Citazione di: InVerno il 04 Giugno 2022, 08:41:39 AMQuando è morto Richard Benson ho pensato che avrei dovuto fare un piccolo necrologio qui sul topic, l'intenzione iniziale era quella di collezionare grottesco anche se poi è mutato più in una sorta di blog personale, perciò mi ero detto che mancare l'occasione di scrivere su Benson, un vero e proprio piccolo re del grottesco, sarebbe stato un errore. Poi ho visto che praticamente tutti hanno voluto farlo, compreso di a volte anche interessanti analisi storico-antropologiche, e la voglia è scemata, sembrava di fare la cagatina insieme agli altri. Tuttavia, ieri mi imbatto in un articolo, e rimango decisamente sorpreso, come infatti il titolo mi preannunciava..Questi sono mostruosi....Hanno una tecnica impressionante. Il sound è, per i mei gusti, un po' troppo metallico e stridulo, a causa forse dell' uso dello stoppare le corde delle chitarre e degli armonici, così come i tempi sincopati non mi si addicono troppo, ma giù il cappello! Il batterista è una macchina..
https://www.rollingstone.it/musica/il-primo-singolo-postumo-di-richard-benson-vi-stupira-ascolta-processione-in-anteprima/642979/#Part2
E che dire? Sono effettivamente sorpreso.. questo è un bel pezzo, ben arrangiato, ben scritto, ben cantato, ben prodotto. Un miracolo? Quanto influiscono le nostre aspettative sull'arte, che differenza c'è tra il trovare un David di Michelangelo in mezzo al deserto, o prendere l'aereo per andarlo a vedere? Non sto paragonando il pezzo di Benson al David, lungi, però devo dire che c'è qualcosa di estremamente dissetante nel vedere uscire postumo un singolo che sembra effettivamente riscattare la figura di un uomo che ha passato gli ultimi trent'anni tra bestemmmie di gruppo e uova in faccia, tra la derisione e l'umiliazione, giocando continuamente sul bilico della famosa domanda "ci è o ci fa?". Peraltro, operazioni musicali postume, solitamente unicamente vocate allo spremere anche le ultime goccie di vita da un artista per motivi commerciali, in questo rarissimo caso portano con sé una parola che generalmente è lontanda dai concetti della musica: giustizia. Se questa operazione andrà in porto io non lo so, sono felice comunque di parteciparvi quindi ho già, e lo faccio anche qui, condiviso questo pezzo in giro. Non penso che Benson debba ripulirsi di alcunchè, è stato quel che è stato e aveva senso finchè era quel che fu, e questa più che un operazione di pulizia come dice Rolling Stones, è un operazione di incoronamento.
Purtroppo il deserto non erano solamente le aspettative musicali su Benson, ma sulla musica in generale del periodo 2000-2020, che veramente ha toccato livelli di piattezza a mio avviso inauditi, salvo qualche rara duna accumulata dal vento. Devo dire invece che negli ultimi due anni, qualcosa si sta, per motivi a me sconosciuti e insondabili, finalmente risvegliando. Merito dei lockdown? Chissà, ma forse finalmente mi sentirò a mio agio a parlare di nuovo di musica, e sopratutto ad ascoltarne di nuova.
Uno di questi esempi è uscito pochi giorni fa, e sono contento di condividerlo. Li conoscevo già, anche se non approfonditamente e li avevo tenuti nel mirino perchè anche se avevano già fatto roba molto interessante, mi sembrava che fossero ancora un pò acerbi, questo singolo invece mi convince che siano maturati. Fare musica leggera completamente strumentale è un azzardo, il rischio di tediare con i tuoi tecnicismi ed essere una musica per soli "addetti ai lavori", statisticamente più che un rischio è quasi una certezza, questi ragazzi invece riescono nel sottile equilibrio di essere accessibili, con elementi ricorsivi molto melodici, arrangiamenti personali ed innovativi, al contempo mettere sul campo una tecnica inarrivabile per un non professionista ma anche per parecchi professionisti. Il titolo, azzeccatissimo, è il testo intero del pezzo: Giocare a essere Dio, essere giovani, avere una tecnica superlativa, navigare dal flamenco al jazz alla bossa nova, puntare unicamente all'equilibrio dell'armonia e della composizione, intervallando con virtuosismi pregiati ma senza complessi di superiorità, dando come unico spunto antropomorfo un fischiettar leggero. Che cos'è l'arte se non giocare ad essere Dio?
Well done, bravi, con piccola nota: se le chitarre giocano a essere Dio, il batterista e la sua abilità di creare lo spazio musicale nei vuoti e nei silenzi, potrebbe cominciare a pensare di non giocare.. ma di star facendo sul serio!