro la durata temporale della possibilità delle zone a Costituzione sospesa (gialle, arancioni eccetera) è scollegata dalla durata temporale del raggiungimento dagli obbiettivi della campagna vaccinale stessa, NON è previsto un diritto ASSOLUTO E PRIOITARIO alla libertà di riunione, studio, lavoro e circolazione, come finalmente dovrebbe essere dopo due anni di DITTATURA, né per il singolo vaccinato, né per la collettività dei vaccinati oltre il raggiungimento di una certa soglia, quindi prevedono loro stessi governanti la possibilità di andare comunque in zona gialla o peggio, anche al settanta per cento di vaccinati raggiunto.


Quindi, riassumendo, non ci sono garanzie sanitarie per chi si vaccina, ma soprattutto non ci sono, il che è uno SCANDALO dopo due anni di merda, garanzie POLITICHE sul piano dei diritti umani, civili e del lavoro, il governo si riserva comunque il diritto di sospendere la libertà di tutti, e anche dei vaccinati: i vaccinati adesso, temporaneamente, possono andare al cinema e nei musei a differenza dei non vaccinati, tutto questo finché qualche stronzo di politico servo dei potenti non si sveglia col piede sbagliato e decide che non possono andarci più neanche loro (zone gialle comunque previste, e che saranno raggiunte praticamente di certo), wow, veramente grande libertà...


Quindi io cittadino dovrei vaccinarmi con la porcheria sperimentale a durata nove mesi perché così FORSE non mi ritolgono il posto di studio o di lavoro, e/o non mi ri segregano in casa o nei confini del paesino? Senza nessuna garanzia né come essere biologico né come essere sociale?


Ma andassero a farsi benedire, che quello funziona, contro la peste...







#2677
Beh però i giapponesi hanno trovato le risorse materiali, umane e organizzative per allestire intere SQUADRE di piloti suicidi, che si suicidavano "a freddo", sapendo con AMPIO ANTICIPO che lo avrebbero fatto, avendo preso la decisione in merito molto prima della battaglia e non in battaglia, e operando in gruppo e con la massima coordinazione come qualsiasi "normale" unità militare per assicurarsi la miglior riuscita possibile dei loro omicidi-suicidi.


Quindi sono comunque degli alieni a valutarli con i criteri di una mentalità occidentale, insieme a terroristi islamici e simili.
#2678
Attualità / Re:Far West a Voghera!
23 Luglio 2021, 11:07:08 AM
Chissa' se tex willer si sarebbe sentito autorizzato a fare tex willer nella stessa situazione ma contro un bianco ben vestito...
#2679
Citazione di: Ipazia il 15 Luglio 2021, 22:51:59 PM
I baccanali, per chi ne ha necessità, vanno bene lontano da centri abitati, dove al massimo disturbano gli animali. Nel contesto civile l'ebrezza degli uni solitamente coincide con l'incubo degli altri. E talvolta ci scappa pure il morto.


E.' La civiltà che disturba il baccanale.
#2680
Citazione di: Ipazia il 15 Luglio 2021, 10:19:03 AM
Sui gusti non si discute, finchè non si diventa l'Italia dei "primati".

Fin dall'antichità la filosofia occidentale e orientale ci ha messo in guardia dagli eccessi dello sballo. Cosa che ritengo buona e giusta anche oggi. Non penso che niko gradirebbe avere una discoteca sotto casa o l'auto distrutta da sballati che meritano il massimo rispetto in quanto tipi antropologici.


Le discoteche vengono aperte e costruite nel massimo rispetto delle regole di vicinato e io personalmente non ho mai visto una discoteca posizionata o non insonorizzate in modo tale da poter infastidire i vicini,


quanto agli stili di vita pericolosi io parlo appunto di danon medio conseguente da un certo stile di vita o da un altro, e gente che riesce al peggio a distruggere se stessa e pochi altri come ultras e sballati, non la considero gente veramente pericolosa, rispetto ad altri tipi umani molto piu odiosi che sono realmente e concettualmente  nocivi per l'umanità' come evoluzione o come specie, o nocivi per grandi e grandissimi numeri di altre persone,


ci sono comunque grandi filosofi che hanno rispettato e fatto oggetto di seria riflessione il sogno è l'ebrezza, per fortuna direi.
#2681
Citazione di: Ipazia il 14 Luglio 2021, 08:32:35 AM
Almeno su due cose concordo con viator: la demenziale trivialità del tifo sportivo nel calcio e negli sport motoristici (tifo e pratica faidate-controme). Cui aggiungo lo sballo chimico discotecaro.

Però  mi rendo conto che ogni dittatura necessita di circensi adeguati e la nostra reclama le sue vittime e sfoghi popolari non diversamente dagli stadi della Roma imperiale.


Io invece sempre massimo rispetto per ultras e sballati vari come tipo antropologico, la gente che non ha il mio rispetto è ben altra.

Sballati sono i parametri con cui certi ben pensati giudicano la nocività sociale media (e ribadisco, media) di un certo stile di vita e di pensiero, per quanto le sue conseguenze possano essere imputate al singolo. E puntano il dito contro i soliti capri espiatori.


#2682
E' l unita" stessa del divenire a sconfessare la verita' della metafisica, credo quindi che sia responsabilita' dei singoli ripensare la tradizione come tradimento.


Nel mondo reale non c'è una tradizione in generale cosi' come non c'è un'idea della tradizione, c'e' la realta' e la condizione umana della coesistenza e della discendenza, e il modo in cui esse si incrociano: ad esempio nasciamo da uomo e da donna, quindi la discendenza stessa è coesistente, e multicausale.
#2683
Per rispondere a Socrate senza entrare troppo nel merito dell'interpretazione di Spinoza, in generale se si identifica la divinità con il bene, il panteismo porta al pan-agatismo: se Dio è bene e tutto è Dio, allora tutto è bene, e Spinoza, anche se non attribuisce a Dio il bene in senso antropomorfico o morale, arriva a dire che realtà e perfezione coincidono, quindi ha una concezione assolutamente positiva del Dio-cosmo-natura.

Il male è un problema solo dell'uomo e degli altri viventi in grado di soffrire, non è certo un attributo cosmico, e deriva sostanzialmente dal grado di correlazione corpo-mente con cui tali viventi si identificano: mentre tale correlazione corpo-mente è perfetta in Dio, nei viventi ha un grado variabile di perfezione, che in definitiva determinerà, attimo per attimo, se tali viventi saranno sofferenti, oppure felici: In Dio tutto è legame necessario e non si può essere in Dio senza essere legame necessario, e naturalmente non si potrebbe essere, al di fuori di Dio.
Spinoza è un po' un anti-leopardi, i viventi sono desiderio di vivere, ma la partecipazione dei viventi alla totalità cosmica e al flusso del tempo appaga, anziché frustrare, tale desiderio di vivere, da cui il suo sostanziale ottimismo: il male va accettato perché non si può esistere se non nella totalità, quindi chi ama e comprende la vita, accetterà anche il male. Il nesso tra corpo e mente non può naufragare nell'infinito, perché non è e non è mai stato un nesso di causazione, ma di consustanzialità. Non c'è dunque motivo di temere la natura, perché essa non ci toglierà ciò che più amiamo.

Infinità e auto-determinazione sono le caratteristiche fondamentali di Dio, ma anche le caratteristiche che, conseguite con prudenza e nei limiti del possibile, possono rendere felici i viventi.
#2684
Citazione di: Kobayashi il 01 Luglio 2021, 18:00:12 PM
Cit. niko "[...] io credo che la natura sia slancio verso l'infinito, e credo nel progresso, ovvero credo che il capitalismo, al netto delle sue contraddizioni e assurdità, sia la migliore integrazione storicamente mai apparsa del soggetto-diveniente umano con la natura"

Ma la natura è ciclica, non punta verso l'infinito.
Tutta questa infinità: profitti infiniti, consumi infiniti, desideri infiniti... La Terra sta già confutando queste convinzioni con la fine delle sue risorse.
E anche sul desiderio degli uomini mi viene in mente che forse homo sapiens sia più simile al pacifico gibbone che al giovane Werther... (ma forse sono io che sono più simile a una scimmia che a un romantico tedesco).

Su Preve, come è stato già notato, il punto fondamentale del suo articolo è la valutazione del nichilismo.
Che il nichilismo venga analizzato in riferimento al tempo piuttosto che al divenire della materia, non cambia molto, la cosa che conta è l'espressione del terrore di fronte alla catastrofe sempre imminente della caduta nel niente, della sparizione, della dissoluzione del proprio corpo e di quello di chi ci circonda, della perdita completa del senso della vita.
Quindi la filosofia come rimedio tramite sistemi che vorrebbero isolare un fondamento sottratto al tempo.
Preve però pensa anche che il nichilismo "sia più una rinuncia consapevole ai fondamenti [...] che un tema della perdita dei fondamenti". Questo vuol dire essere straordinariamente ottimisti perché significa che la filosofia, esaurite le correnti post-moderne, ritornerà a lavorare per la costruzione dei fondamenti.
Preve riconosce per esempio la genialità di Nietzsche come diagnostico del nichilismo occidentale, ma d'altra parte considera il nichilismo come il prodotto di una critica culturale, come il frutto di scelte filosofiche "sbagliate", che in fondo sono destinate a esaurirsi da se'.

Preve dichiara in apertura che "per fare filosofia bisogna, innanzitutto, credere nella filosofia e nell'esistenza di un suo oggetto e di un suo metodo specifici". La filosofia contemporanea sembra aver perso questa fede, trattando se stessa come una contingenza storica che ha avuto un inizio materiale specifico e avrà una fine (o forse è già finita...).
Mi chiedo se tale fede sia recuperabile.





Io con natura mi riferisco a un concetto complesso, che tiene conto della termodinamica, della relatività generale, del darwinismo e dell'evoluzione delle specie, della genetica, dell'astrofisica moderna e della meccanica quantistica, insomma alla natura per come ce l'ha raccontata negli ultimi due secoli la scienza, e non per come ce la raccontano i miti e i testi sapienziali e nemmeno l'evidenza empirica e sensoriale.


Ora, tale natura non ha più quasi niente di ciclico, anzi il destino ultimo dell'universo è/sarà conseguenza diretta della termodinamica e/o dell'inflazione cosmica e sarà un destino di morte, e questo destino è proprio intrinseco: se è un sistema chiuso, morirà di certo, se non è un sistema chiuso, potrebbe anche non morire, ma allora il suo essere "solo fino a un certo punto" universo, sistema aperto, non corrisponderebbe più precisamente alla definizione che ne diamo. 


Dal big bang al big rip, le esperienze più tipicamente umane, come la nascita e la morte, sono state "trasposte" sull'universo. Ma tante strutture fondamentali, ad accettare di farsi descrivere il mondo fisico dalla scienza, sono così. La temperatura per esempio, ha un minimo assoluto, ma non un massimo. La vita sulla terra non si sa precisamente come nasca, ma si sa quale antenato minimo in comune ha e come è fatta all'origine, ma poi diviene in una serie di modi e direzioni che non hanno soluzione di continuità, non hanno apparentemente senso se non continuo divenire motivato da piacere e dolore o da istinti di sopravvivenza ancora più semplici.
Le forze fondamentali cominciano ed esistere ad intervalli di tempo diversi dopo il big bang.
Vi sono proprietà emergenti come tutte quelle della termodinamica, la freccia stessa del tempo è una proprietà emergente, ovvero ci vuole una certa complessità dei processi perché si possa imputare ad alcuni di essi l'irreversibilità, e questa complessità stessa non è originaria, ma viene raggiunta a un certo punto nel tempo nella storia dell'universo. Come dire che il fatto che il tempo vada verso il futuro è di per sé un fatto meno antico del "puro" tempo, e dunque originato.


La coscienza stessa che fisicamente "non si riesce a trovare", potrebbe essere una proprietà emergente.


E a ben guardare non è la stessa cosa di tutte le altre cultura che hanno miti secondo cui l'universo nasce e muore, a partire, per fare un esempio banale, dalla bibbia, dalla cosmogonia di Esiodo o dal Timeo di Platone, perché qui, con questa descrizione scientifica degli ultimi due secoli, si sta affermando che l'universo nasce e muore in se stesso, non che qualcuno o qualcosa di almeno entro certi limiti esterno lo faccia e lo disfi, quindi si cambia il giudizio sulla ciclicità, appunto, della natura, non delle entità sovrannaturali, o extranaturali o sovrasensibili (Dio, Demiurgo eccetera), che mai, o quasi mai, sono state descritte come cicliche.


Prendendo sul serio questi e altri punti, bisognerebbe sospendere il giudizio su tutte le attribuzioni di ciclicità alla natura.


La natura ci appare ciclica banalmente perché ne vediamo un pezzo


A: troppo poco esteso, troppo piccolo, nello spazio e nel tempo.


B: troppo fortunatamente al sicuro dai grandi cataclismi cosmici.


E' vero che l'omogeneità dell'universo dovrebbe portare all'esistenza di pianeti simili alla terra e quindi potenzialmente abitati, e quindi tanti altri punti di osservazione distorti/fortunati in cui si avrebbe l'illusione della ciclicità, ma, di nuovo, evidenze non ne abbiamo.


Il modello di cosmo e di uomo che ne risulta, secondo me, anziché contraddire direttamente l'eterno ritorno e ogni idea di ciclicità, non tanto della natura, quanto della vita come esperienza della natura, è estremamente nietzschano, perché l'elemento ciclico che manca alla -nuova- natura potrebbe essere reintrodotto da un atto ultraumano di volontà, da uno slancio verso l'infinito che accetti anche, ma non solo, la fine come destino.


Il pensiero di tale possibilità nasce dall'unità, o meglio dalla contraddizione, che si forma in me tra il concetto e il sentimento del tempo: il tempo, almeno considerato come puro concetto, come tempo a disposizione della natura, dovrebbe essere infinito, o comunque non ho bisogno di un limite di tipo "data di scadenza" del tempo per pensare il tempo, quindi il tempo, almeno per come è in me, è infinito, questo da una parte, eppure tale infinità non ha impedito l'evento della mia vita ne ogni altro evento singolarmente considerato, dall'altra, che hanno attraversato l'infinito per essere nel qui è ora così come io li percepisco; è la vita, come evento minimo dell'esperienza, che sembra decidere della ciclicità della natura, e stante la realtà della mia vita e l'innegabilità del mondo intorno a a me, essa sembra aver deciso di sì: questo mio tempo esiste nel tempo, quindi esiste nell'infinito, quindi è un attributo generico ma reale tra i tanti dell'infinito, un infinito che emerge a tratti tollerando la sovrapposizione di altri infiniti, le cui parti visibili non possono che essere i punti, gli intervalli, di una serie, e il cui seppellimento è oblio della coscienza e dissoluzione del corpo, sonno tra una vita e l'altra. Ovviamente tutto questo perché, per me, l'infinito non è una cosa e non è un puro spirito, è un'insieme di infiniti discreti trascorrenti su un'infinito continuo, non c'è niente di finito nell'infinito, è non c'è niente di continuo perché qualunque cosa possa essere il continuo è escluso dall'apparire stesso perfettamente formato, o comunque illusivo, dei discreti. Un pezzo di ferro è, e resta, fatto di ferro in ogni suo punto e frammento estraibile, e così pure un pezzo di infinito, ma rimane il rapporto di minorità e partecipazione, che rende il pezzo pezzo di un qualcosa di più grande.


La vita riporta ciclicità nella natura opponendosi all'entropia dell'ambiente, tale processo non è perfetto, ma esprime un desiderio e una nostalgia del passato, come stato meno probabile e più ordinato; l'uomo mi sembra essere una vita atipica perché esprime un senso di dominio e non accettazione del passato che è estraneo alla normale tendenza degli altri viventi, che almeno tematizzano la decadenza a problema.


Ma tale ciclicità non è l'incurvarsi del tempo su se stesso, piuttosto una spirale protesa come una molla in cui il cui ogni ciclo del tempo procede in uno spazio che non si identifica con il tempo stesso ed esiste realmente ed autonomamente, plasmato dalla volontà. Di ogni attimo si deve poter predicare l'identicità con infiniti altri attimi e insieme l'estraneità trascendente ad essi. Perché la volontà di potenza non ha una materia passiva su cui operare, ma opera sulle parti più deboli di se stessa secondo l'ordine del tempo, in modo tale che ogni singolo attimo è voluto e il voluto non è mai la permanenza, e quindi l'oggetto idealizzato, del volere. E seguendo una linea che unisce il punto corrispondente allo stesso attimo su più cicli del tempo, e non ripetendo lo stesso ciclo, si deve poter constare l'eterno ritorno del differente, e non dell'eguale.


A questa visione si oppongono quella del tempo banalmente circolare, appunto il nichilismo passivo come male della modernità, e quella del tempo lineare, che sono insostenibili perché esistenzialmente svalutanti, visioni in cui il fatto di essere e di trovarsi a vivere nel medium, nel mezzo, tra punti privilegiati del tempo di origine e fine non attuali, ha conseguenze esistenziali, negative per giunta. Esse portano all'edonismo di un godimento cieco o allo stoicismo di un esercizio vano della virtù. Ogni metafisica della storia può essere così, eden-giudizio universale, preistoria-comunismo, psicoanalisi-guarigione materialismo in cui l'universo nasce-muore. Se sono in un tempo della prova, non posso che esercitare la virtù in quanto tale, se sono nell'imminenza del nulla non solo individuale, ma anche cosmico, non posso che esercitare il godimento acefalo in quanto tale.


Solo il senso dell'infinito come aggiunta e contributo proprio della vita a un mondo che di suo ciclico non sarebbe, mi permette la creazione di nuovi valori, il senso correttamente inteso di lavoro.
#2685
Citazione di: anthonyi il 01 Luglio 2021, 08:46:25 AM
Citazione di: Ipazia il 30 Giugno 2021, 23:08:53 PM
Citazione di: daniele22 il 30 Giugno 2021, 22:35:49 PM
Da che parte stai Ipazia? Da quella in cui qualcuno debba insegnarci come vivere giustamente, o da quella del tuo post nr.10?
Dalla parte di chi non gradisce essere borseggiata, neppure da chi lo fa nel rispetto delle sue regole etniche. Gli ebrei in questa faccenda c'entrano come i cavoli a merenda, visto che hanno sempre rispettato il 7.mo comandamento. Marx non confondeva i rapinatori coi rivoluzionari: tra le "capacità" richieste a ciascuno nell'eden comunista non rientra la rapina. Quando ti borseggiano o rapinano mica fanno prima un'indagine sulla liceità dei tuoi beni. Anzi, le vittime preferite sono le più indifese, non certo le opulente che sanno come difendere i loro averi e sono prede più difficili.
Marx ha anche detto: "la proprietà è furto", per cui chi possiede una borsetta con denaro si presuppone l'abbia rubato. Forse gli zingari hanno letto quel passo di Marx, ed è per questo che si sentono legittimati a rubare, forse sono proprio loro gli ultimi marxisti rimasti sulla faccia della terra.




La frase "La proprietà è un furto" è di Proudhon, non di Marx...


nella mia delusione non mi resta che la pignoleria, visto che una discussione su marxismo e nichilismo in cui il comunitarismo ci sarebbe dovuto entrare solo marginalmente, è diventata prima una discussione sul comunitarismo, e poi sugli zingari che rubano.