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Messaggi - Jacopus

#2686
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
05 Dicembre 2018, 22:35:38 PM
Ipazia. Nessun intento riduzionista, solo una diversa e molto modesta rivisitazione del "conosci te stesso".
#2687
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
05 Dicembre 2018, 20:35:14 PM
Sgiombo. È l'essere umano ad essere tragicamente contraddittorio o meglio, ambivalente. Il manicheismo, il comunismo, il fascismo, l'integralismo islamico, lo scientismo, la paranoia, sono tutte risposte per evuacare il lato malvagio da noi stessi e lasciare il cerino in mano al demonio, al capitalista, al marxista, all'infedele, all'oscurantista, al nemico in una parola. Ma quel lato malvagio che si voleva reprimere si moltiplichera' per mille, come la storia riporta, senza che noi si sia in grado di ricordarlo (fare i conti con il proprio lato malvagio è faticoso).
#2688
Per Bobomax. Ho l'impressione che tu non abbia intenzione di discutere con chi la pensa diversamente, visto che ti congratuli con chi la pensa come te, anche quando accusa gli altri di disonestà intellettuale.
Per Samuel Silver: il discorso sull'utilità come principio logico per spiegare l'assenza di indeterminatezza, a sua volta esposto come garanzia di scientificita' è di un bizantinismo geniale, oltre ad essere ovviamente falso.
La teoria evoluzionistica, che fa parte della scienza moderna e viene insegnata in tutte le università degne di questo nome, ha come uno dei suoi presupposti la modifica "casuale" e quindi indeterminabile del dna, accanto all'effetto deterministico dell'ambiente che struttura e porta al successo o all'insuccesso quella modifica.
La teoria quantistica si fonda su principi di indeterminarezza, ma qui ci vorrebbe un esperto nel campo per spiegarlo meglio.
Tornando al tema della discussione, non vedo che incompatibilità ci possa essere fra aspetti indeterministici, aspetti deterministici e libera volontà, da intendere sia singolarmente che intersoggettivamente, visto che siamo programmati per socializzare e interagire con i nostri simili e l'azione oltre ad essere individuale è anche sociale.
Queste tre dimensioni contribuiscono equamente allo svolgersi dell'azione umana. Più difficile dire con che proporzioni si dividono la torta.
#2689
Basterebbe abolire l'ergastolo. 8)
Una pena a vita è effettivamente contraria all'art. 27 Cost. D'altronde il codice penale attualmente vigente è il codice Rocco, di quasi 20 anni più antico della Costituzione, promulgato in piena era fascista. Basti vedere come sono calibrate le pene,  alte allo stesso modo per un semplice furto (da 6 mesi a 3 anni), rispetto alle lesioni personali per lesioni con prognosi fino a 20 giorni (da 6 mesi a 3 anni). In sostanza il furto di una mela è equiparato ad una aggressione per la quale sono necessari fino a 20 giorni di prognosi (quindi anche la frattura del naso, ad esempio).
#2690
Viator. Faresti una bella figura fra i sofisti. Davvero.  8) -
La tua tesi, dimmi se sbaglio, finisce per giustificare ogni privilegio, poichè coloro che vi si oppongono, una volta ottenuti (i privilegi), non farebbero che ripetere il ciclo,e quindi tanto vale tenersi gli attuali privilegiati.
Ovviamente la tesi non è tanto raminga, ma non è neppure da assolutizzare. Tutto sta nella misura, come insegnavano i greci antichi. Alcuni privilegi possono anche essere tollerati e altri forse possono anche essere considerati giusti. Altri ancora inevitabili e fatalisticamente sopportati, visto che non sono finora mai esistite società egualitarie (almeno io non ne conosco) e anche quelle che si proclamano uguali erano invece comunque gerarchizzate. Ma se il privilegio diventa un principio di differenziazione quasi antropologica, secondo il quale i "privilegiati" si ritengono di una specie superiore, allora si pongono le basi per il disordine e il caos. Come dice Inverno, bisogna bilanciare i due valori e animare il loro perenne conflitto, magari regolandolo nel modo più equo possibile. Se si scivola verso uno dei due estremi si rischia grosso ed anche dichiarare il proprio cinismo non aiuta, poichè ci fa pensare che è inutile combattere per un mondo più giusto, poichè vi saranno sempre privilegiati (il che è vero, ma occorre capire, appunto, la quantità di privilegio che si è in grado di monopolizzare, senza alcun merito.....già, il merito, anche lui in qualche modo partecipa a questa scenografia).
#2691
Buongiorno Sgiombo. Sul compagno Kodo non mi dilungo. Ma se affermi che già non sporcarsi le mani fa assumere la responsabilità etica delle conseguenze della vittoria del nemico, ti chiedo: " tu come stai combattendo?".
#2692
Già il titolo presenta un indizio importante: "Il male nelle sue varie forme". Un primo male è quello che si può definire nei giochi a somma zero: "mors tua vita mea". È quanto accade in guerra e in tutte le relazioni fondate sul sospetto. Agisco il male per evitare che tu possa farmene prima. Si vis pacem para bellum.
Un secondo male è quello che si ritiene di poter impartire a fin di bene. La pena di morte, le crociate, la vendetta, l'esecuzione proletaria.
Un terzo male è quello che si esercita su chi viene previamente deumanizzato: l'ebreo, il negro, il giapponese, il comunista, il fascista, il mussulmano, lo yankee.
Un quarto male è quello di cui parla Inverno. Il concetto di male è esso stesso storicizzato e sarebbe sciocco valutare i personaggi storici con il nostro metro etico. Ma come valutare invece le tradizioni altrui a noi contemporanee, come l'infibulazione o i matrimoni combinati o il lavoro minorile?
Ma quello a cui fa riferimento Socrate è forse un male più antico. È il male del cacciatore primitivo, che insieme al suo gruppo scoprì la guerra e la razzia. Un male che ha albergato le struttura psichica dell'uomo sapiens per decine di migliaia di anni. Solo da 6000 anni abbiamo inventato meccanismi per proteggerci dalla guerra di tutti contro tutti, la religione, il monopolio statale della forza pubblica, la filosofia. È inevitabile che il nostro organismo, di fronte ad evoluzioni disfunzionali adotti il male come strategia, magari parassitando proprio quelle istituzioni create per difenderci dal male diffuso. Ecco allora la caccia alle streghe, le guerre, il potere paranoico che punisce ogni minima critica.
L'esercizio del "male" inoltre è esattamente come tutte le altri attività umane: alla lunga viene gestito proceduralmente e abitudinariamente. In letteratura vi sono molte testimonianze di serial killer che hanno vomitato di fronte alla prima vittima ma che con l'esperienza hanno acquisito una sempre maggior freddezza e capacità di svolgere il "lavoro" in modo procedurale.
C'è poi il male originario. Quello che riguarda la nostra vita e il suo significato: "meglio sarebbe stato per te non nascere".
#2693
Scienza e Tecnologia / Re:anima - genetica gemella ?
29 Novembre 2018, 19:25:56 PM
Enrico. Anch'io ti chiedo di specificare meglio. ti ricordo che  l'argomento in questa sezione deve essere di scienza e tecnologia.
#2694
Come scrive Viator, una parte di noi è governata da un sano egoismo, senza il quale nessuna specie animale potrebbe competere con l'ambiente. D'altro canto non stiamo più dandoci delle sonore clavate in testa e quindi non siamo governati solo dall'egoismo (uguale male?) ma anche da principi cooperativi e solidaristici che provengono dalla nostra storia di animali sociali, rafforzati dalla nostra storia culturale. Per lo stesso motivo il male e la violenza di oggi è incommensurabilmente minore a quella di appena 100 anni fa, anche se i media e alcuni politici fanno di tutto per farci credere il contrario.

Come ormai noto, grazie agli studi sulla genetica, i processi culturali e storici hanno un influsso e condizionano lo stesso sviluppo umano in senso biologico e genetico. Quindi parlare di un egoismo naturale e quindi buono, opposto alla civiltà, che dietro ad una divinità più o meno dotata, reprime l'egoismo naturale è una favola che non regge, anche se chi ci crede non sarà certo persuaso.
Ad ogni buon conto si può leggere qualcosa qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Epigenetica

Tornando alla domanda iniziale, si può certo affermare che una parte di violenza e disumanità resta dentro di noi, nella parte più ancestrale del nostro cervello, così come però resta ancora più vero come i nostri costumi e i nostri comportamenti si stiano eticamente innalzando e migliorando. Un esempio su tutti ( ma potrei annoiarvi con molti altri). Nella Francia del '700 un divertimento che raccoglieva tanti spettatori era lo show del gatto incendiato. Un povero gatto veniva legato ed incendiato, facendo così divertire i presenti paganti. Ma pensate anche alle condanne a morte di 400 anni fa e quelle odierne, in quegli stati dove è ancora vigente. In passato bastava parlare male del Re per finire impiccati dopo un processo sommario, e magari in pubblica piazza, dando uno spettacolo indecente di sè prima di morire. Ora prima di finire a morte ci sono processi che durano decenni e l'esecuzione viene svolta in modo estremamente discreto, perchè la si considera comunque poco "educativa".
Si potrebbe dire che abbiamo intrapreso un viaggio, culturale e storico, nel quale la violenza e il male hanno sempre meno peso, ma proprio per questo dobbiamo anche essere in grado di capire perchè quel male talvolta erompe con forza e violenza, come un vulcano inattivo da tanto tempo e che talvolta erutta lava.
Il male nasce da tante sorgenti diverse. In primo luogo il "male" viene appreso in famiglia. Chi viene maltrattato in famiglia ha delle possibilità di comportarsi male in futuro che sono maggiori. Ma anche chi viene amato dai suoi famigliari può agire in modo "malvagio". Un primo caso si verifica quando i genitori, pur essendo normalmente premurosi, indicano come moralmente valide alcuni azioni rivolte contro qualcuno a cui si toglie la dignità di esseri umani. E' quanto accade ad esempio ai figli dei rom, che ci indicano come gagè, qualcosa che sta ad indicare la nostra natura di "babbei", dei quali si può approfittare. Oppure alla distinzione islamica tra dar al harb e dar al islam e come nella prima sia possibile agire in modo diametralmente opposto al secondo. Ma si può agire male anche per semplice inerzia e/o sottomissione ad un potere contro il quale non si ritiene di dover intervenire, sia che si tratti del bullo di paese che di un sistema totalitario. E' quella che Levi definiva la "zona grigia".
Il male e la violenza possono nascere anche da turbe psichiatriche e da disfunzioni organiche. La prima causa dove fu introdotta per la prima volta una FMRI (risonanza magnetica funzionale) è del 1992 (caso Weinstein). In essa la FMRI provò che Weinstein uccise la moglie perché affetto da una cisti aracnoidea che aveva nel cervello.

Direi che il male è una dimensione che appartiene a tutti noi, così come tutti noi siamo in parte egoisti, avidi, poco empatici. Ma è anche una dimensione collettiva, poichè proprio laddove la collettività saprà dare delle risposte "collettive" al male, il male tenderà a restringersi o a allargarsi.
C'è la famosa storiella pellerossa dei due lupi, uno che vive di risentimento, rabbia, avidità, egoismo, l'altro di bontà, altruismo, partecipazione, quale dei due vincerà: "quello che ciberai", è la risposta del saggio capo Cherokee, che senza saperlo aveva anticipato di qualche secolo la psicoanalisi.
#2695
Non credo si tratti solo di perversioni staliniane.
Ecco cosa scrive Lenin nel 1922 a proposito del codice penale in fase di riformulazione:
" il pensiero fondamentale è chiaro: esporre apertamente il concetto di principio che motivi l'assenza e la giustificazione del terrore, la sua necessità, i suoi limiti. La giustizia non deve eliminare il terrore; proteggerlo sarebbe autoinganno, deve invece fondarne il principio. Occorre formulare con la massima ampiezza possibile, perché solo la coscienza giuridica rivoluzionaria e la coscienza rivoluzionaria stessa potranno suggerire la sua applicazione di fatto.
(Lenin, opere complete, Vol. 45, pag. 190.)

La coscienza rivoluzionaria elevata a unico giudice analogamente al "Dio lo vuole", e prova a criticare quelle persone e quei precetti in nome dell'individuo. Il rogo o la fucilazione saranno la tua mercede.
#2696
Attualità / Vita umana modificata geneticamente
26 Novembre 2018, 12:15:29 PM
#2697
"Gli uomini non sono uomini, ma determinati portatori di determinate idee. Quali che siano le qualità individuali, gli si può applicare un unico metodo di valutazione, e è quella fatta dal punto di vista della convenienza di classe".
Questo pensiero di Krylenko, pubblico accusatore in Unione Sovietiva, è riportato da Solzenycin in Arcipelago Gulag (pag. 313). Non vedo nulla di umano in questo approccio della legge nei confronti dell'uomo, giudicato non come uomo ma come appartenente ad una massa informe, dove possono essere applicati i più svariati metodi di colpevolizzazione.

Un altro passo interessante. Qui è lo stesso Solzenicyn a parlare (condannato a 8 anni di gulag, ad estrarre carbone, per aver preso in giro Stalin in una lettera privata): "Cosa c'è all'origine? La gallina o l'uovo? Gli uomini o il sistema? Per diversi secoli abbiamo avuto il proverbio, non temere la legge, temi il giudice". Ma a me sembra che la legge abbia scavalcato ormai gli uomini, questi sono rimasti indietro nella crudeltà. Ed è ora di capovolgere il proverbio: non temere il giudice, temi la legge. Quella di Abamukov (direttore della Ceka e poi della GPU, i servizi precedenti al KGB).

Di uomo concreto qui se ne vede pochino. Ripeto. Bisogna confrontarsi e capire cosa ci fu di materialismo storico nell'esperimento del socialismo reale, ma non credo che le due esperienze/visioni del mondo siano così agli antipodi.
#2698
La rilegatura terrena su base solidaristica nelle sue espressioni storiche è stata molto poco solidaristica e ancor meno egualitaristica. Possiamo amenamente discettare che il socialismo reale non fu materialismo storico ma una sua deriva, ma si sfocierebbe così in un idealismo ben poco materiale. Credo piuttosto che le ferree ideologie possano trasformarsi facilmente in "ruspe" sotto le quali, in nome di principi astratti, vengono tranquillamente maciullati eretici, ebrei, controrivoluzionari o migranti.
Il fatto che il capitalismo diffonda una diversa fede, basata sulla crescita infinita non mi esime dal ritenere "anche" il materialismo storico una ideologia che si è nutrita di sangue umano, di bastonate, fucilazione e immense ingiustizie.
Una visione con al centro l'uomo concreto e non il compagno/camerata/fedele astratto, la consapevolezza che grandi cambiamenti avvengono su grandi tempi e l'assenza di ogni consolazione religioso-escatologica. Sono queste le mie tre bussole, piuttosto incompatibili con il materialismo storico.
#2699
Da molto tempo, dopo la necessaria infatuazione giovanile pro-Marx, ritengo il marxismo una sorta di religione terrena, dove al posto del paradiso celeste, viene fatto posto ad un paradiso terrestre, una società senza classi e piena di felicità. E' probabile che proprio questo substrato religioso sia stato un motivo importante della popolarità del marxismo, ma come nelle società dominate dalla religione, le società dominate dal marxismo hanno mostrato un volto senza pietà, quello del potere che non perdona e che persegue "il meglio" anche a costo del "bene".
Non a caso Marx proveniva da una famiglia pia, dove addirittura il nonno esercitava l'ufficio di rabbino, e Stalin fu istruito in un collegio di religione ortodossa.
Escludendo il "lieto fine", ritengo comunque il marxismo un notevole passo avanti nella capacità di analisi delle società moderne e molti suoi insegnamenti e analisi sono tuttora validi.
#2700
CitazioneE se le sostanze stupefacenti ci dessero, indipendentemente dai loro effetti nocivi soprattutto a lungo termine, una percezione più vera della realtà in cui viviamo? Non esiste nessun criterio obiettivo per dire che la percezione della realtà del "drogato" sia per forza completamente falsa e da rigettare, forse le droghe hanno la capacità di metterci in contatto con il mondo spirituale, non a caso gli sciamani ne fanno uso. Se cambia la composizione chimica del cervello cambia la percezione della realtà, ma ciò non significa che cambi per forza in peggio.
Bè, allora dovremmo parlarne nella discussione "cos'è la verità". il "drogato" moderno non credo che abbia una percezione della realtà vera nel senso della "realtà aumentata". E' possibile, oltre ad un uso ludico, anche un uso creativo di alcune sostanze e lungi da me demonizzare l'uso delle sostanze stupefacenti, che ci accompagnano dalla notte dei tempi e che ci seguiranno ancora per molti millenni. Mi limitavo solo a rimarcare come le sostanze, e in particolare quelle allucinogene (LSD e in misura minore cannabis) possono dare luogo a fenomeni di dispercezione del proprio corpo, senso di irrealtà, sdoppiamento. Non a caso è ormai abbastanza certa la correlazione fra uso di sostanze allucinogene e lo sviluppo di malattie psichiatriche ad andamento acuto o cronico.
L'ultima tua frase è molto interessante, perchè presuppone che non esiste una realtà al di fuori di quella che percepisce il singolo cervello. Mi sembra anche molto conforme all'attuale mondo sociale, intriso di realtà virtuali.