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Messaggi - sgiombo

#2746
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
21 Aprile 2017, 19:37:56 PM
Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 17:27:50 PM
@sgiombo

Va beh che si tratta soltanto di vite di persone "di natura inferiore"

Qui hai toppato. Non ho mai detto che esistono persone di "natura inferiore".
Ho detto che in ciscuno di noi c'è una natura inferiore e una natura superiore.

E ho detto che il fatto che tu abbia abbandonato una fede ed un clan, per abbracciare un'altra fede e un altro clan, è una dinamica che rientra nella nostra natura inferiore. E, quindi, da un punto di vista di crescita spirituale non hai fatto nessun passo avanti. Perchè continui a lasciarti determinare dalla tua natura inferiore. Dalla tua natura inferiore che è poi anche la mia natura inferiore. Perchè la nostra natura inferiore ce l'abbiamo tutti.

Quando riuscirai a comprendere che in realtà non esistono clan nè fedi, allora comincerai a ragionare con la tua natura superiore e comincerai a farti determinare dalla tua natura superiore. Ma questo non è gratis. Ci devi lavorare su. E nessun altro può farlo per te al posto tuo. E' una cosa che solo tu puoi fare.
CitazioneAlle altre affermazioni qui riportate ho già  risposto.

Perciò mi limito solo a rilevare che la tua frase " Ma sei sempre all'interno delle dinamiche della tua natura inferiore" si può ben intendere (per lo meno anche) come allusiva a una mia complessiva natura inferiore e non a una mia "duplicità di nature", l' una inferiore e l' altra "superiore" (alle quali nell' intervento #102 al quale rispondevo non si fa cenno).

Se lo spiegatore non si spiega adeguatamente é inevitabile che conseguano "toppamenti" nella comprensione delle sue parole.


#2747
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
21 Aprile 2017, 17:19:09 PM
Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 17:12:35 PM
@sgiombo

Sei passato da una "fede" a un'altra "fede".
A te sembra di aver fatto chissà quale "rivoluzione" o "cambiamento".
In realtà, da un punto di vista di crescita spirituale, non ti sei mosso di un centimetro.
Hai solo scelto un altro clan. Ma sei sempre all'interno delle dinamiche della tua natura inferiore.
CitazioneComplimenti alla tua (ovviamente tutt' altro che "fideistica", molto razionalmente fondata...) sfera di cristallo che ti consente di comprendere e giudicare le vite degli altri delle quali non hai la ben che minima conoscenza!

Va beh che si tratta soltanto di vite di persone "di natura inferiore" (...ma dove l' ho già sentita questa?).
#2748
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
21 Aprile 2017, 17:08:58 PM
Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 16:47:36 PM


Le resistenze sono fortissime. Perchè come si vede anche in questo forum ciascuno rimane aggrappato disperatamente alle sue fedi: il credente continuerà a essere credente. Il comunista rimarrà comunista. Lo scettico rimarrà scettico. La resistenza ad andare oltre le proprie fedi e quindi la resistenza al cambiamento e quindi la resistenza alla Consapevolezza è uno scoglio durissimo da superare.
E se uno non fa un lavoro serio su se stesso (a 20 anni come a 50 anni come a 70 anni e oltre) non potrà mai andare oltre le sue fedi e non potrà mai apririsi alla Consapevolezza.

CitazionePer quel che mi riguarda sono "nato" (educato in una famiglia) credente (cattolica praticante) e politicamente democristiana (non sto a spiegare ai giovani che non hanno vissuto nella prima repubblica, perché non strettamente necessario).

Ma non sono rimasto aggrappato acriticamente e "disperatamente" alle mie fedi.
Tant' é vero che (prima) sono diventato ateo e (poi; del tutto indipendentemente: lo sarei diventato anche se fossi rimasto cristiano) comunista.
#2749
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
21 Aprile 2017, 14:54:18 PM
Citazione di: myfriend il 21 Aprile 2017, 13:52:38 PM
Il comunismo non ha fallito affatto (dopo avere ottenuto buoni risultati, ha invece subito sconfitte da parte del capitalismo, questo sì assolutamente fallimentare, come è evidentissimo a chiunque abbia l' onestà intellettuale d guardare i fatti per quel che sono e ammettere che sono quel che sono).

Questa è davvero bella. Mo me la segno.  :D

CitazioneE fai bene.
Ma meglio ancora faresti a toglierti le fette di salame dagli occhi e guardare in faccia la realtà.
Ti accorgeresti che il benessere complessivo medio per le popolazioni  di quei paesi, di quelle dei paesi che con essi collaboravano per il proprio sviluppo e sono cadute completamente in balia dell' imperialismo, per noi stessi relativamente non privilegiati dei paesi occidentali dominanti nel sistema imperialistico mondiale é drasticamente, drammaticissimamente diminuito e continua a diminuire vertiginosamente dopo la caduta del muro di Belino e in conseguenza di essa!


Comunismo e capitalismo sono due facce della stessa medaglia. Non per niente si basano entrambi sulla concezione darwiniana della evoluzione umana come risultato della contrapposizione e della lotta tra "uomini superiori" e "uomini inferiori".

Tutte le ideologie del 20 secolo sono nate dall'idea darwinista della "lotta per l'evoluzione tra uomini superiori e uomini inferiori".Cambiano solo le categorie in lotta, ma la dinamica di base è la stessa per tutte le ideologie: nazismo, comunismo, capitalismo.Nazismo, comunismo e capitalismo si differenziano solo sulla definizione di "uomini superiori" e "uomini inferiori". Ma si basano tutte sulla stessa visione darwinista che concepisce l'evoluzione umana come risultato della lotta e della contrapposizione tra "superiori" e "inferiori".
CitazionePer la serie: le cazzate delle ore 13 , 52.
#2750
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
21 Aprile 2017, 11:13:54 AM
Citazione di: green demetr il 20 Aprile 2017, 23:31:00 PM
x sgiombo

cit sgiombo
"I mezzi per perseguire gli scopi (per esempio la "democrazia"; ma per me esistono molte, ben diverse fra loro democrazie!) si possono conoscere razionalmente (verificare empiricamente e/o dimostrare logicamente); ma gli scopi si "avvertono" irrazionalmente.
penso che in generale sei molto fiducioso nella razionalità che porta a perseguire degli scopi.
altrimenti non saresti comunista forse."


Prima una nota mia, (solo a margine Sgiombo, non è qui il caso di andare off topic).
Ma il comunismo fallirà sempre perchè da una versione antropologica totalmente errata dell'uomo.
L'uomo non è mai quello che è, ma è sopratutto quello che vorrebbe essere.
E' proprio dall'intenzionalità, da questo desiderio di "avere le cose" che arriviamo a "essere delle cose".
ma il feticismo di marx non è proprio questo?
Le riflessioni che partono dalla psciologia di Brentano fino ad arrivare ad husserl e heidegger, partono da questa considerazione.
il nuovo socialismo deve essere critico pena un fallimento infinito.
e invece anche oggi continuano a fare lo stesso errore "a sinistra", negare la psicologia, bollandola di psicologismo.
Ma la psicologia è razionalità. Mentre il comunismo no. ( e freud fu bruciato anche dalla russia)

CitazioneIl mio disaccordo è completo:

Il comunismo non ha fallito affatto (dopo avere ottenuto buoni risultati, ha invece subito sconfitte da parte del capitalismo, questo sì assolutamente fallimentare, come è evidentissimo a chiunque abbia l' onestà intellettuale d guardare i fatti per quel che sono e ammettere che sono quel che sono).
E, seguendo il pessimismo della ragione che però non esclude affatto l' ottimismo della volontà, temo che su questa terra sarà sconfitto definitivamente; ma questa sua non improbabile sconfitta, se purtroppo accadrà, sarà la sconfitta dell' umanità intera perché comporterà inevitabilmente la sua estinzione "prematura e di sua propria mano".
Inoltre certamente nell' universo infinito ci sono anche pianeti abitati da specie coscienti e intenzionali sui quali la vita, così come "da noi" ha, contrariamente che in tantissimi altri pianeti, superato nella sua evoluzione le condizioni dei procarioti, quelle degli eucarioti unicellulari, quelle dei vegetali e animali non dotati di autocoscienza e intenzionalità, ha superato e/o supererà anche la (muatatis mutandis) divisione degli animali dotati di autocoscienza e intenzionalità in classi antagonistiche (o condizioni a ciò corrispondenti) e ha realizzato e/o realizzerà qualcosa di analogo al "nostro comunismo".
E sicuramente quei fortunati soggetti di autocoscienza di tali fortunati pianeti hanno pensato, pensano e penseranno a noi che ci siamo battuti per una civiltà simile alla loro su questa terra e su tanti altri pianeti e siamo stati sconfitti con lo stesso rispetto, ammirazione, venerazione con cui noi pensiamo agli sconfitti in lotta per la civiltà umana di epoche precedenti la nostra (da Spartaco a Huss a fra Dolcino a Gioacchino da Fiore a Giordano Bruno a Robespierre a Babeuf a Rosa Luxemburg a Parice Lumumba a Ernesto Guevara a Salvador Allende a Oscar Romero a Thomas Sankara, ai coniugi Ceausescu, a Saddam Hussein a Muammar Gheddafi, ecc.); e comunque se avremo fatto il nostro dovere di rivoluzionari, anche se confitti, saremo "a posto con la nostra coscienza", potremo essere soddisfatti di noi stessi: la virtù è premio a se stessa.

La seconda non è che la boeziana consolazione della filosofia.
Una "consolazione" alquanto "religiosa", la prima?
Non lo so.
Ma so che è anch' essa un' ottima consolazione, tale da contribuire potentemente a farmi amare la vita con tutto me stesso, accada quel che accada.


Non capisco in che senso Freud sarebbe stato bruciato anche dalla Russia; mi sembra che sia morto nel suo letto a tarda età, per me immeritatamente venerato e riverito.
Comunque credo che il socialismo scientifico sia almeno altrettanto razionale della miglior psicologia, e incomparabilmente più razionale di quella irrazionalistissima di Freud e seguaci.


Ora la domanda:

Questo mi giunge inaspettato, tu che sei un campione contro l'irrazionalismo, mi dici che secondo te lo scopo semplicemente si avverte irrazionalmente?
Sono basito.
CitazioneMi stupisci.
 
Dovresti infatti sapere che essere consapevoli dei limiti del razionalismo è essere ben più conseguentemente razionalisti che (irrazionalisticamente!) ignorarli.
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Ma anche stando così la cosa, quale sarebbe la razionalità di una democrazia?
Non pretendo un saggio, ma almeno un paio di linee guida esemplificative.
O anche un paio di nomi, Marx? Lenin?
A mio avviso invece l'episteme, quando passa dall'oggetto, alle persone, diventa sociologia, con le sue brave leggi sociali, con i suoi know how ideologici. Propaganda.
E questa propaganda viene fatta per via di una conoscenza solida, di come sono fatto gli uomini e di come ragionano.
Mi richiamo se vuoi, se lo conosci,a Pasolini, che vedeva nell'introduzione delle tv nelle case, la fine di ogni possibile umanità.
E così è stato. Io intorno a me vedo solo Robot (avete visto il telefilm? perfetto!)
CitazioneAppunto: la democrazia, come il socialismo, è uno scopo avvertito irrazionalmente.

Razionalistica è invece la verifica del realismo o meno degli scopi nonché la ricerca dei mezzi atti a realizzare quelli ritenuti realistici nelle condizioni date: Marx, Engels (per me non meno di Marx!), Lenin, Gramsci, Stalin, Lucacs, ecc.).




Torniamo al MAIN, al piatto centrale.

Certamente non ero sicuro che per te cosa-in-sè e fenomeno coincidessero, l'ho provato a ricavare per te.
Hai fatto bene a distinguere.
Ma di fatto hai creato un altro problema.
Tu parli di trascendenza, ossia che il fenomeno sia trasceso dalla cosa in sè.
Ma è proprio questo il punto impossibile per Kant da superare, che cosa è la trascendenza?
E visto che non sopportiamo le religioni, non possiamo dire che sia Dio, spero tu mi capisca!
Quale sarebbe il contenuto razionale? Il problema di kant insomma era il contenuto razionale del tracendente, quale giudizio darne?
Hai anche specificato che il mentale non è il trascendente, che era un altra soluzione che avevo provato a ricavare per te.
In realtà sono d'accordo, anche il mentale è fenomeno.
CitazioneRipeto che non vedo nessun problema né per Kant, né (si parva licet) per me.
Del noumeno, se c' è, non è conoscibile altro che l' esistenza in divenire puntualmente ed univocamente corrispondente ai fenomeni secondo alcune -poche-  determinate modalità o criteri. Punto e basta (e anche questa è solo un' ipotesi esplicativa: se è vera conoscenza, non è comunque certa in quanto tale).
Di più non si può pretendere di razionalmente e sensatamente pensarne.



Ma la mia domanda è comunque un altra.
E allora in cosa consisterebbe la co-scienza?
Provo di nuovo a ricavarlo per te, che la coscienza per te sia essa stessa un fenomeno?
In quel caso staresti dando un significato a mio parere troppo unilaterale con dei rischi forti di sforare nell'irrazionale.
Per esempio perchè la coscienza cambia? Mentre per te il fenomeno (del tutto irrazionalmente e per ipedire di scadere in uno scetticismo totale e sordo) avrebbe comunque una certa sicurezza di consistenza temporale. (puoi sempre correggermi, sono alcune cose che mi sono rimaste nella memoria dei tuoi scritti, vado cioè a memoria).


CitazioneLa coscienza è puramente e semplicemente l' insieme dei fenomeni percepiti sensibilmente.

Essa cambia (diviene). Lo si constata, senza bisogno di "spiegazioni ulteriori" del suo divenire; che comunque se ci fossero sarebbero a loro volta prive di "spiegazioni ulteriormente ulteriori" in un regresso all' infinito: prima o poi bisogna pur fermarsi nel cercare spiegazioni, e allora perché mai non fermarsi alla constatazione del divenire della coscienza fenomenica e invece cercarne ulteriori spiegazioni?
Il noumeno spiega comunque ulteriormente determinati aspetti di questo divenire dei fenomeni, come la (indimostrabile) intersoggettività di quelli materiali.
Ma in generale l' alternativa é fra il fermarsi a determinate spiegazioni inspiegate o il regresso all' infinito (o al limite cercare "pseudospiegazioni circolari").

La "maggiore consistenza temporale" è, nelle mie ipotesi ontologiche, propria del noumeno rispetto ai fenomeni: i soggetti e gli oggetti in sé dei fenomeni accadono realmente anche in circostanze diverse da quelle nelle quali e in maniera puntualmente ed univocamente corrispondente alle quali accadono i fenomeni ("ciò che in sé corrisponde all' albero qui di fronte" e "ciò che in sé corrisponde a me soggetto della sua visione e soggetto-oggetto delle mie sensazioni mentali" sono reali anche allorché  essi sono in relazioni diverse da quelle nelle quali accade realmente anche la mia visione dell' albero, ovvero anche allorché non esistono i fenomeni "albero", perché per esempio chiudo gli occhi o guardo o magari vado altrove; e tali cose in sé sono reali anche allorché non lo sono  neppure i fenomeni "miei pensieri, sentimenti, ecc." perché magari dormo senza sognare).

#2751
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
20 Aprile 2017, 14:57:32 PM
Citazione di: anthonyi il 20 Aprile 2017, 13:58:16 PM

La coda del pavone e le corna sono forme di riconoscimento sessuale, altro che essere contro il meccanismo selettivo. Comunque e chiaro che queste questioni ben strutturate richiederebbero un modello e non è questo lo spazio per discuterne. Giustamente ogni modello sarebbe soggetto alle ipotesi di partenza per cui sarebbe discutibile in ogni caso. Le mie considerazioni d'altronde sono intuitive e tendono a sottolineare la profonda differenza tra un atteggiamento altruistico ordinario (legato a rapporti di vicinanza o parentela) che è arci studiato e produce i risultati che tu dici, tra cui anche quello di mantenere la variabilità, e un atteggiamento pietistico che invece non produce questi risultati perché non c'è reciprocità e quindi non ci sono le condizioni formali perché quel carattere si affermi (Cioè si mantenga in una quota costante nella popolazione).
CitazioneCorna dei cervi e code dei pavoni, poiché facilitano -e non poco!- la cattura da parte dei predatori sono contro un preteso (ma falso) meccanismo selettivo che operasse "in positivo" salvaguardando e diffondendo solo l' "adattissimo" a un ambiente in costante mutamento. 

Mentre la realtà della selezione naturale é ben diversa!

E infatti ha diffuso (non solo nell' uomo, in conseguenza del "salto di qualità culturale") anche atteggiamenti "pietistici" anche indipendentemente dalla parentela e dalla reciprocità (per esempio mammiferi madri che in natura allattano e accudiscono anche cuccioli "adottati" di altre specie, sottraendo parte del proprio tempo e delle proprie energie ai loro propri discendenti portatori di una copia del loro DNA o comunque ad altri piccoli della loro specie, loro parenti più o meno stretti, con DNA molto più affine al loro).
#2752
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
20 Aprile 2017, 14:43:52 PM
Citazione di: maral il 19 Aprile 2017, 23:10:23 PM
Mi scuso Sgiombo se ho male inteso alcune tue affermazioni, purtroppo il tuo stile fatto di molti incisi e parentesi per meglio definire, mi risulta spesso difficile, è certo questione di una mia crescente mancanza di attenzione mentale analitica.
CitazioneNo, purtroppo è un mio difetto di cui sono consapevole ma che non riesco a superare, nel desiderio di dire in poche parole considerazioni che andrebbero svolte più estesamente; del quale sono io a dovermi scusare.

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Citazione di: sgiombo il 19 Aprile 2017, 13:13:32 PM
E comunque le credenze circa la piattezza e fermezza della terra e il moto del sole intorno ad essa non sono immediate percezioni fenomeniche (dati di coscienza), bensì predicati o giudizi (errati, falsi) circa di esse.
Per quanto mi riguarda direi proprio di no. Se non avessi imparato a scuola che non è così, ti assicuro Sgiombo che la mia normale sensazione immediata è proprio quella di trovarmi su una terra piatta (salvo monti e colline) e ben ferma (eccetto in caso di terremoto che non è piacevole) e non su una palla che gira vorticosamente su se stessa come una trottola velocissima nel cosmo, di questo non ho proprio nessuna sensazione immediata e ringrazio che sia così, mi gira la testa solo a pensarci a una cosa simile. E ti dirò di più, la mia sensazione immediata, se sono in campagna e vedo il cielo notturno con tutte le sue lucine, è proprio quella di trovarmi al centro di uno spettacolo tutto intorno a me.
CitazioneIn realtà non si tratta di sensazioni immediate, ma di valutazioni di sensazioni immediate che tendono a sorgere spontaneamente accompagnandole con grande "forza persuasiva"; valutazioni tuttavia alternative ad altre altrettanto possibili (contrariamente alle sensazioni immediate le quali sono invece sostanzialmente sempre le stesse), per esempio quelle successivamente imparate a scuola).

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Questo per dire che, a quanto mi risulta, la conoscenza non è per nulla confermata dall'esperienza sensibile immediata, io non faccio alcuna esperienza immediata di atomi, fotoni, bosoni, big bang, campi gravitazionali o elettromagnetici; non ho nessuna sensazione dello spazio tempo relativistico, ma neanche di virus e batteri, ho imparato a interpretare le cose in questo modo e in questi segni che mi sono diventati un po' familiari, come se fossero (alcuni più, altri meno) reali.
CitazioneCerto!
Il fatto che l' esperienza sensibile immediata è tutto (e solo) ciò di cui può aversi immediatamente certezza al di là di ogni dubbio non comporta che essa si identifichi con la conoscenza di essa; la quale ultima è invece costituita da (-l' esperienza immediata di) predicati o giudizi circa di essa ad essa relativamente, limitatamente adeguati o "conformi" (veri); cosa che non è assolutamente garantita: accanto a giudizi adeguati e veri possono darsi e si danno anche giudizi totalmente falsi, come quelli circa la fissità e piattezza della terra e la sua posizione centrale in universo finito.
E infatti (concordo; almeno limitatamente alla conoscenza scientifica) che:

Tutto quello che mi hanno insegnato è il risultato di una esperienza sempre mediata da strumenti che necessita di interpretazione secondo un dato metodo rigorosamente quantificante, ma non c'è nulla di immediato in questo, anzi. Non basta mettersi davanti a un telescopio o a un microscopio per vedere le cose e credere che quello che si vede sono proprio come sono per tutti e per nessuno, ossia oggettivamente in sé, i microscopi non vedono la cosa in sé, ma la cosa attraverso il microscopio dietro il quale c'è un soggetto che impara a usarlo e a interpretare quello che vede. Per questo la conoscenza scientifica è un prodotto culturale che risulta da prassi praticate insieme, e che generano dei significati come qualsiasi tipo di conoscenza, pure quella mitica. La validità di questa conoscenza sta nel permettere o meno un accordo per tutti i soggetti che vi partecipano nel contesto in cui si vive insieme in reciproca relazione, non in un accordo con un mondo oggettivo in sé di cui nulla sappiamo e mai nulla potremo sapere, proprio perché oggettivo e in sé e dunque, in quanto tale, assolutamente impermeabile ai nostri sguardi. Il nostro sguardo, se conosce, non è mai, né mai sarà oggettivo.
CitazioneChe del mondo oggettivo in sé (se pure esiste, come credo senza poterlo dimostrare) nulla sappiamo e mai nulla potremo sapere (con certezza), proprio perché oggettivo e in sé e dunque, in quanto tale, assolutamente impermeabile ai nostri sguardi sono perfettamente d' accordo.
Ma se si ammette "un minimo di tesi indimostrabili" (tali che tutte persone comunemente ritenute sane di mente si comportano per o meno come se vi credessero), allora la conoscenza scientifica del mondo fenomenico materiale (non di quello mentale) é concorde per tutti i soggetti che vi partecipano a qualsiasi titolo, contrariamente a qualsiasi altro prodotto culturale risultante da prassi praticate insieme; e lo è per il fatto che può essere considerata (conformemente per lo meno al comportamento di fatto di tutti coloro che sono comunemente ritenuti sani di mente) in accordo con un mondo fenomenico materiale non oggettivo ma comunque intersoggettivo, cioè univocamente e puntualmente corrispondente nell' ambito di tutte le esperienze coscienti (per l' appunto fenomeniche) di tutti i soggetti di sensazioni (direttamente o almeno indirettamente nel caso di diversa sensibilità, come nel caso di animali che percepiscono ultrasuoni o addirittura dei pipistrelli che li percepiscono "morfologicamente" in modo analogo alle nostre percezioni visive).

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Ma so anche che questo per molti è incredibilmente difficile da accettare, perché i presupposti culturali su cui basiamo la nostra visione del mondo diventano invisibili, dunque si crede (come si è sempre creduto) che il mondo per come culturalmente lo vediamo nella nostre mappe cognitive, sia proprio il mondo così com'è lì davanti a noi, l'oggetto neutro chiaro e distinto davanti a un occhio neutro o comunque neutralizzabile. Ecco, forse questa credenza è una sensazione immediata di ogni luogo ed epoca su cui la filosofia chiede oggi (non in passato, non ai tempi dell'epoca d'oro della filosofia) di rifletterci sopra per non farla diventare una nuova superstizione, per compiere anche in termini epistemici la rivoluzione copernicana: il soggetto c'è sempre, anche quando si immagina di non esserci, fa parte del fenomeno che guarda, è sempre nel fenomeno che guarda.
CitazioneQuesto mi sembra puramente e semplicemente un atteggiamento privo di senso critico razionale quale spontaneamente tende a verificarsi da parte di tutti nel corso dello sviluppo infantile e adolescenziale; atteggiamento superabile atteggiandosi "filosoficamente" (come è accaduto fin dai tempi delle filosofie più antiche storicamente note -in Grecia e in Occcidente i "presocratici"- e probabilmente ad altre ancor più antiche di cui si è persa traccia) verso la realtà e le proprie credenze su di essa.
 
Dissento dal fatto che il soggetto delle sensazioni, distinto da esse, che esiste anche quando esse non esistono  (per esempio nel sonno senza sogni) faccia parte dei fenomeni che percepisce: questa è una patente contraddizione, la pretesa che qualcosa sia/accada realmente anche quando non é/accade realmente! 

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Detto questo non dobbiamo certo abbandonare i risultati scientifici per altra roba soggettivamente esoterica, per io universali, al contrario, i risultati della scienza sono il prodotto del nostro modo di vedere e di esistere attuali e sono il risultato utilissimo di millenni di storia culturale, solo occorre mettere tra parentesi questa pretesa di oggettività, lasciarla perdere, perché nessuna oggettività ci è né ci fu mai concessa, forse solo le piante o organismi animali molto semplici, nella loro esistenza che non conosce, ma sa, potranno magari essere oggettivi, non noi. Le macchine che usiamo, i telescopi e i microscopi sono oggettivi, ma non chi vede e conosce con quegli arnesi e non basta che li usi per diventare oggettivo come loro. I concetti, leggi di gravitazione compresa restano solo mappe, segni, come il colore blu che indica il mare su una carta geografica, ma non è il mare, sono indispensabili per muoverci, agire e orientarci, ma niente di più. E ogni epoca ha le sue mappe e i suoi segni, che funzionano o meno in quel mondo e non in un altro.
CitazioneHo già risposto sopra alle obiezioni circa la conoscenza scientifica e la sua intersoggettività (e non oggettività).
 
Ma non vedo differenza fra "sapere" e "conoscere".
 
Che la conoscenza (in generale e in particolare scientifica) di qualcosa =/= (tale) qualcosa mi sembra ovvio.
Per esempio il fatto (1) di sapere che due masse si attraggono gravitazionalmente è altra cosa dal fatto (2) dell' attrarsi di due masse.
 
Le mappe "danze della pioggia" degli stregoni animisti non funzionano né hanno funazionato mai da nessuna parte (se talora è piovuto è stato per puro caso fortuito)!

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CitazioneL' esperienza cosciente non è inclusa nel mondo fisico – materiale per il semplice fatto che è l' universo fisco – materiale ad essere incluso nell' esperienza cosciente: "esse est percipi" (Berkeley).
Si può sempre vederla all'opposto e non c'è ragione per non farlo. D'altronde se materia e spirito sono separati e non si incontrano, come fa lo spirito della conoscenza cosciente di un mondo materiale a includere quel mondo fisico materiale? Come fa anche solo ad accorgersene? E noi dove stiamo per dire che non si incontrano, come facciamo a dirlo? Come facciamo ad avere la visione panoramica che include spirito e materia come sempre discosti e separati?
CitazioneLa ragione per non credere che la coscienza è nel mondo fisico è che nel mondo fisico (che è nella coscienza di chi lo osserva) ci sono solo cervelli fatti di neuroni, assoni, sinapsi, ecc., a loro volta fatti da molecole, atomi, particelle/onde subatomiche, campi di forze , ecc., e non affatto costituiti dalle esperienze coscienti che tali cervelli, tramite i loro nervi, muscoli, corpi in generale ci dicono di vivere (d' altra parte, se lo si pretendesse si giungerebbe all' assurdo risultato per cui ci sarebbero "coscienze dentro coscienze", le une non distinguibili dalle altre dal momento che ciò che è dentro un' esperienza cosciente è per definizione parte integrante di quella stessa esperienza cosciente e non di altre).
 
Lo spirito (res cogitans) di un' esperienza cosciente non comprende la materia (res extensa) di quella stessa esperienza cosciente (né di alcun altra), ma semplicemente le accade "accanto" (accade inoltre; oltre ad essa).
La res cogitans (i fenomeni mentali) non va confusa col soggetto delle sensazioni fenomeniche che (se realmente c' è) é cosa in sé e non fenomeni, né mentali, né materiali.
Res cogitans e res extensa, entrambe fenomeniche ("esse est percipi"!) non possono reciprocamente interferire causalmente per la chiusura causale del mondo fisico, che è necessario ammettere se si crede alla conoscenza scientifica.

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Citazionelo potrebbe anche pensare un marito cornuto che non avesse mai visto sua moglie a letto col suo migliore amico o collega; ma non per questo sarebbe meno cornuto di quanto di fatto é.[/font][/size]
E' così di fatto perché qualcun altro lo ha visto, e certamente lo hanno visto la moglie fedifraga e il collega, sono loro i soggetti a cui risulta, non a una oggettività senza soggetto.
CitazioneA loro risulta, ma indipendentemente da questo, il fatto accade realmente (nell' ipotesi -deprecabile!- considerata); e non è che accada perché risulta loro, ma casomai risulta loro perché accade (altrimenti il marito, al quale non risulta, e dunque per quel che lo riguarda il fatto non accadrebbe, non sarebbe cornuto, mentre invece purtroppo per lui lo é eccome!).

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CitazioneMa dove sarebbe mai "presente" la soggettività sentimentale ed emotiva nella dimostrazione dei teoremi di Euclide e che effetti ("intrinseci diretti", sui loro "contenuti teorici" e non di mero "accompagnamento" e interferenza con il loro svolgersi: per esempio facilitandoli nel caso servano a superare un esame che fortemente si desidera superare oppure ostacolandoli nel caso di uno che cercasse di farlo essendo fortemente terrorizzato per un grave pericolo imminente) avrebbe mai sul risultato di tali ragionamenti?[/font][/size]
E' presente nell'intenzionalità di Euclide che si mette a ragionare di teoremi, anziché stendersi al sole e dormire, è presente nella motivazione e nel progetto che è il tratto che sempre guida il soggetto in ogni cosa che fa e non può essere separata da quello che fa. E se il progetto dà luogo a speranze e delusioni, se riesce o non riesce tutta la faccenda si colora di un'enorme risonanza emotiva. Noi, anche se prendiamo quei teoremi come faccende neutre, partecipiamo indirettamente della intenzionalità soggettiva di chi li ideò sperando in una conoscenza razionale, certa e universale, che pur tuttavia, era la razionalità della sua vita per il senso prodotto dalle prassi e dai contesti dell'epoca in cui viveva. Come si sa infatti i teoremi di geometria nascono dall'esigenza progettuale umana di misurare i terreni, la geo-metria è il prodotto del progetto intenzionale dell'agrimensore con le sue prospettive e i suoi modi di pensare il mondo attraverso gli strumenti e i metodi che quel mondo gli presenta e gòielo fa vedere, soggettivamente a lui, come un campo da misurare e suddividere per coltivarlo o fondare città.
CitazioneDunque la soggettività sentimentale non c' è intrinsecamente ai teoremi, non ha alcun effetto intrinseco ad essi, ma solo effetto estrinseci, di "facilitazione o difficilitazione" della realizzazione di essi, come da me sostenuto, ne accompagna, facilitandoli o meno, la dimostrazione, ha effetti sull' accadere della dimostrazione, ma non su ma non ne detta alcun elemento, non ne influenza i "contenuti" alla maniera nella quale secondo i Musulmani Dio avrebbe dettato a Maometto (i "contenuti de-) il Corano.
 
La geometria nasce di fatto da esigenze pratiche, ma si sviluppa storicamente anche come conoscenza fine a se stessa, praticata (anche) perchè e bello, perché da soddisfazione farlo (col che non significa che, contrariamente all' arte per lo meno in molti casi, i teoremi dimostrati nelle geometrie e non altri si dimostrano perché sono belli o brutti, ma perché sono veri, contrariamente ad altri ipotizzabili -che ne so? Che in un piano euclideo esistono poligoni con un numero di lati diverso dal numero degli angoli- che non li sono).
#2753
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
20 Aprile 2017, 13:05:23 PM
Citazione di: anthonyi il 20 Aprile 2017, 07:55:34 AM
Citazione di: sgiombo il 19 Aprile 2017, 19:59:56 PM
Citazione di: anthonyi il 19 Aprile 2017, 16:30:19 PM
Citazione di: paul11 il 19 Aprile 2017, 13:02:13 PM
Citazione di: anthonyi il 18 Aprile 2017, 17:17:49 PMGià il concetto di uomo mi sembra troppo ampio, così ti rilancio un altro smembramento, consideriamo l'istinto della pietà, l'atteggiamento di protezione nei confronti di chi si percepisce più debole e sfortunato. Per me è impossibile che questo atteggiamento possa provenire da meccanismi di scelta biologicamente determinati, esso è contro ogni logica evoluzionistica perché aiuta a sopravvivere specificamente i più deboli, ed è per me una delle prove di una componente metafisica umana.
CitazioneNo, questa é una vecchia e superatissima (anche se tutt' ora propalata con dovizia di mezzi in quanto utilissima alla conservazione del potere delle esigue e infami minoranze privilegiate che ci dominano) mistificazione ideologica circa la teoria scientifica dell' evoluzione biologica.

In realtà i comportamenti altruistici in generale non sono meno adatti e vantaggiosi alla sopravvivenza e diffusione delle specie che quelli egoistici.

Io non ho parlato genericamente di comportamenti altruistici, che sono evoluzionisticamente efficaci in una logica di reciprocità. Ma di pietà, cioè dell'individuazione specifica di soggetti deboli, che contrasta fortemente con la logica del meccanismo selettivo.
CitazioneNon contrasta fortemente con la selezione naturale, la quale non é una selezione in positivo dei soli "più adatti" o "adattissimi" a un determinato ambiente, che cambia continuamente, cosicché essere "troppo adatti" e"troppo e uniformi (per le specie animali e vegetali) nell' fortissimo adattamento" oggi significa avere grosse probabilità di non essere sufficientemente adatti domani), bensì una selezione in negativo che elimina i "meno adatti" (o meglio i soli "troppo inadatti"); e dunque come consente la diffusione delle corna dei cervi e delle code dei pavoni maschi, che certamente, secondo una concezione errata della selezione naturale stessa "contrastano fortemente con la -pretesa- logica del meccanismo selettivo" così (allo stesso modo, per gli stessi motivi), consente la diffusione della pietà verso gli individui deboli.
Sono d' accordo comunque che la cultura umana, senza contraddirla, comunque "supera dialetticamente" la biologia).
#2754
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
19 Aprile 2017, 19:59:56 PM
Citazione di: anthonyi il 19 Aprile 2017, 16:30:19 PM
Citazione di: paul11 il 19 Aprile 2017, 13:02:13 PM
Citazione di: anthonyi il 18 Aprile 2017, 17:17:49 PMGià il concetto di uomo mi sembra troppo ampio, così ti rilancio un altro smembramento, consideriamo l'istinto della pietà, l'atteggiamento di protezione nei confronti di chi si percepisce più debole e sfortunato. Per me è impossibile che questo atteggiamento possa provenire da meccanismi di scelta biologicamente determinati, esso è contro ogni logica evoluzionistica perché aiuta a sopravvivere specificamente i più deboli, ed è per me una delle prove di una componente metafisica umana.
CitazioneNo, questa é una vecchia e superatissima (anche se tutt' ora propalata con dovizia di mezzi in quanto utilissima alla conservazione del potere delle esigue e infami minoranze privilegiate che ci dominano) mistificazione ideologica circa la teoria scientifica dell' evoluzione biologica.

In realtà i comportamenti altruistici in generale non sono meno adatti e vantaggiosi alla sopravvivenza e diffusione delle specie che quelli egoistici.
#2755
Citazione di: Lou il 19 Aprile 2017, 18:57:56 PM
Per quanto riguarda gli "oggetti" presentificati dalla fantasia, non avendo corrispettivi nel mondo reale (assumendo per mondo reale il mondo esterno al soggetto) e non essendo presenti in esso, se non in forma concreta artistica, potrei considerarli ir-reali o, con più accortezza forse dotati direi dotati di un grado di realtà minore rispetto all'immagine di un albero, ma con irrealtà (/grado minore di realtà) non intendo dire che non sono. Sono in quanto immagini fantastiche, un unicorno è, sebbene non esista nel mondo reale.
CitazioneMi sembra comunque che concordi sulla notevole differenza fra la realtà di un cavallo effettivamente esistente come animale in carne e ossa e quella di un ippogrifo realmente esistente solo come personaggio letterario di fantasia (fra l' altro in vicinanza di un cavallo reale conviene stare in guardia contro eventuali calcioni reali, cosa non necessaria in presenza di un' evocazione letteraria o cinematografica di un ippogrifo).
#2756
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
19 Aprile 2017, 13:13:32 PM
Citazione di: maral il 18 Aprile 2017, 21:50:42 PM
Citazione di: sgiombo il 18 Aprile 2017, 11:19:33 AM
Se, come comunemente accade, per oggettivo si intende "reale (anche) indipendentemente dal (-l' eventuale) soggetto di sensazione o di conoscenza", allora (ammesso che esista un soggetto delle sensazioni fenomeniche immediatamente avvertite; -o meglio: accadenti) ciò che è immediatamente avvertito e constatato e dunque conoscibile con certezza sono per l' appunto unicamente le sensazioni fenomeniche il cui accadere è dipendente dall' esistere/divenire del soggetto stesso, e dunque non oggettivo; e se oggetti delle sensazioni stesse sono/divengono realmente (anche) indipendentemente da esse, allora non si identificano con esse (pena la caduta in una patente contraddizione!), alle quali dunque non può attribuirsi propriamente alcuna "oggettività", ma casomai (almeno a parte di esse) un' "intersoggettività" nel senso di "corrispondenza puntuale ed univoca fra più esperienze coscienti di più soggetti", i quali tutti ne possono conseguentemente parlare allo stesso modo (nei medesimi termini, mediante gli stessi simboli verbali).
Ovviamente stento ad essere d'accordo. In primo luogo per quale motivo il soggettivo non dovrebbe essere reale? E' perfettamente reale, noi viviamo di sensazioni soggettive. E peché le sensazioni immediatamente avvertite dovrebbero avere la garanzia di realtà oggettiva? In genere è l'esatto contrario. Io ho la netta sensazione immediata di una terra piatta che se ne sta ben ferma, con sole e pianeti che le girano intorno, mentre mi si dice che è oggettivo il contrario di cui non ho certo immediata sensazione. Nulla mi può dire che ci sia una realtà oggettiva dato che sono sempre io a percepirla con la mia emotività, i miei preconcetti, le mie capacità di intendere, le mie aspettative, la mia cultura. Come faccio a dire che quello che ho imparato io a conoscere vale oggettivamente per tutti in ogni epoca e in ogni luogo? Certo, c' un'intersoggettività, ma l'intersoggettività resta comunque soggettiva, è il risultato di una condivisione culturale di prassi comuni che oggi la maggioranza esercita, alla luce della quale le cose appaiono vere nel contesto che le pregiudica vere. E il risultato di questa intersoggettività sono delle mappe condivise con le quali è utile muoversi nel nostro mondo, ma non è detto che funzionino in altri mondi e tempi, anzi sicuramente non funzionerebbero.
Perché mai l'esperienza cosciente non dovrebbe essere inclusa nell'universo? Da dove viene allora? C'è un mondo puramente spirituale che fa a meno della materia? Ma poi cos'è materia e cosa è spirito? Dove si incontrano e si separono?
Noi possiamo anche pensare che quello che ci accade accadrebbe anche se non ci fossimo, e qualcosa certamente accade per tutti, ma cosa? Come possiamo dire cosa se noi non ci siamo, se non ci siamo noi che solo in virtù del nostro sentire soggettivo lo percepiamo immediatamente o mediatamente che sia?
CitazioneDopo i clamorosi fraintendimenti di quanto scrivo da parte di Green Demetr, ora anche i tuoi: a questo punto non posso non prendere seriamente in considerazione la preoccupane ipotesi di essere affetto dall' Alzheimer!
 
Infatti sono convinto di non aver mai sostenuto che "il soggettivo non sia reale" (anzi, il contrario!) bensì che (faccio un semplice copia-incolla dal mio precedente intervento citato anche appena qui sopra evidenziandone parte in grassetto) "non é reale (anche) indipendentemente dal (-l' eventuale) soggetto di sensazione o di conoscenza": a me sembra proprio un' affermazione completamente diversa!
 
Nemmeno ho mai affermato che le sensazioni immediatamente avvertite avrebbero alcuna garanzia di obiettività, bensì che (pur nella loro soggettività ed eventuale intersoggettività -e non obiettività- attribuibile indimostrabilmente a quelle materiali) sono le uniche cose di cui possa aversi certezza, sia pure in maniera effimera: anche questa affermazione mi sembra completamente diversa e in gran parte "diametralmente opposta" a quanto attribuitomi!
 
E comunque le credenze circa la piattezza e fermezza della terra e il moto del sole intorno ad essa non sono immediate percezioni fenomeniche (dati di coscienza), bensì predicati o giudizi (errati, falsi) circa di esse.
 
(pretendere di) "Obiettare" a me che "Nulla mi può dire che ci sia una realtà oggettiva dato che sono sempre io a percepirla" è precisamente quel che si suol dire "sfondare una porta aperta" (ma allora mi devo proprio seriamente preoccupare per essere probabilmente affetto dal' Alzheimer!).
(Per la verità secondo me nemmeno alcunché mi può dire -dimostrare, né tantomeno mostrare- che ci sia io come soggetto ed eventuale -riflessivamente- oggetto in sé delle percezioni stesse).
 
Non posso dire con assoluta certezza che quello che ho imparato io a conoscere vale oggettivamente per tutti in ogni epoca e in ogni luogo (infatti ho sempre sostenuto l' insuperabilità razionale dello scetticismo!), ma a certe condizioni indimostrabili (nell' ipotesi indimostrabile che queste siano vere), la conoscenza scientifica è vera e oggettiva (contrariamente alle superstizioni e altri irrazionalismi, salvo puri casi del tutto accidentali, fortuiti); inoltre a quanto pare:
a)  "funziona" nella pratica;
b)  Chiunque non sia correntemente ritenuto insano di mente si comporta per lo meno come se credesse che è vera (nessuno che non sia comunemente rtenuto pazzo si getta dal centesimo piano di un grattacielo per paura di sfracellarsi contro il soffitto dubitando della verità delle leggi scientifiche della gravità).
 
Non credo proprio che l' intersoggettività del conoscenze scientifiche (se vere, cosa indimostrabile) sia soggettiva, che sia il risultato di una condivisione culturale di prassi comuni che oggi la maggioranza esercita, alla luce della quale le cose appaiono vere nel contesto che le pregiudica vere, ma invece che sia confermata dell' esperienza sensibile (premesse alcune tesi indimostrabili): il fatto che nel medioevo in Europa la condivisione culturale di prassi comuni che la maggioranza esercitava, ecc. proclamasse che la terra fosse al centro dell' universo e il sole le girasse intorno, non rendeva certamente intersoggettivamente vere queste tesi, che erano false anche allora, quando in Europa praticamente nessuno se ne rendeva conto (credenza generalizzata o addirittura universalmente condivisa =/= verità).
 
Ti assicuro che una qualsiasi macchina (per esempio una macchina per fare la pasta o una penna stilografica per scrivere; ovviamente con inchiostro adeguato su carta adeguata) funziona benissimo (ovviamente se usata correttamente per fare ciò per cui è stata costruita: per esempio non per pretendere di scacciare il preteso malocchio) in qualsiasi contesto culturale (anche fra gli indios dell' Amazzonia o gli aborigeni della Papuasia, che magari non mangiassero pasta e fossero analfabeti); invece le danze della pioggia degli stregoni non funzionano mai da nessuna parte, alla faccia delle "mappe condivise" (se per caso piovesse sarebbe per puro caso).
 
L' esperienza cosciente non è inclusa nel mondo fisico – materiale per il semplice fatto che è l' universo fisco – materiale ad essere incluso nell' esperienza cosciente: "esse est percipi" (Berkeley).
 
Materia e spirito sono entrambi insiemi - successioni di sensazioni fenomeniche non reciprocamente interferenti (se vogliamo credere alla conoscenza scientifica la quale implica necessariamente la chiusura causale del mondo fisico materiale): sono reciprocamente separati -ovvero trascendenti- e non si incontrano.
 
"Noi possiamo anche pensare che quello che ci accade accadrebbe anche se non ci fossimo, e qualcosa certamente accade per tutti, ma cosa? Come possiamo dire cosa se noi non ci siamo, se non ci siamo noi che solo in virtù del nostro sentire soggettivo lo percepiamo immediatamente o mediatamente che sia?" lo potrebbe anche pensare un marito cornuto che non avesse mai visto sua moglie a letto col suo migliore amico o collega; ma non per questo sarebbe meno cornuto di quanto di fatto é.





Perfettamente d'accordo invece con la tua osservazione sul razionalismo, ma proprio poiché:
CitazioneRazionalità e "spontaneità irrazionale o sentimentale" nell' uomo non sono reciprocamente escludentisi, bensì complementari.
la soggettività sentimentale ed emotiva non può essere messa da parte in nessun giudizio, è sempre presente, anche se si fa finta di essere oggettivi per ottenere più credito ai propri immancabili pregiudizi.
CitazioneMa dove sarebbe mai "presente" la soggettività sentimentale ed emotiva nella dimostrazione dei teoremi di Euclide e che effetti ("intrinseci diretti", sui loro "contenuti teorici" e non di mero "accompagnamento" e interferenza con il loro svolgersi: per esempio facilitandoli nel caso servano a superare un esame che fortemente si desidera superare oppure ostacolandoli nel caso di uno che cercasse di farlo essendo fortemente terrorizzato per un grave pericolo imminente) avrebbe mai sul risultato di tali ragionamenti?
#2757
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 19:39:39 PM
Citazione di: maral il 18 Aprile 2017, 14:47:30 PM

Temo però che se è vero che il giudizio razionale è in grado di rendere la libertà all'uomo (e a partire da Parmenide ed Eraclito la filosofia non ha fatto che questo: sollecitare il giudizio razionale), può, nel momento in cui si ritiene definitivo, cioè in grado di eliminare completamente l'aspetto irrazionale che è il vivente stesso, rischia di tramutarsi in gabbia dalle sbarre di acciaio che soffoca la vita stessa. E una gabbia razionale in cui ogni effetto si crede perfettamente calcolabile, non è certo meno letale per l'essere umano. Credo piuttosto che il problema sia come poter danzare su un filo sempre oscillante in bilico sull'abisso, senza sfracellarsi tra le mitologie e i teoremi che dovrebbero salvaguardarci da ogni caduta.
CitazioneIl razionalismo (per essere minimamente coerente e conseguente) impone la consapevolezza dei limiti della (propria) conoscenza, la consapevolezza della (propria) ignoranza.

La pretesa di onniscienza (il credere che ogni effetto sia perfettamente calcolabile e che si possa essere "certi di non cadere mai nell' abisso") é eminentemente irrazionalistica!

Razionalità e "spontaneità irrazionale o sentimentale" nell' uomo non sono reciprocamente escludentisi, bensì complementari.
#2758
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 19:29:22 PM
Citazione@ Green Demetr:
 
No, certamente l' in sé che io ipotizzo nelle mie argomentazioni non sta affatto "all' interno del fenomenico" ma è tutt' altra cosa da esso, non apparente (non costituito da sensazioni) e casomai costituente i soggetti o/e gli oggetti delle sensazioni fenomeniche stesse; soggetti e oggetti reali (se il noumeno stesso è reale) anche allorché le sensazioni non accadono, indipendentemente dall' accadere delle sensazioni fenomeniche.
 
 
Se poi cominci a parlare, senza definirli con precisione di "anima, spirito, Dio", allora ogni speranza di comprensione da parte mia va a farsi benedire (...da Dio?)!
 
 
Da parte mia congetturo (indimostrabilmente, ma non credo proprio "pretenziosamente", non inutilmente bensì per spiegare i fenomeni, e in articolare la da me creduta anche se indimostrata intersoggettività di quelli materiali fra di essi) come cose in sé soggetti e oggetti delle sensazioni fenomeniche stesse, e non anima, spirito, Dio, ecc.
 
 
Beh l' accadere, ovvero il divenire nel tempo, dei fenomeni, se almeno si vuole dar credito alla memoria (senza di che non avrebbe senso stare qui a discutere) è del tutto evidentemente "esistente", cioè reale; e lo si vede bene!
E lo si percepisce pure con gli altri sensi, oltre alla vista (compreso il "senso interno" che ci fa percepire pensieri, sentimenti, ecc., cioè i fenomeni mentali).
 
 
Che la cosa in sè -se esiste- esiste per sè, e allora non potrà mai essere fenomeno l' ho sempre saputo, scritto e riscritto un' infinità di volte.
E per me (e probabilmente, si parva licet componere magnis, nemmeno per Kant) costituisce un "problema" su cui eventualmente "arenarsi".
Chiedi "Ma quale relazione ci può essere fra qualcosa che è congettura e ciò che è fenomeno/realtà?".
Rispondo: una relazione di (eventuale; indimostrabile né tantomeno empiricamente -cioè fenomenicamente!- rilevabile) ma ipotizzabile "coesistenza-codivenire reciprocamente trascendente ma biunivocamente corrispondente" per così dire "su piani ontologici paralleli".
E, non essendo fenomeni ovvero "sensazioni empiricamente rilevabili", del noumeno o cose in sé la scienza non può dire assolutamente nulla (è costretta ad ignorarlo).
Certo, concordo che "la rappresentazione della cosa in sé [se reale, N.d.R.], è di fatto la rappresentazione di una cosa [cioè fenomeni, N. d. R.], e non la cosa in sé"; che alla cosa in sé casomai biunivocamente corrisponde trascendendola e senza ovviamente identificarvisi.
 
 
Il noumeno è ovviamente altro che (negazione de-) i fenomeni; ma questo mi sembra del tutto ovvio e inoltre non comprendo in che senso la sarebbe "infinita", né le altre considerazioni idealistiche (così almeno mi pare per quel poco che sono in grado di capirne) che ne ricavi.
Il fenomeno appare per me del tutto ovviamente per quello che è!
E non per quello che non é.
Che tutto ciò di cui si può parlare, su cui si può ragionare (noumeno, fenomeni e chi più ne ha più ne metta) sia "negazione della propria negazione" mi sembra ovvio: "omnis determinatio est negatio" (Spinoza).
 
 
Le tue parole su Hedegger e sul reale razionale negativo per me sono purtroppo "buio pesto".
 
 
Ma quale pretesa "importante coincidenza fra cosa-in-sè e fenomeno" vi sarebbe mai stata per me ? ! ? ! ? !
Ho sempre affermato a chiarissime lettere il contrario ! ! !
 
E il "mentale" è sempre stato chiarissimamente per me uno dei due possibili modi di essere del fenomenico e non affatto "sinonimo di noumeno" ! ! !
 
La scienza ovviamente "fa il suo mestiere" e dunque si interessa al divenire dei fenomeni materiali naturali e alle rispettive leggi generali astratte, universali e costanti, non certo della sostanza aristotelica, come che la si possa intendere (ma non son un esperto in quest' ultima "materia" ...mi scuso per l' involontaria ironia).
 
Francamente Heidegger (per quel che su di lui ho letto, anche da parte di estimatori, come te) non l' ho mai apprezzato e non ne conosco (di lui non ho letto) nulla.
Ma di certo non per questo i miei interessi sarebbero limitati alla scienza (le scienze naturali) e non includerebbero le "scienze umane", la storia, le arti, la letteratura, la filosofia l' etica, la politica, ecc.
 
 
Personalmente invece sopporto (senza credervi!) molto più le religioni che l
altre "fantasmagorie".
 
 
I mezzi per perseguire gli scopi (per esempio la "democrazia"; ma per me esistono molte, ben diverse fra loro democrazie!) si possono conoscere razionalmente (verificare empiricamente e/o dimostrare logicamente); ma gli scopi si "avvertono" irrazionalmente.
 
La conoscenza è una cosa (i cui contenuti non si decidono ad libitum: nemmeno "il più potente dei potenti" potrebbe farlo), le ideologie sono ben altro (checché pretendano le ideologie)!
 
Non sono un filorusso (né, men che meno un antirusso!) ma un comunista (e la Russia odierna non è certo comunista né socialista.
 
Per combattere il ben più terribilmente disumano e pericolosissimo imperialismo occidentale a guida amerikana non c' è certo bisogno di fare (ideologicamente) l' apologia di quello, molto più oggettivamente debole e meno pericoloso, russo (ma eventualmente di appoggiarlo tatticamente).
 
Né io, né certamente Eutidemo abbiamo citato acriticamente le nostre rispettive fonti come preteso "vangelo" (e non tutte -specialmente fra quelle di Eutidemio, secondo me; in buone fede nel citarle era invece Eutidemo stesso- erano "in buona fede").
 
 

Meno male che le tue erano considerazioni brevi (sia detto solo per ironizzare con leggerezza dopo riflessioni "un po' pesantine").
#2759
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 17:55:20 PM
Citazione di: myfriend il 18 Aprile 2017, 13:06:09 PM
Che cos'è la "mente cosmica" o "coscienza cosmica"?
Beh...certamente uno non può capire cos'è la "mente cosmica" se prima non ha capito almeno la sua "mente individuale".  :D

Per rspondere a queste domande occorre superare i confini del pensiero filosofico tradizionale.
Guardiamo, per esempio, allo sviluppo embrionale.
L'homo nasce come organismo unicellulare.
Poi si sviluppa come embrione nell'acqua.
L'embrione assume le forme del pesce, poi del rettile, infine del mammifero.
CitazioneNon é così!

Invece tutti i vertebrati in una prima fase embrionale del loro sviluppo assumono un determinato aspetto morfologico-funzionale che nei pesci tende a svilupparsi omomorfiocamente fino all' adulto, mentre negli anfibi, rettili, uccelli e e mammiferi si metamorfosizza in diversi, determinati modi, tipici di ciascuna classe



Poi acquisisce la struttura ossea.
Cosa significa questo?
Significa che l'embrione sintetizza in 9 mesi tutte le fasi della evoluzione sulla Terra.
CitazioneNon é così!

Invece le varie classi dei vertebrati sono solo un piccolissima parte nell' ambito della vita evoluta-evolventesi sulla terra, nella quale non sono identificabili "fasi" universalmente percorse da "tutti" (da taluni -l' uomo?!?!?!- "completamente", altri limitandosi a questa o quella "tappa", in un preteso "progresso direzionato" verso una qualche sorta di "perfezione"), ma vi sono invece rilevabili "ramificazioni" reciprocamente alternative.


A partire dalle pietre (scheletro) e dall'acqua (Liquido amniotico).
Non solo.
Il sistema linfatico dell'homo ricalca il sistema linfatico delle piante.
Quindi in noi c'è anche il mondo vegetale.
CitazioneNon é così!

Il sistema parimenti detto "linfatico" dei vertebrati" e quelli di altri ordini di animali sono tutt' altro che il sistema linfatico delle piante: si tratta di un mero caso di omonimia o più  probabilmente di polisemia (in senso semantico); un po' come un "ventaglio" di possibilità alternative é altra cosa che un "ventaglio" come aggeggio per rinfrescarsi agitandolo ritmicamente nell' aria.



Le pietre, l'acqua, le piante, gli animali...sono tutti stadi evolutivim cioè stadi in cui la "Coscienza cosmica" si manifesta e manifesta nella materia quelle che sono le sue caratteristiche.
CitazioneNo, guarda che (qualsiasi cosa sia la "Coscienza cosmica", ammesso e non concesso che sia qualcosa di reale) la vita é sì originata dalla materia inorganica ("le pietre e l' acqua", se così vogliamo esprimerci un po' "poeticamente"), ma le piante non sono affatto uno stadio primitivo dell' evoluzione successiva degli animali (i quali non ne sono derivati ma vi si sono sviluppati alternativamente "in altre direzioni divergenti" nel corso della filogenesi).

Nell'homo, oltre a tutte le caratteristiche degli step evolutivi precedenti, si è manifestata una nuova caratteristiche della "Coscienza cosmica": l'autocosicenza e la compassione.
CitazioneNell' uomo sono presenti autocoscienza e compassione, ma non affatto come manifestazioni "ulteriori" di pretesi (e mai accaduti!) stadi evolutivi precedenti includenti vegetali (e magari batteri o procarioti, eucarioti monocellulari) e la stragrande maggioranza delle linee evolutive "reciprocamente divergenti" degli animali (tranne una).

Ma la cosa straordinaria è che questo viaggio non è finito. Tra 500mila anni, tra 10milioni di anni, la "Coscienza cosmica" manifesterà altre sue caratteristiche grazie alla quali la specie che verrà dopo di noi vivrà in modi che noi nemmeno possiamo immaginare. Percepirà la "Realtà" in modi sempre più profondi e si avvarrà di altre capacità per comunicare e interagire nella Realtà.

L'evoluzione non è finita.
Il percorso evolutivo grazie al quale la Coscienza cosmica manifesta le sue caratteristiche, non è finito.
Noi siamo solo una tappa intermedia.
Ci siamo da soli 200mila anni. Magari ci saremo per altri 3 o 4 milioni di anni.
Ma è sicuro. Dopo di noi la Coscienza cosmica si manifesterà in una forma più evoluta che avrà un nuovo cervello e nuovi strumenti per interagire nella Realtà.
CitazioneMere fantasticherie a briglia sciolta, anche se é vero (e alquanto ovvio) che l' evoluzione biologica é tutt' ora in corso.
#2760
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
18 Aprile 2017, 17:19:12 PM
Citazione di: Sariputra il 18 Aprile 2017, 09:36:55 AM
Il noumeno? Oh...che meraviglia il noumeno...che dite? E' inattingibile? Una botte piena senza rubinetto? E' meraviglioso esser coscienti che la botte è piena ma non c'han fatto quello schifoso rubinetto per poter riempire la caraffa di dolce noumeno. Ci tocca ubriacarci di  volgare prosecco?...Suvvia, datemelo, quest'altra botte è più generosa.
CitazioneEh, mi sa che dobbiamo accontentarci del prosecco.

Ma in fondo chi si contenta (in generale, ma soprattutto riguardo al prosecco ...un vino "fenomenale"!) gode.