@Ipazia
Lo "Stato Etico", almeno secondo l'accezione corrente, non è più del tutto corrispondente a quello teorizzato da Hobbes e da Hegel.
Ed infatti:
- non è più soltanto quello in cui l'istituzione statale è il fine ultimo a cui devono tendere le azioni dei singoli individui (nonché la realizzazione concreta del bene universale);
- ma è anche quello che pretende di stabilire quella che deve essere l'etica, la fede e la religione dei propri cittadini.
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In tal senso non direi affatto che "tutti" gli Stati siano definibili come "etici" (non lo sono neanche alcune dittature o democrature), ma lo sono soltanto alcuni di essi; come, ad esempio, l'Afghanistan talebano, e, in parte, l'Iran ed altri.
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Nessuno si è mai sognato di dire, o anche soltanto di pensare, che "costituzione, diritto, e prassi politica" siano gli elementi caratterizzanti di uno "Stato etico"; ed infatti quelli sono gli elementi tipici di un qualunque genere di Stato (democratico e non), e non soltanto dello "Stato etico".
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Quanto al fatto che l'etica calvinista del Capitale sia la brace eterna, questo è vero.
Ed infatti, il 27 ottobre del 1553 Calvino, capo dello "Stato Etico" di Ginevra, condannò Serveto ad un rogo particolarmente crudele; fu condotto su "una catasta di legno ancora verde", sulla testa gli fu messa una corona di paglia e foglie cosparsa di zolfo, e poi gli fu dato fuoco. Ci volle molto tempo prima che morisse!














