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Messaggi - Carlo Pierini

#271
cit.:SARI
Naturalmente io escludo l'elemento detto "coscienza" ( non nell'accezione di "pensiero di sè"...)dall'esser soggetto a cause e condizioni in quanto semplice "osservatore" dell'intero processo. Un puro specchio riflette le immagini ma non ha niente a che fare con le immagini...

Cit. CARLO
Non ho ben capito cosa vuoi dire.

SARI
Che l'osservatore è inattivo (non producente). Se è inattivo non può causare ed è incausato in quanto il suo stato non sottostà a condizioni. Non sottostare ad alcuna condizione significa essere incausato, ovviamente. Qualunque cosa succeda lo specchio la riflette, semplicemente.

CARLO
Beh, questa è una concezione ingenua della conoscenza. Una concezione un po' più realistica è, per esempio, quella di Spinoza che non vedeva nel sapere una semplice trascrizione passiva di ciò che si osserva, ma una concordanza dia-lettica tra soggetto e oggetto, cioè tra <<ordo et connexio idearum>> e <<ordo et connexio rerum >> nella quale il soggetto ha la funzione attiva di interprete, di inventore-elaboratore dei paradigmi più adeguati in cui ordinare le osservazioni. Per esempio, la Filosofia ha compiuto un grande balzo evolutivo ed è diventata Scienza quando, con Galilei, ha adottato il paradigma matematico per descrivere-ordinare i fenomeni fisici osservati. E questo dimostra quanto il ruolo del soggetto sia determinante nella costruzione del sapere.
Come ci ricordano il matematico Poincaré, il fisico Heisenberg e lo psicologo Jung:

<<La scienza è fatta di dati come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa>>.  [H. Poincaré: La scienza e l'ipotesi]

<<Dobbiamo ricordare che ciò che osserviamo non è la natura in se stessa, ma *la natura esposta ai nostri metodi d'indagine*. Nella fisica il nostro lavoro scientifico consiste nel porre delle domande alla natura *nel linguaggio che noi possediamo* e nel cercare di ottenere una risposta dall'esperimento con i mezzi che sono a nostra disposizione. In tal modo la teoria dei quanta ci ricorda, come ha detto Bohr, la vecchia saggezza per cui, nella ricerca dell'armonia nella vita, non dobbiamo dimenticarci che nel dramma dell'esistenza siamo insieme attori e spettatori>>.  [W. HEISENBERG: Fisica e filosofia - pg. 73]

<<L'empirista cerca, con maggiore o minore successo, di dimenticare o rimuovere, in favore della «obiettività scientifica», i suoi principi esplicativi, ossia le premesse psichiche indispensabili al processo della conoscenza. Il filosofo ermetico, viceversa, considera proprio queste premesse psichiche, ossia gli archetipi, come le componenti indispensabili dell'immagine del mondo empirica. Egli non è ancora così dominato dall'oggetto da poter trascurare la palpabile presenza delle premesse psichiche nella forma di quelle idee eterne da lui sentite come realtà. [...] Il nominalista empirico spera di riuscire a produrre un'immagine del mondo indipendente sotto ogni aspetto dall'osservatore. Questa speranza si è realizzata solo parzialmente, come hanno dimostrato i risultati della fisica moderna: l'osservatore non può essere definitivamente escluso; le premesse psichiche continuano ad operare>>.    [JUNG: Studi sull'Alchimia - pg.311/12]




HÄNDEL - I know that my Redeemer, op. Messiah
https://youtu.be/565udQkY_Rg
#272
Citazione di: odradek il 11 Maggio 2019, 12:47:37 PM
CARLO
Ed è naturale che il materialista sia il tipico ignorante in tema di fenomenologia religiosa: perché dovrebbe <<sprecare il suo tempo>> a studiare fenomeni che giudica a priori (per dogma) fondati sulla superstizione? Perché perdere tempo a guardare dentro un telescopio se già so che quello che vedrò non è che un'immagine illusoria?

Nel 1924 a Roma viene inaugurato da Raffaele Pettazzoni il primo corso di Storia delle religioni; nel 1925 assieme ad Angelo Brelich "fonderà" una metodologia - nuova non solo per l'Italia - di tipo storico e comparativistico; indirizzo di studi che conforma quella che poi verrà chiamata la "Scuola Romana di Storia delle religioni".
L'indirizzo era aconfessionale, nonostante la rivista (i cui numeri dal 1925 al 1975 sono consultabili liberamente a questo indirizzo  http://cisadu2.let.uniroma1.it/smsr/  ) appartenesse ad un editore cattolico.

Di tempo ne abbiamo speso molto davvero, e con ottimi risultati  ;)
CARLO
Interessantissimo! 
Da una prima occhiata generale, mi pare che abbia un solo "neo", cioè che si tratti di uno studio diciamo così "a pioggia", cioè che non segua la logica comparativa (adottata da storici come M. Eliade, R. Guénon, W. Williamson, J. Hillman, E. Zola, ecc.) che ha permesso la scoperta degli archetipi mitico-religiosi, o la loro ri-scoperta, cioè, la conferma della loro esistenza storica, dal momento che fino a un secolo fa l'archetipo era solo un'ipotesi filosofica.
Comunque approfondirò meglio la questione.  Grazie.
#273
Citazione di: sgiombo il 12 Maggio 2019, 10:23:57 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 12 Maggio 2019, 04:22:40 AM
Citazione di: viator il 11 Maggio 2019, 21:24:28 PM
Salve. "Il termine "casualità" è ambiguo"...................

Tutti i termini sono ambigui o polivalenti, in carenza di loro definizione.

Caso : "concetto puramente astratto definente lo stabilirsi di un effetto dovuto a cause intrinsecamente inconoscibili".

"Puramente astratto"  poichè, essendo la causa inconoscibile, risulta inclusa anche la eventuale inesistenza di una qualsiasi causa.

Va meglio cosi ? Saluti.
CARLO
No, va peggio!   :)  "Intrinsecamente inconoscibili" oltre che essere ambiguo (per le ragioni che ho detto sopra) è inutilmente ridondante. "Conoscere" implica l'esistenza di un conoscente e di un oggetto conosciuto; e "inconoscibili" significa dunque che le cause sono inaccessibili a qualunque conoscente. Per cui, se aggiungi "intrinsecamente", cos'altro vuoi dire di diverso da "inconoscibili"?

SGIOMBO
Credo (per parte mia; e mi scuso con lui per l' intromissione) che Viator intendesse inconoscibili anche in linea teorica o di principio e non solo pratica o di fatto (come le "variabili nascoste" di Einstein).
CARLO
"Inconoscibili in linea teorica", vuol dire che non esiste un ordine degli eventi, che non esistono leggi o regolarità su cui costruire teorie. Ma allora parliamo di dis-ordine, di caos, cioè di equivalenza/sinonimia di "caso" e "caos", quindi torniamo all'ambiguità dell'uso del termine "casualità" riferita a dadi e roulettes; una ambiguità che ci induce a pensare - erroneamente - che dadi e roulettes non siano governati da leggi deterministiche.
#274
Citazione di: Sariputra il 12 Maggio 2019, 09:26:21 AM
Il libero arbitrio, nella tomistica e quindi soprattutto come riflessione teologica, è sempre legato al concetto di volontà e non certo alla casualità. La libertà è data dalla volontà che è tanto più libera quanto più fondata sulla ragione. La libertà ha la sua causa nella volontà della ragione, in questa concezione, che si avvicina a quella della filosofia buddhista per la quale la libertà è tanto più vasta quanto più grande è la comprensione. E' importante inserire volontà e ragione come cause dell'agire e della scelta. Volontà e ragione che sono sì causate e condizionate ma anche causanti e condizionanti.

CARLO
Sono totalmente d'accordo. Esiste una dialettica tra libertà e condizionamenti; una dialettica nella quale i condizionamenti "deterministici" posso sopraffare la libera volontà, ma nella quale può succedere anche che la libera volontà superi e vinca i condizionamenti. Se così non fosse, non esisterebbero rivoluzioni di pensiero e di costumi.

SARI
Naturalmente io escludo l'elemento detto "coscienza" ( non nell'accezione di "pensiero di sè"...)dall'esser soggetto a cause e condizioni in quanto semplice "osservatore" dell'intero processo. Un puro specchio riflette le immagini ma non ha niente a che fare con le immagini...

CARLO
Non ho ben capito cosa vuoi dire.
#275
Citazione di: sgiombo il 11 Maggio 2019, 16:45:43 PM
Citazione di: Ipazia il 11 Maggio 2019, 16:05:32 PM
Citazione di: sgiombo il 11 Maggio 2019, 15:15:08 PM
Le mutazioni indotte deterministicamente dall'ambiente sfuggono alle leggi deterministiche della successiva selezione naturale, ma non alle leggi (altrettanto) deterministiche delle mutazioni genetiche stesse: di casuale (indeterministico, liberoarbitrario non rimane nulla).

CARLO
Sciocchezze. Non ci sono neppure indizi che inclinino a pensare che i vari agenti mutageni conosciuti (raggi cosmici, raggi X, ecc) siano i soli responsabili delle mutazioni genetiche che sono alla base (insieme alla selezione naturale) dell'evoluzione delle specie.
E chiaro da decenni che al livello atomico-molecolare (che è quello del DNA) il determinismo non è sempre valido; ma tu continui ad ignorarlo pro domo tua.
Insomma, continui a dare per dimostrate verità che non lo sono affatto. Perché non cerchi di essere imparziale? ...Anzi: perché non la finisci di diffondere falsità?
#276
Citazione di: sgiombo il 11 Maggio 2019, 16:36:23 PM
Citazione di: odradek il 11 Maggio 2019, 15:41:46 PM
CitazioneSGIOMBO
(Purtroppo per CarloPierini) Ritengo provato al di là di ogni ragionevole dubbio che le leggi biologiche siano "perfettamente" riducibili alle leggi della fisica - chimica, cui non si aggiunge, nella vita, alcun ulteriore "ingrediente" vitalistico, sopra- o preter- -naturale.
(Le virgolette significano "nei limiti ineludibili delle possibilità umane").

CARLO
Non inventarti prove che non esistono, com'è tuo solito. Anzi, è noto già da tempo che la MQ presenta ambiti che contraddicono il causalismo (determinismo) assoluto. Per esempio:

https://spazio-tempo-luce-energia.it/linterruttore-quantistico-e-l-ordine-causale-indefinito-4856a29bc7a7

Oppure:
http://www.matefilia.it/arturnet/numero2/heisenberg/Filo/caus.htm

...in cui si dice:

<<...Ma soltanto nel corso di venticinque anni, è risultato che effettivamente la teoria dei quanti costringe addirittura a formulare le leggi proprio come leggi statistiche e ad abbandonare, anche teoricamente, il determinismo>>. 

E non è ...un caso che il dualismo-interazionismo mente-cervello di J. Eccles si fondi sulla MQ.
#277
Citazione di: viator il 11 Maggio 2019, 21:24:28 PM
Salve. "Il termine "casualità" è ambiguo"...................

Tutti i termini sono ambigui o polivalenti, in carenza di loro definizione.

Caso : "concetto puramente astratto definente lo stabilirsi di un effetto dovuto a cause intrinsecamente inconoscibili".

"Puramente astratto"  poichè, essendo la causa inconoscibile, risulta inclusa anche la eventuale inesistenza di una qualsiasi causa.

Va meglio cosi ? Saluti.
CARLO
No, va peggio!   :)  "Intrinsecamente inconoscibili" oltre che essere ambiguo (per le ragioni che ho detto sopra) è inutilmente ridondante. "Conoscere" implica l'esistenza di un conoscente e di un oggetto conosciuto; e "inconoscibili" significa dunque che le cause sono inaccessibili a qualunque conoscente. Per cui, se aggiungi "intrinsecamente", cos'altro vuoi dire di diverso da "inconoscibili"?
#278
Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2019, 23:38:16 PM
La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico, concepito una prima volta da Freud, con buona pace di Jung. Inoltre non capisco cosa centri la proiezione come meccanismo di difesa e la proiezione così come concepita dal tuo primo post, dove in sostanza si proietta su falsi idoli quella venerazione che si deve a Dio. Posso sbagliarmi ma con proiezione si intende evacuare parti negative del sè, attribuendole ad un altro, che appunto, come fai notare, diventa capro espiatorio. 
CARLO
Si proiettano i contenuti - positivi o negativi che siano - che sono presenti nell'inconscio e che "premono" alla coscienza per divenire consapevoli. Quindi non si tratta solo di contenuti negativi <<da evacuare>>; non cerchiamo solo capri espiatori di sentimenti negativi repressi, ma altrettanto spesso, come ho accennato nel post di apertura, cerchiamo "divi" da venerare, oggetti di proiezioni positive, cioè, proiezioni sia di virtù e di talenti personali che (per le più svariate ragioni di educazione) crediamo di non possedere o che non abbiamo mai coltivato, ecc., sia di contenuti impersonali - o trans-personali - appartenenti al fondamento della psiche, il Sé, che in termini religiosi chiameremmo il "regno di Dio che è in noi", e che è la sede di quelle strutture di significato a cui Jung ha dato il nome di archetipi.
Se ti interessa saperne un po' di più, cerca alcuni miei post nel cui titolo compare il termine "archetipo" o "archetipi". Se ti interessa un esempio "concreto" di archetipo, puoi leggere il resoconto di questa mia esperienza "visionaria".

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un'altra-'visione'-archetipica/

Ma, intanto, Jung traccia un quadro sintetico (certamente non esaustivo) degli archetipi e di cosa intenda per "inconscio collettivo" anche in questo brano:

<<Dapprima il concetto di inconscio si limitò a designare la situazione di contenuti rimossi o dimenticati. Per Freud l'inconscio, benché almeno metaforicamente compaia già come soggetto attivo, in sostanza non è altro che il punto ove convergono questi contenuti rimossi e dimenticati, e deve ad essi soli la sua importanza pratica. Conseguentemente, secondo questo modo di vedere, esso è esclusivamente di natura personale, benché d'altra parte Freud ne abbia riconosciuto la modalità di pensiero arcaico-mitologica.
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo "inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, ma è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto "inconscio collettivo". Ho scelto l'espressione "collettivo" perché questo inconscio non è di natura individuale, ma universale e cioè, al contrario della psiche personale, ha contenuti e comportamenti che (cum grano salis) sono gli stessi dappertutto e per tutti gli individui. In altre parole, è una entità unica per tutti gli uomini e costituisce un sostrato psichico comune, di natura sopra-personale, presente in ciascuno.
La sua esistenza psichica si riconosce soltanto dalla presenza di "contenuti capaci di divenire coscienti"; possiamo perciò parlare di un inconscio solo in quanto siamo in grado di indicarne i contenuti quando questi si manifestano alla coscienza (sogni, visioni, intuizioni, ispirazioni, ecc.) sotto forma di immagini tipiche universalmente diffuse nella storia della cultura: gli archetipi.
L'espressione "archetipo" si trova già in Filone di Alessandria con riferimento all'immagine di Dio nell'uomo. [...] Nel "Corpus hermeticum" Dio è chiamato "la luce archetipica". In Dionigi l'Areopagita l'espressione si trova ripetutamente: nel "De coelesti hierarchia", II,4: "Gli archetipi immateriali", come nel "De divinis nominibus", II, 6. In sant'Agostino l'espressione "archetipo" non si trova, ma se ne trova l'idea; così nel De diversis quaestionibus, LXXXIII, 46: "Idee originarie... che non sono state create..., che sono contenute nell'intelligenza divina". "Archetipo," è una parafrasi esplicativa dell'éidos platonico.
Ai nostri fini tale designazione è pertinente e utile poiché ci dice che, per quanto riguarda i contenuti dell'inconscio collettivo, ci troviamo davanti a tipi arcaici o meglio ancora primigeni, cioè immagini universali presenti fin da tempi remoti. L'espressione "représentations collectives", che Lévy-Bruhl usa per designare le figure simboliche delle primitive visioni del mondo, si potrebbe usare senza difficoltà anche per i contenuti inconsci, poiché significa più o meno la stessa cosa. Nelle tradizioni primitive della tribù gli archetipi si presentano modificati in una speciale accezione. Certamente non si tratta più di contenuti dell'inconscio: essi si sono ormai trasformati in formule consce, perlopiù tramandate in veste di insegnamenti esoterici, tipiche forme di trasmissione di contenuti collettivi originariamente derivanti dall'inconscio>>.   [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pgg. 3-4]



MANÁ & SHAKIRA: Mi verdad
https://youtu.be/ZuupMrAhGXw
#279
Citazione di: viator il 11 Maggio 2019, 21:31:27 PM
Salve Carlo. Ancora a parlare di Dio !! (non mi riferisco a te, ma alla frequenza dell'argomento al quale, d'altra parte, ho dato anch'io il mio contributo). E le definizioni di Dio dove starebbero ? Solo esse possono formare un discrimime all'interno della "confusione per assenza" che tu qui lamenti. Salutoni.
CARLO
Qual è la definizione della persona il cui pseudonimo è "Viator"?
#280
Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2019, 20:37:40 PM
In sostanza stai dicendo che per non essere abbagliati da feticci succedanei è meglio essere abbagliati dal feticcio archetipico. Penso che sia la stessa storia ontologica di ognuno di noi a fondare la speranza di poter trovare in qualcuno, o in qualcosa, una guida, un amorevole e autorevole sostegno. Dio, all'inizio, non è  altro che la trasposizione in chiave culturale dei nostri genitori,  prima della disillusione adolescenziale.
....
CARLO

Ti è mai successo di vederti attribuire dei sentimenti o delle qualità nascoste (in genere negative) che non ti appartengono, o che, almeno, non ti appartengono in una misura tale da meritare tutto il disprezzo o l'ostilità che invece ti viene manifestata da chi te li attribuisce? Ecco, quando ciò accade, puoi star certo che si tratta di una proiezione: la proiezione di quegli stessi sentimenti o qualità che il tuo interlocutore nasconde a se stesso (per incompatibilità con l'immagine morale che ha di sé) e che premono alle frontiere "interne" della sua coscienza per essere integrati all'unità della personalità.
Si tratta di contenuti irreali, di feticci? No. Sono sentimenti talmente REALI e OGGETTIVI (sebbene non percepiti soggettivamente) che, gettati via dalla finestra interna (nel Grande Nulla dell'inconscio), rientrano a forza dalla porta d'ingresso principale come ...menzogne, cioè, come sentimenti TUOI. Così TU diventi "l'occhio di gatto" delle sue proiezioni, il capro espiatorio dei SUOI conflitti interiori, l'oggetto REALE di disprezzo che lui nutre per essi.
Scrive Jung:

<<La proiezione è un processo inconscio, automatico, attraverso il quale un contenuto di cui il soggetto non ha coscienza si trasferisce su un oggetto esterno in modo da sembrare appartenente all'oggetto stesso. La proiezione cessa però nel momento in cui diventa cosciente, quando cioè il contenuto è visto come appartenente all'interiorità del soggetto. Per questo il pantheon politeistico degli antichi deve non poco della sua decadenza all'opinione espressa per la prima volta da Evémero, secondo cui gli dèi non sono che riflessi dei caratteri umani.
Sarebbe certo facile sostenere che la Coppia Divina (vedi link sotto) non è altro che l'idealizzata coppia dei genitori o una coppia umana (di amanti) che per qualche ragione è assurta in cielo (Freud). Ammetterlo sarebbe oltremodo semplice se la proiezione fosse non un processo inconscio, ma un'intenzione cosciente. Si può in generale ammettere che i genitori siano gli individui meglio noti al soggetto, quelli di cui egli è più cosciente. Ma proprio per questa ragione essi non potrebbero essere proiettati, perché la proiezione implica un contenuto di cui il soggetto non ha coscienza, un contenuto che non sembra cioè appartenergli. L'immagine dei genitori è dunque quella che meno potrebbe esser proiettata, perché troppo cosciente>>.  [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pp. 62-63]

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/14/Fra%27_Angelico_-_Incoronazione_della_Vergine_-_Google_Art_Project.jpg



VIVALDI: Veni me sequere fida, op. Juditha Triumphans
https://youtu.be/zM0-tT8ghvA
#281
Citazione di: sgiombo il 11 Maggio 2019, 14:41:05 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 10 Maggio 2019, 22:45:19 PM
Citazione di: Sariputra il 10 Maggio 2019, 16:41:42 PMil giocatore sceglie che carte giocare ma non le carte che ha in mano, e può giocare solo partendo da quel che è dato. Questo non è una 'limitazione' ,ma un manifestarsi nelle possibilità della natura del giocatore nella vita.
CARLO
Mi sembra un'ottima metafora dell'esistenza in relazione all'insieme "determinismo/casualità/libertà". C'è la casualità (l'imprevedibilità delle carte che saranno servite), c'è il determinismo (le regole imprescindibili del gioco) e c'è la libertà (la scelta delle carte da giocare volta per volta).
...Altro che gli aut-aut: libertà sì / libertà no, o determinismo/caos, ecc., estesi ciascuno in modo assolutistico-indiscriminato all'intera totalità dell'esistenza.



INGRID MICHAELSON - Girls chase boys
https://youtu.be/5GBT37_yyzY

SGIOMBO
Ma la coesistenza di determinismo e indeterminismo é una pura aspirazione soggettiva, inconciliabile con la logica.
O ciò che accade (...) accade secondo un determinato ordine di successione degli eventi (...), oppure accade nell' ambito di una successione disordinata, meramente casuale degli eventi.
CARLO
Il termine "casualità" è ambiguo, poiché è applicabile, per esempio, a un dado, il quale obbedisce in ogni istante ad un rigoroso regime deterministico (le leggi della dinamica); e ciò mostra la coesistenza di determinismo e casualità. In tal senso, la casualità (come ho già accennato altrove) potrebbe definirsi come quella forma particolare di determinismo che noi non siamo in grado di prevedere.
Pertanto io parlerei di determinismo (o causalità) e di non-determinismo (o non-causalità). E per "evento non causale"(o non deterministico) posso intendere NON un evento che si realizza in assenza di ogni legge o di ogni criterio (che non è nemmeno pensabile), ma un evento che accade NON come effetto di una causa che lo precede nel tempo, ma che ha luogo in vista di un fine, cioè per una causa posta, non nel passato, ma nel futuro (la aristotelica "causa finale"). 
Che altro è, infatti, la cosiddetta "intenzione", se non una causa di eventi orientati verso un fine?
...Che poi l'intenzione debba comunque utilizzare una catena causale deterministica di eventi per realizzarsi, nulla toglie alla possibilità che tale catena deterministica possa originarsi ed essere guidata da una intenzione, cioè da azioni in vista di uno o più fini. Questo si chiama regime finalistico, e non contraddice alcuna logica, dal momento che esso domina e caratterizza la nostra attività quotidiana.
#282
Se Dio esiste nella trascendente profondità di noi stessi (inconscio) ma la coscienza (la ragione) lo rimuove, la sua "numinosità" si proietterà nel mondo immanente facendoci apparire dèi gli oggetti che  richiamano simbolicamente i Suoi (di Dio) attributi.
Il denaro è potenza, come Dio, e noi lo adoreremo sopra ogni altra cosa; il sapiente incarnerà la Sapientia Dèi, e noi faremo di Einstein un dio; il grande pittore esprimerà la Sua enigmatica bellezza, e noi faremo della Gioconda un idolo e di Leonardo un santo; il grande musicista incarnerà l'armonia delle sfere celesti, e noi faremo di Michael Jackson un grande DIVO; la nostra donna incarnerà Amore e noi la venereremo come una dèa.

Come diceva M. Ende nella sua "Storia infinita", quando i personaggi del Regno di Fantàsia sono inghiottiti dal Grande Nulla, essi cadono nel mondo reale trasformati in menzogne.

"Il fatto che l'inconscio appaia proiettato non ha in sé nulla di sorprendente: è come se non potesse venir percepito in altro modo. [...] Naturalmente la proiezione non è un evento volontario, ma qualcosa che muove incontro alla coscienza "dal di fuori", un'apparenza dell'oggetto, dove il soggetto resta ignaro di essere lui stesso la fonte di luce che fa brillare l'"occhio di gatto" della proiezione".     [JUNG: Mysterium coniunctionis - pg.105]


Ma, comunque la si pensi, queste sono DAVVERO due dee:     :)

HÄNDEL: Tornami a vagheggiar, op. Alcina
https://youtu.be/8Kvdf-fRNM8

DVORAK: Canto alla luna, op. Rusalka
https://youtu.be/MwuNqcKUxto?t=6

PUCCINI: Quando m'en vo', op. La Bohème
https://youtu.be/IDvE8uKWznc

DONIZETTI: Quando rapito in estasi, op. Lucia di Lammermoor" (fino a 9'45")  
https://youtu.be/--WH9j11q8Y?t=299

PUCCINI: O mio babbino caro, op. Gianni Schicchi
https://youtu.be/x-4TSWg2h3w
#283
Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2019, 00:36:26 AM
Breve inciso laterale: per Carlo pierini: le mutazioni genetiche casuali non sono una ipotesi ma sono state verificate sperimentalmente. Tanto per fare il primo esempio basti dire che gli spermatozoi sono singolarmente portatori di molte mutazioni "naturali" rispetto al dna che trasmettono.

CARLO
E' quello che ho detto anch'io:

<<Nessuno ha mai dimostrato che le mutazioni genetiche che sono alla base del processo evolutivo siano del tutto casuali. Conosciamo l'esistenza di agenti mutageni (pericolosi ancheperché spesso danno origine a tumori maligni) come i raggi X, raggi cosmici, sostanze radioattive, varie sostanze chimiche e persino altri geni, detti «geni mutatori», i quali sono casuali solo perché imprevedibili, non perché sfuggano alle leggi deterministiche della fisica. Ma nessuno sa se essi siano I SOLI agenti mutageni o se la trasformazione del DNA possa essere causata anche da elementi organici strutturali di altra natura.
Quindi non dobbiamo mai dimenticare che il casualismo darwiniano è solo un'ipotesi, una teoria la cui validità non è mai stata verificata e che dunque non è più legittima di altre teorie finaliste che la contraddicono>>.

A questo proposito, si veda anche il mio thread:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/il-casualismo-darwiniano-e-un'ipotesi-*non-dimostrata*-anzi-*non-scientifica*/msg22407/#msg22407
#284
Citazione di: Sariputra il 10 Maggio 2019, 16:41:42 PMil giocatore sceglie che carte giocare ma non le carte che ha in mano, e può giocare solo partendo da quel che è dato. Questo non è una 'limitazione' ,ma un manifestarsi nelle possibilità della natura del giocatore nella vita. 
CARLO
Mi sembra un'ottima metafora dell'esistenza in relazione all'insieme "determinismo/casualità/libertà". C'è la casualità (l'imprevedibilità delle carte che saranno servite), c'è il determinismo (le regole imprescindibili del gioco) e c'è la libertà (la scelta delle carte da giocare volta per volta). 
...Altro che gli aut-aut: libertà sì / libertà no, o determinismo/caos, ecc., estesi ciascuno in modo assolutistico-indiscriminato all'intera totalità dell'esistenza.



INGRID MICHAELSON - Girls chase boys
https://youtu.be/5GBT37_yyzY
#285
Citazione di: sgiombo il 10 Maggio 2019, 17:29:33 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 10 Maggio 2019, 16:49:47 PM
CARLO:
E' solo il sano il buon senso a suggerirci che le atrocità di Hitler non derivano da un regime deterministico al quale egli non poteva sottrarsi, e che invece è lui il responsabile dei suoi crimini, così come qualunque corrotto non può appellarsi ad un ineluttabile determinismo per giustificare la propria condotta ignobile e per sottrarsi alla condanna.
Ma il sano buon senso non è esattamente la virtù dei deterministi estremisti e dogmatici, dei negatori del libero arbitrio. L'idea di determinismo assoluto è una manna dal cielo per chi ha la coscienza sporca.

Citazione
CitazioneSGIOMBO:
Qui proprio per niente.
...
Il determinismo dice che un corrotto ha commesso i suoi illeciti proprio perché disonesto, ne é responsabile e per questo va punito
CARLO
Il determinismo è un regime in cui ogni evento fa parte di una catena causale in cui ognuno di essi avviene NECESSARIAMENTE, e non per libera scelta. Il termine "disonestà", quindi, in un regime deterministico non ha alcun significato, proprio perché un evento è disonesto solo quando chi lo compie è "libero di intendere e di volere", cioè, quando non esistono cause estrinseche (costrizione esterna) o intrinseche (raptus di follia) che annullino ineluttabilmente, appunto, la libertà di intendere e di volere.
La morale della favola è che se non si ammette l'esistenza della libertà, non si ammette nemmeno l'esistenza della responsabilità e quindi della colpevolezza, perché un robot non è responsabile né colpevole di nulla. Se un robot uccide, la colpa non è sua, ma di chi lo ha programmato. Analogamente, se il determinismo annulla ogni libertà possibile, la colpa di ciò che accade non è dell'autore dell'accadimento, ma del determinismo-causalismo che lo ha ...causato. Il problema è che nessuno sa bene come si fa a sbattere in galera il determinismo. Ma forse si potrebbe fare giustizia mettendo in galera chi ha esteso il determinismo anche agli atti della volontà annullando così ogni possibilità di libero arbitrio. ...Sgiombo, per esempio!   :)


https://youtu.be/SwAVbb7lGjo




TAYLOR SWIFT - Gorgeous
https://youtu.be/EUoe7cf0HYw

MILEY CYRUS - Week without you
https://youtu.be/FIdwrnp0g1k