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Messaggi - green demetr

#2716
ciao Paul

Grazie del contributo. Prezioso come al solito.

cit.paul
Cia green,
nel momento in cui si costruiscono categorie, si formano insiemi di proprietà e caratteristiche così come ad esempio si costruisce la botanica o la zoologia, o la chimica o la fisica, si fanno gerarchie e questo vale anche nel processo deduttivo metafisico.

Hai benissimo inteso un altra delle difficoltà del progetto: la deduzione. Nella metafisica 2.0 non ci può essere deduzione.
Ad una prima analisi ritengo si debba usare l'induzione di Peirce,

cit.paul
"Se però vuoi sostenere la tesi di Nietzsche,che mi sembra implicita se non sbaglio nella tua argomentazione, forse sì è possible."

Il 3d esula dai risultati raggiunti da Nietzche, che non usa nè deduzioni, nè induzioni. Il suo essendo un discorso apodittico.
Sicuramente è ambizione mia portare il discorso nicciano a confronto con un sistema formale.

cit.paul
E 'possible facendo collassare l'interpretazione metafisica che divide cielo e terra, che divide essere ed esistenza, che divide eterno e divenire.,che costruisce un'etica prima ancora dell'uomo. Questa"cappa" metafisica, inizia dalla terra e costruisce una piramide gerarchica nel cui vertice c'è l'episteme, la verità che sta nell'iperuranio. L'uomo si sente prigioniero di questa interpretazione, ma deve reinterpretare l'episteme e gli immutabili e riporli nel divenire.Se appiattisco la gerarchi gli oggetti ontologici, gli enti che diventando esistenti passano dagli enti( se si vuole anche l'essere) ed entrano nel tempo.Ma ora cosa sono gli immutabili? L'essere umano ora è in divenire, nel determinato e manifesto, la gerarchia è piatta inconsistente, ora è l'uomo il gerarca di se stesso.Ma si aprono molte difficoltà per essere definita ancora metafisica.
L'eterno ritorno può essere definito un immutabile in una certa chiave interpretativa..................

L'eterno ritorno io non ho la minima idea di cosa sia.
Ma possiamo prendere le interpretazioni di un essere diveniente.
L'uomo prigioniero della cappa epistemica entra nella storia e cambia la sua destinalità.
Ora non so se vogliamo aggiungervi il concetto di eternità. L'uomo non è eterno. Questa sarebbe la mia prima obiezione.
Sono d'accordo sul cambiamento della destinalità, sono d'accordo su un nuovo modello antropologico.
Ma il punto non è quello generale.
Il punto è quello individuale. A che serve costruire l'ennesimo modello antropologico, se non risponde alle istanze reali dei desideri del soggetto?
Il capitalismo comprende molto meglio l'individuo, e usa le sue conoscenze antropologiche per fondare una gerarchia nascosta nelle istante stesse del soggetto contemporaneo.
In questo Nietzche non può aiutare. Ossia non può mediare nel breve termine, ma nel lungo.
Ma il progetto metafisica 2.0 è un progetto formale che aiuti passo dopo passo a intendere le relazioni stutturali fra i soggetti.
E' un progetto particolare. Non è generale.
Scusa se sono criptico, ma intanto segno il mio solito flusso di coscienza.

Comunque sebbene il tuo post sia più relativo a Nietzche che altro, possiamo continuare o là più convenientemente o qua, come spunti ulteriori, a latere.

cit.paul
Una delle chiavi è aumentare il peso della prassi sulla teoretica, vale a dire il primitivo è l'esistenza e semmai dopo viene l'essere /ente.
Il focus diventa l'attività umana.Questa chiave è lo stato dell'arte temporale almeno   da Nietzsche ai nostri giorni.

Assolutamente sì. Questa tua descrizione si avvicina abbastanza alle filosofie dell'evento.
FIlosofie che hanno avuto grande eco fra gli anni 70-90. Ma che poi non sono riuscite a dare luogo a un progetto visibile, chiaro, esplicativo.
Tanto che Carrera ci avvisa che anche porre l'evento come principio finisce per costruire una gerarchia. 
Aggiungo io "ricostruisce il processo paranoico, della non azione", si attende infatti sempre "che qualcosa accada".

Perchè questo non accada, a mio avviso, non bisogna rinuciare all'evento, concetto complesso, che a partire da Husserl prima, Heidegger poi, fino agli strutturalisti francesi, arriva a ridosso della fine del secolo scorso.

Quindi hai assolutamente colto un punto fondamentale.  :)

Il problema delle filosofie dell'evento, va anche capito con l'ascesa delle scienze, e dei suoi rappresentanti scientisti.
Va intesa con l'ascesa delle filosofie formali (quelle analitiche americane, con il loro disgustoso discorso monista).
Con la post-filosofia, le sue derive orientaleggianti. Con il nuovo speculativismo francese (che non ho ancora neppure inteso). Con il costruttivismo.
Insomma con filosofie che propongono questioni chiare, scientifiche, morali. E che puntualmente ignorando la grande storia della filosfia risultano tutte ingenue, se non proprio stupide.

Purtroppo è un momento delicato. Grazie al cielo poichè i tempi moderni accellerano ogni cosa, in america sta nascendo una corrente continentalista, che si sta nutrendo di heidegger e di derrida, di focault e di nietzche.
E sta cominciando a elaborarli.
Lo stanno facendo con l'intenzione di mixarli con le filosofie analitiche. Per rendere progetti chiari.
Ovviamente il mio non è un tentativo singolo, perchè ovviamente siamo uomini, e anche oltreoceno sentono l'esigenza di nuove sfide. 

Il panorama europeo invece lo vedo male. perchè la sudditanza è tale, che invece di aiutare i colleghi americani, stiamo importando quelle filosofie analitiche che da loro già prestano il fianco alla stanchezza storica, ai giri su se stesse, alla mediocrità sul discorso umano.

Certamente esistono libri generali su queste cose di cui vado scrivendo. Io iniziai con analitici-continentali della d'agostino.

Il punto è che però non posso dilungarmi su questioni generali. mi servono invece cose precise, appuntite che incidano sul reale.

il reale è mentale. ovviamente, essendo il 3d sulla filosofia formale.

Per fare un esempio paul.  poniamo   --------->  = trasposizione formale

 soggetto storico ---->  soggetto mentale.

 soggetto storico  relato con soggetto storico ------> regola grammaticale di riconosciemento del soggetto mentale davanti a me (dualismo formale americano)-  

 regola etica (relati storici) ------>  regola antimetafisica di controllo dei relati mentali.

Il motivo è semplice, se il relato storico è sempre un relato gerarchico, non si può dire lo stesso di quello mentale. Che è presunto.

In questo caso la posizione presunta storica di filsofia dell'evento passa da quella reale (che non esiste) a quella mentale (che formalmente esiste).

IN questo senso il formale diventa l'arma che incide sul mentale, e che ne orienta l'azione storica.

E' semplicemente teoria politica (forse qualcuno lo capirà). Ma la teoria politica contemporanea, ha sempre sbagliato presupponendo delle utopie che non facciano i conti col particolare.(con i costrutti mentali).

Non è colpa del pensiero utopico, ma della sua collocazione, necessitiamo di passare dal generale al particolare.

Compito eminente della filosofia. (Capito solo da Leopardi e da Nietzche)
#2717
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Maggio 2017, 00:47:37 AM
Citazione di: green demetr il 20 Maggio 2017, 22:01:32 PM
è ben più importante la dimensione di orizzonte.
Forse dipende anche da quant'è lontano quest'orizzonte: se è troppo lontano, dove trovare sostegno e forza per il cammino verso di esso? Basterà la sola speranza di raggiungerlo?

L'importante è vedere l'orizzonte.
Non è tanto il raggiungimento, quanto il cammino stesso che si svolge all'interno di una descrizione, quella religiosa.

Se una religione toglie il cammino, diventa una religione senza senso.

A mio parere ogni religione prevede un viaggio.

Che sia quello dei tre monoteismi (cha attraversa un pertugio), sia che esso sia una riappropriazione del senso cosmico, e la strada fatta, consista in una illusione, nelle tradizioni orientali.

C'è sempre un viaggio da fare.

Bisogna però intendere i fini teleologici. (gli orizzonti appunto)
Perchè aderente alla religione vi sono le tematiche politiche (ampiamente moderate in questa sezione) e quelle invece essenzialmente di una saggezza che unisce l'intera umanità.

Io penso che se vogliamo dare un senso a questa prova dobbiamo cominciare ad elencare qualcosa di quella saggezza.

Cosa che mi sembra tu stia prolungando in maniera sospetta.

Per tornare alla tua bici, mi sembra che per ora ti sei seduto sopra ma non hai ancora dato un colpo di pedale.


#2718
x maral

cit maral
"L'accettazione dell'eterno ritorno richiede dunque l'estrema dedizione alla volontà di potenza di cui solo l'oltreuomo può rendersi capace e l'oltreuomo è colui che si arrende al non poter più in alcun modo pensare. Strimpellando e cantando canzoni napoletane, delirando su se stesso come un matto da barzelletta, Nietzsche si prepara alla follia catatonica come ultimo coerente atto ontologico. "

Ma dove l'hai letta questa cosa Maral??? Quando mai Nietzche ha scritto una cosa del genere????
Incredibile!


cit maral
" E ognuno prende da Nietzsche quello che vuole, il suo modo lo autorizza, autorizza la volontà di potenza su lui stesso."

A me pare proprio quello che stai facendo tu.

Direi invece di meditare un pò più approfonditamente sui temi da LUI proposti, piuttosto che su quelli che vogliamo noi.

Tra l'altro se per te l'indifferenziato debba essere filosofia, non lo capisco proprio, nè a livello umano (lo trovo terribile) nè a livello psicologico positivo. (perchè senti la necessità di leggere nietzche in quella maniera?)

A me non rimane che la motivazione della psicologia negativa (ossia dell'odio apparentemente immotivato, ma ognuno sa di cosa si tratta in cuor suo, portato dagli scritti del Maestro).

Essendoci passato so di cosa si tratta. L'odio non serve. Ma la guerra (intellettuale) va affrontata.
#2719
x sari

potrei benissimo liquidare tutto con un "vergogna! " ma proviamo a dire qualcosa.
 
Ho provato a rispondere, ma mi rendo conto che per controbattere alle illazioni di geniomaligno, servirebbe un libro a se stante.
Francamente il 3d è di Garbino e non me la sento di rispondere alle tue sterili provocazioni.

Non rimane per i lettori di questo forum che attendere che metta insieme le tematiche nicciane. E cominci a dare un senso documentato di quanto vado dicendo già da un pò.
Starà poi alla onestà di chi medita sulle questioni, e non millanta posizioni altrui.

Ovviamente il pezzo di geniomaligno è una accozzaglia volgare di luoghi comuni, e di malinterpetazioni, che testimoniano di una scorrettezza intellettuale che coincide con i deliri schizoido-paranoici dei loro autori.

In sostanza prendere un aforisma senza metterlo nella dimensione di senso che l'autore gli imprime, non ha senso.

Ma stiamo al giochino: partiamo pure dall'aforisma 

Anzitutto bisogna intendere le finalità di aldilà del bene e del male. Cosa che non posso sapere essendo ancora ad UTU.
Trovo irritante proporre aforismi a caso, senza avere il senso generale della questione.

Ma comunque sia, troviamo Ancora gli stessi elementi presenti in UTU. (mi riesce facile leggerli, come controvelina)

A partire dalla fine, nessuno può uscire dalla metafisica: alias inutile mentire sul fatto che la vita è volontà gerarchizzante.
L'attacco va visto nella solita (già presente in UTU) angolazione di attacco allo Stato.
Ossia della Politica di Nietzche (scontro individuo - stato).
Con i soliti errori noti di Nietzche (le sue menzogne per continuare a scrivere) che esista davvero questa elite individualistica.
(discorso paranoico)
(cosa che negli aforismi più lucidi e profondi rinnega con forza, traversata della paranoia).
Sono i soliti aforismi "Butade" che servono a rendere la scrittura più polemica possibile. (e che lo resero celebre).

Semplice e piano.

I temi sono quelli soliti....ma geniomaligno non solo non li vede, ma crede a partire da quello di avere il diritto di delirare su una marea montante di autori "contra nice".

Per quanto riguarda Sari se dice che è d'accordo con Primo Levi, allora non si capisce perchè abbia portato all'attenzione geniomaligno.(che non ha nemmeno diritto di replica così facendo)

Primo levi sostiene di trovare indifferenza e non odio.

Ma infatti in Nietzche non c'è nè odio nè indifferenza. Scambiare il polemos scritto con il messaggio positivo che c'è dietro di esso non ha senso alcuno.
Altra cosa è il fatto che non piace lo stile. ma volenti o nolenti nice ha successo per quello.
In questo caso per tutti, ma nello stesso tempo per nessuno, (chi si ferma al polemos e non medita sul lato positivo, nascosto, ma nemmeno più di tanto.)
#2720
Non capisco bene questo attacco ignorante fatto negli ultimi post ma andiamo con ordine.

x garbino

Il tuo attacco alla wiki è ridicolo, ci sono centinaia di scritti filologici che lo attestano.

Ma poi abbi pazienza gli scritti postumi di Nietzche ci sono (ed. Filologia Adelphi), se mi indichi dove sta quello da te indicato sono felice di dirti che mi sono sbagliato.

cit garbino
3) Sulla selezione e sulla disciplina mi riserbo di argomentare, come ho già specificato, quando sarà il momento.

E io spero proprio di non leggere ulteriori sciocchezze che aggreverebbero la tua (supponente) interpretazione.

La mia argomentazione pre-giudicante è la seguente, che se vi è selezione (darwinismo sociale) allora vi è gerarchia.

Molto semplice molto piano.

cit garbino
4) Se comunque fosse vera la volontà di determinare uno stravolgimento del contesto del messaggio di Nietzsche, Elizabeth avrebbe anche modificato tutti gli attacchi agli antisemiti ed ai principi e alle ideologie del nazismo, che  nacque ben dopo il 1906, che è la data della prima stesura dell' opera. Attacchi che sono largamente presenti e ripetuti in tutte le opere di Nietzsche

Ma questo è falso, in quanto attacchi anti-semiti vi sono anche all'interno di Umano Troppo Umano che NON è un testo spurio.

cit garbino
6) La mia versione della Prefazione prevede (Newton Compton ) 8 ( otto ) paragrafi con una certa organicità che difficilmente possono essere identificati come aforismi. Naturalmente a mio avviso, poi ciascuno può pensarla come vuole. E non credo che la Versione Mondadori possa presentarsi in modo diverso.

Non lo so, sarebbe un lavoro da fare, comunque la versione filologica è solo quella della Adelphi. (e su quella mi baserò in futuro).

cit garbino
8)  Io affermo che Nietzsche vuole distruggere la Metafisica, ed è costretto a ragionare in termini metafisici e tu affermi che è Metafisico. Amen

Ma che amen ed amen, anche per me Nietzche vuole distruggere la metafisica, ma bisogna distinguere tra la metafisica classica (che è l'obiettivo polemico) e quella nuova (che teorizza con l'avvento dei Superuomini).
Invece tu non intendendo NIENTE della nuova umanità da venire, scambi completamente i miei discorsi che sono AMPIAMENTE DIVISI in uno solo. Questo intellettualmente è scorretto. Ma non importa: proseguiremo a furia di martellarci in testa.
Semplice e piano.

cit garbino
"E non puoi affermare che: Nessuno può fare a meno della Metafisica, perché tu conosci soltanto te stesso e non i bisogni degli altri."

Ma come ti permetti? Io ho una storia alle mie spalle fatta di vissuti, di riflessioni sulle cose e sugli altri.
E posso affermare con certezza di conoscere i bisogni altrui, perchè erano bisogni condivisi. Ma che ne sai tu?
Incredibile!
Sul fatto che nessuno può fare a meno della metafisica, ti rimando a quello che Nietzche afferma nella introduzione.
Che nessuno di noi può fare a meno della menzogna. Almeno leggi quello che scrivo prima di metterti a fare polemica.
Ma poi questo della metafisica come necessità è un tema abbastanza accademico, a me qui interessa parlare dei superuomini.

cit garbino
9) A mio avviso in Nietzsche troviamo un solo aspetto gerarchico e che è rappresentato dalla Volontà di potenza. E mi sembra molto difficile che questo dominio possa essere inteso come non gerarchico. Ma poi ciascuno può pensarla come vuole.

La volontà di potenza è gerarchica, E non c'entra niente con i super-uomini. Questa associazione paranoica che non vi sia differenza è tutta tua e di Maral. (evidentemente cercate lo scontro ad ogni costo).

cit garbino
Mi sembra di aver risposto a tutto. Ciascuno è quello che è e può permettersi di avere le proprie opinioni. E di difenderle. Ed ho deciso di difenderle, costi quello che costi. Mio caro Green Demetr, le cose stanno così. D' altronde si può rimanere amici anche pensandola diversamente. Almeno la penso così.

Amici non credo proprio. Alleati su alcune cose sì. TU tieniti pure le tue opinioni che io cerco di argomentare le mie.
#2721
Tematiche Filosofiche / Re:Divenire in Aristotele
20 Maggio 2017, 22:13:40 PM
Citazione di: Ingordigia il 20 Maggio 2017, 21:53:07 PM
Un uomo può avere i capelli lunghi ma non puo avere una tavola di argilla al posto del braccio.
Questo perchè la sostanza uomo permette solo certi accidenti.
Nel divenire della sostanza non capisco come la materia prima ( che agisce da substrato) possa svolgere
la stessa funzione

Si tratta di un equivoco  ;) . Tu adotti una terminologia contemporanea.
Per fare i giusti paragoni ti consiglio di fare questi distinguo allora.  8)
La materia prima aristotelica la devi pensare come atomi. (vedi un Democrito, o un Leucippo)
Mentre la sostanza come giustamente dici tu riguarda delle sue componenti, carbonio e acqua per l'uomo, filosilicati per l'argilla.

#2722
Ciao Angelo.

La dimensione temporale è un fatto innegabile per l'uomo.
Perchè si collega alla propria morte.

A mio modo di vedere però è ben più importante la dimensione di orizzonte.

Finchè ho un orizzonte che mi chiude o a cui vado incontro, la vita ha un senso.

Altrimenti no. In questo caso la vita spirituale non riesco nemmeno a intenderla.

Certamente se vogliamo trovare i caratteri comuni delle religioni, dobbiamo tenerlo in considerazione.

Ovvero il cammino DEVE avere un senso (di marcia).
#2723
Citazione di: Mymind il 20 Maggio 2017, 18:19:21 PM
Colgo l'occasione per salutare gli amici di questa piccola oasi di cultura e intelligenza rimasta nel web che son contento di ritrovare e di cui torno a far parte dopo la chiusura del vecchio forum  ;D
Trovo interessante questo discorso e vorrei aggiungere che il problema del gerarchizzare non è linguistico o metafisico, ma semiotico; la gerarchia c'è se usi la gerarchia per interpretare l' amorfo. È una chiave di lettura non il cardine. Se non ci si focalizza sull interpretazione gerarchica non ci saranno gerarchie. Tutto volendo è gerarchizzabile, ma essendo la gerarchia un modo d intendere/interpretare qualcosa, cambiando modo d' intendere/relazionarsi puoi trovarne uno senza di essa (come ad esempio interpretare le cose, invece che secondo una scala, secondo i colori dove il verde non è superiore al giallo e viceversa. Volendo è gerarchizzabile anche il colore ma bisogna porre come base una scala di valori che fanno riferimento al nero o al bianco che pone un cardine, uno zero, una sovrastruttura.  Ma in realtà il colore non presenta colori superiori o inferiori, tendenti al giusto o all'errore, hanno tutti lo stesso valore ma in maniera differente. Così diversi concetti filosofici possono essere visti come sfumature di colore invece che come scale di verità) La gerarchia concettualizza/misura la sorgente metafisica a parer mio

Ciao Mymind.

Certamente il semiotico non lo dimentico, è che che non lo padroneggio tantissimo.
Per ora mi riferisco a Peirce, che dovrebbe essere il padre di tale forma.

Fare della vita un calembour a  mio avviso è possibile per la letteratura.
La vedo difficile per la filosofia, che si trova costretta ad usare strumenti di precisione.

Per fare un esempio. Se io ti dico soggetto, quale parallelo trovare con la teoria dei colori?
E' invece a me chiaro che dire soggetto è già gerarchizzare: partire da una dimensione umana.
Servono viceversa forme di controllo che quel soggetto non diventi portatore di istanze uniche, di reductio ad unum. O soggettivazioni estreme (nichilismo, scettiscismo, individualismo) o forme oggettificanti estreme (scientismo, nichilismo, individualismo)
Il compito non è facile per niente.

Vi è sempre una relazione da salvare. Ma quella relazione potrebbe benissimo sempre essere il gerarchico.

Questo però è un progetto a lungo termine. Ben vengano aiuti o spunti.
#2724
Citazione di: cvc il 20 Maggio 2017, 17:14:45 PM

Green demetr, non sei d'accordo sulla ipotesi del mio post ma sei d'accordo con me (o io lo sono con te) sulla predominanza del linguaggio. Predominanza che però si perde.... non dico qui dove, anzi, la struttura del forum permette di scambiare idee in un modo che difficilmente sarebbe possibile senza l'apparato tecnologico. Quando però comunichiamo con le persone vicine più con whatsapp che con le parole, forse qualcosa si perde. Ma ancor più si perde col crescente disinteresse verso la letteratura, si smarrisce la capacità di esprimere i propri sentimenti. Perciò si esauriscono presto le parole e si finisce contro ad un muro

Capisco quello che vuoi dire. Sono d'accordo.

Ma non bisogna altresì dimenticare che pure i sentimenti hanno un loro linguaggio.

A mio parere ci deve essere stata una circuitazione tra la capacità di leggere i sentimenti altrui, con la necessità vincolante di comunicare tramite forme omologanti di massa come sono i dispotivi mobili.

E' l'omologazione che abbassa la capacità di relazione, e quindi impoverisce il sentimento: le letture dei sentimenti altrui allora diventano sempre meno importanti, diventano invece sempre più importanti le forme, i riti e le loro regole preconcette.

C'era anche prima, il passaggio al virtuale di queste consegne che prima erano locali è il grande problema che le nuove generazioni si trovano ad affrontare.

(un conto affrontare 30 persone, un conto affrontarne 100 se non mille!!!)
#2725
Caro Garbino ero indeciso se risponderti in maniera dura o soft.
Ho lasciato passare qualche giorno e ho scelto la seconda. (ringraziami)

Anzitutto io non sono un corpo ma un individuo fatto di anima e corpo. (a questo punto banalizzo anch'io)
Quindi mi lascia indifferente la tua annotazione sul metafisico.

La metafisica senza gerarchie non è certo l'obiettivo di nietzche, ma la sua è
A) una metafisica
B) non ha gerarchie.

cit Garbino
"Tutti i brani che riporti della prefazione a UMANO TROPPO UMANO rappresentano per me tutt' altro. E cioè la necessità di una fuga determinata dalla pochezza dei suoi contemporanei."

Anzitutto era il primo aforisma dell'introduzione (secondo i tipi mondadori).
Non erano brani.

Il punto vero del mio dissenso è che non capisco a questo punto l'utilità di riportare citazioni.

Tu ci vedi una semplicemente una  fuga.  :o

Quindi non hai colto i seguenti temi:

Il tema della menzogna, il tema del dubbio, il tema delle superfici, il tema della cura, il tema della vita.

Non so: tira tu le somme.  Anzi no lascia perdere.

cit garbino
"La Volontà di potenza, aforisma 462 ultimo punto:
Al posto della metafisica e della religione, la dottrina dell' eterno ritorno ( come mezzo di disciplina e di selezione )."

Non so gli altri, ma mi sembra chiaramente una falsificazione questo aforisma.

motivazioni.

1. "disciplina, selezione"....ma non sono proprio quelle cose che i nazisti hanno sempre perseguito?

2. Per quanto oscuro sia l'eterno ritorno, di certo non è una dottrina.*

3. dalla wiki

""Nietzsche-Archiv"
Il definitivo collasso mentale di Friedrich Nietzsche avvenne nel 1889 (morì undici anni dopo) e, al ritorno in patria della sorella, il celebre filosofo era solo un invalido i cui scritti avevano diffusione in tutta Europa e alimentavano un acceso dibattito. Elisabeth fondò nel 1893 a Naumburg il Nietzsche-Archiv e si adoperò energicamente per promuovere il fratello, ma distorse parte del suo pensiero, specie con la pubblicazione postuma dei frammenti che vanno sotto il nome di La volontà di potenza.[4]
Lo stesso argomento in dettaglio: Influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche.
Nel 1930, Elisabeth – più o meno da sempre nazionalista e antisemita – iniziò a sostenere apertamente il Partito Nazionalsocialista Tedesco del Lavoro. Dopo che nel 1933 Hitler, con il suo partito, ebbe preso il potere, il Nietzsche-Archiv beneficiò di sostegno economico e pubblicità dal governo, che Elisabeth contraccambiava profondendo sul regime il notevole prestigio dell'eredità morale di Nietzsche.[5]
Elisabeth Förster-Nietzsche morì nel 1935 e ai suoi funerali intervennero svariati gerarchi nazisti, oltre a Hitler stesso."


* Complesso di cognizioni o di principi organicamente elaborati e disposti, considerato come oggetto di studio o come norma sul piano teorico o pratico: d. sociali, economiche, politiche.
#2726
Tematiche Filosofiche / Re:Divenire in Aristotele
20 Maggio 2017, 15:53:58 PM
Citazione di: Ingordigia il 20 Maggio 2017, 14:18:59 PM
Nel divenire della sostanza il substrato che permane è la materia prima , che è INDETERMINATA.
Allora cosa fa si che se pugnalo a morte un uomo esso assume la forma di cadavere e non ad esempio quella di albero ?

Semplice, perchè il cadavere e l'albero sono qualità secondarie della materia, distinte secondo la forma, la sostanza e la modalità.  8)

Complicando leggermente le cose.

OVvero sia l'albero che il cadavere per sussistere devono logicamente avere un sostrato che li determina anzitutto come esistenti.

La materia prima è più che altro una astrazione, ma nel mondo fisicalista greco, questo era una argomentazione non corretta, tanto che dovevano presupporre altro.

#2727
Ciao cvc

A mio parere l'autocoscienza non esiste.
Esiste la coscienza, che scomposto nella sua radice è cum-scienza.
Dunque qualcosa accompagna sempre la scienza. Ed è proprio l'uomo.
In qualche modo il carattere ereditario della scienza è dunque già nel carattere ereditario della zoe, del corpo nudo (non politico).
L'umanità ha anch'essa un carattere ereditario ed è quello del tribale.
Dell'uomo che si raduna in cerchio attorno al fuoco.
Fin qui siamo d'accordo dunque. (per strade diverse)

Non siamo d'accordo invece sulla predonominanza della scienza sulle altre arti.
A mio parere è invece il linguaggio a essere predominante.
E lo è stato fin dall'inizio, prima ancora della scrittura.
Perchè lo scibile umano può esistere solo all'interno del linguaggio.
Il linguaggio viene sostanzialmente prima dell'uomo stesso.
(ma questo sarà il tema di altri approfondimenti futuri, forse)


Ciao Acquario

Sono d'accordo, se sostituiamo la scibile con il tecnico, le cose cambiano drammaticamente per l'uomo.
Perchè la tecnica tende a ridurre qualsiasi cosa ad una unità originaria (presupposta).
Che corrisponde per l'esattezza all'implosione stessa del pianeta.

Differiamo nell'opinione solo sul fatto che non lo vedo necessariamente come uno scontro uomo - tecnica, quanto proprio delle caratteristiche intrinseche della tecnica.

Non sono necessariamente un catastrofista, in quanto il vivente tende sempre ad adattarsi al mondo circostante. (ma questo è un altro topic)

ciao Angelo

A mio parere la questione non è della fame in sè, o della morte in sè.
E' quanto in quali circostanze avvengono tali "fenomeni".

Se fosse una questione di calcolo, di mero interesse personale?

Conterebbe di più la nostra maschera quotidiana oppure che qualcuno, qualcosa ci obbliga ad indossarla?
#2728
Citazione di: maral il 17 Maggio 2017, 12:52:10 PM
CitazioneSe io parto dal periferico mi devo trovare un controllo linguistico, che faccia attenzione a che non voglia far diventare centrale quel periferico.
Un controllo che mi ricordi ovvero che sono il soggetto parlante. che il racconto fatto sono io e NON DIO.
Un vero e proprio controllo grammaticale.
Sì, in questi termini sono d'accordo: il soggetto parlante deve tener presente di essere periferico e dunque le gerarchie che il suo parlare inevitabilmente stabilisce sono solo gerarchie di periferia, relative alla periferia da cui parla in cui si trova decentrata e solo mantenendosi decentrato può parlare.
Qui mi pare però che la considerazione di Carrera che dice che il centro è solo un particolare caso di periferia valga proprio in questo senso, tenendo presente che anche questa considerazione (proprio come le nostre) resta in periferia.
E' interessante comunque pensare che la grammatica possa istituire il controllo sulla tendenza alla centralità: la grammatica esprime la regola per costruire la coerenza interna del discorso (di un pensare che si apre a una condivisione), è la tecnica volta all'espressione corretta prima del significare, affinché si possa venire a significare rendendo comprensibile il discorso l'uno all'altro, nel dialogo tra le proprie periferie.

Tenterò comunque di rispondere alla tua domanda su Nietzsche nel 3d dedicato.

In quel caso al prof. Carrera vanno tutte le mie scuse.

In tanto è nel paniere. Chissà che non dia degli spunti interessanti allora  ;)

Siamo tornati molto vicini Maral, sono molto contento.  :)
#2729
x maral e altri fratellastri del forum

Ah ora mi è chiaro!

Credo che la nostra maggiore divergenza era in realtà una incomprensione dei termini usati. Forse.

Prova a reintenderlo così secondo il mio linguaggio.

Non è che la questine è del gerachico, ma è quanto della guerra (intellettuale per me, ma è inutile negare che lo era anche fisica in Nietzche).

Nel momento che porto guerra al Nemico egli era prima una amico, sennò non può essere il grande Nemico, che ogni filosofo sogna di incontrare.

Ma perchè uno si chiede?
Non cadremmo così nel gerarchico?

E' vero ne sono molto consapevole.

Ma se noi estremizziamo il concetto di potenza, quel gerarchico sarà di nuovo combattuto da altri amici/nemici, fino ad arrivare allo stato di guerra permanente.

Questa intuizione Nicciana porta a mio parere a dei distinguo.


Se uno scontro porta ad una gerarchia, e cioè ad uno stallo, noi avrmo una verità ad esso sottesa.

Ma per Nietzhce non esiste la verità ma solo la menzogna.

La menzogna è quella del soggetto che tende a piegarsi su se stesso, fino a scordare di essere sempre in movimento, necessitato a essere sempre messo in discussione.

Diventare quelli che si è significa, diventare SEMPRE altro.

Vuol dire passare da una gerarchia all'altra se proprio vogliamo.
(da un valore all'altro).

Ma io Maral intendo la gerarchia invece con quel sistema dovuto al linguaggio paranoico, che ritiene che il soggetto sia morto, sia sepolto, incapace di re-inventarsi, un soggetto a-storico, un morto vivente.

La gerarchia che intendo è quella statica.

Per questo non capivo cosa intendevi. Forse.

Dico "forse" perchè tu parli di paradosso, ma in fin dei conti la continua trasvalutazione di tutti i valori, o di tutte le gerarchie, non è invece conseguentemente la FALSIFICAZIONE continua  di cui parla nel 617.
Che mi parrebbe autentico, perchè torna con il Nietzche di UTU.

A riprova che in Nietzche vi è una coerenza di fondo, che nessun filosofo ha mai osato avere.

Conseguenza non paradosso.

Se vogliamo intendere la paralisi di Nitzche non come una evoluzione di una malattia, ma come un processo psicologico del sogetto.
A mio parere dovremmo invece pensarlo non come una conseguenza, ma al massimo come un paradosso.
Non nascondo che c'è la possibilità che da qualche parte nel suo ragionamento, sia caduto del processo paranoico, che poi si è psicotizzato.
(la psicosi è evidente negli scritti).

Questa da parte mia è tutta da scoprire.

Certo potrei benissimo concordare che il progetto era davvero ambizioso, e che sia crollato psichicamente: nel tentativo di stare sulle cime, è sprofondato nell'abisso.

Ma non mi torna per 2 ragioni.


1. La prima è che se avesse avuto un crollo nervoso, sarebbe dovuto passare ad una fase di depressione. A me pare, e sottolineo pare, non avendo ancora i materiali completamente sotto controllo, che invece lui passa dalla fase diciamo così illuminata che confluisce nella gaia scienza, ai biglietti della follia, come se fosse un flusso ininterrotto.
E' anche la cosa, che mette in dubbio se fosse malato o meno.
Persino nei biglietti della follia la grandezza di Nietzche è ancora evidente.
Io ritengo insomma che abbia guardato qualcosa nell'abisso, che noi umani mediocri non abbiamo ancora inteso. O che sia rimasto vittima di uno dei discorsi che la psicanalisi ha scoperto (paranoia, ossessione, schizofrenia, isteria).

Non potevano essere certo i primi 3 discorsi, i quali li padroneggiava, in una maniera tale, che mi si gela il sangue nelle vene. (e per cui nessuno che è dentro quei discorsi capisce niente).

Temo sia l'isteria. (il più tabuico tra i discorsi).
Sia perchè è veramente difficile districarsi nei suoi discorsi. (vedi alla voce psichiatria che l'ha depennata PERSINO COME MALATTIA).
Sia perchè lui non ne parla affatto. Dovremmo ricavarla dal suo discorso sul femminile. (qualcosa nei post precedenti ho già scritto mi sembra).

Per quel che mi riguarda (essendo in una società paranoica) controllo tantissimo il discorso paranoico in Nietzche.
Anche perchè lui è l'unico che ci può portare davvero fuori.

Ho appena ripreso UTU.

Ne riporto a mò di assaggio come intendo la cosa, poi ne aprirò 3d.


cit UTU prefazione mondadori.
"1.I miei scritti sono stati definiti
una scuola del sospetto.
2. ma fortunatamente anche del coraggio,
anzi dell'audacia."

Significa automaticamente anche rispetto a quello che dicevamo prima Maral.

Sospettare che siamo dentro un sistema paranoico (gerarchico) che sottende delle verità FALSE.

Sul forum c'è anche il 3d sul DUBBIO (vedere)

Sospettare e avere il coraggio di affrontarle (è qui che Nietzche rimane veramente solo, non conosco filosofi coraggiosi): rimane solo subito per dirla chiara.
E quando sei solo devi combattere la psicosi.
Parlare della paranoia, significa essere inghiottiti dalla paranoia.(primo abisso)

cit UTU prefazione mondadori.
"3.per dirla in termini teologici, come accusatore e
nemico di Dio."

Dio è il sistema metafisico classico. E' il discorso paranoico per eccellenza.
E' il discorso teologico-politico. (Schmitt)


cit UTU prefazione mondadori.
"4.qualcosa dei brividi e delle paure dell'isolamento cui è condannato
chiunque sia affetto da una assoluta diversità di sguardo."

Accusare Dio significa avere il brivido dell'esplorazione di nuove carte topologiche, e insieme significa evocare una paura ancenstrale, quale quella dei primi uomini di fronte al fulmine.
Significa risvegliare il terrore filosofico originario.
Partire dall'assoluta divergenza di sguardo.
La scelta di guardare il lampo e non di rifugiarsi nella caverna.

cit UTU prefazione mondadori.
"5. sI capirà anche quanto
spesso io, per riposarmi di me stesso, quasi per dimenticare anche solo brevemente
me stesso, abbia cercato un rifugio qualunque — in una qualche ammirazione, o
ostilità, o scientificità o leggerezza o stupidità; e anche perché io, quando non
trovavo ciò di cui avevo bisogno, dovessi per forza procurarmelo artificialmente,
falsificandolo, inventandolo (e che altro hanno fatto mai i poeti? e a che scopo
esisterebbe un'arte nel mondo?)."

La cosa che mi ha sempre stupito di Nietzche è che smaschera subito quello che facciamo tutti, ma proprio tutti: LA FUGA da se stessi.
La capacità di controllo di quello che è per tutti la vita quotidiana.
Lo smascharamento del discorso della paranoia: LA FUGA. Andare nella direzione opposta della vita, essere morti viventi.

(ecco nei miei ventanni, chiusi il libro....era troppo, veramente troppo. Umano troppo Umano)

Nietzche sapeva di stare dentro a questo meccanismo, (credo che come a ventanno non mi sono accorto di questo passaggio, nemmeno gli interpreti lo abbiano notato.
Eppure è scritto subito, lui sta dicendo, sta ammettendo sono paranoico anch'io.
(voglio proprio vedere chi altro lo abbia mai fatto!).

Chiede perdono se ogni tanto fugge....Saremmo noi a dovergli chiedere scusa del fatto che fuggiamo sempre!!

cit UTU prefazione mondadori.
"6. Ma ciò che mi è sempre stato estremamente
necessario, per curarmi e ristabilirmi...un godere dei primi piani, delle superfici, di quanto è vicino, vicinissimo, di tutto ciò che ha colore, pelle e appariscenza."

Io mi auguro che ognuno di voi sappia di cosa sta parlando Nietzche, la capacità di stare sulla superficie, la musica di Mozart. Il conforto dell'arte. Una bella donna, un bell'uomo. Un bel paesaggio...sopratutto un bel paesaggio.


cit UTU prefazione mondadori.
"7.  Ma ammesso anche che
tutto ciò sia vero e mi venga rinfacciato a buon motivo, che ne sapete voi, che cosa
ne potete sapere, quanta astuzia dell'istinto di conservazione, quanta
ragionevolezza e superiore precauzione siano contenuti in questo auto-inganno — e
quanta falsità mi sia ancora necessaria per permettermi il lusso della veridicità'?"

Siamo al punto, che ne sapete dell'autoinganno NECESSARIO, (della gerarchia) per poter dire la verità.

Ovvero che ne sapete di quanto è in grado di mentire il soggetto per sussistere come metafisica.

Alias signori:  NON SI ESCE DALLA METAFISICA.   (che ne sà il neo-realismo di queste cose???)

cit UTU prefazione mondadori.
8.  Basta io sono ancora vivo e la vita non è un'invenzione della morale: essa vuole inganno, essa vive di quello... ma, non è vero?, ecco che ricomincio da capo a fare quel che ho sempre fatto, io vecchio immoralista e uccellatore, e faccio discorsi
immorali, extra-morali, «al di là del bene e del male».

Conseguenza di quello detto prima:

signori basta frigne, siamo tutti metafisici, MA SIAMO VIVI, e la vita NON E' LA METAFISICA.


Su questo grido di dolore nicciano che termina il primo aforisma, o il primo paragrafo della introduzione, sulla sua scorta aprirò il 3d nietzche.

O continuo qui dentro...dimmi tu maral! (dopo l'estate comunque sia)
#2730
Citazione di: maral il 15 Maggio 2017, 23:38:22 PM
Sono perfettamente d'accordo, Green, sul fatto che il neo realistico sia comunque un metafisico e direi pure che la sua metafisica sia estremamente gerarchica, come peraltro lo è pure la tecnica, anche se ci libera da quell'altra metafisica che gerarchizza per tematiche e per questo l'evento della tecnica può apparire ed è apparso salvifico. Restando d'accordo sul fatto che l'uomo è comunque costruttore di metafisiche (o almeno che nel costruire metafisiche ci riconosciamo esseri umani e quindi soggetti gli uni per gli altri), a fronte del tuo "contributo effettivo" pongo però la domanda: perché il gerarchico è da evitare? Sarebbe come dire, se seguo il mio ragionamento, che allora è da evitare il pensare, dato che pensare non può fare a meno di porre (e rovesciare) gerarchie, quanto meno nel modo che vede appropriato  pensare, se non nel tema attorno a cui pensa. Non per nulla Carrera ha detto che l'essenziale è il "come", il come stabilisce una gerarchia, c'è un come migliore (di alto livello) e un come peggiore (di basso livello). E lo stesso pensiero di Nietzsche non è forse estremamente gerarchico? Come si può immaginare un Nietzsche non gerarchico?
Nemmeno io amo le gerarchie (come si può amarle, soprattutto oggi, anche se ogni tanto tornano in forma di nostalgici rimpianti), non le amo perché non mi ci trovo e le sento solo opprimenti, le sento concluse nel loro intento di dare significato e senso al mondo, ma mi pare molto chiaro che non potrei dire questo se non da un punto di vista che a sua volta istituisce, sia pure in modo molto vago e inappropriato una diversa gerarchia che in qualche modo negandole le richiama, perché che io lo voglia o no è pur sempre il risultato di quelle vecchie gerarchie che non amo, è ciò che resta nella meravigliosa e sconfortante rovina del loro tramontare. Non posso appoggiarmi su un'altra metafisica, ma c'è sempre un resto metafisico da cui parto per vagheggiare un "nuovo ordine", non posso partire dal nulla immaginando di aver fatto piazza pulita. C'è comunque una rovina (un complesso di rovine) in cui sta il seme del nuovo.
Sono d'accordo che il linguaggio non è una metafisica, ma una relazione, ma tuttavia si può fare una metafisica della relazione. Lo fa Ronchi ad esempio e lo dichiara apertamente. Ora, l'idea di una metafisica radicata sulla relazione in termini di pura praxis (senza alcuna finalità) potrebbe anche sembrare assolutamente non gerarchica, salvo però per chi la presenta, perché chi la enuncia sta evidentemente (magari anche se non lo vorrebbe) sopra e fuori da questo paesaggio tutto orizzontale, è in cima a una verticale lui con le sue parole piene di senso che non  ritiene di sicuro una sorta di rumore di fondo equivalente a un indistinto balbettio, o allo scatto di un termostato. Qui c'è addirittura una gerarchia che più assoluta non può essere: l'unica verticale su una sconfinata orizzontalità (e c'è solo da sperare che non siano in troppi a volerci salire sopra a una pertica così sottile).

Aggiungo solo una piccola nota in merito a Carrera. Nel video parla della superstizione dell'evento, in rapporto a quello che Severino dice in merito e della cui "Essenza del nichilismo" è traduttore (e credo che occorra essere davvero traduttori di alto livello per tradurre Severino in inglese!). Mi sembra però che vi accenni in un modo più illustrativo che non con una dichiarazione di posizione. Non credo peraltro che Carrera abbia elaborato una posizione speculativa sull'evento, solo qui fa presente la superstizione di chi sostiene che tutto è evento.
Nell'incontro a cui ho partecipato ha comunque dichiarato che la sua posizione verso Severino è critica, ed è appunto particolarmente critica sull'ente (in tutta conformità con la posizione siniana ... la superstizione dell'ente) e che considera gli sviluppi degli ultimi vent'anni di Severino (dalla "Gloria" in poi) come una sorta di approdo mistico che si rivela anche nei termini utilizzati. Ci ha pure scritto un libro in cui lo tratta, guarda caso, con Heidegger e Nietzsche: https://www.amazon.it/consistenza-passato-Heidegger-N%C3%AFetzsche-Severino/dp/8876981195/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1494882370&sr=8-2&keywords=alessandro+carrera su cui però ha detto che Severino non gli ha risposto. Se vogliamo più che contro l'evento o contro l'ente mi pare che in generale sia in ogni caso contro la superstizione, ossia il modo superstizioso di dire l'evento o l'ente o qualsiasi altra cosa, di dirli cioè come assoluti.
Mi pare comunque molto stimolante l'idea del centro come caso particolare della periferia, lui la ha collegata con l'esperienza delle periferie urbane in cui è vissuto. Non so, è un'idea che mi piacerebbe approfondire ad aver tempo.

Allora il Carrera lo mettiamo nel paniere. Il libro è del 2007 dovrebbe essere presente nella biblioteca, il titolo è stimolante.

A Sini risponderei così che l'essere non è l'ente.
In Sini l'idea di essere scompare. O se vi è, viene intesa in senso di esistenza.
Non formale. Certo Severino si distanzia dal formale, perchè lo mixa col dialettico Hegeliano. Ma l'esistenza dialettico formale di Severino non è l'esistenza.
Perchè sennò ha ragione Sini, l'esistenza dell'ente, è semplicemente l'ente.
E quindi l'ente "Essere" ovviamente è una presunzione.

Torniamo ancora sul problema del gerarchico.

Sono d'accordo quando dici, che il gerarchico si instaura appena noi parliamo.

Quindi a rigor di logica, se il soggetto è il metafisico, allora il soggetto è gerarchico.

E' vero, ma tu stesso hai detto che se il soggetto parla, automaticamente diventa periferico.

E hai perfettamente ragione.

Carrera invece a quanto scrivi vuole rimettere il periferico nel centrale.

Eccolo lì il vero gerarchico caro amico mio.

Pretendere di parlare di centrale, a partire dal periferico.....ma non ha senso!

A meno che spostiamo il centrale come formale!

Il periferico per non andare alla deriva, deve essere controllato, da una metafisica 2.0.

Ossia da una metafisica di ordine diverso.

E' l'ordine del linguistico.

Se io parto dal periferico mi devo trovare un controllo linguistico, che faccia attenzione a che non voglia far diventare centrale quel periferico.
Un controllo che mi ricordi ovvero che sono il soggetto parlante. che il racconto fatto sono io e NON DIO.
Un vero e proprio controllo grammaticale.

Il soggetto DEVE rimanere periferico.(in quanto è già da sempre periferico)

Mentre scrivo mi rendo conto, per la prima volta, che è proprio quello che vuole Nietzche.
(e Kafka, mi è sovvenuto alla mente il problema della letteratura "secondaria")

Per rimanere periferico egli che si fa metafisico DEVE ricordarsi di essere periferico.

Se lo scorda torna ad essere metafisica 1.0. Ossia gerarchico.

Deve quindi mentire. Sapendo di mentire. Ovvero deve conformarsi al periferico che lui stesso ha creato.

In fin dei conti potrebbe avere un parallelo con quella che tu chiami la necessaria nascita e morte di ogni metafisica.

Con l'accortezza che questa metafisica EVITA di essere centrale, racconto principale, narrativa primaria.

E' sempre e solo narrativa secondaria, periferica, menzognera.

Forse comincio a capire cosa intende Nietzche  quando afferma perchè il vero piuttosto che il falso. (da pensare).

Non capisco cosa intendi per Nietzche e filosofia gerarchica?

Diamoci risposta nel 3d nietzche!

Grazie amico! le tue intuizioni sono sempre preziose!
comunque magari più a rilento rispetto al Nietzche project porterò altri contributi.


:)  :)  :)  :)