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Messaggi - Jacopus

#2701
Una esperienza dissociativa classica è quella raccontata da molti bambini picchiati sistematicamente dai genitori o da persone effettivamente importanti. Nel corso delle aggressioni raccontano di sentirsi fluttuare nell'aria e osservare dall'esterno sé stessi venire picchiati dall'altro.
I fenomeni dissociativi sono (detto brevemente) una strategia disfunzionale per cercare di affrontare e gestire un problema che pone in pericolo l'integrità del proprio sé. Se questa strategia fallisce si può arrivare alla frammentazione del sé e quindi ad una malattia mentale "maggiore" (psicosi).
Altre dissociazioni hanno altre cause, fra cui la più nota deriva dell'abuso di stupefacenti.
#2702
Potrei rovinarvi lo spettacolo della "maraviglia"ma in psic, queste esperienze rientrano nella casella: "dissociazioni".
#2703
Apro una nuova prospettiva. La volontà autonoma (espressione migliore di libero arbitrio) di un soggetto è un processo che va esercitato ed educato. Noi questa educazione la riceviamo fin dai tempi degli antichi greci ed è uno dei retaggi del nostro essere europei. Nel corso dei secoli vi sono state molte infiltrazioni di pensiero asiatico, ma Ulisse, con la sua enigmaticità, e prima di lui Teseo, e prima di lui Edipo, sono i campioni della volontà libera e nello stesso tempo tragica. Niente a che vedere con il pensiero servoassistito e fatalista delle grandi tradizioni monoteistiche.
Educare alla volontà autonoma significa anche educare alla responsabilità del proprio agire e al poter pensare gli accadimenti anche secondo itinerari diversi e confliggenti.
Non voglio ripetere quanto già ampiamente detto sul dibattito, ma vorrei sottolineare proprio questo aspetto: l'educazione e la cultura di un luogo come aspetti preminenti nell'affermarsi di una concezione della volontà libera piuttosto che della volontà condizionata e predeterminata, tenuto conto che nessuna delle due, a mio parere, è possibile nella sua versione pura.
#2704
Al di là del fatto che "scientificamente" non è stato provata affatto l'esistenza del determinismo, credere in esso significa credere nella realtà del mondo così com'è, senza darci pensiero del "così come dovrebbe essere". Per questo motivo, il determinismo diventa, al di là del fatto che nessuno ne ha dimostrato la fattività (e quindi è effettivamente una questione di "fede" esattamente come il libero arbitrio), un'arma ideologica di conservazione dello status quo e di propaganda a favore delle classi dominanti, eventualmente corregibile solo attraverso l'intervento qui e là del caso.
#2705
A me sembra che stai semplicemente delirando. Come spiegheresti questo "totale connubbio" causa unica-effetto unico"?
Se vuoi ti affronto il problema da ogni prospettiva e spero che anche tu ti sia prima informato sul dibattito molto vivo sul libero arbitrio in corso. La tua certezza in realtà ha molti punti deboli e la principale è proprio quella giustificatoria di ogni nefandezza.
Tra l'altro dovendo essere contemporaneamente nella provetta e nei panni dello scienziato-filosofo (non stiamo parlando di hard sciences) dichiarare che non esiste il libero arbitrio ha anche un effetto ideologico che condiziona il comportamento dei soggetti che ci credono.
#2706
Quindi possiamo abolire tutti i tribunali e smetterla di farci domande sull'evoluzione della cultura umana. Viviamo comunque nel migliore dei mondi possibili. Pangloss approva. Questo è il mio incipit, tanto per riflettere sulle conseguenze dell'assenza del libero arbitrio (che tra l'altro giustifica l'infibulazione, la schiavitù, i serial killer, il cibo spazzatura, i roghi delle streghe, l'assassinio degli omosessuali e dei comunisti, l'evasione fiscale, la vessazione dei propri dipendenti, la necrofilia, la pedofilia, la violenza sessuale e l'omicidio come hobby).
#2707
Attualità / Re:IL POPOLO (secondo Conte)
16 Novembre 2018, 15:54:08 PM
@inverno. Molte cose che scrivi sono condivisibili ma sul concetto di crescita ho delle obiezioni da fare. Sempre connesse con il livello di progresso culturale di una comunità. Nell'ultimo numero de "le scienze si parla di una piccola impresa di 4 neolaureati la biovecblok. Hanno inventato un batterio Omg, chiamato Atlas, che si può diffondere nell'organismo delle zanzare anophele e renderle meno aggressive e meno prolifiche.
Se viceversa insistiamo nel produrre scarpe e costruire case allora hai perfettamente ragione.
#2708
Attualità / Re:IL POPOLO (secondo Conte)
16 Novembre 2018, 13:37:51 PM
La discussione si sta allargando. Interessante. È chiaro che il neo-populismo sta diventando un fenomeno globale, in parte come risposta alla globalizzazione economica e ai suoi difetti.
Ma è  anche chiaro che laddove la struttura sociale e culturale è più solida, il populismo viene emarginato, come è accaduto in Germania, dove il salto di AFD, partito ultraconservatore non c'è stato.
Al suo posto il salto l'hanno fatto i verdi.
A proposito delle colpe del liberismo non c'è molto da discutere, ma come spesso accade si butta via il bambino e l'acqua sporca. Storicamente vi sono due metodi di arricchimento: la razzia/servitù e il libero commercio, spesso (sempre?) coesistenti in percentuali diverse. Accanto ad essi si è aggiunto il sistema del mercato pianificato di stampo socialista. Fra i tre io non ho molti dubbi su quale scegliere, poiché la razzia/servitù comporta un livello di violenza insopportabile e il mercato pianificato l'assenza di libertà. Il problema consiste nella capacità del sistema liberale di autocorreggersi.
Finora è stato capace di farlo solo perché doveva mostrarsi più virtuoso di sistemi concorrenti (dal '600 all'800) o perché minacciato nella sua conquistata egemonia (900). La situazione nuova è questa: il liberalismo è egemone e non minacciato. Non era mai accaduto nella storia del capitalismo.
Eppure, secondo me, non è il capitalismo a creare l'attuale disagio, almeno non solo, ma i residui feudali di cui siamo vittime. In questo credo siamo campioni. Gli italiani sono composti da un sottile strato di modernità, sotto il quale vi è una robusta struttura barocca e un ancora più imponente telaio medievale.
Un esempio. In Emilia hanno usufruito dei fondi europei 2014-20 già per il 30 per cento. Record italiano. La disoccupazione è scesa dall'11 al 6 per cento. Forse non solo per questo ma un nesso probabilmente esiste. In Sicilia la quota di utilizzo è 0 per cento dopo 4 anni. I fondi europei non sono elargiti da un centro populista né da una Potenza comunista. Sono una valida redistribuzione della ricchezza in grado di calmierare le disfunzioni del sistema liberale.
Paradossalmente le regioni più bisognose ne usufruiscono di meno. Ma non si tratta di una questione veteromarxista o veterofascista ma semplicemente di non aver abbracciato seriamente (cioè in modo serio e sudando) la logica liberale o se vogliamo socialdemocratica.
Il populismo allora forse si combatte meglio attraverso la difesa di liberaldemocrazie dove vivono soggetti culturalmente preparati, uniti, aperti, tolleranti, capaci di aiutarsi, privi delle rozze politiche del capro espiatorio, pronte anche a manifestare per modificare il sistema dal suo interno.
Perché potete dire quello che volete. Fra Roosevelt, Stalin o questi criptomussolini bonari (scusa Inverno per la Reductio) non c'è proprio paragone.
#2709
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
15 Novembre 2018, 20:29:33 PM
A proposito di questi ultimi interventi fra linguistica e neuroscienze mi è avvenuto un brano di rilke, un libro che mi è caro, perché fu il primo libro non di fantascienza che comprai.
"La tristezza è un concetto nella lingua vera e propria, ma nel linguaggio della vita ci sono migliaia di tristezze: la tristezza che si prova nel non vedere altro che rocce, mare e cielo; la tristezza di quando, magari sentendo l'odore di fragole fresche, si pensa a certi giorni d'infanzia; la tristezza negli occhi stanchi di certe scimmie; la tristezza affatto diversa di quando il sole tramonta in un certo modo; e ancora così tante tristezze no? Le parole non sono di questo mondo, sono un mondo a sé stante, un mondo indipendente, come il mondo dei suoni."
R.M.Rilke, Lettere a un giovane poeta.
#2710
Riprendo il discorso sull'onda dell'ultimo intervento di Donald Duck. Il paragone con Berlusconi non mi è chiaro. Berlusconi sarebbe l'assioma, gli elettori l'esperimento e la bontà la dimostrazione?
Quello che volevo dire è che il metodo scientifico deve dimostrare ciò che afferma a differenza della religione e rispetto all'evoluzionismo ti ho citato in questo stesso post molte prove, che probabilmente rimuovi.
Ne aggiungo altre a caso: in città, dove le temperature medie sono più alte è stato osservato che alcuni tipi di chiocciole, per adattarsi al calore, hanno mutato il loro esoscheletro da marrone a giallo, per riflettere il calore.
Arathi Sesadhri, ricercatore, ha scoperto che i semi del tarassaco che vive in città si è modificato: il paracadute del seme è diventato meno efficiente per far cadere prima il seme, visti gli spazi ristretti dei parchi urbani.
Cosmacini, in storia della medicina, cita la presenza della talassemia minor nelle popolazioni mediterranee come una modifica genetica, non del tutto coerente per i rischi connessi, al fine di ridurre il rischio di contrarre la malaria, rispetto alla quale i microcitemici (talassemia minor) sono più resistenti.
Nelle popolazioni tibetane si è appurata la maggior percentuale di dna proveniente dall'homo denisovii, per via della sua efficienza a vivere in ambienti con poco ossigeno.
A proposito della presenza degli ominini, quale altra teoria può spiegare meglio l'apparire e scomparire di decine se non centinaia di primati superiori, che hanno convissuto e interagito con l'homo sapiens, primo fra tutti l'uomo di Neanderthal?
Esistono i reperti fossili di queste specie liberamente consultabili, che ci dimostrano le affinità e le differenze con la nostra specie.
Le prove sono talmente tante che, nonostante i tentativi di molte fondazioni plurimiliardiarie, il sistema scolastico dell'Occidente continua a ritenerlo il modello verificato dell'evoluzione biologica e fitologica.
Il problema consiste nella ns incapacità a considerare l'immane quantità di tempo per produrre mutazioni significative e coerenti con i mutamenti ambientali in specie complesse. La vita sulla terra è nata 4 miliardi di anni fa grazie agli essere procarioti. Gli eucarioti, che si strutturano attraverso specializzazioni cellulari sono arrivati solo 2 miliardi di anni dopo. Immaginate la lunghezza di 1000 anni e moltiplicatela per 4 milioni di volte quel tempo, l'unico che riusciamo a immaginarci in modo convenzionale. Oppure provate a ripetere 1000 anni per 4 milioni di volte.

L'evoluzionismo fornisce delle risposte corrette sulle dinamiche evolutive e non va neppure dimenticato che l'evoluzionismo si é sviluppato esso stesso dai tempi di Darwin, cosí come ogni campo del sapere (tranne il marxismo probabilmente). Altro discorso è quello relativo a come è nata la prima particella vivente, generandosi dal mondo minerale. Vi sono molte ipotesi in merito ma l'evoluzionismo non si è mai pronunciato in modo definitivo sull'argomento, proprio in virtù del metodo scientifico: non ci sono dimostrazioni sufficienti a favore dell'una o dell'altra teoria.
#2711
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
13 Novembre 2018, 00:20:17 AM
Scrivo di getto, senza aver letto attentamente i precedenti interventi e consapevole di iniziare un nuovo filo del discorso.
Il mio interesse per la verità discende dalla possibilità che essa orienti la "buona azione". La verità, linguisticamente, è imparentata con il termine vir, che in sanscrito significa fede. Un residuo di tale nesso esiste ancor oggi, la vera e la fede sono due modi per indicare l'anello nuziale. La vita di coppia, ratificata dalla comunità, unisce quindi il significato di fede e verità.
Ma fede e verità sono anche alla base della legittimazione del potere. Chi possiede la verità ha lo strumento per agire politicamente senza bisogno di contraddittorio.
Questa è la mia prospettiva del problema verità ed è per questo che non posso fare altro che relativizzarla. Ogni epoca ha le sue verità, che orientano l'azione. Verità più o meno granitiche ma pur sempre necessarie alla praxis. Senza una verità, sia pure temporanea, la praxis umana tornerebbe allo stato di natura.
Allora la sfida potrebbe essere accettare una verità procedurale piuttosto che materiale. Sono i parlanti di una comunità a decidere la verità, consapevoli che domani quella verità sarà diversa, perché, conformemente alla teoria evoluzionistica, anche i parlanti saranno differenti.
La verità allora, piuttosto che una via maestra che tutti i parlanti devono seguire, diventa un problema di scelta, poiché è possibile sempre scegliere verità alternative.
In questo quadro però sarebbe fondamentale trovare un principio "esterno al quadro" e questo principio potrebbe essere quello della responsabilità di ognuno di noi verso tutti gli altri, la capacita' di prenderci cura del mondo: questa é la verità delle verità.
#2712
Everlost@ non mi addentro in questioni religiose ma rispetto alla tua suggestiva teoria ti devo disilludere: inizialmente siamo tutti femmine con cromosoma Xx. Solo nelle prime fasi di gestazione i maschietti si evolvono e il cromosoma diventa xy con il susseguente corredo fisico-ormonale.
#2713
Molto bello. Complimenti.
#2714
Ciao Viator. To assicuro che il pm, in genere archivia molto di più che istruisce, poiché le FFoo tendono a denunciare comunque e poi delegano il pm su proseguo
#2715
Salve Viator, il Tassonomico. :P
Apparentemente la tua proposta potrebbe avere un certo grado di ragionevolezza. In realtà ciò non è. Ti espongo le mie obiezioni.

  • Gli avvocati svolgono una funzione preziosa preprocessuale, quando si scambiano reciprocamente lettere e stipulano accordi. Ciò accade principalmente nel processo civile, ma anche in quello penale, quando si procede a querela di parte. Quindi almeno per questa parte l'avvocato privato dovrebbe continuare ad esistere, senza intaccare comunque la tua proposta, relativa ai processi penali di un certo spessore (pertanto in campo civilistico gli avvocati privati permarrebbero).
  • Il "pubblico avvocato" per svolgere adeguatamente le sue funzioni dovrebbe avvalersi della stessa organizzazione del pubblico ministero, polizia giudiziaria, cancelleria, uffici tecnici di giustizia e amministrativi che potrebbe aumentare considerevolmente la spesa per la giustizia. Un problema pratico enorme, che comunque lascia in piedi la bontà teorica del tuo progetto.
  • Trattandosi comunque di un pubblico funzionario, come si dovrebbe regolare deontologicamente? Il suo assistito necessariamente dovrà dirgli che è colpevole o innocente e il pubblico avvocato, pagato con soldi pubblici, dovrà adoperarsi per scagionare un imputato che lui sa colpevole. Il tuo impianto inizia a scricchiolare. Personalmente non vorrei che i miei tributi fossero usati in questo modo.
  • Già ora esiste una più o meno palese rivalità fra giudici e procuratori che si trasmette alle rispettive organizzazioni. Aggiungere un terzo soggetto istituzionale a un livello cosí generalizzato provocherebbe un inasprimento della conflittualità e del disordine (Già sufficientemente vasto).
  • Il tuo discorso inoltre parte dal presupposto, mediato probabilmente dalla colonizzazione mediatica anglosassone, che il PM sia una sorta di alter-ego della difesa. Questa visione agonistica della giustizia non "dovrebbe esistere, poiché il PM deve cercare la verità processuale anche se ciò significhi scagionare l'imputato. E ancor più scagionato se sono intervenuti vizi di forma, pur sapendolo colpevole. Il processo penale non è un abito che si cuce sartorialmente ma deve rispondere a ferree leggi formali, scadenze, notifiche fatte a regola d'arte, rispetto di riti e formule, che sono state pensate per tutelare ciascuno di noi da un potere che potrebbe altrimenti dimostrarsi arbitrario. Pertanto il pubblico difensore esiste già se il pubblico ministero interpreta correttamente il suo ruolo. Ovvero è parte del ruolo del Pm.
  • Vi sarebbero anche altre ragioni ma non voglio annoiarvi ulteriormente.