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Messaggi - iano

#271
Tel Qi el profeta.
#272
Il libro di cui sopra, è un libro che mi ha letteralmente sconvolto, tanto che se non lo recito come il corano o la bibbia, però lo ricordo a memoria dopo decenni, come mi avesse  plasticamente modificato il cervello.
#273
Citazione di: daniele22 il 13 Agosto 2025, 12:13:15 PMBasta chiudere gli occhi e cercare di camminare parallelamente vicino a un muro per sapere se ti stai avvicinando o allontanando da questo.
Io credo che tu riesca a farlo, però dovresti dirci come fai. Cioè il fatto che riusciamo a farlo non vuol dire che sia cosa ovvia farlo, e che  in effetti ci può apparire ovvia nella misura in cui lo facciamo senza sapere come.
Il libro ci dice  come lo fanno i ciechi, usando le orecchie, perchè il muro rimanda i rumori che il cieco fa camminando. Quindi se il suono se l'eco non varia di intensità sanno che stanno andando dritto, e quando sparisce l'eco sanno che il muro è finito.
Per aumentare la rumorosità, e sopratutto per renderla costante, a volte usano un bastone con una pallina finale girevole..
Tu lo fai allo stesso modo, ma mente i ciechi ne hanno coscienza, perchè l'acquisiscono, tu no.
A riprova del fatto che usare coscienza o meno riguarda solo un diverso modo di fare, e che la coscienza non è indispensabile, e quindi non è fondamentale.
Contrariamente a quello che sappiamo, cioè a quello di cui abbiamo normalmente  coscienza, il nostro senso più sviluppato non è la vista, ma l'udito, tanto che viene detto senso salvavita. Questo significa che ti salva la vita più volte al giorno senza che tu te ne accorga.
L'unico svantaggio certo per i ciechi è di vivere in città progettate per vedenti.
Sentire la realtà è un modo diverso di vederla, e quale fra i due sia più vantaggioso è da discutere.
Un altro vantaggio certo per i ciechi è di notte ci  ''vedono'', mentre i vedenti no.
Inoltre la parte del cervello dedicata alla vista nei non vedenti viene riconvertita a rafforzare l'udito, e questo è propriamente un esempio di plasticità del cervello.
Esistono anche tecniche per indirizzare questa riconversione, velocizzando il tempo di riconversione.
Come fanno dunque a ''vedere'' i ciechi dovrebbe adesso essere chiaro, potenziando il senso dell'udito che è già fra tutti il più potente.
Ma le sorprese non finisco qua.
Il libro ci dice che noi vediamo letteralmente, cioè senza virgolette, con le orecchie, quindi i ciechi, almeno in parte, ci vedono veramente.
Essi semplicemente potenziano quel meccanismo per cui i vedenti non vedono solo con gli occhi, ma anche con le orecchie.
Ma le sorprese non finiscono qua.
Noi ci sentiamo anche con gli occhi.
Pensa dunque a quanti sono i meccanismi sensoriali sfuggono alla nostra coscienza, ma non all'indagine scientifica.
#274
Presentazione nuovi iscritti / Re: toc-toc
13 Agosto 2025, 11:08:16 AM
Se Astolfo andava sulla luna mi aspetterei che Agilulfo levitasse almeno sui pavimenti...benvenuto.
#275
Citazione di: daniele22 il 12 Agosto 2025, 09:55:33 AMNon puoi inquadrare concetti come democrazia, liberalismo, comunismo, o anarchia come neuroplastici o no. La neuroplasticità, se ho ben inteso il concetto, dovrebbe consistere nella capacità di scardinare in senso migliorativo abitudini che vengono considerate dannose.
''Lo straordinario potere dei nostri sensi. Guida all'uso.''
Lavrence D. Rosemblum.
Bollati/Boringhieri.
Anche solo leggendo le note di copertina di questo libro puoi farti un idea di cosa si intende per plasticità del cervello.

Tutti noi siamo in possesso di capacità percettive d'eccezione. Non ne siamo consapevoli ma è così. Ricerche recenti, che si avvalgono dei più aggiornati strumenti di neuroimaging, hanno dimostrato che il nostro cervello è un organo in continua evoluzione, dotato di plasticità. È questa caratteristica che permette impensabili effetti di compensazione in persone affette da deficit sensoriali.
Lawrence D. Rosenblum, con il suo stile leggero, chiaro e divertente, racconta casi di straordinari poteri sensoriali: un ciclista cieco dalla nascita campione di mountain bike capace di emettere forti segnali acustici e orientarsi, come i pipistrelli, sulla base della qualità di risonanza emessa dai materiali attorno a lui; il battitore di una squadra di baseball per non vedenti che si affida al suo udito per dare la battuta; o un esperto di labiolettura tattile che toccando il viso del proprio interlocutore è in grado di leggere non solo le sue parole ma anche i suoi sentimenti.
Sono storie umane e cliniche fuori dal comune che ci insegnano ad avere una nuova percezione dei nostri cinque sensi. Niente è troppo straordinario per il nostro cervello.

Lettura consigliata.
#276
Detto ciò, per rientrare in tema, ci si potrebbe chiedere come si modifica il cervello alla lettura continuativa dello stesso testo, cosa che i credenti fanno coi testi sacri, o i marxisti col capitale.
Ma nel momento in cui mi faccio questa domanda mi rendo conto quanto sia pericolosamente tendenziosa. In questo percorso adattivo del cervello i neuroscienziati potrebbero individuare percorsi da considerarsi normali e altri patologici, e questo mi pare volesse dire Jacopus.
Se un normale percorso di adattamento del cervello a ciò che faccio mi fa diventare un buon artigiano, un percorso diverso mi farà diventare artista?

#277
Citazione di: anthonyi il 12 Agosto 2025, 01:53:58 AME' proprio questo l'assurdo, tu sei un professionista serio e invece, su questo concetto, diventi qualunquista.
Non é la stessa cosa. Ci sono concetti sociali che sono certamente neuroplastici, come liberalismo ad esempio, o anche democrazia, anarchia non lo é, perché non contiene una spinta all'adattamento alle esigenze altrui che comporta necessariamente l'accettazione di una logica democratica e dell'assetto istituzionale ad esso conseguente.
Comunismo e liberismo, invece, io non li considererei neuroplastici, perché rafforzano un certo indirizzamento socio economico rendendo rigido il sistema.
Piuttosto social democrazia, quello si che é un concetto neuroplastici, che bilancia le esigenze sociali con quelle del libero mercato.
La plasticità del cervello fa si che esso si trasformi in base a ciò che facciamo, e in questo modo diventiamo sempre più abili nel farlo.
 Quindi plastico è il cervello, non il nostro comportamento.

#278
Citazione di: daniele22 il 11 Agosto 2025, 17:36:13 PM
Visto però che a livello individuale sia io che te ci rendiamo conto che si vive in un mondo obsoleto e, almeno per quello che mi riguarda non sono nato imparato, resta quantomeno nell'aria cosa abbia provocato apprendere questa nozione di mondo obsoleto.
Comunque siamo ormai abbondantemente fuori topic

Se è nell'aria lo respiri. :)
#279
Citazione di: daniele22 il 11 Agosto 2025, 17:36:13 PMIo non credo molto alla neuroplasticità di cui parla Jacopus.
Le modifiche del cervello in base a ciò che facciamo si possono misurare, e con alta risoluzione.
Se batti il dito sul tavolo per un minuto, il cervello si modifica in modo misurabile.
Sono modifiche che fanno presto a farsi e disfarsi.
Se però batti su un tamburo per tutta la vita, morirai col cervello di un batterista, che è diverso da quello di un idraulico.
Credo corrisponda a ciò che diciamo ''forma mentis''.
#280
Citazione di: daniele22 il 11 Agosto 2025, 11:31:30 AMLa possibilità di cambiare di sicuro c'è, ma cambiare ha dei costi e mi sembra che le persone non ne vogliano proprio sapere. In questo senso e concretamente sono proprio curioso di vedere se sarà seguito l'appello di Olmert (ex primo ministro, uomo di destra liberale) allo sciopero generale (costo per l'individuo) per fermare Netanyahu
Come Putin ha scommesso in un'operazione speciale così veloce che la popolazione non avesse il tempo di valutare quanto i costi superassero i benefici.
#281
Citazione di: Duc in altum! il 11 Agosto 2025, 10:09:25 AMquindi "scrittura" poco sacra, dacché non è per tutti!
A questo mira la sacralità della scrittura, l'esser per tutti.
Ma conta più lo scopo, l'esser per tutti, o il mezzo, l'esser sacra?
Se conta l'esser per tutti, come io credo, il mezzo è relativo. La verità è valsa bene questo scopo.
In ogni caso l'impresa fino a un certo punto è riuscita solo ai testi sacri, e quindi tanto di cappello, e tutto il rispetto per chi continua a crederci.
Altri tipi di testo ci sono riusciti meno, ma confermando comunque il ''potere'' delle scritture.
Io ammiro la tua fede perchè so quanto ti fa buono.
La scomessa è riuscirci in altro modo, e so bene che non è una impresa da poco, come non lo è stata l'impresa religiosa.
In ogni caso non è una scommessa per uomini vissuti, come me lo siamo io e te, ma  per uomini ancora da venire, come già noi siamo venuti.
#282
Citazione di: Duc in altum! il 11 Agosto 2025, 10:09:25 AMCerto, ma saranno esclusi quelli che credono in Dio e non hanno nessuna intenzione di sostituirsi a Lui e ai Profeti che ha scelto... quindi "scrittura" poco sacra, dacché non è per tutti!
Ti capisco Duc.
Non è per tutti, perchè  certe idee muoiono solo con gli uomini che le hanno supportate.
Io lo so che sto dicendo: armiamoci e partite; e non perchè sia un vigliacco, ma perchè so che il mio tempo è finito.
Solo ad esporle certe idee ci vuole coraggio, come ci insegna la storia.
Girdano Bruno non lo ha messo al rogo la chiesa, ma noi, perchè anche se non sono un credente, lo so che la chiesa siamo noi, me compreso.
Dunque è richiesto coraggio a quei filosofi che non si vogliono limitare a rimasticare vecchie idee senza averle mai digerite, non divenendo carne della loro carne.
Non ci sono filosofie giuste o sbagliate.
C'è un pensiero che non si può arrestare, per cui, se ami produrlo, sei fortunato, seppur a rischio della vita, perché la vita è rischio.
Cè un uomo che non si può fissare una volta per tutte, come prodotto di una creazione artistica da riporre in un museo, con eventuali prestiti per esporlo all'inferno o in paradiso.
#283
Ora io non dico che l'impresa per noi sia facile, se fino a un certo punto c'è voluta una assoluta verità, sinonimo di di Un Dio, per portarla a termine.
E' un impresa per chi vuole assumersi le responsabilità, liberandosi dai sensi di colpa.
Sbaglieremo ancora, ma sapendo che nostra è l'impresa,  ci corriggeremo. :))
#284
Stefaniaaa vuole trovare una descrizione sacra diversa dal Corano, davvero inimitabile.
Io dico che la dobbiamo scrivere insieme, senza lasciare che vecchi e nuovi profeti lo facciano per noi.
Magari non sarà inimitabile quella che scriveremo, ma davvero, se non lo è, chi se ne frega. :)
E anzi, non lo deve proprio essere.
Noi vogliamo che sia sempre falsificabile all'occorrenza, ma finché non viene falsificato vogliamo che sia il mondo in cui vivere insieme, perchè questa intersoggettività ce lo farà apparire come per incanto, come se fosse vero.
#285
Citazione di: daniele22 il 11 Agosto 2025, 08:24:42 AMUn esempio concreto è quello che ho fatto riferendomi al Vaticano.
Comunque posso appoggiare l'idea che si viva all'interno di descrizioni, ma d'altra parte siamo immersi nella lingua ed è innegabile che molte descrizioni siano utili.
Quali sarebbero dunque le conseguenze negative di questo fatto e come uscirne?

Non ci sono conseguenze negative in se nel vivere in una descrizione, ma avendo coscienza di ciò,  se questo mondo/descrizione in cui vivi non ti piace, o non ti piace più, sai di poterlo cambiare, cambiando descrizione.
Nel vivere in una descrizione quindi io ci vedo solo conseguenze potenzialmente positive.
Diversamente, se il mondo in cui vivi, stante la sua evidenza, perciò coincide con la realtà, te lo devi tenere, anche se non ti piace, o non ti piace più.
I diversi mondi in cui viviamo in sequenza, o in contemporanea, devono avere tutti una caratteristica: dobbiamo viverci tutti insieme, e questo non è scontato che succeda, e quando non succede, in ciò io  vedo un ingiustizia.
Questo è quello che sta succedendo.
Vedo all'orizzonte nuove arche in cui tutti non ci potranno stare.
Ognuno di questi mondi ha senso quando è un impresa umana, e finché lo resta.
Tu puoi vedere ingiustizia nel mondo in cui vivi, e chi potrebbe darti torto?
Però io lo vedo più come un mondo superato, quindi da cambiare.
Non ci sono mondi giusti o sbagliati, veri o falsi in se, ma, in senso evoluzionistico, inadeguati ad un ''uomo'' sempre nuovo.

Può sembrare non positivo il vivere dentro una descrizione, ma è quando arriva il momento di cambiarla che ci accorgiamo di quanta inerzia al cambiamento possiede, proprio come se si trattasse di cosa concreta.

Viviamo dentro descrizioni, nessuna delle quali è inimitabile, ne tanto meno definitiva, quindi vera.
Parliamo di una verità  che però è sempre e solo intersoggetiva, ed è questa intersoggettività che ci dobbiamo tenere, perchè è ciò che, se non ci fa santi,  ci fa uomini.