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Messaggi - green demetr

#2716
cit Paul
"No,la razionalità umana per quanto sia potente può solo interpretare, non è superiore al dominio naturale, semmai deve armonizzarsi."

Penso sopratutto a Kant, l'uomo non può far altro che armonizzarsi ad essa, essendone parte costituente.
L'interpretazione sarà certo la chiave particolare, ma l'universale della interpretazione è la ragione stessa.

cit Paul
"Non saremmo quì a problematizzare le motivazioni dello scettico del topic, se  la razionalità avesse raggiunto una verità assoluta che avrebbe sbaragliato il campo ad ogni problematica"

Io non problematizzo nulla della posizione scettica, sei tu che lo fai. ;)
Per me è spazzatura. Esiste il soggetto punto e capo. 8)

cit Paul
"Io lo interpreto come Dio l'episteme legato all'archè, ma è una mia interpretazione; ve ne sono altre non legate necessariamente a Dio."

come già dicevo a phil, ma perchè questa necessità di legare tutto all'episteme, ma non è esattamente quello il problema?

cit Paul
"Legare la razionalità al solo dominio pratico della manifestazione dei fenomeni fisici e naturali ,significa fingere che lo stesso pensiero razionale ci pone domande di senso fondamentali, i primitivi, In altre parole la razionalità essendo inerente al nostro mentale non può limitarsi e non si limita a leggere e intepretare i singoli fenomeni o insiemi di fenomeni, La nostra mente chiede un senso di marcia, una traccia da seguire, e ci pone domande sul passato, presente e futuro. allora significa che quel mondo fisico che si manifesta non è solo il sensibile, ma ha dei segni e significati che vanno oltre il manifestarsi in sè e per sè., diversamente non esisterebbe una razionalità."

Esatto! infatti proprio dal segno si avvia la filosofia fenomenologica come prassi.

cit Paul
" Perchè fin quì è dominio della scienza fisica, ma il dominio della filosofia che comprende le scienze è quella parte del razionale in cui i particolari scientifici chiedono una relazione e consapevolezza in un Tutto, una regola, un ordine generale che costruisca il senso delle relazioni."

Mi sembra di seguirti, infatti il tutto, è il tutto dei segni. Ossia la parte per il tutto. La capacità di avere in mente l'oggetto pur l'oggetto non essendo davanti a lui. L'episteme è d'altronde la codificazione (RAZIONALE) dei segni.

cit Paul

"L'originario si esplica anche nel fenomenico,diversamente non potremmo mai aver avuto una necessità di costruire un archè.
E' anche il fenomenico che ci indica un archè.
Certo l'archè, rimane un mistero: e fu la luce  lo dice la Bibbia e metaforicamente inizia così anche il big bang cosmologico scientifico fisico."

Mi sembra una posizione poetica, forse trascendente. Lo so perchè ci ho lottato anch'io. Un conto è la trascendenza, come sentimento panico della natura, un conto è l'originario che si apre dentro il soggetto.

Ma ok, non mi sembra di approfondire ulteriormente, credo siano due visioni diverse. :P

Certamente ci accomuna l'importanza dell'attenzione al fenomenico, e come esso si manifesta (appunto) a noi.  8)

Per me il senso dell'importanza è di tipo metafisico, che sconfina nel trascendente, per te è più legato ad un calcolo armonizzato al bios, per così dire. Cosa che non escludo assolutamente.
#2717
x angelo p2

cit
"Nella parabola del buon samaritano non è possibile rispondere al malcapitato "Non ti posso aiutare subito, prima devo costruirmi un'adeguata comprensione teorica della tua situazione"."

la parabola del samaritano consiste al giorno d'oggi, che lui non vuol essere aiutato!  8)

Vabbè è ora che ne dica qualcosa in più:

Per capire perchè non lo vuol essere ci vuole una adeguata comprensione teorica.

Che conduce a visioni apocalittiche. 
(del tipo "aiutami e poi vedi di toglierti di mezzo(che non ti sopporto)", scene di vita quotidiana, dal mio periodo di volontariato).
Quanta innocenza nell'idea di principio di reciprocità!!! 

Non rimane che affidarsi veramente all'atto gratuito e insensato. il dovere per il dovere kantiano (fin che dura, io ho mollato).


Proposta pratica e analisi teorica della stessa


O formare un contropotere mediatico, cosa che i filosofi contemporanei cercano di fare, senza riuscirvi, perchè insistono colla dimensione sociale, quando l'uomo VUOLE essere individuale.
Sposare la dimensione personale con quella sociale è da sempre il grave problema della filosofia ognitempo.
patteggiare per una sola di esse significa fallire..... non capisco proprio come si fa non capirlo!

Ma ovviamente bisogna ripartire dal singolo. Il globalismo si combatte con il localismo. non per una questione sociale, ma per una personale. ovviamente se il localismo si sposa ad una visione sociale, allora il globalismo vincerà sempre.(questione di numeri e mezzi)

questo le sinistre mondiali, o le catechesi religiose, non lo riescono a capire.

il singolo va reso felice nella sua produzione nel sociale, ossia il singolo va reso felice nel sociale, e non nella sua produzione.
la produzione è solo uno strumento.

ma il singolo non è mai felice nel sociale, perchè fino ad oggi la morale dice esattamente il contrario di ciò che siamo.
l'incredibile ammontare di odio, è frutto di questo stato di auto-avvelenamento.

ma la morale nasce come la legge del più forte sul più debole.
ossia sull'opportunità di avere più oggetti.

lo spiega molto bene marx (il feticcio e la tecnica). pensiamo ora alla donna come oggetto, e abbiamo a domino tutto quanto vediamo sotto gli occhi.
lo spiega molto bene max reich.

(certo non li ho letti quegli autori, meriterebbero una analisi approfondita, e non dispero che lo farò).

a mio parere la sessuofobia è la mimesi del dominio patriarcale dell'uomo sulla donna.

il grande poema epico ramayana, una delle fonti sacre induiste, apre così, poichè tu devi stare lontanto dal potere, così devi stare lontano dalle donne. perchè il potere e la donna sono la stessa cosa.

il nostro caro  berlusconi è stato attaccato globalmente per i suoi festini. documentari severi anche in giappone a redarguire.

L'intera morale universale si basa dunque su una mera presunzione formale. (quando il reale ciascuno lo sa è l'esatto opposto, l'uomo desidera la donna).
Il rapporto padrone-servo, sta tutto là, in una dimensione di dominio biologica camuffata.

ma l'uomo non ha alcun diritto sulla donna.

questa continua ostinazione è la spiegazione razionale di tutte le nefandezze a seguire.
che portano l'altro al rifiuto d'aiuto perchè lui vuole mantenere i suoi oggetti, il suo patrimonio, se non pecuniario, morale, di identificazione con una certa idea di virilità.
(mi spiace essere così apodittico, ma vorrei darne uno schizzo illustratorio il più possibile sintetico  :P)

EPPURE

Se la si smette di avere presunzione di diritti particolari su chiunque, si vive MOLTO MEGLIO.

Le relazioni nella loro semplicità si basano sull'ospitalità, l'ultima grande lezione di Derrida, è infatti proprio questa.

L'Altro è la capacità linguistica, di poter accettare l'altro, ossia il linguaggio che mi unisce al mio prossimo.

Esige una grande cultura, un grande animo, un grande sacrificio per poter creare questo linguaggio.
(la malefica eredità della storia è ancora da sorpassare, o meglio da lasciare)

Che per Derrida consiste nel dialogo. Saper dialogare ospitando.....ogni maledetta metafisica mille volte maledetta allora cesserà.

Quanti secoli dovranno passare perchè l'individuo se ne accorga, e aprendosi alla comunità si decida della sua lealtà a se stesso.


Come uomo fra gli uomini. Che poi non è forse la lezione del Cristo? (okkei visione molto riduzionista, ma affascinante)
#2718
cit sgiombo
"rifiuto di usare tutti i mezzi e forme di lotta che fossero necessari, nelle varie circostanze concrete, a sconfiggere un nemico che per parte sua non si fa scrupolo alcuno di ricorrere a qualsiasi espediente, anche i più abbietti e disumani: non si sconfiggono i cannoni del nemico mettendo nei propri dei fiori, come cantava uno scadente complesso musicale circa mezzo secolo fa."

Il problema della lotta di classe è che è vittima della propaganda, e quindi insiste su alcuni temi come quello della libera accoglienza, senza fare vera lotta contro i potenti.
E la lotta non viene fatta, perchè alla prima minaccia, la gente si spaventa.
Lo stato di terrore e di orrore a cui ci tengono legati a doppia-mandata con i mass media, crea individui spaventati.
E quindi le politiche guardinghe sono diventate pagliacciate.

Tenere una dimensione democratica, e intelligente sembra essere una ipotesi tramontata.

La dimensione sociale è ormai mera finzione. Come diceva Leopardi, una società fatta di individui infelici non può essere felice.
Bisogna tornare a interrogarsi sulla singolarità.

Anche se il potere medico sta tentando di togliere anche quella.

Mi chiedevo cosa ne pensi. (tranne l'ultimo punto che ovviamente rigetterai ;) )

La gente tornerò mai a rischiare qualcosa (proposta badiou)?
#2719
x angelo p1

cit angelo
Con questo non vorrei diventare già io stesso uno che detta legge: tutto ciò che ho scritto in questo post è da considerare soltanto ipotesi da sottoporre a discussioni e diversi punti di vista.

basterebbe indicare nella democrazia la risposta, la democrazia cosa è?
E' garanzia di diritto sociale, all'istruzione, al lavoro, alla sanità, alla integrità fisica, alla famiglia.

Il filosofo non dovrebbe spiegare ciò che è già patrimonio della storia delle prassi umane.

Non esiste proprio che la domanda ripetuta come un mantra, che ascolto onerosamente da 30 anni, sia " e chi li dà i soldi?"

Strano perchè cosa sia il signoraggio monetario, lo aveva già spiegato Goethe, poi ripreso da Kant fin su a Steiner.

Il problema del filosofo è perchè l'opinione pubblica non sia consapevole di questo trucchetto ridicolo. (lo sterco di satana, lo chiamavano i medievali, che videro il sorgere degli imperi)

la risposta è dopo secoli di cecità: che l'uomo è cattivo ossia è liberale, ossia vuole il bene altrui.
(gli oggetti altrui).

Capire l'individualismo contemporaneo, e il suo scudo (il liberalismo), e poi analizzarne le sue mimesi, le sue mutazioni, questo è ancora compito del filosofo. E di chi altro sennò? (le scienze della psi- si occupano della famiglia e della società, non del soggetto libero, ma del soggetto schiavo, all'interno di prassi, a difesa delle prassi esistenti).

Le azioni invece sono compito del politico, del prendere posizione. Contro qualcuno. (C.Schmitt, Nietzche)
(ed è lì che ci si sporca le mani, che si rischia).

Si tratta di unire la filosofia con la politica, ma da che mondo e mondo è sempre stato così (anche quando la filosofia si chiamava religione, o mito).

L'impedimento dell'azione è d'altronde parallelo al principio di conservazione del soggetto, che poi diventa comunità.
(e questo è il problema ancora da risolvere, che io chiamo il problema della comunità, o dell'altro: come posso riattivare il soggetto da passivo ad attivo? E certo non sapere i vari fallimenti susseguitisi nella storia è un bel problema, perciò lo studio nelle retrovie della storia della filosofia è necessaria ad ogni futura strategia)
#2720
cit inverno
"Dipende che cosa è la filosofia e che cosa sono i filosofi. Se essere filosofi vuol dire essere preparati in storia della filosofia e pretendere di insegnare materie specialistiche al mondo (come fa Fusaro con l'economia) allora è meglio che le mani vengano sporcate si, ma dalla terra e dalla zappa (io ho preso questo invito alla lettera, e ho lasciato un piccolo angolo di giardino a Fusaro"

Lasciando da parte il caso Fusaro, secondo te all'economista sta a cuore l'interesse della gente?

Secondo te non dico il filosofo, ma proprio il cittadino, non deve informarsi di quale economia si decida di usare?

O siccome non è uno specialista deve stare zitto?

Le tue argomentazioni sfiorano il fascismo  >:( , e non è un caso. Da bravo liberale quale sei.  ;)

Ma ti dico una novità: siamo ancora in democrazia!  8)


Casomai starà all'economista sapersi spiegare per il pubblico non addetto ai lavori.


ma poi perchè uno con la tua spiritualità (ottima) deve farsi carico di queste istanze....è spiacevole. :'(
#2721
cit paul
"Ma secondo te, ma è una domanda che formulo all'intero forum, la razionalità umana  è nata casualmente a prescindere da un' ordine naturale?"

A mio parere la naturalità (che io leggo come Dio) è un insieme più grande della razionalità.
Comunque capisco benissimo come per te la razionalità coincida con la naturalità.


cit paul
"Se il razionale fosse il naturale, daccapo come facciamo a interpretarlo linguisticamente e costruire teorie scientifiche e filosofie? Sono tutte illusioni?Ma perchè poi illusioni? Sappiamo forse una verità che confuta queste illusioni, e quale sarebbe e su cosa si fonderebbe?Non vedi che c'è un corto circuito logico circolare che collassa su se stesso?"

Non ho capito.  :'( 
Il linguistico fa parte del razionale, non è il razionale.  (lo dò per scontato, visto che parli di fisica).
Non vedo contraddizione. Non vedo circolarità.
E' esattamente ciò che pensi invero. Oppure non c'ho capito niente. :(

cit paul
" me appare chiara da tempo questa archè e questo principio ordinativo che si manifesta negli enti filosfici e nei fenomeni nella fisica. "

Certo sono d'accordo che il fenomenico è razionale.
Ma non sono d'accordo che l'originario sia il fenomenico.

Nel senso che non penso proprio che noi siamo un cervello.

L'originario si apre alla dimensione dello sconosciuto.
Di ciò che dunque fenomenico non è.

Ovviamente la questione è se noi siamo un oggetto.
E a mio avviso, noi di fatto non lo siamo.
Ci diamo come oggetto, ma è una funzione meramente mentale.

E sopratutto un oggetto solo se in presenza di altri oggetti.

Solo in "presenza di", ma nella meditazione profonda, otteniamo qualcosa che si avvicina di molto alla esistenza, e l'esistenza è sempre accompagnata da Dio.

Ovviamente un cane imperiale, un cinico, vedrebbe nella funzione del soggetto, una funzione mentale di reazione ad una informazione sensoriale. Dunque per costoro Dio è solo una mera immago. Un errore logico.

Come se l'uomo non fosse erranza.
Ma io ripeto è una questione radicalmente esistenziale. (non ho tempo da perdere con gli analitici)
Una liberazione della potenza immaginativa umana, contro una sua coercizione (folle).

I filosofi continentali è da secoli che vanno ammonendo a che non si fondi qualcosa di umano, come scientifico.
Perchè sennò diventa giuridico. Gerarchico.

Ora non l'hanno ancora fatto, ma pensiamo quando lo faranno.
La scienza ha deciso che noi siamo un funzione di risposta sensoriale.

Pensiamo a quando sarà giurisdizione, a questo punto il mentale stesso sarà imputabile di colpa. (basta seguire le vicende della perizia psichiatrica criminale, che presto verrà soppiantata da quella neurovegetativa, per averne già oggi esempi eclatanti).

E come in un magnifico dejavù, nuovi roghie e nuove streghe ognidove.
(umano troppo umano)

Quando Sloterdijk avvisa noi naviganti, che stanno arrivando tempi buj come mai se ne erano visti, è perchè il filosofo professionista sa bene, come la teoria della informazione, la robotizzazione umana, sia facilmente hackerabile, fin dentro alla sua più preziosa facoltà.
Quello della libertà o della intenzionalità.

Quando una intera società si schiera contro il diritto di espressione, tacciandolo del suo opposto, ossia dandogli del fascista, siamo già nel grande gioco della retorica e della propaganda. (fusaro)

Ora a te Paul a Maral e a Garbino, come si fa a spiegare che il vostro concetto di naturalità è figlio di questo controllo mentale? (io)

Come si fa a fare seria politica quando si parte con le premesse più folli che ci possano essere?
(zizek sloterdik agamben marramao)

la scienza è il nemico. (non perchè lo sia in sè, ma perchè il suo uso diventa inevitabilmente strumentale).

serve un grosso rinnovamento delle coscienze.

E sì sto parlando di utopia!  ;D
#2722
cit phil
"ma è la metafisica che dà senso alla domanda sull'archè, e indirettamente all'archè stesso, presupponendolo... non si esce dal cerchio (vizioso) logico "

Eh no! avresti ragione se stabiliamo a priori cosa è l'archè, ma noi lo possiamo solo presupporre, non ne avremo MAI la conoscenza.
E' una questione strutturale, frutto del pensiero abduttivo, che si domanda sulla "domanda stessa di cosa sia originario".
Questione per cui credo la neuroscienza non darà mai risposta, se non tramite qualche dogma rozzo e catastrofico.(e speriamo che sia il più tardi possibile).



cit phil
"diallele sta nel come si interroga... e come liquida rapidamente l'implicita e cruciale meta-domanda sul "se abbia senso la domanda stessa", ovvero sulle condizioni di possibilità del cercare una risposta... non tutte le domande sono buone domande "

La domanda ha senso in quanto l'ente si chiede come mai "sia domandante",l'uomo è quell'ente che riflette della sua esistenza. Della sua essenza, radicalmente.

Poi posso capire che molta gente non abbia il sentimento di apertura al mondo. Ma anche quello se sviluppato opportunatamente si può ottenere.
Dagli studi antropologici di Ghouram alla fenomenologia di Patocka, i contributi sono numerosi.

Il punto non è tanto se abbia senso, visto che il canone occidentale è metafisico. Quanto se il senso descritto, sia gerarchico o meno.

cit phil
"Bene, avendo individuato i cocci, abbiamo anche la possibilità di guardare come erano al loro interno, oltre alla ulteriore possibilità di ricomporli esattamente come prima, annullando gran parte dell'evento della rottura... ma è davvero ciò che è saggio fare? Una volta rotto il vaso di Pandora, non basta semplicemente ricomporlo..."

Io non li ho ancora individuati (tutti) i cocci, comunque non ho mai pensato che sia semplicemente una questione di taglia-incolla.
Ho aperto anche un 3d sull'importanza del meta-controllo-metafisico. ;)

cit phil
"eppure (correggimi se sbaglio) l'assordante scricchiolio del tempio metafisico non è forse stato la colonna sonora di tutto il '900?
Non a caso, tu stesso hai colto l'esigenza di una "metafisica 2.0" e, se la realizzerai, magari t'accorgerai che è una metafisica solo metaforicamente (e forse sarà l'auspicato "linguaggio di controllo" a farti notare la "metafora della metafisica" :) )."

Certamente, se superiamo l'imbarazzo di parlare ancora di metafisica, non si può poi non ripartire dalla sua crisi.

Ma permettimi di fare un piccolo excursus su cosa sia metafisica, altrimenti mi pare che non cogli la mia urgenza.

Io utilizzo il termine metafisica, perchè trovo che il fondamento di qualsiasi interrogante sia impossibile da aggirare.
Strutturalmente l'uomo ha un punto di vista soggettivo. (l'origine non è mai il soggetto, che al massimo può solo accompagnarla).

In cosa consista il fondamento, è il cuore pulsante della questione. (ossia il problema dell'uomo è il fondamento, e appunto ciò di cui si occupa la filosofia, quando è grande da Aristotele in poi)

A mio parere però, si tratta di ripensare l'originario, che noi deduciamo induttivamente dalle azioni e dai sentimenti. (tramite l'analisi freudiana-lacaniana, ossia psicanalitica, ossia cosa è l'inconscio?)

Si tratta di rileggere attentamente la storia della filosofia e martellare sui suoi errori esiziali.
(nietzche-freud-marx)

Ripartendo dal grande moloch che abbiamo davanti: la scienza.
Ossia il terrore della morte. (hobbes)
Dalle dietistiche ai vaccini, dal fitness alla meritocrazia.
Un complesso gorgo di forze oscure che trascinano l'uomo verso quello che Freud chiamava il principio di morte.
Frutto del trauma, scoperto dopo la morte di Dio: siamo esposti all'aperto, siamo in pericolo.
Il globalismo e la sua coltre di smog protettivo, la sfera, la bolla, la schiuma, sono da leggersi in chiave psicanalitca, come fa Sloterdijk.
Non tutto quello che sembra, è.
Il mondo è come un bambino atterrito, frutto delle sue manie, distruttive e autolesive.(Klein)
Sembra completamente aver perso il sentimento, il legame affettivo. (Bion)
Frutto indubitabile delle false metafisiche, dell'inganno. (liberalismo)

Il discorso è ampio, i cocci sono tutti da trovare.
La metafisica 2.0, in questo momento è come un miraggio.
Ma non per questo la sua utopia non va pensata. Sarebbe un grave errore, concentrarsi solo sulla parte destruens. (io)

Il problema centrale, di cui effettivamente, mi rendo conto, di non averlo ancora MAI scritto, è il seguente:
Quello temporale! perchè mentre il soggetto umano tenta di decostruirsi, ed intendersi, la tecnica, lo supera, incasinandolo (scusate il termine) ancora di più.
E' per questo motivo, che La profezia di Nietzche o di Severino fanno fatica ad inverarsi. Ossia facciamo fatica a raggiungere la sponda del nichilismo. Il terrore dilaga, e si nutre della sua cattiva potenza, ossia la tecnica che viene sempre più usata per descrivere paesaggi artificiali, robotici, disumani.
Disumani, perchè lo allontano da quello che è e sempre sarà.
Un soggetto mortale. (paideia greca)
L'uomo per poter ripensare, ormai maturo della sua condizione precaria, deve cioè affrontare continui freni, continue resistenze. (freud)
Che lo illudono di poter essere immortale. (freud)
Tra molto breve, il giuridico sancirà la proibizione della paura della morte.
(Oddio lo ha già fatto su molti campi). (io)
Ecco se prima, cioè ora, la domanda sul metafisico risulta ostica, o ridicola (a seconda del proprio grado di mimesi sociale), mi vien da ridere cosa sarà dopo.
I cani da guardia dell'impero intellettuale, con me però non possono farci proprio niente.
Io penso. E la decostruzione mi riesce facile, sebbene non ne vedo ancora l'indicazione di uscita, anzi mi pare che abbiamo preso una lunga autostrada di malcostume, che richiederà una analisi veramente infinita.(freud)

Il ripensamento degli errori va fatto cioè in seduta analitica.

Creando ovviamente un linguaggio consono all'altezza della filosofia (sono molti i problemi della psicanalisi), ossia appunto un metalinguaggio tutto suo, seppur sulla struttura dei traguardi dello strutturalismo (a cui Lacan è riconducibile).
#2723
infatti garbino che centra aristotele con nietzche?

inoltre mi pare strano che aristotele e i greci credessero nell'infinito.

Ma non era sempre cattivo per loro? lo chiedo anche a maral. (che è l'infinito limitato?????)
#2724
x anthony e maral

il centro vuoto è stato occupato da Dio più che altro.

il punto è di spezzare invece il centro dogmatico divino, con le realtà periferiche e le loro credenze.

Federazione contro Globalismo.

Perciò io sono favorevole che il cerchio gigante si spezzi per cerchi periferici.

Il punto è che come il Giappone (lo stato più avanzato di tutti a livello sociale) dimostra, la rottura del cerchio grande non crea cerchi piccoli, ma individui isolati completamente avulsi da ogni cosa e credenza.

A furia di credere nel centro vuoto, abitato da Dio, ci si è dimenticati, del vero perchè si sta in cerchio!

Per inciso la nuova metafisica deve avere per conclusione quello, ridare valore ai cerchi umani, e non al centro divino.
#2725
Ma certamente equilibrare la bilancia lato fisiologico, ci sta.

E' che non vedo cosa c'entri con la metafisica, per così dire intenzionale.

Quella che viene prima della scienza, mi verrebbe da dire.

Se devo controllare il linguaggio in base alle scemenze della neuroscienza, ti assicuro, che il linguaggio "controllato" sarà un linguaggio cibernetico.

Assolutamente vacuo e incomprensibile per la gente comune. Anzi visto i programmi come quelli della PNL, potenzialmente co-optante la volontà umana.

La metafisica peggiore che ci possa essere.

Io stesso ho usato le forme di controllo mentale proposte da Watzlawicz, e ne riconosco l'utilità, mi ha fatto uscire da una trappola mentale in cui ero caduto.

Ma se poi devo accettare il progetto generale, io lo rifiuto con forza.

Comunque per forza di cose rimango sul pezzo del "cognitivo", di fatto è la base su cui costruire un edificio metafisico.

Rimango dell'opinione che non serva per il controllo.(e anzi addirittura forse lo strumentalizza).
#2726
ciao Paul!

cit paul
"L'archè è origine e si manifesta con l"ordine",altri potrebbero definirlo diversamente, ma sostanzialmente significa che sono riterati, ripetuti eventi e fenomeni e non mutano le proprietà fondamntali che caratterizzano una data sostanza all'interno di un fenomeno fisico."

L'archè come origine degli enti...mmmmm....non sono d'accordo. (anche se ti seguo abbastanza facilmente)

A mio parere se vi è una ordinazione è perchè vi è un razionale. ( e qui saremmo d'accordo)

Seguendoti allora il razionale sarebbe l'archè. (al massimo potrei suppore che il razionale sarebbe il naturale)

Invece a mio parere l'archè è ancora più originario, in quanto la domanda dell'uomo, starebbe proprio nel suo carattere di essere razionale. ( il suo caso particolare, lui ente fra gli enti, unico in grado di domandare)

Nel mio caso, voglio essere onesto. La domanda sull'archè parte subito, perchè io mi sento da subito soggetto, mi sento compreso dentro un mondo fenomenico E qualcosa d'altro, chiaramente irragiungibile.
Il mio rapporto con Dio è radicalmente da subito. Sin da Bambino è gia fissato come emozione evoluta.
Ora che il fenomenico sia necessariamente o meno, ordinato, non mi sembra un grande affare.
Anche perchè di tassonomie ce ne sono quante la formalità se ne può inventare.

Ti dirò di più Paul, è proprio un senso di disparità rispetto all'ordinamento degli enti, che mi fa nascere la domanda sull'originario, come se partecipassi di una ordinalità diversa a quella cardinale degli enti fenomenici.
(ove la diversa ordinalità non è forse proprio la capacità umana di domandarsi come "ens medium"?)

Nella tua visione cardinalità e ordinalità invece mi paiono quasi coincidere. Ma forse mi sbaglio.
#2727
Ciao Phil

capisco il tuo senso generale, di aderenza alla realtà. il sistema fallocentrico lol...

ma qualche mezza polemica, la accetterai ;)

"Secondo me (e credo anche per alcuni analitici di oltreoceano) il discorso metafisico classico (e le sue attualizzazioni pensose) sconfina sempre più in "letteratura" (e non in episteme), poiché, come accennavo:pre-supporre un principio originario e, curiosamente, anche intelligibile pur non avendolo ancora colto (allora come possiamo saperlo?), è solo una questione di fede metafisica (che non è un peccato capitale  ;) ). Proprio la molteplicità delle prassi in atto, come giustamente osservi, dimostra l'irrilevanza funzionale di presunti valori assoluti (extra-contestuali, meta-temporali, etc.), salvo ritenere assoluti quelli della propria cultura e della propria tradizione (metafisica inclusa)."

Direi che è proprio il contrario.

Pretendere di vedere l'elettrone prima ancora di averlo visto, è tipico della scienza.
Che ammette un qualcosa e poi va a verificare se l'esperimento lo verifichi.
Prima che qualcun altro con un altro esperimento metta in crisi il conetto stesso di elettrone.
Dunque l'elettrone è metafisica. Il che è bizzarro, perchè dovrebbe essere scienza.

Indubitabilmente la filosofia è nata come ricorda Heidegger (la metafisica pensosa di cui parli) propio come scienza dei principi sugli enti e sull'essere.

Sugli enti come fisica, e sull'essere come domanda, ossia come uomo.

La metafisica dei principi sugli enti è diventata scienza, e quella sull'uomo è la metafisica tout-court come la intendiamo oggi.

Ma la metafisica sull'originario, è la metafisica sulle domande che si fa l'uomo.

Tu puoi anche pensare che sia una mera panacea per sottosviluppati umani, ma ti assicuro che quella che tu chiami panacea, è invece angoscia e speranza (e tanti altri sentimenti che noi artisti letterati buffamente abbiamo), assolutamente contestuali, assolutamente temporali.
A ciò che siamo ora e adesso e ai nostri orizzonti (di senso, guarda un pò queste domande birichine a cosa mi portano! che ci vuoi fare se non mi rassegno a diventare un robot!)

E' la scienza che invece bullizza le persone presa dalle sue certezze universali e atemporali.
(proprio lei che invece nella storia è cambiata così tanto).

Bizzarro Phil davvero bizzarro come la tua critica sia sulla metafisica quando è chiaramente sulla scienza che andrebbe fatta.

(ancor più bizzarro perchè non mi sembri una persona che non abbia un orizzonte di senso....MAH!)

:o


cit phil
"ovvero senza metafisica non ha senso l'archè, senza l'archè non ha senso la metafisica... eppure di nessuno dei due riusciamo a trovare un senso senza chiamare in causa l'altro (circolo vizioso)."

L'archè potrebbe benissimo fare a meno della metafisica.
In quanto è la domanda sull'archè che costituisce la metafisica.

Non vedo dialle alcuno. In quanto l'unica cosa certa è che esista un uomo che si sta interrogando sul principio, sull'originario.

L'archè è una questione simbolica, non chiede di essere dimostrata. E' l'uomo che necessita di una metafisica per compronderlo.
Almeno filosoficamente parlando.

I tentativi di comprensione rischiano sempre di essere tentativi di imposizione, ma per rendersi conto di questa cosa, è dovuto passare molto sangue sotto i ponti, dei domandanti.

Perchè infine più di che cosa fosse la metafisica, ci si è chiariti di cosa sia l'uomo, ossia il domandante ha capito sempre più quale diavolo nel senso di doppio, falso lui sia.

Di quali menzogne bugie e mimesi sono necessarie per mantenere il suo particolare status di domandante.(fino all'aporia di non domandarsi più niente se non le quisquilie come quelle di questo 3d.)

Attenzione a non fare di un fascio, problemi apparentemente legati, ma in effetti completamente avulsi tra loro.

D'altronde come scrivo altrove. E' il simbolo che si è rotto. Intanto ricominciamo a raccogliere i cocci del senso del nostro domandare, prima di scagliarsi a priori sul metafisico. Cominciamo a fare pulizia dei concetti che storicamente hanno ceduto.

Lo scetticismo è uno di quelli. Grazie.
#2728
Percorsi ed Esperienze / Re:contro la gratitudine
02 Giugno 2017, 12:22:20 PM
Che hai combinato davintro? hai offeso i sentimenti di qualche giovane donzella? o di qualche matrona arcigna?
;)
Che infatti è la stessa cosa, ci si illude di avere dei diritti.
Ma questi diritti non ci sono, ci hanno raccontati che esistono in una società polita e rispettosa.
Questione di forma che informano la società con il suo galateo per signorine.

La verità è che la gente è una  bestia, la gratitudine è una sorta di regalia concessa agli occhi di chi elargisce.
Persone abiette, figlie di un individualismo le cui sfaccettature non finisco ancora oggi di stupirmi.

Ovviamente sono d'accordo con tutto quello che hai scritto!
#2729
Citazione di: anthonyi il 02 Giugno 2017, 11:51:43 AM
Citazione di: sgiombo il 01 Giugno 2017, 17:58:24 PM
Citazione di: anthonyi il 01 Giugno 2017, 10:53:39 AM
CitazioneInnanzitutto sulla questione in generale mi sembra che esistano filosofi che non se ne stanno rinchiusi nella loro torre d' avorio ma combattono nella cultura e anche nella politica (non necessariamente militando in un determinato partito); e che dalla loro cultura e preparazione filosofica traggono forza anche nelle loro prese di posizione politiche.

Uno molto intelligente e interessante, anche se dissento profondamente sia da qualche sua tesi filosofica che politica, mi pare Diego Fusaro (come già il suo compianto maestro Costanzo Preve).
Altri con i quali in politica concordo moto di più sono Domenico Losurdo, Stefano Azzarà e pure in qualche non effimera misura Luciano Canfora.
Un altro é stato il mio venerato maestro e amico Sebastiano Timpanaro.

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Citazione di: Angelo Cannata il 31 Maggio 2017, 16:54:19 PM
in particolare riguardo alle grandi potenze economiche, le banche, che oggi tengono tutti noi in pugno, il capitalismo, l'industria, l'uomo ridotto a massa di consumatori.,.

Proviamo allora a sporcarci le mani, quelle di cui parti sono interpretazioni ontologiche dell'attualità, l'idea dietrologica, della quale la cultura Occidentale è succube da Marx in poi  porta a ragionare spesso come se questo grande complotto, dei poteri finanziari, delle multinazionali, dei potenti del mercato, fosse una verità indubitabile.
Lo stesso Papa Francesco in un'enciclica dichiara: "Affamare i popoli per salvare la banche" non ponendosi il problema del se questa frase sia vera (mentre per me che me ne intendo è vero l'esatto contrario).  (Anthony)


CitazioneTe ne "intenderai" pure, ma gli orrori del capitalismo contemporaneo (compreso il fatto che sta pericolosissimamente portando all' estinzione "prematura e di sua propria mano" dell' umanità) non sono affatto ideologiche "interpretazioni ontologiche dell'attualità, o idee dietrologica", bensì dati di fatto reali sotto gli occhi di tutti coloro che non vogliano deliberatamente mettere delle spessissime (e rancide) fette di salame sugli occhi propri e (soprattutto) del popolo.

Il concetto di capitalismo nasce con Marx, poi nelle successive interpretazioni vetero-marxiste assume vari significati mai precisi. Io preferisco usare concetti più precisi come libero mercato, impresa, imprenditore. Sono tutte realtà che sono alla base dell'esplosione di benessere che ha avuto l'umanità negli ultimi due secoli (Perché è tutto cominciato due secoli fa in Germania e Inghilterra). Non lo so se l'umanità va verso l'estinzione, nucleare o per il surriscaldamento globale, quello che so è che fino al 1991 quando il blocco comunista crolla, quello stesso blocco che non riusciva a garantire benessere per i suoi cittadini, comunque riusciva a produrre bombe nucleari ed inquinamento come i paesi "capitalisti". Se l'umanità si estinguerà non sarà certo per il "capitalismo", il quale essendo per definizione egemone sull'umanità, non ha alcun interesse a distruggere il suo dominio.

Ha ragione Sgiombo, nella maniera più assoluta.

Oggi come oggi, o si è liberali e si accetta il capitalismo, o si è contrari!
(non c'è tempo per inutili sottigliezze legali).

allora si cerca di ripensare (io), o di mantenere (sgiombo), anche l'originalità del pensiero marxista. Che volenti o nolenti è stato un importante pezzo della storia recente. Le cui categorie valutative, per avere successo, non sono poi così totalmente pretestuose.


#2730
Angelo hai ragione a sottolinearlo, però se mi immischio in battaglie da pollaio, schiamazzose e senza senso, è proprio perchè ritengo che il pensiero scettico o ingenuo che sia (costruttivismo vari), sia una chiara violazione del diritto alla filosofia.

E' una questione seria, che in tempi di laissez faire come i nostri, non ricevono la giusta attenzione.

Filosofi tosti come Cacciari come Sini e tanti altri ancora, sembrano invece cedere il passo alle nuove prassi, e ai cani della polizia intellettuale come ribattezzati da Cesare Preve. Gente che fa della stoltezza la sua arma principale.In vista di piaceri da settimana enigmistica.

Hanno completamente perso il valore della guerra intellettuale.

Siamo d'accordo che forse pecchiamo di ingenuità, perchè quelle guerre (analitici vs continentali, come la chiamo io) sono solo fumo negli occhi, di modo che non si ragioni più su problemi reali. (Uno su tutti il governo dei corpi)
Ma che ci vuoi fare....qua stiamo ancora discutendo se è meglio stare in Europa o no....problema ai miei occhi importante, ma del tutto periferico.

Per meglio comprendere uno deve capire di stare all'interno di certi meccanismi...è quindi impensabile pensare di passare direttamente all'azione, senza una minima idea delle strutture in cui siamo immersi, e che condizionano direttamente il nostro pensiero.

L'amarezza con cui chiudono la loro esistenza certi filosofi (mi viene subito in mente Preve) è testimone di quale esercizio di sopportazione i pochi filosofi critici ancora rimasti devono fare per poter andare avanti.

E comunque io dico No! bisogna farsi carico del fallimento delle ideologie, e il sociale, da un punto di vista filosofico va cautamente seguito nel suo iter di proposta. Ma va fatto!

E' sulle modalità di procedimento, che credo possa essere suscitato il maggior interesse, su questo forum almeno.

Procedere per via etica. O per via cognitiva. Uniti o Separati? etc.....

Ma se ovviamente si toglie persino l'idea che si possa procedere.....BEH qualche problemino io ce l'ho e mi batto per ogni iter possibile.

Siamo putroppo alle premesse per poi dire qualcosa dell'iter che comprenda anche il sociale.

Quindi volenti o nolenti, il faticoso, a volte detestabile, definire le questioni e confrontarle è necessario.
(Ma poi perchè lo sto dicendo a te. Visto che ne sei maestro ;) )

Sebbene non ancora legato alla questione sociale.

Va da sè che la filosofia sembra lavarsene le mani (anche se effettivamente se ne lava le mani, sia chiaro) perchè sta ancora organizzandosi nelle retrovie. ( eh sì lo so, non suona tanto bene, al saldatore dell'acciaieria!)

Diversa cosa è l'attualità, dove uno può proporre la sua idea politica o ideale, senza dover far eccessivo ricorso alle strutture della filosofia, che richiedono un approfondimento maggiore.

Così nella religione, posso proporre letture, a partire da un sentire, senza dover per forza passare per delle forme rigide di composizione.

Almeno nel secondo caso sò che sei d'accordo.

Nessuno ha mai detto che la filosia sia roba facile. Certo attira molti uditori, ma pochi comprendono veramente il suo carattere unitario e rivoluzionario.


Per questo filosofie spicciole come quelle dello scientismo o dello scetticismo: fanno più radical chic....e qui mi fermo.
O sennò la polemica impazza.