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Messaggi - bobmax

#271
Per valutare la situazione della Russia è sufficiente il giudizio di un bambino.
Di fronte a un Putin, che negava candidamente qualsiasi intenzione ostile verso l'Ucraina, pochi giorni prima della invasione.

Io vi avevo creduto. Perché un uomo non poteva essere così spudoratamente falso!
E invece lo era...

Di una falsità tale, da essere esclusi naturalmente dal consesso umano.
E questo i bambini lo sanno bene.
Guai a chi spergiura!

Che ciò nonostante vi sia comunque chi lo apprezza, e sembra non pochi pure qui, mostra inequivocabilmente il disfacimento in atto.

Il vero e il falso pari sono.
Questa corruzione sta compromettendo ormai pure i giovani. Già negli adolescenti si insinua il sonno della ragione, perdendo la naturale innocenza della fanciullezza dove il vero non è il falso!

Lo si vede pure negli sproloqui su Israele.
Una pletora di professori indegni di insegnare, corruttori della peggior specie!

La troppa libertà democratica è diventata insostenibile per tante deboli menti. Che agognano la catena.

Che fare se non resistere e prepararsi al peggio?
#272
Tematiche Filosofiche / Re: Imparare a vivere
18 Marzo 2024, 17:04:36 PM
Ritengo che Maurizio Ferraris sia una brava persona animata dalle migliori intenzioni. E questo è ciò che conta.
Ha dato importanti contributi nell'offrire occasioni per la riflessione.

Tuttavia, penso che poco abbia a che vedere con la filosofia.
Perché appartiene a quella categoria di intellettuali, ormai pressoché tutti, che si sono arresi al pensiero scientifico. O meglio, si sono accodati a ciò che immaginano sia la scienza, senza conoscerne però granché...

A Ferraris manca infatti la percezione metafisica.
E la filosofia o è metafisica o non è.
#273
Citazione di: Pio il 18 Marzo 2024, 08:31:56 AMBisognerebbe fare un esempio di cosa significhi farsi manipolare dall'idea di essere liberi. Un uomo orina sul muro di casa nostra. Presi dall'ira e dalla repulsione usciamo con l'accetta in mano intenzionati a ucciderlo e smembrarlo lì per lì. Vedendo l'orinatore però notiamo che è un povero cristo, macilento, forse handicappato. Proviamo compassione alcuni, altri ancora odio. Quelli che provano compassione hanno varie scelte davanti: lo redarguiscono amabilmente, gli fanno la carità, lo invitano in casa per rifocillarsi o altro. Quelli che provano ancora odio hanno anche loro varie scelte davanti: lo insultano, lo picchiano, lo scherniscono o altro. Lo stesso fatto ha generato comportamenti diametralmente opposti. Dove entra il condizionamento dato dal l.a.? L'ira è naturale, ma lo è anche la compassione. Perché si sceglie una strada piuttosto che un'altra? Forse perché non entra solo l'istinto , ma anche la ragione e la volontà? Potrei avere un condizionamento di tipo religioso: non provo compassione, ma ancora ira, però lo invito in casa lo stesso perché il signore Gesù ha detto ...Potrei picchiarlo lo stesso perché così non lo farà più di orinarmi sul muro. Se non ci fosse l'idea di essere liberi come ci comportameremmo? Abbiamo l'impulso, la volontà e la ragione. Cosa prevarrebbe allora? Cambierebbe qualcosa? Usciremo con l'accetta in mano dicendoci "non sono dotato di libertà"? Mo' che faccio?🈺🈳
C'è una risposta a domande di questo tipo? Per me no.

Altra osservazione intelligente, che dovrebbe tuttavia essere approfondita.

Per esempio considerando che non si decide perché liberi.
Si sceglie cosa fare e basta.
Prima di agire non penso se sono libero o non libero e allora di conseguenza...
Agisco.

Magari prima rifletto sulla bontà o meno di una scelta, ma non certo sulla libertà o meno meno di questa mia stessa riflessione...

Il fatto è che non è possibile volere di volere.

Un'altra considerazione potrebbe essere che le nostre scelte dipendono non tanto da ciò che conosciamo, ma da ciò che siamo.
E noi siamo ciò che amiamo.

E... non è possibile voler amare.
Così come non è possibile volere di volere, allo stesso modo non è possibile voler amare. Si ama o non si ama. E neppure si può scegliere cosa amare e cosa no.

La risposta alla tua domande la dà la Mistica, che è autentica filosofia.

Non vi è alcuna possibilità di scegliere diversamente da ciò che si sceglie, dice la Mistica.
(Senza tirare in ballo il determinismo che non c'entra niente)
Epperò, aggiunge sempre la Mistica, è possibile distaccarsi dal proprio volere.
Cioè si continua a volere e scegliere come al solito, ma... distaccandosene.

Cioè rinunciando alla propria volontà.
In sostanza si riconosce in quella stessa propria volontà un non essere.

E poiché il vuoto creato non può restare tale, subito viene colmato dalla volontà di Dio.
Ecco la Grazia!

Ci si potrebbe chiedere quale possa essere allora la "volontà" che permette lo stesso distacco...
#274
È a mio avviso interessante notare come vi sia chi nega il libero arbitrio individuale, senza mostrare però di esserne toccato esistenzialmente.
Cioè si nega il l.a. ma senza alcuna riflessione etica né su se stessi né sul mondo.

Il naturalismo americano è caratterizzato da correnti di pensiero che negano il l.a. attraverso una logica stringente, ma le successive loro riflessioni hanno soltanto un carattere pratico.
Come la conseguente conclusione che non  vi può essere alcuna colpa individuale, nessuno è davvero responsabile. A cui segue però la considerazione, che comunque chi sbaglia deve essere punito lo stesso! Perché se no la società...

Manca perciò la percezione della dirompente questione esistenziale, sollevata dalla non esistenza del l.a.

Con costoro è pressoché impossibile discutere delle implicazioni etiche, perché sono convinti che l'etica sia comunque secondaria rispetto alla logica.

Ma vi sono pure alcuni, che negano il l.a., senza neanche considerare le implicazioni logiche di questa non esistenza.
Perciò per costoro la responsabilità individuale vi è comunque, sebbene logicamente impossibilitati a dire il perché...

#275
Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2024, 18:45:14 PMQuesto ragionamento è coerente se si attribuisce una finalità etica alla "realtà", ma l'unica dimostrazione formulata è un atto di fede: nella Verità, nell'Etica, nel Bene in senso lato.

Se invece l'etica si intende come ethos+techne, il discorso fila anche senza dare intenzionalità alla "realtà"

E' chiaro che questo due visioni si posizionano in maniera opposta rispetto al l.a. . Non è questione di sofferenza o di faticosa rinuncia a qualche pregiudizio, ma di risultato logico differente se si pone l'etica a monte o a valle delle relazioni umane.

Non solo tutte le strade della fede portano al discorso etico, ma pure tutte le strade dell'evoluzione umana, per cui è possibile trovare un punto d'incontro sul fare a prescindere dal provenire. E pure, con un atto di fede "interno" al processo evolutivo, sul divenire: "nati non fuste a viver come bruti ..."

Sbaglia di più l'evoluzione della fede ? Non direi.

Tuttavia, poiché simplex sigillum veri, è preferibile la semplificazione alla complicazione.
Perciò risulta tutto più semplice considerando inesistente il libero arbitrio (individuale!).
Si evita così di postulare un che di non dimostrato e che è incompatibile con la scienza. Se non supponendo azioni che trascendono l'immanenza conosciuta.

Citazione di: Ipazia il 16 Marzo 2024, 06:45:01 AML'evoluzione umana è meno casuale dell'evoluzione naturale perché ha posto la ragione induttiva (con tutti i suoi limiti) al posto del caso.

In tal senso la contrapposizione con la fede mistica permane.

Il punto di intersezione è la fede nella ragione, cioè su uno strumento che richiede dimostrazioni per suffragare la fede. E fonda su ciò l'episteme e la verità.

Ma la mistica non solo è fede nella ragione, è soprattutto fede nell'etica. Ed è per questo che sospinge la ragione fino a fare i conti con l'etica.
Mettendo tutto in discussione.
E così giunge laddove la ragione tace.
Ecco il Nulla!
Il Nulla fonte di infinite possibilità.

Se invece seguiamo una visione scientifica della realtà, allora l'etica può esserne al più un epifenomeno.
Prevale la logica.
E qui abbiamo il nulla nichilistico.
Difficile da contrastare, perché la logica, considerata assoluto, non dà alcun valore a nulla.
I nazisti erano eccellenti logici...
#276
Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2024, 14:10:00 PMQui siamo però in ambito filosofico, laddove il libero arbitrio diventa discorso sulla libertà individuale e collettiva, non determinabile in modo fideistico, ma necessitante di riscontri oggettivi, i quali, in tante pagine di discussione, hanno portato ell'emersione di una libertà relativa, condizionata sia biologicamente che socialmente, ma coi suoi margini di verità effettuale che culminano nell'etica, la quale non è postulabile razionalmente, in assenza di un seppur limitato l.a. che consenta di scegliere cosa pensare e fare della propria vita, così come la si eredita al momento della nascita.

Ma infatti la difficoltà è proprio nel considerare l'etica ciò che sta "oltre" ogni razionalità.

L'etica sfugge al pensiero logico.
E allora per ammetterne la realtà ci si ritrova costretti a dare per scontato il libero arbitrio individuale.
Almeno un po' ve ne deve essere, se no l'etica...

Se viceversa si incomincia a considerare l'etica la ragione stessa dell'esistenza, allora si può iniziare a cogliere come il nostro esserci, questo stesso mondo, esistano esclusivamente affinché si dispieghi ciò che davvero conta.
E ciò che davvero conta è il Bene.

In questa prospettiva, il libero arbitrio è proprio ciò che, faticosamente e con sofferenza, deve essere messo in discussione.

Non è perciò soltanto una questione di incompatibilità tra natura e libertà.
Che il libero arbitrio individuale non esista è soprattutto richiesto dall'Etica!
#277
Citazione di: Pio il 15 Marzo 2024, 14:00:30 PM@bobmax
È perché ritieni che la compassione verso il mondo intrappolato in una rete di condizionamenti e necessità, da cui non si può uscire , non è a sua volta un condizionamento?  Puoi supporlo solo pensando a qualcosa 'esterno" al mondo/Uno. Una compassione che sorge indipendentemente da cause e condizioni. Uno spettatore.

Questa è un'altra osservazione cruciale.
Donde nasce la Compassione?

Qui però occorre la filosofia, non la teologia, proprio la filosofia.

Ha senso presumere che vi sia qualcosa di "esterno" all'Uno?

Vediamo per esempio l'universo, vi è un "fuori" dell'universo?
Oppure Nulla?
Attenzione, non il vuoto, o un fantomatico senza fine, no, proprio il Nulla.
Supporre un fuori lo pretende la logica. Ma qui siamo al limite!
La logica dovrebbe tacere.
E noi dovremmo domandarci dov'è l'universo se non nel Nulla?

Può il Tutto essere "qualcosa"?
No, il Tutto non può essere qualcosa.
Affinché sia qualcosa dovrebbe esserci qualcos'altro, il che è assurdo.

Non è facile, perché estremamente semplice: il Tutto non è qualcosa!

Piuttosto che contraddirci pesantemente, dando per implicito un esterno all'Uno, non sarebbe più corretto supporre che Uno = Nulla?
Ciò che confina con il Nulla, non è esso stesso necessariamente Nulla?

Epperò la Compassione allora...

Ma cosa è Vero per te?
Cosa vale davvero?

Questa tua compassione o la logica che pretende che l'Uno sia qualcosa?
Perché solo considerandolo qualcosa si può supporre un esterno...

E questa tua Compassione è Vera?
Oppure è un banale epifenomeno?

Cosa conta per te?

Può la Verità fare a meno di te?

Tra le profonde considerazioni della Mistica, vi è la constatazione che:
Dio ha bisogno di te.
#278
Citazione di: Pio il 15 Marzo 2024, 08:27:44 AMLa risposta all'ultima domanda mi pare , se non ho compreso male il tuo pensiero, scontata: avere o non avere fede nella verità dipende da ciò che la "mente pensa ciò che deve pensare, è totalmente condizionata".Anche invitare altri a cercare la Verità è quindi un condizionamento? Lo chiedo perché in un sistema monistico ("tutto è Uno") non esiste grado di libertà . Per necessità parli di Verità; per necessità rifiuti la Verità. Ma "uno" può essere in contraddizione con se stesso? Può volere e non volere allo stesso tempo? Per uscire da questa contraddizione bisogna porre l'essere come non essere (qualcosa/qualcuno), cioè come un "nulla che però è". Però è un nulla che appare come irrilevante, in quanto non potrebbe scardinare il rigido determinismo dell'Uno. Essendo nulla non può essere causa di alcunché. Nemmeno del sentimento di orrore o di delizia di fronte al totale condizionamento. Non puoi che essere condizionato a provare orrore o viceversa delizia. Così a me sembra.

Questa tua considerazione è molto importante!
È proprio così che bisognerebbe procedere. Seguendo il pensiero logico.

Se il libero arbitrio individuale è un'illusione, non se ne scappa.
La stessa fede o non fede nella Verità non dipende da me.
Orrore o delizia avvengono a prescindere da me.

Essendo la libertà incompatibile con la natura, ne consegue che non ho alcun libero arbitrio.
E se non ho libero arbitrio, io non sono che un osservatore di ciò che avviene.
Sia esso un fatto fisico, oppure un mio pensiero, o persino un mio sentire, niente dipende da me.

A questa constatazione giunge il pensiero logico tenuto fermo!
E questa stessa constatazione capita a prescindere da me.

E che non deriva dall'accettazione di un rigido determinismo...
Perché non vi è bisogno del determinismo per negare la libertà!
È sufficiente considerare che tutto ciò che avviene o era necessario avvenisse oppure è dovuto al caso.
Entrambi niente hanno a che vedere con la libertà individuale.

Qui è dove porta il pensiero logico, tenuto fermo. Cioè senza lasciarlo svicolare...

E adesso?
Si conclude così, oppure vi è altro?

Di fronte al deserto mi fermo interdetto perché quello è, oppure nasce in me un NO?

No! Quella che ho davanti non è la Verità!
Perché, vi è il male!

L'etica prende il sopravvento.
E mi scaraventa all'origine di tutte le cose.
Perché questo mondo non è come dovrebbe essere!
Nasce inarrestabile la Compassione per questo mondo dolente.

E donde nasce questa Compassione?

La logica ormai è inservibile.
Vi è soltanto questo No! Il male non vi deve essere!

L'esistenza mostra una frattura...

È forse giunto il momento per il figlio di tornare al Padre.
#279
Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2024, 06:08:13 AMLa fede nella Verità diventa autocondizionamento totale appena si dissocia dalla verità materiale laddove l'essere c'è finché ci sei.

Ciò non preclude una dimensione etica, ovvero spirituale, del tuo esserci, pure fino al martirio, ma in nome di ciò che c'è, non di ciò che si desidererebbe ci fosse.

Dal "conosci te stesso" al "diventare quello che si è" passando per il cogito cartesiano non vedo alternativa "quando si è qualcuno" e non una "canna che soffia nel deserto" mossa dal vento.


La Verità è Nulla.
Perciò non può condizionare alcunché. Finché resta nulla.
Ed è proprio questo tener ferma la sua nullità che permette l'evolvere etico.

È invece nel cadere in "verità" materiali, scambiate per Verità, o addirittura in "verità" inventate pseudo spirituali, che l'etica fallisce.

La via è sottile, difficile non cadere.

Ma basterebbe chiedersi:
"Visto che il libero arbitrio individuale sembra proprio non esistere... Chi sono io?"

Orrore o delizia?
Riuscirà la fede nella Verità a fissare gli occhi della Medusa?
#280
Citazione di: Ipazia il 14 Marzo 2024, 21:03:41 PMConcordo in linea generale, però a questo punto bisognerebbe spostare il focus su fino a che punto il condizionamento possa essere "totale", perché anche l'umano più omologato, per sua natura biologica, ha un difetto: può pensare (Brecht).

Sull'etica la vedo più difficile perché è il piano dove l'omologazione viene condotta più efficacemente da chi ha interesse a condizionare.
E invece è proprio in quel "totale" la chiave di volta.
Anche la mente pensa ciò che deve pensare, è totalmente condizionata.

Ciò che è orrore per l'uomo materiale, diventa letizia nell'uomo spirituale.
È l'etica che trova la sua pace.

Ma essendo il nostro stato materiale, la metamorfosi non è indolore.
Sino a quando non è compiuta, grande è lo strazio.
Che si può affrontare solo con la fede nella Verità.

Dal non essere... all'essere.
#281
Sì, bisognerebbe proprio concentrarsi su cosa significhi "condizionato" piuttosto che "incondizionato".

Ciò che è totalmente condizionato non è neppure schiavo. Perché schiavo è colui che ha comunque in sé una propria incondizionatezza, che non può tuttavia manifestarsi esteriormente.
Invece ciò che è totalmente condizionato è senz'anima, non ha alcun sé individuale. Non è nessuno.

Ma per cogliere cosa significhi davvero l'assenza del libero arbitrio individuale, cioè della totale condizionatezza, occorre un pensiero logico e... etica.
#282
Varie / Re: Il mio sogno enigmistico
13 Marzo 2024, 18:01:10 PM
Boh, avevo sbagliato a leggere. Ero convinto che D fosse la somma delle cifre di A e B.

Va beh, altra dimostrazione del mio scarso interesse.
#283
Se si osserva con attenzione, concentrandosi sul significato di "condizionato", si potrà constatare come ciò che è totalmente condizionato... non si possa neppure dire che è condizionato!
Perché può essere condizionato solo ciò che ha comunque un minimo di incondizionatezza.
Non si può infatti condizionare ciò che per sua natura non ha alcuna libertà.

Ma se non ha alcuna libertà, allora non ha neppure una propria volontà. 
Se vuole, vuole ciò che deve volere.

E poiché solitamente si ritiene che la vita (almeno quella umana) abbia tra le sue prerogative una qual libertà, ne consegue che ciò che è totalmente condizionato non è vivo.
Cioè non è qualcosa che vive, ma più semplicemente è una espressione di qualcos'altro senza confini che lo comprende annullandolo in sé, e che potremmo chiamare Vita.

Perciò il totale condizionamento lo si può eventualmente constatare negli altri. In tutti gli altri. Ma non è una constatazione facile da affrontare. Perché richiede di affrontare lo stupore (che può tramutarsi in amore ma anche in orrore...) che attorno a noi non vi sia in realtà proprio nessuno.

Se viceversa consideriamo noi stessi, la medesima constatazione non è più rivolta all'esterno ma all'interno. Ed è un corto circuito, in cui il soggetto si ritrova annichilito.
Ma anche qui è solo una questione di amore
#284
Varie / Re: Il mio sogno enigmistico
13 Marzo 2024, 11:37:00 AM
69 e 64

Mi sembra ormai necessario constatare l'inutilità della mia partecipazione.
Motivata da ben altro che non la sterile soluzione di enigmi.
I passatempi non mi interessano.
Ingenuamente, ritenevo che attraverso l'impegno logico potesse scaturire qualcosa in più.
E invece neppure quello.

Il linguaggio della matematica è rigoroso. Per parlarne occorrerebbe almeno conoscerne la grammatica di base.
Ho risposto perciò solo per mia compiacenza.
#285
Varie / Re: Rastislav e l'enigma della diagonale
12 Marzo 2024, 18:40:58 PM
Eutidemo siamo alle solite...

Va beh mi arrendo.
Anche perché se mi sfidi a duello mi sa che ci smenerei, essendo tu espertissimo in armi.  :-X
Magari te la vedrai con il principe. :-[

Questa situazione è ormai un classico, che se non si ripetesse incomincerei a preoccuparmi... :D