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Messaggi - Socrate78

#271
Facendo un'attenta riflessione sull'evoluzione che ha avuto la scuola italiana negli ultimi trenta/quarant'anni (il discorso può estendersi anche alla scuola occidentale) secondo me si può notare come la tendenza sia andata sempre più verso un abbassamento dei contenuti e del livello di conoscenza richiesto agli alunni, creando quindi una scuola che non è più veramente fondata sull'istruzione che forma i giovani, poiché ormai lo scopo dell'istituzione scolastica è diventato quello di far socializzare gli alunni, di far loro creare rapporti di amicizia, e lo studio è passato in secondo piano . Si è iniziato con l'abolire alle superiori gli esami di riparazione alle superiori e gli esami di licenza elementare, successivamente il voto numerico è stato abolito alle elementari e medie per poi essere reintrodotto ma ora alle elementari sarà abolito di nuovo, il latino è stato eliminato dalle scuole medie e anche alle superiori non lo si fa più con la serietà di un tempo, l'esame di terza media è stato snellito da alcuni scritti e dalle prove Invalsi, insomma la tendenza mi sembra evidente: la scuola DEV'ESSERE sempre meno seria e sempre più ludica, fondata sul gioco e non sul sapere. Si dice che le conoscenze sono obsolete e vanno sostituite dalle competenze e non ci si rende conto dell'ENORME assurdità di tale assunto: è infatti impossibile che si abbia competenza senza conoscenza, ad esempio un medico per curare le malattie (competenza) deve avere per forza la conoscenza dell'organismo umano, delle sue reazioni ai farmaci, quindi è impossibile disgiungere competenza da conoscenza. La scuola delle competenze senza le conoscenze è quindi una NON SCUOLA, un luogo in cui regna il disordine e l'anarchia nell'apprendimento, un luogo in cui l'insegnante è solo un facilitatore e non più un docente con un bagaglio di sapere e quindi anche degno di rispetto se non di stima. Secondo me il male viene da lontano e viene da personaggi che tutt'ora stimiamo: ad esempio Don Milani, considerato tutt'ora un grande pedagogista, in realtà ha mostrato un pensiero molto discutibile, poiché ha sostenuto nel testo "Lettera ad una professoressa" (per bocca di uno studente contadino della scuola di Barbiana) l'idea che i programmi scolastici dovessero abbassarsi al livello culturale e sociale delle classi meno abbienti e culturalmente svantaggiate, ma in questo modo invece di stimolare gli svantaggiati a migliorarsi, ad elevarsi, li si condanna a rimanere quello che sono. Gianni Rodari fu anche lui secondo me tra i primi smantellatori della scuola dell'istruzione, poiché nei suoi testi, in particolare "Grammatica della fantasia", ha sostenuto l'idea che lo studio della grammatica e delle regole del discorso non stimolassero la creatività nei bambini e che quindi la scuola non doveva fare grammatica, ma doveva solo giocare, far ridere, giocare con le parole invece di aiutare a comprenderne il senso nel discorso, ma questa contrapposizione tra sapere e fantasia è assolutamente senza fondamento, anzi, è proprio la conoscenza e il pensiero astratto che ne deriva a far sviluppare la creatività e la fantasia, un poeta come Ungaretti non era certo ignorante dei grandi poeti che l'avevano preceduto, li conosceva alla perfezione, ma proprio per questo ha potuto portare la poesia verso territori inesplorati. Rodari è quindi uno degli smantellatori della scuola seria e il suo pensiero è entrato nella mente di migliaia di maestri e maestre elementari.
L'idea che bisogna studiare perché bisogna farlo (per dovere) è saltata, considerata obsoleta, adesso o si fa qualcosa perché piace oppure non lo si fa affatto, e siccome lo studio è di per sé faticoso ecco che gli adolescenti in massa lo abbandonano, non lo considerano, non comprendono che è necessaria la cultura per pensare correttamente, per esprimersi, per migliorarsi.

Il risultato è che adesso nei licei i giovani che entrano hanno il 90% delle insufficienze nei test d'ingresso, non sanno scrivere e nemmeno parlare correttamente, quando scrivono fanno errori LOGICI, nel senso che separano frasi che andrebbero invece uniti da congiunzioni, non distinguono i rapporti tra causa ed effetto, la punteggiatura è quasi abolita e quando è usata è sbagliata, alle scuole medie si fanno sempre meno temi e alle elementari praticamente ZERO, i ragazzi non sanno risolvere equazioni semplici, insomma è una scuola che precipita verso il baratro dell'ignoranza. I genitori vogliono iscrivere per forza anche i peggiori studenti al liceo e li mandano poi a ripetizione, ma così non imparano niente per cinque anni mentre potrebbero fare un istituto professionale ed almeno impararsi un mestiere, invece no, si riducono a masse di parassiti che non studiano e pensano che con il denaro si ottiene tutto, si ha la promozione assicurata andando a ripetizione e quindi permettendosi di stare sei ore in classe a far niente, a pensare ad altro, ad usare il cellulare, a ridere con gli amici, tutto fuorché studiare.
Anche voi notate questa deriva della scuola italiana?
#272
Tuttavia a mio avviso potrebbe esistere un fatto che si verifica nelle presunte possessioni e che non avviene nelle normali patologie psichiatriche: i presunti posseduti infatti, oltre ad agitarsi, a dimostrare una notevole forza fisica, sembrano avere un odio profondo praticamente verso tutti, infatti nelle testimonianze e anche in qualche video di esorcismi si sentono terribili frasi dei posseduti che dimostrano proprio un profondo senso di odio verso l'umanità in genere. Ora, un malato che soffre di patologie persecutorie in realtà non giunge ad odiare ogni persona in quanto tale, ma crede erroneamente che alcune persone (o un gruppo) vogliano fargli del male e quindi nella sua mente malata cerca di difendersi e fa del male solo a quelli che ritiene "nemici", ma nel caso dei presunti posseduti ci sembra essere un odio fine a se stesso verso l'uomo che supera quello di un normale malato di mente. E' giusta secondo voi questa osservazione?
#273
Io sono cattolico ma leggendo spesso su internet o ascoltando quello che gli esorcisti riferiscono ho l'impressione che i racconti siano falsi, inventati. Infatti ogni volta che viene riportata una testimonianza su quanto il presunto "demonio" (o altre entità decadute) avrebbe detto (parlando per bocca della persona esorcizzata) si nota subito che vengono ripetute e dette le stesse ed identiche cose che la Chiesa insegna nel Magistero, vengono condannate dal "demonio" tutte le azioni che la Chiesa condanna e vengono ripetute pari pari le interpretazioni della Bibbia accettate e riconosciute dalla Chiesa, quindi si ha l'impressione di qualcosa di propagandistico, come se si volesse usare il soprannaturale inventando, per propagare le idee della Chiesa.  Infatti negli esorcismi il presunto demonio dice sempre che l'aborto è sempre sbagliato e porta all'Inferno certamente, dice che gli omosessuali finiscono nel fuoco eterno, che il divorzio è un gravissimo peccato contro Dio e danna l'anima, non si dice mai qualcosa di diverso,  di conseguenza ho proprio l'impressione di falso, che si vogliano propagandare le idee della Chiesa  mettendo in campo un'entità soprannaturale che magari non ha mai detto quelle cose.
Secondo voi è possibile che si tratta di truffe, di falsi inventati ad arte dalla Chiesa?
#274
La prospettiva panteistica identifica Dio con la natura, con il creato in pratica. Spinoza era un filosofo panteista, infatti riteneva valido il principio del "Deus Sive Natura" (Dio ossia la natura) e per lui tutta la realtà era espressione di una mente divina impersonale. Ma se la divinità o la coscienza superiore si identica con la natura, e nella natura è presente il male nelle sue diverse forme (sopraffazione, sofferenza, competizione, morte, ecc.) allora il male stesso diventa espressione della divinità, quindi una prospettiva panteistica finisce per portare ad una forma di pessimismo cosmico, poiché vorrebbe dire che la coscienza superiore che informa il creato avrebbe in sé qualcosa di sbagliato, e tutto il mondo diventerebbe espressione di un principio cattivo, simile alla Volontà di Schopenhauer, che era una forza che opponeva gli esseri gli uni agli altri in una lotta continua e senza senso, e l'amore stesso in Schopenhauer era visto come un espediente della volontà per generare altri esseri destinati alla sofferenza.
Il panteismo quindi non può che portare al pessimismo, se si è davvero logicamente coerenti. E' corretta quindi la mia idea secondo cui il panteista coerente non può che essere pessimista?
#275
Ma se tu senti dentro quello che l'altro prova, tu comprendi il suo vissuto quindi capisci veramente il significato della sua esperienza, se io non provo nulla di fronte alla sofferenza dell'altro, in fondo perché aiutarlo? Se non provo nulla, non vedo perché ad esempio dare al mendicante i miei soldi (ci vado a perdere....), se non provo niente di fronte ad un conoscente che ha avuto ad esempio un lutto e gli dico qualche parola di conforto, il mio aiuto non è sincero ma è ipocrita, perché lo faccio per convenzione sociale o per apparire esteriormente gentile, ma non perché condivido ciò che prova e lo comprendo. Senza compassione vi è ipocrisia oppure assoluto menefreghismo.  E' il sentire il dolore altrui che porta a comprendere il vissuto altrui e l'amore è per definizione una forza che unisce e mette in sintonia, che ti fa essere una cosa sola con gli altri, e quindi porta a condividere. L'Ha detto anche Gesù: "Fa' che siano tutti una cosa sola, come Io e il Padre mio che è nei cieli".
#276
Io personalmente conferisco molta importanza al corpo, come all'anima del resto, anche perché ritengo che Dio non abbia creato la morte e che voglia la salvezza integrale dell'uomo, infatti Gesù resuscitava i morti, a testimoniare che Lui era la Vita. Se era la Vita come disse, la morte non può derivare da Dio. La demonizzazione del corpo come prigione dell'anima deriva dalla filosofia greca (Platone soprattutto e i platonici), ma non ha per nulla elementi nella tradizione giudaica da cui il Cristianesimo deriva. Anzi, in fondo ogni uomo desidera essere immortale e lo ha in pratica sempre desiderato, e lo desidera secondo me perché percepisce il disastro che la morte di fatto è, la sua bruttura, il suo essere accompagnato da malattie, declino dell'uomo nel corpo e nella mente, il suo spegnersi.
Dice il libro della Sapienza: "Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della sua propria natura. Ma per l'invida del diavolo la morte è entrata nel mondo, e ne fanno esperienza coloro che le appartengono".
Anche il progresso della scienza che allunga la vita è secondo me voluto e guidato da Dio stesso che vuole che l'uomo migliori la salute del corpo, la durata della vita, del benessere umano. Sicuramente io sono convinto di una cosa, in Paradiso (se esiste un Paradiso, non posso esserne sicuro al 100%) i medici che salvano le vite e si impegnano nel loro mestiere con dedizione avranno un posto privilegiato, molto più degli stessi preti.
#277
Questo modo di ragionare, Viator, è indice di un pessimismo e di un cinismo sulla natura umana che fa sì che non si riconosca più il bene in nessuno, e quindi anche le azioni migliori finiscono per diventare egoistiche: un simile modo di ragionare porta a non apprezzare più nulla, perché se tutti siamo egoisti e mai veramente amiamo, allora anche i gesti apparentemente migliori diventano falsi e sono solo una menzogna.
Mi rifiuto di considerare tutti i miei simili egoisti, e voglio credere nell'amore che vuole il bene dell'altro, non voglio ritenerlo solo un egoismo travestito, perché la vera domanda da porci è questa: l'idea che siamo tutti egoisti ci rende migliori o peggiori? Ci rende peggiori, ci porta al cinismo che non ti fa più apprezzare nulla, e in un'ultima analisi ti toglie anche la voglia di vivere, perché che giova vivere in un mondo in cui non c'è amore vero ma solo interesse?
Quindi ti rispondo che, anche se si fa del bene per stare meglio noi stessi, ad esempio perché SENTIAMO il dolore di chi soffre, ti dico che è proprio questo sentire con l'empatia il dolore dell'altro che porta l'animo a prendere consapevolezza della gravità del male e quindi a non VOLERLO per i nostri simili, ma anzi a combatterlo: quindi anche se la radice può sembrare "egoistica", tuttavia è proprio da questo sentire con l'altro che nasce il rifiuto verso il male degli altri e di conseguenza il volere e il perseguire il bene altrui. Kant ad esempio nel voler eliminare ogni impulso egoistico dalla morale, secondo me nella sua Critica della Ragion Pratica ha proposto un modello di uomo ANAFFETTIVO, che agirebbe in maniera fredda e senza una partecipazione interiore ai sentimenti dei suoi simili, un'etica simile oltre ad essere quasi impraticabile è secondo me anche lesiva di aspetti importanti dell'essere umano.
#278
@ricercatore: L'evoluzionismo è più discutibile di quanto pensi, poiché esso nella sua formulazione classica afferma questo: "Il caso e la necessità hanno guidato l'evoluzione della specie, il DNA muta per mutazioni casuali e su queste mutazioni interviene l'ambiente e la selezione naturale, che seleziona le mutazioni vantaggiose per l'adattamento e scarta quelle svantaggiose". E' davvero così? A me non sembra affatto che esistano queste mutazioni vantaggiose che portano la specie a trasformarsi gradualmente in qualcosa di diverso. Infatti se si osserva quanto accade nel genoma umano, si rivela che ogni volta che si ha una mutazione come la perdita di un cromosoma nelle coppie di geni, il feto viene abortito e l'unica mutazione con perdita di cromosoma che non causa l'aborto è quella sulla coppia 23, ma anche in questo caso non è vantaggiosa, perché i soggetti (solo femmine) che hanno questa mutazione sono sterili, spesso non giungono alla pubertà. Inoltre anche le mutazioni che comportano la perdita di materiale genetico, causano malattie, handicap, a volte aborti, e non sono per nulla vantaggiose. Oltretutto queste mutazioni svantaggiose non diventano favorevoli con il tempo e non producono alcun passaggio dell'uomo verso un'altra specie. Da tutto questo si deduce come il DNA sia generalmente programmato per restare uguale a se stesso nella trasmissione e le mutazioni sono solo errori svantaggiosi per la specie, e non sono fatti per far evolvere la specie in qualcosa di diverso. Se l'evoluzionismo fosse una legge della natura, vedremmo soggetti con 45 cromosomi che si accoppiano con altri con corredo genetico uguale, e contribuirebbero a far evolvere l'uomo in qualcos'altro, ma non accade.  Per passare dalla scimmia all'uomo sarebbe stata necessaria la perdita di ben due unità genetiche, da 48 a 46 cromosomi, ma se la perdita di materiale genico causa l'aborto, allora questo passaggio come sarebbe avvenuto?
Confermo quindi il mio forte scetticismo sulla teoria evoluzionistica, che non è FALSIFICABILE in quanto non può essere sperimentata nell'ambiente in cui viviamo, infatti in natura non si vedono esseri di transizione, ma al massimo una varietà all'interno della stessa specie.
La specie umana inoltre non sembra affatto essere il frutto di una selezione naturale di caratteri vantaggiosi, infatti oggettivamente siamo una specie molto malata, nell'uomo si riscontrano tantissime sindromi genetiche (ce ne sono oltre 6000), Malattie AUTOIMMUNI in cui il sistema immunitario rigetta l'organismo stesso(non esistono negli animali), un numero alto di aborti molto più degli animali, caratteri svantaggiosi come ad esempio la sproporzione tra le dimensioni del canale uterino e la testa dei neonati, per cui nella specie umana il parto è problematico, con rischio di complicazioni e la morte per parto nei secoli è stata la prima causa di morte tra le donne. Gli animali non hanno bisogno di assistenza quando partoriscono, lo fanno naturalmente, la donna ha bisogno di assistenza medica. Ecco, perché c'è sproporzione tra canale del parto e dimensioni della testa? Beh, forse è perché ci siamo immischiati con altre specie, ed abbiamo ereditato da una le dimensioni dell'apparato riproduttivo e dall'altra le dimensioni del cranio. Se siamo così malati e imperfetti, non possiamo essere il frutto di un'evoluzione che ha selezionato i caratteri svantaggiosi, è più plausibile che anzi siamo il frutto di una degenerazione che ha causato tutte queste tare che ho descritto sopra, perché evidentemente la compenetrazione di cromosomi di specie diverse ha causato squilibrio e disordine nei geni, e quindi molti errori svantaggiosi nella trasmissione genica.


#279
L'ipotesi secondo cui in passato eravamo solo scimmie e poi ci siamo evoluti in uomini secondo me è DISCUTIBILE: io personalmente sono abbastanza anti-evoluzionista. Si tratta solo di teorie evoluzionistiche non supportate dai fatti, anzi, nel 1979 sono state ritrovate delle impronte assolutamente UMANE su un tufo vulcanico vecchio di 3 milioni e mezzo di anni fa, ma gli scienziati non hanno voluto, pregiudizialmente, attribuire al genere uomo quelle impronte, poiché il dato non coincideva con le loro teorie. Per dirla con Hegel, se i fatti non si accordano alla teoria tanto peggio per i fatti! Gli scienziati quando studiano i reperti umani si basano sul pregiudizio secondo cui i fossili che indicano gli esseri più animaleschi siano più antichi e in base a questo pregiudizio datano i reperti, ma in molti casi i dati, analizzandoli oggettivamente, mostrano che gli esseri più vicini all'uomo sono contemporanei a quelli più animaleschi, quindi l'idea di evoluzione lineare dalla scimmia all'uomo vacilla.
I dati dimostrano solo l'esistenza di tante varianti di ominidi, ma il progenitore di tutte queste varianti era più vicino alla scimmia o all'uomo? Io sostengo personalmente l'idea, sostenuta anche nel Settecento da George Leclerc conte di Buffon secondo cui l'uomo originario  era perfetto e successivamente sia degenerato ad un livello animale per le ibridazioni, quindi le immagini scimmiesche che si vedono nei libri di  testo di scienze in cui si vedono i proto-uomini scimmieschi testimoniano solo la degenerazione da un tipo umano perfetto originario, e il lento e parziale recupero dell'umanità. Sono state le ibridazioni, e non la selezione naturale a generare quella varietà di uomini scimmieschi, infatti solo per l'uomo è documentata tutta questa varietà di tipi umani di transizione, ma per le altre specie animali NO, poiché i fossili racchiusi nelle profondità della terra mostrano che le specie appaiono all'improvviso, senza anelli di transizioni e varianti con altre specie precedenti da cui si sarebbero evolute.

#280
Insisto a restare aggrappato a determinate credenze perché senza la fede nel peccato d'origine tutto il Cristianesimo crollerebbe. E poi soprattutto perché chi non crede in determinate cose non è infallibile, quindi può sbagliarsi. Infatti Gesù, senza il peccato originale, per che cosa sarebbe venuto a salvarci? Ci sarebbe stato bisogno, per Dio, di mandare il suo Figlio per "redimere" l'umanità? No, non ci sarebbe stato bisogno, perché senza peccato d'origine l'uomo sarebbe rimasto con lo Spirito di Dio e ad immagine del Creatore, quindi non ci sarebbe stato bisogno di redenzione. Invece è stato proprio quel peccato e le sue conseguenze a rendere l'umanità spiritualmente morta, infatti nel capitolo 6 della Genesi si dice: " Il Mio Spirito non resterà per sempre nell'uomo, perché egli non è altro che CARNE", si fa riferimento alla natura decaduta dell'uomo dopo il peccato originale. E poi, per quale motivo San Paolo nelle sue Lettere dice: "Per colpa di un uomo SOLO il peccato è entrato nel mondo, e con esso la morte, e per grazia di un uomo SOLO (Cristo) siamo diventati figli ADOTTIVI di Dio"? Il riferimento è chiaro al peccato d'origine, e poi perché "figli adottivi" e non naturali di Dio? Perché comunque siamo rimasti costituzionalmente lontani dalla perfezione d'origine, quindi anche ADESSO, nonostante il sacrificio di Gesù, siamo indegni a ricevere lo Spirito, c'è infatti bisogno di un rito specifico (il Battesimo) per riceverlo.
Se si cancella il peccato originale, anche San Paolo nelle sue Lettere avrebbe proferito delle parole senza fondamento alcuno.
#281
In realtà non credo proprio che il presunto peccato di Adamo stia nell'aver acquisito la coscienza razionale e la consapevolezza della differenza tra bene e male. Infatti se Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza significa che gli ha dato la razionalità e la capacità di discernimento, se non gliel'avesse data vorrebbe dire che avrebbe creato l'uomo molto simile ad un animale che agisce per puro impulso e non sa la differenza tra bene e male, ma ciò è in contrasto con l'idea dell'uomo creato ad immagine di Dio, essendo Dio appunto onnisciente e sapiente. Secondo questa lettura il peccato originale sarebbe un impossessarsi di una coscienza che l'uomo non avrebbe dovuto avere, ma questa lettura fa un torto a Dio perché lo presenterebbe come un essere geloso della sua sapienza e che non vuole condividerla con l'essere umano. E poi, una lettura del genere, non spiegherebbe perché mai nella Genesi gli autori abbiano voluto dividere l'umanità in due categorie, infatti nel capitolo 4 i discendenti di Caino sono presentati come violenti (Lamech che uccide un uomo per una scalfitura...), mentre nel capitolo 5 i discendenti di Seth sono presentati come estremamente longevi, a voler rimarcare una differenza sostranziale tra i due rami dell'umanità. Non solo, nella Bibbia al capitolo 5 è detto che Adamo a 130 anni generò UN FIGLIO a sua immagine e somiglianza e lo chiamò Seth, ma prima c'era anche Caino, quindi avrebbero dovuto dire UN ALTRO FIGLIO: gli autori sacri infatti non descrivono Caino come fatto ad immagine di Adamo, l'intento è proprio quello di rimarcare una differenza ontologica tra Caino (corrotto) e il padre Adamo, differenza che non troviamo in Abele. Perché Caino ad esempio è un "Lavoratore della terra"? E' descritto così a mio avviso perché i popoli indigeni cananei erano agricoltori, ma siccome i cananei erano anche considerati dagli ebrei come peccaminosi e corrotti, ecco che il fatto che Caino fosse descritto come agricoltore è una metafora per dire che egli era corrotto come un cananeo, era ad immagine del popolo ritenuto impuro dagli ebrei. Se poi si esaminano i nomi, si nota che Caino (scritto Qayn) ha un nome che inizia con la lettera ebraica Qoh, ma il termine Qoh in ebraico significa anche "SCIMMIA": per gli ebrei le lettere con cui iniziano i nomi erano importanti e rivelavano l'essenza del nome stesso, quindi nascostamente gli autori sacri vogliono dirci che Caino era come una scimmia, un mezzo animale insomma!
#282
Fatto sta che tra gli adolescenti (soggetti per definizione più malleabili degli adulti) si stanno diffondendo atteggiamenti emulativi per cui ci sono ragazzi che scelgono partner dello stesso sesso pur non essendo di per sé veramente gay, lo fanno perché subiscono l'influenza secondo cui in qualche modo l'omosessualità è qualcosa di cui essere "orgogliosi", addirittura migliore dell'eterosessualità. Infatti, se io proclamo l'idea di orgoglio gay, è come se implicitamente diffondessi il messaggio per cui la mia condizione è superiore a quella degli altri. L'ideologia LGTB attribuisce anche l'omosessualità a personaggi famosi della storia senza prove certe di questo, dicendo che Leonardo Da Vinci, Michelangelo e molti altri personaggi famosi fossero gay, e quindi vi è anche qui il messaggio secondo cui l'omosessualità sarebbe il segno di una superiorità, visto che tali persone erano geniali.
Ma se un adolescente decide di emulare il modello omosessuale pur non essendolo veramente, la sua identità sessuale e psichica è in pericolo: egli infatti non sa più chi sia veramente, e ciò è dannoso per un sano sviluppo del soggetto.
#283
Ma ragionandoci bene e senza pregiudizi religiosi, l'omosessualità è davvero una cosa naturale, normale e accettabile eticamente? Ne dubito fortemente e non perché io segua una determinata corrente religiosa e sia cattolico. E' stato dimostrato che il rapporto omosessuale tra maschi aumenta del 19% il rischio di contrarre l'HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili, tanto che si consiglia, agli omosessuali, di prendere per prevenzione dei farmaci retrovirali, allo scopo di ridurre il possibile impatto che un'infezione da HIV avrebbe sull'organismo. Se l'omosessualità fosse una cosa così sana e naturale, allora essa non sarebbe associata al rischio così alto di contrarre malattie, poiché la natura e ciò che è naturale  è orientato alla salute, non certo ad un aumento dei rischi di ammalarsi.  Non solo, un omosessuale maschio ha un corpo che è finalizzato naturalmente alla riproduzione con un partner del sesso opposto, ma poi sviluppa una sessualità ed un'affettività verso lo stesso sesso, quindi in maniera CONFLITTUALE rispetto a com'è fatto anatomicamente il suo corpo: è normale tutto questo? Io dico di NO, si tratta di una deviazione dell'affettività e della sessualità del soggetto dalla sua struttura biologica, quindi siamo di fronte ad un'evidente sfasatura. Sapete che cosa penso? Io penso purtroppo che con il tempo tutte o quasi le deviazioni sessuali saranno considerate normali, si ammetterà la pedofilia, la zoofilia, si ammetterà tutto in nome di un senso malinteso di buonismo e di amore universale.  Adesso, perdonatemi, ma vorrei entrare in dettagli specifici, anche se possono disturbare qualcuno. Il pene, per intenderci, è anatomicamente fatto per penetrare la vagina della donna, e la vagina è fornita di un sistema naturale di lubrificazione proprio per favorire il rapporto,  ma in un rapporto omosessuale accade che si usino parti del corpo (l'ano ad esempio) che non sono state organizzate dalla natura per la sessualità e per la riproduzione: ecco perché è aumentato il rischio di malattie, poiché il rapporto causa un maggior rischio di sanguinamento, di lacerazioni, e quindi di contatto tra sangue e sperma.  Gli omosessuali maschi infatti devono usare lubrificanti per l'ano per rendere non traumatico il rapporto, poiché altrimenti il tutto sarebbe piuttosto doloroso e traumatico. E' naturale tutto questo? A voi la risposta.
#284
Noto che nella Chiesa si sta sempre più facendo strada l'idea che i primi capitoli della Bibbia (dal 1 all'11) sono soltanto una specie di mito, di metafora che non ha niente a che vedere con la realtà di ciò che è davvero avvenuto. Anche il Papa avrebbe detto che la storia di Adamo ed Eva è una metafora, come è un mito l'Inferno. E dicono questo su quali basi? Su nessuna base, perché questi ecclesiastici non esistevano all'epoca in cui si sarebbero verificati i fatti narrati in forma allegorica nei testi sacri, quindi non possono sapere quanto c'è di vero e quanto c'è di falso. Non possono dire che l'Inferno è una metafora, poiché non sono mai morti e quindi non possono affermare nulla su ciò che ci aspetta dall'altra parte della vita! (forse saranno proprio loro a finirci all'Inferno per presunzione, quasi lo spero.... :D ) Semplicemente hanno ceduto all'ateismo e al laicismo moderni, che per la verità interpreta tutta la Bibbia come un enorme mito in cui non c'è niente di sostanzialmente vero. Ma se per una persona qualunque credere o non credere può essere una rispettabilissima scelta, per uomini di Chiesa dire che una parte dei testi sacri è solo un mito è molto grave, poiché tali uomini, per definizione, hanno una grande responsabilità sulle scelte dei fedeli che guidano e dovrebbero essere i depositari della verità di Dio trasmessa dalle Scritture.
Ma se la Bibbia è ispirata da Dio e per un credente  lo è, ciò significa che Dio ha guidato gli autori sacri a far riferimento, dietro il linguaggio allegorico, a fatti VERI: quindi se è vero che il testo non va preso alla lettera, è sbagliato anche affermare che non ci sia nulla di storico. Ad esempio quando la Bibbia dice, al capitolo 6 della Genesi, che "I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta....", per "figli di Dio" si possono anche intendere gli esemplari più o meno puri di Homo sapiens che nel Vicino Oriente si accoppiarono con le figlie degli uomini Neanderthal (più animaleschi e con tratti più primitivi), considerato che quando i primi esemplari di uomini Sapiens uscirono dall'Africa (in cui apparvero circa 100.00 anni fa, forse anche prima) le prime terre che incontrarono furono quelle della Palestina, dov'è presumibile che siano avvenuti i primi incroci! Gli incroci sarebbero proseguiti per millenni e si sarebbe creata una tradizione orale che poi ha divinizzato i Sapiens e li ha visti come divinità che si sono accoppiate agli uomini. Perché si sarebbero unite le due razze? Secondo me per generare una prole da schiavizzare al servizio dei Sapiens, poiché capirono che così facendo avrebbero generato figli più forti e intelligenti, migliori dei Neanderthal. Ciò non sarebbe stato però un fatto così positivo poiché l'ibridazione tra le due razze avrebbe creato anche un aumento nella trasmissione di errori genetici alla prole, con aumento di aborti e figli con malattie e difetti. Il Dio dell'AT che punisce la colpa dei padri sino alla terza e quarta generazione (visto da tutti come un Dio crudele...) in realtà vorrebbe dire che bisogna preservare la purezza della specie perché altrimenti la prole subisce le conseguenze di incroci sbagliati anche sino a più generazioni. Non sarebbe Dio che punisce, ma l'uomo che con le sue scelte si procura il male.  E tutto questo senza scomodare alieni, angeli caduti (si è detto nel passato anche questo per interpretare il testo dei figli di Dio...) e altre strane visioni, semplicemente potrebbe trattarsi di due razze di uomini, una più evoluta e mitizzata dal testo sacro e l'altro effettivamente molto meno evoluta ed animalesca (i Neanderthal). Ma in questo modo si preserva sia la possibile verità storica sia la scientificità del fatto che sta dietro le parole della Bibbia. Anche la storia di Adamo ed Eva può rispondere a questo criterio, ad esempio Adamo (visto anche come metafora dell'umanità) io credo proprio che sia realmente esistito (del resto il primo uomo in assoluto doveva pur nascere da qualche femmina di una specie precedente, no?), ma che poi si sia ibridato con un essere animalesco (probabilmente lo stesso che l'ha partorito...), che è rappresentato dall'albero della conoscenza del bene e del male, dove per "conoscenza" non si intende il sapere, ma si intende "rapporto sessuale generativo" (com'è ovunque nell'Antico Testamento) e il fatto che ci sia stata "conoscenza del bene e del male" significa in quest'ottica che vi è stato INCROCIO SESSUALE (la conoscenza!) tra una componente genetica perfetta (il "bene") ed una inferiore ed animalesca ("Il male", l'ovulo della femmina che contiene i geni animali e feconda il gamete perfetto di Adamo....). Anche la metafora del serpente che tenta al peccato originale risponderebbe a quest'ottica, poiché il serpente non sarebbe il diavolo come angelo ribelle a Dio ( concetto sconosciuto agli scrittori sacri del X secolo A. C.), ma rappresenta il culto proibito in Israele delle divinità della fertilità cananei (il Dio Baal della fecondità era rappresentato dal serpente) e il culto proibito era stato introdotto in Israele spesso attraverso l'influenza di donne cananee secondo il meccanismo dei MATRIMONI MISTI tra le due popolazioni (assolutamente vietati). La famosa "donna" che tenta ad Adamo nel racconto quindi non sarebbe la prima donna perfetta, ma rappresenta la DONNA CANANEA che spinge l'uomo a peccare contro Jahwè e si accoppia a lui. Del resto un israelita che voleva allontanarsi dal culto di Jahwè e seguire i falsi dei che cosa faceva? Andava in un tempio pagano e lì c'erano le prostitute sacre, le sacerdotesse del Dio Baal che si prostituivano, l'ebreo apostata pagava l'offerta e si accoppiava con loro in nome del Dio pagano della fertilità, era un rito per propiziare la fertilità della terra!  Ma siccome l'unione tra un israelita e una donna cananea era considerata dagli ebrei alla stregua dell'unione tra un uomo e una bestia, ecco che il peccato di Adamo viene nascostamente ma di fatto associato dagli scrittori sacri proprio all'unione tra l'uomo Adamo perfetto e un essere inferiore, bestiale.
Perché quindi la Chiesa non ammette la possibilità di letture alternative che però preservino anche una certa verità storica della Bibbia e preferisce dire invece che i primi capitoli siano solo un mito senza fondamento? La Chiesa non è al corrente del fatto che "Serpente", "Donna", "Albero della conoscenza" possano essere anche visti sì come metafore (e lo sono), ma comporre una specie di puzzle che fa riferimento a fatti materiali concreti che possono essersi verificati?

#285
Oltretutto è falso, a mio avviso, affermare che la Bibbia condanni l'omosessualità, sembra proprio che sia vero, ma ad un'attenta analisi non lo è. Gesù non ha mai detto una parola contro gli omosessuali, e anche quando nel Levitico e nel Deuteronomio l'omosessualità sembra essere condannata, in realtà ci si riferisce a pratiche che sono condannate non di per se stesse, ma solo perché si verificavano nel contesto di RITI RELIGIOSI pagani, e quindi erano associate ad un culto vietato. La differenza è notevole, ciò che era condannata non era la pratica in sé, ma il culto che vi era dietro, quindi di conseguenza, siccome gli ebrei dovevano essere separati e diversi dai cananei (gli indigeni della Palestina), essi non potevano imitarne i costumi, altrimenti sarebbero stati simili a loro. Ma siccome il contesto sociale oggi è diverso, condannare l'omosessualità in base ai passi biblici è anacronistico.
L'episodio di Sodoma in realtà non allude all'omosessualità nonostante tutte le apparenze, il peccato di Sodoma era ben diverso, era quello di aver mancato del dovere dell'ospitalità verso persone che erano state mandate a Sodoma come messaggere di Dio (ebraico malakim) ed ospitate da Lot, gli abitanti da Sodoma erano descritti anche da Ezechiele come superbi, ingordi, senza pietà per i poveri e gli afflitti, inospitali, quindi questo era il loro peccato, non l'omosessualità. La parola sodomia, inoltre, indicava nell'antichità soprattutto il rapporto tra uomini e bestie (non l'omosessualità), quindi c'è da pensare che i "sodomiti" fossero anche dediti, più di altri popoli, alla zoofilia. Fu l'imperatore Giustiniano I, nel suo Corpus iurisi civilis, ad usare per la prima volta il termine "Sodomia" in riferimento all'omosessualità maschile, e da allora vi è stata l'associazione molto forte tra il presunto peccato di Sodoma e la pratica omosessuale.