Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#2761
Per Phil: la l'interpretazione storico-spiritual-culturale della morale è un bluff esattamente come credere che l'uomo sia mosso solo da valori utilitaristici.
Inoltre ripeto vi sono dei riscontri organici a livello cerebrale che indicano come alcune parti del ns cervello si attivino di più di fronte a situazioni di ingiustizia e che si sviluppino di più questi sentimenti in bambini con famiglie integrate socialmente.
Inoltre avendo una visione alla Damasio, è scontato che il propagandare una visione utilitaristica non fa altro che condizionare il nostro cervello e le nostre azioni sulla base di quel modello. È un problema piuttosto noto: siamo contemporaneamente soggetto e oggetto delle ns riflessioni a differenza della milza o del rame.
Se questo non ti basta puoi sfogliare un libro di storia e paragonare i livelli di violenza quotidiana/tolleranza di 200 o 2000 anni fa e quello che accade oggi nel mondo occidentale.
A scanso di equivoci non sono neppure incantato dalle magnifiche sorti e progressive. Limitiamoci a constatare gli eventi storici.
#2762
Per Socrate: esistono differenti livelli di moralismo altruistico. Per questo rifuggo da una visione da bene e male MASSIMO. La storia ci tramanda episodi di persone che hanno dato la vita per quella degli altri (non parlo di Gesù). Oppure di persone che hanno intrapreso la scelta più difficile (ad esempio fare il partigiano piuttosto che il bel pasciuto repubblichino pronto a cambiar bandiera al momento giusto). Ad ogni modo l'altruismo ha sempre degli elementi di egoismo. E' semplicemente un modo per nobilitare il detto "L'unione fa la forza." Ma non è  solo questo. Quando vediamo realizzarsi una ingiustizia qualcosa si agita nella nostra pancia e questo accade a tutti i bambini a partire dai 3-4 anni di età. Per questo dico che un senso morale è geneticamente registrato nella specie uomo sapiens. Ed è anche uno dei motivi del suo clamoroso successo come specie animale rispetto alle altre specie presenti sul pianeta terra.
#2763
A proposito del diritto positivo come ab-solutus. Come noto si tratta di un concetto hobbesiano nato dalla necessità proprio di contrastare le forze centrifughe scaturite dalla prima rivoluzione scientifica e nello stesso tempo permettere l'integrazione e l'accorpamento di strutture sovrane limitrofe per aumentare le risorse necessarie per dominare le nuove dimensioni del mondo (leggi colonizzazione). E per Hobbes al fine di evitare la guerra di tutti contro tutti (ma Hobbes non poteva sapere quello che si sarebbe scoperto della sua dottrina secoli dopo).
Fatto sta che il diritto positivo assoluto declina la sua assolutezza in modo diversi in relazione alle epoche e alle istituzioni giuridiche, oltre che alle abitudini di un popolo.
Assolutamente è più assoluta una legge in Giappone che in Italia è assolutamente sono previsti meccanismi di controllo e verifica che rendono la Legge positiva molto meno positiva di quello che si crede. Faccio solo l'esempio dei tre gradi di giustizia ma vi sono meccanismi ancora più sofisticati e talvolta anche bizantini. Il rovescio della medaglia di questo potere diffuso e di controlli reciproci è ovviamente l'indecidibilita'. Ancora più visibile se una società è molto frammentata e divisa al suo interno fra visioni morali diverse e contrastanti.
#2764
La biologia, i più recenti studi neuroscientifici, per non parlare della psicologia dicono proprio questo. Che nell'homo sapiens, grazie all'enorme sviluppo della corteccia orbito-frontale e genericamente allo sviluppo della neocorteccia, si sono sviluppati sofisticati meccanismi di empatia e di compassione nei confronti dei nostri simili, e di tutto l'ambiente che ci circonda. Potenzialmente siamo cosí. Adatti geneticamente ad apprendere valori morali (Altrimenti la filosofia morale non sarebbe neppure esistita, non credi?).
Si tratta ovviamente di una moralità che se l'annaqui nasconde anche valori egoistici, perché per l'ennesima volta lo ripeto, il bene assoluto e il male assoluto sono l'unica invenzione davvero malvagia dell'uomo.
Inoltre essendo il cervello un organo altamente plastico (a proposito, ti avviso che mentre stai leggendo queste righe, a causa della lettura il tuo cervello si sta modificando in modo permanente), apprende dal suo ambiente come comportarsi e pertanto in un gruppo violento apprendera' ad essere violento, in un gruppo altruista apprendera' ad essere altruista. Questo in una visione micro-sociale e psicologica.
Le relazioni fra gli stati effettivamente stridono con questa visione che è ormai comprovata a livello di relazioni di gruppo e face-to-face.
Io sono del parere, già avanzato in altre occasioni, che l'uomo è  in cammino "moralmente", nonostante vari scivoloni e arretramenti . L'unione europea, per quanto monca e ipocrita è un primo passo verso una visione morale anche nella relazione fra gli stati.
Nell'ambito dell'organizzazione dei singoli stati invece, l'assolutizzazione della legge è sicuramente un passo avanti rispetto all'assolutizzazione della legge religiosa. Ma non si può parlare neppure di passo avanti quanto di adeguamento del sistema giuridico agli altri sistemi che si sono differenziati dopo l'avvento e il trionfo della tecnica, che accelerando la velocità del mondo, richiede un continuo aggiornamento delle regole giuridiche.
#2765
Caro Sgiombo. Una questione eminentemente filosofica? A questo punto è una questione eminentemente metafisica. Ti ho dato gli estremi dei miei riferimenti che fanno riferimento a scoperte in campo genetico, biologico, sociale e criminologico. Li puoi verificare anche velocemente su internet. Ma ritirarsi sul campo filosofico senza considerare come si evolve la ricerca scientifica è come disinteressarsi dell'eliocentrismo perché filosoficamente si preferisce il terrapiattismo. 
A proposito del determinismo non so  a quale corrente scientifica ti riferisca. Ti assicuro che le opinioni sono molte e discordanti, anche se ovviamente nessuna più abbraccia il totale libero arbitrio.
#2766
A proposito del buonismo basagliano. Forse, caro Sgiombo, sei un nostalgico del caro vecchio elettroshock? Oppure ritieni valido far passare per pazzi i propri oppositori politici per rinchiuderli ? Strategia egualmente utilizzata sia da Mussolini che da Stalin, mentre Hitler, più tranchant, li metteva direttamente al muro.
Veramente trasecolo quando una persona che si reputa di estrema sinistra parla in questo modo di cose che, o non conosce o che vede con una deformazione ideologica importante.
#2767
A questo punto mi piacerebbe conoscere a quali opere fai riferimento. Io posso al momento citarti tre libri fondamentali per quanto scritto da me: a. Raine, anatomia della violenza, S. Pinkert, il declino della violenza, Baron-Cohen, la scienza del male.
Davvero mi piacerebbe conoscere i tuoi riferimenti perché di questa materia mi occupo in modo specifico.
Per quello che può valere rispetto ai tuoi solidi pregiudizi solo il primo è uno psicologo. Gli altri dei medici, anche se traviati perché hanno scelto la specializzazione in psichiatria.
#2768
Sgiombo, la tua sfuriata è quanto di più antiscientifico e pieno di pregiudizi che abbia recentemente sentito sull'argomento e mi conferma la mia personale idea che alcuni marxisti sono rigidi e autoritari come i fascisti ( Arendt parlava di totalitarismo).
Il buonismo non c'entra una emerita fava. Piuttosto c'entrano gli studi neuroscientifici, biologici, genetici e biosociopsicologici degli ultimi 20 anni, che su richiesta ti posso inoltrare come bibliografia essenziale. Se sei rimasto al "legno storto dell'umanità" di kantiana memoria è un problema tuo. Nel frattempo la ricerca scientifica e nuove discipline scientifiche come la neuro-etica stanno aprendo nuovi orizzonti.
Non fai altro che confermare quello che dicevo prima. Guardare la nostra parte oscura, il nostro lato malvagio è piuttosto doloroso. Meglio scindere il mondo in buoni/cattivi, fascisti/comunisti, buonisti/cattivisti. Anche qui la psicoanalisi avrebbe da spiegare visto che sono classici meccanismi di difesa (scissione, negazione, proiezione).
Che poi certe persone debbano essere punite potrebbe essere già questo un trattamento terapeutico. Le punizioni serviranno sempre. Ciò che cambia è lo scenario ideologico-mentale che sta attorno alla punizione e all'etica del comportamento umano. Se si resta fermi all'idea del "criminale malvagio" direi che sprofondiamo di nuovo nel medioevo. Una posizione inacettabile comunque da chi si professa marxista 
Tra l'altro le tue idee spesso proclamate a proposito di un rigido determinismo fanno a pugni con questo assoluto bisogno di punire. Se uno è determinato al 100 % da biologia, genetica, ambiente, è cornuto e mazziato dal tuo punto di vista. Mentre da un altro avrebbe la giustificazione del suo comportamento gia' bella pronta.
Ti consiglio come lettura propedeutica"pena e struttura sociale di rushe-kirckheimer, due studiosi marxisti ortodossi che giungono a conclusioni molto diverse dalle tue.
#2769
Ox il tuo ragionamento non mi convince.
1). I cinesi hanno vissuto per millenni senza una religione teocratica (visto che il confucianesimo è un insegnamento morale relativamente privo delle divinità come noi le conosciamo) e se la sono cavata benone. Nella ns società esistono milioni di non credenti che rispettano le leggi. Quindi l'abbinamento morale-Dio è veramente ormai un concetto farlocco, buono solo per ingannare sé stessi o gli altri.
2) La relatività delle morali io potrei chiamarla "complessità", che è il carattere fondamentale della modernità e che riguarda tutte le ns attività.
La casalinga che nel talk show intima "tu non puoi giudicarmi" ha le sue ragioni da vendere.
È ciò deriva proprio dalla scoperta che l'uomo è complesso, la vita associata lo è ancor di più.
Ho già fatto un esempio in un post precedente. Reitero. Un bambino con madre tossicodipendente soffre in una situazione di incuria e maltrattamento.
Diventa un poco di buono. Chi dobbiamo giudicare (male)? La madre, il figlio, la scuola, che ha finto di non vedere nulla? La madre è diventata a sua volta tossicodipendente per via di un rapporto disfunzionale con sua madre, schizofrenica. Chi dobbiamo giudicare? La schizofrenia?
Un tempo era tutto più semplice. Gli schizofrenici erano indemoniati e se rubavi eri malvagio.
All'ombra della morale unitaria impera sempre una duplice violenza, quella dei semplici sudditi e quella delle istituzioni. Relativizzando si impara a guardare il mondo con lenti più sofisticate ma questo costa fatica, necessità di aguzzare lo sguardo e anche di guardare con disincanto la spazzatura che ci portiamo appresso, dentro la nostra coscienza, mentre il pensiero rassicurante di un Dio tutto buono, ci fa sperare che il male dentro di noi possa magicamente sparire. Brutto spettacolo quello che Freud ci ha insegnato ad assistere.
#2770
Premetto che conosco Jung attraverso Wikipedia, pur avendo in casa un paio di suoi libri. Detto questo il concetto di archetipo è stimolante cosí come quello di inconscio collettivo. La mia interpretazione di queste dinamiche è però ristretta ai fatti storici individuali e collettivi.
Tanto per intenderci e consapevole di dire delle castronerie, l'archetipo della famiglia per un italiano medio sarà diverso dall'archetipo di famiglia dell'inglese medio. Non riesco a pensare agli archetipi come a immagini universali sedimentate per sempre nella nostra mente. La nostra mente è il nostro cervello, organo plastico che rielabora per le sue strategie la realtà storica individuale e collettiva di cui è in grado anche di intuire certi passaggi non detti.
Tutto ciò in un'ottica pienamente umana e "finita" "visto che ho sempre avuto il sospetto che gli archetipi profumino d'incenso anche se attraverso metodi aggiornati.
#2771
Viator mi trovi abbastanza d"accordo. Sostituirei soltanto la parola "giustificato" con "compreso". Altrimenti richiami il sistema giustizia che invece vorresti separare. Inoltre per quanto il tuo intento sia lodevole direi che sarebbe meglio, comprendere giudicare e condannare le azioni dell'individuo-persona-reo piuttosto che il suo essere-nel-mondo.
#2772
Attualità / La battaglia di Ilaria Cucchi
11 Ottobre 2018, 22:18:29 PM
Le recenti vicende sembrano finalmente dare un volto agli assassini di Stefano Cucchi. Un volto terribile, visto che se davvero fosse andata così, furono proprio i tutori della legalità ad agire illegalmente.
Scavando nella vicenda e nella sua dinamica quello cui si è assistito è stato il solito duello all'italiana: fautori delle forze di polizia, tutori dell'ordine, rispettabili rappresentanti della società conservatrice e stufi dei buonisti contro i soliti anarco-intellettualoidi dei centri-sociali.
Oppure, forze antagoniste e ceti assertori dello stato di diritto, associazioni di base e singoli cittadini contro il sordido potere arbitrario e omicida delle forze di polizia.
In un paese diverso e più civile questi scontri (fortunatamente più virtuali che fisici) non avrebbero ragione di essere, poiché sono gli stessi ceti conservatori a pretendere una polizia rispettosa della legge e le stesse forze di polizia a preferire che certi soggetti siano esclusi dalla gestione del potere pubblico.
Nello stesso tempo sarebbe logico non ritenere tutti i componenti delle forze dell'ordine dei sadici perversi visto che tanti di loro hanno sacrificato la loro vita per la nostra sicurezza.
In Italia ciò non accade o perlomeno non accade nella misura che ci si aspetterebbe per casi cosí eclatanti. Bisogna domandarsi perché. Nella risposta si cela la fisionomia degli italiani o almeno una delle sue maschere da commedia dell'arte.
#2773
Naturalmente Ipazia. Tutto condivisibile anche da parte mia. Mi lasciava perplesso solo il riferimento ad Arendt, che mi sembra più adatto ad una riflessione interiore che a una valutazione alla Savonarola.
In realtà torniamo sempre alla stessa discussione,  il paradigma della modernità.
#2774
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
11 Ottobre 2018, 13:28:31 PM
"Prima della morale viene il cibo." Diceva un drammaturgo tedesco dello scorso secolo. A proposito di filosofia terra-terra.
#2775
Ipazia. È vero, condivido anch'io il discorso di Arendt. Ma l'ho sempre pensato come un faro che illumina la terra non come un metro per separare i buoni dai malvagi.
Inoltre non tutte le bontà e non tutte le malvagità sono uguali. Come giudicheresti il figlio di una donna alcolista, nato con un deficit cognitivo e un livello di aggressività che lo rende "malvagio". E' malvagia la madre? La madre della madre che la fece prostituire? O il figlio?
Che responsabilità etica personale può avere il ragazzo nato e cresciuto allo Zen, espulso dalla scuola, manganellate dalla polizia e dai genitori, inserito nel mondo del lavoro o della delinquenza come un paria.
Come ripeto spesso: o ci salviamo tutti o nessuno (Canetti). La responsabilità etica personale è un mito che per essere realizzato avrebbe bisogno di un rovesciamento cosí profondo dei rapporti di potere da risultare, almeno attualmente, utopistico.
Pertanto preferisco di gran lunga essere cauto nei 
giudizi nei confronti del prossimo, almeno da una prospettiva umana. Fermo restando che chi commette un reato deve essere punito, ma anche che la pena deve avere una funzione rieducativa.
È questa funzione è un diverso modo di intendere la responsabilità etica personale. Solo comprendendo e accogliendo e perdonando si può costruire una comunità responsabile, ovvero che si prende cura dell'altro, chiunque esso sia e qualunque cosa abbia fatto. La punizione è necessaria ma sarebbe necessario anche prevenire. Eichmann fu il risultato di secoli di storia germanica, decenni di antisemitismo, darwinismo sociale, carrierismo a buon mercato, oggettivazione dell'altro.
Sta accadendo la stessa cosa oggi con condizioni storiche mutate.
Quello che voglio dire è che siamo sempre un mix di motivazioni sociali e individuali e che occorre sempre ricordarci della parte sociale quando valutiamo quella individuale e viceversa. Al piano superiore stanno gli eroi.