Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#271
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 22:01:21 PM
Premesso che non sono così esperto da differenziare in modo preciso i due tipi di farmaci, ho qualche certezza in più rispetto ai farmaci psichiatrici che di solito agiscono inibendo o stimolando i flussi di neuro trasmettitori che il nostro corpo produce i ogni momento (ad esempio per digitare sulla tastiera mi serve l'acetilcolina). Questo perché è l'anomalo flusso di neurotrasmettitori a provocare gli effetti del disturbo, l'eccesso di dopamina è implicata nella schizofrenia mentre la carenza di serotonina nella depressione. Ci sono dei farmaci che si chiamano "inibitori"  perché lasciano aperta la porta alla produzione dei neuri trasmettitori bersaglio, oppure la chiudono. È un modo farmacologico che agisce sul sintomo ma è molto efficace.  Lo stesso principio d'azione inibitorio o eccitatorio nella produzione di neuro trasmettitori può essere usato dal neurologo ma l'eziologia (causa) della malattia è diversa perché c'è un danno fisico, riscontrabile strumentalmente, come nel Parkinson, mentre se si fa una risonanza magnetica ad un depresso, la funzionalità del cervello è nella norma ma vi è un anomalo flusso di neuro trasmettitori. Per questo la malattia mentale è più complessa e necessita di un intervento multidisciplinare.
#272
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 20:50:48 PM
Citazione di: Il_Dubbio il 22 Ottobre 2024, 19:37:37 PMNon hai mensionato una malattia ad oggi riconosciuta come tale, che poteva essere onneverata fra i disturbi generici della mente, ovvero la depressione.

Si certo, la depressione è tra l'altro molto diffusa e molto invalidante. Ancora due precisazioni nella veste di "Alberto Angela de noantri". Quando si parla di disturbo fisiologico e mentale del cervello, troviamo subito sdoppiata la funzione di cura, infatti c'è il neurologo per il disturbo fisiologico e lo psichiatra per il disturbo mentale. Sono due dimensioni che pur distinte possono
condizionarsi a vicenda. Tra psichiatra e psicologo la differenza invece consiste nel mezzo di cura privilegiato, per lo psicologo la relazione e la parola, per lo psichiatra il farmaco. Accanto a questi due approcci vi sono altri possibili interventi che sono i progetti socio-educativi, importantissimi nelle persone che hanno disturbi gravi o situazioni multi problematiche (disturbo mentale-povertà-quartiere difficile-figli precoci-storie detentive o di dipendenza da sostanze).
#273
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 18:14:35 PM
Le malattie mentali sono malattie "atipiche". Basti pensare che l'eliminazione dei manicomi ha ridotto il tasso dei malati mentali. Non credo che accadrebbe la stessa cosa se eliminassimo gli ospedali. La malattia mentale è una malattia che ha molto più a che fare con la società di una malattia organica ordinaria. Ha a che fare con la povertà, con i traumi, soprattutto quelli vissuti nella prima infanzia. Sulla loro tassonomia si può distinguere fra malattie mentali maggiori e minori (senza addentrarci nelle centinaia di definizioni del DSM, la Bibbia degli psichiatri). Le maggiori sono quelle in cui si perde il contatto con la realtà o in modo permanente o in modo temporaneo (fenomeni di acuzie e di sub-acuzie), le minori sono quelle in cui si vive un disagio ma non si perde il contatto con la realtà. Anche in questa seconda categoria possono esserci disturbi molto seri, come chi si isola e non esce più di casa, chi deve lavarsi le mani in continuazione, chi è triste e pervaso da crisi di panico, chi ha attacchi di rabbia distruttiva. In caso di disturbi maggiori, è consigliabile, di solito, psicoterapia, interventi socio-riabilitativi e farmacoterapia. Servirebbe pertanto una squadra operativa fatta da psichiatra, psicologo, educatore ed assistente sociale. In caso di disturbi minori, la farmacoterapia è meno importante. La psicoanalisi è solo un tipo di psicoterapia fra le decine disponibili. Forse è solo la più famosa ma ne esistono molte altre altrettanto valide.
#274
Ciao Sapa, sicuramente qualche magistrato che si lascia scappare una battuta infelice ci sarà sempre. Ma se vogliamo ragionare in termini di "idee di base", di "senso etico", di visione della società, sulla base della mia esperienza ritengo che il "giudice medio" abbia un senso dello Stato "leggermente" superiore a quello del "politico medio". Esperienza personale, beninteso, magari anche piena di pregiudizi, ma è quello che ho esperito nella mia purtroppo, non breve vita.
Nel caso specifico, inoltre, non c'è stata alcuna contropropaganda, ma l'applicazione di legge, anche in riferimento all'art. 10 della Costituzione. Purtroppo gli attuali governanti non sono presentabili e ancor più purtroppo, anche i vari contendenti non mi sembrano all'altezza della situazione geopolitica attuale. Che Zeus ce la mandi buona anche stavolta.
#275
La magistratura non fa nessun tipo di contropropaganda.
Questa è una fissazione di tutti i politici da Mussolini/Lenin in poi, che detestano il bilanciamento dei poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto, a meno che il bilanciamento dei poteri non li avvantaggi (cfr, Fraenkel, il doppio stato).
#276
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
21 Ottobre 2024, 21:18:30 PM
Citazione di: Il_Dubbio il 20 Ottobre 2024, 23:40:42 PMNon sono pratico, quindi non so quanti pazienti siano stati curati da questi terapeuti. Ma solitamente per stabilire che il metodo funziona ci dovrebbe essere una percentuale di guarigioni. Non basta dire che uno sia guarito, quando ce ne sono mille che non sono stati guariti. Anche uno che prega e che ha fede, potrebbe guarire da un problema emotivo rispetto ad esempio ad un male di vivere. Ma quella non è una guarigione, o meglio quella non è una cura medica, ma una cura spirituale. Ma siamo su piani completamente differenti.
Solitamente, come si fa per una malattia qualsiasi, ci si basa su una statistica di casi analoghi. Poi ci sono gli accertamenti diagnostici e infine la cura. Quindi curare un paziente significa avere una diagnosi, e poi sapere come curare il paziente che ha quella malattia. Diagnosi sbagliate sono rare se i sintomi e gli accertamenti sono inequivocabili. Quindi se il metodo funziona, dovrebbe esserci un numero alto di guarigioni.
Sono stati curati milioni di pazienti, se consideri che la psicoanalisi dall'anno (fittizio) della sua invenzione (1899) è ancora attiva. Fra i pazienti anche nomi illustri, Samuel Beckett, Giorgio Manganelli, Italo Svevo. Difficile parlare di guarigioni in campo mentale. La guarigione si può chiamare tale se un paziente ora soffre meno di angoscia ma l'angoscia non è sparita? E' guarito o non è guarito? Se un altro paziente invece di contare gli spaghetti tutte le volte, li conta solo una volta ogni tanto è guarito? Se un terzo paziente pensa solo ogni tanto che viene guardato in modo aggressivo dal vicino invece che tutte le volte è guarito o non è guarito?
La malattia mentale o il disturbo mentale ci pongono di fronte ad un continuum, per cui non vale più la scissione malato/sano. Siamo tutti nevrotici e quindi siamo tutti malati e quindi siamo tutti sani.
La grande innovazione di Freud è stata quella di unire cervello e mente. La malattia mentale, da Freud in poi, non sarà più un problema fisiologico ma un problema che connette mente e cervello, mente e corpo. In questo sta il suo più grande lascito, il superamento di una psichiatria organica a favore di una psichiatria che unisca mente (ovvero il cervello sociale, il cervello culturale, il cervello collettivo) e cervello del singolo paziente.
Per questo quando si parla di psicoanalisi si supera il livello della cura fisiologica e si può parlare di cura che agisce su altri livelli non oggettivabili e non riducibili a statistiche e che riguarda il sè nel rapporto con gli altri sè, primo fra i quali il rapporto paziente/terapeuta (transfert e controtransfert). Ovvio che vi sarebbero altre dimensioni da esplorare, come ad esempio, il livello di importanza da attribuire all'interpretazione, che opera al livello cognitivo dei lobi frontali. Ma questo livello va di pari passo, in un continuo feedback, con il livello dell'attaccamento emotivo, che riepiloga il rapporto affettivo genitoriale. Tutto ciò in chiave simbolica. E' un percorso che, a mio parere, ha una sua validità, visto che procede imperterrito da 125 anni e che ha una sua identica validità anche rispetto a tutti i figli e figliastri che ha generato la psicoanalisi, psicologia dinamica (Jung), lacaniani (Lacan), teoria dell'attaccamento (Winnicott, Bowlby).
#277
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 23:47:24 PM
Mi spiace non esserti stato utile. Non sono uno psicoanalista, sono stato solo un paziente di uno psicoanalista ed ho letto diversi libri di psicoanalisi. In terapia non mi sono sentito fregato e in realtà mi è servita non tanto per conoscermi meglio, quanto per accettarmi con i miei piccoli e grandi difetti. Questo passaggio è accaduto attraverso la relazione terapeutica che è (come lo definiva Freud) un lavoro, sia per il paziente che per il terapeuta. Nei colloqui si rielaboravano le relazioni primarie a livello simbolico ( nel senso che non ci abbracciavamo ma ci scambiavamo parole ad un livello di attenzione di cui non avevo mai fatto esperienza, al punto che alla fine dei 45 minuti mi dicevo "pover'uomo, quanta fatica a restare così attento per ore, sui bisogni grandi e piccoli dei pazienti".) Nel corso del tempo si affaccia così il sentimento di gratitudine e di accettazione del mondo e perfino di te stesso e di tutti i traumi che hai sopportato. Questa è la mia esperienza con la psicoanalisi, che tra l'altro dura tuttora anche se a ritmi meno intensi.
#278
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 22:36:47 PM
Secondo me non è possibile dare punti di riferimento certi, poiché il modello stesso è incerto e fonda la sua validità proprio da quella incertezza. Se può aiutarti Freud paragonava la psicoanalisi all'archeologia. Il ritrovamento di reperti nascosti servono a ricostruire il senso di quanto accaduto, che a sua volta prova a spiegare ciò che accade. Inoltre il lavoro sulla relazione affettiva (sulla quale mi sono concentrato) implica comunque la conoscenza di una mole di nozioni molto vasta che parte dalle due topiche (conscio/inconscio/subconscio e Io/es/super-Io), prosegue con la conoscenza dei meccanismi di difesa studiati dalla figlia di Freud, Anna e prosegue con gli studi sull'attaccamento di Winnicott/Bolwby che collegano gli studi di etologia con la psicoanalisi. Senza dimenticare l'applicazione della psicoanalisi alla società come avvenne con la scuola di Francoforte (soprattutto Marcuse e Fromm). La psicoanalisi è un universo di cui io conosco una piccola parte, nonostante ci abbia investito parecchio tempo. Farti un digesto portatile "via/forum" non credo sia fattibile.
#279
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 22:03:41 PM
Hai ragione Dubbio, l'affetto da solo non basta. Anche perché non è un affetto spontaneo ma l'uso dell'affettività per ottenere dei miglioramenti nello stato psicologico di una persona. Indubbiamente anche un grande amore o una amicizia profonda possono avere effetti terapeutici. La psicoanalisi aggiunge un setting che consiste nell'unire aspetti di affettività con aspetti più cognitivi e tipicamente clinici. Da un amico ti confidi ma se non ha una preparazione specifica non otterrai mai da lui lo stesso livello di attenzione di un terapeuta che fa bene il suo lavoro. Per questo sono importanti i temi del transfert e del controtransfert che indicano la necessità di collegare aspetti metodologici e ripetitivi con aspetti emotivi che agiscono sulla singolarità terapeuta/paziente. Credo anche che la psicoanalisi non sia necessariamente adatta a tutti ed anche per gli adatti i risultati possono essere molto diversi. Non è un vaccino né un operazione chirurgica. Opera sulla nostra mente, sulla storia della nostra mente e lo fa attraverso una procedura non direttamente biochimica (come si può fare con i farmaci) ma, appunto, affettiva. La fatica del lavoro di psicoanalista a sua volta impone che gli psicoanalisti si sottopongano a supervisione oltre che ad un percorso iniziale molto serio per poter accedere e diventare membro in Italia della SPI (società psicoanalitica italiana). Poi, detto fra noi, non bisogna neppure idolatrare la psicoanalisi. Potrebbe andare benissimo per migliorare il proprio comportamento la psicologia dinamica di Jung, la psicologia cognitiva oppure anche la palestra o un corso di teatro. La mente umana è poliedrica e non ama un'unica strada, neppure per la guarigione. Grazie comunque per l'interesse per questo argomento che permette anche a me di rifletterci.
#280
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 21:28:53 PM
Il metodo psicoanalitico non è né deduttivo, né induttivo, ma emotivo. Un concetto cardine della psicoanalisi è "nebenmensch", ovvero la persona vicina. Attraverso la vicinanza affettiva si crea la relazione, la relazione crea il transfert, il transfert prova a riparare le ferite che hanno prodotto il sintomo patologico. Freud, condizionato dalla cultura del suo tempo, avrebbe voluto che la psicoanalisi potesse fregiarsi di un metodo induttivo, che inizialmente sembrava a lui quello della interpretazione dei sogni, dei lapsus e di tutti quei movimenti inconsci che sviluppiamo nella vita quotidiana. Ma in realtà nessuno guarisce attraverso una interpretazione. Quel modello era il modello tipico e asimmetrico fra curatore e malato. In seguito la psicoanalisi ha approfondito di più il nesso fra cura e relazione affettiva, che sembra (almeno a me) il vero fulcro della psicoanalisi. Nondimeno un legame con il metodo induttivo rimane attraverso l'esame clinico dei casi, che permette di esaminare come e perché vi sia stato o non vi sia stato un successo terapeutico.
Per capire la complessità del tema, se hai voglia, potresti leggere un testo divulgativo ma non banale, veggetti-finzi, storia della psicoanalisi, Mondadori.
#281
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 20:52:50 PM
Buonasera Dubbio. Il tono di Koba è disdicevole ma il succo del discorso è reale.  Definire la psicoanalisi come deduttiva o induttiva è riduttivo. La psicoanalisi ha una storia complessa, fuoriusciti, creazione di correnti alternative (Jung e Lacan, la teoria dell'attaccamento, Ferenczi espulso e che oggi viene riscoperto, ecc.). Sinteticamente la psicoanalisi dichiara che agiamo nel mondo per motivi oscuri anche a noi stessi, motivi che sono originati dai nostri rapporti primari familiari e che possono essere gestiti meglio se si raggiunge consapevolezza di quei rapporti primari. Quei rapporti familiari si riepilogano nel setting terapeutico che è in sostanza una relazione simbolica, dove riavvengono i fatti salienti della vita del paziente. Lo strumento principe del terapeuta è l'ascolto non giudicante e responsivo, quello della madre/padre sufficientemente buon*. Prima del setting e dei collegati problemi di transfert, il terapeuta è portatore di una teoria della struttura della mente umana, che si è evoluta nel corso del tempo e che ha avuto anche dei riscontri strumentali parziali (ad esempio l'inconscio è riconosciuto come reale parte della mente, mentre il super/Io non è ancora stato localizzato, anche se risponde a strutture tipiche dei lobi frontali). Ancora andrebbe considerata la nascita della psicoanalisi storicamente. Basti pensare che il disturbo famoso ai tempi di Freud, l'isteria, ora è stato sostituito dal narcisismo. La sessualità indicata come motore dell'agire umano aveva un significato diverso in una società sessuofobica. Insomma curare la psiche ha tante prospettive, e la psicoanalisi è lo specchio di questa complessità. Per questo motivo non è possibile rispondere alla tua domanda.

#282
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 18:32:10 PM
Punti di vista Koba. Filosofia e cura non sono così distanti, ma si tratta di una sensibilità che deriva da storie individuali, difficilmente replicabili. Personalmente ho fatto un percorso psicoanalitico non fondato su disturbi o stati patologici ed è stato un percorso che ho molto apprezzato proprio per la sovrapposizione di livelli relazionali distinti e che comunque ha favorito il mio benessere personale. Del resto, proprio la necessità di supervisione è un ulteriore elemento per giudicare la complessità della psicoanalisi. Complessità che è stata catalizzata da quello che potremmo definire uno degli ultimi umanisti universali, cioè Freud. La terapia per curare a livello clinico è il primo livello ma la psicoanalisi si presta, proprio grazie al suo approccio filosofico a usi molto diversi. 
#283
Assolutamente d'accordo koba, funziona proprio così. Ma per eliminare del tutto il sistema emotivo limbico occorrerà un periodo di tempo non calcolabile in epoche storiche. Inoltre una specie senza emozioni non sarà più homo sapiens ma sarà una nuova specie, con un salto evolutivo notevole. Il sistema limbico inoltre è il primo interprete (in realtà il secondo) dei sensi, che vengono riletti emotivamente attraverso esso, ma in un sistema equilibrato vi è una seconda (terza) lettura da parte dei lobi prefrontali ed è attraverso queste letture sovrapposte che la paura diventa significativa per la sopravvivenza della specie. Informazioni che già conosci ma che possono essere utili a qualche altro lettore.
#284
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 12:05:09 PM
La filosofia è terapeutica Koba. Lo sforzo di Freud è stato proprio quello di collegare due mondi che nella cultura occidentale sono stati spesso separati, anche a ragione, la geistwissenschaft e la naturwissenschaft. La grandezza di Freud sta anche in questo tentativo. Le relazioni terapeutiche sono poi "singolari" e quindi non esistono regole generali, ma vi è nella psicoanalisi e nella psicoterapia in generale anche il tentativo di dare un senso alla vita, che è poi quello che manca spesso ai pazienti e che coprono con il sintomo. Le critiche alla psicoanalisi provengono infatti proprio da quelle correnti strettamente fisiologiche che fanno fatica a trovare delle misurazioni certe sull'efficacia della psicoanalisi.
Inoltre il mio discorso era leggermente più ampio. Vi è una terapia psicoanalitica di base che è fondata sul paziente che cerca aiuto, ma la psicoanalisi è anche uno strumento socratico, quello del "conosci te stesso". Freud era quello che diceva che "non siamo più padroni neppure in casa nostra" (terza ferita narcisistica dopo quelle sferrate da Copernico e da Darwin). Eppure la sua teoria è lo sforzo "interminabile" per renderci padroni in casa nostra.
Ulteriore dettaglio: ogni psicoanalista, per quanto formato entro schemi piuttosto rigidi, è diverso e forma una diade unica con il paziente. Da questa consapevolezza della singolarità nasce il colloquio continuo fra psicoanalisi ed esistenzialismo. Finisco col dire che Freud è ormai considerato storicamente un filosofo oltre che un clinico.
#285
Koba@. Ritengo improbabile nel breve periodo, che la struttura fisioneurologuca profonda dell'uomo possa cambiare attraverso la tecnologia. Se la tecnica dovesse continuare ad accompagnarci con queste modalità anche per i prossimi centomila anni allora sicuramente ci potrebbero essere dei mutamenti. Ma mutamenti fisioneurologici ci sono stati fin dall'avvento delle prime tecnologie. Noi non siamo più equiparabili ai primati, proprio per l'avvento della tecnica. È la tecnica che ci ha permesso di filosofare e di farci domande sul nostro essere nel mondo e queste domande modificano inevitabilmente la nostra struttura cerebrale. Ma nondimeno, questo è il piano alto, che si sostiene su piani cerebrali più antichi, molto simili a quelli di altri animali nostri cugini, il sistema limbico e il sistema del tronco encefalico, collegato alla spina dorsale. Questi due piani bassi sono responsabili delle gestione delle emozioni e delle funzioni vitali di base e sono il frutto di una evoluzione lunga probabilmente  200-300 milioni di anni (si suppone che anche i sauridi fossero forniti di sistema limbico e di un sistema pre frontale di controllo come gli attuali uccelli, che discendono dai sauridi).