cit.:SARI
Naturalmente io escludo l'elemento detto "coscienza" ( non nell'accezione di "pensiero di sè"...)dall'esser soggetto a cause e condizioni in quanto semplice "osservatore" dell'intero processo. Un puro specchio riflette le immagini ma non ha niente a che fare con le immagini...
Cit. CARLO
Non ho ben capito cosa vuoi dire.
SARI
Che l'osservatore è inattivo (non producente). Se è inattivo non può causare ed è incausato in quanto il suo stato non sottostà a condizioni. Non sottostare ad alcuna condizione significa essere incausato, ovviamente. Qualunque cosa succeda lo specchio la riflette, semplicemente.
CARLO
Beh, questa è una concezione ingenua della conoscenza. Una concezione un po' più realistica è, per esempio, quella di Spinoza che non vedeva nel sapere una semplice trascrizione passiva di ciò che si osserva, ma una concordanza dia-lettica tra soggetto e oggetto, cioè tra <<ordo et connexio idearum>> e <<ordo et connexio rerum >> nella quale il soggetto ha la funzione attiva di interprete, di inventore-elaboratore dei paradigmi più adeguati in cui ordinare le osservazioni. Per esempio, la Filosofia ha compiuto un grande balzo evolutivo ed è diventata Scienza quando, con Galilei, ha adottato il paradigma matematico per descrivere-ordinare i fenomeni fisici osservati. E questo dimostra quanto il ruolo del soggetto sia determinante nella costruzione del sapere.
Come ci ricordano il matematico Poincaré, il fisico Heisenberg e lo psicologo Jung:
<<La scienza è fatta di dati come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa>>. [H. Poincaré: La scienza e l'ipotesi]
<<Dobbiamo ricordare che ciò che osserviamo non è la natura in se stessa, ma *la natura esposta ai nostri metodi d'indagine*. Nella fisica il nostro lavoro scientifico consiste nel porre delle domande alla natura *nel linguaggio che noi possediamo* e nel cercare di ottenere una risposta dall'esperimento con i mezzi che sono a nostra disposizione. In tal modo la teoria dei quanta ci ricorda, come ha detto Bohr, la vecchia saggezza per cui, nella ricerca dell'armonia nella vita, non dobbiamo dimenticarci che nel dramma dell'esistenza siamo insieme attori e spettatori>>. [W. HEISENBERG: Fisica e filosofia - pg. 73]
<<L'empirista cerca, con maggiore o minore successo, di dimenticare o rimuovere, in favore della «obiettività scientifica», i suoi principi esplicativi, ossia le premesse psichiche indispensabili al processo della conoscenza. Il filosofo ermetico, viceversa, considera proprio queste premesse psichiche, ossia gli archetipi, come le componenti indispensabili dell'immagine del mondo empirica. Egli non è ancora così dominato dall'oggetto da poter trascurare la palpabile presenza delle premesse psichiche nella forma di quelle idee eterne da lui sentite come realtà. [...] Il nominalista empirico spera di riuscire a produrre un'immagine del mondo indipendente sotto ogni aspetto dall'osservatore. Questa speranza si è realizzata solo parzialmente, come hanno dimostrato i risultati della fisica moderna: l'osservatore non può essere definitivamente escluso; le premesse psichiche continuano ad operare>>. [JUNG: Studi sull'Alchimia - pg.311/12]
HÄNDEL - I know that my Redeemer, op. Messiah
https://youtu.be/565udQkY_Rg
Naturalmente io escludo l'elemento detto "coscienza" ( non nell'accezione di "pensiero di sè"...)dall'esser soggetto a cause e condizioni in quanto semplice "osservatore" dell'intero processo. Un puro specchio riflette le immagini ma non ha niente a che fare con le immagini...
Cit. CARLO
Non ho ben capito cosa vuoi dire.
SARI
Che l'osservatore è inattivo (non producente). Se è inattivo non può causare ed è incausato in quanto il suo stato non sottostà a condizioni. Non sottostare ad alcuna condizione significa essere incausato, ovviamente. Qualunque cosa succeda lo specchio la riflette, semplicemente.
CARLO
Beh, questa è una concezione ingenua della conoscenza. Una concezione un po' più realistica è, per esempio, quella di Spinoza che non vedeva nel sapere una semplice trascrizione passiva di ciò che si osserva, ma una concordanza dia-lettica tra soggetto e oggetto, cioè tra <<ordo et connexio idearum>> e <<ordo et connexio rerum >> nella quale il soggetto ha la funzione attiva di interprete, di inventore-elaboratore dei paradigmi più adeguati in cui ordinare le osservazioni. Per esempio, la Filosofia ha compiuto un grande balzo evolutivo ed è diventata Scienza quando, con Galilei, ha adottato il paradigma matematico per descrivere-ordinare i fenomeni fisici osservati. E questo dimostra quanto il ruolo del soggetto sia determinante nella costruzione del sapere.
Come ci ricordano il matematico Poincaré, il fisico Heisenberg e lo psicologo Jung:
<<La scienza è fatta di dati come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa>>. [H. Poincaré: La scienza e l'ipotesi]
<<Dobbiamo ricordare che ciò che osserviamo non è la natura in se stessa, ma *la natura esposta ai nostri metodi d'indagine*. Nella fisica il nostro lavoro scientifico consiste nel porre delle domande alla natura *nel linguaggio che noi possediamo* e nel cercare di ottenere una risposta dall'esperimento con i mezzi che sono a nostra disposizione. In tal modo la teoria dei quanta ci ricorda, come ha detto Bohr, la vecchia saggezza per cui, nella ricerca dell'armonia nella vita, non dobbiamo dimenticarci che nel dramma dell'esistenza siamo insieme attori e spettatori>>. [W. HEISENBERG: Fisica e filosofia - pg. 73]
<<L'empirista cerca, con maggiore o minore successo, di dimenticare o rimuovere, in favore della «obiettività scientifica», i suoi principi esplicativi, ossia le premesse psichiche indispensabili al processo della conoscenza. Il filosofo ermetico, viceversa, considera proprio queste premesse psichiche, ossia gli archetipi, come le componenti indispensabili dell'immagine del mondo empirica. Egli non è ancora così dominato dall'oggetto da poter trascurare la palpabile presenza delle premesse psichiche nella forma di quelle idee eterne da lui sentite come realtà. [...] Il nominalista empirico spera di riuscire a produrre un'immagine del mondo indipendente sotto ogni aspetto dall'osservatore. Questa speranza si è realizzata solo parzialmente, come hanno dimostrato i risultati della fisica moderna: l'osservatore non può essere definitivamente escluso; le premesse psichiche continuano ad operare>>. [JUNG: Studi sull'Alchimia - pg.311/12]
HÄNDEL - I know that my Redeemer, op. Messiah
https://youtu.be/565udQkY_Rg