I numeri, (a parte le altre suddivisioni, che qui non ci interessano) si dividono in:
a) "numeri primi", che sono che sono divisibili soltanto per se stessi e per uno;
b) "numeri composti", che hanno almeno un altro divisore oltre uno e se stessi.
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In effetti, anche l'"uno", all'apparenza, sembrerebbe un "numero primo", in quanto è "divisibile soltanto per se stesso e per uno"; però, normalmente, si dice che non lo si può classificare come "numero primo", altrimenti andrebbe a "carte quarantotto" il teorema fondamentale dell'aritmetica, cioè, in particolare, quello dell'unicità della fattorizzazione (ad es, 1*2*5=1*1*2*3*5).
Cosa che non metto in dubbio; ma uno potrebbe anche dire "e chi se ne frega del teorema!"
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Per cui, secondo me, (sotto tale specifico aspetto), forse sarebbe più perspicuo suddividere i numeri in tre categorie:
a) il "numero unico", che ha soltanto "un divisore", cioè "uno" (in quanto "uno" è sinonimo di "se stesso");
b) "numeri primi", che sono che sono divisibili soltanto per "due divisori"; cioè soltanto per se stessi e per uno;
c) "numeri composti", che sono divisibili per "più di due divisori"; cioè, che hanno almeno un altro divisore, ai oltre ai due diversi divisori uno e se stesso.
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Utilizzando tali definizioni, l'uno sarebbe automaticamente escluso sia dai "numeri primi" sia, ovviamente, dai "numeri composti"; perchè dire che l'uno è divisibile soltanto "per se stesso" <<e >> per "uno" costituisce una "superfetazione" semantica; ed infatti, nel caso dell'"uno", "se stesso" e "uno" hanno lo stesso valore semantico.
Sarebbe come dire dire che due è "divisibile per due", <<e >> è anche "divisibile per due"; il che non ha senso!
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