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Messaggi - viator

#2686
Scienza e Tecnologia / Re:Vuoto e pieno.
25 Maggio 2019, 12:51:47 PM
Salve Iano. Tutto giusto, cioè tutto relativo, visto che l'ambito in cui possiamo speculare è sempre e solamente dualistico. Impossibile definire definitivamente qualcosa senza che si affacci il suo contrappunto appunto dualistico che non è altro che il concetto oggettivo che si oppone alla nostra speculazione sempre soggettiva.
Il vuoto è più facile da "immaginare" semplicemente perchè, rappresentando la negazione dell'esistente (esso è privo di individualità sia reale che concettuale), non ha alcun bisogno di venir definito. Per contemplare il vuoto basta togliere di mezzo la contemplazione del pieno.
Circa il vuoto fisico, neppure esso esiste. L'energia permea tutto lo spazio. Quindi potremmo al massimo dire che esistono "spazi" occupati dal "non materiale", cioè la immateriale energia la quale, finchè si propaga (inesorabilmente dovunque) senza interferire con la materia, è a tutti gli effetti "IMMATERIALE FISICITA'". Saluti.
#2687
Salve. Per odradek. Citandoti : "Le "tre marie" in realtà sono una sola.  Le tre che hai citato sono tue improvvisazioni del momento." Giustificale e definiscile."
Secondo me Carlo Pierini vede bene quando parla di tre diverse realtà. Mi faccio sfrontatamente carico io di giustificare e definire (lasciando a lui la responsabilità di diverse eventuali interpretazioni). Il fatto è che Carlo (non me ne voglia) secondo me tende a citare molto ma a "creare" assai meno, quindi il suo linguaggio risente di una certa rigidità. Io credo nella filosofia spicciola, mai paludata e talvolta sfacciatamente "creativa".
Le tre realtà - fuori dal linguaggio junghian-pierinesco - secondo me sarebbero :


  • La realtà relativa. Già citata dal nostro amico e definita come insieme dell'esistente percepito.
  • La realtà assoluta. Quella che proprio non ci riguarda (Ma 'cche ce fregga annoi de quelo che mai saperemo !!). Consiste nell'insieme delle realtà relative più le realtà destinate a mai venir da noi percepite.
  • La realtà mentale (parziale, relativa) che anch'essa non sarà mai da noi percepita bensì continuamente ed individualmente concepita.

Se qualcuno pensa che la realtà sia una sola, allora non potrebbe che essere la realtà di tipo 2, cioè il Tutto, quindi l'Assoluto. Infatti anche tali due entità-concetti soggiaciono alla romanesca saggezza del "cche ce fregga" (la quale non è affatto dispregiativa ma unicamente assai pragmatica). Saluti.
#2688
Salve Carlo. Ho visto che sei tornato sul concetto di realtà. Latita tuttora una soddisfacente (non dico vera, reale, piacevole, esatta) definizione dell' "essere" (verbo) la quale ci permetta - non dico di risolvere - almeno di tornare a fare polvere - stavolta meno densa - sul concetto di realtà e quindi poi sul numero di realtà, mondi, dimensioni, etc. etc. Salutoni.
#2689
Salve InVerno. Grazie anche a te. Valga quanto ho appena detto ad Anthoniy.
Un'unica nota : "non credo che un crocifisso qui e la faccia granchè differenza per nessuno".
Direi invece che a qualcuno la cosa interessa parecchio. Ti sei mai chiesto perchè le chiese dei paesi di collina vengono erette sempre al sommo del colle ?.
Per quelli che vanno a Messa la cosa è poco importante.........la salita - prima o dopo - gli tocca sempre.
Anzi, la logica dottrinale richiederebbe il contrario. Con la chiese in basso si potrà scendere per la confessione con ancor meno fatica perchè sospinti anche dal peso dei propri peccati, dei quali la successiva salita ci troverà alleggeriti.
Scusa ma.......tolte parole e simboli......alla religione che resterebbe ?? Saluti.
#2690
Salve Freedom. Grazie anche a te. Interessante, per nulla superficiale il tuo messaggio. Saluti.
#2691
Salve Ipazia. "Non ho capito quali sono i "simboli filosofici".


Quelli che non possono venir definiti - a rigor di buonsenso - nè fideistici nè ideologici.
Esistono anche le simbologie personalistiche più o meno serie piuttosto che deliranti.
Non so se conosci i termini "Emoscambio" piuttosto che l'espressione "La Chiesa uccide con l'onda", ma certamente saprai cos'è il satanismo, il culto delle droghe, l'adorazione di personaggi viventi etc. etc.
Certo si tratta di filosofie assai caserecce, ma pur sempre - secondo ne - di filosofie. Saluti.
#2692
Salve Anthonyi. Grazie per il tuo intervento, con il quale concordo parzialmente. Cito:
"L'espressione del pensiero è un fatto pubblico, per cui è naturale che questa possa essere concretizzata anche in spazi pubblici"
Apporre dei simboli non è tanto espressione di un pensiero (ci sino anche i simboli del tutto oscuri) bensì di una convinzione e del desiderio di comunicarla e possibilmente condividerla.
Nel mio esordio non ho precisato cosa intendevo per spazi od ambienti pubblici perchè non volevo appensantire il quesito che ponevo. Lo faccio ora.
Lo spazio pubblico è quell'area, quella sede nella quale i cittadini vengono convocati o possono accedere per adempiere un dovere o fruire di un diritto o di una facoltà prevista dalle Leggi. Quindi Uffici Pubblici, strutture scolastiche, carcerarie ospedaliere, di ricovero, seggi elettorali, strutture sportive pubbliche etc. Sono esclusi gli ambienti di proprietà privata o societaria.

Circa poi "Al riguardo, io sono dell'opinione che sia da ridiscutere il concetto di stato laico, perché la religione non può essere concepita come un fatto meramente privato.",
io ho parlato di fede, non di religione. La pratica della religiosità dovrebbe venir considerata come la facoltà lecita di aggregarsi in comunione di intenti e di simboli in luoghi NON pubblici (anche se APERTI AL PUBBLICO) per tutti coloro che accettano intenti e simboli di quella tal religione.

Infine, sfiorando il surreale ma non certo sfidando la logica : "Tutta la nostra cultura è legata alla tradizione cristiana, per cui l'esposizione della croce non rappresenta una scelta individuale o di parte, ma un elemento di identificazione comunitaria delle nostre radici storiche. Questa scelta espositiva, che chiaramente deve avere il consenso della maggioranza dei cittadini, io la condivido e non credo sia in contraddizione con la libera professione della fede."
"Tutta la nostra cultura, e prima di quella la nostra stessa esistenza, è legata alla "tradizione" riproduttiva e sessuale, per cui l'esposizione di simboli sessuali o fertilistici non finirebbe per rappresenta una scelta individuale o di parte, ma un elemento di identificazione comunitaria delle nostre radici biologiche, esistenziali, storiche e solo marginalmente fideistiche. Questa scelta espositiva, che chiaramente dovrebbe avere il consenso della maggioranza dei cittadini, io Viator la condividerei e non credo sia in contraddizione con la libera professione di una qualsiasi altra fede.". Naturalmente una simile tesi è scandalosa ! Saluti.
#2693
Salve Carlo. La questione per (beato) te sarà anche semplice, ma noi siamo duri di comprendonio, sai ? Tu definisci un concetto fumoso quale quello di reale con uno ancor molto, molto, molto più fumoso (per quasi tutti) : quello dell' ESSERE. Come stai a definizioni circa quest'ultimo ? Salutoni.
#2694
Salve. Desideravo sondare i vostri pareri su quanto in oggetto (anche se l'argomento mi sembra sia già stato affrontato in passato nel forum).
In sostanza, chiederei di prendere posizione, per quanto riguarda l'obbligo o la facoltà di esporre in modo stabile tali simboli in ambienti pubblici, tra le quattro possibilità qui sotto elencate :


  • Chiunque può esporre in un ambiente pubblico simboli relativi alle proprie convinzioni.
  • Solo l'Autorità può decidere di esporre in un ambiente pubblico i simboli relativi alle convinzioni di chi esercita il Potere.
  • Solo la maggioranza che possieda convinzioni comuni ha il diritto di veder esposti - in ambienti pubblici - i simboli relativi alle proprie convinzioni fideistiche, ideologiche, filosofiche.
  • Negli ambienti pubblici è vietata l'apposizione di simboli fideistici, ideologici o filosofici poichè la loro imposizione costituirebbe prevaricazione nei confronti di minoranze (fossero anche di un solo individuo) che nutrono diverse convinzioni. Ciò perche le convinzioni di questo genere devono far parte della sfera rigorosamente individuale di ciascuno, e l'apposizione dei relativi simboli insinua la volontà o la pretesa di affermare pubblicamente la supremazia di una o più convinzioni sulle restanti ed escluse.

Che ne pensate ? Saluti a tutti.
#2695
Salve Carlo. "Egli (Marx) è l'espressione tipica dello squilibrato assolutismo materialista trasferito nella politica. Niente di più"

Ottima definizione. Condivido, anche se tutto sommato io l'ho sempre considerato più idealista che cinico.

Saluti.
#2696
Salve Carlo. "Prima o poi arriverà, e verrà ...dal mare".

Speriamo solamente che non venga soffocato da troppa microplastica.

Saluti.
#2697
Salve Socrate78. Sinceramente non riesco a capire se tu poni certe questioni per generare (volumetricamente) nuove discussioni oppure perchè sinceramente vorresti veder chiariti i quesiti che poni.
A livello di discussione, mi auguro che questa raggiunga le migliaia e decine di migliaia di interventi.
A livello di quesito, mi pare che tu non voglia dedicarti ad autonoma riflessione ma preferisca che lo facciano altri.
La risposta al quesito secondo me fa parte della stucchevole ovvietà. Ma non chiederla a me perchè te la darei in modi da farti "venire i nervi". Ci penserà certo qualcun altro.

Una unica osservazione a proposito di : "Sarebbe bellissimo anzi nascere già adulti e formati, senza dipendere sin dall'inizio da nessuno. Ci avete mai riflettuto?".

Ma formati da chi ? E poi il non aver mai dovuto sperimentare la dipendenza da qualcuno impedirebbe lo sviluppo di ogni genere di sentimento non egoistico. Praticamente diverremmo tutti quanti dei Viatorini come me. Che Dio (o qualcun altro) ce ne scampi !! Saluti.
#2698
Salve Sgiombo. Scusami ancora. E' che io, vecchio tardone, non riesco ad ambientarmi nella gerarchia delle citazioni, strumento certo pratico per molti di voi ma che io preferisco evitare come la peste per la sua struttura che trovo ridicolmente babelica. Saluti.
#2699
Salve Ipazia. "Per me mentale-anima-psiche sono la stessa cosa e la loro evoluzione non può essere che naturale-naturale".

Interpreto l'espressione "naturale-naturale" come "che proviene dalla natura e si inscrive nella realtà naturale".
Interpreto che l'espressione "mentale-anima-psiche sono la stessa cosa" come "mentale-anima-psiche fanno parte della medesima sfera funzionale e concettuale".
Se è così secondo te, non ci sono disaccordi in merito tra di noi.
Il disaccordo potrebbe nascere se tu consideri mente-psiche-anima enti materiali. Enti IN SE' materiali.
Io li considero immateriali. Non generati nè consistenti IN SE' in materia.
Infatti si tratta di enti ENERGETICI. E l'energia, pur facendo parte del mondo fisico (come contrappunto della materia), è il complemento immateriale della materia stessa.

Ma la formula di una molecola di sostanza chimica complessa come viene rappresentata ? Con la FORMula di struttura.
Gli atomi sono enti materiali ma essi non realizzano alcuna funzione o scopo in mancanza di un certa struttura che viene mantenuta stabile e FUNGENTE dall'immaterialità di una energia le cui cariche elettriche (anche in assenza di scambi elettronici) si propagano nel vuoto intermolecolare.
E' grazie alla propria immaterialità che l'energia riesce a creare e mantenere la FORMA della materia.

Energetico ed immateriale sono concetti piuttosto ben distinti da spirituale, fideistico e trascendente. Saluti.
#2700
Salve Sgiombo. "La legge fondamentale del mondo animale (e dei sub-umani) è: "Moglie e buoi dei paesi tuoi". Solo l'uomo convive con cani, gatti, cavalli, canarini, criceti, pesci esotici, ecc..".

Non mi pare proprio. Simbiosi e parassitismo sono assai diffusi nel mondo animale. Figuriamoci quello vegetale. L'uomo, pur proseguendo la sua attività parassitaria plurimillenaria (e quella simbiontica quasi solo marginale), in tempi più recenti ha affiancato ad esse pure l'attività paraculesca, consistente nel far credere di amare aninali da compagnia schiavizzati, incarcerati, geneticamente devastati che vengono "accolti" nelle case unicamente per soddisfare capricci infantili, sindomi da solitudine oppure vanità nell'esibire "proprietà viventi più meno esotiche